Masuria in Bicicletta – Tra Laghi, Leggende e Libertà
16/07/2025 in Viaggi
Giżycko – C’è un angolo della Polonia dove l’acqua incontra i boschi, e dove le biciclette sembrano fatte apposta per esplorare il paesaggio: è la Masuria, terra di laghi, castelli e silenzi interrotti solo dal canto degli uccelli acquatici.
Questo paradiso naturale, soprannominato la “Terra dei Mille Laghi” (in realtà sono oltre 2.000), è perfetto per un tour cicloturistico rilassato, con percorsi ad anello che si snodano tra paesini come Mikołajki, Ryn e Mrągowo, e digressioni verso castelli gotici, canali navigabili e riserve naturali.
Una delle tratte più suggestive è il percorso Giżycko – Ruciane-Nida, circa 120 km immersi nella foresta e costeggiando acque cristalline dove è facile incrociare barche a vela, aironi e persino cervi al tramonto. Il terreno è misto: sterrato compatto, tratti asfaltati e qualche sfida collinare – ma nulla che un cicloturista medio non possa affrontare.
L’atmosfera? Quella rarefatta dei luoghi fuori dal tempo. I campeggi sono accoglienti e spesso in riva al lago, ideali per notti stellate e risvegli nella nebbia leggera dell’alba.
Per i più avventurosi, c’è anche la possibilità di combinare la bici con il kayak, seguendo itinerari misti che rendono l’esperienza ancora più completa e immersiva.
Il Green Velo – L’Oriente Inaspettato della Polonia su Due Ruote
16/07/2025 in Viaggi
Białystok – In pochi conoscono la bellezza discreta dell’est della Polonia, eppure il Green Velo è la prova concreta che il cicloturismo può essere scoperta, avventura e meraviglia. Con i suoi oltre 2.000 km, è il più lungo percorso ciclabile segnalato del Paese, e un invito aperto a chi cerca l’autenticità lontano dalle rotte battute.
Il tracciato parte dal confine con la Lituania e serpeggia lungo cinque regioni: Podlaskie, Lubelskie, Podkarpackie, Świętokrzyskie e Warmińsko-Mazurskie. Tra foreste vergini come quella di Białowieża (uno degli ultimi habitat del bisonte europeo) e borghi sospesi nel tempo, ogni tappa regala un’immersione nella natura e nella cultura slava più genuina.
Il fondo ciclabile è perlopiù asfaltato, ben segnalato e arricchito da oltre 200 “MOR” (luoghi di sosta per ciclisti) attrezzati con tavoli, rastrelliere e pannelli informativi. Un’attenzione che raramente si trova altrove in Europa.
Cosa aspettarsi? Colline dolci, fiumi tranquilli, incontri inattesi con cicogne e piccoli produttori locali. E soprattutto, un silenzio rarefatto che accompagna il viaggiatore per giorni.Il Green Velo non è solo un percorso, è un viaggio nel tempo e nello spazio, dove la bici diventa il miglior mezzo per riscoprire il volto meno conosciuto dell’Europa dell’Est.
Sulla Via Verde de la Sierra – Pedalando tra i Pueblos Blancos dell’Andalusia
15/07/2025 in Viaggi
Un tempo ferrovia abbandonata, oggi paradiso per i ciclisti. La Via Verde de la Sierra è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti del sud della Spagna, che attraversa la suggestiva provincia di Cádiz fino a raggiungere la provincia di Siviglia. 36 chilometri di pura meraviglia naturalistica, tra tunnel scavati nella roccia, viadotti panoramici e paesaggi che sembrano usciti da un film western.
La partenza è fissata a Olvera, uno dei celebri pueblos blancos andalusi, dominato da una fortezza moresca e da stradine acciottolate dove il tempo pare essersi fermato. Da lì, si imbocca la pista ciclabile perfettamente asfaltata, ben segnalata e completamente interdetta al traffico motorizzato.
