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Matteo ha scritto un nuovo articolo 13 ore, 14 minuti fa
Verona pedala verso il futuro: due nuovi itinerari ciclabili approvati dalla Giunta
Verona compie un nuovo e concreto passo verso una mobilità urbana più sostenibile, sicura e al passo coi tempi. La Giunta comunale ha recentemente dato il via libera all’inserimento nel Programma triennale delle opere pubbliche di due importanti progetti ciclabili che interesseranno ampie aree della città, potenziando i collegamenti tra quartieri e migliorando la vivibilità complessiva. Si tratta di due nuovi itinerari strategici, destinati a rafforzare l’infrastruttura ciclabile esistente e a offrire soluzioni concrete a chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, che sia per studio, lavoro o svago. Collegamento tra San Martino Buonalbergo e Via Unità d’Italia Il primo progetto riguarda un asse ciclabile fondamentale che si snoda da Via Marotto, nella zona di San Martino Buonalbergo, fino a intercettare la ciclabile denominata “Aia”. Questo tratto attraverserà l’abitato di San Michele, collegandosi infine al percorso già esistente su Via Unità d’Italia, una delle arterie principali per l’accesso al centro cittadino. L’intervento mira a garantire maggiore sicurezza e continuità agli spostamenti in bici in una zona ad alta densità scolastica e lavorativa. Grazie a questa nuova connessione, studenti e pendolari avranno a disposizione un’infrastruttura moderna e sicura, capace di ridurre il traffico automobilistico e incentivare una mobilità attiva, più salutare e rispettosa dell’ambiente. Da San Michele a Via Mefistofele, passando per le piscine comunali Il secondo intervento, altrettanto significativo, interessa l’area orientale della città. Il nuovo itinerario ciclabile collegherà San Michele con via Mefistofele, snodandosi lungo via Montelungo, dove sorgono le piscine comunali, punto di riferimento sportivo per centinaia di veronesi. Questo tracciato si integrerà in modo armonico con la rete ciclabile preesistente, migliorando il collegamento tra le periferie e i quartieri centrali. L’obiettivo è facilitare l’accesso ai servizi e incentivare l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani, anche in aree meno centrali ma fortemente frequentate. Un investimento sul futuro Entrambi i progetti rappresentano un tassello fondamentale nel disegno di una Verona più ciclabile, a misura di cittadino e attenta alle sfide ambientali del presente. L’Amministrazione comunale conferma così la volontà di investire in infrastrutture che promuovano la mobilità dolce, contribuendo a ridurre l’impatto del traffico urbano e a migliorare la qualità dell’aria. Gli interventi, inseriti nel Programma triennale delle opere pubbliche, saranno oggetto di progettazione esecutiva nei prossimi mesi, con l’obiettivo di avviare i lavori entro il prossimo anno. Verona si prepara dunque a pedalare con Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 8 ore fa
Attraverso i Giganti: Viaggio in Bicicletta nei Pirenei
I Pirenei non sono solo una linea di confine tra Francia e Spagna: sono un confine tra il quotidiano e l’epico. Un viaggio in bicicletta lungo queste montagne è un rito iniziatico per ogni cicloturista: fatica, bellezza, isolamento e gloria si fondono in una delle esperienze più intense che si possano vivere su due ruote. Da Saint-Jean-de-Luz a Foix: 600 km di meraviglia verticale Il percorso che abbiamo seguito attraversa l’intera dorsale pirenaica da ovest a est, partendo dall’Atlantico, sulla costa basca, fino alle colline dell’Ariège, passando per alcuni dei passi più celebri della storia del ciclismo. Un tracciato di circa 600 km, con oltre 13.000 metri di dislivello positivo, che alterna salite leggendarie e villaggi sospesi nel tempo. I colossi del Tour Chi ama il ciclismo sa bene che qui si toccano le vette della leggenda. Col du Tourmalet, Aubisque, Aspin, Peyresourde: nomi che rievocano imprese eroiche, pedalate sotto la neve a luglio, scatti solitari e crisi memorabili. Salirli con le proprie gambe, lentamente, è un atto di rispetto verso il passato del ciclismo. Il Tourmalet, in particolare, non delude mai. Da Luz-Saint-Sauveur, la salita è lunga e costante: 19 km al 7,4%. La strada si stringe man mano che si sale, e il silenzio della montagna prende il sopravvento. In vetta, a 2.115 metri, la statua di Octave Lapize accoglie i ciclisti con il suo ghigno beffardo. Natura aspra e autentica accoglienza Ma i Pirenei non sono solo asfalto e pendenze. Sono foreste fitte, cascate impetuose, marmotte che fischiano e pastori che sorvegliano i greggi. Sono locande dove il tempo sembra essersi fermato, piatti caldi a base di agnello e lenticchie, e bicchieri di vino rosso che si guadagnano col sudore. Ogni valle ha