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Cicloturismo

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Affrontare le salite: il lato eroico del ciclismo

13/03/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica

Affrontare le salite è sempre stato associato al lato eroico del ciclismo…racconti di sudore e fatica in piedi sui pedali, in solitaria perché l’unica persona su cui contare in quei momenti siamo noi stessi.

La parte più bella e più straziante delle uscite in bicicletta: arrivare in cima con le proprie forze è una soddisfazione unica!
Partendo dal presupposto che siate in possesso di tre elementi fondamentali per stare in sella durante una salita, ovvero una solida base di allenamento, preparazione e salute fisica, ecco degli accorgimenti per migliorare e mettere alla prova voi stessi.

1.Scegliere subito il giusto rapporto
Qualche centinaio di metri prima della salita cambiate rapporto e scegliete subito quello adeguato ad affrontarla per iniziare la rampa con il giusto ritmo fin dal principio.

2.Mantenere il ritmo
Trovate il vostro passo e cercate di mantenere costante la frequenza di pedalata per tutta la salita.

3.Evitare i fuorisella
Alzarsi sui pedali comporta un maggior dispendio di energie perché il vostro peso ricade tutto sulle gambe. Per le braccia diventa difficile mantenere saldo il manubrio e le ginocchia sono costrette ad un lavoro extra. Meglio stare seduti e mantenere il proprio ritmo.

4.Riposare in alcuni tratti
In ogni salita si alternano tratti ripidi e tratti più pianeggianti. In questi ultimi cercate di recuperare energia e sciogliere i muscoli.
E’ l’occasione adatta anche per recuperare la borraccia e bere a piccoli sorsi: mantenersi idratati permette di migliorare la propria performance.

5.Non pensare alla salita
Evitate di focalizzare l’attenzione sullo sforzo fisico che state facendo, ai metri che vi mancano per arrivare in cima o alla forte pendenza. Distraete il vostro cervello pensando a qualcosa di bello e quello non avrà modo di concentrarsi sulla fatica.

6.Pedalare leggeri
Anche se è inverno, prima di affrontare la salita toglietevi di dosso i vestiti ingombranti come le giacche antivento e slacciate la maglietta. In questo modo il vostro corpo potrà sfogare l’eccesso di calore che viene inevitabilmente prodotto dallo sforzo fisico. Prima della discesa ricordate di indossarli nuovamente.

7.Alimentarsi in anticipo
Mangiare una banana o una barretta energetica qualche centinaio di metri prima della salita evita che l’organismo vada ad intaccare le riserve di grasso o peggio i muscoli per far fronte allo sforzo.
Ripetete lo spuntino anche a metà salita ed accompagnatelo sempre da un bel sorso d’acqua.

Ciclismo e caffeina: per ricaricarsi basta un’espresso

10/03/2017 in Alimentazione, Tecnica

Diffuso in Africa e Medio Oriente fin dall’antichità, conquistò l’Europa a partire dal 1600 ed oggi, consumato in una tazzina, rappresenta lo stile di vita italiano nel mondo…stiamo parlando del caffè.
Bevanda amatissima dai ciclisti e dagli sportivi in genere, ma il caffè fa bene o fa male all’attività sui pedali?

Cerchiamo di capire meglio. Per rispondere alla domanda dobbiamo guardare alla più importante componente nutrizionale del caffè: la caffeina. E’ certo che essa favorisce la digestione ed ha un effetto energizzante sul sistema cardiocircolatorio.
Tuttavia, se assunta in eccesso può portare l’organismo a sviluppare ipertensione ed insonnia e persino a ridurre l’assunzione delle sostanze nutritive.
Oltre al caffé, la caffeina si trova in numerose altre bevande (tra cui molte bevande energetiche utilizzate dagli sportivi) che se consumante troppo spesso incidono non poco sull’aumento dei livelli di tale sostanza nel corpo.

Spesso i ciclisti si ricaricano con una tazzina di caffè durante le soste di un giro di allenamento o alla fine di una gara, in più oggi vengono consumate sempre più di frequente anche molte barrette e bevande energetiche a base di caffeina.
Alcuni ricercatori australiani hanno effettivamente provato che la caffeina agisce positivamente sulla prestazione sportiva e che aiuta l’organismo anche nel recupero delle energie, ma ciò non significa che si possa esagerare.