Il percorso è adatto a tutti i livelli: la pendenza è dolce e costante, e le numerose aree di sosta consentono di prendersi il tempo per assaporare il paesaggio. Il punto forte? Il viadotto di Zaframagón, che sovrasta una gola spettacolare e regala la possibilità di osservare una delle più grandi colonie di avvoltoi leonati d’Europa.
Il tragitto si conclude a Puerto Serrano, dove è possibile ristorarsi in uno dei ristorantini locali, assaporando tapas e vino andaluso. Per i più avventurosi, esistono itinerari che proseguono verso la Sierra de Grazalema o le colline della campagna sivigliana.
Un viaggio che unisce natura, cultura e pedalate in un mix indimenticabile. Consigliatissimo in primavera e autunno, quando le temperature sono ideali.
La Costa Brava in Bicicletta – Tra il Mediterraneo e la Storia
15/07/2025 in Viaggi
Pedalare lungo la Costa Brava è come viaggiare dentro una cartolina: scogliere a picco sul mare, pinete profumate e calette nascoste che si alternano a borghi medievali intatti. Un itinerario da sogno per ogni cicloturista, dove la bellezza del paesaggio si fonde con il piacere della scoperta lenta.
L’itinerario che consiglio parte da Sant Feliu de Guíxols, antico porto di pescatori, e segue l’antica linea ferroviaria riconvertita in pista ciclabile, la Via Verde del Carrilet II. Il tracciato si snoda verso l’interno, attraversando campi coltivati e piccole cittadine come Llagostera e Cassà de la Selva, fino a raggiungere Girona, città d’arte dal fascino intramontabile.
Ma il vero tesoro della Costa Brava si scopre restando sulla costa. Il tratto ciclabile da Palamós a L’Estartit regala panorami mozzafiato, con strade secondarie, sterrati leggeri e salite che mettono alla prova le gambe, ma ripagano con viste incredibili sul Mediterraneo. Le soste sono obbligate: Calella de Palafrugell, con le sue case bianche sul mare, e Pals, borgo medievale perfettamente conservato, sono vere gemme.
La Costa Brava è ben attrezzata per il cicloturismo: strutture bike-friendly, noleggi, officine e perfino hotel con garage custoditi. La segnaletica è ottima, e l’atmosfera generale è rilassata, soprattutto lontano dai mesi di punta estivi.
Finlandia, la Terra dei Mille Laghi in Bicicletta
14/07/2025 in Viaggi
Pedalare in Finlandia è come entrare in un dipinto nordico: foreste infinite, laghi che specchiano il cielo e strade che sembrano sussurrare: “Vai piano, guarda intorno, respira.” Il mio itinerario ha seguito la regione del Lakeland, da Lahti fino a Kuopio, passando per sentieri sterrati, villaggi remoti e saune galleggianti.
La bellezza qui è discreta ma continua. Ogni giorno era una scoperta: un lago nascosto dietro una curva, un cervo che attraversava la strada, una colazione a base di pane nero e formaggio locale condivisa con un ciclista finlandese incontrato per caso.
Ho pedalato attraverso il Parco Nazionale di Linnansaari, dove i traghetti portano le biciclette tra le isole. Qui la natura è sovrana, ma incredibilmente accessibile: campeggiatori, escursionisti, pescatori… e io, con la mia bicicletta e la tenda leggera. La sera, dopo decine di chilometri, mi tuffavo nel lago e poi entravo nella sauna. Un rito quotidiano che rigenerava corpo e spirito.
Nonostante il sole di mezzanotte confondesse il senso del tempo, ogni giorno aveva il suo ritmo lento e pieno. Pedalare in Finlandia è come riscoprire il silenzio. Non quello vuoto, ma quello pieno di significato, di vento tra le betulle e uccelli lontani.
Quando sono arrivato a Kuopio, dopo 800 km di viaggio, ho capito che non stavo cercando una meta. Stavo cercando un modo di vivere. E in Finlandia, l’ho trovato: semplice, pulito, essenziale. Proprio come una buona pedalata.
