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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 1 settimana fa

    Nel cuore selvaggio: l’anello del Sutjeska Chi ama la natura incontaminata e non teme le salite troverà nel Parco nazionale Sutjeska un paradiso autentico. Si tratta della più antica area protetta della Bosnia, celebre per custodire la foresta di Perućica, uno degli ultimi lembi di bosco primario d’Europa. Pedalare qui significa affrontare un itinerario più impegnativo: le strade asfaltate lasciano spesso spazio a tratti sconnessi, le pendenze possono essere dure, ma la ricompensa è straordinaria. Lungo il percorso appaiono vette maestose come il Monte Maglić (2.386 m), il più alto del Paese, laghi glaciali come quello di Trnovačko, e vallate abitate da cervi, lupi e orsi bruni. Distanza: 80–100 km per l’anello principale Durata consigliata: 2 giorni per godersi soste e trekking Difficoltà: alta (salite lunghe e discese tecniche) Non è solo natura, però. Nel cuore del parco, una radura ospita il monumento alla Battaglia della Sutjeska, una scultura modernista degli anni ’70 che commemora una delle pagine più dure della Seconda guerra mondiale in Jugoslavia. Visto da vicino, il monumento appare come due ali di cemento che si aprono verso il cielo, un simbolo di resistenza che aggiunge profondità storica a un paesaggio altrimenti dominato solo dalla natura. Pedalare qui significa accettare la fatica come parte dell’esperienza: ogni salita diventa una sfida, ma anche un modo per sent Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 1 settimana fa

    Dalle Alpi austriache al confine italiano: Pedalare in Austria è come entrare in un grande teatro naturale dove ogni dettaglio è pensato per accogliere chi viaggia lento. La Ciclovia Alpe Adria nasce qui, a Salisburgo, città che unisce la solennità barocca alle melodie di Mozart. L’inizio lungo il Salzach Il primo tratto si snoda lungo il fiume Salzach. È una partenza morbida, pianeggiante, che permette al cicloturista di prendere confidenza con la strada e con il ritmo della pedalata. La segnaletica è impeccabile: cartelli chiari, mappe lungo il percorso, servizi per chi si sposta in bicicletta. Non è un dettaglio: la qualità delle infrastrutture ciclabili austriache è tra le migliori d’Europa. Vecchie ferrovie, nuove emozioni Uno dei momenti più emozionanti arriva quando si pedala su tratte ferroviarie dismesse, oggi trasformate in piste ciclabili. Gallerie illuminate, ponti sospesi e lunghi rettilinei immersi nel verde regalano la sensazione di pedalare dentro la storia. Non più convogli di treni, ma ciclisti di ogni età, famiglie con bambini e viaggiatori solitari che condividono la stessa direzione. Tra villaggi alpini e ospitalità genuina Il percorso attraversa villaggi come Bad Gastein, famosa per le sue terme e la cascata che spacca il paese in due. Qui la bicicletta si ferma spesso: non solo per riposare le gambe, ma per scoprire la cucina locale fatta di zuppe robuste, pane nero e birra artigianale. L’ospitalità austriaca è semplice e diretta: chi pedala trova facilmente pensioni a conduzione familiare, agriturismi e strutture bike-friendly. La sfida dei valichi Il punto più impegnativo del tratto austriaco è il valico di Böckstein, che si supera caricando bici e ciclisti su un treno-navetta. Non è una scorciatoia, ma una parte integrante dell’esperienza: un passaggio che unisce l’avventura montana al comfort della logistica. Pedalando verso sud, l’aria si fa più mite, i paesaggi meno aspri. La frontiera è vicina: l’Italia attende con un volto nu Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 1 settimana fa

