La diciannovesima tappa: da Biella a Champoluc, l’Alta Montagna chiama la Maglia Rosa
30/05/2025 in News
Venerdì 30 maggio il Giro entra nel suo tratto più incandescente con la diciannovesima tappa, 166 km da Biella a Champoluc, tra i più duri e selettivi dell’edizione 2025. Una frazione alpina che profuma di sentenza, con quasi 5.000 metri di dislivello e cinque salite da brividi a scandirne il ritmo.
Il cuore delle Alpi e della corsa
Non ci sono facili illusioni lungo il tracciato: Col Tzecore, Saint-Pantaleon e Col de Joux sono tre nomi che fanno tremare i polpacci. Le pendenze toccano il 15%, le strade si stringono, l’altitudine si fa sentire. È la montagna vera, aspra, spietata. La classifica generale può esplodere da un momento all’altro, specie se qualcuno davanti accusa il colpo.
Niente tregua, solo selezione
È la tappa che i big temono e aspettano: non lunga, ma logorante, tutta da correre con la testa e con le gambe. Lungo le rampe del Tzecore o nella discesa del Saint-Pantaleon si potrà tentare il tutto per tutto. Chi sogna il podio di Roma dovrà farsi avanti. Chi barcolla rischia il tracollo.
Il giorno degli attacchi
Con la ventesima tappa ancora più dura all’orizzonte, molti potrebbero azzardare già oggi. Il traguardo di Champoluc, nel cuore della Val d’Ayas, potrebbe diventare scenario di gloria o condanna. Lo scenario è da cartolina, il palcoscenico è pronto: ora tocca ai corridori.
La ventunesima tappa : Roma saluta la corsa rosa tra arte, storia e velocità
01/06/2025 in News
Domenica 1° giugno, cala il sipario sul Giro d’Italia con la ventunesima e ultima tappa, una frazione di 141 km che si snoda interamente nella Città Eterna. Partenza e arrivo a Roma, in un circuito spettacolare tra monumenti iconici e storia millenaria.
Una festa tra i tesori di Roma
Non è solo una tappa: è una celebrazione. La corsa attraverserà alcuni dei luoghi più suggestivi della Capitale – Colosseo, Fori Imperiali, San Pietro, Piazza Venezia – in un percorso ad anello disegnato per esaltare lo scenario unico e offrire uno spettacolo anche televisivo di rara bellezza.
Tappa per velocisti, simbolo per tutti
Il profilo altimetrico è praticamente piatto, ideale per una volata di gruppo. Nessuna insidia tecnica, ma curve e pavé nel circuito finale potrebbero richiedere attenzione e posizionamento tattico. Sarà l’ultima occasione per gli sprinter di lasciare il segno, in uno degli arrivi più scenografici del ciclismo mondiale.
Oltre la corsa: il valore simbolico
La 21ª tappa è una passerella per il vincitore della maglia rosa, per chi ha lottato sulle montagne, per chi ha brillato nelle fughe. È il momento del trionfo collettivo, dove la fatica si trasforma in festa e Roma si fa palcoscenico dell’epilogo del Giro.
La ventesima tappa :Verrès–Sestriere, l’ora della verità tra asfalto e leggenda
31/05/2025 in News
Sabato 31 maggio, il Giro d’Italia entra nel suo atto conclusivo con la ventesima tappa, una frazione di alta montagna lunga 203 km che da Verrès, in Valle d’Aosta, conduce a Sestriere, nel cuore delle Alpi piemontesi. È l’ultima occasione per cambiare le sorti della classifica generale, e tutto lascia pensare che sarà una giornata epica.
Una corsa in due atti: pianura e poi inferno
Il tracciato si apre con una sessantina di chilometri relativamente tranquilli attraverso il fondovalle della Dora Baltea, poi il Canavese. Ma è solo la quiete prima della tempesta. Le salite iniziano a farsi sentire già nelle Valli di Lanzo, con l’ascesa al Colle del Lys, prima rampa di un trittico destinato a segnare la storia di questo Giro.
