La rivoluzione delle e-bike nel cicloturismo: libertà per tutti”
21/10/2025 in News
Una volta il cicloturismo era riservato ai più allenati. Oggi, grazie alle bici elettriche, il viaggio su due ruote è diventato davvero per tutti. La rivoluzione delle e-bike ha cambiato il modo di vivere la strada, aprendo nuovi orizzonti anche a chi non si definisce sportivo.
Secondo i dati di Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), nel 2024 in Italia sono state vendute oltre 400 mila e-bike, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Ma il dato più interessante è un altro: cresce il numero di viaggiatori che scelgono la bici elettrica per esplorare territori rurali, borghi e parchi naturali.
Regioni come Trentino, Toscana e Puglia stanno investendo in percorsi “bike friendly”, con colonnine di ricarica, noleggi integrati e segnaletica dedicata. Anche le strutture ricettive si sono adattate: hotel con deposito bici, officine mobili e mappe GPX pronte all’uso.
L’e-bike non toglie il gusto della fatica, ma lo rende accessibile. Permette di coprire distanze più lunghe, affrontare salite impegnative e condividere l’esperienza con chi, forse, non avrebbe mai pensato di poterlo fare.
Bikepacking in Italia: 5 consigli per la tua prima avventura su due ruote
20/10/2025 in Tecnica
Il bikepacking è la nuova frontiera del viaggio in bici: niente borse pesanti, solo l’essenziale legato al telaio e tanta voglia di libertà. Sempre più ciclisti scelgono questa formula per scoprire l’Italia fuori dalle rotte classiche, dormendo sotto le stelle o in piccoli rifugi di campagna.
Ecco cinque consigli pratici per chi vuole iniziare.
1. Scegli il percorso giusto.
Meglio partire con un itinerario medio-facile, con dislivelli contenuti e punti di rifornimento frequenti. Ottime opzioni sono la Via degli Dei (Bologna–Firenze) o la Ciclovia Aida (da Susa a Trieste).
2. Alleggerisci la mente, e la bici.
Porta solo ciò che serve davvero: un cambio tecnico, una giacca impermeabile, kit di riparazione, caricabatterie e una tenda ultraleggera. Ricorda: ogni grammo in più si sente sulle salite.
3. Allenati prima di partire.
Non serve essere atleti, ma un minimo di preparazione è fondamentale. Prova un paio di weekend con zaino e sacco a pelo per abituarti al peso e al ritmo.
4. Pianifica ma resta flessibile.
Il bello del bikepacking è proprio la libertà. Tieni una traccia GPS, ma concediti deviazioni e pause quando qualcosa cattura la tua attenzione.
5. Rispetta i luoghi che attraversi.
Lascia solo le tue orme (o meglio, le tue impronte di gomma). Il cicloturismo è anche un gesto ecologico e di cura verso il territorio.
Alla fine, ogni viaggio in bikepacking è una lezione di semplicità: basta una bici, un po’ di strada e la voglia di scoprire quanto lontano si può andare con il vento in faccia.
Sulla via delle acque: pedalando lungo il Po, dal Monviso all’Adriatico”
20/10/2025 in Viaggi
C’è un momento, lungo la ciclabile del Po, in cui la pianura si fa silenziosa e l’acqua scorre accanto come un compagno di viaggio. È lì che il tempo rallenta e la bicicletta diventa strumento di scoperta, non di arrivo.
Il Ciclovia del Po, uno dei progetti più affascinanti del cicloturismo italiano, unisce le sorgenti del grande fiume ai lidi dell’Adriatico per oltre 600 chilometri di percorsi ciclabili. Dal Piemonte al Veneto, passando per Emilia e Lombardia, è un viaggio nel cuore produttivo del Paese, ma anche nella sua anima più autentica.
Si parte dalle Alpi, dove il fiume nasce sotto lo sguardo austero del Monviso, e si segue il suo corso tra risaie, cascine e ponti di ferro. Ogni tappa racconta una storia: Cremona con le sue liuterie, Ferrara con le mura rinascimentali, Delta del Po con le sue oasi di aironi e canneti.
