fbpx

Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

Scopri tutti gli articoli sul cicloturismo

Ultimi Articoli

Rimani in contatto

Seguici sui social

Bici e cioccolato, la ricetta ideale per dimagrire!

26/01/2016 in Alimentazione, News, Tecnica

Il cioccolato vanta molte proprietà benefiche per il corpo umano, non a caso è detto “il cibo degli dei”: riduce il rischio di ictus e malattie cardiovascolari, riduce l’appetito, abbassa i livelli di colesterolo nel sangue, dilata i vasai sanguigni e diminuisce la pressione,  è inoltre una sostanza idratante e nutritiva per la pelle nonché un’efficace antidepressivo.

 

Dall’Università di Detroit arriva un’altra notizia shock. Ebbene sì… il cioccolato fa dimagrire! Il Dottor Malek ha studiato gli effetti del cacao sulle cellule del corpo umano e i risultati sono sorprendenti: l’assunzione di cioccolato fondente è equiparabile, a livello cellulare, ad un allenamento intenso o ad uno sforzo fisico.

 

I ricercatori hanno analizzato la risposta dei mitocondri, piccole centrali delle cellule che generano energia, ad una particolare sostanza contenuta nel cacao, l’epicatechina, scoprendo che questa stimola in esse una particolare reazione paragonabile all’attività fisica sportiva. Facendo jogging o andando in bicicletta il numero di mitocondri nelle cellule dei muscoli aumenta,  l’epicatechina ha esattamente lo stesso effetto specialmente nel cuore e nei muscoli.

 

Smettere di fare attività fisica non è però un’opzione intelligente, da Detroit consigliano di trovare un giusto equilibrio tra sport e consumo di cioccolato, rigorosamente fondente.

La ciclabile dei due mari. Viaggio attraverso la Francia dall’Atlantico al Mediterraneo

26/01/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

tolosaVéloroute des Deux-Mers letteralmente la “ciclabile dei due mari”. Si trova in Francia e proprio come suggerisce il nome collega due ‘mari’ o meglio l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo. Oltre 500 km di paesaggi mozzafiato tra arte, storia, profumi e tradizioni del popolo francese. Gran parte di questo itinerario corre su vecchi canali ed ex-ferrovie oggi trasformati in passaggi esclusivi per pedoni e ciclisti, le cosiddette “vie verdi” di cui ormai esistono vari esempi in tutta Europa. Il percorso è quasi interamente pianeggiante e privo dei pericoli legati al traffico automobilistico eccetto per le aree urbane di Tolosa e Bordeaux, si tratta quindi di un valido itinerario anche per i cicloturisti meno esperti.

 

Si parte dal paesino di Le Verdon-sur-Mer, nella penisola del Médoc. Il primissimo tratto dell’itinerario costeggia l’oceano e il Lago di Hourtin, zona turistica della Francia settentrionale. In alta stagione è possibile imbattersi in auto e camper anche sulle strade secondarie su cui corre la ciclabile, ma per fortuna il percorso se ne allontana in fretta e punta deciso verso Bordeaux. La capitale dell’Acquitania è tra le città più attive del paese per quanto riguarda la mobilità in bicicletta (si stima che circa il 10% degli spostamenti quotidiani in città avviene in bicicletta) ed è perciò particolarmente piacevole da visitare in sella.carcassonne

Lasciato il centro storico di Bordeaux, l’itinerario risale il corso del fiume Garonna lungo la sponda destra fino alla cittadina di Castets-en-Dorthe. Da qui inizia la via verde più lunga di tutta la Francia: ben 193 km lungo un canale, libero dalle acque del fiume fino alla città di Tolosa. Sul tragitto si susseguono diversi paesi, villaggi e cittadine che offrono ristoro e alloggio. Dopo circa 260 km si lascia l’Acquitania per entrare nella più grande regione del Midi-Pirenei e una volta raggiunta Tolosa si abbandona il corso della Garonna a fovore del Canal-du-Midi. Costruito nel XVII secolo, il canale era un tempo usato a fini commerciale come scorciatoia tra il Mediterraneo e l’Atlantico, oggi è un’attrazione turistica imperdibile frequentata anche dagli abitanti locale per fare sport all’ombra dei sui platani.

