Pista ciclabile del fiume Mur
11/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Il fiume Mur è lungo circa 450 km, nasce in Austria negli Alti Tauri ad oltre 1.800 metri slm ed attraversa il paese per 365 km quindi prosegue il suo corso in Slovenia, Croazia ed Ungheria.
Come molti altri corsi d’acqua di una certa lunghezza che attraversano la Mitteleuropa, anche il Mur è stato dotato di una pista ciclabile.
Si tratta di un itinerario molto apprezzato dai cicloturisti della zona, e probabilmente il migliore della regione austriaca della Stiria.



Dato che segue fedelmente il corso del fiume, la ciclabile corre tutta in leggera discesa. E’ quindi ideale anche per i ciclisti meno esperti e per famiglie che viaggiano con i bambini.
La ciclabile è molto frequentata, almeno nel primo tratto, ben segnalata con cartelli bianco-verdi ed asfaltata. Attraversando vari paesi e zone climatiche, prima di partire è necessario preparare una discreta varietà di abbigliamento.
Lungo il percorso della pista ciclabile del fiume Mur si ha occasione di visitare le meravigliose aree naturali della Stiria e del Salisburghese. Inoltre si attraversano ben due siti austriaci dichiarati patrimonio dell’umanità: la cittadina di Graz ed il Castello di Eggenberg.
Il punto di partenza è il rifugio Stickler posto a circa 1.752 m sugli Alti Tauri. La pista ciclabile del fiume Mur prosegue poi lungo la locale strada del vino attraversando anche l’area termale della Stiria. Si tratta delle terme diLoipersdorf, Bad Blumau, Bad Radkersburg e Bad Waltersdorf.
Il percorso termina in Crozia a Legrad nel punto in cui il fiume si getta nella Drava.
Pista Ciclabile Val di Fiemme e Fassa
07/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

La partenza dell’itinerario, lungo circa 40 km, è situato a sud del paese di Molina di Fiemme, sulla sponda sinistra del torrente Avisio che segue buona parte del tracciato.
Il percorso si sviluppa subito in salita verso Predazzo. Questo primo tratto è quello con la pendenza più dolce e, fino alla località Cascata, quasi non ci si accorge di essere in salita. Il paesino è ideale per una sosta, qui si può infatti osservare il grande salto d’acqua del Rio di Val Moena.
La pista ciclabile Val di Fiemme e Fassa quindi continua con alcuni saliscendi, poi si infila in un bosco e raggiungere la stazione di fondovalle della funivia del Cermis.
Su questo stesso tracciato passava un tempo la ferrovia della valle e, pedalando, si possono ancora ammirare ponti di ferro e stazioni abbandonate. Si attraversa il piccolo abitato di Lago di Tesero per poi dirigersi verso Ziano di Fiemme.
In questo tratto la sinergia tra uomo e natura ha prodotto un paesaggio meraviglioso che alterna campi arati, pascoli verdeggianti e curatissime foreste.
Seguendo il percorso dell’antica ferrovia si arriva a Predazzo, circa a metà del percorso, ed inizia la parte più impegnativa. Per arrivare Moena infatti si torna a pedalare lungo il torrente Avisio che ora entra in una valle più stretta non lontano da Forno.

La prossima meta è il paese di Soraga, distante circa 3 km per fortuna tutti in leggera discesa. E’ il momento di godersi il panorama in tranquillità, si ha infatti una bellissima vista sulla valle con le cime del gruppo Sella e Pordoi sullo sfondo. Superato il centro abitato si procede per alcuni chilometri fra prati e boschi fino a Pozza di Fassa.
SCARICA L’ITINERARIO: Percorso Val di Fiemme e Fassa
Come scegliere un casco per la bici
07/07/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Un caschetto per la bici serve per proteggere la testa del ciclista in caso di urto. Ciò che deve garantire è quindi assorbimento e protezione. Ogni casco in vendita nell’UE deve riportare ben in vista, di solito all’interno, la certificazione che ne attesta la conformità con le leggi in vigore.
