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Cicloturismo

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Come pedalare nel traffico delle ore di punta

19/09/2017 in I Nostri Consigli, News, Tecnica

Coloro che utilizzano la bici per andare a lavoro o per le commissioni quotidiane spesso si ritrovano a dover pedalare nel traffico dell’ora di punta.
Una situazione del genere, con lunghe file di auto impazienti, autobus e mezzi pesanti, può diventare molto pericolosa se non affrontata con la giusta cautela e preparazione.

Di solito, la maggior parte del traffico si concentra tra le 7 e le 9 del mattino e tra le 17 e le 19 di sera. Vediamo come affrontare le situazioni in cui ci si imbatte più spesso pedalando nel traffico.

 

SUPERARE VEICOLI LENTI
Spesso capita di trovarsi di fronte una vettura che procede molto lentamente (magari sta cercando parcheggio o non conosce la strada oppure è distratto dal cellulare). In questo caso occorre prestare la massima attenzione alla situazione per evitare di trovarsi vittima di una brusca svolta o di una brusca frenata da parte del veicolo in questione.
Per superare l’auto che ci sta davanti è necessario prima di tutto assicurarsi che non sopraggiungano da dietro eventuali veicoli in velocità. Quindi si estende il braccio verso sinistra segnalando la manovra e poi si pedala il più velocemente possibile oltre la vettura lenta. Attenzione a non rimanere sul lato sinistro della strada, spostatevi sulla destra appena possibile.

MEZZI PESANTI
La presenza di mezzi pesanti sulle strade è molto comune, ma ciò deve essere un deterrente all’uso della bicicletta. L’unica raccomandazione è quella di rimanere a distanza di sicurezza da tali mezzi poiché autobus, autoarticolati e camion sono spesso non si accorgono della presenza di un ciclista al loro fianco. Ciò è dovuto, non alla sbadataggine dell’autista, ma all’ampiezza dell’angolo cieco del mezzo che impedisce al guidatore di vedere quello che sta al suo fianco.

SUPERARE MEZZI INGOMBRANTI
La presenza di mezzi lunghi ed ingombranti come gli autobus è altrettanto frequente nell’ora di punta. Per superarli è meglio aspettare che si fermino e fare leva sulla maggiore reattività della bici rispetto a quella del bus.
Ovviamente il sorpasso sarà possibile solo se in direzione opposta non sopraggiungo auto o altri mezzi che ci costringono a stringere verso l’autobus. Questa manovra sarebbe molto pericolosa.
Il sorpasso va sempre adeguatamente segnalato estendendo il braccio sinistro e terminato nel minor tempo possibile.

SUPERARE ALTRI CICLISTI
Nel caso in cui lungo la strada si incontri un altro ciclista che pedala ad una velocità minore della nostra si dovrà effettuare una manovra di sorpasso.
L’ingombro di una bicicletta è decisamente minore rispetto a quello di un’auto, di un bus o di un camion ma superarla richiede comunque attenzione.
Prima di allargarsi a sinistra per procedere al sorpasso bisogna controllare che non ci siano auto altrimenti si rischia di speronarle. Al contrario se non ci si allarga abbastanza il ciclista che stiamo superando potrebbe impaurirsi e sbandare.
Lo stesso schema è valido nel caso in cui ci si imbatta in un ciclista che procede contromano.

TRAFFICO CONGESTIONATO
Molto spesso in prossimità di incroci, rotatorie o semafori si incontra una colonna di macchine ferme in coda. In questo caso si è obbligati a fare lo slalom tra i veicoli che occupano il lato destro della carreggiata e quelli che invece occupano il lato sinistro. Si riesce così a superare molte auto ferme, ma dato che la fila può tornare a scorrere in qualsiasi momento se non vi sentite sicuri o se non riuscite a leggere le mosse degli automobilisti è meglio aspettare in coda qualche minuto.

ZTL O ZONE PEDONALI
Piazze, vicoli, zone pedonali si incontrano spesso lungo il tragitto in bici. Da una parte sono “aree sicure” perché prive di veicoli, dall’altra però presentano innumerevoli variabili che bisogna essere preparati ad affrontare in bici (bambini che corrono, gruppetti di persone, cani al guinzaglio). Per essere sicuri di superare queste zone in sicurezza è meglio ridurre la velocità e nel caso scendere dalla bici.