la sua anima, ogni passo racconta una storia. Si dorme in piccoli gîtes d’étape o in campeggi spartani, spesso gestiti da famiglie che accolgono i ciclisti come vecchi amici. Si pedala per ore senza incontrare auto, immersi in una natura che comanda e non fa sconti. Quando partire e cosa sapere Il periodo migliore per affrontare questo viaggio va da fine giugno a inizio settembre, quando i passi sono sgomberi dalla neve e i rifugi sono aperti. È consigliabile avere una buona preparazione fisica, una bici affidabile e abbigliamento per tutte le condizioni: qui il meteo cambia in fretta, anche d’estate. Le tappe possono essere personalizzate, ma una divisione in 8-10 giorni è ideale per godersi i paesaggi senza fretta. Una traccia GPS ben preparata è fondamentale, così come il rispetto per l’ambiente montano. Conclusione: più che un viaggio Attraversare i Pirenei in bicicletta non è solo un itinerario: è un’esperienza trasformativa. È silenzio che si fa spazio dentro, è la forza delle gambe che diventa forza dello spirito. È la consapevolezza che, dopo il Col Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 12 ore fa
Si accelera sulla mobilità sostenibile: in progetto due nuove piste ciclabili tra Piobesi, Candiolo e Castagnole Piemonte
PIOBESI TORINESE.Mobilità sostenibile e infrastrutture ciclabili sono stati al centro dell’incontro svoltosi martedì 15 luglio tra il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e l’Assessore ai Lavori Pubblici di Piobesi Torinese, Antonio Ghione, accompagnato da un tecnico dell’amministrazione comunale. Tema principale della riunione: la progettazione esecutiva della pista ciclabile che collegherà Piobesi a Candiolo lungo la Strada Provinciale 142. Il tracciato, già ipotizzato in precedenti fasi progettuali, è ora al vaglio per la definizione degli ultimi dettagli tecnici, in vista di un futuro cantiere. L’infrastruttura rappresenta un tassello strategico per migliorare la sicurezza dei ciclisti e incentivare l’uso della bici negli spostamenti quotidiani, specialmente in un’area caratterizzata da traffico pendolare e collegamenti intercomunali. Durante l’incontro, l’amministrazione piobesina ha inoltre sollevato un secondo tema cruciale: il completamento della progettazione per un’altra pista ciclabile, questa volta lungo la Strada Provinciale 145, destinata a unire Piobesi e Castagnole Piemonte. Un collegamento che rientra nelle priorità condivise dalle due amministrazioni locali e che andrebbe a consolidare un sistema di mobilità dolce tra i centri del territorio. All’incontro hanno preso parte anche le responsabili della Direzione Viabilità 2 e della Direzione Trasporti e Mobilità Sostenibile della Città Metropolitana di Torino, segno della rilevanza tecnica e istituzionale dell’appuntamento. Le interlocutrici hanno preso atto delle richieste e delle esigenze progettuali presentate, impegnandosi ad approfondire la fattibilità delle soluzioni prospettate. “È fondamentale proseguire su questa strada – ha commentato Jacopo Suppo – per offrire ai cittadini alternative reali all’uso dell’auto. Le piste ciclabili non sono solo opere viarie, ma strumenti di sviluppo locale, tutela ambientale e salute pubblica”. I prossimi mesi saranno decisivi per capire i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento dei due progetti, che si inseriscono in un quadro più ampio di interventi per la ciclabilità metropolitana, coerente con gli obiettivi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Nel frattempo, i Comuni coinvolti confermano la loro volontà di fare rete e di inve Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 11 ore fa
Masuria in Bicicletta – Tra Laghi, Leggende e Libertà
Giżycko – C’è un angolo della Polonia dove l’acqua incontra i boschi, e dove le biciclette sembrano fatte apposta per esplorare il paesaggio: è la Masuria, terra di laghi, castelli e silenzi interrotti solo dal canto degli uccelli acquatici. Questo paradiso naturale, soprannominato la “Terra dei Mille Laghi” (in realtà sono oltre 2.000), è perfetto per un tour cicloturistico rilassato, con percorsi ad anello che si snodano tra paesini come Mikołajki, Ryn e Mrągowo, e digressioni verso castelli gotici, canali navigabili e riserve naturali. Una delle tratte più suggestive è il percorso Giżycko – Ruciane-Nida, circa 120 km immersi nella foresta e costeggiando acque cristalline dove è facile incrociare barche a vela, aironi e persino cervi al tramonto. Il terreno è misto: sterrato compatto, tratti asfaltati e qualche sfida collinare – ma nulla che un cicloturista medio non possa affrontare. L’atmosfera? Quella rarefatta dei luoghi fuori dal tempo. I campeggi sono accoglienti e spesso in riva al lago, ideali per notti stellate e risvegli nella nebbia leggera dell’alba. Per i più avventurosi, c’è anche la possibilità di combinare la bici con il kayak, seguendo itinerari misti ch Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 11 ore fa