Tra le caratteristiche della caffeina c’è infatti l’alto grado di assuefazione che porta il corpo a richiedere quantità sempre più elevate della sostanza ottenendo però effetti sempre più blandi. Aumentare il consumo di caffeina è rischioso soprattutto se si soffre di patologie come diabete e ipertensione o di disturbi del sonno.

Insomma se ci si vuole dare la carica, il classico espresso è la soluzione migliore. Meglio evitare barrette e bevande energetiche che invece sono ricche di zuccheri e quindi comportano effetti collaterali non indifferenti (carie, problemi all’apparato digestivo).

La Via Appia Antica: da Roma a Frattocchie

06/03/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Costruita tra il IV ed il III secolo AC, la Via Appia era una delle più importanti strade degli antichi romani. Collegava Roma al porto di Brindisi. Ancora oggi si tratta di un’arteria molto trafficata che però nel suo tratto iniziale non segue più il tracciato originale.
Questo tratto, che va dal centro di Roma alla località di Frattocchie, è quasi sempre chiuso al traffico di Domenica ed è perfetto per essere percorso in bicicletta.
Si pedala, infatti, immersi in un paesaggio bellissimo fra antichi monumenti romani e fresche pinete.

Iniziando a pedalare dalla Porta di San Sebastiano si devono affrontare i tipici sampietrini tanto amati dai turisti di Roma. Circa 2 km più avanti, dopo il fiume Almone, si arriva nei pressi del Parco dell’Appia Antica. Luogo ideale per una breve sosta e per recuperare mappe e depliant informativi.
Proseguendo, l’Appia, incrocia due strade: la Via Ardeatina ed una stradina in salita che porta alle Catacombe di San Callisto. La scelta migliore è spostarsi su quest’ultima che finalmente è asfaltata. Se volete invece visitare la zona della Caffarella, una bellissima area verde proprio al centro di Roma, potete proseguire sull’Appia Antica per poi prendere subito a sinistra su Via della Caffarella.

La salita è piuttosto breve e ombreggiata da due filari di alti pini che terminano all’ingresso delle catacombe. Per quanto riguarda la discesa, meglio scendere dalla bici perché si trovano di nuovo i sampietrini e la pendenza è piuttosto pericolosa.
Si arriva scende quindi fino alle Catacombe di San Sebastiano. Poco più avanti si trova un’altra breve salita dalla cui cima si può ammirare la Villa ed il Circo di Massenzio ed anche la tomba monumentale di Cecilia Metella.

Dopo 5,5 km dalla partenza la Via Appia si mostra finalmente nella sua veste più antica. Si può ammirare l’impianto originale della via, ancora su sampietrini, e numerosi monumenti funerari romani circondati da pini e cipressi.
Si consiglia di pedalare a lato della strada sui single track che si sono venuti a creare proprio per il frequente passaggio delle bici. Si tratta di sentieri di facile percorrenza dove il terreno è per lo più regolare.

Superati due incroci dove è necessario fare attenzione, la Via Appia comincia a farsi meno interessante dal punto di vista archeologico e si può pensare di tornare indietro. Tuttavia per raggiungere la località di Frattocchie basta continuare a seguire la strada, che nonostante in alcuni punti si riduca a semplice sentiero è comunque ben distinguibile.

SCARICA L’ITINERARIO: Via Appia Antica

 

Pista Ciclabile della Valle di Sole

03/03/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Situata nella zona nord-occidentale della provincia di Trento, la Valle di Sole è una magnifica area verde che si basa prettamente sul turismo. Sia in inverno che in estate ci sono moltissime attività da fare all’aperto: sci, snowboard, escursioni, trekking e percorsi enogastronomici.
La valle è attraversata dal fiume Noce e circondata da alte montagne tra cui le Dolomiti del Brenta, a sud, e il massiccio Ortles-Cevedale, a nord nel Parco dello Stelvio.

I cicloturisti possono esplorare la zona lungo la Pista Ciclabile della Valle di Sole. Questa ciclovia è lunga circa 34 km e dal fondovalle conduce fino a quota 1.160 m con un dislivello di 560 m circa. Percorrendo la ciclabile in questa direzione prevalgono dunque le salite che tuttavia raramente superano una pendenza media del 3%.

  

Se viaggiate con tutta la famiglia bambini compresi vi consigliamo di percorrerla in senso inverso o di affidarvi per qualche tratto alla ferrovia Dolomiti Express su cui è consentito salire con la bici.
Nella zona si trovano inoltre diversi percorsi per la mountain bike che potete raggiungere grazie alla pista ciclabile.