L’esperienza è dolce, mai frenetica. Gli incontri con i produttori locali, le notti in agriturismo, le chiacchiere con chi vive il fiume ogni giorno: tutto contribuisce a rendere questo itinerario un racconto di lentezza e meraviglia.Perché il cicloturismo, in fondo, è questo: un modo per misurare il tempo non in chilometri, ma in sguardi.
Al via i lavori per la nuova pista ciclabile tra Roncalceci e Ghibullo
19/10/2025 in News
Partiranno lunedì i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile lungo la strada provinciale 5 “Roncalceci”, un intervento atteso da tempo che collegherà in sicurezza i centri abitati di Roncalceci e Ghibullo. Il tracciato, lungo circa 750 metri, rappresenta un tassello importante nella rete ciclabile del territorio ravennate, pensato per favorire la mobilità sostenibile e ridurre i rischi per chi si sposta su due ruote.
La nuova infrastruttura sarà bidirezionale e avrà una larghezza di 2,5 metri, sufficiente a garantire un passaggio agevole per ciclisti in entrambi i sensi di marcia. Ma l’aspetto più significativo riguarda la sicurezza: la pista sarà costruita in sede propria, completamente separata dalla carreggiata della provinciale e dal traffico automobilistico.
A dividere bici e auto sarà un cordolo insormontabile largo 50 centimetri, posizionato a mezzo metro dalla linea bianca che delimita l’attuale corsia stradale. Una soluzione che consentirà di mantenere la continuità del percorso ciclabile senza compromettere la viabilità esistente.
L’intervento si inserisce in una strategia più ampia di valorizzazione della mobilità lenta nella zona, promossa per incoraggiare gli spostamenti quotidiani in bicicletta e, al tempo stesso, offrire nuove opportunità per il cicloturismo locale. Il collegamento tra Roncalceci e Ghibullo, infatti, si trova in un’area ricca di percorsi secondari e strade di campagna ideali per chi ama pedalare immerso nella tranquillità della pianura romagnola.
Una volta completata, la pista ciclabile diventerà non solo una via più sicura per i residenti, ma anche un nuovo itinerario da scoprire per chi viaggia alla scoperta del territorio in sella a una bici.
L’Italia a pedali: la nuova frontiera del turismo lento
18/10/2025 in News
Negli ultimi anni l’Italia ha riscoperto il piacere di viaggiare piano. Dopo decenni di vacanze mordi e fuggi, il cicloturismo si è imposto come una delle tendenze più autentiche e sostenibili del nuovo turismo. Oggi non è più solo una nicchia per sportivi o appassionati, ma un modo di vivere il viaggio: muoversi con lentezza, osservare, ascoltare, incontrare.
Dal Veneto alla Puglia, dalla Toscana alla Sardegna, ogni regione ha riscoperto antiche strade e vie secondarie, adattandole ai ritmi delle due ruote. Gli itinerari si moltiplicano, le ciclovie diventano dorsali turistiche e le strutture ricettive imparano a parlare la lingua del viaggiatore in bici: colazioni energetiche, ricoveri sicuri per le biciclette, mappe aggiornate e assistenza tecnica.
Un Paese fatto per la bici
L’Italia è un museo a cielo aperto e la bicicletta ne è la chiave ideale. Ogni pedalata attraversa un paesaggio diverso: le risaie del Pavese, i borghi collinari della Val d’Orcia, i trulli della Valle d’Itria, le scogliere del Salento. Ma soprattutto, il cicloturismo unisce territori lontani e riporta vita nei piccoli paesi dimenticati.
Lungo la Ciclovia del Sole, che collega Bolzano a Bologna e poi fino al Sud, migliaia di cicloturisti percorrono ogni anno la storica linea ferroviaria dismessa, oggi trasformata in un nastro d’asfalto immerso nella natura. Sulle vie d’acqua del Po si pedala seguendo il ritmo dei fiumi, mentre in Sardegna la neonata Ciclovia della Nurra accompagna il mare e i silenzi di un’isola ancora selvaggia.
Numeri in crescita
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo Outdoor, il cicloturismo in Italia genera oltre 7 milioni di presenze l’anno, con una spesa media di circa 90 euro al giorno per persona. È un turismo che lascia valore sul territorio, perché preferisce le strutture locali, le osterie, i prodotti a chilometro zero.
