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In mountain bike nel Parco dei Lagoni: sentieri e sterrati

02/01/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Un vero e proprio paradiso per i biker sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.

Il Parco dei Lagoni di Mercurago si trova nelle vicinanze di Arona, sulle verdi colline che si innalzano sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.
Importante sito di ritrovamenti archeologici, il parco è apprezzato soprattutto per la sua straordinaria varietà di ambienti naturali: si passa dal bosco alla torbiera, dai canneti ai pascoli. All’interno del parco una fitta rete di sentieri ben segnalati e nominati rende l’esplorazione in mountain bike davvero molto semplice e piacevole.

Lasciata l’auto all’ingresso del parco, è ora di salire in sella ed inoltrarsi lungo i sentieri. All’inizio lo sterrato sale attraverso il bosco, la pendenza è minima e facile da affrontare anche per i meno allenati.

Al primo bivio si svolta a sinistra per imboccare la Stra di Pianèl da Gatic e quindi la Stra di Lagon che ci porta subito in vista del lagone al centro del parco. Da qui ci si sposta su di una stradina asfaltata per seguire le indicazioni per Dormelletto. Questo piccolo borgo storico sulle rive del Lago Maggiore è famoso per i suoi allevamenti di cavalli e per le infinite possibilità di praticare sport nautici. E’ consigliato fermarsi qui per una sosta e per non perdere l’occasione di assaggiare qualche piatto tipico piemontese nei ristorantini locali.

Si torna all’interno del Parco dei Lagoni di Mercurago da Via Camotto, un’ampia strada di ciottoli che poi continua su sterrato immergendosi nella vegetazione. Si pedala quindi a ritroso tornando nei pressi del lagone, ma stavolta si svolta a sinistra sulla Stra d’Ia Buscarola. Per gli appassionati di questo sport, sulla destra è possibile approfittare di un bellissimo maneggio.

Per concludere il giro del parco, visitando anche il laghetto e la zona dello stagno, non resta che seguire le indicazioni per l’ingresso pedalando prima sul Senté dal Custon e quindi sulla Stra di Pianèl da Gatic.

SCARICA L’ITINERARIO: Parco dei Lagoni di Mercurago
Scopri questo e altri itinerari sul sito www.cyclinglagomaggiore.it

Esplorando la Normandia in bicicletta

29/12/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

La Normandia è una regione ricca di storia e tradizioni, profondamente legata al famoso sbarco che la vide protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale. Lungo la sua costa si possono visitare musei, spiagge e cimiteri militari che ricordano l’evento, ma la Normandia riserva anche meravigliosi paesaggi campestri.

La regione ha messo a punto diversi itinerari turistici a tema che permettono di fare un tuffo nel passato e rivivere i luoghi della guerra. Uno dei percorsi più suggestivi da fare in bicicletta è quello intitolato “D-Day: lo scontro”. si tratta di un anello lungo circa 68 km e di facile percorrenza che da Grandcamp Le Maisy arriva a Bayeux.

Dopo appena 40 km da Grandcamp Le Maisy ci si immerge subito nella storia, veniamo catapultati, più precisamente, al 6 Giugno 1944 giorno in cui le truppe americane scelte riuscirono a conquistare i bunker tedeschi sulla cima della scogliera a Pointe du Hoc. Alcuni di questi bunker sono oggi visitabili.

Continuando a pedalare lungo la costa si incontra la cittadina di St. Laurent sur Mer. Qui si trova la Spiaggia di Omaha, il vero e proprio punto di sbarco degli alleati e il posto in cui purtroppo essi registrarono più perdite. Oggi sulla spiaggia è presente un monumento commemorativo e a breve distanza è stato costruito anche un museo.

 

Bayeux historic centre - Anton Bielousov

Bayeux historic centre – Anton Bielousov

Solo 3 km più avanti, a Colleville, si trova il cimitero americano: 9.387 croci bianche ed un “muro dei dispersi” su cui sono scolpiti oltre 1.500 nomi.