La Pista Ciclabile della Valle di Sole inizia nella località di Mostizzolo, nel comune di Cis. La prima parte del percorso si snoda attraverso un bosco di abeti che piano piano si dirada lasciando il posto alle coltivazioni tipiche del fondovalle. Si pedala sempre vicino al corso del fiume Noce, dominato in questo tratto dal Castel Caldes e dalla Rocca di Samoclevo.
Circa 10 km dopo la partenza si arriva a Malè, centro abitato di riferimento nella valle. Quindi si prosegue verso Dimaro e Pellizzano dove è possibile fare una sosta presso un attrezzato bicigrill. Poco più avanti il percorso devia verso nord entrando nella Valle di Peio e la pendenza aumenta leggermente, attestandosi al 5% durante gli ultimi km fino a Cogolo di Peio.

SCARICA L’ITINERARIO: Pista Ciclabile dalla Valle di Sole

Svizzera lungo il Percorso del Giura

03/03/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

I Monti del Giura sono una lunga catena montuosa che segna il confine tra Germania, Francia e Svizzera.
Uno dei percorsi ciclabili nazionali svizzeri, il n° 7, permette di pedalare lungo queste montagne da Basilea a Nyon, sulle rive del lago Lemano.
L’itinerario è lungo quasi 300 km di cui solo 14 su sterrato perché sfrutta in gran parte piste ciclabili e greenway. Si tratta di un percorso adatto a cicloturisti allenati che presenta continui saliscendi di pendenza media tra il 14 ed il 15%.

Per raggiungere Basilea, punto di partenza del Percorso del Giura, si può utilizzare il treno da Berna o da Zurigo. Si tratta di una delle più grandi città svizzere, molto importante anche a livello culturale perché sede di università e del Museo dell’Arte.

Lasciata la città, dopo un primo tratto collinare, il percorso inizia a salire in maniera più decisa fino a raggiungere il paesino di Saint-Brais. Ci troviamo quindi all’interno del Parco Naturale Regionale del Doubs, uno splendido paesaggio fatto di cascatelle, pascoli e boschi di abete.
Nella zona del parco si trova anche La Chaux-de-Fonds, città famosa come capitale dell’orologeria svizzera. Qui si trovano le fabbriche di noti marchi quali Cartier e Gallet.

 

Superati i confini del parco, si continua a pedalare alternando salite e discese per diversi km. Presso Vallorbe si entra quindi nel Parco del Giura Vodese, una grande area verde in cui si trovano oltre 50 riserve naturali. Il territorio del parco sarà lo sfondo di quasi tutto il percorso restante.

Dopo aver superato il centro abitato di Le Brassus, finalmente il Percorso del Giura presenta una lunga discesa che da quota 1.354 m ci porta a quota 406 m. L’itinerario termina a Nyon, cittadina famosa per essere sede della UEFA e per il Lago Lemano, il più grande del paese. In città si trovano anche i resti di un antico insediamento romano, conosciuto come Noviodunum, di cui si possono visitare il foro, la basilica e l’anfiteatro.

SCARICA L’ITINERARIO: Percorso del Giura

Alla scoperta del Lago di Tenno in mountain bike

03/03/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Il Lago di Tenno è un piccolo specchio d’acqua turchese incastonato nel verde dei boschi trentini. Una gioia per gli occhi, un vero e proprio paradiso naturale formatosi nell’alto medioevo in seguito ad una frana.
I colori pastello del lago e della vegetazione che lo circonda gli regalano un’atmosfera particolarmente incantata, come se fosse appena uscito da un libro di fiabe.
Il sentiero che gira intorno al lago è percorribile solo a piedi, ma nei dintorni sono possibili diversi itinerari per chi viaggia in bicicletta.

Quello proposto parte da Riva del Garda, circa 10 km a sud del lago, e permette di visitare alcune delle più belle attrattive locali.
Appena partiti bisogna subito spingere sui pedali per affrontare una salita piuttosto impegnativa che termina a Varone. La fatica è ripagata dalla vista meravigliosa che si gode dalla cima: ulivi secolari, piante aromatiche e muretti a secco, un’incredibile panorama mediterraneo!