La Valle dei Calanchi di Orvieto in moutain bike

19/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Orvieto, tra le più importanti città d’arte dell’Umbria, è una meta ideale per gli appassionati della mountain bike alla ricerca di panorami spettacolari e sterrati fuori dal comune.
L’itinerario proposto si rivolge in particolare ai biker principianti oppure ai neofiti di questo sport perché non presenta alcuna difficoltà tecnica. Il percorso tuttavia si snoda al 95% su sentieri sterrati ed è quindi ottimo per fare pratica di guida su terreno sconnesso.
Si tratta, in totale, di circa 27 km.

L’itinerario inizia presso il parcheggio della funicolare, zona Orvieto Scalo, e si dirige subito verso le sponde del fiume Paglia. I primi km scorrono tranquilli lungo il corso d’acqua, la prima salita, nonché l’unica del percorso, si incontro dopo una decina di km.

   

Terminata la salita, lunga 2 km, si raggiunge la Chiesa della Sala, un luogo da cui si può godere di una meravigliosa vista sulla valle sottostante.
Il panorama abbraccia buona parte della Tenuta del Castello della Sala, appartenente ai marchesi Antinori, noti produttori di vino eccellente.

Il primo tratto di discesa conduce direttamente nel cuore della Valle dei Calanchi. Pedalare in mezzo a queste magnifiche formazioni di arenaria è un’esperienza davvero unica.
Continuando, la discesa si fa più tecnica e richiede una maggiore attenzione fino a che non si ricollega al sentiero percorso all’andata lungo le sponde del fiume Paglia.
Si percorre dunque il tracciato a ritroso fino al parcheggio da cui si era partiti.

SCARICA L’ITINERARIO: Orvieto e Valle dei Calanchi

Mountain bike in Umbria: “La Via del Sagrantino”

19/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Montefalco è una cittadina umbra nota per la produzione eccellente di vino rosso: il Sagrantino di Montefalco. Il borgo, di antica origine medievale, vanta un centro storico incantevole situato in posizione panoramica. Da Montefalco si gode di una vista meravigliosa sulla campagna circostante e sulle colline umbre.

Attorno al paese si sviluppano inoltre numerosi percorsi sterrati ideali da affrontare in mountain bike. L’itinerario proposto si snoda proprio su alcuni di questi sentieri, immerso tra i vigneti ed gli uliveti del territorio.

Lungo la “Via del Sagrantino” si pedala sempre su ampie strade bianche prive di difficoltà tecniche, fatta eccezione per un brevissimo tratto leggermente impegnativo per chi è meno allenato. In totale si tratta di circa 25 km.

 

Usciti dal centro storico di Montefalco si scende in direzione di Camiano. Dopo circa 3 km si svolta a destra per imboccare lo sterrato che ci condurrà fino al borgo di Fabbri. Raggiunto il cimitero del paese, un altro sentiero ci permette di arrivare a Turrita pedalando in mezzo a lunghi filari di vite.

Per superare Turrita e procedere in direzione di Cortagnone bisogna affrontare il tratto più duro del percorso, una salita stancante per chi non è allenato.
Lo sterrato riprende a Cortagnone e dopo alcuni saliscendi riporta a Montefalco, passando anche dal centro abitato di Casale. Quest’ultimo tratto è quello paesaggisticamente più bello ed interessante dell’itinerario proprio per il continuo susseguirsi delle colline.

SCARICA L’ITINERARIO: Montefalco-Fabbri-Turrita-Cortagnone-Casale-Montefalco

Piemonte in bici con i bambini: il Giro del Roero

15/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Il Roero è una regione storica del Piemonte compresa nella provincia di Cuneo. Assieme ai territori vicini delle Langhe e del Monferrato, il Roero è un’apprezzata area di produzione vitivinicola.

La coltivazione della vite è un’attività tradizionale della zona e col tempo è diventata anche un’attrazione turistica. Le ordinate distese di filari che caratterizzano il fianco delle colline conferiscono al territorio un valore paesaggistico senza eguali. Inoltre, nella zona del Roero si trovano anche numerosi alberi da frutta.

L’itinerario proposto è ideale per apprezzare il paesaggio della regione e non presenta particolari difficoltà. Con un discreto allenamento alle spalle e riposando per una notte a metà strada, anche chi viaggia in bici con la famiglia può facilmente completare gli 83 km del percorso.