A trainare la crescita sono soprattutto i trentenni e quarantenni, ma anche molte famiglie che scelgono vacanze attive, percorsi facili e la libertà di spostarsi senza stress.
Il futuro è a due ruote
Le nuove generazioni non cercano solo destinazioni, ma esperienze. E il cicloturismo, in questo senso, è un linguaggio universale: coniuga movimento, scoperta e sostenibilità. Il boom delle e-bike ha reso accessibili percorsi un tempo riservati ai più allenati, aprendo la strada a un pubblico sempre più ampio.
Oggi molte regioni italiane stanno investendo in infrastrutture ciclabili integrate, con progetti che collegano le grandi città ai borghi minori. L’obiettivo è chiaro: fare dell’Italia una delle mete cicloturistiche più importanti d’Europa, insieme a Germania e Olanda.
Un modo diverso di guardare il mondo
Viaggiare in bici è una forma di libertà che non ha età. È il vento sul viso, la fatica che si trasforma in gioia, l’incontro improvviso con un contadino o un artigiano che racconta la sua storia. È la possibilità di attraversare il Paese non solo da nord a sud, ma da dentro.
Il cicloturismo non è una moda, ma una cultura che cresce. Una rivoluzione silenziosa, fatta di pedali e di orizzonti aperti.
La Via Silente: il Cilento da scoprire a colpi di pedale
17/10/2025 in Viaggi
Ci sono viaggi che si fanno per arrivare e altri che si fanno per capire. La Via Silente, un itinerario cicloturistico di circa 600 chilometri nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, appartiene decisamente alla seconda categoria. È una rotta che invita a rallentare, ad ascoltare il respiro dei luoghi e a ritrovare il piacere della lentezza.
Un anello di silenzi e meraviglie
La Via Silente nasce nel 2014 da un’idea visionaria: valorizzare il Cilento attraverso il ritmo della bicicletta. L’anello parte da Castelnuovo Cilento e si snoda tra montagne e mare, boschi e borghi medievali, fino a lambire le acque cristalline di Palinuro, Marina di Camerota e Acciaroli, il borgo amato da Hemingway.
Il tracciato attraversa oltre 70 comuni, collegando luoghi che il turismo di massa ha dimenticato ma che conservano un fascino autentico. Pedalando, si passa accanto a uliveti secolari, antiche mulattiere e silenzi che sanno di passato. È un viaggio in cui ogni curva regala un panorama, e ogni incontro diventa una storia.
Pedalare lento, vivere intensamente
Affrontare la Via Silente significa entrare in un’altra dimensione del viaggio: quella in cui la fatica è parte del piacere. Con i suoi 10.000 metri di dislivello, il percorso mette alla prova gambe e testa, ma ogni salita è ricompensata da un panorama che toglie il fiato o da un sorriso incontrato lungo la strada.
Gli “Albergabici” sono strutture convenzionate pensate per i ciclisti che offrono un ristoro, informazioni e accoglienza genuina. C’è chi affronta l’anello completo in dieci giorni, chi si concede solo qualche tappa: l’importante è lasciarsi guidare dal ritmo della strada, non dal cronometro.
Quando partire e cosa portare
Primavera e autunno sono i momenti ideali per vivere l’esperienza: il clima è mite, la natura esplode di colori e le strade restano tranquille. Una gravel o una mountain bike equipaggiata per il bikepacking è perfetta per affrontare il fondo misto del percorso; le e-bike permettono di godersi anche le salite più impegnative senza rinunciare al gusto dell’avventura.
Un viaggio che resta dentro
Più che un itinerario, la Via Silente è un incontro. Con la natura, con la gente del posto, ma soprattutto con sé stessi. È la scoperta di un Sud autentico, dove il tempo scorre lento e ogni pedalata diventa una forma di meditazione in movimento.
