La Via Silente: il Cilento in bicicletta tra mare, borghi e silenzi
12/11/2025 in News
Tra montagne, ulivi e coste dimenticate, un itinerario che è un viaggio nel tempo.Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, tra le vette del Monte Cervati e le acque cristalline di Marina di Camerota, si snoda uno degli itinerari più affascinanti d’Italia: La Via Silente.
Un percorso ad anello di circa 600 chilometri, suddiviso in 15 tappe, che invita i cicloturisti a scoprire un territorio autentico, dove il tempo sembra essersi fermato.
L’avventura parte da Castelnuovo Cilento, piccolo borgo arroccato con vista sul mare, e si sviluppa su strade secondarie, attraversando paesi come Rofrano, Laurino, Piaggine e Sanza. Lungo la strada, i panorami cambiano continuamente: dalle gole del Calore ai boschi di castagni, dalle rovine di Velia ai profumi della macchia mediterranea.
Ma ciò che rende unica la Via Silente non è solo la bellezza del paesaggio: è il ritmo lento del viaggio, il contatto diretto con le persone, la possibilità di dormire in piccoli agriturismi e rifugi, spesso gestiti da famiglie che vivono ancora dei frutti della terra.Un progetto nato dal basso, grazie all’intuizione di due cicliste cilentane che hanno tracciato il percorso per valorizzare un territorio dimenticato.
Oggi la Via Silente è un modello di cicloturismo sostenibile: accoglienza diffusa, segnaletica chiara, servizi per i biker e, soprattutto, una filosofia che mette al centro il silenzio, la lentezza e l’autenticità.Un’esperienza che insegna che, a volte, pedalare piano è il modo migliore per andare lontano.
Bikepacking: la nuova frontiera del viaggio leggero
12/11/2025 in News
Come il minimalismo in sella sta rivoluzionando il modo di esplorare il mondo.Zaino, tenda, e una bici gravel: bastano pochi oggetti per sentirsi liberi.
Negli ultimi anni il bikepacking è diventato molto più di una moda: è una filosofia di viaggio che unisce l’avventura del cicloturismo alla libertà del campeggio leggero. Dalle Alpi alle steppe della Mongolia, sempre più viaggiatori scelgono di abbandonare le borse laterali e le rotte battute per pedalare verso l’ignoto.
L’idea è semplice: caricare tutto il necessari: tenda, sacco a pelo, cibo e attrezzi direttamente sulla bici, con borse compatte fissate al telaio. Il risultato è un mezzo agile, pronto ad affrontare sterrati, sentieri e lunghi dislivelli.
Non servono strutture turistiche o tappe obbligate: ci si ferma dove finisce la luce o dove inizia il silenzio.
Il boom del bikepacking ha cambiato anche l’industria del ciclismo: oggi esistono telai specifici, borse ultraleggere, e una nuova generazione di biciclette “gravel” pensate per muoversi tra asfalto e sentieri.Ma più della tecnologia, ciò che affascina è l’esperienza: dormire sotto le stelle, accendere un fornellino all’alba e rimettersi in marcia verso un orizzonte che cambia ogni giorno.
Il bikepacking è, in fondo, un ritorno alle origini del viaggio: nessuna fretta, nessuna meta prestabilita, solo la voglia di scoprire il mondo un chilometro alla volta.Una rivoluzione silenziosa che riporta la bici al suo significato più puro: libertà.
Il Camino de Santiago in bici: la via della fede, ma anche della fatica
11/11/2025 in Viaggi
Il Camino de Santiago, uno dei percorsi più antichi e carichi di simbolismo d’Europa, oggi accoglie ogni anno migliaia di ciclisti provenienti da tutto il mondo. Ognuno con la propria “credencial” da timbrare e una storia da portare a termine sui pedali.
La rotta più seguita è il Camino Francés, circa 750 chilometri da Saint-Jean-Pied-de-Port (ai piedi dei Pirenei) fino alla Cattedrale di Santiago. Le prime salite sono severe, ma la ricompensa arriva presto: Navarra, La Rioja, Castilla y León, Galizia un mosaico di paesaggi che mutano insieme ai chilometri e alle stagioni.
Lungo la via, i pellegrini-ciclisti condividono gli stessi ostelli e le stesse abitudini dei camminatori: pasti semplici, incontri fugaci, il suono delle campane all’alba. Ma anche la stessa spiritualità, che si misura nel silenzio delle lunghe tappe o nel vento che soffia sulle mesetas.