Il Green Velo – L’Oriente Inaspettato della Polonia su Due Ruote
Białystok – In pochi conoscono la bellezza discreta dell’est della Polonia, eppure il Green Velo è la prova concreta che il cicloturismo può essere scoperta, avventura e meraviglia. Con i suoi oltre 2.000 km, è il più lungo percorso ciclabile segnalato del Paese, e un invito aperto a chi cerca l’autenticità lontano dalle rotte battute. Il tracciato parte dal confine con la Lituania e serpeggia lungo cinque regioni: Podlaskie, Lubelskie, Podkarpackie, Świętokrzyskie e Warmińsko-Mazurskie. Tra foreste vergini come quella di Białowieża (uno degli ultimi habitat del bisonte europeo) e borghi sospesi nel tempo, ogni tappa regala un’immersione nella natura e nella cultura slava più genuina. Il fondo ciclabile è perlopiù asfaltato, ben segnalato e arricchito da oltre 200 “MOR” (luoghi di sosta per ciclisti) attrezzati con tavoli, rastrelliere e pannelli informativi. Un’attenzione che raramente si trova altrove in Europa. Cosa aspettarsi? Colline dolci, fiumi tranquilli, incontri inattesi con cicogne e piccoli produttori locali. E soprattutto, un silenzio rarefatto che accompagna il viaggiatore per giorni.Il Green Velo non è solo un percorso, è un viaggio nel tempo e nello spazio, dove la bici diventa il miglior mezzo per Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 9 ore fa
Sulla Via Verde de la Sierra – Pedalando tra i Pueblos Blancos dell’Andalusia
Un tempo ferrovia abbandonata, oggi paradiso per i ciclisti. La Via Verde de la Sierra è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti del sud della Spagna, che attraversa la suggestiva provincia di Cádiz fino a raggiungere la provincia di Siviglia. 36 chilometri di pura meraviglia naturalistica, tra tunnel scavati nella roccia, viadotti panoramici e paesaggi che sembrano usciti da un film western. La partenza è fissata a Olvera, uno dei celebri pueblos blancos andalusi, dominato da una fortezza moresca e da stradine acciottolate dove il tempo pare essersi fermato. Da lì, si imbocca la pista ciclabile perfettamente asfaltata, ben segnalata e completamente interdetta al traffico motorizzato. Il percorso è adatto a tutti i livelli: la pendenza è dolce e costante, e le numerose aree di sosta consentono di prendersi il tempo per assaporare il paesaggio. Il punto forte? Il viadotto di Zaframagón, che sovrasta una gola spettacolare e regala la possibilità di osservare una delle più grandi colonie di avvoltoi leonati d’Europa. Il tragitto si conclude a Puerto Serrano, dove è possibile ristorarsi in uno dei ristorantini locali, assaporando tapas e vino andaluso. Per i più avventurosi, esistono itinerari che proseguono verso la Sierra de Grazalema o le colline della campagna sivigliana. Un viaggio che unisce natura, cultura e pedalate in un mix indimenticabile. Consigliatiss Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 10 ore fa
La Costa Brava in Bicicletta – Tra il Mediterraneo e la Storia
Pedalare lungo la Costa Brava è come viaggiare dentro una cartolina: scogliere a picco sul mare, pinete profumate e calette nascoste che si alternano a borghi medievali intatti. Un itinerario da sogno per ogni cicloturista, dove la bellezza del paesaggio si fonde con il piacere della scoperta lenta. L’itinerario che consiglio parte da Sant Feliu de Guíxols, antico porto di pescatori, e segue l’antica linea ferroviaria riconvertita in pista ciclabile, la Via Verde del Carrilet II. Il tracciato si snoda verso l’interno, attraversando campi coltivati e piccole cittadine come Llagostera e Cassà de la Selva, fino a raggiungere Girona, città d’arte dal fascino intramontabile. Ma il vero tesoro della Costa Brava si scopre restando sulla costa. Il tratto ciclabile da Palamós a L’Estartit regala panorami mozzafiato, con strade secondarie, sterrati leggeri e salite che mettono alla prova le gambe, ma ripagano con viste incredibili sul Mediterraneo. Le soste sono obbligate: Calella de Palafrugell, con le sue case bianche sul mare, e Pals, borgo medievale perfettamente conservato, sono vere gemme. La Costa Brava è ben attrezzata per il cicloturismo: strutture bike-friendly, noleggi, officine e perfino hotel con garage custoditi. La segnaletica è ottima, e l’atmosfera gene Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 11 ore fa
Finlandia, la Terra dei Mille Laghi in Bicicletta
