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Matteo ha scritto un nuovo articolo 21 ore, 38 minuti fa
Via Ugo Bassi, ciclista cade sui binari e viene multata: «Perdita di controllo del veicolo»
In una giornata che avrebbe dovuto segnare il ritorno alla normalità con la riapertura di via Ugo Bassi, il centro storico di Bologna è invece stato teatro di una doppia caduta tra rotaie e segnaletica discutibile. A far discutere, in particolare, è il caso di una ciclista che, dopo essere rovinata a terra sui binari del tram, si è vista recapitare una multa da 42,40 euro con l’accusa di “perdita di controllo del veicolo”. L’incidente è avvenuto lo scorso 30 aprile, poche ore dopo la riapertura al traffico di una delle arterie più centrali della città, recentemente risistemata per ospitare il nuovo tracciato del tram. La donna, in sella alla sua bicicletta e diretta verso via Indipendenza, avrebbe deviato leggermente verso destra per evitare un’area transennata. È in quel momento che, complice l’incontro pericoloso con le rotaie ancora fresche d’asfalto, ha perso l’equilibrio finendo sull’asfalto. Secondo il verbale redatto dalla polizia locale, la barriera si trovava alla sinistra della ciclista e a una distanza “sufficiente a garantire il regolare transito”, motivo per cui l’ufficio verbali ha ritenuto la donna responsabile dell’incidente, sanzionandola per non aver mantenuto il controllo del mezzo. Ma non è tutto. Dopo il sopralluogo successivo al sinistro, anche la ditta Panigale – incaricata della posa della segnaletica di cantiere – è finita nel mirino degli agenti: per lei è scattata una sanzione amministrativa per “carenza di segnaletica pre-cantiere”. Un dettaglio che ha riacceso i riflettori sulla gestione della sicurezza stradale nei cantieri urbani, soprattutto in una fase così delicata di transizione verso una mobilità sempre più intermodale. Non era il primo incidente del giorno. Nelle stesse ore, un altro episodio aveva visto coinvolto un conducente di monopattino, finito a terra a causa di un avvallamento nei pressi delle stesse rotaie. Due casi distinti ma emblematici, che pongono interrogativi sulle condizioni del manto stradale, sulla chiarezza della segnaletica e sulla tutela degli utenti più vulnerabili della strada: ciclisti e pedoni. In attesa di eventuali ricorsi da parte della ciclista sanzionata, resta l’amarezza per un paradosso sempre più diffuso nelle città in trasformazione: cadere v Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 20 ore fa
Verso la mobilità dolce: in arrivo una nuova pista ciclabile tra Cles e Mostizzolo
CLES – Un’opera attesa da tempo, destinata a cambiare il volto della mobilità tra Cles e Mostizzolo, è finalmente in fase di progettazione concreta. Si tratta della nuova pista ciclabile che collegherà il centro di Cles alla zona del ponte di Mostizzolo, lungo il versante a monte della Statale 43, un tratto che finora ha rappresentato un vero e proprio ostacolo per i ciclisti. Il progetto, identificato come Opera C-75, prevede la realizzazione di un percorso protetto e accessibile, lungo circa 4,4 chilometri, con partenza direttamente dalla piazza di Cles. Il tracciato si snoderà in parallelo alla statale ma in posizione rialzata, sfruttando il versante della montagna per garantire sicurezza e bellezza paesaggistica. Fino ad oggi, chi voleva pedalare tra Cles e Mostizzolo doveva fare i conti con una strada trafficata e pericolosa, inadatta a ciclisti e famiglie. L’intervento punta proprio a risolvere questa criticità, andando a colmare uno dei principali vuoti nella rete ciclabile delle Valli del Noce. Con l’aggiunta di questo tratto, il territorio farà un deciso passo avanti verso un sistema di mobilità sostenibile e integrata, che valorizza il cicloturismo e promuove un’alternativa concreta all’auto. Non si tratta soltanto di una pista, ma di un collegamento strategico: un corridoio verde tra borghi, natura e opportunità turistiche. La nuova infrastruttura non sarà solo funzionale: si prevede che il tracciato offra anche scorci panoramici e punti di sosta, diventando così un elemento attrattivo per visitatori e ciclisti locali. In un’epoca in cui la bicicletta è simbolo di uno stile di vita più sano e rispettoso dell’ambiente, opere come questa sono segnali importanti. L’avvio dei lavori è ancora in fase di definizione, ma la direzione è tracciata. E per chi ama pedalare tra valli, frutteti e profili alpini, si avvicina il giorno in cui anche il tratto Cles–Mostiz Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 21 ore fa
Una nuova ciclabile collega Mucinasso a Piacenza: lavori al via, fine prevista entro l’autunno