Bellinzago e Oleggio, in arrivo 2,4 milioni per ampliare la rete ciclabile dell’Ovest Ticino
16/10/2025 in News
Bellinzago e Oleggio si preparano a pedalare verso un futuro più sostenibile. Grazie ai fondi europei del programma Fesr 2021-2027, la Regione Piemonte ha assegnato 2,4 milioni di euro per il potenziamento della rete ciclabile nei due Comuni dell’Ovest Ticino, nell’ambito del cosiddetto “Ambito 5”. Si tratta di un intervento strategico che si aggiunge al contributo da 1,7 milioni già destinato al collegamento tra Cameri e Galliate lungo la provinciale 4, con l’obiettivo di creare una rete continua e sicura per la mobilità dolce.
Il progetto prevede la realizzazione o la messa in sicurezza di circa 25 chilometri di percorsi ciclabili, di cui una ventina ricavati lungo strade già esistenti e altri 5 chilometri di nuovi tratti da costruire ex novo a margine delle carreggiate. L’intento è quello di favorire l’interconnessione tra i centri abitati, le aree produttive e i luoghi di interesse turistico, promuovendo una mobilità alternativa all’auto privata.
L’intervento più rilevante sarà il nuovo collegamento ciclabile di oltre 3 chilometri tra via Po, a Bellinzago, e il lato sud della Badia di Dulzago, l’antico borgo rurale immerso nella campagna novarese. Lungo questo tracciato è prevista anche l’installazione di colonnine di ricarica per e-bike, a testimonianza di una crescente attenzione verso le nuove forme di mobilità elettrica e sostenibile.
Secondo le amministrazioni locali, il finanziamento rappresenta un passo decisivo per rendere il territorio più accessibile e attrattivo, sia per i residenti sia per i visitatori. “La ciclabile non sarà solo un’infrastruttura ambientale, ma anche un volano per il turismo e per la valorizzazione del nostro patrimonio rurale e naturalistico”, sottolineano i sindaci dei due Comuni.
Con questi nuovi interventi, l’Ovest Ticino punta a consolidare la propria identità come area modello di mobilità lenta e integrata, capace di coniugare sostenibilità, sicurezza e valorizzazione del territorio. Se i tempi di approvazione e gara verranno rispettati, i lavori potrebbero prendere il via già nel corso del prossimo anno.
Pedalare leggeri: il minimalismo entra nel cicloturismo”
15/10/2025 in News
C’è un nuovo modo di viaggiare in bicicletta, e non riguarda solo la destinazione. Si chiama minimalismo a pedali, e nasce dall’idea che la libertà si misuri in chilogrammi.
Niente più borse laterali stracolme o equipaggiamenti da spedizione: chi abbraccia il bikepacking punta all’essenziale una tenda ultraleggera, due cambi tecnici e tanta voglia di strada.
I vantaggi sono evidenti: si viaggia più veloci, si spende meno, ma soprattutto si riscopre il gusto dell’imprevisto. “Porto con me solo ciò che mi serve davvero, e ogni cosa ha un valore nuovo”, racconta Giulia, 32 anni, che ha attraversato la Sardegna dormendo sotto le stelle.
Il minimalismo su due ruote non è solo una moda: è una reazione al superfluo, un invito a rallentare. In un’epoca in cui si misura tutto in prestazioni, il cicloturismo leggero ricorda che la vera conquista è pedalare liberi, senza zavorre né sul portapacchi né nella testa.
Borghi e pedali: l’Italia nascosta lungo le strade secondarie
15/10/2025 in News
C’è un’Italia che non appare nelle guide, e che si scopre solo in sella. È fatta di stradine che serpeggiano tra colline e campi, di borghi dove il fornaio conosce ancora per nome chi passa ogni mattina.
Il cicloturismo lento sta riportando vita in questi luoghi dimenticati, dove il turista tradizionale non arriva e il tempo sembra essersi fermato.
Pedalando lungo l’Appennino tosco-emiliano o tra le colline marchigiane, capita di fermarsi in una piazza silenziosa e scambiare due parole con chi, lì, non ha mai smesso di credere nella propria terra.
“Quando vedo arrivare i ciclisti, è come se il mondo tornasse a passare di qui”, racconta un anziano di Montefabbri, minuscolo borgo arroccato su una collina.