Pedalare in Finlandia è come entrare in un dipinto nordico: foreste infinite, laghi che specchiano il cielo e strade che sembrano sussurrare: “Vai piano, guarda intorno, respira.” Il mio itinerario ha seguito la regione del Lakeland, da Lahti fino a Kuopio, passando per sentieri sterrati, villaggi remoti e saune galleggianti. La bellezza qui è discreta ma continua. Ogni giorno era una scoperta: un lago nascosto dietro una curva, un cervo che attraversava la strada, una colazione a base di pane nero e formaggio locale condivisa con un ciclista finlandese incontrato per caso. Ho pedalato attraverso il Parco Nazionale di Linnansaari, dove i traghetti portano le biciclette tra le isole. Qui la natura è sovrana, ma incredibilmente accessibile: campeggiatori, escursionisti, pescatori… e io, con la mia bicicletta e la tenda leggera. La sera, dopo decine di chilometri, mi tuffavo nel lago e poi entravo nella sauna. Un rito quotidiano che rigenerava corpo e spirito. Nonostante il sole di mezzanotte confondesse il senso del tempo, ogni giorno aveva il suo ritmo lento e pieno. Pedalare in Finlandia è come riscoprire il silenzio. Non quello vuoto, ma quello pieno di significato, di vento tra le betulle e uccelli lontani. Quando sono arrivato a Kuopio, dopo 800 km di viaggio, ho capito che non stavo cercando una meta. Stavo cercando un modo di vivere. E in Finlandia, l’ho trovato: Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 11 ore fa
Siberia in Bicicletta — Oltre il Freddo, dentro la Libertà
Ci sono viaggi che si scelgono. E altri che ti chiamano. La Siberia, con la sua vastità spietata e affascinante, appartiene alla seconda categoria. È stato un viaggio che non ho deciso a cuor leggero: un itinerario di oltre 1.200 chilometri da Novosibirsk a Irkutsk, tagliando la steppa e costeggiando il maestoso fiume Ob. In sella a una bici caricata come un mulo e spinta da una volontà testarda, ho affrontato temperature sotto lo zero, piogge improvvise, e giornate in cui l’unico suono era quello dei miei pneumatici sulla ghiaia gelata. Lungo la strada, villaggi di legno con anziani che mi offrivano tè bollente e storie di altri inverni. I volti erano duri, scolpiti dal vento e dal tempo, ma ospitali. Una donna a Krasnoyarsk, vedendomi armeggiare con una camera d’aria congelata, mi ha invitato a casa sua: banya, zuppa calda, e il silenzio condiviso davanti a una stufa a legna. La Siberia è così: essenziale e sincera. La tappa più toccante? Senza dubbio, il Lago Bajkal. Raggiungerlo è stato come varcare una soglia. L’acqua blu profonda, il ghiaccio che scricchiolava sotto i miei piedi e il silenzio totale mi hanno fatto sentire piccolo, ma straordinariamente vivo. Pedalare in Siberia non è solo un viaggio geografico. È un attraversamento interiore. Dove il freddo ti prova, il silenzio ti interroga, e la Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 12 ore fa
Pedalare dove il tempo si è fermato: il fascino dimenticato della Val di Noto su due ruote
In un angolo di Sicilia che sembra dipinto da Caravaggio e scritto da Camilleri, la bicicletta diventa lente d’ingrandimento e macchina del tempo. La Val di Noto, patrimonio dell’UNESCO, non è solo una culla del barocco, ma anche una nuova meta d’oro per il cicloturismo lento e consapevole. Strade antiche, esperienze nuove Percorrere la Val di Noto in bici significa attraversare un paesaggio stratificato di pietra, fichi d’India e chiese che sembrano crescere dalla roccia. Le strade secondarie, spesso deserte, offrono un’alternativa ideale alla congestione turistica delle città d’arte, permettendo una connessione autentica con il territorio. Tra Noto, Modica, Scicli e Ragusa Ibla si snoda un percorso adatto sia agli amatori con e-bike che ai più esperti in cerca di salite panoramiche e discese emozionanti. La distanza tra i borghi raramente supera i 25 km, e ogni tappa regala un mix perfetto di architettura, gastronomia e accoglienza. Il valore della lentezza Qui il tempo si misura in pedalate. Si arriva a Modica a mezzogiorno, si pranza con cioccolato artigianale e caponata, si riparte senza fretta. Si sosta a Scicli al tramonto, tra palazzi silenziosi e piazze che odorano di gelsomino. Questo è il cicloturismo che cresce: lento, rispettoso, immersivo. Non solo un’alternativa ecologica, ma una filosofia di viaggio. In una terra spesso raccontata solo per le sue spiagge o per la fiction, il viaggiatore in bici scopre un’anima profonda, intima, vera. Infrastrutture e futuro Negli ultimi anni, la Sicilia sud-orientale ha cominciato a investire nel turismo sostenibile. Le ex ferrovie dismesse si stanno trasformando in greenway ciclabili, gli agriturismi offrono colonnine per la ricarica e-bike, e le guide locali iniziano a proporre tour personalizzati su due ruote. Certo, la strada è ancora lunga. Mancano segnaletiche chiare, i trasporti pubblici non sempre sono bike-friendly, e la manutenzione non è ovunque costante. Ma è proprio in questi territori di frontiera che il cicloturismo può fare la differenza, portando economia e visibilità in modo sostenibile. Il consiglio del viaggiatore Evita l’estate piena: maggio e ottobre sono i mesi migliori per pedalare tra gli aranceti in fiore o sotto il cielo dorato dell’autunno. Porta con te una buona scorta d’acqua, una traccia GPS offline e, soprattutto, temp Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Pedalando tra le vette: un viaggio in bicicletta sulle Dolomiti