PIACENZA – È partito da qualche settimana un intervento atteso da anni: il primo stralcio della nuova pista ciclabile che collegherà Mucinasso a Piacenza è finalmente in costruzione. Un’opera da 1,5 milioni di euro per appena 1,4 chilometri di tracciato, ma destinata a segnare un passo avanti importante verso una mobilità più sostenibile anche per le frazioni. I lavori, affidati alla Asfalti Piacenza srl per conto della Icg di Mantova, sono in corso sul lato est della Strada Provinciale 6 per Carpaneto. Salvo intoppi legati a interferenze con la fibra ottica, la consegna è prevista entro metà ottobre. Una scadenza ambiziosa, ma in linea con il cronoprogramma stabilito. La nuova infrastruttura ciclabile punta a collegare in sicurezza Mucinasso con il centro urbano, attraverso un percorso che culmina in un punto nevralgico: l’attraversamento di via Farnesiana. Qui è previsto un impianto semaforico a chiamata, pensato per consentire ai ciclisti di superare la trafficata provinciale senza rischi. Un dettaglio urbanistico rilevante riguarda il tratto finale: la ciclabile, pur iniziando sul lato orientale, obbligherà poi a un attraversamento verso il lato opposto, quello occidentale, dove la banchina stradale è più ampia. Non si tratta di un proseguimento ufficiale della pista, ma di una soluzione provvisoria che garantisce maggiore sicurezza e praticabilità per chi si avvicina alla città sulle due ruote. Il progetto si inserisce in una visione più ampia di mobilità dolce, di cui il Comune di Piacenza si sta progressivamente facendo promotore. Nonostante la lunghezza limitata del primo tratto, l’intervento è un primo passo significativo per restituire alle frazioni una connessione alternativa all’auto privata, in linea con le esigenze di residenti, pendolari e amanti della bicicletta. Ora, gli occhi sono puntati sul rispetto delle tempistiche e su una progettazione che sappia rispondere in modo concreto alle esigenze dei ciclisti, senza fermarsi a un’opera “a metà”. Perché la sfida della mobilità sostenibile non si vince solo con le inaugurazioni, ma con perco Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 21 ore fa
La Via Silente: Pedalare nel Cuore del Cilento
Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, tra colline morbide, borghi sospesi nel tempo e il profumo del Mediterraneo, si snoda un itinerario cicloturistico tra i più suggestivi d’Italia: la Via Silente. Un percorso ad anello di circa 600 chilometri, suddiviso in 15 tappe, che invita a rallentare, osservare e respirare. Nata nel 2014 da un’idea della giornalista Antonella Aprea, la Via Silente è oggi un riferimento per chi cerca un’esperienza ciclistica autentica, lontana dalle rotte più battute. Si parte da Castelnuovo Cilento, facilmente raggiungibile in treno, e si attraversano paesi dove il tempo sembra essersi fermato: Morigerati, Piaggine, Rofrano, San Giovanni a Piro. Le salite sono impegnative ma mai impossibili, e ogni fatica è ricompensata da paesaggi che alternano boschi, canyon, uliveti e scorci mozzafiato sul Tirreno. L’itinerario tocca anche il Monte Cervati, il più alto della Campania, per poi ridiscendere verso le coste, lambendo Marina di Camerota e Palinuro. Il nome “Silente” non è casuale: è un invito a vivere il viaggio in modo contemplativo, rispettando l’ambiente e ascoltando i suoni della natura. Non esistono tappe obbligate: ognuno può modulare il viaggio a seconda del proprio ritmo, delle soste gastronomiche e degli incontri lungo la strada. Consigli pratici: l’estate è sconsigliata per il caldo e la scarsità d’acqua in alcuni tratti. I periodi ideali sono primavera e inizio autunno. Fondamentale una bicicletta da turismo con buone doti di scalata o una e-bike per chi preferisce godersi il paesaggio con meno sforzo. La Via Silente non è solo un percorso, ma Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 21 ore fa
Bikepacking sulle Alpi Apuane: Avventura Tra Marmo e Mare
C’è un angolo d’Italia dove le montagne si tuffano nel mare e le strade sembrano scolpite tra le nuvole. È qui, tra i sentieri delle Alpi Apuane, che prende forma uno dei bikepacking più emozionanti dell’Italia centro-settentrionale. Lontane dai riflettori rispetto alle Dolomiti o al Monte Bianco, le Apuane offrono un territorio selvaggio, ricco di contrasti: cave di marmo abbandonate, crinali affilati, faggete fitte, antichi borghi arroccati. L’itinerario consigliato parte da Fivizzano e si snoda verso Campocatino, Vagli Sotto, Arni, con panorami che spaziano fino alla Versilia. Dislivelli importanti, fondo misto asfalto-sterro e la necessità di trasportare tutto l’essenziale nello zaino o sulle borse della bici rendono questo tour adatto a ciclisti con buona preparazione. Ma lo spettacolo è assicurato: tunnel nella roccia, vecchie mulattiere lastricate, e incontri con pastori, cavatori, e ciclisti solitari in cerca di silenzio e libertà. L’emozione più grande arriva quando, superato il Passo del Vestito, si intravede in lontananza il blu del Mar Tirreno. Una discesa veloce porta verso la costa, dove è possibile concludere il viaggio con un bagno rigenerante e una cena di pesce a Viareggio o Marina di Massa. Cosa portare: attrezzatura per campeggio leggero, kit di riparazione, GPS o traccia GPX aggiornata (la segnaletica è scarsa). Le fonti d’acqua non mancano, ma i servizi sono rari. È un’avventura per chi ama l’essenziale. Le Apuane, con la loro bellezza aspra, ricordano che il cicloturismo può essere anc Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 21 ore fa
Il Parco della Maremma in bicicletta: natura selvaggia tra spiagge e colline