Siberia in Bicicletta — Oltre il Freddo, dentro la Libertà
14/07/2025 in Viaggi
Ci sono viaggi che si scelgono. E altri che ti chiamano. La Siberia, con la sua vastità spietata e affascinante, appartiene alla seconda categoria. È stato un viaggio che non ho deciso a cuor leggero: un itinerario di oltre 1.200 chilometri da Novosibirsk a Irkutsk, tagliando la steppa e costeggiando il maestoso fiume Ob. In sella a una bici caricata come un mulo e spinta da una volontà testarda, ho affrontato temperature sotto lo zero, piogge improvvise, e giornate in cui l’unico suono era quello dei miei pneumatici sulla ghiaia gelata.
Lungo la strada, villaggi di legno con anziani che mi offrivano tè bollente e storie di altri inverni. I volti erano duri, scolpiti dal vento e dal tempo, ma ospitali. Una donna a Krasnoyarsk, vedendomi armeggiare con una camera d’aria congelata, mi ha invitato a casa sua: banya, zuppa calda, e il silenzio condiviso davanti a una stufa a legna. La Siberia è così: essenziale e sincera.
La tappa più toccante? Senza dubbio, il Lago Bajkal. Raggiungerlo è stato come varcare una soglia. L’acqua blu profonda, il ghiaccio che scricchiolava sotto i miei piedi e il silenzio totale mi hanno fatto sentire piccolo, ma straordinariamente vivo.
Pedalare in Siberia non è solo un viaggio geografico. È un attraversamento interiore. Dove il freddo ti prova, il silenzio ti interroga, e la strada ti restituisce la versione più vera di te stesso.
Pedalare dove il tempo si è fermato: il fascino dimenticato della Val di Noto su due ruote
13/07/2025 in Viaggi
In un angolo di Sicilia che sembra dipinto da Caravaggio e scritto da Camilleri, la bicicletta diventa lente d’ingrandimento e macchina del tempo. La Val di Noto, patrimonio dell’UNESCO, non è solo una culla del barocco, ma anche una nuova meta d’oro per il cicloturismo lento e consapevole.
Strade antiche, esperienze nuove
Percorrere la Val di Noto in bici significa attraversare un paesaggio stratificato di pietra, fichi d’India e chiese che sembrano crescere dalla roccia. Le strade secondarie, spesso deserte, offrono un’alternativa ideale alla congestione turistica delle città d’arte, permettendo una connessione autentica con il territorio.
Tra Noto, Modica, Scicli e Ragusa Ibla si snoda un percorso adatto sia agli amatori con e-bike che ai più esperti in cerca di salite panoramiche e discese emozionanti. La distanza tra i borghi raramente supera i 25 km, e ogni tappa regala un mix perfetto di architettura, gastronomia e accoglienza.
Il valore della lentezza
Qui il tempo si misura in pedalate. Si arriva a Modica a mezzogiorno, si pranza con cioccolato artigianale e caponata, si riparte senza fretta. Si sosta a Scicli al tramonto, tra palazzi silenziosi e piazze che odorano di gelsomino.
Questo è il cicloturismo che cresce: lento, rispettoso, immersivo. Non solo un’alternativa ecologica, ma una filosofia di viaggio. In una terra spesso raccontata solo per le sue spiagge o per la fiction, il viaggiatore in bici scopre un’anima profonda, intima, vera.
Infrastrutture e futuro
Negli ultimi anni, la Sicilia sud-orientale ha cominciato a investire nel turismo sostenibile. Le ex ferrovie dismesse si stanno trasformando in greenway ciclabili, gli agriturismi offrono colonnine per la ricarica e-bike, e le guide locali iniziano a proporre tour personalizzati su due ruote.
Certo, la strada è ancora lunga. Mancano segnaletiche chiare, i trasporti pubblici non sempre sono bike-friendly, e la manutenzione non è ovunque costante. Ma è proprio in questi territori di frontiera che il cicloturismo può fare la differenza, portando economia e visibilità in modo sostenibile.