    Dal Friuli al mare: l’Italia lenta della Ciclovia Alpe Adria Se la parte austriaca della Ciclovia Alpe Adria è un inno alla natura alpina, quella italiana è un viaggio nell’anima storica e culturale del Friuli Venezia Giulia. Il fascino dei borghi rinati Appena superato il confine, il cicloturista incontra Venzone e Gemona, due borghi simbolo della resilienza friulana. Distrutti dal terremoto del 1976, sono stati ricostruiti pietra su pietra, restituendo un patrimonio medievale oggi splendente. Fermarsi qui significa pedalare nella memoria, ma anche nell’orgoglio di una comunità che non si è arresa. La pianura che accoglie Superata la fascia pedemontana, il paesaggio si apre. La ciclovia corre tra campi coltivati, vigneti e mulini ad acqua. È un invito alla lentezza: ogni borgo custodisce una piazza, una trattoria, un racconto. A Udine, il castello domina dall’alto e le osterie offrono il tipico tajut, un calice di vino condiviso come rito sociale. Aquileia, capitale di un altro tempo Pochi chilometri più a sud, la strada incontra Aquileia, antica città romana e centro del cristianesimo. Qui la basilica e i mosaici pavimentali tolgono il fiato: è come se la storia avesse deciso di fermarsi per accogliere chi arriva in bicicletta. Un contrasto suggestivo: la lentezza del pedalare incontra la profondità dei secoli. L’arrivo a Grado La ciclovia termina a Grado, affacciata sulla laguna. Dopo centinaia di chilometri, l’orizzonte si apre sul mare Adriatico. Il cicloturista posa la bici, si siede in spiaggia e guarda Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 1 settimana fa

    Empoli, ciclista perde la vita in uno scontro con un pulmino dell’Empoli Fc Empoli (Firenze), 23 agosto – Tragedia sulle strade empolesi questa mattina: un uomo di 65 anni ha perso la vita in seguito a un incidente avvenuto lungo il tratto tra Monteboro e Brusciana. Il ciclista si è scontrato con un pulmino dell’Empoli Fc, rimanendo gravemente ferito. L’uomo è stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e trasferito in codice rosso con l’elicottero Pegaso all’ospedale di Careggi, a Firenze. Nonostante i tentativi dei medici, le sue condizioni si sono rivelate troppo gravi e il decesso è sopraggiunto poco dopo il ricovero. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche gli agenti della polizia municipale, che hanno effettuato i rilievi per ricostruire con esattezza la dinamica dello scontro. L’episodio ha destato forte impressione nella comunità locale, anche per il coin Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    Sicilia in bicicletta: viaggio lento tra mare, vulcani e pietra barocca Pedalare in Sicilia non è semplicemente attraversare un’isola: è immergersi in un continente in miniatura, dove ogni curva rivela un paesaggio diverso, ogni salita racconta una storia millenaria, ogni discesa si conclude con un profumo di zagara o di salsedine. Chi sceglie la bicicletta come compagna di viaggio qui scopre una terra che non si concede di fretta. La Sicilia costringe a rallentare: le strade che si arrampicano verso i borghi arroccati, le piazze dove il tempo sembra fermo al bar del paese, le campagne che al tramonto diventano un mosaico d’oro e ocra. Dall’Etna alle spiagge del Sud Un itinerario che molti cicloturisti prediligono parte dalle pendici dell’Etna. Pedalare tra i campi lavici, neri e silenziosi, significa percepire la forza primordiale dell’isola. Poi la strada scende verso Catania e Siracusa: qui il ritmo cambia, l’aria si fa salmastra e il Mediterraneo diventa la bussola che orienta il viaggio. Lungo la costa sud-orientale, Noto e Modica si offrono come pause necessarie: città di pietra barocca, dolci ripidi come il cioccolato che lì si lavora, scalinate che mettono alla prova gambe e cuore. Tra vigne e saline Chi punta a ovest incontra paesaggi completamente diversi: le colline di Marsala e Menfi disegnano un tappeto di vigneti, mentre le saline di Trapani, con i mulini a vento che si specchiano nell’acqua, regalano tramonti che valgono l’intera fatica della giornata. La bicicletta diventa un osservatorio privilegiato: niente vetri, niente motori. Solo il rumore delle ruote sull’asfalto e lo scambio di sguardi con chi, lungo la strada, offre un “buon viaggio” e magari una fetta d’anguria. Perché la Sicilia convince i cicloturisti Non è un territorio semplice: le salite sono impegnative, il caldo in estate richiede esperienza e organizzazione. Ma proprio questo rende l’avventura memorabile. La Sicilia è un’isola che ripaga: con il gusto di una granita a metà mattina, con una discesa che termina davanti a un mare cristallino, con il profumo del pane cunzato dopo 80 chilometri di strada.Pedalare in Sicilia significa fare i conti con l’imprevedibilità: del meteo, della strada, dell’incontro. Ma è anche la certezza che ogni giorno, al termine della tappa, ci sarà un