Quello che contraddistingue un casco economico da uno più costoso sono quindi la leggerezza, l’ergonomicità, la scelta dei materiali, la capacità di areazione, la resistenza dei cinturini, la comodità generale.
Il casco è un’elemento fondamentale per il ciclista, l’unica protezione di cui dispone in caso di caduta. Data la sua importanza è necessario trattarlo con un certo riguardo evitando di farlo cadere perché potrebbe danneggiarsi e non funzionare nel momento opportuno. Appena si hanno dubbi sulla sua affidabilità è meglio cambiarlo.
Un casco per bici è composto da:
- Calotta esterna – in policarbonato o fibra di carbonio, trattata per resistere agli agenti atmosferici. E’ anche la parte esteticamente più curata. Essendo liscia e leggera, in caso di caduta riduce l’attrito con l’asfalto ed evita che oggetti pericolosi raggiungano la testa del ciclista.
- Calotta interna – in poliuretano unito tramite saldatura alla calotta esterna. E’ la parte che si deforma in seguito all’urto evitando che la forza dell’impatto raggiunga il cranio e quindi il cervello dando luogo ad un trauma.
- Fissaggio posteriore – una rotella che permette di allargare o stringere il casco intorno alla nuca.
- Cinturini – fissano il casco sotto il mento per evitare che cada dalla testa durante l’uso.
Esistono varie tipologie di casco che si adattano alle esigenze delle discipline ciclistiche:
Casco per CICLISMO SU STRADA
Di forma affusolata, aerodinamica, e molto leggeri. Anche l’areazione è molto enfatizzata, sono presenti numerose bocchette.
Casco per MOUNTAIN BIKE
Nel caso della mountain bike, il casco serve anche per proteggere il biker da eventuali incidenti contro rami, sassolini, rocce. Deve proteggere non solo la nuca ma anche le tempie.
Casco per OFF-ROAD
Discipline come il down-hill o l’enduro necessitano di caschi che proteggano completamente testa e volto del ciclista e per questo assomigliano molto ai caschi utilizzati per il motocross.
Casco per FREE-STYLE
La BMX presuppone salti e giravolte, quindi il ciclista deve essere protetto sia sulle tempie che sulla nuca e sulla fronte. Sono caschi molto pesanti e con una forma poco aerodinamica.

– la presenza del marchio CE sull’etichetta
– l’integrità della calotta esterna e di quella interna
– la resistenza dei cinturini
– la qualità e la resistenza della chiusura a scatto
– la vestibilità (se troppo grande o troppo piccolo)
Come e quando lavare la bicicletta
07/07/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Lavare la bicicletta è un’operazione utile a mantenerla in ordine ed in piena efficenza. Nel momento in cui laviamo la bici infatti possiamo toccare ed esaminare tutte le sue componenti accorgendoci per tempo di eventuali danni.
Quali sono i vantaggi concreti che comporta il lavare la bici regolarmente con accuratezza?
- Miglior scorrevolezza – priva di polvere o fango la bici scorre decisamente meglio perché componenti come catena e deragliatore non trovano ostacoli al loro funzionamento.
- Prevenzione dell’usura – le impurità e la polvere della strada che finisce sulla bici quando pedaliamo agiscono su di essa come carta vetrata, se ben pulita la bici dura più a lungo.
- Osservazione dello stato della bici – solo lavando via lo sporco si riescono a vedere eventuali graffi o sfregamenti che altrimenti sarebbero passati inosservati.
- Facilità di manutenzione – una bici pulita e in ordine è più semplice da trattare in caso necessiti di manutenzione. Con ruggine o fango le operazioni si complicano.
Quando lavare la bicicletta?
Dopo un’uscita in condizioni meteo avverse (pioggia, neve, polvere delle strade bianche) la bicicletta andrebbe sempre pulita accuratamente per evitare che umidità, polvere o fango compromettano il funzionamento di qualche componente anche interna al telaio.
Come lavare la bicicletta?
Basta usare il tubo dell’acqua in giardino o semplicemente un paio di secchi di acqua fredda (quella calda rovina le guarnizioni).
L’idropulitrice è da evitare completamente perché l’acqua in pressione entra tra i cuscinetti interni al telaio e lava via il grasso accelerando l’usura delle componenti non più lubrificate.
