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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Sotto i cieli di mezzanotte – Cicloturismo tra fiordi e foreste in Norvegia

23/07/2025 in Viaggi

Esistono luoghi dove il tempo sembra dilatarsi, e ogni chilometro percorso è un capitolo di un racconto nordico fatto di silenzi, luce e natura selvaggia. La Norvegia, con le sue infinite strade panoramiche e i fiordi scolpiti nel granito, è una di queste destinazioni.

L’itinerario da Bergen a Ålesund, lungo la costa occidentale, è uno dei tratti più suggestivi del cicloturismo europeo. Un viaggio di circa 500 km tra salite impegnative e discese vertiginose, dove il paesaggio cambia continuamente: un momento stai pedalando accanto a cascate impetuose, il momento dopo sei avvolto dalla nebbia tra i pini, con una renna che ti osserva in lontananza.

La bellezza di questa rotta non sta solo nei panorami mozzafiato, ma anche nella possibilità di attraversare piccole comunità norvegesi, dormire in rifugi spartani ma accoglienti, e vivere la giornata secondo il ritmo della natura. In estate, le ore di luce sembrano non finire mai: la famosa “luce del nord” illumina anche le pedalate serali, rendendo ogni uscita quasi surreale.

Le condizioni climatiche richiedono una buona preparazione: il tempo può cambiare rapidamente, e alcuni tratti – soprattutto i passi montani – mettono alla prova anche i ciclisti più esperti. Ma chi affronta questa sfida viene ricompensato da un senso di libertà impareggiabile.

In Norvegia, ogni pedalata è un atto di rispetto verso la terra. Un invito a rallentare, ascoltare, respirare. E ricordare che, talvolta, le strade più difficili sono anche le più indimenticabili

by Matteo

Sulle tracce del vento baltico – In bici lungo la costa danese

23/07/2025 in Viaggi

Il rumore delle onde, il canto dei gabbiani e la pedalata che si fa più fluida sotto un cielo ampio e limpido: è questa l’esperienza che regala la ciclovia nazionale danese n. 5, meglio conosciuta come Østersøruten, la Rotta del Mar Baltico.

Un itinerario di oltre 820 km che si snoda tra coste sabbiose, villaggi di pescatori, brughiere e castelli, offrendo un perfetto equilibrio tra natura, cultura e sostenibilità. È uno dei percorsi più amati dai cicloturisti in Nord Europa, e non è difficile capirne il motivo.

La partenza ideale è Copenaghen, capitale bike-friendly per eccellenza. Qui, oltre il 60% dei residenti usa la bicicletta ogni giorno: infrastrutture impeccabili, piste ciclabili dedicate e una cultura della mobilità dolce rendono ogni spostamento un piacere. Da lì si prosegue verso sud, attraversando la verde Selandia e prendendo il traghetto per l’isola di Lolland, per poi dirigersi verso Funen e concludere a Sønderborg, nella penisola dello Jutland.

Ogni tappa è scandita da paesaggi rilassanti e ritmi lenti: perfetti per chi cerca una vacanza attiva ma rigenerante. Le strutture ricettive sono ben distribuite, spesso a misura di ciclista, e il campeggio libero è consentito in numerose aree.

Pedalare lungo la costa danese non è solo un viaggio fisico, ma anche un’immersione nei valori del vivere semplice, in armonia con la natura. Un’esperienza da consigliare a chi ama scoprire il mondo a colpi di pedale, con il vento del Baltico a fare da compagno di strada.

by Matteo

Croazia dell’Interno – L’anello verde del Parco di Plitvice

22/07/2025 in Viaggi

La Croazia non è solo mare. Il cuore verde del Paese, tra foreste, laghi e villaggi rurali, offre itinerari ciclabili sorprendenti. Uno dei più affascinanti è l’anello attorno al Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice, patrimonio UNESCO e scrigno naturale senza pari.

Punto di partenza: Rakovica, tra quiete e natura

Rakovica, piccolo centro a nord del parco, è la base ideale. Qui inizia un percorso ad anello di circa 85 km, perfetto per una giornata intera o da dividere in due tappe. Le strade sono secondarie, poco trafficate, e attraversano colline, pascoli e borghi dove il tempo sembra essersi fermato.

Sosta al Parco: bici a riposo, occhi in festa

Il tratto centrale del tour coincide con l’ingresso al Parco di Plitvice. Le biciclette vanno lasciate fuori (non sono ammesse all’interno), ma la visita a piedi tra cascate, passerelle di legno e laghi color smeraldo vale ogni minuto. Meglio arrivare presto per evitare le folle e godersi la magia del silenzio.