La segnaletica con la conchiglia gialla guida senza incertezze. In molte regioni sono presenti varianti su asfalto per chi viaggia con bici da turismo o gravel. La logistica è solida: officine, alloggi bike-friendly, punti di ristoro ogni pochi chilometri.
E poi c’è l’arrivo a Plaza del Obradoiro, dove ogni ciclista posa la bici e alza lo sguardo sulla maestosa cattedrale. È lì che il viaggio finisce, ma la sensazione più diffusa è che in realtà cominci proprio in quel momento.
La Vía Verde de Ojos Negros: la Spagna nascosta pedalando dal cuore all’oceano di luce
11/11/2025 in Viaggi
La Spagna che non ti aspetti si scopre lungo un vecchio tracciato ferroviario trasformato in uno dei più suggestivi percorsi cicloturistici del paese. La Vía Verde de Ojos Negros, 167 chilometri di pedalate tra Aragona e Comunità Valenciana, unisce il silenzio delle montagne di Teruel al profumo d’arancio delle coste di Sagunto.
Un tempo rotaie e carbone, oggi ghiaia compatta e panorami sconfinati: la via segue il tracciato dell’antica ferrovia mineraria che collegava le miniere di Ojos Negros con il porto mediterraneo. È la più lunga “via verde” di Spagna, un progetto di recupero che racconta una storia di rinascita rurale e di turismo sostenibile.
Il percorso alterna lunghi tratti immersi in pinete, viadotti sospesi su canyon e gallerie fresche che invitano a rallentare. Si attraversano piccoli paesi quasi immutati nel tempo come Sarrion o Jérica dove il ciclista trova ostelli, fontane e il ritmo lento della Spagna dell’interno. La segnaletica è chiara, l’altimetria accessibile: perfetta anche per chi viaggia con borse e alforjas.
Arrivare al mare, dopo giorni di vento e silenzio, è come attraversare un confine invisibile. Le prime palme di Sagunto segnano la fine di una rotta che non è solo geografica, ma anche emotiva.
In un’epoca di velocità e connessioni istantanee, la Vía Verde de Ojos Negros ricorda che il viaggio è ancora un modo per respirare la terra che si attraversa.
Cicloturismo in Italia: le 5 ciclovie da non perdere nel 2025
10/11/2025 in Territorio
Il cicloturismo è in pieno boom: secondo le ultime stime di Enit, il turismo in bici genera ogni anno miliardi di euro e continua a crescere. Complice la voglia di viaggi sostenibili e il ritorno alla natura, l’Italia si sta trasformando in una destinazione d’eccellenza per chi ama pedalare. Ecco cinque ciclovie da mettere in agenda per il 2025.
1️⃣ Ciclovia del Garda – Lombardia, Trentino e Veneto
Un anello panoramico attorno al lago più grande d’Italia, con passerelle sospese sull’acqua e scorci mozzafiato. Il tratto Limone–Riva del Garda è già diventato iconico, ma il progetto completo promette un’esperienza unica per tutti i livelli.
2️⃣ Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese – Da Caposele a Santa Maria di Leuca
Una delle ciclovie più suggestive del Sud: 500 km lungo il tracciato del grande acquedotto, tra borghi bianchi, uliveti e mare cristallino. Ideale per chi cerca un viaggio lento e autentico.
3️⃣ Ciclovia del Sole – Da Verona a Bologna (e oltre)
Parte del grande corridoio europeo EuroVelo 7, collega il Brennero a Firenze attraversando pianure, città d’arte e argini fluviali. Una ciclovia perfetta per chi ama i percorsi pianeggianti e ben segnalati.
4️⃣ Ciclovia dei Parchi della Calabria – Dal Pollino all’Aspromonte
Premiata nel 2021 come “miglior itinerario green d’Italia”, è un viaggio di oltre 500 km attraverso foreste, borghi e montagne. Consigliata ai più allenati, ma ripagata da panorami indimenticabili.
5️⃣ Ciclovia della Sardegna – Tra mare, nuraghi e profumo di macchia
Un percorso che unisce costa e interno, spiagge e storia. Perfetta in primavera o autunno, quando il clima è mite e le strade sono tranquille.
Gravel Revolution: come la bici da sterrato ha cambiato il modo di viaggiare
10/11/2025 in News
Negli ultimi anni, il mondo del cicloturismo è stato attraversato da una vera e propria rivoluzione a due ruote: quella del gravel. Nata negli Stati Uniti e ormai esplosa anche in Europa, la bici gravel ha conquistato appassionati e curiosi grazie alla sua versatilità. Ma cosa rende questa disciplina così affascinante?