Lo stesso vale per l’aria compressa usata spesso per asciugare la bicicletta, munitevi piuttosto di panni in cotone.
Quali prodotti utilizzare per lavare la bicicletta?
In commercio esistono molti saponi, lubrificanti e lucidanti per la bici, si tratta di prodotti pensati apposta per le componenti del mezzo. Meglio non utilizzare shampoo o smacchiatori per auto o per la casa perché potrebbero rivelarsi troppo aggressivi.
Una pulizia profonda di tutta la bici con i prodotti adatti ed essa non comporta più di 30 minuti. Non è un compito gravoso, quindi non trascuratelo.
Attrezzi indispensabili al cicloturista
07/07/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Per molti cicloturisti l’estate è il periodo della partenza. Una volta scegli gli abiti e gli oggetti personali da portare con se, arriva anche il momento di chiedersi di quali attrezzi equipaggiarsi. Non sempre infatti sul percorso in programma si trovano officine specializzate a cui rivolgersi, ma occorre in qualche modo provvedere da soli ad eventuali guasti.
Ecco allora una lista di attrezzi indispensabili al cicloturista che permettono di cavarsela in situazioni di emergenza:
- Camera d’aria
Una camera d’aria di scorta permette di sostituire velocemente lo pneumatico in caso di foratura e ripartire in pochi minuti. Una gomma a terra è un’inconveniente molto spiacevole quando si viaggia, specie se in territori remoti.
E’ possibile utilizzare anche del mastice per riparare momentaneamente il foro, ma prima o poi la camera d’aria andrà sostituita. - Cacciagomme
Questo attrezzo serve per far uscire il copertone dal cerchio e farlo rientrare una volta finita l’operazione. Per dotarsi di un attrezzo efficiente bisogna investire un po’ di denaro, ma poi durerà una vita. Sono da evitare i cacciagomme in acciaio che se usati male possono rompere la camera d’aria o graffiare il cerchio. - Multitool
Simile ad un coltellino svizzero che però racchiude chiavi di varie dimensioni, tutte quelle necessarie ad allentare o stringere le viti della bicicletta.
Prima dell’acquisto tuttavia è meglio controllare se gli attrezzi del multitool sono compatibili con le viti della propria bici. - Smagliacatena e Falsamaglia
Per l’usura o per una cambiata troppo sotto sforzo la catena può rompersi. Risolvere il problema al volo richiede l’utilizzo di uno smagliacatena da viaggio, leggero e pratico.
Invece di togliere la maglia rotta e riattaccare la catena è possibile anche utilizzate una falsa maglia. Quest’ultima si può montare a mano in tutte le catene fino a 9 velocità altrimenti serve un’apposita pinza. La falsamaglia è molto utile al cicloturista perché permette di aprire e chiudere la catena velocemente. - Pompa
Per rigonfiare una camera d’aria bucata serve inevitabilmente una pompa a mano. In commercio si trovano diversi modelli, anche in questo caso però è meglio fare un buon investimento per aggiudicarsi un attrezzo duraturo.
Si può scegliere se alloggiarla in una borsa o attaccarla al telaio, in base a ciò vanno considerate dimensioni e materiali. - Fascette stringicavo
Delle semplici fascette da elettricista possono tornare utili come soluzione a piccoli problemi: sistemare componenti che ballano oppure riattaccare momentaneamente le maglie di una catena rotta. - Guanti in lattice
I guanti sono utili non solo per proteggersi dalle macchie ma anche per evitare graffi o schiacciamenti sulle dita.
Falsamaglia – componente utile ai cicloturisti?
07/07/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
La falsamaglia permette di creare un collegamento stabile, ed allo stesso tempo facilmente rimovibile, sulla catena della bici. In pratica questa componente permette di aprire e chiude velocemente la catena senza ricorrere all’uso dello smagliacatena.
Questa caratteristica è molto utile quando, durante un’uscita, la catena necessita di una manutenzione di emergenza. Infatti durante una cambiata sotto sforzo o per un’eccessivo stress, la catena può rompersi ed aprirsi. Se disponiamo di una falsamaglia il problema si risolve in un’attimo. In questo senso è un componente molto utile per i cicloturisti che pedalano in zone remote e devono essere preparati ad affrontare eventuali incidenti di questo tipo sul momento.