Riprendiamo la bici e spostiamoci di altri 10 km fino a Port En Bessin. Qui possiamo fare sosta al museo locale che raccoglie tutti gli oggetti rinvenuti in mare che erano di uso comune per i soldati.
Circa 9 km più avanti arriviamo a raggiungere la città più lontana dell’anello: Bayeux, un delizioso borgo medievale. Da qui si torna indietro verso Grandcamp Le Maisy passando però dalla campagna interna.

Poco prima dell’arrivo a Le Cambe si trova il cimitero dei caduti tedeschi, più spartano di quello americano ma altrettanto impressionante: raccoglie i corpi di ben 21.300 soldati.

L’intero percorso corre su stradine secondarie e non presenta salite difficoltose. Occorre vestirsi a strati, perché il tempo può variare anche molto velocemente, ma i punti per ristorarsi e riposare non mancano.

Scarica l’Itinerario: D-DAY: LO SCONTRO

Patagonia Coast to Coast – 5° settimana di viaggio

27/12/2016 in Patagonia Coast to Coast

Una settimana piena di emozioni per Paolo ed Enrico: finalmente hanno raggiunto Ushuaia, la fine del mondo! Meta finale della prima parte del loro viaggio, sognata per giorni durante le faticose pedalate nella pianura patagonica ed ora concreta e reale davanti ai loro occhi.

Isla Grande de Tierra del Fuego è divisa quasi a metà tra Cile ed Argentina. Quando sono sbarcati sull’isola, Paolo ed il suo compagno di viaggio si trovavano nella parte cilena, ma nella tappa successiva hanno subito riattraversato la dogana puntando verso la città di Rio Grande.

Lungo la strada, per la prima volta dopo 4.500 km, i nostri due cicloturisti hanno incontrato ben due viaggiatori in bicicletta che pedalavano in direzione opposta: Eliabe, brasiliano di ritorno a casa, e Gill, svizzero partito dall’Alaska! Una sosta per scambiarsi qualche utile consiglio, il tempo di una foto ricordo e via di nuovo.

Dopo aver superato Rio Grande, l’ultima cittadina attraversata da Paolo ed Enrico prima dell’arrivo ad Ushuaia è stata Tolhuin. Piccola, ma sorprendentemente piena di gente che se ne sta raccolta nei ristoranti, nelle piazze ed in particolare nella Panederia. Aperta dalle 6 del mattino alle 2 di notte, la panetteria di Tolhuin offre paste, dolci, biscotti, panini e persino un rifugio gratuito per i cicloturisti di passaggio.

Il giorno successivo il sogno di Paolo ed Enrico si è avverato, hanno percorso gli ultimi 100 km sotto pioggia e neve, sole e vento, un clima da fine del mondo, ma una volta superate le porte di Ushuaia la felicità è stata incontenibile per entrambi.
Una vittoria importante che va festeggiata con qualche giorno di riposo.

Una giornata sui pedali alla scoperta dei laghi di Varese e Comabbio

19/12/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

Un itinerario ideale da percorrere con tutta la famiglia per una giornata di relax sul lungolago.

I Laghi di Varese e Comabbio, distanti appena 4 km l’uno dall’altro, sono aree naturali di incredibile valore ambientale perfette per il birdwatching, la pesca e le escursioni. Per visitarli entrambi in bicicletta, facendo qualche sosta nei luoghi più interessanti, è sufficiente una giornata.

Si parte da Gavirate sulla sponda nord del Lago di Varese. Da qui, mantenendo lo specchio d’acqua sulla destra, si imbocca la pista ciclo-pedonale che compie tutto il giro del lago.
A poco più di un km dalla partenza ecco una prima meta obbligata: il Chiostro di Voltorre, costruito dai monaci benedettini tra il 1100 ed il 1150 ed ora utilizzato per ospitare mostre d’arte e manifestazioni culturali.