Il giro del Roero in bicicletta inizia e termina a Canale, uno dei centri abitati più importanti della zona. Si comincia quindi a pedalare in direzione del borgo storico di Castellinaldo e poi verso Priocca fino a Magliano Alfieri. Il paese si trova sulla cima di un basso colle articolato attorno ad un magnifico castello che funge anche da belvedere panoramico.

Il percorso è un continuo saliscendi tra le colline. Si attraversano i borghi di Neive, Castagnito e Guarene, sede quest’ultimo di un altro castello molto suggestivo. A lato della via scorrono vigneti e frutteti, campi coltivati e pascoli.

Castello di govone (Roero, Piemonte - Virginiascarsi (Wikipedia), CC BY-SA 3.0

Castello di govone (Roero, Piemonte – Virginiascarsi (Wikipedia), CC BY-SA 3.0

Una volta arrivati a Monticello d’Alba si può fare una sosta per ammirare l’antica roccaforte dei nobili locali e la vicina torre medievale di Santa Vittoria.
Ci troviamo ora nei pressi di Bra, capitale ideale del Roero, dove si possono gustare la famosa salsiccia di vitello ed un ottimo bicchiere di Arneis, vino bianco perfetto per l’aperitivo.

Sempre immersi nella natura si prosegue quindi in direzione di Sommariva di Perno e Baldissero, area di produzione di fragole e frutta, e poi verso Montaldo. La strada qui scorre affianco a boschi protagonisti della caccia al tartufo e della produzione di miele.

Poi chilometri più avanti, dopo aver superato Vezza d’Alba, si rientra nel centro di Canale.

SCARICA L’ITINERARIO: Tour del Roero

Tour della Bassa Langa, in bici tra castelli e vigneti

15/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Ogni cicloturista affronta il viaggio come una vera e propria avventura, pedalando spesso nelle regioni più autentiche e rappresentative del territorio in cui si trova.
Il percorso proposto è esattamente l’ideale per respirare la vera essenza del Piemonte. L’itinerario, lungo circa 68 km, si snoda tra i vigneti ed i castelli della Bassa Langa, entrambi frutto dell’ingegno di generazioni e generazioni di piemontesi.
Lo sviluppo chilometrico ed il dislivello previsti sono adatti a cicloturisti con un buon grado di allenamento.

Il tour della Bassa Langa in bicicletta inizia e termina a La Morra, il paese è un punto di riferimento per la produzione del nebbiolo. Il borgo gode anche di una posizione panoramica spettacolare che permette di ammirare buona parte del territorio.

Da qui una breve discesa conduce verso Barolo, il comune che da nome al famoso vino rosso piemontese. Barolo è anche dotato di un centro storico molto caratteristico di un castello altrettanto suggestivo oggi sede dell’Enoteca Regionale.

   

Il percorso prosegue quindi attraverso i vigneti fino a Monforte d’Arbia, rinomato centro turistico del territorio. Conviene a questo punto lasciare la bici e fare un giro nello spettacolare centro storico risalente all’anno mille. Qui si trovano anche numerose cantine ed enoteche dove poter fare una degustazione dei vini locali.

Si attraversano Dogliano, area di produzione dell’omonimo vino DOCG, Serravalle Langhe, Sinio e Serralunga d’Alba. Quest’ultimi abitati sono entrambi caratterizzati dalla presenza di un bellissimo castello.

Un altro maniero molto suggestivo si trova nel comune collinare di Grinzane Cavour. Questo castello ha ospitato per un lungo periodo il conte Camillo Penso, oggi è invece sede di un importante museo etnografico e teatro dell’annuale Asta Internazionale del Tartufo Bianco.

L’ultimo centro abitato che si attraversa prima di rientrare a La Morra è Verduno, meraviglioso punto panoramico e area di produzione vitivinicola.

SCARICA ITINERARIO: Giro della Bassa Langa

L’allenamento a corpo libero è utile ai ciclisti?

15/09/2017 in Biomeccanica, Tecnica

Fare allenamento a corpo libero fa bene all’intero organismo ed è consigliato sia per perdere peso che per mantenersi in forma. Molti sono gli atleti professionisti del ciclismo che tra un allenamento e l’altro si dedicano agli esercizi a corpo libero per rinforzare tutti i muscoli.
Nel ciclismo, la resistenza di tutto il corpo è infatti una qualità fondamentale. Per percorrere centinaia di km non basta allenare soltanto le gambe! Schiena, braccia e torace non possono essere ignorati.