La falsamaglia può essere utile anche nel caso in cui si ha necessità di togliere la catena molto spesso, eventualità però piuttosto remota.
Ovviamente esistono falsemaglie con dimensioni e tolleranze di varie misure, adatte ad ogni tipologia di catena sia monovelocità che da 6 a 11 velocità.
Quelle a 11 velocità, stradali o mountain bike, devono però essere sostitute ogni volta che vengono aperte, perché sono quelle più sottoposte a tensione e una volta rimontate potrebbero aprirsi e causare una caduta.
Montare una falsamaglia richiede solo pochi minuti ed è un’operazione piuttosto semplice.
Occorre innanzitutto rimuovere la catena vecchia, misurare la nuova catena e togliere le maglie superflue con lo smagliacatena. La falsamaglia si fissa alla catena con un’apposita pinza.
Una volta che la falsamaglia è montata, tutta la catena va accuratamente lubrificata.
Grand Canyon Connector – itinerario nel selvaggio west
06/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Il Grand Canyon Connector è un’itinerario ciclistico statunitense ideato e tracciato dalla Adventure Cycling Association, principale organizzazione di promozione del cicloturismo negli USA.
Il percorso permette di attraversare i parchi nazionali del Grand Canyon e dello Zion, nel profondo west americano.
Non è certo un itinerario semplice da affrontare: alcuni tratti si sviluppano in territori remoti privi di risorse e quindi è necessaria molta preparazione ed esperienza prima di partire. Va pianificato accuratamente l’approvvigionamento di acqua e cibo. Non può mancare neanche un kit di riparazione per la bici perché i negozi specializzati sono presenti solo nelle grandi città.
Si attraversano zone desertiche e montane dove i dislivelli non mancano. Il punto più alto dell’itinerario si trova nei pressi di North Rim a quota 2.600 m, per cui serve allenamento.
Per completare il percorso sono necessarie circa due settimane.



Percorrendo il Grand Canyon Connector da nord a sud, la città di partenza è Cedar City e quella di arrivo è Tempe. Si pedala nel sud dello Utah e per buona parte dell’Arizona.
Dopo appena pochi km si entra subito nello Zion National Park, un canyon di circa 24 km e profondo fino a 800 m. Il parco però non regge il confronto con il famoso Grand Canyon National Park in cui ci si addentra appena superato il confine tra i due stati.
Il parco controlla un’area di ben 4.927 km quadrati ed al suo interno si trova appunto il Grand Canyon, una delle meraviglie naturali del mondo scavato dal fiume Colorado.
Il percorso arriva fino a Grand Canyon Village e prosegue, lasciandosi alle spalle il parco, in direzione della città di Prescott.
Da qui si attraversano città medio-grandi in territori pianeggianti sebbene aridi. Prima di raggiungere la fine del percorso si ha occasione di visitare anche Phoenix.
Cicloturismo in Francia
06/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
La Francia ha ben compreso le potenzialità del cicloturismo ed è da anni impegnata nella realizzazione di percorsi ciclabili, nelle città, e di vie verdi, attraverso il paese.
La vastità della nazione francese permette al cicloturista di scegliere i panorami preferiti dove pedalare: le aspre montagne alpine oppure i Pirenei, la pianura presso il confine belga, la Valle della Loira o della Mosella, le città d’arte.
Le “vie verdi” tipiche della Francia (voies vertes) sono veri e propri percorsi asfaltati riservati alle bici ed ai pedoni. Di solito sono ricavati lungo le sponde di fiumi, laghi o canali artificiali oppure sul tracciato di ferrovie dismesse. Quindi si sviluppano per lo più in piano e sono adatti anche ai cicloturisti meno esperti o che viaggiano con dei bambini. Nel paese ne esistono ormai circa 40 per un totale di 2.600 km in Francia.
