fbpx

Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

Scopri tutti gli articoli sul cicloturismo

Ultimi Articoli

Rimani in contatto

Seguici sui social

by Matteo

La Costa Azzurra in bicicletta.

19/05/2025 in Viaggi


La Costa Azzurra, con la sua combinazione di panorami mozzafiato e un clima piacevole tutto l’anno, è il luogo ideale per esplorare in bicicletta. Questo angolo di paradiso nel sud della Francia offre una varietà di percorsi adatti a tutti i livelli di ciclisti, dalle tranquille passeggiate lungomare alle impegnative salite di montagna.

Uno dei percorsi più affascinanti è il tratto che va da Nizza a Monaco. Pedalando lungo la Promenade des Anglais, i ciclisti possono godere della vista del mare cristallino a sinistra e delle eleganti facciate degli hotel a destra. Proseguendo verso est, si attraversano villaggi pittoreschi come Villefranche-sur-Mer e Beaulieu-sur-Mer, dove una sosta è d’obbligo per assaporare un caffè o un gelato artigianale.

Per gli amanti delle sfide, la salita al Col de la Madone offre un’esperienza indimenticabile. Questo percorso, reso famoso da ciclisti professionisti, offre panorami spettacolari sulla costa e un senso di realizzazione una volta raggiunta la vetta. Da lì, la discesa verso Mentone è pura adrenalina, con tornanti che richiedono abilità e concentrazione.

Oltre ai paesaggi costieri, la Costa Azzurra offre anche percorsi tra le colline e le montagne dell’entroterra. Il Parco Nazionale del Mercantour, ad esempio, è un paradiso per i ciclisti più esperti, con sentieri che attraversano foreste ombrose e prati alpini, e offrono incontri ravvicinati con la fauna locale, come camosci e aquile.

Indipendentemente dal percorso scelto, la Costa Azzurra in bicicletta promette un’avventura ricca di emozioni, bellezza naturale e cultura locale. Che tu sia un ciclista esperto o un principiante, questo angolo di Francia ti offrirà ricordi indimenticabili e una voglia irrefrenabile di tornare per esplorare ancora di più.

by Matteo

La Ciclovia della Mosella

19/05/2025 in Territorio

La Ciclovia della Mosella (Moselradweg) è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti della Germania, che invita i viaggiatori a pedalare lungo uno dei fiumi più suggestivi d’Europa. Tra vigneti che si arrampicano sulle colline, borghi medievali e paesaggi naturali mozzafiato, questo percorso offre un’esperienza unica, perfetta per chi ama unire sport, natura e cultura.

Il percorso: da Perl a Coblenza lungo il fiume Mosella

La Ciclovia della Mosella si estende per circa 248 km, partendo da Perl, al confine con la Francia e il Lussemburgo, fino a Coblenza, dove la Mosella confluisce nel Reno. Questo itinerario segue il corso del fiume attraverso la Renania-Palatinato, una delle regioni vinicole più rinomate della Germania. Il percorso è prevalentemente pianeggiante e ben segnalato, rendendolo adatto a ciclisti di ogni livello, comprese famiglie con bambini.

Un viaggio attraverso borghi medievali e vigneti

Pedalare lungo la Ciclovia della Mosella significa attraversare un paesaggio unico, dove storia e natura si fondono armoniosamente. Lungo il percorso si incontrano incantevoli cittadine medievali come Trier (Treviri), considerata la città più antica della Germania, con i suoi monumenti romani come la Porta Nigra e l’anfiteatro. Da qui, la strada si snoda lungo il fiume, regalando panorami da cartolina.

Altra tappa imperdibile è Bernkastel-Kues, famosa per le sue case a graticcio e per la sua lunga tradizione vinicola. È il luogo perfetto per una pausa, magari sorseggiando un bicchiere di vino locale, come il celebre Riesling, prodotto proprio in queste terre.

Cultura del vino e tradizioni locali

La Mosella è conosciuta non solo per i suoi paesaggi pittoreschi, ma anche per la sua antica tradizione vinicola. Lungo il percorso, si può fare tappa presso numerose cantine che offrono degustazioni di vini pregiati, principalmente a base di Riesling. Pedalare tra i filari di vigneti che si arrampicano sui pendii scoscesi delle colline è una delle esperienze più gratificanti del percorso.

