Escursione in mountain bike a Luserna
21/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Luserna è uno dei più importanti centri dell’Alpe Cimbra, un piccolo paese di montagna posto a circa 1.333 metri di altezza. Dall’abitato si diramano numerosi tracciati per la mountain bike che si sviluppano nei boschi e nei prati che circondano il paese.
Quello proposto è un breve itinerario di 12 km particolarmente intensi dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Si pedala attraverso boschi di abete rosso, su alte vette e dossi erbosi che dominano pascoli sconfinati.
Lungo il percorso la mano dell’uomo si nota a malapena, tanto è in armonia con la natura. Partendo dal paese, la strada sterrata conduce presto in salita verso il “bike chalet” Bait del Neff. Quindi si prosegue su sterrati ben battuti che si inoltrano in vasti prati ed alpeggi d’alta quota.




Si arriva poi presso una delle principali fortezze belliche del Trentino, il Forte di Luserna, che domina dall’alto tutto il panorama del paese. Il forte merita certamente una visita poiché era il più grande della zona ed è stato recuperato magnificamente.
Superato il forte, il percorso si avvia in discesa e rientra nel centro storico di Luserna. La cittadina ha una lunga tradizione culinaria di eccellenza: da provare le Kaiserschmarren, grosse crêpes servite con marmellata di mirtilli, il formaggio Vezzana ed il miele di montagna.
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Pista Ciclabile Valle del Chiese
21/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Appena qualche km ad ovest del Lago di Garda si trova il più piccolo e meno rinomato Lago d’Idro. Nonostante non sia famoso come il suo vicino, il lago è meta di numerosi appassionati della bicicletta e del cicloturismo perché dalle sue sponde si sviluppa un meraviglioso itinerario: la Pista Ciclabile Valle del Chiese.
Il percorso si sviluppa lungo gli argini del fiume chiese per circa 20 km. Dalle rive del Lago d’Idro si risale infatti il corso d’acqua fino alla località di Pieve di Bono. Nonostante si percorra il letto del fiume in direzione della sua sorgente, la ciclabile non presenta pendenze impegnative, anzi il dislivello è quasi impercettibile.
Si pedala sempre su sede protetta su asfalto e sterrato attraverso i piccoli paesi della valle.
Le sue caratteristiche rendono la Pista Ciclabile Valle del Chiese particolarmente adatta alle escursioni in famiglia.



La località di partenza è Baitoni, centro abitato sulle rive del lago di chiare origini contadine. Da qui la pista scorre verso nord su ponti in legno e passerelle pedonali immerse nel verde. Il piacevole rumore del fiume accompagna i cicloturisti per tutto il percorso. Si pedala tra boschi e prati con le montagne sullo sfondo.
La Pista Ciclabile Valle del Chiese raggiunge quindi Cimengo, tranquilla località della valle ricca di percorsi escursionistici nel bosco, e poi Quartinago, antico borgo medievale che presenta ancora forti apparenze all’epoca.
Arrivati ala Pieve di Bono non si può rinunciare ad una visita alla pieve. Si tratta di una delle più antiche della valle ed molto scenografica come la ciclabile appena percorsa.
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Il “percorso delle colline” – Hiwwel Route
20/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Il Reno è uno dei fiumi più importanti della Germania, attraversa un territorio molto vasto e molto bello dal punto di vista paesaggistico. E’ l’ideale punto di riferimento per un itinerario ciclabile nella campagna tedesca ed è proprio quello che rappresenta la Hiwwel Route.
Il “percorso delle colline” o appunto Hiwwel Route inizia a Bingen e termina a Worms procedendo lungo le colline nei pressi del Reno.
Le due città distano appena 50 km, ma il percorso delle colline è lungo ben 165 km perché si sviluppa ad “S”.
Partendo da Bingen si segue la pista ciclabile del Reno per diversi km incontrando molti porti fluviali ormai in disuso. Quindi ci si inoltra nella in un’area coltivata dove si prosegue a pedalare lungo sentieri e strade bianche molto panoramiche.