 

seteProseguendo ci si imbatte in città dal glorioso passato come Carcassonne e Béziers. La prima ha preservata intatto l’aspetto di borgo medievale con la cittadella fortificata che spicca sulla campagna circostante, la seconda fu invece fondata dai soldati della settima legione di Giulio Cesare. Ancora pochi km e finalmente il percorso giunge in vista del Mediterraneo per terminare ufficialmente a Sète, il secondo porto più importante del paese dopo Marsiglia nato proprio grazie alla presenza del Canal-du-Midi.

 

Amsterdam: il nuovo tunnel ciclopedonale attraversa la stazione

26/01/2016 in News

tunnel amsterdamNei mesi scorsi Amsterdam, capitale europea della bicicletta per antonomasia, ha inaugurato una nuova infrastruttura dedicata in via esclusiva a ciclisti e pedoni. Si tratta di un tunnel ciclopedonale che attraversa la stazione centrale permettendo di raggiungere agilmente il terminal dei traghetti situato proprio lì dietro.

 

L’attività di costruzione, iniziata nel 2011, ha richiesto alcuni anni di lavoro e diverse modifiche alla viabilità delle auto ma è stata portata a termine con successo. Il tunnel è lungo 110 m, largo 10 m e alto 3 m. Lo spazio interno è equamente diviso tra pedoni e biciclette: da un lato la pista ciclabile bidirezionale e dall’altro, leggermente sopraelevata, la passerella pedonale. Ben illuminato e dotato di segnaletica orizzontale, percorrere il tunnel a piedi o in bici è molto piacevole sia per evitare il caos che per ammirare la parete interna decorata con maioliche bianche su cui spicca il disegno di una flotta settecentesca nel mare in tempesta. Si stima che dal tunnel transiteranno circa 15.000 ciclisti e 10.000 pedoni al giorno!

tunnel amsterdam1

 

Un bel passo avanti se si considera che prima della realizzazione del tunnel per raggiungere i traghetti era necessario camminare attraverso l’affollata stazione o fare un giro di 3 minuti in bicicletta. Oggi tale spostamento impegna meno di un minuto.

 

Una città senza automobili: riflessioni sul blocco delle auto a Milano

29/12/2015 in News

Il blocco totale delle auto a Milano, un’occasione per vedere un diverso volto della città
Milano con il blocco totale delle auto.

Silenzio, pace e tranquillità. La mobilità in bici è più efficiente almeno del doppio; niente stress, niente traffico, niente clacson, niente tubi di scappamento. Alcune persone si lamentano dicendo che tre giorni di blocco son troppi; io mi lamento perché sono troppo pochi.

Altre si lamentano perché dicono che il blocco delle auto non serve a nulla; ma è davvero così?

Io mi lamento perché la gente non dovrebbe lamentarsi ma approfittarne per prendere la bici per scoprire una città che ha molto da dare e che in giorni come questi ha un volto ancora più splendido.

Sfuggire ai dolori cervicali: errori da evitare in sella

16/12/2015 in Biomeccanica

Avete mai sofferto di cervicale? Quel fastidioso dolore localizzato alla base del cranio spesso collegato a nausea o vertigini è oggi molto comune e sappiamo che la causa è spesso l’eccessivo stress o la postura scorretta, ma anche l’attività fisica in bicicletta può provocare la comparsa dei sintomi. Normalmente quando siamo in bici il nostro capo è iperteso e i nostri muscoli saldamente contratti. Tale situazione a lungo andare affatica i muscoli e provoca dolore.

 

Dunque se al ritorno da un’allenamento, da una gara o da un viaggio in bicicletta venite colpiti da dolori alla base del cranio, da nausea e vertigini potreste essere incappati in una cervicalgia.   