Si continua quindi a pedalare in salita sempre su stradine asfaltate e sterrati poco trafficati fino al centro di Tenno.
Tocca salire ancora un po’, ma appena scollinato l’occhio viene attirato dai riflessi azzurri del Lago di Tenno. E’ possibile raggiungere le sue sponde scendendo una scalinata quindi sarà necessario trasportare la bici in spalla per un breve tratto.

Proprio accanto al lago si trova il borgo medievale di Canale di Tenno. Qui il tempo sembra essersi fermato, è una piccola perla del territorio che non potete mancare di visitare. In inverno vi viene organizzato un mercatino dell’artigianato che rende il borgo ancora più suggestivo.
Il percorso prosegue quindi in discesa e torna al punto di partenza.

In totale l’itinerario è lungo circa 35 km e presenta un dislivello di 650 m. Richiede l’utilizzo di una mountain bike ed anche un allenamento adeguato soprattutto per affrontare le salite che raggiungono una pendenza del 20%.
Per affrontare tutto il percorso si impiegano circa 3 ore, ma se avete a disposizione l’intera giornata potete approfittarne per immergervi nelle rilassanti acque del lago o visitare le aziende agricole locali.

SCARICA L’ITINERARIO: Riva del Garda – Varone – Tenno

Scegliere tra mountain bike front e mountain bike full

03/03/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica

Qual’è il modello di mountain bike migliore per iniziare? Front o Full?
Cerchiamo di approfondire entrambe le tipologie, vediamo i punti di forza e le debolezze, facciamo una comparazione tra allestimenti, stili di guida e possibilità di utilizzo.
La differenza sostanziale tra una mountain bike front ed una mountain bike full sta nelle sospensioni. Le prime montano un’ammortizzatore anteriore, mentre le seconde ne montano uno anteriore ed uno posteriore.

Le mountain bike front adatte ad un principiante sono composte da un telaio unico e da una forcella ammortizzata anteriore. Geometrie ed angoli compatti permettono una più diretta trasmissione della potenza muscolare.
Le mountain bike full sono invece composte da un telaio con snodi e leveraggi, forcella ammortizzata anteriore e posteriore. Geometrie ed angoli più rilassati regalano un miglior comfort specialmente in discesa.

 

DIFFERENZE ED AFFINITA’

  • Guida
    Le front sono più reattive e massimizzano la potenza di pedalata al contrario delle full in cui quest’ultima è in parte assorbita dall’ammortizzatore posteriore (o shock). D’altro canto le full permettono un elevato comfort su ogni tipo di terreno e sono imbattibili anche in discesa. Lo shock assorbe infatti gran parte delle vibrazioni e garantisce una guida più fluida e confortevole.
  • Allestimento
    Due mountain bike dello stesso costruttore, una front ed una full, sicuramente la front proporrebbe l’allestimento migliore perché il costo dello shock, di cui è priva, sarebbe investito in altri componenti come il gruppo cambio.
    A parità di componenti, la full costerebbe sicuramente di più dato che lo shock comporta un costo in più rispetto alla front.
  • Manutenzione
    Le front sono certamente più facili e meno costose per quanto riguarda la manutenzione perché è priva di alcuni componenti come gli snodi del telaio e lo shock. Le sospensioni presenti vanno comunque revisionate periodicamente.
  • Peso
    La differenza di peso fra le due è circa 1kg – 1,5kg a scapito delle full.
  • Uso fuori dai sentieri
    Per girare sia off-road che su strada la bici migliore è una front. La migliore trasmissione della potenza permette di muoversi bene anche su strada.

IN CONCLUSIONE
Per fare la giusta scelta tra mountain bike front e mountain bike full dovete avere bene in mente le vostre esigenze e soprattutto l’utilizzo che farete della bici.
Ecco alcuni esempi in cui forse vi riconoscerete:

  • Neofiti – vi approcciate per la prima volta alla mountain bike ed il vostro obiettivo è percorrere tracciati più o meno lunghi nel fine settimana: scegliete una front, comporta una spesa minore e vi permetterà di conoscere la disciplina.
  • Appassionati – avete già esperienza in mountain bike e cercate qualcosa per migliorare la tecnica: scegliete una front.
  • Ciclisti su strada – anche i campioni del ciclismo alternano bici da corsa e mountain bike per mantenersi in forma: scegliete una front come fanno loro.
  • Escursionisti – avete intenzione di percorrere trail in montagna con dislivelli considerevoli e diverse discese adrenaliniche: scegliete una full.
  • Cicloturisti – avete in programma di viaggiare fuoristrada o in remote parti del mondo: potrebbero essere ideali entrambe le soluzioni. Considerate il vostro percorso, quanto asfalto affronterete e quanto off-road, che dislivelli vi troverete davanti ecc… una front è migliore nel caso in cui si proceda per lunghi tratti su asfalto, ma se dovete far fronte ad elevati dislivelli è meglio una full.