luogo, un sapore o una persona capace di sorprendere. E in fondo, Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    In sella attraverso la Bulgaria: un itinerario cicloturistico tra montagne, monasteri e Mar Nero La Bulgaria non è ancora nella lista dei Paesi più battuti dal cicloturismo europeo, ma chi decide di esplorarla in sella scopre un mosaico di paesaggi sorprendenti: montagne boscose, pianure agricole, antiche città e la costa del Mar Nero. Un Paese a misura di pedale, che unisce la fatica della salita alla ricompensa di panorami mozzafiato e soste culturali di rara intensità. Dalle cime dei Balcani al Danubio Un itinerario classico parte dal cuore della catena dei Balcani, nella zona di Veliko Tarnovo, l’antica capitale medievale. Qui i tornanti si arrampicano tra foreste e villaggi di pietra, mentre la fortezza di Tsarevets veglia dall’alto. Da lì si può scendere verso nord fino a Ruse, “la piccola Vienna” sul Danubio, con i suoi palazzi neoclassici e l’atmosfera mitteleuropea. Monasteri, storia e pedalate lente Pedalando verso sud, la Bulgaria sorprende con la spiritualità dei suoi monasteri ortodossi. Quello di Rila, patrimonio UNESCO, è raggiungibile attraverso un percorso impegnativo ma spettacolare: 1.147 metri di altitudine tra faggi e abeti. Qui la sosta è d’obbligo, non solo per ammirare gli affreschi ma anche per assaggiare il pane fatto dai monaci. Verso la costa del Mar Nero Chi cerca percorsi più dolci può puntare invece alla costa. Da Varna a Burgas si snoda un tracciato panoramico che alterna spiagge, scogliere e antiche città come Nessebar, altra gemma UNESCO, con le sue chiese bizantine sospese tra mare e cielo. L’aria salmastra accompagna la pedalata e il ritmo rallenta naturalmente, invitando a fermarsi nei piccoli porti di pescatori. Consigli pratici Periodo migliore: primavera e inizio autunno, con temperature miti e meno traffico. Difficoltà: media, con tratti di montagna impegnativi e lunghi rettilinei pianeggianti nelle pianure del Danubio. Segnaletica: in crescita, ma conviene scaricare tracce GPS e mappe offline. Ospitalità: diffusa e calorosa, con guesthouse a conduzione familiare e ottimo rapporto qualità-prezzo. Perché scegliere la Bulgaria in bici Pedalare in Bulgaria significa attraversare un Paese autentico, dove le strade secondarie regalano incontri inattesi: contadini che offrono frutta di stagione, pastori che guidano greggi sulle colline, bambini che salutano al passaggio. Un viaggio che unisce la dimensione sportiva a quella umana e culturale, perfetto per chi cerca un’alternativa ai perco Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    Andare in bici è un farmaco naturale: lo conferma la scienza Pedalare non è solo un passatempo ecologico o un mezzo per risparmiare tempo nel traffico: è un vero e proprio elisir di salute. La scienza lo conferma. Sempre più studi dimostrano che la bicicletta ha effetti paragonabili a quelli di un farmaco, in grado di prevenire malattie croniche, migliorare l’umore e persino allungare l’aspettativa di vita. Secondo i ricercatori, l’attività fisica moderata e costante che si ottiene pedalando è tra le più complete: stimola cuore e polmoni, rafforza i muscoli senza sovraccaricare le articolazioni, e attiva il metabolismo in modo naturale. Alcune ricerche hanno evidenziato che andare in bici per almeno 30 minuti al giorno riduce sensibilmente il rischio di diabete di tipo 2, ipertensione e patologie cardiovascolari. Ma i benefici non si fermano al corpo. Pedalare, infatti, agisce anche sulla mente. La produzione di endorfine e serotonina, i cosiddetti “ormoni della felicità”, aumenta durante lo sforzo fisico, generando un effetto antidepressivo naturale. Non a caso, medici e psicologi stanno iniziando a prescrivere la bicicletta come strumento di prevenzione e supporto per ansia e stress. Un altro aspetto interessante riguarda la longevità: chi utilizza regolarmente la bici tende ad avere un’aspettativa di vita più lunga, oltre a una qualità di vita migliore. La spiegazione è semplice: meno malattie croniche, maggiore mobilità e un cervello più attivo anche con l’avanzare dell’età. In un’epoca in cui si parla sempre più di sostenibilità e stili di vita salutari, la bicicletta si conferma alleata preziosa