DOLOMITI – Le ruote scorrono leggere sull’asfalto, il silenzio è rotto solo dal respiro costante e dai suoni della montagna. Pedalare tra le Dolomiti non è soltanto sport: è un’esperienza sensoriale completa, un’immersione nella natura più pura, tra pascoli, tornanti epici e paesaggi che sembrano usciti da una cartolina. Il percorso che proponiamo parte da Cortina d’Ampezzo, regina delle Dolomiti, e attraversa alcuni dei passi più iconici dell’arco alpino. Un anello impegnativo ma appagante, lungo circa 75 chilometri, con un dislivello positivo di oltre 2.000 metri, che tocca tre dei valichi più noti: Passo Falzarego, Passo Valparola e Passo Campolongo. La partenza: Cortina e il Falzarego La giornata inizia presto, con le prime luci del sole che accendono di rosa le vette delle Tofane. Uscendo da Cortina, si comincia a salire verso il Passo Falzarego (2.105 m). I tornanti sono regolari, mai troppo duri, e permettono di trovare un buon ritmo. Il panorama si apre via via, regalando scorci spettacolari sui boschi e le cime che dominano la valle. Valparola: la terrazza sulle Dolomiti Dal Falzarego si prosegue verso il vicino Passo Valparola (2.168 m), uno dei punti più panoramici del percorso. Qui lo sguardo spazia sulle cime del Gruppo del Sella, del Lagazuoi e oltre. Un luogo perfetto per una breve sosta, magari con una foto davanti al rifugio e al piccolo lago alpino. Discesa in Val Badia e risalita al Campolongo La lunga discesa verso La Villa, nel cuore della Val Badia, è pura adrenalina: curve ampie, asfalto impeccabile e profumo di pini. Ma non bisogna rilassarsi troppo, perché dopo pochi chilometri inizia la risalita verso il Passo Campolongo (1.875 m), un classico del Sellaronda e del Giro d’Italia. Questa salita, seppur meno impegnativa delle precedenti, richiede energie residue e concentrazione. La ricompensa? Una vista mozzafiato e una meritata discesa finale verso Arabba, da dove si può rientrare verso Cortina (eventualmente con un transfer, per chi preferisce evitare l’ultima salita del Falzarego in senso inverso). Un viaggio tra fatica e bellezza Questo itinerario non è per tutti: servono allenamento, abbigliamento tecnico e una buona dose di determinazione. Ma la bellezza dei luoghi, la qualità delle strade e l’atmosfera unica delle Dolomiti ripagano ogni goccia di sudore. Pedalare qui significa vivere la montagna in modo autentico, respirare a pieni polmoni e riscoprire un contatto profondo con se stessi. E alla fine della giornata, magari davanti a un piatto di canederli fumanti o un bicchiere di Lagrein, si capisce davvero cosa rende le Dolomiti uno d Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Cavenago di Brianza e Ornago: Collegate da Una Nuova Pista
Le scorse settimane ha segnato un importante passo avanti per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale nei comuni di Cavenago di Brianza e Ornago. È stata ufficialmente inaugurata una nuova pista ciclopedonale lungo la strada provinciale 176, un progetto nato dalla collaborazione tra i sindaci Giacomo Biffi e Daniel Siccardi. La nuova infrastruttura collega direttamente i due comuni, offrendo un percorso sicuro e illuminato per ciclisti e pedoni. Gli ultimi interventi, tra cui l’installazione dell’illuminazione pubblica, dei parapetti e della segnaletica orizzontale, hanno completato il progetto, rendendo la pista pronta per essere utilizzata. Oltre a migliorare la sicurezza, la pista ciclopedonale rappresenta un incentivo per il trasporto alternativo e per uno stile di vita più sostenibile. Permetterà ai cittadini di spostarsi tra Cavenago e Ornago senza utilizzare l’automobile, riducendo l’impatto ambientale e favorendo il benessere fisico. Questo tracciato è anche un’opportunità per promuovere l’interazione tra le comunità locali e valorizzare il territorio circostante. La pista, immersa in un contesto verde, consente di apprezzare il paesaggio brianzolo in tutta la sua bellezza. L’inaugurazione è solo un esempio di come i comuni possono lavorare insieme per migliorare la qualità della vita de Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Binari senza treni: il nuovo volto del cicloturismo italiano