Il Parco regionale della Maremma è uno di quei luoghi che sembrano disegnati su misura per il cicloturista. Selvaggio, variegato, poco affollato anche nei mesi più caldi: pedalare tra i suoi sentieri significa immergersi in una Toscana diversa, dove la macchia mediterranea si fonde con il mare e i campi coltivati lasciano il passo ai boschi. Partendo da Alberese, piccolo borgo a pochi chilometri da Grosseto, è possibile accedere all’interno del parco e scegliere tra diversi itinerari segnalati. Il più celebre è l’anello ciclabile che conduce fino alla spiaggia di Marina di Alberese: circa 8 km di sterrato facile, tra campi di grano, mandrie di vacche maremmane e il profilo elegante dei butteri, i pastori a cavallo locali. Proseguendo verso sud, si incontrano i rilievi delle colline dell’Uccellina, per ciclisti più allenati: qui la fatica è ripagata da panorami spettacolari, tra torri saracene, pini marittimi e scorci sul Tirreno. Il parco è accessibile tutto l’anno, ma la primavera è la stagione ideale: temperature miti, fioriture in pieno corso e una fauna attivissima, con daini e cinghiali che spesso attraversano i sentieri. Non mancano i punti ristoro, le fontanelle e soprattutto le strutture bike-friendly: agriturismi, campeggi e B&B che accolgono i ciclisti con attrezzi per la manutenzione e consigli sulle tappe più belle. La Maremma, da sempre schiva e autentica, si rivela al ritmo lento delle due ruote. Ed è proprio questa sua autenticità il segreto del suo fas Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 21 ore fa
Bikepacking: guida essenziale per chi vuole iniziare (e non farsi scoraggiare)
Negli ultimi anni, il bikepacking è diventato una delle forme più amate di cicloturismo. Più leggero del cicloturismo classico, più libero del ciclismo su strada, è una vera e propria filosofia di viaggio: essenziale, autosufficiente, minimalista. Ma cos’è davvero il bikepacking? In sintesi, è viaggiare in bici con un equipaggiamento ridotto, distribuito in borse leggere attaccate direttamente al telaio, al manubrio e al reggisella. Basta poco per partire: una bicicletta adatta, uno zaino mentale da “esploratore”, e tanta voglia di uscire dalla propria comfort zone. La bici giusta: non serve una gravel di ultima generazione. Una MTB leggera o una bici da trekking robusta possono bastare per cominciare. L’importante è che sia affidabile, maneggevole e pronta a ogni tipo di terreno. Le borse: dimenticate le vecchie borse laterali. Il bikepacking predilige tre elementi principali: borsa da telaio, borsa sottosella e borsa da manubrio. Essenziali, impermeabili, studiate per non sbilanciare la bici. Cosa portare (e cosa no): il vero segreto è l’equilibrio tra necessità e leggerezza. Un kit per forature, abbigliamento tecnico in strati, cibo disidratato, un tarp o una tenda ultraleggera. Niente extra: ogni grammo in più diventa un chilometro più faticoso. Dove andare: l’Italia è perfetta per il bikepacking. Dai sentieri delle Dolomiti ai tratturi della Puglia, passando per le strade bianche della Val d’Orcia o i crinali dell’Appennino. Le opzioni sono infinite, spesso lontano dal traffico e immerse nella natura. Il bikepacking non è per chi cerca comodità, ma per chi vuole riscoprire il gusto del viaggio lento e avventuroso. La regola Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 21 ore fa
Andora inaugura il suo tratto di ciclopedonale: pedalata collettiva tra mare e paesaggi mozzafiato
Una pedalata collettiva, tra entusiasmo e paesaggi da cartolina, ha segnato l’inaugurazione ufficiale del nuovo tratto della Ciclopedonale della Riviera, che da Andora conduce fino al confine con Cervo. Circa 2,5 chilometri di percorso protetto che si snodano dalla nuova stazione ferroviaria, attraversando scorci panoramici a picco sul mare, fino a congiungersi con il suggestivo litorale ligure. L’iniziativa, partecipata da residenti, turisti e appassionati delle due ruote, ha celebrato un tassello importante di un progetto più ampio: la realizzazione di una ciclopedonale lunga 44 chilometri che unirà tratti costieri e borghi storici, facendo della Liguria una delle mete cicloturistiche più ambiziose d’Europa. «È il frutto di un grande lavoro di squadra – ha dichiarato il sindaco di Andora durante l’evento – Voglio ringraziare la Regione Liguria, RFI, FS Sistemi Urbani, gli uffici comunali e tutti i tecnici coinvolti. Un ringraziamento speciale all’architetto Ghione e alla segretaria generale Torre per il loro contributo determinante. Questo tratto rappresenta solo l’inizio: quando il tracciato sarà completato, Andora diventerà la porta d’ingresso di un percorso ciclabile unico nel suo genere». Il nuovo tratto della ciclopedonale non è solo un’infrastruttura per la mobilità sostenibile, ma anche un’opportunità di rilancio turistico e ambientale. La pista, accessibile sia ai ciclisti che ai pedoni, regala scorci inediti della costa ligure, attraversando zone prima inaccessibili e ora valorizzate da una progettazione attenta al paesaggio e alla sicurezza. Il progetto complessivo, frutto di una rete complessa di enti e competenze, si inserisce in una visione moderna di territorio: sostenibile, connesso e aperto alla fruizio Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 21 ore fa
Tentato di vendere la bici rubata online: 21enne scoperto e arrestato a Ponzano Veneto