 

Alcuni errori nella posizione, nello stile di guida o nella scelta dei componenti possono provocare questa patologia. Vediamo quali sono e impariamo a difenderci.

 

bmc-racing-teamPosizioni di Guida Scorrette

Posizione aggressiva: si riscontra specialmente nelle discipline di velocità (cronometro, triathlon, record dell’ora). Per favorire il massimo rendimento muscolare e non scivolare troppo lungo la sella, si porta il ginocchio più avanti dell’asse del pedale. Il collo si trova quindi molto in avanti e la contrazione dei muscoli non è sostenibile a lungo.

 

Manubrio troppo corto in MTB: si riscontra specialmente nelle discipline discesistiche (downhill, enduro). Per rendere la bici più reattiva la lunghezza dello stem viene ridotta sempre di più e di conseguenza anche l’altezza del manubrio. Lo scarto sella-manubrio aumenta costringendo l’atleta a stendersi sul tubo orizzontale e allungare molto il collo.

 

Posizionamento scorretto dei freni: si riscontra specialmente nelle bici da corsa. Se i freni sono posizionati troppo in basso si viene costretti ad allungarsi per raggiungerli sovraccaricando i muscoli del collo. Le leve dei freni si trovano nella posizione migliore quando la punta della leva è pari al livello del corno inferiore.

 

Eccessivo arretramento di sella: se il centro anatomico della sella è troppo distante dal manubrio si è costretti a stringersi forte a quest’ultimo per non perdere la presa. Ciò provoca la contrazione di tutti i muscoli del busto, uno sforzo fisico notevole.

 

Stile di Guida

Eccessiva rigidità in sella: più che fisico è un fattore mentale in quanto solitamente tendiamo a irrigidirsi quando si devono affrontare tratti difficili (una lunga discesa su asfalto o un tratto scosceso in MTB). I muscoli rigidi non assorbono le vibrazioni della strada è quindi consigliabile alzarsi in piedi con gambe e braccia piegate in modo da usare il proprio corpo come ammortizzatore.

 

Ipertensione del collo prolungata: tipica degli atleti di triathlon e dei granfondisti che mantengono la posizione aggressiva per molto tempo costringendo il collo a contrarsi. Invece è bene alzare la testa e sciogliere i muscoli del collo ogni volta che è possibile.

 

misurazione-telaio-2Scelta dei Componenti

Componenti rigidi trasferiscono buona parte delle vibrazioni della strada al corpo invece di assorbirle.

 

Ruote: le ruote per le bici da corsa in composito trasmettono le vibrazioni e gli impatti specialmente al manubrio.

 

Ruote profilate: i cerchi ad alto profilo sono più rigidi e tendono a trasmettere di più gli impatti invece di assorbirli.

 

Ruote con pochi raggi: le ruote con pochi raggi (24, 16 o 12) risultano più rigide visto che il colpo si scarica appunto su meno raggi del normale.

 

Carro anteriore molto corto: caratteristica dei telai piccoli (48-53) dove la distanza tra il movimento centrale e il mozzo è inferiore alla proiezione a terra del manubrio. Il peso del ciclista si concentra in avanti sovraccaricando spalle e corpo.

 

Pneumatici stretti: tali pneumatici (19 – 23 mm) presentano le spalle più verticali all’interno del cerchio rispetto ai più grandi. Eventuali impatti vengono quindi male assorbiti e si trasmettono direttamente al corpo.

 

 

Massarosa e Siviglia: il comune incentiva a pedalare

09/12/2015 in News

sevilla-en-biciSulla spinta delle richieste dell’Unione Europea, il comune di Massarosa, poco più di 20.000 abitanti in provincia di Lucca, ha deciso di impegnarsi in un’iniziativa ambientale e salutare: un rimborso spese di 25 centesimi a km a tutti coloro che utilizzeranno la bici per recarsi al lavoro. Tale indennizzo ha un tetto massimo di 50 euro al mese per un totale di 600 euro l’anno.