In molte delle cittadine attraversate dalla ciclovia, soprattutto nei mesi estivi e autunnali, si tengono festival del vino che celebrano la cultura locale, dando ai cicloturisti l’opportunità di immergersi nella vita del posto e di scoprire i sapori tipici della regione.

Un percorso adatto a tutti

Uno dei principali punti di forza della Ciclovia della Mosella è la sua accessibilità. Il tracciato, infatti, è ben mantenuto e perlopiù pianeggiante, rendendolo perfetto anche per i ciclisti meno esperti. È possibile dividere il percorso in tappe giornaliere, grazie alla presenza di numerosi punti di sosta e alloggi, che spaziano da campeggi a pensioni tradizionali, fino ad agriturismi immersi nei vigneti.

Per chi desidera un’esperienza più tranquilla, è possibile noleggiare biciclette elettriche, molto diffuse lungo il percorso, per affrontare il tragitto senza fatica e godersi appieno i paesaggi circostanti.

Coblenza: la conclusione perfetta del viaggio

Il viaggio lungo la Ciclovia della Mosella si conclude a Coblenza, una delle città più antiche della Germania, situata alla confluenza dei fiumi Reno e Mosella. Qui, nel suggestivo angolo detto Deutsches Eck (angolo tedesco), i due fiumi si incontrano, creando uno spettacolo naturale di grande bellezza. Coblenza è una città vivace, ricca di storia e monumenti, come la Fortezza di Ehrenbreitstein, che domina la città dall’alto di una collina, e le sue eleganti piazze storiche.

by Matteo

Roma pedala verso il futuro: inaugurata la ciclabile Monte Ciocci – San Pietro

18/05/2025 in News

Un nuovo tratto ciclabile di 1,5 chilometri apre una via verde tra Monte Mario e San Pietro, ridisegnando la mobilità urbana nel quadrante nord-ovest della Capitale. È stata ufficialmente inaugurata la pista ciclabile Monte Ciocci – San Pietro, un’opera strategica che rafforza l’impegno della città per una mobilità sostenibile e integrata, capace di connettere quartieri, trasporti pubblici e storia.

Realizzata con un investimento di 6,7 milioni di euro, finanziato tramite i fondi giubilari, l’infrastruttura rappresenta più di un semplice prolungamento: è un tassello fondamentale nel puzzle della Roma ciclabile. Il nuovo tratto si innesta infatti sui cinque chilometri già esistenti che collegano Monte Mario a Monte Ciocci, creando un unico percorso che consente ai ciclisti di attraversare aree verdi, quartieri residenziali e perfino un antico tunnel ferroviario, fino ad arrivare a Valle Aurelia, snodo strategico con accesso diretto alla Linea A della metropolitana e ai treni regionali.

La nuova ciclabile si sviluppa lungo un itinerario ricco di riferimenti urbanistici e culturali: parte dall’ospedale San Filippo Neri, costeggia la stazione Monte Mario, prosegue accanto al Policlinico Gemelli e attraversa la zona della stazione Balduina, per poi sfociare nel Parco di Monte Ciocci, un balcone verde con vista privilegiata sulla Cupola di San Pietro. Da lì, il percorso scende verso Via Anastasio II e si collega con la rete di trasporto di Valle Aurelia.

Non solo mobilità quotidiana: il tracciato appena inaugurato si intreccia anche con la Via Francigena, l’antico cammino dei pellegrini che giunge fino al cuore di Roma. Una connessione simbolica che unisce passato e futuro, spiritualità e sostenibilità, in un unico filo d’asfalto percorribile a pedali.

L’opera è stata accolta con favore da cittadini, associazioni e istituzioni. L’infrastruttura ciclabile rappresenta un passo importante per decongestionare il traffico urbano, promuovere stili di vita più sani e offrire un’alternativa concreta al trasporto motorizzato.