Aveva rubato una bicicletta da donna all’esterno di un supermercato, ma ha commesso l’errore di cercare di rivenderla online. Protagonista della vicenda un giovane di 21 anni, cittadino di origini algerine residente a Ponzano Veneto, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia. Il furto risale al 20 giugno, quando una bicicletta del valore di circa 350 euro era sparita dal parcheggio di un noto supermercato della zona. Pochi giorni dopo, il legittimo proprietario ha notato una bicicletta identica comparire su una popolare piattaforma di compravendita online. Il prezzo, decisamente basso rispetto al valore del mezzo, e alcuni particolari del veicolo non hanno lasciato dubbi: si trattava proprio della sua bici. L’uomo ha quindi deciso di tendere una trappola al ladro. Dopo aver preso contatto con il venditore fingendosi interessato all’acquisto, ha immediatamente avvisato i carabinieri, concordando un incontro “di copertura” per il sabato successivo, 28 giugno, proprio a Ponzano Veneto. All’appuntamento si sono presentati anche i militari, che hanno atteso il momento giusto per intervenire. Alla vista delle divise, il 21enne ha cercato la fuga, ma è stato raggiunto e bloccato dopo un breve inseguimento. In tasca aveva ancora le chiavi per il lucchetto della bici. Il giovane è stato arrestato con l’accusa di ricettazione e tentato furto aggravato. La bicicletta, in buone condizioni, è stata restituita al legittimo proprietario, che ha potuto rimettersi in sella grazie all’intuizione e alla collaborazione con le forze dell’ordine. Proseguono le indagini per capire se il 21enne s Continua a leggere -
Il profilo di otis5842 è stato aggiornato 6 giorni, 3 ore fa
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 21 ore fa
Pedalando tra colline e storia: un itinerario cicloturistico nella campagna di Pistoia
Pistoia, spesso considerata la “sorella minore” delle più blasonate Firenze e Lucca, custodisce un territorio sorprendente, perfetto da esplorare in sella a una bicicletta. Colline punteggiate da olivi, borghi medievali intatti, strade bianche che si snodano tra boschi e pievi romaniche: il pistoiese regala emozioni autentiche a ogni curva. Tra le tante possibilità, proponiamo oggi un itinerario ad anello di circa 45 km, con partenza e arrivo nel centro storico di Pistoia. Un percorso di media difficoltà, adatto a ciclisti allenati o a chi dispone di una bici a pedalata assistita, con tratti asfaltati e sterrati ben tenuti. Il dislivello totale è di circa 600 metri, distribuito in modo equilibrato lungo il tragitto. Da Pistoia a Valdibrana: l’ascesa tra olivi e silenzio Si parte da Piazza del Duomo, cuore pulsante della città. Dopo una breve pedalata tra i palazzi rinascimentali, si imbocca la strada che porta verso Valdibrana, una piccola località ai piedi delle colline. Qui comincia la salita più lunga del percorso: circa 5 km in costante ma dolce ascesa, tra muretti a secco e filari d’olivo. Il traffico è scarso e il panorama si apre progressivamente sulla piana pistoiese. Una breve sosta al Santuario della Madonna di Valdibrana è consigliata, sia per rifiatare che per godere della quiete del luogo. Collina pistoiese: tra castagni e antichi mulini Superata Valdibrana, si prosegue verso Le Piastre, entrando nel cuore verde della collina pistoiese. Il bosco diventa protagonista: castagni secolari accompagnano la strada, mentre piccoli torrenti scorrono accanto al percorso. In questa zona si incontrano le tracce dell’antica civiltà montana: ruderi di mulini ad acqua, lavatoi in pietra, e minuscoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. A Cireglio, punto più alto del giro, si può approfittare di una fontana pubblica e di un bar per una meritata pausa. Discesa verso la valle: il ritorno tra vigne e pievi La seconda parte dell’itinerario è una lunga e piacevole discesa. La strada, sempre immersa nella natura, scende gradualmente verso Santomato e Bonelle, attraversando zone di campagna coltivata e vigneti. Qui la pedalata si fa più fluida, ideale per godersi il paesaggio. Prima di rientrare in città, si consiglia una deviazione di pochi minuti per visitare la Pieve di San Michele a Groppoli, una delle più antiche della zona, risalente al XII secolo. Consigli utili Il percorso è percorribile tutto l’anno, ma la primavera e l’autunno offrono i colori e le temperature migliori. Una bici gravel o una MTB leggera è l’ideale, ma anche una e-bike renderà il tragitto accessibile a tutti. Lungo il tragitto ci sono poche fonti d’acqua, quindi è bene partire con almeno una borraccia piena. Pedalare nella campagna di Pistoia significa riscoprire un’idea autentica di Toscana: meno turistica, più vera. È un viaggio lento, fatto di salite faticose e discese liberatorie, ma soprattutto di in Continua a leggere -