Una delle più suggestivi vie verdi è la Veloroute des deux-mers lunga circa 500 km, collega l’Atlantico con il Mediterraneo. Molto apprezzata è anche l’Avenue Verte che fa parte dell’itinerario europeo Eurovelo 1.


Esistono poi altri itinerari che si snodano lungo strade secondarie quasi totalmente prive di traffico. Questi percorsi attraversano per lo più piccoli villaggi della campagna francese dove non mancano tuttavia strutture di accoglienza turistica e punti di ristoro. Uno dei più famosi itinerari di questo tipo è la Véloscenie.
Nelle grandi città, la viabilità ciclabile non è sviluppata quanto in Olanda o in Danimarca quindi occorre prestare più attenzione, ma sono in atto diversi interventi anche per migliorare questo aspetto.
Anche i servizi dedicati ai cicloturisti stanno lentamente prendendo piede, per esempio si assiste alla nascita di bike hotel e all’aumento di officine specializzate. Nei paesi toccati dai principali itinerari è possibile noleggiare una bici e talvolta anche nelle stazioni.
La cartellonistica che indica i percorsi ciclabili è in genere colorata di bianco e verde e facilmente riconoscibile. In Francia il casco per i ciclisti non è obbligatorio, ma le luci anteriori e posteriori si.
Il periodo migliore per visitare il paese in bici va da Aprile ad Ottobre, meglio però evitare le settimane centrali di Luglio e Agosto per via del caldo e dei prezzi decisamente più alti.
Domande e risposte sul Cammino di Santiago
06/07/2017 in Suggerimenti di Viaggio, Viaggi
Il Cammino di Santiago è uno degli itinerari preferiti dai cicloturisti e dagli escursionisti di tutta Europa. Vediamo nel dettaglio qualche informazione utile per chi intende affrontarlo prossimamente.
– Quali sono le origini del Cammino di Santiago?
Il Santuario di Santiago di Compostela, meta finale del cammino, custodisce le spoglie di San Giacomo Maggiore, patrono di Spagna. Secondo la leggende i resti terreni del santo furono trasportati dai suoi discepoli su di una barca guidata da un angelo dalla Palestina fino in Galizia.
I pellegrinaggi al santuario cominciarono già nel medioevo e presto esso divenne simbolo della cristianità.
A quel tempo lo scopo del pellegrinaggio era soprattutto la ricerca religiosa, l’ottenimento di una grazia, l’adempimento di un vuoto. Il viaggio era inoltre molto pericoloso a causa delle strade accidentate, dei banditi e della scarsità di risorse a disposizione nei centri abitati.
Oggi tale pericoli non esistono più, i percorsi che raggiungono Santiago sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità nel 1993.
– Dove inizia il Cammino di Santiago?
Tradizionalmente tutti i pellegrini si raccoglievano a Puente la Reina, piccola cittadina a pochi km dal confine francese. Da qui passavano infatti sia il famoso Cammino Francese, quello più noto e percorso, che il Cammino Aragonese.
– Che percorso fare in bicicletta?
Il cammino tradizionale è il Cammino Francese, ma in base alla vostra esperienza, alle vostre capacità ed al vostro spirito di avventura potete scegliere tra ben 6 percorsi (vedi immagine).
Individuare la direzione da seguire è piuttosto semplice: i sentieri e le strade del cammino sono identificate da una freccia gialla o dal simbolo della conchiglia. Si può trovare stampato sui cartelli a sfondo blu o inciso sulle antiche pietre miliari che delimitano la strada.
– Quanti giorni servono per completare il Cammino di Santiago?
Viaggiando in bicicletta si può calcolare una media di circa 70 km al giorno con una velocità media di 15 km. Certo è che rispetto ai pellegrini a piedi, la bici accorcia di molto il viaggio, attenzione però a non focalizzarvi solo sull’aspetto temporale. Il Cammino di Santiago è soprattutto di valore spirituale, culturale e naturalistico… non rinunciate a godere del paesaggio e delle sensazioni che esso vi suscita durante il percorso.
– Cosa serve per cominciare il Cammino di Santiago?
L’unica cosa che serve è la Credenziale del Pellegrino, una carta dove saranno raccolti tutti i timbri dei luoghi che si incontreranno lungo il cammino.