La libertà del “gravel spirit”
A metà strada tra la bici da corsa e la mountain bike, la gravel permette di pedalare ovunque: su asfalto, sentieri, sterrati, mulattiere. È la compagna ideale per chi non vuole farsi limitare dal tipo di terreno e desidera vivere l’esperienza del viaggio con un ritmo più autentico.
“Con la gravel non sei mai fuori strada, sei semplicemente nel posto giusto”, dice Marco, cicloturista e organizzatore di bike adventure in Toscana. “Ti permette di esplorare, non solo di spostarti.”
Itinerari che uniscono sport e scoperta
Dalla Via Francigena ai colli emiliani, dai percorsi del Delta del Po alle sterrate della Val d’Orcia, l’Italia offre un patrimonio infinito per chi ama il gravel. Oggi molte regioni hanno iniziato a segnalare percorsi misti e a promuovere eventi dedicati, come il Nova Eroica o il Gravel Gourmet.
Un nuovo modo di viaggiare
Più che una moda, il gravel rappresenta un nuovo approccio al turismo su due ruote: sostenibile, lento e legato al territorio. L’equipaggiamento leggero, le borse compatte e la possibilità di dormire in agriturismo o in tenda rendono ogni viaggio un’avventura unica.
Bellaria, notte di inseguimenti e biciclette rubate: due giovani nei guai
09/11/2025 in News
È stata una notte tutt’altro che tranquilla quella appena trascorsa a Bellaria, dove due ragazzi di origine tunisina, di 19 e 23 anni, sono stati fermati dai carabinieri con tre biciclette elettriche di ultima generazione risultate rubate.
Tutto è cominciato poco dopo le due del mattino, durante un normale pattugliamento notturno della stazione locale. I militari hanno notato i due che si muovevano con fare sospetto lungo una via semi-deserta, spingendo a fatica tre e-bike dal valore complessivo di oltre quattromila euro. Un dettaglio che, a quell’ora, non poteva certo passare inosservato.
Il controllo è scattato in pochi istanti. Alla richiesta dei documenti, i giovani non sono riusciti a fornire alcuna carta in regola per il soggiorno in Italia. Ma il vero colpo di scena è arrivato poco dopo: all’interno di uno zaino, i carabinieri hanno trovato un piccolo arsenale da scasso — chiavi alterate, grimaldelli e altri attrezzi utili a forzare catene e serrature.
Le verifiche hanno confermato i sospetti: le biciclette erano state rubate poco prima in una via del centro. Le e-bike sono state immediatamente recuperate e restituite ai legittimi proprietari, mentre gli strumenti utilizzati per il furto sono stati posti sotto sequestro.
Per i due ragazzi è scattata la denuncia a piede libero con diverse accuse: ricettazione, possesso ingiustificato di chiavi alterate e grimaldelli, oltre alla violazione delle norme sull’immigrazione.
Grazie al pronto intervento dei carabinieri, la nottata di Bellaria si è chiusa senza ulteriori danni, ma con l’ennesimo episodio che conferma quanto la vigilanza notturna resti un presidio fondamentale per la sicurezza cittadina.
Il nuovo rinascimento del cicloturismo in Italia
08/11/2025 in News
Negli ultimi anni, il cicloturismo sta vivendo una crescita che pochi avrebbero previsto. Secondo l’ultimo rapporto Isnart–Unioncamere, oltre 33 milioni di presenze turistiche nel nostro Paese sono legate alla bicicletta. È un segnale chiaro: la bici non è più solo sport, ma una vera forma di turismo esperienziale e sostenibile.
Un Paese da scoprire a pedali
Dalle Dolomiti alla Sicilia, l’Italia si sta riscoprendo ciclabile. Le grandi dorsali come la Ciclovia del Sole, l’Adriatica o la VenTo lungo il Po stanno unendo territori e comunità, offrendo itinerari di centinaia di chilometri che attraversano borghi, campagne e aree naturali protette.
Non serve essere atleti: sempre più viaggiatori scelgono e-bike e percorsi facili, trasformando il cicloturismo in un’esperienza inclusiva, adatta a famiglie e neofiti.
Economia locale e sostenibilità
Ogni cicloturista spende mediamente più di un turista tradizionale, secondo i dati ENIT. Non solo per l’alloggio, ma per il cibo locale, i piccoli artigiani e i servizi sul territorio. È un turismo che lascia un impatto economico positivo e leggero sull’ambiente, senza traffico né rumore.