non solo per l’ambiente ma anche per il nostro benessere quotidiano. Non è un caso che alcune città europee abbiano avviato programmi di “bike to work” con incentivi economici: un investimento che riduce i costi sanitari e migliora la salute collettiva. La conclusione dei ricercatori è chiara: non serve un abbonamento in palestra né medicine costose. Basta rispolverare la bicicletta, salire in sella e lasciarsi guidare dai pedali. Perché andare in bici, oggi più che Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    La ciclabile della Valle dell’Adige: pedalare tra vigneti e castelli Pedalare lungo la ciclabile della Valle dell’Adige significa immergersi in uno dei paesaggi più iconici del Trentino. Un percorso che unisce la bellezza naturale della valle al fascino storico dei borghi che la punteggiano, offrendo un’esperienza accessibile a tutti, dai cicloturisti esperti alle famiglie. Il tracciato, parte integrante della celebre ciclopista del Sole, corre parallelo al fiume Adige e si sviluppa per decine di chilometri pianeggianti. Si parte da Bolzano, attraversando vigneti ordinati che raccontano la tradizione enologica della regione, per poi costeggiare meleti, campi coltivati e paesini pittoreschi. Castelli come quello di Beseno o di Rovereto si stagliano sullo sfondo, aggiungendo al viaggio un tocco medievale. L’asfalto scorre liscio, la segnaletica è chiara, le aree di sosta ben distribuite: tutto pensato per rendere la pedalata sicura e piacevole. Lungo il tragitto, le osterie e le cantine invitano a una pausa gustosa, magari con un calice di Teroldego o un piatto tipico trentino. Non è solo una pista ciclabile: è un percorso che intreccia natura, cultura e gastronomia. Una linea perfetta che collega i Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    La Valsugana in bicicletta: dal lago di Caldonazzo a Bassano del Grappa Se esiste una pista ciclabile capace di conquistare al primo sguardo, quella della Valsugana è senza dubbio tra le candidate principali. Un itinerario che parte dal lago di Caldonazzo, nel cuore del Trentino, e accompagna il cicloturista fino a Bassano del Grappa, varcando il confine con il Veneto. Si tratta di oltre 80 chilometri di percorso che alterna scenari lacustri, boschi e tratti lungo il Brenta, seguendo la corrente del fiume in una discesa naturale. La ciclabile è perfettamente segnalata e dotata di punti di ristoro pensati proprio per chi viaggia in bicicletta. Pedalando si incontrano borghi come Borgo Valsugana, dove le facciate colorate si specchiano nell’acqua, o imponenti testimonianze storiche come Castel Telvana. La dolcezza del percorso, prevalentemente in discesa, lo rende adatto anche a chi non ha allenamento intensivo, permettendo di godersi i panorami senza fretta. In estate, la Valsugana Bike rappresenta un invito a fermarsi sulle rive del lago di Levico per un tuffo rinfrescante. In autunno, invece, le sfumature calde dei boschi trasformano il viaggio in un quadro impressionista. Più che un semplice itinerario, la Valsugana Bike è un viaggio sensoriale che racconta il territorio attra Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    Budapest-Esztergom: pedalando lungo l’ansa del Danubio Un itinerario cicloturistico che unisce arte, natura e storia. Sessantacinque chilometri separano la capitale ungherese da Esztergom, antica sede reale e oggi cuore spirituale del Paese. Il percorso segue la EuroVelo 6, una delle piste ciclabili più frequentate d’Europa, offrendo un viaggio accessibile anche ai meno allenati. Il tracciato lascia Budapest attraversando quartieri residenziali e costeggiando l’ansa del Danubio. La prima tappa è Szentendre, cittadina dallo spirito bohemien, nota per i musei e le gallerie d’arte. Più avanti, il profilo del castello di Visegrád domina la valle: una sosta qui permette di apprezzare la vista più celebre del fiume. L’arrivo a Esztergom è spettacolare. La Basilica, la più grande del Paese, si staglia contro il cielo e ricorda il ruolo centrale che la città ebbe nella storia ungherese. Per chi è adatto Il percorso è quasi interamente pianeggiante e ben segnalato, ideale per famiglie e cicloturisti in cerca di un’escursione giornaliera. Il ritorno a Budapest è semplice: i treni regionali accettano le