Continuando a pedalare sulla pista si raggiunge il Lido della Schiranna, un angolo di relax amatissimo dagli abitanti di Varese con piscine e ristoranti affacciati direttamente sul lago. A questo punto è possibile approfittare del Lido per fare una sosta e rifocillarsi con qualche specialità tipica a base di pesce di lago, formaggi ed insaccati locali come la Furmagina de Varese e i salami di capra.

Quindi, la pista ciclo-pedonale prosegue, sorpassa la punta sud del lago e svolta in direzione ovest puntando dritto verso la Palude di Brabbia. Si tratta di un’oasi protetta estremamente ricca di vita selvatica e di ambienti naturali per cui merita davvero scendere dalla bici e visitarla a piedi lungo i sentieri segnalati. Nei canneti e nei boschi della palude si avrà occasione di avvistare cormorani, aironi, gallinelle d’acqua, picchi, falchi pescatori, poiane, beccaccini e gufi.

Superata la zona di Brabbia si arriva a toccare la punta ovest del lago, è qui che abbandoniamo le sue sponde in favore del Lago di Comabbio, sempre restando su pista ciclabile. Si passa quindi da Cassinetta a Varano Borghi e si inizia a pedalare sulla ciclabile del lago lunga circa 9 km ed in parte sospesa sull’acqua.

Una volta terminato il giro, si può scegliere se proseguire ancora verso il Lago Maggiore o tornare al punto di partenza.

SCARICA L’ITINERARIO: Laghi di Varese e Comabbio
Scopri questo e altri itinerari sul sito www.cyclinglagomaggiore.it

Patagonia Coast to Coast – 4° settimana di viaggio

19/12/2016 in Patagonia Coast to Coast

In Patagonia la vita va vissuta giorno per giorno: una lezione che Paolo ed Enrico hanno ormai imparato bene. Ed allora, ogni mattina, guardano dalla finestra e decidono se iniziare a pedalare o meno. Devono essere saggi perché il tempo può cambiare in fretta ed il vento costante è sempre il maggior ostacolo. Quando va bene entra frontale da sud, quando va male gira laterale e impedisce definitivamente la pedalata.

Il viaggio si fa sempre più complicato: le lunghissime distanze tra un punto di ristoro e l’altro (tra i 100 ed 130 km) e le difficili condizioni meteo impediscono la regolare programmazione delle tappe. Tuttavia, se vogliono rispettare i tempi, Paolo ed Enrico non possono fermarsi troppo a lungo per cui hanno scelto di fare qualche km in autobus.

Facendo di necessità virtù, hanno approfittato dell’impossibilità di procedere anche per visitare la Pinguinera di Punta Tombo, un parco naturale che nel periodo tra Settembre ed Aprile accoglie la più grande colonia continentale di Pinguini di Magellano.
Ogni anno mezzo milione di pinguini si ritirano nel parco per riprodursi. Realizzano nidi tra gli arbusti e vi restano per qualche tempo anche dopo la nascita dei piccoli.

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Alla fine della 4° settimana di viaggio Paolo ed Enrico sono comunque riusciti a raggiungere la “Tierra del Fuego”: la Fine del Mondo. Dopo un breve tragitto in traghetto, sono sbarcati su Isla Grande, territorio cileno, nel paesino di Cerro Sombrero. Adesso si trovano a poco più di 400 km da Ushuaia, meta finale della prima parte del viaggio.

Ricordiamo che lo scopo del viaggio è raccogliere fondi per l’Associazione Dynamo Camp Onlus, primo camp di terapia ricreativa in Italia dedicato a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni che soffrono di malattie gravi e croniche. Il camp ospita i bambini e le loro famiglie gratuitamente per periodi di svago e divertimento spensierato sull’Appennino Tosco-Emiliano, a Limestre. Segui il viaggio di Paolo ed Enrico e dona al Dynamo Camp sul sito web www.patagoniacoasttocoast.com.