Redazione ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Fortezza delle Verrucole: pedalare nella storia, scoprire la GarfagnanaFortezza delle Verrucole: pedalare nella storia, scoprire la Garfagnana C’è un momento, durante una granfondo, in cui il silenzio della montagna prende il sopravvento sul rumore delle ruote. Un attimo in cui il paesaggio si fa racconto, e il ciclismo diventa un viaggio nel tempo. Succede in Garfagnana, e succede esattamente ai piedi della Fortezza delle Verrucole, una delle tappe più suggestive della Granfondo dei Laghi della Garfagnana, in programma il prossimo 13 luglio. Una fortezza sospesa nel tempo Situata nel comune di San Romano in Garfagnana, la Fortezza delle Verrucole domina la valle da oltre mille anni. Restaurata e restituita al pubblico in tutto il suo fascino medievale e rinascimentale, oggi è sede di un Archeopark dove la storia si tocca con mano: camminamenti, torri, laboratori didattici, guide in abiti storici. Ma prima ancora di tutto questo, è un simbolo: una sentinella di pietra che veglia sul paesaggio e incanta chi passa, a piedi o in bicicletta. Una granfondo tra bellezza e memoria Durante la Granfondo dei Laghi, questo luogo non è solo uno sfondo da cartolina: è parte integrante dell’esperienza. I partecipanti attraverseranno un tratto immerso nella natura incontaminata, sfiorando i pendii su cui si erge la fortezza. La salita che porta verso queste zone è uno dei momenti più emozionanti del percorso, in un’alternanza di fatica e stupore che rende il ciclismo Continua a leggere
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Redazione ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Un grazie speciale al Comune di Fabbriche di VergemoliUn grazie speciale al Comune di Fabbriche di Vergemoli Per il loro supporto instancabile alla III edizione della Granfondo del Vento e alla V della Tuscany Extreme Quest’anno, la Granfondo del Vento ha celebrato la sua terza edizione, affiancata dalla quinta edizione della Tuscany Extreme. Due eventi distinti, ma complementari, che si sono uniti in una sola, grande manifestazione ciclistica. Una scelta coraggiosa e lungimirante: unire due anime del ciclismo per portare ancora più persone a pedalare e a scoprire le meraviglie dei nostri territori. In questo cammino, il Comune di Fabbriche di Vergemoli, con la sua Amministrazione Comunale, il Sindaco Michele Giannini e la sempre disponibile Camilla Baccelli, si è dimostrato – come ogni anno – un partner esemplare. È il terzo anno consecutivo che partecipano attivamente, con entusiasmo e passione, offrendo un ristoro memorabile, diventato ormai uno dei momenti più attesi dai partecipanti. E lo hanno fatto ogni volta, con qualsiasi condizione atmosferica: Il primo anno, sotto una pioggia battente; Il secondo, tra freddo intenso e persino grandine; E quest’anno, finalmente, sotto un meraviglioso sole. Questa determinazione e questa visione d’insieme li portano a sostenere l’evento anche davanti alle difficoltà, alle incomprensioni, ai dubbi. Non si scoraggiano nemmeno quando qualcuno telefona per lamentarsi di una chiusura temporanea delle strade. Loro vanno avanti, guardano oltre. Perché sanno che stiamo costruendo qualcosa di prezioso: un progetto che genera valore reale per il territorio, per il turismo sostenibile e per una forma di turismo tematico che può dare nuova linfa ai borghi, alle persone, alle economie locali. E, come sempre, hanno avuto ragione. Perché il passaggio tra Vergemoli e Calomini, la vista incantevole sull’Eremo di Calomini, il tratto che conduce alle Grotte del Vento: tutto questo ha regalato ai partecipanti un’esperienza indimenticabile, unica, profonda. Un percorso che molti continuano a lodare, scrivendoci che non dovrebbe mai essere cambiato. Perché è perfetto così com’è. Il Sindaco Michele Giannini è una persona speciale. Come tanti altri sindaci che ho incontrato negli anni nei miei eventi, rappresenta un’Italia che crede ancora nei territori, che non ha paura di mettersi in gioco. La sua umanità, la sua disponibilità, la sua attenzione colpiscono ogni volta. E io, ogni volta, sento il dovere e il piacere di ringraziarlo. Ringraziare tutti loro, uno a uno, perché davvero fanno la differenza. Sono estremamente orgoglioso di questa collaborazione.E chissà: forse insieme, riusciremo a creare qualcosa di ancora più grande, un nuovo evento “a casa loro”, progettato appositamente per raccontare e valorizzare ogni dettaglio di questo angolo straordinario di Toscana. Perché sono i piccoli borghi a fare la differenza.Luoghi dove il tessuto sociale è ancora vivo, autentico, fatto di sorrisi sinceri, abbracci veri, strette di mano che contano. Dove ci si incontra, ci si guarda negli occhi, e si parla già del prossimo anno. Non abbiamo paura delle difficoltà, delle critiche, dei piccoli ostacoli.Abbiamo imparato a guardare avanti, sempre.E crediamo, con convinzione, che il turismo tematico – e in particolare il cicloturismo – possa diventare un motore solido e strategico per il futuro dei piccoli Comuni d Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Cambio elettronico o meccanico? La svolta tecnologica del cicloturismo moderno
Negli ultimi anni, il cicloturismo ha vissuto una trasformazione silenziosa ma radicale: la tecnologia, un tempo relegata alle competizioni professionistiche, ha invaso anche il mondo del viaggio in bici. Tra le innovazioni più discusse c’è il cambio elettronico, una soluzione che divide appassionati ed esperti. Ma è davvero utile per chi ama pedalare per giorni, magari con borse al seguito e senza assistenza? Cos’è un cambio elettronico? Il cambio elettronico sostituisce i classici cavi meccanici con segnali elettrici o wireless. Un piccolo motore all’interno del deragliatore esegue la cambiata con estrema precisione, azionato da una pulsantiera anziché dalla leva meccanica. I sistemi più diffusi sono Shimano Di2, SRAM eTap e Campagnolo EPS. Vantaggi per il cicloturista 1. Precisione e affidabilità: Anche sotto carico o in condizioni atmosferiche difficili, la cambiata avviene con una rapidità e una fluidità costanti. Niente più cavi che si allungano, si inceppano o si ossidano dopo una settimana sotto la pioggia. 