Se non si ha la possibilità di andare in palestra, la soluzione ideale è l’allenamento a corpo libero. Vediamo perché:

1.Basta un piccolo spazio
L’allenamento a corpo libero si può fare a casa o anche in una stanza d’albergo perché gli esercizi non richiedono molto spazio.

2.Sono sufficienti 20 minuti
Sappiamo quanto sia difficile ritagliare del tempo per l’attività in bicicletta, quando proprio non si riesce ad uscire si possono fare degli esercizi a corpo libero. Bastano dai 20 ai 40 minuti.

3.Non servono attrezzi da palestra
“A corpo libero” significa appunto senza alcun attrezzo: né corde, né pesi. Si può utilizzare un tappetino (tipo quelli da yoga) per non fare gli esercizi direttamente sul pavimento.

4.Brucia molti grassi
L’allenamento a corpo libero è breve ma intenso, permette di velocizzare il metabolismo e quindi bruciare molti grassi. Inoltre il corpo continuerà a bruciare calorie ancora per un po’ dopo la fine degli esercizi per effetto della post-combustione.

5.Interessa diversi muscoli
Esistono migliaia di possibili esercizi ed alternandoli è possibile rinforzare muscoli diversi. Avere muscoli forti per esempio sulla schiena permette di far sparire il dolore dovuto allo stare seduti per molte ore. Inoltre i muscoli proteggono le ossa aiutando a prevenire l’osteoporosi.

6.Fa bene al cuore
L’allenamento a corpo libero fa aumentare la frequenza cardiaca, mentre riduce la pressione sanguigna, l’affaticamento cardiaco ed il colesterolo. E’ un’ottima abitudine anche per prevenire questo tipo di malattie.

Pista Ciclabile del Fiume Nahe – Naheradweg

14/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

La Pista Ciclabile del Fiume Nahe, o Naheradweg, è uno dei tanti itinerari cicloturistici semplici e ben organizzati per cui è famosa la Germania. Come la maggior parte dei percorsi per bici anche questa pista corre lungo le sponde di un fiume: il fiume Nahe.
Pedalare seguendo l’itinerario di un corso d’acqua permette di assicurarsi un viaggio molto panoramico e sempre in leggera discesa.

Il fiume Nahe nasce nella regione di Saarland e dopo circa 127 km si getta nel Reno. La pista scorre sempre su sede protetta fatta eccezione per alcuni brevi tratti in cui si pedala su strade di campagna poco frequentate dalle auto.

La Pista Ciclabile del fiume Nahe è ben segnalata lungo tutto il suo percorso, inoltre attraversa numerose cittadine dotate anche di stazione ferroviaria per cui si può alternare la bici al treno.
Si pedala immersi un caratteristico paesaggio di campagna tra colline, foreste e villaggi.

  

Il percorso inizia presso la sorgente del fiume nel cuore di una riserva naturale che ospita anche molti cervi. Il Nahe è caratterizzato per la sua tortuosità, il corso d’acqua procede sempre fra le colline formando numerose anse e la ciclabile le segue fedelmente.

Lungo il percorso si ha occasione di ammirare da vicino alcuni castelli che si ergono sulle alture circostanti. Anche Oberstein, la principale città della regione attraversata si trovano un castello ed una chiesa arroccati su una sporgenza rocciosa che domina la cittadina moderna.

Superata Oberstein ci si inoltra in un paesaggio sempre più rurale con colline più aspre e rocciose dove dominano le foreste. Mano a mano che si procede però si incontrano sempre più vigneti a lato della ciclabile, segno che ci si sta avvicinando alla valle del Reno.

Il panorama collinare si interrompe definitivamente presso Bad Kreuznach, la più grande città attraversata dalla ciclabile e dal fiume Nahe. Appena pochi km oltre il fiume si getta nel Reno e la ciclabile termina.

SCARICA L’ITINERARIO: Naheradweg

Quando e quali carboidrati assumere per l’allenamento in bici

14/09/2017 in Alimentazione, Tecnica

I carboidrati sono la benzina dei nostri muscoli, la fonte di energia senza la quale non possono funzionare a dovere. Essi vengono immagazzinati sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli e vengono “bruciati” al momento opportuno quando si necessità di energia.
Più glicogeno è accumulato nei muscoli più questi risponderanno con forza e resistenza.