Una rete nascosta di emozioni: viaggiare in bici lungo le vecchie ferrovie dismesse C’è un’Italia che non si vede dai finestrini dell’alta velocità. Un’Italia che non corre, ma accompagna. Un’Italia fatta di binari arrugginiti, stazioni dimenticate, ponti di ferro sospesi su vallate e gallerie scavate nella roccia. Sono le ferrovie dismesse, tracciati nati per collegare comunità oggi dimenticate, e che stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo. Negli ultimi anni, molte di queste linee sono state recuperate e trasformate in greenway ciclabili, percorsi sicuri e immersi nella natura che attirano ogni anno migliaia di ciclisti, italiani e stranieri. Dalla Liguria alla Sicilia, passando per l’Appennino, queste strade silenziose raccontano un’Italia minore ma autentica. L’esempio virtuoso della Ciclovia della Val di Merse Prendiamo la Ciclovia della Val di Merse, in Toscana. Realizzata sul tracciato della vecchia ferrovia Asciano-Monte Antico, dismessa negli anni ’90, oggi offre un percorso ciclabile di 30 chilometri tra boschi di leccio, borghi medievali e abbazie millenarie. Nessun traffico, solo il rumore delle ruote sul pietrisco e il fruscio delle foglie. “La vera bellezza di questi percorsi è che non sono solo ciclabili: sono racconti”, spiega Luca Bianchi, presidente dell’associazione locale “Binari Verdi”, che ha contribuito alla rinascita del tracciato. “Ogni stazione abbandonata è una pagina di storia da sfogliare”. Turismo lento, impatto leggero Questi itinerari rappresentano un’occasione d’oro anche per il turismo rurale. Agriturismi, piccoli ristoranti e B&B lungo i vecchi binari registrano un aumento del flusso turistico, soprattutto nella stagione estiva. In tempi in cui la sostenibilità è una priorità, il binomio bici + recupero delle infrastrutture esistenti è vincente. Secondo Legambiente, in Italia ci sono oltre 7.000 km di ferrovie dismesse, di cui solo una parte è già stata trasformata in ciclovie. Il potenziale è enorme, soprattutto in regioni come la Calabria, la Sardegna o l’Umbria, dove le vecchie linee tagliano paesaggi mozzafiato. Tra passato e futuro La riconversione delle ferrovie dismesse non è solo una questione di mobilità o turismo: è una scelta culturale. Significa valorizzare il territorio senza snaturarlo, promuovendo un modo di viaggiare lento, consapevole e rispettoso. Chi pedala su questi tracciati non cerca solo la performance sportiva, ma la connessione con il paesaggio e con la memoria di quei luoghi. In sella verso il domani Il cicloturismo lungo le ferrovie dismesse è una metafora perfetta dell’Italia che cambia: un Paese che riscopre il valore del passato per immaginare un futuro diverso. Dove non serve correre per arrivare lontano. Basta pedalare, magari su una vecchia linea dove non Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
La Via Rhôna in Savoia – Pedalando lungo il fiume tra natura e storia
La Savoia è una terra di montagne ma anche di acqua, e uno dei modi più suggestivi per esplorarla è seguire il corso del Rodano lungo la Via Rhôna, una ciclovia che collega il Lago di Ginevra al Mediterraneo. In questo articolo ti porto alla scoperta del tratto savoiardo, perfetto per cicloturisti di tutti i livelli. Itinerario consigliato: Seyssel – Chanaz – Le Bourget-du-Lac 📏 Distanza: circa 65 km ⛰️ Dislivello: minimo – percorso principalmente pianeggiante 🚴 Difficoltà: facile Il viaggio comincia a Seyssel, una graziosa cittadina fluviale al confine tra Alta e Bassa Savoia. Il percorso segue l’argine del Rodano, su piste ciclabili ben segnalate e asfaltate. Lungo la strada si attraversano paesaggi di campagna, vigneti e piccoli borghi. Una tappa imperdibile è Chanaz, soprannominata la “Piccola Venezia della Savoia”. Qui potrai fare una sosta sul canale di Savières, assaggiare specialità locali (come i formaggi o l’olio di noci) e visitare il mulino ancora in funzione. Il tratto finale conduce fino a Le Bourget-du-Lac, sulle sponde del lago più grande della Francia. Un tuffo rinfrescante o una passeggiata sul lungolago sono il modo perfetto per concludere la giornata. Consigli utili: Noleggio bici disponibile a Seyssel e Aix-les-Bains. Percorso adatto anche alle famiglie. Ideale in Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Il Col du Galibier in bici – Sfida alpina nel cuore della Savoia
Per i cicloturisti esperti in cerca di una sfida alpina epica, il Col du Galibier è una delle salite più iconiche d’Europa. Situato tra la Savoia e le Hautes-Alpes, questo passo leggendario è spesso protagonista del Tour de France. Ma è anche un sogno per ogni appassionato di bici da strada. Itinerario consigliato: Valloire – Col du Galibier – Retour 📏 Distanza A/R: circa 35 km ⛰️ Dislivello: 1.200 m circa 🚴 Difficoltà: alta La salita inizia da Valloire, un tipico villaggio alpino a 1.400 metri di altitudine. I primi chilometri sono regolari, ma via via che si sale, il paesaggio si fa sempre più maestoso e selvaggio. L’ultima parte della salita, dal Col du Télégraphe al Col du Galibier, è la più impegnativa, con pendenze che sfiorano il 10%. Raggiunta la vetta a 2.642 metri, la vista è mozzafiato: le Alpi francesi si aprono a perdita d’occhio, con il Massiccio della Meije e il Monte Bianco in lontananza. Dopo le foto di rito, si può godere di una lunga discesa, con il vento tra i capelli e il cuore pieno di soddisfazione. Consigli utili: Meglio affrontare la salita tra giugno e settembre, quando il passo è aperto. Portare abbigliamento tecnico e antivento (anche d’estate può fare freddo in quot Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
