Pedalando tra le vette: un viaggio in bicicletta sulle Dolomiti
12/07/2025 in Viaggi
DOLOMITI – Le ruote scorrono leggere sull’asfalto, il silenzio è rotto solo dal respiro costante e dai suoni della montagna. Pedalare tra le Dolomiti non è soltanto sport: è un’esperienza sensoriale completa, un’immersione nella natura più pura, tra pascoli, tornanti epici e paesaggi che sembrano usciti da una cartolina.
Il percorso che proponiamo parte da Cortina d’Ampezzo, regina delle Dolomiti, e attraversa alcuni dei passi più iconici dell’arco alpino. Un anello impegnativo ma appagante, lungo circa 75 chilometri, con un dislivello positivo di oltre 2.000 metri, che tocca tre dei valichi più noti: Passo Falzarego, Passo Valparola e Passo Campolongo.
La partenza: Cortina e il Falzarego
La giornata inizia presto, con le prime luci del sole che accendono di rosa le vette delle Tofane. Uscendo da Cortina, si comincia a salire verso il Passo Falzarego (2.105 m). I tornanti sono regolari, mai troppo duri, e permettono di trovare un buon ritmo. Il panorama si apre via via, regalando scorci spettacolari sui boschi e le cime che dominano la valle.
Valparola: la terrazza sulle Dolomiti
Dal Falzarego si prosegue verso il vicino Passo Valparola (2.168 m), uno dei punti più panoramici del percorso. Qui lo sguardo spazia sulle cime del Gruppo del Sella, del Lagazuoi e oltre. Un luogo perfetto per una breve sosta, magari con una foto davanti al rifugio e al piccolo lago alpino.
Discesa in Val Badia e risalita al Campolongo
La lunga discesa verso La Villa, nel cuore della Val Badia, è pura adrenalina: curve ampie, asfalto impeccabile e profumo di pini. Ma non bisogna rilassarsi troppo, perché dopo pochi chilometri inizia la risalita verso il Passo Campolongo (1.875 m), un classico del Sellaronda e del Giro d’Italia.
Questa salita, seppur meno impegnativa delle precedenti, richiede energie residue e concentrazione. La ricompensa? Una vista mozzafiato e una meritata discesa finale verso Arabba, da dove si può rientrare verso Cortina (eventualmente con un transfer, per chi preferisce evitare l’ultima salita del Falzarego in senso inverso).
Un viaggio tra fatica e bellezza
Questo itinerario non è per tutti: servono allenamento, abbigliamento tecnico e una buona dose di determinazione. Ma la bellezza dei luoghi, la qualità delle strade e l’atmosfera unica delle Dolomiti ripagano ogni goccia di sudore.
Pedalare qui significa vivere la montagna in modo autentico, respirare a pieni polmoni e riscoprire un contatto profondo con se stessi. E alla fine della giornata, magari davanti a un piatto di canederli fumanti o un bicchiere di Lagrein, si capisce davvero cosa rende le Dolomiti uno dei luoghi più affascinanti del mondo per ogni ciclista.
Cavenago di Brianza e Ornago: Collegate da Una Nuova Pista
11/07/2025 in News
Le scorse settimane ha segnato un importante passo avanti per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale nei comuni di Cavenago di Brianza e Ornago. È stata ufficialmente inaugurata una nuova pista ciclopedonale lungo la strada provinciale 176, un progetto nato dalla collaborazione tra i sindaci Giacomo Biffi e Daniel Siccardi.
La nuova infrastruttura collega direttamente i due comuni, offrendo un percorso sicuro e illuminato per ciclisti e pedoni. Gli ultimi interventi, tra cui l’installazione dell’illuminazione pubblica, dei parapetti e della segnaletica orizzontale, hanno completato il progetto, rendendo la pista pronta per essere utilizzata.
Oltre a migliorare la sicurezza, la pista ciclopedonale rappresenta un incentivo per il trasporto alternativo e per uno stile di vita più sostenibile. Permetterà ai cittadini di spostarsi tra Cavenago e Ornago senza utilizzare l’automobile, riducendo l’impatto ambientale e favorendo il benessere fisico.