biciclette. Quando partire Primavera e inizio autunno sono i periodi migliori: cl Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    Balaton: in bici tra vigneti e borghi sulla sponda nord Un itinerario di 80 chilometri tra paesaggi lacustri e colline vinicole. Il Lago Balaton, il più grande d’Europa centrale, è una delle mete simbolo del cicloturismo ungherese. Se il giro completo misura circa 200 chilometri, la tratta settentrionale, da Balatonfüred a Keszthely, concentra i panorami più suggestivi. La partenza è da Balatonfüred, elegante località termale. Da qui, la ciclabile alterna tratti pianeggianti lungo la riva a brevi salite verso l’entroterra. Le colline ospitano vigneti e villaggi storici, come Tihany, celebre per la sua abbazia benedettina e i campi di lavanda. Il percorso prosegue tra aziende vinicole e punti panoramici, fino a Keszthely, cittadina dominata dal Castello Festetics, una delle residenze barocche più importanti del Paese. Per chi è adatto Il percorso presenta leggere ondulazioni ma resta alla portata di ciclisti con allenamento medio. La segnaletica è chiara e i servizi per chi viaggia in bici – officine, noleggi, punti ristoro – sono numerosi. Quando partire Da maggio a settembre il lago è animato e le temperature gradevoli. Per chi cerca tranquillità, la primavera e l’autun Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    La pista della Mosella: tra Trier e Cochem, il vino come compagno di viaggio Se c’è un itinerario che incarna lo spirito del cicloturismo tedesco, è la Moselradweg, la ciclabile della Mosella. Da Trier, antica città romana e oggi vivace centro universitario, il percorso segue le anse sinuose del fiume per oltre 180 chilometri, fino a Coblenza. Ma il tratto più affascinante, lungo circa 90 chilometri, è quello che porta a Cochem. La ciclabile corre sempre accanto al fiume, quasi priva di dislivelli, attraversando filari di viti che si arrampicano su pendii ripidissimi. Lungo la strada, piccoli villaggi come Bernkastel-Kues e Traben-Trarbach invitano a fermarsi per assaggiare un bicchiere di Riesling direttamente dal produttore. Il ritmo è quello lento del fiume: curve dolci, panorami che cambiano con la luce, barche che scivolano sull’acqua. A Cochem, la sagoma fiabesca del Reichsburg accoglie i viaggiatori, offrendo una vista mozzafiato sull’ansa della Mosella. Il fascino della Mosella sta nella sua armonia: paesaggi che sembrano dipinti, vini di eccellenza, borghi autentici e un’infrastruttura ciclabile che Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    Lungo il Reno: da Magonza a Coblenza, pedalando tra vigneti e castelli Pedalare lungo il Reno è come immergersi in una cartolina senza tempo. Il tratto tra Magonza e Coblenza, cuore della valle del Medio Reno, è uno dei più suggestivi d’Europa: 65 chilometri di piste ciclabili impeccabili, costeggiate da vigneti terrazzati, castelli medievali e pittoreschi villaggi. Il percorso segue fedelmente il corso del fiume, quasi sempre pianeggiante e adatto a tutti i livelli di allenamento. A rendere speciale il viaggio è la densità di attrazioni: ogni pochi chilometri ci si imbatte in una fortezza, una chiesa romanica o un paesino dalle case a graticcio. Oberwesel e Bacharach meritano una sosta lenta, mentre la rocca di Marksburg domina dall’alto come custode del passato. Non mancano le occasioni enogastronomiche: la regione è celebre per il Riesling, e molte cantine lungo la pista offrono degustazioni. Arrivare a Coblenza, alla confluenza con la Mosella, significa chiudere il giro con una vista spettacolare sul Deutsches Eck, simbolo della città. Un percorso ideale per chi cerca il connubio tra natura e c Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 2 settimane fa