Ciclismo…si comincia dalla colazione

02/03/2017 in Alimentazione, Tecnica

Il pasto più importante della giornata…eppure è quello che più spesso viene saltato o sottovalutato: la colazione.
Fare colazione è una pratica necessaria per l’attività in bicicletta vediamo perché.
Indipendentemente dal fatto di essere ciclisti o meno, la colazione è un’abitudine sana e salutare che apporta numerosi benefici al nostro corpo:

  • Ricarica energetica – durante il sonno bruciamo energia per le attività cosiddette di “sopravvivenza”, cioè respirare, far funzionare gli organi interni, far battere il cuore ecc… Le riserve energetiche consumate durante la notte devono essere ripristinate con la colazione.
  • Interruzione del digiuno – dopo il digiuno della notte, un tempo variabile tra le 6 e le 12 ore, cominciare la giornata senza fare colazione significa stressare inutilmente il corpo.
  • Supporto cerebrale – al mattino il cervello ha bisogno di zuccheri ed energia per ricominciare le attività di tutti i giorni.
  • Controllo del peso – una ricca colazione consente di sentirsi sazi più a lungo ed evitare di cedere alla tentazione di snack durante il giorno, che sono molto dannosi per il controllo del peso.
  • Energia per la pedalata – il ciclista ha bisogno di alimentarsi in modo proporzionale alle calorie che brucerà durante l’attività mattutina in bici che sia una gara, bike to work o allenamento.

La colazione ideale per un ciclista deve permettere di reintegrare le riserve energetiche di carboidrati e proteine. I primi sono il carburante per i muscoli, mentre le seconde servono per ripristinare il tessuto muscolare. Una perfetta colazione deve inoltre assicurare la giusta idratazione.
Quali sono i nutrienti da preferire?

  • Carboidrati complessi – questo tipo di carboidrati impiega più tempo per essere digerito e quindi rilascia energia in maniera più graduale rispetto ai carboidrati semplici (quali fruttosio e glucosio). Sono carboidrati complessi: l’avena, il riso, il farro e tutti i cereali.
  • Fibre – le fibre aumentano la sensazione di sazietà e regolano le funzioni intestinali, se assunte regolarmente prevengono il diabete e i problemi coronarici. Sono alimenti ricchi di fibre: orzo, noci, avena.
  • Proteine – sono alimenti ricchi di proteine: la soia, le mandorle.
  • Frutta secca – ogni tipo di frutta secca ma anche mirtilli e frutti rossi disidratati sono alimenti ricchi di oli essenziali per il mantenimento di un corretto livello di colesterolo.
  • Acqua o latte – per ripristinare il giusto livello di idratazione dopo il riposo notturno, specialmente nel periodo estivo. Sono perfetti acqua, latte o latte di soia.

ATTENZIONE! Gli integratori vitaminici non si possono sostituire alla colazione perché i nutrienti principali devono sempre provenire dal cibo. Al mattino, specie in caso di attività fisica intensa, si può assumere un multivitaminico o una capsula di Omega 3 per aiutare a regolare i livelli di colesterolo nel sangue. Durante la giornata è possibile anche assumere della pappa reale. Nel periodo estivo si può invece bere un bicchiere d’acqua con magnesio e potassio disciolti per reintegrare quelli persi con la sudorazione.

Il Bikepacking: viaggiare in bicicletta senza portapacchi

02/03/2017 in I Nostri Consigli, Suggerimenti di Viaggio, Tecnica

Quando pensiamo al cicloturismo ci viene subito in mente una bicicletta attrezzata di tutto punto con capienti borse agganciate al portapacchi posteriore. Borse al manubrio e magari anche alla ruota anteriore.
Con tutto quel carico una bici può arrivare a pesare anche 35 kg. E’ per questo che in genere si viaggia lungo piste ciclabili o stradine poco trafficate restando sempre in pianura.
Ma se si ha intenzione di viaggiare in condizioni più difficili, fuori dagli itinerari comuni, in luoghi con scarsità di viveri o di strutture ricettive? Come attrezzarsi nel caso in cui si voglia partire all’avventura?