Il consiglio del viaggiatore
Evita l’estate piena: maggio e ottobre sono i mesi migliori per pedalare tra gli aranceti in fiore o sotto il cielo dorato dell’autunno. Porta con te una buona scorta d’acqua, una traccia GPS offline e, soprattutto, tempo. Perché in Val di Noto non si va veloci. Si va lontano.
Pedalando tra le vette: un viaggio in bicicletta sulle Dolomiti
12/07/2025 in Viaggi
DOLOMITI – Le ruote scorrono leggere sull’asfalto, il silenzio è rotto solo dal respiro costante e dai suoni della montagna. Pedalare tra le Dolomiti non è soltanto sport: è un’esperienza sensoriale completa, un’immersione nella natura più pura, tra pascoli, tornanti epici e paesaggi che sembrano usciti da una cartolina.
Il percorso che proponiamo parte da Cortina d’Ampezzo, regina delle Dolomiti, e attraversa alcuni dei passi più iconici dell’arco alpino. Un anello impegnativo ma appagante, lungo circa 75 chilometri, con un dislivello positivo di oltre 2.000 metri, che tocca tre dei valichi più noti: Passo Falzarego, Passo Valparola e Passo Campolongo.
La partenza: Cortina e il Falzarego
La giornata inizia presto, con le prime luci del sole che accendono di rosa le vette delle Tofane. Uscendo da Cortina, si comincia a salire verso il Passo Falzarego (2.105 m). I tornanti sono regolari, mai troppo duri, e permettono di trovare un buon ritmo. Il panorama si apre via via, regalando scorci spettacolari sui boschi e le cime che dominano la valle.
Valparola: la terrazza sulle Dolomiti
Dal Falzarego si prosegue verso il vicino Passo Valparola (2.168 m), uno dei punti più panoramici del percorso. Qui lo sguardo spazia sulle cime del Gruppo del Sella, del Lagazuoi e oltre. Un luogo perfetto per una breve sosta, magari con una foto davanti al rifugio e al piccolo lago alpino.
Discesa in Val Badia e risalita al Campolongo
La lunga discesa verso La Villa, nel cuore della Val Badia, è pura adrenalina: curve ampie, asfalto impeccabile e profumo di pini. Ma non bisogna rilassarsi troppo, perché dopo pochi chilometri inizia la risalita verso il Passo Campolongo (1.875 m), un classico del Sellaronda e del Giro d’Italia.
Questa salita, seppur meno impegnativa delle precedenti, richiede energie residue e concentrazione. La ricompensa? Una vista mozzafiato e una meritata discesa finale verso Arabba, da dove si può rientrare verso Cortina (eventualmente con un transfer, per chi preferisce evitare l’ultima salita del Falzarego in senso inverso).
Un viaggio tra fatica e bellezza
Questo itinerario non è per tutti: servono allenamento, abbigliamento tecnico e una buona dose di determinazione. Ma la bellezza dei luoghi, la qualità delle strade e l’atmosfera unica delle Dolomiti ripagano ogni goccia di sudore.
Pedalare qui significa vivere la montagna in modo autentico, respirare a pieni polmoni e riscoprire un contatto profondo con se stessi. E alla fine della giornata, magari davanti a un piatto di canederli fumanti o un bicchiere di Lagrein, si capisce davvero cosa rende le Dolomiti uno dei luoghi più affascinanti del mondo per ogni ciclista.
Cavenago di Brianza e Ornago: Collegate da Una Nuova Pista
11/07/2025 in News
Le scorse settimane ha segnato un importante passo avanti per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale nei comuni di Cavenago di Brianza e Ornago. È stata ufficialmente inaugurata una nuova pista ciclopedonale lungo la strada provinciale 176, un progetto nato dalla collaborazione tra i sindaci Giacomo Biffi e Daniel Siccardi.
La nuova infrastruttura collega direttamente i due comuni, offrendo un percorso sicuro e illuminato per ciclisti e pedoni. Gli ultimi interventi, tra cui l’installazione dell’illuminazione pubblica, dei parapetti e della segnaletica orizzontale, hanno completato il progetto, rendendo la pista pronta per essere utilizzata.
