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La magia del bikepacking: come viaggiare leggeri e sentirsi liberi

C’è un momento, mentre pedali nel silenzio di una strada secondaria, in cui ti rendi conto che non ti manca niente. Hai la bici sotto di te, qualche chilo di bagagli, una borraccia d’acqua e una tenda leggera. Eppure ti senti ricco. È questo il cuore del bikepacking: l’arte di viaggiare in bici in modo leggero, essenziale e profondamente libero.

Cos’è il bikepacking?

Per chi è abituato al cicloturismo classico, il bikepacking può sembrare estremo. In realtà, è semplicemente un approccio più minimalista: niente borse laterali o portapacchi, ma sacche compatte fissate al telaio, al manubrio e sotto la sella. L’equipaggiamento si riduce all’osso, ma l’esperienza si arricchisce.

È una scelta perfetta per chi ama i sentieri sterrati, i percorsi gravel, o vuole spingersi lontano dall’asfalto, dove le bici cariche non arrivano facilmente.

Perché sceglierlo?

Il bikepacking ti costringe (in senso buono) a portare con te solo l’essenziale. Niente superfluo. Ti interroga su cosa ti serve davvero per stare bene, dormire, mangiare e pedalare.
In cambio, ti dà:

più agilità nei percorsi tecnici e sterrati;

meno peso da trascinare, soprattutto in salita;

più libertà di improvvisare: puoi fermarti ovunque, dormire sotto le stelle, cambiare rotta all’ultimo.


Cosa portare davvero?

Ogni grammo conta. Ecco la mia checklist base per un viaggio di 3–5 giorni in modalità bikepacking:

Borsa da sella: abbigliamento tecnico (1 ricambio), piumino leggero, antivento.

Borsa da telaio: attrezzi, ricambi, powerbank, documenti.

Borsa da manubrio: sacco a pelo, materassino e tarp o tenda ultraleggera.

Borsetta sul top tube: snack, barrette, telefono, coltellino.

Borracce: acqua + borraccia termica per zuppe/tea.

(Suggerimento: allega qui una foto del tuo setup – è uno dei contenuti più apprezzati dai lettori!)

Dove andare in bikepacking?

L’Italia è un paradiso per il bikepacking:

Toscana (percorso della Eroica o la Via Francigena gravel);

Sardegna (la mitica “Traversata Sarda”);

Appennini (tra Marche, Abruzzo e Molise c’è solo da scegliere);

Alpi Liguri e Marittime per chi ama i singletrack e i paesaggi lunari.

Ma il bello del bikepacking è che ogni strada secondaria può diventare un’avventura. Ti basta una bici, un GPS e la voglia di scoprire.

Un invito a pedalare leggeri

Il bikepacking è una lezione di semplicità. Ti insegna che meno peso sulle spalle significa più libertà nella mente. Che non hai bisogno di molto per sentirti vivo. E che la fatica, quando è scelta, diventa piacere.

Quindi la prossima volta che pensi a un viaggio, prova a togliere invece che aggiungere. Lascia a casa le certezze, scegli la polvere e l’incertezza. E pedala, leggero, verso l’inaspettato.

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