Nei pressi di Ingelheim la pista devia verso sud per poi affrontare una leggera salita a dirigersi verso la città di Mainz. Una volta arrivati alla periferia della città si ha una splendida vista sul Reno e sulle colline circostanti.
Superata Mainz ci aspettano almeno 15 km in pianura lungo il tracciato di un ex-ferrovia. Si attraversano Undenheim, Gabsheim e Woerrstadt. Prima di arrivare a Schwarzberg, un altopiano particolarmente panoramico, occorre superare ancora alcune colline e piccoli centri abitati.
Il percorso prosegue in questo modo, tra punti panoramici da raggiungere in salita e lunghe discese, tra campi coltivati, fattorie e scorci del Reno, per diversi km fino all’antica cittadina di Alzey, che merita una visita, e quindi a Worms.
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Frenata ottimale in bicicletta
20/07/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Qualunque siano i freni montati sulla bicicletta (a pattino, a disco, a bacchetta) essi sono pressoché inutili se non si sa come utilizzarli.
Molti ciclisti tengono le mani sul manubrio senza nemmeno sfiorare le leve freno, ciò non è indicato perché allunga i tempi di reazione ed in una situazione di pericolo è decisamente da evitare.
Una frenata ottimale in bicicletta è quella che permette un rallentamento progressivo e non uno stop improvviso che può determinare sbilanciamenti e/o cadute.
Per essere sicuri di frenare progressivamente è importante poter controllare la modularità della frenata e gestire l’uso delle leve trovando il giusto equilibrio tra freno posteriore ed anteriore.
In caso di condizioni gravose come:
– Pioggia
È meglio dotarsi di copertoni dal disegno adeguato che permetta di all’acqua di defluire e scongiurare il fenomeno dell’acquaplaning. Questo tuttavia può accadere lo stesso in caso di frenata brusca e conseguente blocco delle ruote.
– Ghiaia
I sassolini che si trovano sulle strade bianche e talvolta anche sull’asfalto poco battuto rendono la frenata particolarmente disagevole perché il copertone scivola su di loro senza fare presa.
Anche in questo caso se si blocca la ruota si rischia di cadere a terra.
– Discesa ripida
Durante le discese è meglio gestire la bicicletta solo spostando il nostro baricentro all’indietro e fare solo frenate brevi e decise nei punti più critici.
L’efficienza di una frenata in bicicletta è determinata da:
- velocità
- massa del ciclista e della bicicletta
- manutenzione ed efficacia del freno
- stato del terreno
- usura del copertone
Ciclovia dei Tre Fiumi
20/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
La Ciclovia dei Tre Fiumi è un percorso ideale per il cicloturismo in Lombardia, permette infatti di attraversare la Pianura Padana senza mai pedalare su strade trafficate.
La pista è circondata dalla campagna e scorre lungo il percorso di tre dei più importanti fiumi della zona: l’Adda, il Serio ed il Po.
L’itinerario inizia nel centro della caotica Milano per terminare a Sabbioneta, la città ideale di Vespasiano Gonzaga. Una volta partiti e superato il centro cittadino della capitale della moda italiana ci si immerge subito nella campagna.
Da Milano si imbocca la pista ciclabile della Martesana che corre lungo il fiume Adda in direzione di Bergamo. Dopo qualche km si attraversa il villaggio operaio di Crespi d’Adda, dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 1995.
Quindi il percorso della Ciclovia dei Tre Fiumi prosegue verso sud-est arrivando a Caravaggio, paese natale dell’omonimo maestro della pittura, e poi sulle sponde del fiume Serio che scende appunto dalla Val Seriana e punta diritto a sud. Volendo con una deviazione di qualche km in direzione della sorgente è possibile visitare i castelli di Ugnano e Malpaga.