Pedalare tra faggi e vecchie dogane

Ripresa la bici, si prosegue verso sud-est tra strade sterrate e piccoli ponti. Qui si incrociano vecchi posti di frontiera, memoria di tempi turbolenti. Oggi, però, sono solo tappe silenziose tra mucche al pascolo e profumo di fieno.

Rientro a Rakovica: gambe stanche, cuore pieno

Dopo l’ultima salita, il ritorno a Rakovica è accompagnato da un senso di compiutezza. Il percorso, seppur non lungo, è intenso e coinvolgente. E, come spesso accade in Croazia, è l’equilibrio perfetto tra sport e bellezza.

by Matteo

Dalmata in Sella – La Costa Adriatica tra Spalato e Dubrovnik

22/07/2025 in Viaggi

Pedalare lungo la costa dalmata significa attraversare una delle strade panoramiche più affascinanti d’Europa. Il tratto tra Spalato e Dubrovnik non è solo una sfida per le gambe, ma un viaggio tra storia, mare cristallino e villaggi sospesi nel tempo.

Partenza: Spalato, tra impero e pedali

Si parte dal cuore dell’antica Spalato, dove il Palazzo di Diocleziano fa da sfondo alle prime pedalate. Lasciando la città, la strada abbraccia la costa, tra pini marittimi e calette turchesi. La Jadranska Magistrala, la statale adriatica, è il nastro d’asfalto che guida il viaggio: trafficata nei mesi estivi, ma irresistibilmente suggestiva.

Tappa obbligata: Makarska e il Biokovo

Dopo circa 60 km, si arriva a Makarska, incastonata tra il mare e il massiccio del Biokovo. Per i più allenati, una deviazione fino al Parco Naturale Biokovo (con il celebre Skywalk panoramico) offre viste mozzafiato, e salite impegnative.

Tra isole e promontori: il fascino di Pelješac

Superato il nuovo ponte di Pelješac, la penisola si rivela in tutto il suo splendore: vigneti, uliveti e silenzi interrotti solo dal vento. Orebić è una sosta perfetta per riposare e gustare un bicchiere di Dingač, il vino locale.

Arrivo a Dubrovnik: l’antica Ragusa

Dopo circa 230 km complessivi, l’arrivo a Dubrovnik è un vero trionfo. Le antiche mura, il porto medievale e le strette vie acciottolate regalano un finale degno di una saga cicloturistica. È qui che la bicicletta si ferma e lo sguardo si perde sull’orizzonte.

by Matteo

Pedalando sull’oceano – Da Porto a Lisbona lungo la costa atlantica

21/07/2025 in Viaggi

PORTOGALLO – Un vento salmastro accompagna il ritmo delle pedalate, mentre l’Atlantico si apre maestoso sulla sinistra. Da Porto a Lisbona, il percorso ciclabile lungo la costa occidentale del Portogallo è un viaggio di scoperta tra spiagge selvagge, villaggi di pescatori e città storiche.

Il tracciato, lungo circa 350 chilometri, è adatto sia ai cicloturisti esperti che ai viaggiatori in cerca di emozioni senza troppi dislivelli. La segnaletica è chiara, soprattutto nei tratti della “Ecovia Litoral” e della “EuroVelo 1 – la Rotta Atlantica”, e offre la possibilità di viaggiare in sicurezza tra piste ciclabili, strade secondarie e sentieri costieri.

La partenza ideale è Porto, città dal fascino decadente e vivace. Dopo una visita alle cantine del vino omonimo, si imbocca il primo tratto verso Espinho e poi più giù, verso Aveiro – la “Venezia portoghese” – attraversando dune, riserve naturali e canali.

Il cuore del viaggio è un’alternanza perfetta di natura e cultura: si pedala tra pini e eucalipti, si fanno soste a Nazaré, celebre per le onde giganti, o a Peniche, patria dei surfisti. Più a sud, il paesaggio si addolcisce, le spiagge diventano più turistiche, ma l’atmosfera rimane autentica. Fino ad arrivare a Lisbona, che accoglie i viaggiatori con la sua luce dorata e le salite dell’Alfama.

by Matteo

Alentejo su due ruote – Tra colline, borghi e silenzi infiniti

21/07/2025 in Viaggi

ALENTEJO, PORTOGALLO – C’è un Portogallo che pochi conoscono: quello dell’entroterra, dove il tempo scorre lento e le strade sembrano disegnate apposta per le biciclette. È l’Alentejo, una regione fatta di colline dorate, uliveti secolari e villaggi bianchi che appaiono come miraggi tra le curve.