    Cansiglio, la discesa finisce in tragedia sfiorata: due ciclisti contro un’auto Alpago (Belluno) – Era una mattinata d’estate come tante, con il gruppo di cinque amici che aveva scelto le strade fresche del Cansiglio per un’uscita in bicicletta. Poi, all’improvviso, la gita si è trasformata in un incubo. Poco dopo le 11, lungo la strada del Pezzon che scende verso Spert, due di loro hanno perso l’equilibrio in curva e sono finiti nella corsia opposta, proprio mentre stava arrivando un’auto in salita. L’impatto è stato inevitabile. Il silenzio della montagna è stato rotto dal frastuono della caduta e dalle richieste di aiuto. Gli amici si sono subito fermati, mentre dalla centrale del 118 partiva la chiamata al Soccorso alpino dell’Alpago. Sul posto sono accorsi i volontari insieme ai sanitari: uno dei due feriti, il più giovane, è stato stabilizzato, imbarellato e trasferito sul prato poco distante, dove l’elicottero Falco aveva appena toccato terra. Da lì il volo diretto verso l’ospedale di Belluno. Per il 28enne, invece, i soccorritori hanno scelto il trasporto in ambulanza verso il San Martino. Entrambi hanno riportato traumi seri, ma non sarebbero in pericolo di vita. Il traffico lungo la provinciale è rimasto bloccato per consentire i rilievi e garantire l’intervento dei soccorritori. Per chi era presente, la paura è stata tanta: un attimo prima c’era solo la spensieratezza di una pedalata Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 3 settimane fa

    Il comune di Verona approva la nuova ciclabile Parona–Ponte Garibaldi: lavori al via entro l'autunno Il Consiglio comunale di Verona, riunito nel mese di luglio, ha dato il via libera definitivo alla realizzazione della pista ciclabile che collegherà Parona con Ponte Garibaldi. Con 30 voti favorevoli e nessun contrario, l’aula ha approvato sia il progetto esecutivo sia la variante urbanistica necessaria per l’opera, inserita tra gli interventi finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il tracciato, lungo circa cinque chilometri, avrà caratteristiche bidirezionali e rappresenterà un nuovo asse di mobilità dolce per la città. I lavori, finanziati con un investimento di circa 2,3 milioni di euro, inizieranno entro l’estate e dovrebbero concludersi nella primavera del 2026, rispettando così le tempistiche fissate dal PNRR. Uno degli elementi più innovativi del progetto riguarda la scelta di utilizzare la copertura del canale lungo via Ca’ di Cozzi per ricavare un tratto protetto e completamente separato dal traffico veicolare. Un intervento che, nelle intenzioni dell’amministrazione, mira a garantire maggiore sicurezza per ciclisti e pedoni, oltre a riqualificare un’area oggi marginale. La nuova ciclabile attraverserà alcuni dei principali assi viari cittadini, creando un collegamento diretto tra la periferia nord-ovest e il cuore di Verona. L’opera si inserisce in una strategia più ampia di sviluppo della mobilità sostenibile, che prevede di rafforzare la rete ciclabile urbana e incentivare spostamenti alternativi all’automobile. Con l’approvazione in aula e il sostegno unanime di maggior Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 3 settimane fa

    Cicloturismo in estate in Italia: pedalare tra paesaggi, storia e sapori L’estate in Italia è un invito aperto a salire in sella e partire. Strade bianche che attraversano colline dorate, lungomari che brillano al sole, sentieri d’alta quota che profumano di resina: il cicloturismo estivo è molto più di uno sport, è un viaggio lento che unisce scoperta, benessere e avventura. In questo articolo ti guiderò tra le destinazioni più affascinanti, i consigli pratici per pedalare in sicurezza e le esperienze uniche che solo l’Italia sa regalare. Perché scegliere il cicloturismo in Italia in estate L’Italia è un museo a cielo aperto, ma anche un grande parco naturale: in pochi chilometri puoi passare da un borgo medievale a una spiaggia incontaminata, da una strada di montagna a un vigneto che produce vini leggendari. In estate, la luce lunga e calda delle giornate offre più ore per pedalare e fermarsi a scoprire. Inoltre, il clima mediterraneo, se gestito con attenzione, permette di godere appieno del paesaggio, facendo colazione in riva al lago e tramonti spettacolari in collina. Le mete imperdibili 1. La Toscana delle strade bianche Un classico intramontabile: le colline senesi, la Val d’Orcia e le Crete Senesi. Le strade bianche regalano saliscendi dolci tra cipressi e casali in pietra. Qui il cicloturismo diventa esperienza culturale: fermarsi per una ribollita o un calice di Brunello di Montalcino è parte integrante del viaggio. 2. Le Dolomiti, regno degli scalatori Per chi cerca la sfida, i passi dolomitici (come il Pordoi, il Sella, il Giau) offrono panorami mozzafiato e aria fresca anche in piena estate. Il fascino di pedalare a 2.000 metri, tra prati fioriti e pareti di roccia, ripaga ogni fatica. 