Con l’estensione Monte Ciocci – San Pietro, Roma dimostra che la bicicletta non è solo un mezzo di svago, ma può diventare una vera protagonista della mobilità quotidiana. E, soprattutto, che anche nella città eterna si può guardare avanti… pedalando.

by Matteo

LA RINASCITA DELLE FERROVIE DISMESSE: QUANDO LA BICICLETTA RIPORTA IN VITA IL PASSATO

17/05/2025 in News

Una volta correvano i treni. Ora scorrono biciclette, lentamente, silenziosamente, con un rispetto quasi religioso per quei binari ormai coperti d’erba. Le ferrovie dismesse, simboli di un’Italia industriale che non c’è più, stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo.

Negli ultimi dieci anni, in tutta Europa e anche nel nostro Paese, le “greenways” – percorsi ciclabili ricavati da tracciati ferroviari abbandonati – sono diventate il cuore pulsante di una nuova idea di viaggio. Lento, sostenibile, immersivo.

Binari che univano, ruote che raccontano

La bellezza delle ex ferrovie sta tutta lì: non sono solo strade. Sono narrazioni. Hanno collegato paesi, trasportato operai, separato famiglie durante le guerre, unito innamorati in tempo di pace. Oggi, pedalare lungo quei tracciati è come sfogliare un libro di storia con il vento tra i capelli.

In Piemonte, la Via del Riso e del Vino collega Vercelli ad Asti lungo un vecchio percorso ferroviario. In Toscana, la Ciclopista del Trammino ricalca i binari che un tempo portavano i bagnanti da Pisa al mare. E poi ci sono la Ciclovia della Val di Fiemme e Fassa, la Ferrovia Spoleto-Norcia, o il percorso che da Palazzolo Acreide scende verso la costa siracusana.

Un turismo che porta ossigeno

Oltre al fascino romantico, queste ciclabili rappresentano un’opportunità economica concreta per le aree interne. Agriturismi, bed & breakfast, piccoli bar: quando passano i cicloturisti, si fermano, spendono, raccontano. È un turismo che non consuma, ma genera valore. Senza rumore, senza fretta, senza cemento.

Il futuro? Pedala su rotaie

Secondo Legambiente, in Italia ci sono ancora oltre 7.000 km di ferrovie dismesse. Una miniera d’oro per chi crede in un futuro fatto di due ruote, silenzi e scoperte. Servono investimenti, certo. Ma anche una visione.Perché dove un tempo passava un treno, oggi può nascere una nuova forma di libertà. E ogni pedalata, su quei vecchi tracciati, è un omaggio al passato e una promessa al domani.

by Matteo

Nuova spinta alla mobilità sostenibile: proseguono i lavori sulla pista ciclo-pedonale “Ciclo Ovest”

16/05/2025 in News

Rimini– Dopo la conclusione delle opere strutturali del primo tratto della pista ciclo-pedonale “Ciclo Ovest 1”, che attraversa la nuova rotatoria tra la statale 16 e la statale 72 in direzione San Marino, i cantieri si spostano ora più a monte, tra via Arno e via Bidente, per completare una nuova porzione dell’infrastruttura verde.

Il progetto rientra in una più ampia strategia di potenziamento della rete ciclopedonale urbana e metropolitana, con l’obiettivo di incentivare forme di mobilità dolce e sostenibile. La nuova tratta, ancora in fase di completamento, collegherà il quartiere Villaggio Primo Maggio al Parco della Cava, offrendo un collegamento sicuro e accessibile a ciclisti e pedoni.

Attualmente, gli interventi si concentrano sulla posa dei cordoli di delimitazione, l’installazione delle recinzioni di confine e l’impianto dell’illuminazione pubblica, pensata per garantire visibilità e sicurezza anche nelle ore serali. Una volta terminata questa fase, si procederà con l’installazione di una staccionata lungo il torrente Ausa, un accorgimento utile sia dal punto di vista estetico che funzionale.

L’ultima fase prevede l’asfaltatura del percorso, cui seguirà la pigmentazione del manto stradale. Questa scelta, oltre a una questione estetica, punta a mantenere la coerenza cromatica con le altre piste ciclabili già esistenti sul territorio, rendendo più omogeneo e riconoscibile il sistema della mobilità dolce cittadina.