Per mantenere alti i livelli di glicogeno ed essere sempre pieni di energia, chi pratica sport dovrebbe mantenere una dieta equilibrata ricca di carboidrati (55-65%), proteine (10-15%) e grassi (25-30%).

Ad essere importanti sono soprattutto i carboidrati. L’ideale è assumerli prima dell’allenamento in bici ed anche nella mezz’ora immediatamente successiva. Questo perché rifornire il prima possibile le riserve nei muscoli permette di riprendersi velocemente e quindi essere pronti ad affrontare un’altra sfida.

  

Ovviamente se l’intensità dell’allenamento aumenta anche il consumo (e quindi la riserva) di carboidrati deve aumentare.

Al contrario, chi si allena in bicicletta per perdere peso deve fare attenzione innanzitutto alla quantità di carboidrati che ingerisce. Se la priorità è dimagrire bisogna assicurarsi che a fine giornata la bilancia calorica sia negativa. Ovvero fare in modo, con l’attività fisica, di bruciare più calorie di quelle che si assumono (sono sufficienti circa 500 calorie in meno al giorno).
In pratica bisogna aumentare l’intensità dell’allenamento senza aumentare di conseguenza la quantità di carboidrati assunti.

I carboidrati complessi, che si trovano negli alimenti integrali, sono da preferire ai carboidrati semplici, che si trovano negli alimenti raffinati. I primi infatti contengono tutte le parti originali del seme e tutti i nutrienti. Questi si digeriscono più lentamente e rilasciano energia in maniera duratura, forniscono minerali, vitamine, oligoelementi e fibre che aiutano a regolarizzare il metabolismo.

Bici in famiglia lungo la “Via delle Dolomiti”

12/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Pedalare attraverso boschi e paesi incorniciati dalle montagne, su ponti sospesi e gole di incredibile suggestione. Tutto questo è possibile lungo la “Via delle Dolomiti”.
Si tratta di circa 80 km che si snodano tra Cortina d’Ampezzo, Dobbiaco e Lienz.

L’intero tragitto si svolge in leggera salita senza mai diventare impegnativo. E’ quindi adatto anche a famiglie con bambini, magari fermandosi per una notte a metà strada.
La bicicletta più indicata, soprattutto per il primo tratto è sicuramente una mountain bike perché occorre pedalare su strade sterrate.

Usciti da Cortina si inizia subito a pedalare lungo il tracciato della ex-ferrovia costruita a scopo militare nel 1905. Il percorso è oggi una via verde molto apprezzata da escursionisti e cicloturisti diretti a Dobbiaco.

Pedalando lungo l’ex-ferrovia si ha occasione di ammirare gli splendidi panorami che solo la natura alpina sa regalare. Uno degli scorci più suggestivi è quello che si può apprezzare dal Ponte Felizon, un lungo ponte sospeso sull’omonimo orrido.

  

Più avanti si raggiunge Carbonin e poi il Lago di Landro da cui si vedono benissimo le Tre Cime di Lavaredo. Da qui dopo appena altri 3 km si arriva a Dobbiaco.

Tra la città italiana e Lienz, in Austria, ci sono circa 50 km da percorrere lungo il corso del fiume Drava. E’ un percorso molto frequentato perché ben segnalato, ricco di servizi alternativi alla bici e privo di difficoltà.

L’inizio della pista ciclabile si trova nei pressi della stazione di Dobbiaco. Una volta arrivati presso il confine Italia-Austria si può ancora vedere l’antica casetta doganale.
Una volta in Austria, l’itinerario prosegue in leggera discesa attraverso la campagna fino a Lienz.

SCARICA L’ITINERARIO:  Prima Parte (Cortina-Dobbiaco)Seconda Parte (Dobbiaco-Lienz)

Tour della Sicilia Orientale in bicicletta

12/09/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

La Sicilia è una terra di contrasti, memorie e stili architettonici diversi, eredità dei vari popoli che l’hanno abitata nel corso dei secoli.
L’itinerario proposto è un tour della Sicilia orientale in bicicletta suddiviso in 13 giorni per un totale di oltre 600 km.