Il Colle delle Finestre: regina e Cima Coppi
Il momento clou arriva nel cuore della tappa: il Colle delle Finestre, Cima Coppi dell’edizione 2025 con i suoi 2.178 metri di altitudine. Una salita brutale e scenografica, lunga 18 km con pendenze medie del 9,2%, ma soprattutto gli ultimi 8 km su sterrato, in un crescendo di fatica e leggenda. Qui si deciderà chi ha ancora gambe, cuore e coraggio per tentare il colpo decisivo.
Il gran finale a Sestriere
Superato il Finestre, la corsa si chiude con la salita finale verso Sestriere, località iconica del Giro. Non è la più dura tra le ascese, ma dopo oltre 4.000 metri di dislivello sarà l’ultima selezione naturale, dove tutto potrà succedere: ribaltoni, crolli, imprese memorabili.
La Diciottesima Tappa: Morbegno–Cesano Maderno, la quiete prima della tempesta
29/05/2025 in News
Dopo la maestosità delle Alpi e prima delle ultime grandi battaglie in quota, giovedì 29 maggio il Giro d’Italia propone una tappa di transizione: la diciottesima frazione, da Morbegno a Cesano Maderno, 144 km quasi completamente pianeggianti. Una giornata definita dagli addetti ai lavori come “cuscinetto”, ma che potrebbe rivelarsi più tattica di quanto sembri.
Un’occasione d’oro per i velocisti
Il tracciato attraversa la bassa Valtellina, la Brianza e la pianura lombarda senza grandi difficoltà altimetriche: niente salite, niente GPM, solo strade veloci che corrono dritte verso il traguardo. Per i velocisti, spesso messi in crisi dalle montagne, si tratta di una delle ultime occasioni per lasciare il segno in questa edizione della corsa rosa. Le squadre degli sprinter dovranno però lavorare sodo per controllare eventuali fughe, sempre più probabili in tappe brevi e piatte.
Ricaricare le energie, ma restando vigili
La Morbegno–Cesano Maderno non è solo una tappa per velocisti. È anche una giornata fondamentale per recuperare dopo le fatiche del Tonale, del Mortirolo e di Bormio, e per prepararsi psicologicamente alle ultime scalate decisive. Ma attenzione: il chilometraggio ridotto e la velocità media elevata potrebbero rendere la corsa nervosa, specie nelle fasi finali, con rotatorie, curve e restringimenti che aumentano il rischio di cadute.
Cesano Maderno si veste di rosa
L’arrivo in Brianza rappresenta una prima assoluta per la corsa rosa: Cesano Maderno, città simbolo dell’hinterland milanese, accoglierà il Giro con una volata annunciata, ma il finale presenta curve tecniche che potrebbero spezzare il gruppo e premiare i più astuti nel posizionamento.
La Diciassettesima Tappa: Il giorno del giudizio tra Tonale e Mortirolo
28/05/2025 in News
Mercoledì 28 maggio , il Giro d’Italia propone uno degli appuntamenti più attesi e temuti: la diciassettesima tappa, da San Michele all’Adige a Bormio, 154 km di alta montagna e 3.800 metri di dislivello. Pochi chilometri, ma intensissimi: un concentrato di fatica, strategia e spettacolo che potrebbe riscrivere completamente la classifica generale.
Il cuore delle Alpi
La tappa si apre in Val d’Adige, in una partenza che non concede respiro: si sale subito verso il Passo del Tonale, una classica delle Alpi che, con i suoi 15 km e pendenze regolari, rappresenta un primo banco di prova per gli uomini di classifica. Ma è solo un assaggio: la vera sfida è più avanti.
Mortirolo, la montagna maledetta
Dopo la discesa su Ponte di Legno, i corridori si troveranno di fronte a uno dei mostri sacri del ciclismo: il Passo del Mortirolo, scalato dal versante più duro. Con pendenze che sfiorano il 18%, strade strette, ombre fitte tra i boschi e curve che non finiscono mai, il Mortirolo non perdona. È qui che spesso si vincono o si perdono i Giri d’Italia. Più che una salita, è un esame di coscienza per ogni ciclista.