Pedalando lungo il fiume si ha occasione di immergersi completamente nella natura, dimenticando di essere in una delle zone più industrialmente sviluppate d’Italia. In estate all’orizzonte ci sono solo campi di papaveri e di grano ed in sottofondo si sente il gracidare delle rane.
Lungo il suo corso, il Serio attraversa Crema, città piccola ma decisamente meravigliosa, un gioiello della Pianura Padana spesso sottovalutato. Proseguendo si entra nel Parco Regionale dell’Adda Sud che ci accompagna fino al borgo medievale di Pizzighettone.
A questo punto per raggiungere Sabbioneta è possibile pedalare lungo la strada che segue il corso del Po fino a Piadena oppure fare un breve trasferimento in treno per poi proseguire all’interno del Parco Regionale dell’Oglio fino alla meta finale.
La seconda opzione è forse la migliore e permette di arrivare freschi e riposati a Piadena per concludere gli ultimi km sui pedali. Quest’ultimo tratto è caratterizzata da vasti campi di grano degni di un quadro di Monet. Una volta arrivati a Sabbioneta non mancate di vistare il Palazzo Ducale, il Palazzio Giardino ed il Teatro all’Antica.
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Pista Ciclabile Paneuropea
20/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
La Pista Ciclabile Paneuropea è un lungo itinerario che attraversa l’Europa da Parigi a Praga. Il percorso totale supera i 1.500 km e richiede almeno 8 giorni di tempo per completarlo.
La pista è per la maggior parte asfaltata e pianeggiane, ma in alcuni tratti si pedala su sterrato e talvolta bisogna affrontare brevi salite collinari.
Si tratta di un itinerario che sfrutta in gran parte piste ciclabili locali, molto ben tenute e frequentate regolarmente da cicloturisti e sportivi. Il percorso della paneuropea è comunque segnalato da cartelli blu e gialli.
Francia e Repubblica Ceca era già unite in passato da scambi commerciali che procedevano lungo quella che era nota come la Via dell’Oro. La pista ciclabile intende proprio ricalcare quell’antica via.



Oltre alle due città di partenza ed arrivo, Parigi e Praga, che meriterebbero una visita prolungata, il percorso della Pista Ciclabile Paneuropea attraversa molte cittadine di rilievo. Tra queste: Strasburgo, Heidelberg, Norimberga e Pilsen.
Percorrendo tutta la ciclabile si possono visitare ben 3 nazioni (Francia, Germani e Repubblica Ceca) ed ammirare i con calma i loro territori e le bellezze naturali che li caratterizzano.
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Via Francigena piemontese – dalla Francia a Torino
18/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
I pellegrini europei che si recavano a Roma per pregare in San Pietro percorrevano diverse vie, tra cui la famosa Via Francigena. In Piemonte tra il confine francese e la città di Torino si snodava una di queste vie di pellegrinaggio che oggi può essere riscoperta dal turismo lento di chi si sposta a piedi o in bici.
La strada in realtà ha due possibili inizi: presso il valico del Monginevro oppure presso il valico del Moncenisio. Dopo i primi km le strade si ricongiungevano in Val di Susa ed il percorso proseguiva fino a Torino.
Il percorso viene qui descritto nel tratto da Susa a Torino, ma le tracce GPS fornite sono complete.
Susa era ed è un’importante crocevia proprio perché qui si incontrano le due strade provenienti dai valici alpini al confine francese. Da nord quella del Moncenisio e da sud quella del Monginevro. Nonostante sia una cittadina molto antica, con lontane origine celtiche, Susa mostra in gran parte resti archeologici romani.