La magia della Loira in bicicletta – Un viaggio tra castelli e vigneti
Pedalare lungo la Valle della Loira è come attraversare le pagine di un libro di fiabe. Questo celebre itinerario cicloturistico, conosciuto come “La Loire à Vélo”, si snoda per oltre 900 km da Cuffy, vicino Nevers, fino all’Oceano Atlantico a Saint-Nazaire. Un percorso adatto a tutti, dai ciclisti esperti alle famiglie, che regala paesaggi incantevoli, città storiche e una gastronomia da sogno. Ho iniziato il mio viaggio a Orléans, antica città legata a Giovanna d’Arco. Da lì, seguendo il fiume, mi sono immerso in un paesaggio dominato da castelli rinascimentali e campi coltivati. Ogni tappa è una scoperta: Blois, con il suo castello arroccato e le sue vie medievali; Amboise, dove Leonardo da Vinci visse gli ultimi anni della sua vita; e Tours, città giovane e vivace perfetta per una pausa gourmet. Il tratto fino a Saumur, nel cuore dell’Anjou, è tra i più suggestivi: vigneti a perdita d’occhio, grotte di tufo, e cantine dove degustare i bianchi fruttati della regione. Pedalare qui è un piacere puro: piste ciclabili ben segnalate, poche salite e una natura che cambia colore a ogni stagione. Consiglio: dedicate almeno una settimana al percorso, dormendo in piccoli chambre d’hôtes o campeggi lungo la Loira. E non dimenticate una visita al castello di Chenonceau, uno dei più romantici di Francia. La Loire à Vélo è più di un itinerario: è un’esperienza culturale, sensoriale, profondamente rilassante. Un perfetto mix Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
La Via Verde del Canal du Midi – Pedalando tra acqua e storia
Nel sud della Francia, là dove il sole accarezza le vigne della Linguadoca e i platani fanno ombra alle strade bianche, scorre lento il Canal du Midi, un capolavoro di ingegneria del XVII secolo oggi patrimonio UNESCO. Accanto al canale si snoda una delle ciclovie più affascinanti d’Europa, perfetta per un viaggio slow tra natura, storia e sapori mediterranei. Ho intrapreso il percorso da Toulouse, la “ville rose”, affascinante e vivace. Da lì, inizia una pedalata rilassante lungo sentieri ombreggiati che costeggiano il canale. Il tratto è prevalentemente pianeggiante, con lunghi tratti sterrati adatti a gravel o city bike. Lungo il cammino, piccoli porti fluviali e chiuse storiche raccontano secoli di traffici e commerci. Castelnaudary è una tappa obbligata, patria del cassoulet, piatto tipico locale. Poi si prosegue verso Carcassonne, gioiello medievale perfettamente conservato: arrivarci in bici, tra filari e canali, ha un sapore d’altri tempi. Il percorso termina (o inizia) a Sète, affacciata sul Mediterraneo. Dopo giorni tra alberi e acqua dolce, l’odore del mare e il riflesso del sole sulle onde regalano un finale perfetto. Questa “voie verte” è ideale per chi cerca tranquillità, paesaggi pittoreschi e autenticità. Nessuna fretta: solo la gioia di pedalare acco Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
5 errori da evitare quando organizzi il tuo primo viaggio in bici
Il cicloturismo è una delle forme di viaggio più libere e rigeneranti. Ma partire impreparati può trasformare un sogno in una (faticosa) disavventura. Ecco i 5 errori più comuni che fanno i principianti — e come evitarli. 1. Sovraccaricare le borse Molti temono di dimenticare qualcosa, e finiscono per portare troppo. Ogni chilo in più si fa sentire sulle salite. La regola d’oro? Essenziale, multifunzione, leggero. 2. Sottovalutare il percorso Non tutti i tratti ciclabili sono uguali. Informati bene su dislivello, fondo stradale e punti di rifornimento. App come Komoot o BikeMap possono aiutarti a pianificare. 3. Non testare prima la bici Una sella scomoda o un cambio mal regolato possono rovinarti il viaggio. Fai almeno un paio di uscite con la bici carica prima di partire. 4. Dimenticare l’alimentazione Non basta una banana al giorno. Portati barrette, frutta secca e acqua in abbondanza. Il tuo corpo brucerà calorie senza sosta. 5. Pensare che serva essere “atleti” Il cicloturismo non è una gara. È resistenza mentale più che fisica, è ritmo personale. Anche pedalando 40 Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Dolomiti in bici: il giro dei quattro passi, dove la fatica incontra la leggenda.