Un itinerario particolarmente suggestivo parte da Évora, patrimonio dell’UNESCO, e si snoda verso sud-est, toccando Monsaraz, Mourão e Beja, per concludersi a Mértola, vicino al confine spagnolo. Un percorso di circa 250 chilometri, su strade poco trafficate e ben asfaltate, ideale per chi ama la bicicletta come strumento di immersione nei paesaggi e nella cultura.

A Évora, si inizia il viaggio tra templi romani e piazze assolate. Pedalando verso Monsaraz, si attraversano distese di vigneti e si incontrano antichi castelli su alture panoramiche. Le salite sono dolci, ma costanti: qui il ciclismo diventa meditazione, e ogni sosta è un’occasione per incontrare l’anima del Portogallo più autentico.

L’Alentejo offre poco in termini di infrastrutture cicloturistiche, ma molto in termini di accoglienza rurale. Agriturismi, piccoli hotel e locande aprono le porte ai viaggiatori con semplicità e calore. E la cucina – ricca di sapori intensi, come l’agnello, il pane di Alentejo o il formaggio di Serpa – è una ricompensa a ogni tappa.

by Matteo

Serbia in bicicletta: un viaggio autentico tra natura, storia e ospitalità

20/07/2025 in Viaggi

La Serbia non è ancora sulla mappa delle mete più gettonate del cicloturismo europeo. E forse è proprio questo il suo punto di forza. Chi decide di attraversarla in bicicletta si troverà immerso in un Paese autentico, sorprendente, a tratti ruvido, ma sempre capace di accogliere con il sorriso.

Il nostro viaggio parte da Subotica, nel nord del Paese, quasi al confine con l’Ungheria. L’influenza austro-ungarica è visibile nell’architettura secessionista e nei colori pastello del centro storico. Da qui inizia un percorso che, seguendo in gran parte la EuroVelo 6, si snoda tra campagne, villaggi, monasteri ortodossi e città dal passato complesso ma affascinante.

Pianure, fiumi e fortezze

Pedalare lungo il Danubio serbo è un’esperienza tranquilla e scenografica. Le strade secondarie e le ciclabili spesso sterrate portano a luoghi ricchi di storia, come Novi Sad, la “capitale culturale” con la sua imponente fortezza di Petrovaradin. Poco più a sud, Belgrado sorprende con il suo mix tra modernità e memoria, tra i caffè alla moda del quartiere Savamala e la storica fortezza di Kalemegdan, affacciata sulla confluenza tra Sava e Danubio.

Tra montagne e villaggi dimenticati

Lasciata la capitale, il percorso inizia a salire. Verso Topola e le colline della Šumadija, la Serbia mostra il suo volto più rurale. I ritmi rallentano, i trattori condividono la strada con le biciclette, e ogni villaggio è un piccolo mondo a parte. È qui che si percepisce il calore umano: un bicchiere d’acqua offerto, un saluto, un invito a fermarsi per una rakija fatta in casa.

Chi ha gamba e voglia di esplorare può deviare verso il Parco Nazionale di Tara o attraversare i canyon della Ovčar-Kablar, tappe impegnative ma spettacolari, dove la natura prende il sopravvento.

Nis: l’anima del sud

Il viaggio si conclude a Niš, una delle città più antiche d’Europa, culla dell’imperatore romano Costantino. Qui la storia è palpabile: dalla torre dei teschi (Ćele Kula) alle vestigia ottomane, passando per la vivace atmosfera universitaria. È un punto d’arrivo perfetto per chi vuole capire davvero l’anima balcanica: complessa, fiera, mai banale.

Consigli pratici

Strade: le condizioni variano molto. Alcuni tratti della EuroVelo 6 sono asfaltati, altri sterrati. Una gravel o una bici da trekking è l’ideale.

Segnaletica: presente ma non sempre affidabile. Una buona mappa offline è consigliata.

Ospitalità: calda e spontanea. I campeggi sono pochi, ma molti locali offrono ospitalità anche in casa.

Cibo: abbondante e sostanzioso. Non perdete il ćevapi, il kajmak e, ovviamente, la rakija.

Perché andare?