2. Meno manutenzione: Non servono regolazioni continue. Una volta installato correttamente, il sistema resta stabile per centinaia di chilometri. 3. Personalizzazione: Alcuni sistemi permettono di programmare il funzionamento tramite app, scegliendo ad esempio la logica dei comandi o attivando la cambiata sincronizzata tra anteriore e posteriore. Gli svantaggi da considerare Tuttavia, il cambio elettronico non è privo di controindicazioni, soprattutto per chi fa viaggi lunghi o avventurosi: Batteria da gestire: Sebbene l’autonomia possa superare i 1000 km, è essenziale ricordarsi di ricaricare (o portare con sé una batteria di scorta). Un deragliatore scarico, in mezzo al nulla, diventa un serio problema. Difficoltà di riparazione: In caso di guasto elettronico, la risoluzione non è sempre possibile “on the road”. Con un cambio meccanico, una chiave a brugola può bastare. Costo elevato: I gruppi elettronici restano ancora nettamente più cari. Per chi ha un budget contenuto, potrebbe non valere l’investimento. Quindi, conviene? La risposta dipende dal tipo di cicloturismo che si pratica. Chi affronta viaggi brevi, con tappe ben attrezzate e magari con bici leggere da bikepacking, può apprezzare appieno i benefici del cambio elettronico. Per chi si avventura in terre remote o predilige l’autosufficienza assoluta, la semplicità e la riparabilità del meccanico restano una garanzia. Il cambio elettronico rappresenta una svolta tecnologica affascinante anche per il cicloturismo. Ma come ogni innovazione, va adottata con consapevolezza. In fondo, la miglior trasmissione è quella che n Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Da Mantova a Peschiera del Garda: in bici lungo la Ciclovia del Mincio
Un fiume come compagno di viaggio, una ciclabile tra due mondi: l’acqua calma del Mincio guida i pedali lungo uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti e accessibili d’Italia. Si parte da Mantova, città d’arte e di laghi, dove il Rinascimento sembra ancora vivo tra le piazze e i palazzi gonzagheschi. Bastano pochi colpi di pedale per lasciarsi alle spalle le cupole e ritrovarsi immersi nella campagna virgiliana, lungo un nastro d’asfalto perfettamente ciclabile, completamente separato dal traffico: è la Ciclovia del Mincio, 43 chilometri di pura poesia su due ruote. Una ciclabile per tutti Adatta a famiglie, principianti e cicloturisti più esperti, la Ciclovia del Mincio è un percorso prevalentemente pianeggiante, ben segnalato e asfaltato, che segue il corso del fiume Mincio fino a Peschiera del Garda, sul versante meridionale del Lago di Garda. Un itinerario lineare e sicuro, ideale anche per chi viaggia con bambini o con bici elettriche. Durante il tragitto, il paesaggio si trasforma dolcemente: campi coltivati, filari di pioppi e antichi mulini si alternano a piccoli borghi e rocche medievali, come quella di Valeggio sul Mincio, una tappa obbligata non solo per le bellezze architettoniche, ma anche per una pausa gastronomica. Borghetto: il borgo da cartolina A pochi chilometri da Valeggio si incontra Borghetto sul Mincio, uno dei borghi più belli d’Italia. Un luogo che sembra sospeso nel tempo, con le sue case in pietra affacciate sull’acqua, i mulini ad acqua ancora funzionanti e il ponte visconteo che taglia l’orizzonte con imponenza. È il punto ideale per una sosta: un pranzo a base di tortellini di Valeggio (qui chiamati “nodi d’amore”) e una passeggiata tra le viuzze acciottolate fanno parte del viaggio tanto quanto la pedalata. Il gran finale: il Garda all’orizzonte Gli ultimi chilometri sono una corsa morbida verso il blu. L’arrivo a Peschiera del Garda è emozionante: le acque del lago si aprono improvvise, abbracciando la città-fortezza con le sue mura veneziane Patrimonio UNESCO. Qui, i ciclisti possono scegliere se fermarsi per un tuffo, prendere un treno per il ritorno, o proseguire lungo la Ciclovia del Garda, per chi ha ancora voglia di esplorare. Pedalare con lentezza La Ciclovia del Mincio non è solo un percorso: è un invito a rallentare, a guardarsi intorno, a fermarsi per un caffè in una piazza qualunque, o per fotografare una nutria che attraversa il fiume. È un modo di vivere il territorio con rispetto, attenzione e meraviglia. In un mondo che corre, il cicloturismo insegna a prendersi il tempo di arrivare. E il Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Incidente in rotonda a Spinea: ciclista 74enne ferito alla testa, traffico rallentato