Usciti dalla città si imbocca la Ciclovia della Val di Susa. La pista è molto ben segnalata tanto da rendere superfluo l’utilizzo del navigatore. Si pedala praticamente in piano lungo il corso del Dora fino a Torno, dove il fiume si getta nel Po.
Circa 8 km più avanti si raggiunge il borgo medievale di Bussoleno e quindi il centro abitato di Malpasso.
Se l’energia nelle gambe è sufficiente in località Sant’Antonino di Susa si trova una deviazione che conduce alla Sacra di San Michele. Imponente quanto antica, questa abbazia è tra luoghi più visitati del Piemonte ma la strada per arrivarci è in salita e lunga ben 15 km.
Tornando sul percorso principale della Ciclovia della Val di Susa si arriva a Sant’Ambrogio di Torino. Anch’esso è un borgo medievale molto ben conservato e piacevole da visitare.
La meta finale, Torino, dista ormai una trentina di km che scorrono facilmente lungo il tratto terminale della Val di Susa che si fa sempre più ampia.
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Freni a disco o freni a pattino, quali i più efficienti?
18/07/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
I freni a disco sono un’innovazione introdotta appena qualche anno fa, sono davvero più efficienti dei freni a pattino? La risposta è sì, ma vediamo nel dettaglio per quale motivo.
1) Funzionamento
Entrambe le tipologie di freno sfruttano il principio dell’attrito per appunto attuare la frenata. Mano a mano che la forza di attrito agisce sul freno, il corpo frenante di quest’ultimo si usura e si assottiglia. Nel caso dei freni a pattino, il corpo frenante è il pattino in gomma che viene azionato attraverso la tensione di un cavo, ovvero per trazione.
Nei freni a disco, il corpo frenante è la pastiglia fissata ai pistoni che viene azionata dall’olio idraulico immesso nella tubazione, ovvero per compressione.
2) Distribuzione della Frenata
La forza di frenata dei freni a pattino si scarica su un unico punto della pista frenante del cerchio. La forza di frenata dei freni a disco si scarica invece sul mozzo suddividendosi su ogni raggio della ruota. Il risultato è un rallentamento progressivo e maggiormente controllato.
3) Azionamento
I freni a pattino sono azionati da un cavo che anche quanto non è sottoposto a trazione è comunque in tensione. Ciò comporta una progressiva perdita di elasticità del cavo e di conseguenza una frenata poco o per niente modulabile.
I freni a disco sono azionati da un cilindro pieno d’olio, il pompante, assicurato ad una leva che quanto viene tirata obbliga l’olio a fuoriuscire. Quindi l’olio spinge i pistoni e permette la frenata. Il liquido non subisce alcuna alterazione quindi garantisce un’efficienza molto più costante nel tempo.
Rovereto – Torbole sulla Ciclabile della Vallagarina
17/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Rovereto dista pochi km dalle sponde del Lago di Garda. Si tratta di un semplice itinerario anche da percorrere in bicicletta, un’ideale gita giornaliera per chi si trova a pedalare nella zona.
Il percorso proposto è lungo circa 20 km ed è semplice da affrontare anche per chi pedala con i bambini al seguito.
Da Rovereto si imbocca la Pista Ciclabile della Vallagarina, piacevole percorso riservato ai ciclisti dove si incontrano spesso cicloviaggiatori anche stranieri, e la si segue fino alla località di Ala e quindi di Mori. Qui la pista ciclabile riprende e conduce alla scoperta di uno dei biotipi protetti più importanti del Trentino: il Lago di Loppio.



In realtà il lago è stato prosciugato nel 1940, oggi è solo un bacino palustre, ma nei suoi pressi si trova il sito archeologico di Sant’Andrea.
La pista prosegue fino alle porte del centro abitato di Nago, qui si devia su una piacevole stradina di campagna poco trafficata che permette di divertirsi su qualche facile salita. La strada regala inoltre splendidi scorci panoramici sul Lago di Garda che ora dista solo un paio di km.
Quindi una lunga discesa conduce dritti nel centro storico di Torbole, cittadina molto rinomata tra gli appassionati di mountain bike, cicloturismo, vela, windsurf e free climbing.
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Integrazione alimentare nel ciclismo
17/07/2017 in Alimentazione, Tecnica
L’integrazione alimentare nel ciclismo, proprio come suggerisce la parola, è un “di più” serve per integrare, ovvero colmare eventuali lacune.
La maggior parte del fabbisogno alimentare di cui il corpo necessita per far fronte allo sforzo fisico richiesto dall’attività in bicicletta deve provenire dalla normale alimentazione.
Gli integratori servono semplicemente per fornire quei nutrienti che l’alimentazione da sola non può o non riesce ad apportare naturalmente in quantità sufficienti.
Attenzione a non confondere l’integrazione con il doping. La prima fornisce nutrienti utili di cui l’organismo necessita per funzionare, il doping ha effetto sulle cellule a livello chimico-fisico provocando un netto miglioramento delle prestazioni. Il prezzo di tale effetto è poi scontato da tutto l’organismo che presto o tardi può accusare malattie del fegato, del cuore o diabete.
L’integrazione non è una cosa da prendere alla leggera, bisogna rivolgersi ad un nutrizionista esperto prima di cominciare ad assumere pillole solo in base ai consigli di amici, parenti, ciclisti o in base alle informazioni reperite online.
Un piano di integrazione alimentare serio e studiato da un professionista è personalizzato ed applicabile solo ed esclusivamente sulla persona che ne ha fatto richiesta. Inoltre considera il prima, il durante ed il dopo dell’attività fisica prevedendo per ogni momento il giusto nutriente da integrare.
- Integrazione preliminare – volta a far raggiungere all’organismo i valori ottimali per far fronte allo sforzo fisico.
- Integrazione sotto sforzo – mirata al reintegro dei nutrienti persi durante l’attività fisica.
- Integrazione per il recupero – per permettere al fisico di recuperare in fretta le energie e allo stesso tempo eliminare le tossine accumulatesi durante l’attività fisica.