L’arrivo a Bormio: un finale d’alta quota
Dopo la discesa tecnica e spettacolare dal Mortirolo, la strada torna a salire verso Bormio, con un finale nervoso e selettivo che, se non farà distacchi, metterà comunque alla prova le energie residue. Gli ultimi chilometri potrebbero essere teatro di scatti decisivi o di crolli clamorosi. In ogni caso, l’arrivo a Bormio sarà uno snodo fondamentale in ottica maglia rosa.
Una tappa per leggende
La diciassettesima tappa è breve, ma letale: un percorso per scalatori puri, per campioni con coraggio, per gregari trasformati in eroi. E arriva nel momento più delicato della corsa, dopo una serie di frazioni impegnative e alla vigilia di altre tappe alpine. È la classica giornata da segnare in rosso, quella in cui si può vincere il Giro o perderlo.
La Sedicesima Tappa: Piazzola sul Brenta–San Valentino di Brentonico, il Giro sale ancora
27/05/2025 in News
Martedì 27 maggio , dopo il giorno di riposo, il Giro d’Italia riparte con una tappa che si preannuncia tra le più decisive di questa edizione. La sedicesima frazione, da Piazzola sul Brenta a San Valentino di Brentonico, copre 199 km e introduce i corridori a un trittico alpino micidiale, con cinque Gran Premi della Montagna e un arrivo in quota che potrebbe stravolgere la classifica generale.
L’Appennino lascia spazio alle Alpi
Dopo la lunga traversata dell’Italia centrale e le Prealpi venete, il gruppo si avvicina all’arco alpino. Ma non c’è spazio per il rodaggio: la tappa entra subito nel vivo con un tracciato nervoso, fatto di salite e discese continue, e un’altimetria che non dà tregua. I cinque GPM distribuiti lungo il percorso garantiranno battaglia fin dalle prime rampe, con punti pesanti in palio per la maglia azzurra e potenziali occasioni di attacco per i contendenti alla maglia rosa.
Il gran finale: San Valentino di Brentonico
L’ultimo atto della tappa è riservato a una salita lunga e complessa di 17 km, che porta fino a San Valentino di Brentonico. Si tratta di una scalata articolata, con due tratti di respiro nei centri abitati di Brentonico e San Giacomo, ma che presenta un finale senza sconti: gli ultimi 3 km sono tutti in salita, su pendenze costanti che faranno emergere solo i corridori più forti e resistenti.
Tappa chiave prima del trittico alpino
Non è solo la difficoltà altimetrica a rendere questa tappa importante: è il contesto a darle peso. È infatti la prima delle tre tappe di alta montagna consecutive, prima del trittico che include il Passo del Tonale, il Mortirolo e l’arrivo a Bormio. Chi perderà terreno oggi potrebbe pagare dazio anche nelle giornate successive, rendendo questa frazione fondamentale nella strategia delle squadre e nella gestione delle forze.
Aspettative e scenari
C’è da aspettarsi un attacco da lontano, magari da parte dei gregari di lusso o da outsider che cercano di risalire in classifica. I big, invece, potrebbero attendere l’ascesa finale per misurarsi a viso aperto. La lunghezza e la varietà del percorso la rendono una tappa dura da interpretare, dove resistenza e strategia andranno di pari passo.
La Quindicesima Tappa: Fiume Veneto-Asiago, Alta Montagna e Selezione per gli Scalatori
25/05/2025 in News
Domenica 25 maggio, il Giro d’Italia vivrà una delle tappe più dure e selettive dell’intera edizione. La quindicesima tappa partirà da Fiume Veneto per arrivare ad Asiago, con un percorso lungo 214 km e un dislivello totale di circa 3.900 metri. Si tratta di una frazione di alta montagna, che metterà a dura prova le gambe dei corridori, con salite impegnative e stretti passaggi attraverso le Prealpi Venete, zone che non vedono spesso il passaggio della Corsa Rosa.