Questo tracciato è anche un’opportunità per promuovere l’interazione tra le comunità locali e valorizzare il territorio circostante. La pista, immersa in un contesto verde, consente di apprezzare il paesaggio brianzolo in tutta la sua bellezza.
L’inaugurazione è solo un esempio di come i comuni possono lavorare insieme per migliorare la qualità della vita dei cittadini, puntando su progetti che uniscono sostenibilità, sicurezza e valorizzazione del territorio.
Binari senza treni: il nuovo volto del cicloturismo italiano
10/07/2025 in News
Una rete nascosta di emozioni: viaggiare in bici lungo le vecchie ferrovie dismesse
C’è un’Italia che non si vede dai finestrini dell’alta velocità. Un’Italia che non corre, ma accompagna. Un’Italia fatta di binari arrugginiti, stazioni dimenticate, ponti di ferro sospesi su vallate e gallerie scavate nella roccia. Sono le ferrovie dismesse, tracciati nati per collegare comunità oggi dimenticate, e che stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo.
Negli ultimi anni, molte di queste linee sono state recuperate e trasformate in greenway ciclabili, percorsi sicuri e immersi nella natura che attirano ogni anno migliaia di ciclisti, italiani e stranieri. Dalla Liguria alla Sicilia, passando per l’Appennino, queste strade silenziose raccontano un’Italia minore ma autentica.
L’esempio virtuoso della Ciclovia della Val di Merse
Prendiamo la Ciclovia della Val di Merse, in Toscana. Realizzata sul tracciato della vecchia ferrovia Asciano-Monte Antico, dismessa negli anni ’90, oggi offre un percorso ciclabile di 30 chilometri tra boschi di leccio, borghi medievali e abbazie millenarie. Nessun traffico, solo il rumore delle ruote sul pietrisco e il fruscio delle foglie.
“La vera bellezza di questi percorsi è che non sono solo ciclabili: sono racconti”, spiega Luca Bianchi, presidente dell’associazione locale “Binari Verdi”, che ha contribuito alla rinascita del tracciato. “Ogni stazione abbandonata è una pagina di storia da sfogliare”.
Turismo lento, impatto leggero
Questi itinerari rappresentano un’occasione d’oro anche per il turismo rurale. Agriturismi, piccoli ristoranti e B&B lungo i vecchi binari registrano un aumento del flusso turistico, soprattutto nella stagione estiva. In tempi in cui la sostenibilità è una priorità, il binomio bici + recupero delle infrastrutture esistenti è vincente.
Secondo Legambiente, in Italia ci sono oltre 7.000 km di ferrovie dismesse, di cui solo una parte è già stata trasformata in ciclovie. Il potenziale è enorme, soprattutto in regioni come la Calabria, la Sardegna o l’Umbria, dove le vecchie linee tagliano paesaggi mozzafiato.
Tra passato e futuro
La riconversione delle ferrovie dismesse non è solo una questione di mobilità o turismo: è una scelta culturale. Significa valorizzare il territorio senza snaturarlo, promuovendo un modo di viaggiare lento, consapevole e rispettoso.
Chi pedala su questi tracciati non cerca solo la performance sportiva, ma la connessione con il paesaggio e con la memoria di quei luoghi.
In sella verso il domani
Il cicloturismo lungo le ferrovie dismesse è una metafora perfetta dell’Italia che cambia: un Paese che riscopre il valore del passato per immaginare un futuro diverso. Dove non serve correre per arrivare lontano. Basta pedalare, magari su una vecchia linea dove non passano più i treni, ma dove oggi corrono emozioni nuove.
La Via Rhôna in Savoia – Pedalando lungo il fiume tra natura e storia
09/07/2025 in Viaggi
La Savoia è una terra di montagne ma anche di acqua, e uno dei modi più suggestivi per esplorarla è seguire il corso del Rodano lungo la Via Rhôna, una ciclovia che collega il Lago di Ginevra al Mediterraneo. In questo articolo ti porto alla scoperta del tratto savoiardo, perfetto per cicloturisti di tutti i livelli.