La credenziale permette di ottenere, una volta raggiunta Santiago, la “Compostela” ovvero il certificato ufficiale del percorso. Per ottenerla è necessario fare almeno 100 km a piedi o 200 km in bici.
– Dove si può dormire lungo il Cammino di Santiago?
Si può approfittare di tre tipi di soluzioni:
Rifugi – ad uso esclusivo dei pellegrini con precedenza però per chi viaggia a piedi. Sono spesso poco attrezzati per i cicloturisti, vi si può sostare solo una notte e non è possibile prenotare.
Alberghi – se ne trovano moltissimi a prezzi contenuti.
Camping o tenda – portarsi dietro una tenda leggera e poco ingombrante può essere un’alternativa quando nei rifugi non si trova posto.
– Quale equipaggiamento è necessario per il Cammino di Santiago?
Ogni cicloturista sa quanto sia importante viaggiare con un equipaggiamento leggero, essenziale e ridotto all’indispensabile. Non può mancare un kit per le riparazioni della bici anche se pressoché in ogni città del percorso si trovano officine per biciclette.
– Quale bicicletta usare sul Cammino di Santiago?
Molto dipende dal cammino che si ha intenzione di percorrere. Quello più semplice è il Camino de Carretera, è asfaltato e adatto anche ai bambini quindi è sufficiente una bici da cicloturismo.
Il cammino sterrato invece, pensato per chi viaggia a piedi, presenta tratti in salita quasi impraticabili sulla bici ma nulla vieta di ripiegare sulla strada asfaltata per alcuni km. La bici migliore per affrontarlo è una mountain bike, ma considerate di dover scendere e fare qualche pezzo a piedi nei punti più impervi.
– Quando partire per il Cammino di Santiago?
Il periodo perfetto va da Marzo a Settembre, escludendo il mese di Agosto per le temperature troppo elevate. In inverno le piogge abbondanti rendono il cammino decisamente più difficile da percorrere.
Se partire in compagnia o da soli è una scelta personale, tuttavia il Cammino di Santiago è molto frequentato durante l’anno ed è facile fare amicizia con gli altri pellegrini.
– Cosa mangiare sul Cammino di Santiago?
Il cammino attraversa la Spagna e con essa le tradizioni culinarie del paese. Ai pellegrini vengono proposte soprattutto ricette tipiche locali come la Zuppa d’Aglio e le Patate con Chorizo e Peperoni.
Dolore ai piedi nel ciclismo: le cause
05/07/2017 in Biomeccanica
Uno dei problemi più comuni riscontrati tra i ciclisti è il dolore ai piedi che può manifestarsi sotto forma di gonfiore, perdita di sensibilità, infiammazione, indolenzimento.
Rispetto ad altri sport, nel ciclismo il piede è sottoposto a sforzi minori ma è comunque possibile sviluppare tecnopatie legate per lo più alla scorretta posizione in sella o a scarpe inadatte.
Una delle patologie più diffuse è quella che in inglese viene definita “HOT FOOT”.
La sensazione è quella di un bruciore diffuso, con prurito e gonfiore, tale da costringere il ciclista a fermarsi, togliere scarpe e calze e rinfrescare i piedi con acqua.
Altrettanto nota è la PERDITA DI SENSIBILITA’ con sensazione di gonfiore.
Spesso il problema dipende da scarpe troppo piccole o allacciate troppo strette tanto da rallentare la circolazione sanguigna. E’ importante dotarsi di calzature da ciclismo con una tomaia di qualità e che mantengano il piede caldo, in quanto anche il freddo da effetti simili.
Molti ciclisti che usano i pedali a sgancio rapido lamentano anche DOLORE ALLE CAVIGLIE, ma al contrario di come si può pensare ciò non necessariamente dovuto alla tecnologia dei pedali. Più spesso il dolore è causato da un errato posizionamento in sella o da un’errata regolazione delle tacchette.
Se i dolori persistono, anche dopo aver controllato scarpe e tacchette, è consigliabile sottoporsi ad una visita biomeccanica completa o chiedere aiuto al proprio medico.