Oltre a migliorare la sicurezza, la pista ciclopedonale rappresenta un incentivo per il trasporto alternativo e per uno stile di vita più sostenibile. Permetterà ai cittadini di spostarsi tra Cavenago e Ornago senza utilizzare l’automobile, riducendo l’impatto ambientale e favorendo il benessere fisico.
Questo tracciato è anche un’opportunità per promuovere l’interazione tra le comunità locali e valorizzare il territorio circostante. La pista, immersa in un contesto verde, consente di apprezzare il paesaggio brianzolo in tutta la sua bellezza.
L’inaugurazione è solo un esempio di come i comuni possono lavorare insieme per migliorare la qualità della vita dei cittadini, puntando su progetti che uniscono sostenibilità, sicurezza e valorizzazione del territorio.
Binari senza treni: il nuovo volto del cicloturismo italiano
10/07/2025 in News
Una rete nascosta di emozioni: viaggiare in bici lungo le vecchie ferrovie dismesse
C’è un’Italia che non si vede dai finestrini dell’alta velocità. Un’Italia che non corre, ma accompagna. Un’Italia fatta di binari arrugginiti, stazioni dimenticate, ponti di ferro sospesi su vallate e gallerie scavate nella roccia. Sono le ferrovie dismesse, tracciati nati per collegare comunità oggi dimenticate, e che stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo.
Negli ultimi anni, molte di queste linee sono state recuperate e trasformate in greenway ciclabili, percorsi sicuri e immersi nella natura che attirano ogni anno migliaia di ciclisti, italiani e stranieri. Dalla Liguria alla Sicilia, passando per l’Appennino, queste strade silenziose raccontano un’Italia minore ma autentica.
L’esempio virtuoso della Ciclovia della Val di Merse
Prendiamo la Ciclovia della Val di Merse, in Toscana. Realizzata sul tracciato della vecchia ferrovia Asciano-Monte Antico, dismessa negli anni ’90, oggi offre un percorso ciclabile di 30 chilometri tra boschi di leccio, borghi medievali e abbazie millenarie. Nessun traffico, solo il rumore delle ruote sul pietrisco e il fruscio delle foglie.
“La vera bellezza di questi percorsi è che non sono solo ciclabili: sono racconti”, spiega Luca Bianchi, presidente dell’associazione locale “Binari Verdi”, che ha contribuito alla rinascita del tracciato. “Ogni stazione abbandonata è una pagina di storia da sfogliare”.
Turismo lento, impatto leggero
Questi itinerari rappresentano un’occasione d’oro anche per il turismo rurale. Agriturismi, piccoli ristoranti e B&B lungo i vecchi binari registrano un aumento del flusso turistico, soprattutto nella stagione estiva. In tempi in cui la sostenibilità è una priorità, il binomio bici + recupero delle infrastrutture esistenti è vincente.
Secondo Legambiente, in Italia ci sono oltre 7.000 km di ferrovie dismesse, di cui solo una parte è già stata trasformata in ciclovie. Il potenziale è enorme, soprattutto in regioni come la Calabria, la Sardegna o l’Umbria, dove le vecchie linee tagliano paesaggi mozzafiato.
Tra passato e futuro
La riconversione delle ferrovie dismesse non è solo una questione di mobilità o turismo: è una scelta culturale. Significa valorizzare il territorio senza snaturarlo, promuovendo un modo di viaggiare lento, consapevole e rispettoso.
Chi pedala su questi tracciati non cerca solo la performance sportiva, ma la connessione con il paesaggio e con la memoria di quei luoghi.
In sella verso il domani
Il cicloturismo lungo le ferrovie dismesse è una metafora perfetta dell’Italia che cambia: un Paese che riscopre il valore del passato per immaginare un futuro diverso. Dove non serve correre per arrivare lontano. Basta pedalare, magari su una vecchia linea dove non passano più i treni, ma dove oggi corrono emozioni nuove.