Il progetto, denominato “Bike to Work”, è ancora allo stato sperimentale. Per il momento coinvolgerà solo 50 persone per un anno, scelte tra le prime che faranno domanda. Tutti i partecipanti avranno a disposizione un’app per smartphone da utilizzare per monitorare i percorsi e stabilire l’ammontare del rimborso. I fondi per finanziare il progetto, circa 30.000 euro, sono stati reperiti dal comune tra i ricavi provenienti da multe e contravvenzioni.

Se l’idea dovesse funzionare, l’amministrazione è pronta a sviluppare ulteriormente l’iniziativa allargandola nei prossimi anni a quanti più cittadini sarà possibile.

L’idea di un incentivo economico non è però l’unica alternativa per sollecitare le persone a lasciare a casa l’automobile. Siviglia, per esempio, ha puntato su piste ciclabili sicure e moderne.

In Spagna si stima che solo l’1,6% della popolazione si sposti principalmente in bicicletta e a Siviglia la situazione non era affatto diversa: gli spostamenti in bicicletta rappresentavano lo 0,5% circa. La città ha investito nella costruzione di 120 km di piste ciclabili e il cambiamento è stato impressionante, non a livelli di Copenhagen o Amsterdam ma comunque d’impatto per il capoluogo dell’Andalusia.

Il numero medio delle biciclette utilizzate ogni giorno è salito drasticamente da 6.000 ad oltre 70.000 e dalle ultime verifiche risulta che circa il 6% degli spostamenti quotidiani in città avviene in bicicletta.

Il risultato raggiunto da Siviglia ha influenzato le altre cittadine andaluse che, seguendo il suo esempio, hanno deciso di realizzare corsie protette ad uso esclusivo delle biciclette volte ad incentivare la mobilità sostenibile.

Fine anni ’40: Louise Sutherland girava il mondo in bicicletta

17/11/2015 in News

louise-in-india-1953-lrfNata a Dunedin in Nuova Zelanda, Louise Sutherland (1926 – 1994) è una delle prime cicloviaggiatrici della storia. Infermiera di professione, scoprì il piacere di pedalare nel 1945 quando percorse i primi 100 km in bicicletta per fare visita ai genitori. L’esperienza la rese felice e curiosa di riprovare. Si trasferì a Londra per lavoro e proprio dall’Inghilterra cominciarono i suoi viaggi. Dopo essere sbarcata in Francia decise di partire alla scoperta dell’Europa in bicicletta, con in tasca la sua qualifica di infermiera poteva fermarsi a lavorare ogni volta che i soldi finivano. Parliamo della fine degli anni ’40, un’epoca in cui i viaggi in bicicletta non erano affatto comuni tanto meno se a viaggiare era una donna!

In Svizzera, Louise acquistò un carrellino da attaccare alla bici per trasportare l’attrezzatura da campeggio e con quello raggiunse la Yugoslavia, Cipro e Israele. Arrivata a Beirut in Libano gli fu rifiutato il visto per proseguire e non le fu venduto nemmeno un biglietto del treno. Alle donne sole non era permesso viaggiare neanche in terza classe! Decisa a visitare l’India ci arrivò in nave. Mentre attraversava il paese, la malattia del padre la fece tornare in Nuova Zelanda per qualche tempo, ma subito dopo Louise inforcò di nuovo la bicicletta. Si imbarcò per il Canada, passando anche dalle Isole Fiji e dalle Hawaii, e scese fino a New York.

La Sutherland riuscì persino nell’impresa di attraversare la Foresta Amazzonica in solitaria evitando i mille pericoli che nascondeva. Nessuno lo credeva possibile: niente strade, niente compagnia in paesi pressoché sconosciuti… Al termine dei suoi viaggi Louise Sutherland aveva attraversato 54 nazioni pedalando per oltre 60.000 km.