Un Percorso Durissimo per gli Scalatori
La tappa si presenta come una vera e propria sfida per gli scalatori puri. Dopo una partenza da Piazza Marconi a Fiume Veneto, i corridori affronteranno un percorso che non concede tregua. Le salite saranno diverse, alcune delle quali poco frequentate nelle edizioni recenti del Giro, rendendo il percorso ancora più selettivo. La lunghezza e il dislivello della tappa fanno di questa frazione una delle più dure, con una serie di ascese che potrebbero ridisegnare la classifica generale.
Le Salite Più Impegnative
Il percorso è ricco di salite di alta montagna, ognuna delle quali presenta pendenze significative e tratti che potrebbero favorire i corridori con maggiore attitudine alla scalata. Sebbene i dettagli esatti delle singole salite non siano ancora completamente definiti, è certo che i passaggi nelle Prealpi richiederanno un grande dispendio di energia e una gestione ottimale delle forze da parte dei ciclisti. La difficoltà altimetrica e il terreno accidentato potrebbero causare distacchi importanti tra i concorrenti di vertice e quelli meno in forma per affrontare i grandi sforzi.
Un Finale Ristretto per la Classifica
Il traguardo finale a Asiago segnerà una tappa fondamentale per la classifica generale. Con un percorso di montagna che separa la partenza dall’arrivo, sarà un’occasione per i cappoclassifica di mettere a segno un attacco decisivo o per i specialisti della salita di guadagnare secondi preziosi. I corridori dovranno affrontare una serie di salite consecutive che, a meno di colpi di scena, porteranno i più forti a consolidare la loro posizione.Con 3.900 metri di dislivello su un percorso di 214 km, la quindicesima tappa del Giro d’Italia si preannuncia come una vera e propria prova di resistenza. Il lungo e tortuoso percorso nelle Prealpi Venete potrebbe rimescolare nuovamente le carte della classifica generale, dando spazio agli attaccanti o a chi ha nelle gambe la capacità di resistere a una giornata di sforzo continuo. In un contesto del genere, ogni secondo guadagnato o perso potrebbe fare la differenza nelle fasi finali della corsa.
La Quattordicesima Tappa: Treviso-Nova Gorica/Gorizia, Tra Pianura e Collio.
24/05/2025 in News
Il 24 maggio, il Giro d’Italia affronterà una tappa che si sviluppa lungo un percorso di 186 km con partenza da Treviso e arrivo a Nova Gorica/Gorizia. Sebbene il tracciato sia prevalentemente pianeggiante, il finale presenta alcune difficoltà che potrebbero mettere alla prova i ciclisti, specialmente i velocisti. Si attraverseranno la pianura veneta e friulana, per poi entrare in Slovenia, con un percorso che alterna tratti facili a salite brevi ma insidiose.
Un Percorso Dalla Pianura al Collio
La tappa inizia su strade ampie e rettilinee, attraversando la bassa pianura veneta e friulana. Questo tratto pianeggiante favorirà una corsa controllata, dove i team di velocisti tenteranno di mantenere il passo regolare per gestire il ritmo. Dopo circa 110 km senza particolari difficoltà, il percorso si avvicina al Collio (Brda), una regione collinare che segna la transizione verso la Slovenia.
Qui si incontrano le prime salite brevi ma impegnative, tra cui i passaggi su Plessiva, Medana, Castel Dobra, San Martino, Quisca e Hum. Sebbene non siano salite lunghe, la loro frequenza ravvicinata potrebbe rallentare il ritmo della corsa e favorire i corridori in grado di gestire le accelerazioni. Le pendenze non estreme ma ripetute potrebbero creare distacchi tra i gruppi di testa, portando alla selezione dei favoriti per la vittoria di tappa.