3. La costa pugliese Da Polignano a Mare fino al Salento, pedalare lungo il mare Adriatico è un piacere per tutti i sensi: il profumo di salsedine, il colore turchese dell’acqua, le tappe gastronomiche a base di pesce fresco. La Puglia offre anche strade interne tra ulivi secolari e trulli. 4. I laghi del Nord Garda, Como, Maggiore: le piste ciclabili costeggiano le acque e passano attraverso borghi eleganti e giardini fioriti. Un itinerario perfetto per chi vuole alternare pedalate a bagni rinfrescanti. 5. La Sardegna interna Oltre alle spiagge da cartolina, la Sardegna offre percorsi nell’entroterra selvaggio: strade tranquille, paesaggi quasi lunari, e paesi in cui il tempo sembra essersi fermato. Consigli pratici per pedalare d’estate Partire presto: nelle ore più calde (12-16) è meglio fermarsi all’ombra o in un borgo per il pranzo. Idratazione: portare sempre due borracce e reintegrare sali minerali. Protezione solare: cappellino sotto il casco, crema ad alta protezione, occhiali da sole. Bici in ordine: freni, gomme e cambio devono essere perfetti, soprattutto in itinerari montani. Abbigliamento tecnico: leggero, traspirante e con colori chiari. Il cicloturismo non è una gara: è un invito a fermarsi. Significa entrare in un borgo, chiacchierare con un artigiano, assaggiare un formaggio locale, osservare il tramonto senza fretta. In un mon Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 3 settimane fa

    Cicloturismo, la nuova frontiera del viaggio lento Il boom del cicloturismo non è più una tendenza di nicchia: secondo l’ultimo rapporto di Isnart-Unioncamere, in Italia i viaggiatori su due ruote generano oltre 55 milioni di presenze turistiche l’anno. Un fenomeno spinto dal desiderio di libertà, dal bisogno di sostenibilità e dalla riscoperta del territorio a ritmo di pedale. La scelta dell’itinerario Dalla Via Francigena alle ciclovie lungo il Po, l’Italia offre percorsi per ogni livello. Gli esperti consigliano di calibrarli sulla propria preparazione fisica: tappe brevi e pianeggianti per chi inizia, dislivelli impegnativi solo per ciclisti allenati. Strumenti come Komoot o Bikemap permettono di pianificare il viaggio con mappe, altimetrie e recensioni di altri pedalatori. La bicicletta giusta Gravel, trekking o e-bike: il mezzo va scelto in base al percorso e al bagaglio. Prima della partenza, un check-up accurato è indispensabile: freni efficienti, cambio preciso, gomme in buono stato. “La manutenzione preventiva è il primo passo per evitare di restare fermi a bordo strada”, sottolinea un meccanico di una ciclofficina. Viaggiare leggeri Borse laterali impermeabili, abbigliamento tecnico a strati e un kit di emergenza con camera d’aria e attrezzi multifunzione. Chi viaggia su due ruote impara presto che ogni chilo in più si sente nelle gambe. Sicurezza e ritmo Il casco non è un optional. Bere regolarmente e fare pause frequenti evita cali di energia. Meglio partire presto la mattina e fermarsi pr Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 3 settimane fa

    Lucania sospesa: pedalando da Matera a Montescaglioso tra canyon e silenzi Un viaggio a due ruote nel cuore rupestre della Basilicata, dove l’asfalto incontra la pietra millenaria C’è un momento preciso, quando si lascia alle spalle il centro storico di Matera, in cui la luce cambia. Le case in tufo si abbassano, la città si dissolve e la strada sembra sospesa tra cielo e gravine. È qui che comincia il viaggio verso Montescaglioso, un itinerario breve ma intenso,circa 35 km andata e ritorno,che concentra in pochi chilometri tutta l’essenza della Basilicata interna. Si parte pedalando sulla SP3, una lingua d’asfalto che serpeggia tra pascoli e masserie. Il vento porta l’odore della terra e delle erbe spontanee, mentre il canyon della Gravina di Matera si apre a tratti, con pareti verticali che raccontano milioni di anni di geologia e secoli di vita rupestre. La strada è un continuo saliscendi: dolci discese che invitano a lasciar correre le ruote, seguite da brevi ma energiche salite. Dopo circa 15 km si entra a Montescaglioso, borgo arroccato su un’altura e custode