 

Accessori e abbigliamento per viaggiare in bicicletta

16/11/2015 in I Nostri Consigli, Suggerimenti di Viaggio, Tecnica

cicloturistaUn vero cicloturista deve essere capace di arrangiarsi in qualunque situazione, ma per evitare spiacevoli sorprese meglio partire preparati!

Quali accessori mi saranno indispensabili per il viaggio? E che tipo di abbigliamento occorrerà per affrontare i km che mi aspettano?

Tutto dipende dal tipo di viaggio che si vuole affrontare, dalle tappe previste e dal periodo dell’anno scelto.

In linea generale non può mancare un navigatore GPS che è certamente più comodo delle mappe cartacee. Si fissa al manubrio e non serve fermarsi per consultarlo, ma qualsiasi dispositivo elettronico deve essere ricaricato e il viaggio va pianificato tenendo conto anche di questa necessità. Un kit di illuminazione adeguato è allo stesso modo indispensabile se si vuole percorrere qualche km anche dopo il tramonto. In commercio ne esistono dei più svariati: a led, a batterie ecc.. Ideale è portarsi dietro anche un kit di attrezzi per la manutenzione della bici: chiavi a brugola, cacciavite a stella e piatto, tiraraggi, smagliacatena, gomme e pompa per rigonfiare le ruote. Prima di partire è bene esercitarsi ad utilizzare il kit ed essere sicuri di riuscire nelle riparazioni più comuni.

Per quanto riguarda l’abbigliamento si consigliano pantaloncini imbottiti o muniti di fondello specifico che assicurino comfort e traspirabilità anche dopo ore sui pedali. A contatto con la pelle del torso è meglio portare una maglia intima sportiva traspirante che assorba il sudore ed eviti fastidiose irritazioni. Si trovano facilmente modelli a maniche corte o lunghe oppure a canottiera. Sopra si può mettere praticamente qualunque cosa ci renda più comodi. Da non dimenticare anche un giubbino paravento se si viaggia in zone non sempre calde.

Le scarpe più consigliate sono dotate di possibilità di innesto per la tacchetta grazie alle quali si fa meno fatica pedalando. Le migliori sono quelle da trekking visto che anche camminando la tacchetta rimane nascosta nella suola e non da fastidio.

Importante è infine il casco. Può andar bene qualunque modello leggero e areato purché sia resistente e affidabile. Tali caratteristiche migliorano all’aumentare del prezzo, ma attenzione non risparmiate sulla vostra sicurezza! Il casco protegge anche dai raggi del sole nelle giornate più calde, meglio indossarlo sempre.

 

 

Le quattro città più bike friendly sono tutte europee

16/11/2015 in Suggerimenti di Viaggio, Viaggi

Il Copenhagenize Index 2015, la più aggiornata classifica delle città bike friendly, ha valutato anche quest’anno varie città in tutto il mondo e ha stilato una lista delle migliori 20. Vi presentiamo le prime quattro. Ognuna di loro potrebbe essere un’ottima idea per il prossimo viaggio in bicicletta! Danimarca e Olanda sono ovviamente ai primi posti ma in quarta posizione spunta una novità tutta da scoprire…

 

CopenhagenCopenhagen

I recenti investimenti dell’amministrazione cittadina a favore della mobilità sostenibile hanno fatto fare alla capitale un’enorme salto di qualità. Negli ultimi anni la costruzione di varie passerelle ciclabili sopra grandi arterie di traffico, come lo “snake”, ha facilitato ulteriormente gli spostamenti dei ciclisti locali ed altri 4 ponti dedicati esclusivamente al traffico delle biciclette sono in fase in allestimento. Le ciclabili del centro, già in ottime condizioni, sono state migliorate. Prende forma anche l’idea di regolare il verde dei semafori all’andatura delle bici sostituendo i normali tempi delle automobili che finora sono stati la regola.