Il Circuito Finale: Tattiche e Velocisti Sotto Pressione
Dopo il passaggio attraverso Nova Gorica, il percorso entrerà in Italia per un breve tratto prima di ritornare in Slovenia per affrontare gli ultimi due giri del circuito finale che si concluderanno a Nova Gorica/Gorizia. Questo circuito finale è caratterizzato da una salita breve ma intensa a Saver, che si sviluppa su 900 metri al 7,4%, con punte che raggiungono il 12%. Sebbene la salita non sia lunga, la sua posizione nel finale di tappa potrebbe rappresentare una sfida per i ciclisti meno preparati per le ascese brevi ma intense.
Una volta superato Saver, i corridori si troveranno a percorrere un tratto pianeggiante, ma caratterizzato da numerose curve e rotatorie, che potrebbero complicare il ritmo dei velocisti. Le curve strette e i cambi di direzione potrebbero ridurre le possibilità di una volata di gruppo compatto, facendo emergere la necessità di strategie più raffinate da parte dei velocisti più esperti.
Il rettilineo finale di 900 metri, con una larghezza di 8 metri, offre però una possibilità per il lancio dello sprint, dove i velocisti più puri avranno una chance di emergere se sono riusciti a mantenere il gruppo compatto fino agli ultimi metri.
Un Finale Da Gestire con Attenzione
Nonostante il profilo prevalentemente pianeggiante, la quattordicesima tappa del Giro d’Italia 2025 presenta alcune difficoltà che potrebbero fare la differenza, soprattutto negli ultimi chilometri. La successione di salite nel Collio e il circuito finale, con l’insidiosa salita di Saver e il tratto tortuoso prima del rettilineo finale, potrebbero sorprendere i velocisti che puntano alla vittoria di tappa. La strategia di corsa sarà fondamentale, con i ciclisti chiamati a mantenere il controllo nelle fasi cruciali e a sfruttare ogni opportunità per lanciare l’attacco finale.
La Tredicesima Tappa: Rovigo-Vicenza, Una Sfida tra Pianura e Colline
23/05/2025 in News
Venerdì 23 maggio, il Giro d’Italia vivrà una tappa che promette di essere tanto interessante quanto impegnativa. La tredicesima tappa partirà da Rovigo e si concluderà a Vicenza, un percorso di 180 km che saprà mettere alla prova i ciclisti su un terreno variegato, che alterna tratti pianeggianti e salite selettive.
Il Percorso: Pianura e Colline in Alternanza
Il tracciato si apre con una fase iniziale che lambisce i Colli Euganei e introduce la prima difficoltà significativa: la salita al Passo Roverello. Questa ascesa di 4 km al 6,1%, con punte che arrivano al 12%, rappresenta un primo test di resistenza, soprattutto per i corridori che puntano a mantenere una posizione di rilievo nella classifica generale. La salita non è lunga, ma la pendenza, soprattutto nelle sue parti più ripide, potrebbe creare i primi distacchi tra i protagonisti della corsa.
Una volta superato il Passo Roverello, il percorso si fa decisamente più facile, con un lungo tratto di circa 80 km di terreno pianeggiante che attraversa la pianura veneta, dando una tregua ai ciclisti. Questo tratto offre l’opportunità per i team di controllare la corsa e consentire ai velocisti di recuperare energie prima di entrare nella fase decisiva della tappa.
I Colli Berici: Il Cuore della Selezione
Il percorso cambia drasticamente all’approccio dei Colli Berici, una zona che presenta un mix di salite brevi ma intense. La prima difficoltà è Pozzolo, una salita di 1,2 km all’8%, con punte che arrivano fino al 13%, seguita da Garzola, un altro tratto difficile di 600 m al 9%. Queste salite potrebbero favorire gli scalatori più forti, ma sono solo un antipasto rispetto alla salita di San Giovanni in Monte, il Gran Premio della Montagna (GPM) di giornata.
La salita di San Giovanni in Monte è lunga 5 km, con una pendenza media del 6,6%, ma con un tratto iniziale che tocca punte vicine al 14%. La sezione più dura, con quasi 3 km al 8,5%, rappresenta un momento decisivo nella tappa, dove i corridori che vorranno essere protagonisti devono essere pronti a rispondere a qualsiasi attacco.