SPINEA – Momenti di tensione ieri mattina, intorno alle 10, in rotonda Martiri della Libertà, a Spinea. Un ciclista di 74 anni è rimasto ferito in seguito a un impatto con un’automobile, una Renault Clio, mentre stava transitando in direzione di viale Sanremo. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo in sella alla bicicletta sarebbe stato urtato lateralmente dal veicolo, finendo rovinosamente sull’asfalto. Il ciclista, identificato con le iniziali P.P., è rimasto cosciente all’arrivo dei soccorsi, ma ha riportato un trauma cranico giudicato serio dai sanitari intervenuti. Sul posto sono giunte in pochi minuti un’ambulanza del Suem 118 e una pattuglia della polizia locale, che ha provveduto a gestire la viabilità e a effettuare i rilievi per chiarire la dinamica dell’accaduto. Le condizioni dell’uomo hanno richiesto il trasporto d’urgenza in ospedale. Il traffico nell’area ha subito forti rallentamenti, con disagi soprattutto per i veicoli provenienti dal centro città e diretti verso la zona residenziale. La situazione è tornata alla normalità poco dopo le 11. Ancora da accertare con precisione le cause dello scontro. Non è stato possibile, al momento, stabilire la residenza del ferito. Gli agenti stanno visionando le telecamere di sorveglianza presenti nella rotonda per ottenere ulteriori elementi utili all’indagine. L’incidente riaccende l’attenzione sulla sicurezza dei ciclisti nei punti nevralgici della viabilità urbana, in particolare nelle rotatorie, dove Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
La magia del bikepacking: come viaggiare leggeri e sentirsi liberi
C’è un momento, mentre pedali nel silenzio di una strada secondaria, in cui ti rendi conto che non ti manca niente. Hai la bici sotto di te, qualche chilo di bagagli, una borraccia d’acqua e una tenda leggera. Eppure ti senti ricco. È questo il cuore del bikepacking: l’arte di viaggiare in bici in modo leggero, essenziale e profondamente libero. Cos’è il bikepacking? Per chi è abituato al cicloturismo classico, il bikepacking può sembrare estremo. In realtà, è semplicemente un approccio più minimalista: niente borse laterali o portapacchi, ma sacche compatte fissate al telaio, al manubrio e sotto la sella. L’equipaggiamento si riduce all’osso, ma l’esperienza si arricchisce. È una scelta perfetta per chi ama i sentieri sterrati, i percorsi gravel, o vuole spingersi lontano dall’asfalto, dove le bici cariche non arrivano facilmente. Perché sceglierlo? Il bikepacking ti costringe (in senso buono) a portare con te solo l’essenziale. Niente superfluo. Ti interroga su cosa ti serve davvero per stare bene, dormire, mangiare e pedalare. In cambio, ti dà: più agilità nei percorsi tecnici e sterrati; meno peso da trascinare, soprattutto in salita; più libertà di improvvisare: puoi fermarti ovunque, dormire sotto le stelle, cambiare rotta all’ultimo. Cosa portare davvero? Ogni grammo conta. Ecco la mia checklist base per un viaggio di 3–5 giorni in modalità bikepacking: Borsa da sella: abbigliamento tecnico (1 ricambio), piumino leggero, antivento. Borsa da telaio: attrezzi, ricambi, powerbank, documenti. Borsa da manubrio: sacco a pelo, materassino e tarp o tenda ultraleggera. Borsetta sul top tube: snack, barrette, telefono, coltellino. Borracce: acqua + borraccia termica per zuppe/tea. (Suggerimento: allega qui una foto del tuo setup – è uno dei contenuti più apprezzati dai lettori!) Dove andare in bikepacking? L’Italia è un paradiso per il bikepacking: Toscana (percorso della Eroica o la Via Francigena gravel); Sardegna (la mitica “Traversata Sarda”); Appennini (tra Marche, Abruzzo e Molise c’è solo da scegliere); Alpi Liguri e Marittime per chi ama i singletrack e i paesaggi lunari. Ma il bello del bikepacking è che ogni strada secondaria può diventare un’avventura. Ti basta una bici, un GPS e la voglia di scoprire. Un invito a pedalare leggeri Il bikepacking è una lezione di semplicità. Ti insegna che meno peso sulle spalle significa più libertà nella mente. Che non hai bisogno di molto per sentirti vivo. E che la fatica, quando è scelta, diventa piacere. Quindi la prossima volta che pensi a un viaggio, prova a togliere invece che aggiungere. Lascia a casa le certezze, scegli la polvere e Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
La Via Silente: pedalando nel cuore del Cilento
C’è un’Italia che parla a bassa voce, lontana dai riflettori del turismo di massa, fatta di borghi arroccati, colline morbide e silenzi carichi di significato. È l’Italia che si attraversa lentamente, meglio ancora in sella a una bicicletta. È l’Italia della Via Silente, un itinerario cicloturistico di 600 chilometri che abbraccia l’anima selvaggia del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in Campania. Un itinerario che invita all’ascolto Il nome non è casuale: la Via Silente non è solo una strada, ma un invito a rallentare. A lasciare che la fatica diventi meditazione, che i chilometri diventino dialogo con un paesaggio che cambia senza preavviso, tra uliveti centenari, coste rocciose e montagne solitarie. Il percorso parte e si conclude a Castelnuovo Cilento, dove ha sede la “Silenteria”, una piccola officina-casa base che fornisce mappe, credenziali e assistenza ai cicloviaggiatori. Da lì si snoda un anello suddiviso in 15 tappe, attraversando piccoli comuni dove il tempo sembra essersi fermato, come Morigerati, Felitto, Roccagloriosa e Piaggine. Tra pedalate e patrimonio UNESCO Pedalare nella Via Silente significa anche immergersi in un patrimonio culturale e naturalistico di straordinaria ricchezza. Questo è il regno della dieta mediterranea, nata proprio qui, a Pollica, grazie agli studi del biologo Ancel Keys. È anche il territorio dei templi di Paestum, delle grotte carsiche di Castelcivita, dei sentieri che risalgono al mondo lucano e greco. E poi c’è il Cilento delle leggende: il monte Gelbison, sacro fin dall’antichità; le gole del Calore, scavate