Itinerario consigliato: Seyssel – Chanaz – Le Bourget-du-Lac
📏 Distanza: circa 65 km
⛰️ Dislivello: minimo – percorso principalmente pianeggiante
🚴 Difficoltà: facile
Il viaggio comincia a Seyssel, una graziosa cittadina fluviale al confine tra Alta e Bassa Savoia. Il percorso segue l’argine del Rodano, su piste ciclabili ben segnalate e asfaltate. Lungo la strada si attraversano paesaggi di campagna, vigneti e piccoli borghi.
Una tappa imperdibile è Chanaz, soprannominata la “Piccola Venezia della Savoia”. Qui potrai fare una sosta sul canale di Savières, assaggiare specialità locali (come i formaggi o l’olio di noci) e visitare il mulino ancora in funzione.
Il tratto finale conduce fino a Le Bourget-du-Lac, sulle sponde del lago più grande della Francia. Un tuffo rinfrescante o una passeggiata sul lungolago sono il modo perfetto per concludere la giornata.
Consigli utili:
Noleggio bici disponibile a Seyssel e Aix-les-Bains.
Percorso adatto anche alle famiglie.
Ideale in primavera e inizio autunno, per evitare il caldo estivo.
Il Col du Galibier in bici – Sfida alpina nel cuore della Savoia
09/07/2025 in Viaggi
Per i cicloturisti esperti in cerca di una sfida alpina epica, il Col du Galibier è una delle salite più iconiche d’Europa. Situato tra la Savoia e le Hautes-Alpes, questo passo leggendario è spesso protagonista del Tour de France. Ma è anche un sogno per ogni appassionato di bici da strada.
Itinerario consigliato: Valloire – Col du Galibier – Retour
📏 Distanza A/R: circa 35 km
⛰️ Dislivello: 1.200 m circa
🚴 Difficoltà: alta
La salita inizia da Valloire, un tipico villaggio alpino a 1.400 metri di altitudine. I primi chilometri sono regolari, ma via via che si sale, il paesaggio si fa sempre più maestoso e selvaggio. L’ultima parte della salita, dal Col du Télégraphe al Col du Galibier, è la più impegnativa, con pendenze che sfiorano il 10%.
Raggiunta la vetta a 2.642 metri, la vista è mozzafiato: le Alpi francesi si aprono a perdita d’occhio, con il Massiccio della Meije e il Monte Bianco in lontananza. Dopo le foto di rito, si può godere di una lunga discesa, con il vento tra i capelli e il cuore pieno di soddisfazione.
Consigli utili:
Meglio affrontare la salita tra giugno e settembre, quando il passo è aperto.
Portare abbigliamento tecnico e antivento (anche d’estate può fare freddo in quota).
Ideale per bici da corsa; evitare in caso di maltempo.
La magia della Loira in bicicletta – Un viaggio tra castelli e vigneti
08/07/2025 in Viaggi
Pedalare lungo la Valle della Loira è come attraversare le pagine di un libro di fiabe. Questo celebre itinerario cicloturistico, conosciuto come “La Loire à Vélo”, si snoda per oltre 900 km da Cuffy, vicino Nevers, fino all’Oceano Atlantico a Saint-Nazaire. Un percorso adatto a tutti, dai ciclisti esperti alle famiglie, che regala paesaggi incantevoli, città storiche e una gastronomia da sogno.
Ho iniziato il mio viaggio a Orléans, antica città legata a Giovanna d’Arco. Da lì, seguendo il fiume, mi sono immerso in un paesaggio dominato da castelli rinascimentali e campi coltivati. Ogni tappa è una scoperta: Blois, con il suo castello arroccato e le sue vie medievali; Amboise, dove Leonardo da Vinci visse gli ultimi anni della sua vita; e Tours, città giovane e vivace perfetta per una pausa gourmet.
Il tratto fino a Saumur, nel cuore dell’Anjou, è tra i più suggestivi: vigneti a perdita d’occhio, grotte di tufo, e cantine dove degustare i bianchi fruttati della regione. Pedalare qui è un piacere puro: piste ciclabili ben segnalate, poche salite e una natura che cambia colore a ogni stagione.
Consiglio: dedicate almeno una settimana al percorso, dormendo in piccoli chambre d’hôtes o campeggi lungo la Loira. E non dimenticate una visita al castello di Chenonceau, uno dei più romantici di Francia.