La Fase Finale: Il Montaggio verso Vicenza
Dopo la discesa da San Giovanni in Monte, mancheranno ancora 38,4 km all’arrivo a Vicenza. Tuttavia, i ciclisti non saranno ancora fuori pericolo, poiché incontreranno un ulteriore tratto di salita con il Monte Berico, una salita breve ma intensa di 1,1 km al 7,5%, con punte fino al 12%, che metterà alla prova le gambe dei corridori. Il vero banco di prova arriverà con lo strappo di Arcugnano, una salita di 1,6 km al 7,7%, con punte al 13% a 10,4 km dall’arrivo. Questa parte del percorso è fondamentale, non solo per l’asprezza della salita, ma anche per la presenza degli abbuoni, che potrebbero essere decisivi per gli uomini di classifica.
Un Finale Piuttosto Impegnativo
Il finale della tappa di Vicenza è caratterizzato da un percorso che non favorisce un arrivo in volata di gruppo compatto. Le salite impegnative degli ultimi chilometri potrebbero favorire attacchi isolati o un arrivo di gruppo ristretto. I velocisti più puri dovranno affrontare questo finale con molta attenzione, perché il percorso ondulato e le salite negli ultimi 30 km potrebbero spezzare ogni possibilità di una volata di gruppo.
La Dodicesima Tappa: Dalle Colline Matildiche alla Pianura del Po
22/05/2025 in News
Il 22 maggio, il Giro d’Italia proseguirà con una tappa che metterà alla prova i ciclisti prima sui colli e poi sulle strade piane della Bassa Pianura Padana. Con partenza da Modena e arrivo a Viadana (Oglio-Po), il percorso di 172 km sarà caratterizzato da una prima parte impegnativa sulle colline, seguita da un tratto pianeggiante che terminerà in un finale che si preannuncia spettacolare, ideale per i velocisti.
La Prima Parte: Le Colline Matildiche
La tappa si apre con oltre 70 km di salite sulle colline matildiche, una delle zone più affascinanti e impegnative della regione. Qui, i corridori dovranno affrontare un dislivello di oltre 1.500 metri, con due Gran Premi della Montagna (GPM) che decideranno il passo da mantenere nella parte iniziale della tappa.
Il primo GPM si trova a Baiso, una salita di 5 km al 6% con punte che arrivano fino al 11%, un test non indifferente per chi spera di restare a contatto con i primi. Il secondo GPM si trova a Borsea, una salita di 4 km al 5,2%, con pendenze che raggiungono il 12%. Queste salite metteranno sicuramente sotto pressione i corridori, con i più forti scalatori che cercheranno di staccare il gruppo principale e fare la differenza.
La Pianura Padana: Terreno per i Velocisti
Una volta superate le colline, la strada si farà decisamente più semplice. I ciclisti affronteranno circa 70 km di terreno pianeggiante che li porteranno nella bassa pianura. Questo tratto offre un respiro di sollievo, ma allo stesso tempo è un’occasione per gli altri corridori di recuperare energie prima dell’entrata nella fase finale della tappa.
Il passaggio sopra il fiume Po segnerà una transizione importante, portando i ciclisti verso un circuito finale di 26,6 km, da percorrere una sola volta. Questa sezione si snoda su strade larghe e diritte, perfette per i velocisti. La mancanza di curve strette o tratti insidiosi favorisce una volata finale, ma attenzione alla curva a sinistra a 500 metri dal traguardo, che potrebbe rendere la volata decisiva per chi cerca di lanciarsi al meglio nella corsa al traguardo.
Il Finale: Una Volata per i Velocisti
Con una sezione finale che favorisce i velocisti, la tappa si concluderà probabilmente con una volata di gruppo o un gruppo ristretto. Il percorso rettilineo e privo di curve impegnative dà l’opportunità ai velocisti di prepararsi per lo sprint finale, ma l’ultima curva potrebbe cambiare le dinamiche della corsa, con qualche attaccante che cercherà di anticipare il gruppo prima dell’ultimo rettilineo.