 

Amsterdam

Amsterdam resta il principale punto di riferimento europeo per quanto riguarda la mobilità su due ruote: piste ciclabili in perfetto stato, segnali adeguati e posteggi sicuri. Ormai, però, è invasa dalle biciclette e sarebbe il momento di riorganizzare il traffico di ciclisti, pedoni e automobili che ogni giorno affollano il centro. Invece di adagiarsi sui traguardi già raggiunti, Amsterdam dovrebbe pensare a passare allo step successivo o a lungo andare rischia di perdere lo status di città bike friendly, come è nota in tutto il mondo.

 

Utrecht

Tra le città europee di medio-piccole dimensioni, Utrecht  è sicuramente la leader in fatto di mobilità sostenibile, non a caso scelta come punto di partenza per il Tour de France 2015. In città si sta costruendo il più grande parcheggio per biciclette che, una volta terminato, avrà spazio a sufficienza per circa 12.500 mezzi. Le piste ciclabili cittadine sono però intervallate da brevi tratti in pavé che possono risultare d’ostacolo ai ciclisti, ma una volta rimossi Utrecht potrebbe anche rubare il primato alla capitale Amsterdam.

 

StrasburgoStrasburgo

Nel suo paese, la Francia, è già ai vertici delle classifiche.
Nell’arco di una generazione, Strasburgo ha sviluppato un’invidiabile rete di piste ciclabili che
nel complesso supera i 500 km. I percorsi ciclabili spaziano tra il centro cittadino ed i quartieri più periferici, tanto che la bici è diventata il mezzo più veloce per attraversale la città. Strasburgo vanta inoltre un’eccellente servizio di bike sharing: le stazioni di noleggio, a breve o lungo termine, sono davvero moltissime e diverse biciclette sono anche dotate di seggiolino per il trasporto di bambini.

 

 

Assisi-Spoleto: itinerario facile per tutta la famiglia

13/11/2015 in Promozione del Territorio, Territorio

pista-spoleto-assisi3
Se cercate un percorso nel verde e nell’arte adatto a tutta la famiglia la pista ciclabile Assisi-Spoleto fa decisamente al caso vostro. L’Umbria, il cuore verde d’Italia, è una regione molto piacevole da scoprire pedalando: le strade secondarie sono quasi prive di traffico e immerse nella natura, ci sono moltissimi piccoli borghi in cui fermarsi per riposare e rifocillarsi, la gente è cordiale e sempre disposta ad aiutare i viaggiatori in bicicletta.

Assisi e Spoleto sono due centri storici tra i più belli del territorio, si trovano al centro della regione e sono collegati da un facile itinerario ciclabile. Il percorso è lungo appena 51 km e si può affrontare anche in una sola giornata, ma se decidete di partire con i vostri bambini è consigliabile dedicargli un week-end. La pista scorre quasi completamente in piano, in parte su strade secondarie di campagna e in parte su pista esclusivamente ciclabile. L’ideale è fare una sosta a Bevagna, deliziosa cittadina medievale a circa metà strada tra le due città il cui centro storico merita una visita approfondita.

Partendo dalla Basilica di San Francesco ad Assisi si deve attraversare il centro prestando un po’ di attenzione ai pedoni ma una volta usciti dalla città si prosegue su stradine di campagna dove incontrare un’auto è davvero difficile. Circa 14 km dopo si arriva a Cannara, località famosa per le sue cipolle; una vera prelibatezza! Da qui alternando pista ciclabile e strada si giunge a Bevagna. Il percorso prosegue poi interamente su pista ciclabile seguendo fedelmente l’argine di un fiume.pista-assisi-spoleto2 Lungo il tragitto si incontrano i suggestivi comuni di Montefalco, Trevi, Pissignano e Campello sul Clitunno.

Arrivati alle porte di Spoleto è possibile fare una sosta nell’area attrezzata con bicigrill e godersi uno spuntino o il pranzo. L’itinerario termina nel centro storico di Spoleto, ma volendo potete proseguire lungo la Vecchia Ferrovia Spoleto-Norcia.