La Loire à Vélo è più di un itinerario: è un’esperienza culturale, sensoriale, profondamente rilassante. Un perfetto mix tra attività fisica e lentezza, tra avventura e contemplazione.
La Via Verde del Canal du Midi – Pedalando tra acqua e storia
08/07/2025 in Viaggi
Nel sud della Francia, là dove il sole accarezza le vigne della Linguadoca e i platani fanno ombra alle strade bianche, scorre lento il Canal du Midi, un capolavoro di ingegneria del XVII secolo oggi patrimonio UNESCO. Accanto al canale si snoda una delle ciclovie più affascinanti d’Europa, perfetta per un viaggio slow tra natura, storia e sapori mediterranei.
Ho intrapreso il percorso da Toulouse, la “ville rose”, affascinante e vivace. Da lì, inizia una pedalata rilassante lungo sentieri ombreggiati che costeggiano il canale. Il tratto è prevalentemente pianeggiante, con lunghi tratti sterrati adatti a gravel o city bike.
Lungo il cammino, piccoli porti fluviali e chiuse storiche raccontano secoli di traffici e commerci. Castelnaudary è una tappa obbligata, patria del cassoulet, piatto tipico locale. Poi si prosegue verso Carcassonne, gioiello medievale perfettamente conservato: arrivarci in bici, tra filari e canali, ha un sapore d’altri tempi.
Il percorso termina (o inizia) a Sète, affacciata sul Mediterraneo. Dopo giorni tra alberi e acqua dolce, l’odore del mare e il riflesso del sole sulle onde regalano un finale perfetto.
Questa “voie verte” è ideale per chi cerca tranquillità, paesaggi pittoreschi e autenticità. Nessuna fretta: solo la gioia di pedalare accompagnati dal fruscio dell’acqua e dal canto delle cicale.
5 errori da evitare quando organizzi il tuo primo viaggio in bici
07/07/2025 in News
Il cicloturismo è una delle forme di viaggio più libere e rigeneranti. Ma partire impreparati può trasformare un sogno in una (faticosa) disavventura. Ecco i 5 errori più comuni che fanno i principianti — e come evitarli.
1. Sovraccaricare le borse
Molti temono di dimenticare qualcosa, e finiscono per portare troppo. Ogni chilo in più si fa sentire sulle salite. La regola d’oro? Essenziale, multifunzione, leggero.
2. Sottovalutare il percorso
Non tutti i tratti ciclabili sono uguali. Informati bene su dislivello, fondo stradale e punti di rifornimento. App come Komoot o BikeMap possono aiutarti a pianificare.
3. Non testare prima la bici
Una sella scomoda o un cambio mal regolato possono rovinarti il viaggio. Fai almeno un paio di uscite con la bici carica prima di partire.
4. Dimenticare l’alimentazione
Non basta una banana al giorno. Portati barrette, frutta secca e acqua in abbondanza. Il tuo corpo brucerà calorie senza sosta.
5. Pensare che serva essere “atleti”
Il cicloturismo non è una gara. È resistenza mentale più che fisica, è ritmo personale. Anche pedalando 40 km al giorno si può vivere un’esperienza indimenticabile.
Dolomiti in bici: il giro dei quattro passi, dove la fatica incontra la leggenda.
07/07/2025 in Viaggi
Ci sono luoghi in cui la strada sembra scolpita per le due ruote. Nelle Dolomiti, questo miracolo prende forma nel Giro dei Quattro Passi: un anello spettacolare che unisce Passo Campolongo, Passo Pordoi, Passo Sella e Passo Gardena. Quattro nomi che, per ogni ciclista, suonano come poesia.
Siamo nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio UNESCO, tra rocce rosa, vallate verdi e silenzi che parlano forte. Il giro parte solitamente da Corvara, in Alta Badia, ed è lungo circa 55 km, con oltre 1.600 metri di dislivello. Non una passeggiata, ma nemmeno un’impresa proibitiva, se affrontata con il giusto spirito.
“Ogni passo ha la sua anima”, racconta Luca, cicloturista torinese che percorre l’anello ogni estate. “Il Campolongo è il più gentile, il Pordoi il più lungo, il Sella il più scenografico, il Gardena il più armonioso. Ti senti piccolo, ma incredibilmente vivo.”