L’intervento si inserisce in un contesto di crescente attenzione per l’ambiente urbano, con l’obiettivo dichiarato di favorire la mobilità attiva, ridurre il traffico veicolare e migliorare la qualità dell’aria. Un passo avanti importante per una Rimini sempre più verde, sostenibile e a misura di cittadino.

by Matteo

Scontro frontale tra ciclisti a Spini di Gardolo: 79enne in gravi condizioni

15/05/2025 in News


Un tratto di pista ciclabile tranquillo, immerso nella routine del giovedì mattina, si è trasformato in pochi istanti in teatro di un drammatico incidente. Due ciclisti, diretti in senso opposto, si sono scontrati violentemente poco prima delle 11, in località Spini di Gardolo, nei pressi del ponte dell’autostrada, non lontano dalla casa circondariale.L’impatto è stato tanto improvviso quanto violento: entrambi sono finiti sull’asfalto, uno di loro – un uomo di 79 anni – ha riportato traumi seri ed è in condizioni gravi. L’altro, anch’egli ferito, è stato immediatamente soccorso. Al momento non sono state rese note le generalità dei coinvolti.A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti, sorpresi dalla scena in una zona solitamente pacifica. In pochi minuti sono arrivati sul posto un’auto sanitaria, due ambulanze e le pattuglie della Polizia Locale Trento Monte Bondone, che ha avviato i rilievi per ricostruire la dinamica del sinistro.Un episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza della mobilità dolce, in un momento in cui l’uso delle due ruote è in costante aumento. Restano da chiarire le cause dello scontro: velocità, distrazione o magari un punto cieco lungo il tracciato? Le indagini chiariranno.Intanto, l’area dell’incidente è rimasta parzialmente presidiata per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi tecnici. La speranza è che le condizioni del ciclista anziano migliorino nelle prossime ore. Sullo sfondo, il silenzio insolito di una pista ciclabile che oggi ha perso, per un attimo, la sua consueta serenità.

by Matteo

Trentino in bici: dove la bellezza si pedala lentamente

14/05/2025 in Viaggi

C’è un luogo in Italia dove la natura non si limita a fare da sfondo, ma diventa compagna di viaggio. Un territorio dove ogni curva racconta una storia, ogni salita regala silenzi e respiri profondi, ogni discesa spalanca orizzonti. È il Trentino, culla di cicloturismo d’eccellenza, terra di montagne maestose, laghi segreti e valli accoglienti. Qui, la bici non è solo sport: è un modo di vivere, di scoprire, di emozionarsi.

Una sinfonia di paesaggi su due ruote

In Trentino non si pedala: si scivola dentro una sinfonia di paesaggi. Le Dolomiti si alzano come quinte teatrali, immobili e imponenti, mentre sotto le ruote scorrono strade perfette, sentieri morbidi, ciclabili che sembrano pensate da un poeta. Le piste si insinuano tra vigneti ordinati come spartiti, attraversano ponti sospesi sul tempo, costeggiano fiumi che sussurrano antiche leggende. E ogni tanto, tra una pedalata e l’altra, appare un campanile, un maso, una piazza dove il tempo sembra essersi fermato.

Ciclabili come racconti

Impossibile parlare di cicloturismo in Trentino senza citare le sue perle: la Ciclabile dell’Adige, dorsale verde che unisce Trento, Rovereto e Bolzano in un viaggio tra castelli e cantine; la Valsugana, con il suo nastro d’asfalto che abbraccia il Lago di Caldonazzo prima di tuffarsi verso il Veneto, tra locande e acque termali. Ma ogni valle custodisce il suo percorso segreto, ogni bosco un sentiero per chi ama l’avventura lenta, il rumore dei pneumatici sulla ghiaia, il profumo di resina nell’aria.

Tra fatica e meraviglia

Qui la fatica si trasforma in bellezza. I passi alpini – Rolle, Mendola, Tonale – parlano agli appassionati come cattedrali della sfida. Ma il Trentino è anche dolcezza: percorsi per famiglie, e-bike che allungano i sogni, servizi pensati per chi cerca accoglienza e sostenibilità. Agriturismi bike-friendly, navette attrezzate, punti ristoro che profumano di polenta e funghi. Ogni dettaglio racconta una cultura dell’ospitalità autentica, discreta, perfetta per chi ama viaggiare con il cuore aperto.