Ci sono luoghi in cui la strada sembra scolpita per le due ruote. Nelle Dolomiti, questo miracolo prende forma nel Giro dei Quattro Passi: un anello spettacolare che unisce Passo Campolongo, Passo Pordoi, Passo Sella e Passo Gardena. Quattro nomi che, per ogni ciclista, suonano come poesia. Siamo nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio UNESCO, tra rocce rosa, vallate verdi e silenzi che parlano forte. Il giro parte solitamente da Corvara, in Alta Badia, ed è lungo circa 55 km, con oltre 1.600 metri di dislivello. Non una passeggiata, ma nemmeno un’impresa proibitiva, se affrontata con il giusto spirito. “Ogni passo ha la sua anima”, racconta Luca, cicloturista torinese che percorre l’anello ogni estate. “Il Campolongo è il più gentile, il Pordoi il più lungo, il Sella il più scenografico, il Gardena il più armonioso. Ti senti piccolo, ma incredibilmente vivo.” Il bello è che, lungo la strada, ci si sente parte di una comunità: gruppi di ciclisti di ogni età, bike hotel attrezzati, malghe con strudel e speck. Qui tutto è pensato per chi viaggia a pedali. Quando partire? I mesi migliori sono da giugno a settembre. In estate si può incrociare il “Sellaronda Bike Day”, quando i passi vengono chiusi al traffico e lasciati solo a bici e silenzio. Serve allenamento? Sì, ma più mentale che muscolare. Serve voglia di rallentare in salita, di guardarsi intorno, di godersi anche il fiatone. Perché in fondo, tra quei tornanti, non conta quanto veloce arrivi in cima. Conta cosa senti mentre pedali. E Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa
Sulle Strade del Gusto e della Storia: in Bici da Parma a Modena
Emilia-Romagna — C’è un filo sottile, fatto di curve dolci e profumi intensi, che unisce le città dell’Emilia. Un percorso ideale per chi ama pedalare senza fretta, tra campi di grano, acetaie centenarie e borghi carichi di storia. Da Parma a Modena, passando per Reggio Emilia, questo itinerario cicloturistico di circa 90 chilometri offre un’immersione autentica nel cuore della Food Valley italiana. Pedalando tra sapori e paesaggi Il punto di partenza è Parma, città elegante e golosa, patria del prosciutto crudo e del Parmigiano Reggiano. Prima di salire in sella, vale la pena fare una passeggiata nel centro storico e magari una colazione in Piazza Garibaldi, con vista sul Duomo romanico. Il percorso si sviluppa su strade secondarie a basso traffico e tratti di ciclabile lungo l’antica Via Emilia, seguendo un tracciato prevalentemente pianeggiante, adatto anche a cicloturisti meno esperti. Uscendo da Parma, si pedala tra campi coltivati, cascine e canali irrigui. La prima tappa consigliata è Sant’Ilario d’Enza, piccolo centro noto per la sua posizione strategica: da qui si accede facilmente alla campagna reggiana, dove è possibile visitare caseifici che producono Parmigiano Reggiano secondo tradizione. Reggio Emilia: la città del Tricolore A metà strada si incontra Reggio Emilia, città dal cuore vivace e culturale. Qui, la bicicletta è di casa: il centro è facilmente visitabile su due ruote, tra piazze animate e palazzi storici. Il Palazzo del Tricolore, dove nacque la bandiera italiana nel 1797, è una sosta obbligata. Una pausa pranzo? Impossibile resistere a un piatto di erbazzone o tortelli di zucca in una delle osterie del centro. E per i più appassionati, una deviazione verso le colline di Scandiano può regalare panorami suggestivi e ottimi vini. Arrivo a Modena: motori, arte e aceto balsamico L’ultimo tratto del percorso porta a Modena, città che unisce eleganza, motori e gusto. L’ingresso in città regala la vista sulla Ghirlandina, la torre campanaria che svetta accanto al Duomo, patrimonio UNESCO. Ma Modena è anche patria dell’aceto balsamico tradizionale: numerose acetaie aprono le porte ai cicloturisti curiosi, per degustazioni guidate e visite tra botti antiche e profumi intensi. Per chiudere il viaggio in bellezza, una cena in una trattoria storica a base di tigelle, gnocco fritto e Lambrusco è quasi un dovere. Consigli pratici Distanza: circa 90 km, pianeggianti, percorribili in 1-2 giorni Tipo di bici: adatta bici da trekking, gravel o e-bike Segnaletica: seguire la Via Emilia, ma attenzione a tratti urbani Quando partire: primavera e inizio autunno sono ideali per clima e colori Punti d’interesse: caseifici, acetaie, borghi e centri storici Un viaggio lento nel cuore dell’Emilia Questo itinerario è più di una semplice pedalata: è un viaggio nelle radici profonde di una terra generosa, dove ogni chilometro racconta una storia, ogni sosta diventa scoperta. In Emilia-Romagna, anche la bici Continua a leggere
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