Patagonia Coast to Coast – 3° settimana di viaggio

12/12/2016 in Patagonia Coast to Coast

Con Buenos Aires alle spalle, Paolo ed Enrico si stanno addentrando sempre di più nella pianura patagonica argentina, una terra spazzata dal vento punteggiata di piccoli paesini distanti circa 100 km tra loro. La terza settimana è stata difficile da affrontare poiché per abituarsi a paesaggi completamente nuovi, sia per il fisico che per la mente, ci vuole tempo.

Il viaggio si sta facendo sempre più duro: con il vento fortissimo che soffia imperterrito per tutto il giorno, ogni pedalata si trasforma in una sfida con se stessi per non mollare tutto. La strada dritta e pianeggiante che Paolo ed il compagno stanno percorrendo sembra piuttosto una ripida salita che non finisce mai.

Il vento riduce la velocità dei nostri due cicloturisti da 30 km/h a circa 11 km/h e presto si fa chiaro che non riusciranno a raggiungere il paese più vicino in tempo per la notte. Con queste condizioni hanno dovuto fare uno strappo alla regola e chiedere un passaggio a due patagoni.

Elvio ed Hugo si sono resi disponibili a caricare le bici sul loro pick-up ed accompagnare Paolo ed Enrico per un lungo tratto di strada: 5 ore in tutto, abbastanza per fare amicizia e scambiarsi sinceri auguri di “buena suerte”.

Il viaggio continua verso sud, nell’emisfero australe, i nostri due cicloturisti puntano dritto su Ushuaia, la città più a sud del mondo, ma mancano ancora molti km: giorni e giorni di pedalate nella pianura della Patagonia.
In lontananza si cominciano ad avvistare le prime montagne e questo nuovo orizzonte è ciò che aspetta Paolo ed Enrico nelle prossime settimane.

Teniamo a ricordare che lo scopo del viaggio è raccogliere fondi per l’Associazione Dynamo Camp Onlus, primo camp di terapia ricreativa in Italia dedicato a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni che soffrono di malattie gravi e croniche. Il camp ospita i bambini e le loro famiglie gratuitamente per periodi di svago e divertimento spensierato sull’Appennino Tosco-Emiliano, a Limestre. Segui il viaggio di Paolo ed Enrico e dona al Dynamo Camp sul sito web www.patagoniacoasttocoast.com.

Patagonia Coast to Coast – 2° settimana di viaggio

06/12/2016 in Patagonia Coast to Coast

Nella seconda settimana di viaggio Paolo ed Enrico hanno raggiunto e superato il traguardo dei 1.000 km. Tanta fatica è stata ripagata da mille volti, mille sorrisi, mille paesaggi che hanno fatto compagnia ai nostri cicloturisti lungo la strada ed hanno incoraggiato il loro spirito di avventura.

Un risultato assolutamente da festeggiare che ha dato nuovo slancio ai nostri due cicloturisti per continuare a pedalare!

La settimana è iniziata sotto la pioggia, non certo una situazione estrema, ma che diventa difficile da gestire quando ti trovi così lontano da casa e dalle tue comodità. La strada poi non ha aiutato: un lungo rettilineo caratterizzato da continui “mangia e bevi” privo di ombra e di punti di ristoro, da percorrere con temperature prossime ai 40°C.

In queste condizioni, ancor prima di quello fisico, il corpo richiede uno sforzo mentale enorme che Paolo ed Enrico hanno saputo affrontare con coraggio.

Dopo tanti km ci voleva un po’ di riposo. La settimana si è conclusa a Buenos Aires, metropoli argentina dal fascino unico dove il 70% degli abitanti ha origini italiane. Aria di casa quindi per Paolo ed Enrico che prima di ripartire hanno passato due giorni di relax in città visitando alcuni dei luoghi più famosi: Plaza de Mayo, lo stadio del Boca Juniors, la fiera di Sant’Elmo, il Cafè Tortoni, la Casa Rosada.