nei secoli dalla forza dell’acqua; le querce secolari che si stagliano come monumenti viventi. Una sfida, ma non per tutti Il tracciato non è privo di difficoltà: ci sono salite impegnative, fondi sterrati, lunghi tratti in assenza di centri abitati. Ma è proprio in questo che risiede il suo fascino. La Via Silente non è una pista ciclabile attrezzata: è un’esperienza. Richiede preparazione, spirito di adattamento e una buona dose di autonomia. In cambio, regala un senso profondo di libertà e di connessione. Pedalare per restare In un’epoca in cui i piccoli paesi dell’entroterra si svuotano, il cicloturismo diventa anche uno strumento di resistenza. Ogni sosta, ogni pernottamento in un B&B locale, ogni pranzo in un’osteria alimenta una microeconomia che valorizza il territorio senza snaturarlo. “La bici è il mezzo perfetto per attraversare il Cilento – racconta Antonella Aumenta, ideatrice della Via Silente – perché ti permette di ascoltare. Il paesaggio ti parla, ma solo se lo attraversi con lentezza”. Se cercate un viaggio che sia più di una vacanza, che vi porti lontano senza prendere un aereo, la Via Silente è un’ottima candidata. Non offre comodità da catalogo, ma emozioni autentiche, panorami che si conquistano con il sudore e una consap Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
Vacanze su due ruote: il cicloturismo a misura di famiglia parte dalle ciclabili facili
C’è una vacanza che non prevede code in autostrada, orari da rispettare o alberghi affollati. Una vacanza dove si va piano, si ride spesso e si accumulano ricordi un chilometro alla volta. È quella del cicloturismo in famiglia, sempre più scelta da genitori in cerca di esperienze genuine da condividere con i propri figli. Tra i percorsi più gettonati c’è la ciclabile della Val Pusteria, nel cuore dell’Alto Adige. Un itinerario semplice e scenografico, che collega San Candido a Brunico lungo 35 chilometri immersi nel verde, con stazioni ferroviarie ad ogni paese per chi desidera spezzare o accorciare il tragitto. «La sicurezza è la nostra priorità», spiega Laura, guida cicloturistica locale. «Le piste protette, ben segnalate e senza traffico sono la chiave per una vacanza serena anche con bambini piccoli». Non è un caso che le amministrazioni locali stiano investendo sempre più in infrastrutture ciclabili per famiglie: aree picnic, fontane, noleggi attrezzati e perfino parchi gioco a bordo pista. In molti tratti, i piccoli pedalatori trovano stimoli continui: fattorie didattiche, laghetti balneabili, gelaterie e punti panoramici da fotografare insieme. L’altro ingrediente vincente? L’e-bike. Le bici a pedalata assistita hanno abbattuto molte barriere, permettendo anche ai non allenati di affrontare itinerari un tempo impensabili. Con i più piccoli, poi, il carrellino o la cargo bike trasformano il viaggio in una vera avventura su ruote. Certo, serve un minimo di pianificazione – tappe brevi, pause frequenti, snack sempre pronti – ma i benefici sono enormi: benessere fisico, connessione con l’ambiente, senso di autonomia nei bambini. E soprattutto, un’intimità familiare che la routine spesso non concede. In un’epoca in cui si cerca sempre più equilibrio tra vita digitale e reale, la bicicletta è un ponte perfetto. E pedalare tutti insieme, alla scoperta di paesaggi e sorrisi, è fo Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
In bici con i bambini: la ciclovia che fa sorridere tutta la famiglia"
Il sole è appena sorto, l’aria ha ancora quel profumo fresco di rugiada e i caschi sono già allacciati. Davanti a una giornata di cicloturismo,la prima pedalata è la promessa di avventura. E quando a inforcare la bici sono mamma, papà e bambini, l’esperienza si trasforma in qualcosa di più: un viaggio di scoperta condivisa, senza fretta e senza stress. Tra le ciclabili italiane più adatte alle famiglie spicca la Ciclovia del Mincio, un percorso sicuro e completamente asfaltato che collega Peschiera del Garda a Mantova per circa 45 chilometri. Ma non lasciatevi intimidire dalla distanza: il bello di questo tracciato è che si può affrontare a tappe, con numerose aree di sosta, punti ristoro e piccole deviazioni perfette per i più piccoli. «Abbiamo scelto questa ciclovia per la nostra prima vacanza in bici con i figli, e non potevamo sperare di meglio», racconta Claudia, madre di due bambini di 6 e 9 anni. «Ci sono tratti ombreggiati, mucche nei campi, ponticelli da attraversare e ogni chilometro diventa un gioco». In effetti, uno dei segreti del successo del cicloturismo in famiglia è proprio la natura narrativa del percorso: ogni dettaglio può trasformarsi in racconto, ogni pausa in un momento educativo o di svago. E se si viaggia in primavera o estate, si può anche approfittare di picnic improvvisati lungo il fiume o visitare i piccoli borghi lungo il tragitto. La crescente attenzione verso questo tipo di turismo ha spinto molte strutture a dotarsi di servizi family-friendly: noleggio seggiolini, carrelli per bimbi, punti di assistenza tecnica e perfino mappe con tappe gioco. La bici, per le famiglie, non è solo mezzo di trasporto. È un modo per stare insieme davvero, lontano dagli schermi e vicini alla natura. Ed è proprio lungo queste ciclabili che s Continua a leggere
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