Una classica bicicletta da turismo è da scartare, meglio partire con una mountain bike. Spesso però agganciare le borse da cicloturismo su una mountain bike non è possibile perché il portapacchi non è presente.
Per risolvere tale problema ci si può allora affidare al “bikepacking”.
Ovvero a borse specifiche che si agganciano direttamente al telaio della bici senza creare ingombro. Lo scopo è avere una perfetta maneggevolezza riuscendo comunque a trasportare tutti i nostri bagagli.
Con il bikepacking:

  • la bici è più leggera e veloce perché l’attrezzatura pesa un terzo in meno di quella tradizionale
  • la distribuzione dei pesi è migliore ed assicura un’ottima maneggevolezza
  • non servono utensili per montare e smontare le borse perché si fissano direttamente al telaio con degli strap.

E’ la soluzione ideale sia per viaggi brevi sul proprio territorio che per lunghe vacanze nella natura. E’ un tipo di cicloturismo più avventuroso che esige un’adeguata preparazione mentale.
Ovviamente prima di comprare le borse per il bikepacking bisogna verificare che il telaio della nostra bici sia idoneo. C’è spazio sufficiente sotto sella per una borsa? Quanto spazio ho a disposizione tra tubo piantone e cannotto di sterzo?

Scegliere tra bikepacking e borse tradizionali in fondo è anche una questione di gusti e scelte personali. Se preferite viaggiare leggeri il bikepacking offre indubbi vantaggi rispetto al portapacchi.
Lo stesso se possedere più di una bicicletta, magari una corsa ed una mountain bike oppure una pieghevole, il bikepacking vi permette di contenere i costi ed usare la stessa borsa per tutte le bici per i più vari utilizzi.

Qualche consiglio per evitare le forature

24/02/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica

Mentre si sta tranquillamente girando in bicicletta, forare è uno degli inconvenienti più fastidiosi che può capitare.
Spesso non si riesce ad arrivare a destinazione e si è obbligati a fermarsi a lato della strada per smontare la ruota e sostituire la camera d’aria con quella di scorta. Un incidente del genere può rovinare l’intera giornata!
Evitare le forature al 100% è impossibile, ma con alcuni accorgimenti è possibile difendersi in qualche modo.

Innanzitutto distinguiamo le “forature” dalle “pizzicature”. Le prime capitano quando un oggetto acuminato (schegge di vetro, chiodi) perfora il copertone arrivando a bucare la camera d’aria. Le seconde avvengono quando il copertone passando sopra un sasso, una buca o un dosso, si deforma e si schiaccia contro il cerchio provocando un taglio nella camera d’aria.

Le pizzicature decisamente le più frequenti e sono per lo più dovute ad una pressione di gonfiaggio troppo bassa. Prima di ogni giro è sempre meglio verificare l’adeguata pressione degli pneumatici. Essa deve essere compresa tra la soglia minima e la soglia massima riportata sulla gomma stessa in bar o psi.

Per prevenire le forature invece, in commercio esistono varie soluzioni tra cui le camere d’aria autosigillanti.
Tali camere d’aria contengono un liquido, in genere lattice, che le protegge e le ripara in caso di foratura. Il lattice infatti riempie il buco e si solidifica prima che l’aria fuoriesca. Le camere d’aria di questo tipo però sono più pesanti ed il lattice all’interno si può seccare costringendo alla sua sostituzione.
Molte case produttrici propongono anche pneumatici rinforzati con una lamina interna in kevlar che impedisce la penetrazione di corpi estranei nella camera d’aria. Tali pneumatici necessitano però di alte pressioni di gonfiaggio che richiedono l’utilizzo di un compressore.

Ognuna di queste soluzioni va comunque valutata personalmente in base al proprio stile di guida ed all’utilizzo che si fa della bici.

Nel caso in cui la vostra bici sia un vecchio modello da corsa che monta i tubolari, prima di passare alla camera d’aria valutate alcuni aspetti. Il tubolare è estremamente più resistente alle pizzicature per via del rivestimento totale della camera interna. Quindi anche mantenendo pressioni più basse sarete comunque protetti dalle forature.
Pensate che anche i professionisti montano i tubolari prima di affrontare il pavé o lo sterrato.