Segui l’avventura: www.patagoniacoasttocoast.com

Dona a Dynamo Camp: https://dona.dynamocamp.org/team-dynamo/

L’attrezzatura necessaria per pedalare anche in inverno

02/12/2016 in I Nostri Consigli, Tecnica

Quando arriva l’inverno molti ciclisti sono portati ad abbandonare la bici per paura di ammalarsi, il freddo, il buio che arriva presto, la pioggia ed il vento, ma pedalare in inverno è possibile e può dare anche molte soddisfazioni. Ovviamente bisogna dotarsi di alcuni accessori indispensabili per restare asciutti e mantenersi caldi.

In particolare è fondamentale proteggere le estremità, mani e piedi, dal freddo. Per farlo si devono utilizzare capi d’abbigliamento specifici:

  • scarpe invernali idrorepellenti con rivestimento caldo all’interno
  • calze invernali in lana merino alte fino al ginocchio in caso di freddo intenso
  • guanti con rivestimento caldo ed idrorepellenti da abbinare o meno a sottoguanti in pile
  • berretto antivento per la fronte e le orecchie

Non dimentichiamo però tutto il resto del corpo. L’ideale è indossare capi elastici, traspiranti e caldi come una salopette a gamba lunga e dell’intimo termico. Molto importante è anche l’utilizzo di una giacca antivento traspirante e leggera. Prestate sempre molta attenzione alle articolazioni (collo, gomiti, ginocchia) che se esposte al freddo possono sviluppare tendiniti e dolori.

Oltre a proteggere il nostro corpo, bisogna pensare anche ad attrezzare la bicicletta con:

  • copertoni invernali con grip adeguati per terreni scivolosi o umidi
  • parafanghi, per evitare che acqua e sporcizia vi finiscano sulla schiena
  • luci ben visibili

Volendo si può applicare alla bicicletta anche una patina di lucido, di polish o di silicone per evitare che acqua e fango aderiscano al telaio e lo rovinino.

cyclist-639189_960_720Con questi piccoli accorgimenti andare in bicicletta d’inverno sarà un piacere. Inoltre, secondo la scienza pedalare per 1 ora a temperature prossime allo zero migliora e fortifica il sistema immunitario. Insomma il fisico si “tempra” diventando più resistente alle infezioni, sempre se ci si comporta come descritto sopra proteggendo il nostro organismo anche dopo l’attività fisica. In effetti è meglio rimandare la pulizia della bici e fare subito una doccia così da evitare di esporsi al freddo quando la nostra risposta immunitaria è più bassa.

Come fare meno fatica in bicicletta

30/11/2016 in Medicina, Tecnica

cadel-evans-tired-110714r540Pedalare consuma energia, ma non è solo questo che affatica il ciclista: la forza di gravità, la resistenza dell’aria, l’attrito degli pneumatici, la ricerca di equilibrio, il tipo di percorso scelto sono tutti elementi che contribuiscono alla fatica. Sono poi da considerare anche i fattori climatici e personali che anticipano il senso di affaticamento.

Durante la pedalata si sperimentano tre tipologie di fatica:

– cardio-respiratoria: aumento del numero dei battiti, della pressione sanguigna e del consumo di ossigeno.
– muscolare: produzione di acido lattico in risposta al consumo di energia.
– sensoriale: tutti i sensi dell’organismo sono coinvolti nello sforzo, il che affatica il sistema nervoso.

Insomma il ciclismo è uno sport di resistenza che a lungo andare affatica l’organismo, ma mettendo in pratica alcuni ACCORGIMENTI si può posticipare di molto l’insorgere della fatica.

1.BICICLETTA
La cosa più importante è scegliere un telaio della propria taglia. Pedalare su una bicicletta troppo grande o troppo piccola, infatti, aumenta la dispersione di energia in maniera considerevole. Per quanto riguarda gli pneumatici, occorre scegliere con cura la tassellatura in base al tipo di terreno e mantenerli sempre in pressione. Non dimentichiamo poi di lubrificare le componenti in metallo della bici per evitare fastidiosi attriti.