Viaggiare con l’anima leggera

Il Cicloturismo, in fondo, è questo: un modo diverso di stare nel mondo. In Trentino, ogni viaggio in bici diventa un’esperienza interiore. Si parte per scoprire un paesaggio, si torna con dentro qualcosa in più. Una frase detta da un vecchio contadino, il riflesso del cielo in un lago, il rumore del vento tra le pale di un mulino abbandonato. Qui, la lentezza non è una mancanza di velocità, ma un’arte antica che si riscopre a ogni giro di ruota.

by Matteo

Pedalando tra Alpi e colline: alla scoperta della provincia di Cuneo su due ruote

13/05/2025 in Territorio

CUNEO – C’è un angolo d’Italia dove la bicicletta incontra la montagna, la storia e i sapori autentici del Piemonte: è la provincia di Cuneo, un territorio che sembra disegnato per il cicloturismo. Con i suoi paesaggi variegati, che spaziano dalle vette delle Alpi Marittime alle colline delle Langhe, ogni pedalata qui diventa un’esperienza sensoriale.

Uno dei percorsi più suggestivi parte proprio dalla città di Cuneo, elegante e ordinata, con i suoi portici e le piazze ampie, e si snoda verso sud-est, seguendo il tracciato dell’antica ferrovia dismessa Cuneo-Boves-Peveragno, oggi riconvertita in pista ciclabile. Questo tracciato, lungo circa 25 km tra andata e ritorno, è ideale per famiglie, ciclisti amatoriali e per chi cerca un itinerario rilassato ma ricco di scorci panoramici.

Lasciata Cuneo, la strada si inoltra tra campi coltivati e piccoli borghi, con il profilo delle montagne sempre sullo sfondo. Boves, prima tappa del percorso, offre una sosta interessante: il Memoriale della Resistenza e la storica Abbazia di San Dalmazzo raccontano la profondità culturale della zona. Da qui si prosegue verso Peveragno, borgo medievale noto per la fragola profumata e le sue feste tradizionali.

Il dislivello è minimo e l’asfalto è ben tenuto, rendendo il tragitto scorrevole e piacevole anche per chi non è allenato. In primavera e inizio estate, la campagna esplode di colori e profumi, accompagnando i ciclisti con una sinfonia naturale che vale da sola il viaggio.

Ma la vera ricompensa arriva al ritorno, con una sosta in una delle tante trattorie della zona. Tra un piatto di tajarin al ragù di salsiccia e un bicchiere di Dolcetto di Dogliani, il cicloturista trova un’altra dimensione del viaggio: quella del gusto.

La provincia di Cuneo, spesso chiamata “la Granda”, offre molti altri percorsi ciclabili per ogni livello: dalle salite impegnative del Colle della Fauniera per i più esperti, ai dolci pendii delle Langhe per chi cerca un ritmo più lento. Ma questo itinerario tra Cuneo, Boves e Peveragno è perfetto per iniziare a conoscere un territorio che ha fatto della bellezza e dell’accoglienza il suo marchio di fabbrica.

La bicicletta, qui, non è solo un mezzo di trasporto: è un modo per entrare in contatto con un paesaggio vivo, autentico, generoso. E pedalata dopo pedalata, la “Granda” conquista.