1° giorno: Aci Trezza-Taormina (53 km)
Il punto di partenza è Aci Trezza, cittadina di pescatori citata anche da Verga nei suoi racconti. Da qui si pedala verso Acireale distante appena 5 km. Il suo centro storico lastricato in pietra vulcanica è una caratteristica comune di molti paesi locali data la vicinanza dell’Etna.
Si continua a pedalare in campagna circondati dai profumi di limoni ed aranci fino a Taormina.

2° giorno: Taormina-Castiglione di Sicilia (47 km)
Direzione Francavilla lungo la SS 185 fino all’ingresso delle Gole dell’Alcantara, uno dei principali fiumi della Sicilia. Un’escursione a piedi lungo il corso d’acqua regala emozioni uniche. Poco prima di Francavilla si devia in salita verso Castiglione di Sicilia.

3° giorno: Castiglione di Sicilia-Nicolosi (57 km)
Sempre più a ridosso del vulcano si pedala in salita per raggiungere l’abitato di Linguaglossa circondata da vigne ed alberi del pistacchio. Si attraversano poi Fornazzo, Sant’Alfio, Zafferana Etnea, Pedara e d infine la tappa termina a Nicolosi, circa 700 m sul livello del mare, all’ombra dell’Etna.

4° giorno: Nicolosi-Nicolosi (52 km)
La giornata è dedicata all’esplorazione del vulcano con un giro ad anello.

5° giorno: Nicolosi-Caltagirone (90 km)
Da Nicolosi si prede subitola strada in discesa lunga circa 15km che riporta a valle fino a Paternò. Quindi il percorso procede in pianura lasciandosi alle spalle il vulcano e le alture che lo circondano. Si superano Palagonia e Catania, poi di nuovo in salita per circa 10 km per raggiungere Caltagirone a quota 608 m sul livello del mare.

6° giorno: Caltagirone-Buccheri (69 km)
Caltagirone è un famoso luogo di produzione di ceramiche artistiche ed anche nel centro storico si trovano esempi della fantasia degli artigiani locali. Lasciato il paese si riprende a pedalare con continui saliscendi verso le cittadine di Grammichele, Vizzini, Monterosso. La giornata termina a Buccheri.

 

7° giorno: Buccheri-Palazzo Acreide (15 km)
Palazzo Acreide è la perla dei monti Iblei, un comune antichissimo che ha conservato intatte numerose testimonianze archeologiche greche e architetture barocche.

8° giorno: Palazzo Acreide-Palazzo Acreide (46 km)
La giornata è dedicata all’esplorazione dei dintorni di Palazzo Acreide come il centro abitato di Buscemi e Valle Anapo.

9° giorno: Palazzo Acreide-Ragusa (40 km)
L’itinerario tra Palazzo Acreide e Ragusa si svolge per lo più in piano e non presenta particolari difficoltà. Ragusa merita una visita approfondita. La città è praticamente divisa in due: Hybla, la città vecchia, e Ragusa, la città nuova.

10° giorno: Ragusa-Marina di Modica (53 km)
Da Ragusa si raggiunge velocemente la città di Modica, antichissima località e Patrimonio dell’Umanità. Si prosegue quindi verso Scicli, un vero gioiello della Sicilia ancora poco conosciuto al turismo di massa. Superata Scicli si arriva a Marina di Modica e finalmente al mare.

11° giorno: Marina di Modica-Marzamemi (57 km)
Arrivati sulla costa si continua a pedalare sul lungomare in direzione di Pachino e Portopalo di Capo Passero, il comune più a sud d’Italia. Quindi la tappa termina a Marzamemi, caratteristica cittadina balneare.

12° giorno: Marzamemi-Fontane Bianche (55 km)
Il percorso continua nelle vicinanze della costa attraverso l’Oasi di Vendicari, un particolare ecosistema di palude che ospita varie specie protette. All’altezza di Noto si torna verso l’interno affrontando di nuovo qualche salita. Si supera Avola, luogo di produzione del famoso “Nero d’Avola” e quindi si arriva a Fontane Bianche.

13° giorno: Fontane Bianche-Siracusa (40 km)
L’ultima tappa termina a Siracusa, altra città meravigliosa che merita di essere visitata con calma per non lasciarsi sfuggire alcuna emozione.

SCARICA L’ITINERARIO: Sicilia Orientale in bicicletta