Il bello è che, lungo la strada, ci si sente parte di una comunità: gruppi di ciclisti di ogni età, bike hotel attrezzati, malghe con strudel e speck. Qui tutto è pensato per chi viaggia a pedali.
Quando partire? I mesi migliori sono da giugno a settembre. In estate si può incrociare il “Sellaronda Bike Day”, quando i passi vengono chiusi al traffico e lasciati solo a bici e silenzio.
Serve allenamento? Sì, ma più mentale che muscolare. Serve voglia di rallentare in salita, di guardarsi intorno, di godersi anche il fiatone.
Perché in fondo, tra quei tornanti, non conta quanto veloce arrivi in cima. Conta cosa senti mentre pedali. E nelle Dolomiti, si sente sempre qualcosa di speciale.
Sulle Strade del Gusto e della Storia: in Bici da Parma a Modena
06/07/2025 in Territorio
Emilia-Romagna — C’è un filo sottile, fatto di curve dolci e profumi intensi, che unisce le città dell’Emilia. Un percorso ideale per chi ama pedalare senza fretta, tra campi di grano, acetaie centenarie e borghi carichi di storia. Da Parma a Modena, passando per Reggio Emilia, questo itinerario cicloturistico di circa 90 chilometri offre un’immersione autentica nel cuore della Food Valley italiana.
Pedalando tra sapori e paesaggi
Il punto di partenza è Parma, città elegante e golosa, patria del prosciutto crudo e del Parmigiano Reggiano. Prima di salire in sella, vale la pena fare una passeggiata nel centro storico e magari una colazione in Piazza Garibaldi, con vista sul Duomo romanico.
Il percorso si sviluppa su strade secondarie a basso traffico e tratti di ciclabile lungo l’antica Via Emilia, seguendo un tracciato prevalentemente pianeggiante, adatto anche a cicloturisti meno esperti.
Uscendo da Parma, si pedala tra campi coltivati, cascine e canali irrigui. La prima tappa consigliata è Sant’Ilario d’Enza, piccolo centro noto per la sua posizione strategica: da qui si accede facilmente alla campagna reggiana, dove è possibile visitare caseifici che producono Parmigiano Reggiano secondo tradizione.
Reggio Emilia: la città del Tricolore
A metà strada si incontra Reggio Emilia, città dal cuore vivace e culturale. Qui, la bicicletta è di casa: il centro è facilmente visitabile su due ruote, tra piazze animate e palazzi storici. Il Palazzo del Tricolore, dove nacque la bandiera italiana nel 1797, è una sosta obbligata.
Una pausa pranzo? Impossibile resistere a un piatto di erbazzone o tortelli di zucca in una delle osterie del centro. E per i più appassionati, una deviazione verso le colline di Scandiano può regalare panorami suggestivi e ottimi vini.
Arrivo a Modena: motori, arte e aceto balsamico
L’ultimo tratto del percorso porta a Modena, città che unisce eleganza, motori e gusto. L’ingresso in città regala la vista sulla Ghirlandina, la torre campanaria che svetta accanto al Duomo, patrimonio UNESCO.
Ma Modena è anche patria dell’aceto balsamico tradizionale: numerose acetaie aprono le porte ai cicloturisti curiosi, per degustazioni guidate e visite tra botti antiche e profumi intensi.
Per chiudere il viaggio in bellezza, una cena in una trattoria storica a base di tigelle, gnocco fritto e Lambrusco è quasi un dovere.
Consigli pratici
Distanza: circa 90 km, pianeggianti, percorribili in 1-2 giorni
Tipo di bici: adatta bici da trekking, gravel o e-bike
Segnaletica: seguire la Via Emilia, ma attenzione a tratti urbani
Quando partire: primavera e inizio autunno sono ideali per clima e colori
Punti d’interesse: caseifici, acetaie, borghi e centri storici
Un viaggio lento nel cuore dell’Emilia
Questo itinerario è più di una semplice pedalata: è un viaggio nelle radici profonde di una terra generosa, dove ogni chilometro racconta una storia, ogni sosta diventa scoperta. In Emilia-Romagna, anche la bicicletta parla la lingua della passione e dell’ospitalità.