Il segreto del successo di questi percorsi è semplice: autenticità. Nessuna frenesia, nessuna vetrina, solo la gioia di scoprire a ritmo di pedale che l’Italia vera non è sparita,basta scegliere la strada giusta per incontrarla.
Federazione Ciclistica Italiana sospende la convenzione con ACSI: una decisione che cambia lo scenario per i granfondisti
14/10/2025 in News
Il mondo del ciclismo amatoriale italiano è di nuovo in fermento. Dopo le polemiche per il rialzo delle quote di tesseramento previsto per il 2026, la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) ha annunciato un’altra misura che promette di scuotere ulteriormente il settore: la sospensione della convenzione di reciprocità con l’ACSI, uno degli enti di promozione sportiva più attivi nel panorama ciclistico nazionale.
Un colpo di scena dopo mesi di tensioni
La notizia, comunicata il 13 ottobre, arriva a pochi giorni dalle accese discussioni sull’aumento generalizzato delle tariffe federali. Il Consiglio Federale aveva deliberato un raddoppio delle quote di affiliazione per le società e incrementi diffusi per quasi tutte le categorie di tesserati, dai professionisti agli amatori, fino ai giovani.
Ora, con la sospensione dell’accordo di reciprocità con l’ACSI, la situazione si complica ulteriormente. Fino a oggi, grazie alla convenzione tra FCI e gli Enti di Promozione Sportiva, i ciclisti tesserati con un ente potevano partecipare alle manifestazioni organizzate dall’altro senza necessità di una nuova tessera o di ulteriori coperture assicurative. Era un meccanismo che semplificava la vita agli appassionati e favoriva la partecipazione alle granfondo in tutta Italia.Con la sospensione, però, questo sistema di apertura viene meno.
Cosa cambia per gli amatori
Per i ciclisti amatoriali, la novità rappresenta un potenziale ostacolo economico e organizzativo. Partecipare a una gara non affiliata al proprio ente significherà d’ora in poi dover verificare di volta in volta le condizioni di accesso, sottoscrivere una tessera giornaliera o rinunciare all’evento.
Sul piano pratico, la conseguenza più immediata sarà un aumento dei costi e una riduzione della libertà di scelta. Se fino a ieri un tesserato FCI poteva prendere parte senza problemi a una granfondo ACSI (e viceversa), ora dovrà fare i conti con una burocrazia più rigida e meno conveniente.
Anche se la stagione delle granfondo volge al termine, la decisione potrebbe pesare già sui programmi del 2026, soprattutto per le società sportive che costruiscono la loro attività annuale attorno alle manifestazioni amatoriali.
Le ragioni della Federazione e le reazioni del mondo ciclistico
La FCI giustifica la sospensione come parte di un processo di revisione delle convenzioni con gli Enti di Promozione, ma molti nel settore leggono la mossa come un tentativo di riaffermare un controllo più stretto sul movimento. Dopo il boom post-pandemia dell’ACSI, che ha superato i 50.000 tesserati diventando il principale riferimento per gli amatori, il rapporto tra i due organismi è apparso sempre più delicato.
Le società ciclistiche, già provate dai rincari di affiliazione, vedono in questa decisione un segnale preoccupante. Il rischio è di aumentare ulteriormente il divario tra la Federazione e la base del movimento, cioè quei volontari e appassionati che, con impegno e risorse proprie, tengono in vita il calendario delle manifestazioni locali e nazionali.
Un futuro incerto per il ciclismo amatoriale
Mentre la FCI parla di “necessità di aggiornamento e chiarezza normativa”, gli addetti ai lavori temono che il provvedimento finisca per penalizzare proprio il cuore pulsante del ciclismo italiano: gli amatori.
In un contesto economico già fragile, dove i costi di gestione e sicurezza sono in costante aumento, ogni barriera aggiuntiva rischia di trasformarsi in un deterrente per i praticanti e per gli organizzatori.
La sensazione diffusa è che, senza un dialogo costruttivo tra Federazione ed Enti di Promozione, il movimento amatoriale possa frammentarsi ulteriormente. E a pagarne il prezzo, ancora una volta, sarebbero i ciclisti stessi.