dell’imponente Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo. Dentro, silenzio e frescura accolgono il viaggiatore: affreschi medievali, chiostri e il respiro lento di un luogo fuori dal tempo. Il ritorno verso Matera offre prospettive completamente diverse: la città dei Sassi appare all’improvviso, come un miraggio scolpito nella pietra. Nei mesi di aprile e maggio, i campi si colorano di papaveri e calendule, mentre stormi di falchi grillai volteggiano in cerca di prede. Consiglio di viaggio: prima di ripartire, sedetevi in un forno del centro storico di Montescaglioso. Pane caldo, olio extravergine locale e pomodori secchi bast Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 3 settimane fa

    La costa segreta: da Maratea a Trecchina, tra blu marino e curve di montagna Un itinerario che parte dal respiro salmastro del Tirreno e finisce tra profumi di castagno e dolci di pasticceria Maratea non è solo mare. La città, stretta tra montagne e acqua, è una delle poche finestre lucane sul Tirreno e custodisce una rete di strade perfette per chi ama pedalare. Il percorso verso Trecchina è un piccolo gioiello di cicloturismo stradale: circa 30 km complessivi, con una salita che regala panorami sempre nuovi. Si parte dal porto di Maratea, dove le barche dondolano lente. La SS18 si apre subito in un susseguirsi di curve morbide, il mare a sinistra e la macchia mediterranea che sale a destra. Dopo pochi chilometri, la strada comincia ad arrampicarsi: la salita verso Trecchina è regolare, pendenza media del 5-6%, ideale per trovare il proprio ritmo. Ad ogni tornante, uno scorcio nuovo: una baia nascosta, una torre costiera, il Cristo Redentore che appare e scompare tra gli alberi. Arrivati a Trecchina, a circa 500 metri di quota, il paesaggio cambia radicalmente: qui il blu lascia spazio al verde intenso di castagneti e boschi di faggio. Il borgo è raccolto intorno alla piazza principale, perfetta per una sosta. E qui arriva il premio: la “bomba di Trecchina”, un dolce soffice e profumato farcito con crema o cioccolato, specialità che da sola vale la salita. La discesa verso Maratea è pura goduria ciclistica: asfalto in buone condizioni, curve ampie e la sensazione di planare verso il mare. Il rumore delle onde torna a farsi sentire molto prima di rivederle, e l’ultimo chilometro è una carezza di brezza marina. Consiglio di viaggio: partite all’alba. La luce radente illumina la costa con sfumature dorate, e la salita si affronta con temperature ancora miti, lasciando il res Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 mesi, 3 settimane fa

    Pedalando tra giganti di roccia e silenzi alpini: la mia avventura in Valle d’Aosta La Valle d’Aosta non si limita a mostrarsi: ti avvolge. Non appena le ruote della bici hanno iniziato a girare lungo la strada che sale verso il Col de Joux, ho capito che questa non sarebbe stata una semplice uscita, ma un piccolo viaggio nel cuore delle Alpi. Partito di buon’ora da Saint-Vincent, ho affrontato i primi chilometri immerso nel fresco profumo dei boschi di conifere. La salita, dolce all’inizio e poi più decisa, mi ha regalato scorci di vallate ancora velate dalla nebbia del mattino. A ogni curva, un nuovo quadro: casette di pietra, campanili solitari, prati che già a metà agosto si tingevano di sfumature autunnali. Il bello del cicloturismo in Valle d’Aosta è che non devi scegliere tra sport e contemplazione: li hai entrambi. Dopo la fatica della salita, la discesa verso Brusson è stata pura poesia, con il vento fresco che tagliava il sudore e il lago che appariva come un gioiello turchese tra le montagne. Ho proseguito verso Ayas, costeggiando pascoli dove le mucche pascolavano placide, con il Monte Rosa a fare da sfondo imponente. Qui il tempo sembra rallentare: ogni sosta diventa occasione per un saluto, un bicchiere d’acqua, una fetta di fontina appena tagliata. Rientrare al punto di partenza, dopo quasi 80 chilometri e 1.600 metri di dislivello, è stato come chiudere un cerchio. Le gambe erano stanche, ma la mente piena di immagini e sensazioni che nessuna fotografia potrà mai restituire del tutto. La Valle d’Aosta è così: ti mette alla prova con le sue salite, ma ti ripaga sempre Continua a leggere

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