2.STILE DI GUIDA
In bicicletta è fondamentale pedalare agili e senza pesi sulle spalle (borse o zaini), la cosa migliore è utilizzare un rapporto che permetta tra le 90 e le 100 pedalate al minuto: si perde un po’ sullo sviluppo metrico ma si risparmiano energie. E’ importante inoltre spingere sui pedali con costanza durante tutto l’arco della pedalata (pedalare rotondi) in modo da affaticare meno le gambe. A meno che non siate molto allenati è buona norma anche evitare di sollevarsi sui pedali ed ondeggiare con tutto il corpo sul tubo della bici visto che per farlo si utilizzano e si affaticano molti muscoli.

3.EFFICIENZA ORGANICA
L’accorgimento più importante per mantenere efficiente il nostro organismo è quello di bere a piccoli sorsi e di frequente (non solo quando insorge la sete) per mantenersi idratati. Per quanto riguarda il cibo è invece preferibile non appesantirsi né prima né dopo la pedalata.
Gli esperti consigliano anche di fare stretching, yoga o pilates prima di andare in bici per migliorare la flessibilità muscolare (allungare i muscoli) e quindi di ridurre il consumo energetico ed i dolori post-pedalata.

Il Nord America lungo la Washington Parks Bicycle Route

28/11/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

All’estremo nord ovest degli Stati Uniti, presso il confine con il Canada si sviluppa un’itinerario turistico ciclabile lungo ben 1.390 km: la Washington Parks Bicycle Route. Si tratta di un percorso ad anello che rientra interamente nello stato di Washington spaziando dall’Oceano Pacifico, alle foreste della Penisola Olimpica, ai Parchi Nazionali dello Stato.

Questo itinerario è stato progettato dalla Adventure Cycling Association, la principale organizzazione americana di promozione cicloturistica. Partenza ed arrivo sono fissati nella cittadina di Sedro-Woolley a circa 60 km dal confine canadese. I vertici dell’associazione consigliano ai cicloturisti di percorrere la Washington Parks Bicycle Route da metà Aprile a metà Novembre quando il clima è più favorevole e le strade ben percorribili.

IL PERCORSO

Partendo da Sedro-Woolley si segue la strada principale in direzione ovest verso Port Townsend, una località portuale storica con diversi locali turistici. In principio si pedala su isolette vicine alla costa tutte collegate da ponti, ma nel tratto finale per raggiungere la città sulla Penisola Olimpica è necessario prendere il traghetto.

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Dopo circa 60 km da Port Townsend, presso la cittadina di Sequim, si imbocca la Olympic Discovery Trail, una pista ciclabile davvero molto suggestiva alle porte dell’Olympic National Park. Volendo si può lasciare la bici al centro visitatori e dedicarsi a qualche ora di trekking nel parco. La ciclabile finisce troppo presto dopo soli 25 km nella città di Port Angeles, punto di riferimento degli abitanti della zona.

L’itinerario della Washington Parks Bicycle Route continua quindi a seguire la costa passando da Forks e Aberdeen fino ad Elma. Quest’area è particolarmente suggestiva con le spiagge affacciate sull’oceano e la natura selvaggia della foresta.

Una volta arrivati ad Elma si può scegliere di concludere l’anello deviando verso nord per tornare a Port Townsend oppure di proseguire verso la Catena delle Cascate ed il Monte Rainer. Nel secondo caso si pedala verso est rientrando nel cuore dello stato, si passa Eatonville e ci si addentra nel Parco Nazionale del Monte Rainer. La strada del parco può essere molto trafficata nei mesi estivi ed occorre fare attenzione.

Oltre il parco si incontrano due passi montani con salite tra il 5 e l’8%: il Cayuse Pass ed il Chinook Pass. Superate queste difficoltà la strada è praticamente tutta in discesa fino a Selah, sulla riva del fiume Yakima. E’ proprio lungo il corso del fiume che si sviluppa la Catena delle Cascate e il percorso lo segue fedelmente per molti km verso nord. Si attraversano Ellensburg, Leavenworth e Marblemount ritornando quindi al punto di partenza.

Scarica l’Itinerario: WASHINGTON PARKS BICYCLE ROUTE