La sfida delle infrastrutture
Restano però le criticità: la discontinuità delle piste ciclabili, la segnaletica spesso carente e la mancanza di strutture “bike friendly” in alcune aree. Tuttavia, molte regioni stanno investendo in reti integrate e servizi dedicati, come il trasporto bici sui treni o le ciclovie interregionali.
Un turismo che cambia prospettiva
Il cicloturismo non è solo un modo diverso di viaggiare: è un modo diverso di guardare il territorio. Significa fermarsi nei luoghi minori, ascoltare le storie di chi li abita e riscoprire il valore del tempo.
In un’Italia che vuole essere più sostenibile e autentica, la bicicletta è già una chiave per il futuro del turismo.
Il boom del bikepacking: la nuova frontiera del viaggio lento
07/11/2025 in News
Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere una nicchia per appassionati per trasformarsi in un vero fenomeno sociale. Ma è il bikepacking, la versione più “selvaggia” e minimalista del viaggio in bicicletta, a catturare oggi l’immaginario dei viaggiatori. Una borsa sotto la sella, una tenda ultraleggera, qualche chilometro di sterrato: il necessario per sentirsi liberi.
Viaggiare leggeri, vivere intensamente
A differenza del cicloturismo tradizionale, spesso legato a tappe strutturate e bagagli al seguito, il bikepacking punta sull’essenzialità. Niente portapacchi o borse laterali, ma piccole sacche fissate direttamente al telaio e una filosofia di viaggio che invita a rallentare.
«È il modo più diretto per entrare in contatto con il territorio – spiega Marco Neri, fondatore della community Bikepackers Italia –. Non sei separato dal paesaggio, lo vivi metro dopo metro».
Dall’Appennino alle Alpi: l’Italia che pedala fuori rotta
L’Italia offre un terreno ideale per questa pratica. Gli itinerari si moltiplicano: dalla Via Silente nel Cilento alla Grande Traversata delle Alpi, passando per la Ciclovia dei Parchi della Calabria, il bikepacking diventa anche uno strumento per scoprire aree interne e borghi dimenticati.
Secondo un rapporto di Legambiente e ISNART, nel 2024 il cicloturismo ha generato oltre 7,6 milioni di presenze in Italia, con una crescita costante delle esperienze “avventura” su due ruote.
Tecnologia e libertà
App e GPS hanno reso più accessibili anche gli itinerari meno battuti. Strumenti come Komoot o Ride with GPS permettono di pianificare percorsi personalizzati, calcolando dislivelli, punti d’acqua e campeggi. Ma la tecnologia, per molti, resta solo un mezzo. «Quando sei su un sentiero che attraversa un bosco, il tempo torna a dilatarsi – racconta Chiara, 34 anni, bikepacker trentina –. Capisci che la vera ricchezza è la lentezza».
Una tendenza destinata a durare
Se la pandemia ha accelerato la riscoperta del turismo di prossimità, la cultura del bikepacking sembra aver trovato una sua identità stabile: sostenibile, esperienziale, autentica.Più che una moda, è un ritorno all’essenza del viaggio, quello che si misura non in chilometri, ma in emozioni.
Emilia-Romagna: nuovi tratti e servizi per la Ciclovia del Reno
05/11/2025 in News
La rete cicloturistica dell’Emilia-Romagna continua a crescere. Nei mesi scorsi sono stati completati nuovi tratti e interventi di manutenzione lungo la Ciclovia del Reno (ER19), l’itinerario che collega Bologna alla pianura ferrarese seguendo l’argine del fiume.
Il percorso, oggi interamente segnalato per circa 40 chilometri, parte dal centro di Bologna e attraversa oasi naturalistiche, borghi rurali e zone agricole fino a Galliera, dove si connette ad altri itinerari della pianura. A breve è previsto l’ampliamento verso Argenta e il Delta del Po, per creare un collegamento diretto con la costa adriatica.
L’intervento rientra nel piano regionale delle Ciclovie di interesse turistico (rete ER19–ER20), finanziato con fondi europei e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con i Comuni.
Oltre alla nuova segnaletica e alla sistemazione degli argini, sono stati installati punti di ricarica per e-bike e rastrelliere in prossimità di agriturismi e aree di sosta. Un passo avanti per una regione che punta sempre più su un turismo attivo, sostenibile e accessibile a tutti.
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