Perché la Serbia in bicicletta è un viaggio fuori dalle rotte comuni, dove ogni chilometro racconta una storia e ogni incontro lascia qualcosa. Non è la destinazione più facile, né la più patinata. Ma è vera. E oggi, nel mondo del turismo di massa, questo è forse il bene più raro.

by Matteo

Verona pedala verso il futuro: due nuovi itinerari ciclabili approvati dalla Giunta

19/07/2025 in News

Verona compie un nuovo e concreto passo verso una mobilità urbana più sostenibile, sicura e al passo coi tempi. La Giunta comunale ha recentemente dato il via libera all’inserimento nel Programma triennale delle opere pubbliche di due importanti progetti ciclabili che interesseranno ampie aree della città, potenziando i collegamenti tra quartieri e migliorando la vivibilità complessiva.

Si tratta di due nuovi itinerari strategici, destinati a rafforzare l’infrastruttura ciclabile esistente e a offrire soluzioni concrete a chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, che sia per studio, lavoro o svago.

Collegamento tra San Martino Buonalbergo e Via Unità d’Italia

Il primo progetto riguarda un asse ciclabile fondamentale che si snoda da Via Marotto, nella zona di San Martino Buonalbergo, fino a intercettare la ciclabile denominata “Aia”. Questo tratto attraverserà l’abitato di San Michele, collegandosi infine al percorso già esistente su Via Unità d’Italia, una delle arterie principali per l’accesso al centro cittadino.

L’intervento mira a garantire maggiore sicurezza e continuità agli spostamenti in bici in una zona ad alta densità scolastica e lavorativa. Grazie a questa nuova connessione, studenti e pendolari avranno a disposizione un’infrastruttura moderna e sicura, capace di ridurre il traffico automobilistico e incentivare una mobilità attiva, più salutare e rispettosa dell’ambiente.

Da San Michele a Via Mefistofele, passando per le piscine comunali

Il secondo intervento, altrettanto significativo, interessa l’area orientale della città. Il nuovo itinerario ciclabile collegherà San Michele con via Mefistofele, snodandosi lungo via Montelungo, dove sorgono le piscine comunali, punto di riferimento sportivo per centinaia di veronesi.

Questo tracciato si integrerà in modo armonico con la rete ciclabile preesistente, migliorando il collegamento tra le periferie e i quartieri centrali. L’obiettivo è facilitare l’accesso ai servizi e incentivare l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani, anche in aree meno centrali ma fortemente frequentate.

Un investimento sul futuro

Entrambi i progetti rappresentano un tassello fondamentale nel disegno di una Verona più ciclabile, a misura di cittadino e attenta alle sfide ambientali del presente. L’Amministrazione comunale conferma così la volontà di investire in infrastrutture che promuovano la mobilità dolce, contribuendo a ridurre l’impatto del traffico urbano e a migliorare la qualità dell’aria.

Gli interventi, inseriti nel Programma triennale delle opere pubbliche, saranno oggetto di progettazione esecutiva nei prossimi mesi, con l’obiettivo di avviare i lavori entro il prossimo anno. Verona si prepara dunque a pedalare con decisione verso un futuro più verde, sicuro e inclusivo.

by Matteo

Attraverso i Giganti: Viaggio in Bicicletta nei Pirenei

18/07/2025 in Viaggi

I Pirenei non sono solo una linea di confine tra Francia e Spagna: sono un confine tra il quotidiano e l’epico. Un viaggio in bicicletta lungo queste montagne è un rito iniziatico per ogni cicloturista: fatica, bellezza, isolamento e gloria si fondono in una delle esperienze più intense che si possano vivere su due ruote.

Da Saint-Jean-de-Luz a Foix: 600 km di meraviglia verticale

Il percorso che abbiamo seguito attraversa l’intera dorsale pirenaica da ovest a est, partendo dall’Atlantico, sulla costa basca, fino alle colline dell’Ariège, passando per alcuni dei passi più celebri della storia del ciclismo. Un tracciato di circa 600 km, con oltre 13.000 metri di dislivello positivo, che alterna salite leggendarie e villaggi sospesi nel tempo.

I colossi del Tour

Chi ama il ciclismo sa bene che qui si toccano le vette della leggenda. Col du Tourmalet, Aubisque, Aspin, Peyresourde: nomi che rievocano imprese eroiche, pedalate sotto la neve a luglio, scatti solitari e crisi memorabili. Salirli con le proprie gambe, lentamente, è un atto di rispetto verso il passato del ciclismo.