by Matteo

Pedalando tra colline e silenzi: un viaggio in bici nella terra di Mondovì

12/05/2025 in Territorio

MONDOVÌ (CN) — C’è un momento, all’uscita dell’ultima curva che risale il colle di Vicoforte, in cui la cupola del Santuario si staglia all’improvviso tra gli alberi, maestosa e silenziosa. È lì che il viaggio in bici nella zona di Mondovì cambia passo: non più solo una sfida fisica, ma una conversazione lenta con il paesaggio.Partito alle prime luci da Breo, il cuore commerciale di Mondovì, ho lasciato il traffico del centro per seguire il corso del torrente Ellero, salendo verso i borghi alti. Un percorso misto, che alterna salite impegnative a discese generose, tra vigneti ordinati e boschi che si fanno sempre più fitti man mano che ci si avvicina all’Alta Langa.La prima tappa è Mondovì Piazza, la parte storica della città, raggiungibile anche in funicolare ma ben più gratificante da conquistare sui pedali. Qui il tempo sembra sospeso tra palazzi barocchi e vedute mozzafiato sulla pianura. Dopo una breve sosta alla Torre dei Bressani, si riparte lungo la provinciale per Vicoforte, dove la Basilica — la più grande cupola ellittica in muratura del mondo — accoglie i viaggiatori come un faro antico.Il percorso continua verso San Michele Mondovì, snodandosi tra stradine secondarie, dove l’asfalto cede spesso il passo alla ghiaia e il cellulare smette di avere campo. È in quei tratti, immersi nel silenzio delle colline, che la bici rivela la sua vera potenza: non come mezzo di trasporto, ma come strumento di ascolto. Il respiro si fa più lento, i rumori della natura diventano chiari, e ogni curva regala una prospettiva nuova sulla valle.Nel pomeriggio, il sole cala dietro le Alpi Marittime, e la strada riporta lentamente verso Mondovì, chiudendo un anello di circa 60 chilometri. Non servono grandi numeri per definire questo itinerario. Bastano poche ore, una bici e la voglia di perdersi nel verde di una terra che ha scelto di non cedere alla fretta.In un’epoca di spostamenti rapidi e turismo frenetico, pedalare nella zona di Mondovì è un atto di resistenza gentile. Un invito a rallentare, a guardarsi intorno, e a ricordare che a volte la vera meta non è un luogo, ma la strada stessa.

by Matteo

Ponza investe sulla mobilità sostenibile: finanziato un nuovo anello ciclabile

12/05/2025 in News

L’isola pontina compie un passo deciso verso un modello di mobilità a basso impatto ambientale. Il Comune di Ponza ha ottenuto un finanziamento di 50 mila euro attraverso il bando nazionale “Bici in Comune”, promosso dal Ministero per lo Sport e i Giovani in sinergia con il Dipartimento per lo Sport, Sport e Salute S.p.A. e ANCI.Si tratta di un risultato significativo, non solo per l’entità del contributo, ma per il fatto che Ponza risulta l’unico ente della provincia di Latina ad essersi aggiudicato i fondi destinati a progetti per la ciclabilità nei piccoli comuni italiani.Il progetto finanziato prevede la realizzazione di un circuito ciclabile ad anello, concepito per collegare le principali aree dell’isola. Il tracciato includerà percorsi esclusivamente riservati alle biciclette in prossimità del porto, mentre nelle zone più esterne e suggestive saranno realizzati tratti promiscui, integrati nel paesaggio e compatibili con la morfologia del territorio.Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione comunale, l’infrastruttura avrà una duplice funzione: incentivare forme di mobilità ecologiche e promuovere una fruizione più sostenibile e consapevole del patrimonio paesaggistico isolano.«L’obiettivo è creare un’alternativa concreta all’uso dei veicoli a motore, facilitando gli spostamenti in bicicletta sia per i residenti che per i visitatori», spiegano fonti del Comune. «Questo progetto va nella direzione di una valorizzazione intelligente del territorio, capace di coniugare rispetto per l’ambiente, turismo sostenibile e vivibilità locale».Il percorso ciclabile, una volta completato, rappresenterà un tassello importante all’interno di una strategia più ampia di mobilità dolce, già inserita nei piani di sviluppo territoriale. La realizzazione dell’opera è prevista nei prossimi mesi, con il coinvolgimento di tecnici specializzati e con l’auspicio di un confronto attivo con la cittadinanza.L’iniziativa si inserisce in un quadro nazionale che punta a rilanciare il ruolo delle biciclette come strumento di mobilità quotidiana, anche nei contesti più complessi come quelli insulari, spesso penalizzati da una rete viaria limitata.Con questo progetto, Ponza si propone come esempio virtuoso per altri piccoli comuni che intendano puntare su scelte coraggiose e lungimiranti nel segno della sostenibilità.