Il Tourmalet, in particolare, non delude mai. Da Luz-Saint-Sauveur, la salita è lunga e costante: 19 km al 7,4%. La strada si stringe man mano che si sale, e il silenzio della montagna prende il sopravvento. In vetta, a 2.115 metri, la statua di Octave Lapize accoglie i ciclisti con il suo ghigno beffardo.

Natura aspra e autentica accoglienza

Ma i Pirenei non sono solo asfalto e pendenze. Sono foreste fitte, cascate impetuose, marmotte che fischiano e pastori che sorvegliano i greggi. Sono locande dove il tempo sembra essersi fermato, piatti caldi a base di agnello e lenticchie, e bicchieri di vino rosso che si guadagnano col sudore.

Ogni valle ha la sua anima, ogni passo racconta una storia. Si dorme in piccoli gîtes d’étape o in campeggi spartani, spesso gestiti da famiglie che accolgono i ciclisti come vecchi amici. Si pedala per ore senza incontrare auto, immersi in una natura che comanda e non fa sconti.

Quando partire e cosa sapere

Il periodo migliore per affrontare questo viaggio va da fine giugno a inizio settembre, quando i passi sono sgomberi dalla neve e i rifugi sono aperti. È consigliabile avere una buona preparazione fisica, una bici affidabile e abbigliamento per tutte le condizioni: qui il meteo cambia in fretta, anche d’estate.

Le tappe possono essere personalizzate, ma una divisione in 8-10 giorni è ideale per godersi i paesaggi senza fretta. Una traccia GPS ben preparata è fondamentale, così come il rispetto per l’ambiente montano.

Conclusione: più che un viaggio

Attraversare i Pirenei in bicicletta non è solo un itinerario: è un’esperienza trasformativa. È silenzio che si fa spazio dentro, è la forza delle gambe che diventa forza dello spirito. È la consapevolezza che, dopo il Col de Pailhères o il Port de Lers, niente sarà più come prima.

by Matteo

Si accelera sulla mobilità sostenibile: in progetto due nuove piste ciclabili tra Piobesi, Candiolo e Castagnole Piemonte

17/07/2025 in News


PIOBESI TORINESE.Mobilità sostenibile e infrastrutture ciclabili sono stati al centro dell’incontro svoltosi martedì 15 luglio tra il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e l’Assessore ai Lavori Pubblici di Piobesi Torinese, Antonio Ghione, accompagnato da un tecnico dell’amministrazione comunale. Tema principale della riunione: la progettazione esecutiva della pista ciclabile che collegherà Piobesi a Candiolo lungo la Strada Provinciale 142.

Il tracciato, già ipotizzato in precedenti fasi progettuali, è ora al vaglio per la definizione degli ultimi dettagli tecnici, in vista di un futuro cantiere. L’infrastruttura rappresenta un tassello strategico per migliorare la sicurezza dei ciclisti e incentivare l’uso della bici negli spostamenti quotidiani, specialmente in un’area caratterizzata da traffico pendolare e collegamenti intercomunali.

Durante l’incontro, l’amministrazione piobesina ha inoltre sollevato un secondo tema cruciale: il completamento della progettazione per un’altra pista ciclabile, questa volta lungo la Strada Provinciale 145, destinata a unire Piobesi e Castagnole Piemonte. Un collegamento che rientra nelle priorità condivise dalle due amministrazioni locali e che andrebbe a consolidare un sistema di mobilità dolce tra i centri del territorio.

All’incontro hanno preso parte anche le responsabili della Direzione Viabilità 2 e della Direzione Trasporti e Mobilità Sostenibile della Città Metropolitana di Torino, segno della rilevanza tecnica e istituzionale dell’appuntamento. Le interlocutrici hanno preso atto delle richieste e delle esigenze progettuali presentate, impegnandosi ad approfondire la fattibilità delle soluzioni prospettate.

“È fondamentale proseguire su questa strada – ha commentato Jacopo Suppo – per offrire ai cittadini alternative reali all’uso dell’auto. Le piste ciclabili non sono solo opere viarie, ma strumenti di sviluppo locale, tutela ambientale e salute pubblica”.

I prossimi mesi saranno decisivi per capire i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento dei due progetti, che si inseriscono in un quadro più ampio di interventi per la ciclabilità metropolitana, coerente con gli obiettivi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS).

Nel frattempo, i Comuni coinvolti confermano la loro volontà di fare rete e di investire in infrastrutture a misura di cittadino e di territorio.