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Matteo ha scritto un nuovo articolo 17 ore, 24 minuti fa
Cicloturismo: l’Italia (e non solo) scopre il viaggio lento su due ruote
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato dall’essere una nicchia per appassionati a un vero fenomeno culturale. Sempre più persone scelgono la bicicletta come mezzo privilegiato per esplorare territori, scoprire borghi e vivere un’esperienza di viaggio più autentica e sostenibile. Non si tratta solo di sport, ma di un modo diverso di stare nel mondo: più lento, più attento, più umano. Un trend in continua crescita Secondo i dati degli osservatori turistici nazionali, il comparto del cicloturismo è fra i più dinamici dell’intero settore. A spingere questo trend concorrono diversi fattori: la crescente sensibilità verso l’ambiente, la necessità di dedicare più tempo al benessere fisico e mentale, e la diffusione delle e-bike, che rendono alla portata di molti itinerari un tempo considerati impegnativi. Molti comuni e regioni stanno investendo in nuove infrastrutture: piste ciclabili più sicure, segnaletica dedicata, aree di sosta attrezzate, servizi di noleggio e assistenza. Il risultato è una rete sempre più capillare che favorisce la fruibilità dei percorsi. Viaggiare in bici: un’esperienza sensoriale Pedalare permette di percepire il territorio in maniera diversa: il ritmo è quello naturale, non imposto dai mezzi a motore. Si ha il tempo di osservare i dettagli, di fermarsi a fotografare un panorama, di entrare in un piccolo bar di paese per scambiare due parole con gli abitanti. Il cicloturismo unisce movimento e scoperta. Le tappe diventano più che punti di passaggio: sono esperienze. Che si tratti di un itinerario lungo le campagne della Toscana, sui sentieri costieri del Salento o sulle antiche vie romane, la bicicletta consente di creare un legame diretto con l’ambiente. Economia dei territori: la bici come volano Il cicloturismo genera un impatto economico significativo, spesso superiore a quello del turismo tradizionale. Chi viaggia in bici tende a scegliere strutture ricettive di dimensioni medio-piccole, ristoranti locali e servizi di prossimità. Un modello economico diffuso e sostenibile che contribuisce alla vitalità di molti borghi. Inoltre, una volta realizzate le infrastrutture, il costo di mantenimento è relativamente contenuto e i benefici si estendono a tutta la comunità, non solo ai turisti. E-bike: democratizzare il viaggio Le biciclette a pedalata assistita stanno rivoluzionando il settore. Percorsi un tempo riservati ai ciclisti più allenati diventano accessibili anche a chi non ha un grande background sportivo. Le e-bike permettono di superare dislivelli importanti senza rinunciare al piacere della pedalata, ampliando la platea dei viaggiatori e favorendo la crescita del settore. Il futuro del cicloturismo Le prospettive sono positive: la mobilità dolce è sempre più centrale nelle politiche ambientali europee e nazionali. In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità, il cicloturismo rappresenta una risposta concreta e immediata, capace di unire turismo, benessere e tutela del territorio. Il futuro del viaggio, forse, è già qui: due ruote, un itinerario e il desiderio di guardare il mondo con occhi diversi. Il cicloturismo non è solo un modo per spo Continua a leggere
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Redazione ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 10 ore fa
Parkpre KL85
Parkpre KL85 – L’essenza della performance prende forma La Parkpre KL85 nasce per chi pretende il massimo: un telaio monoscocca in carbonio T800, progettato per trasformare ogni watt in pura accelerazione. La struttura compatta e la disposizione ottimizzata delle fibre garantiscono una rigidità torsionale impeccabile, mentre il peso di soli 850 grammi offre quella sensazione di leggerezza che si percepisce già alla prima spinta sui pedali. Ogni dettaglio della KL85 è pensato per creare un legame diretto tra ciclista e strada: la reattività in rilancio, la precisione nelle traiettorie, la capacità di mantenere velocità elevate senza dispersioni. È un telaio che non solo risponde, anticipa. Ma la performance è anche personalità. Per questo la KL85 è completamente personalizzabile negli allestimenti e nel colore grazie al nostro configuratore MYPARKPRE, il primo configuratore 3D AR brevettato del settore. Attraverso la realtà aumentata puoi vedere la tua bici prendere forma davanti ai tuoi occhi, scegliere combinazioni cromatiche uniche e creare un’estetica che rispecchi il tuo stile di guida e la tua identità. La KL85 non è semplicemente un telaio top di gamma: è la sintesi di tecnologia, passion Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 17 ore fa
Da Scutari al Lago di Koman: pedalando tra storia e natura selvaggia
Pedalare nel nord dell’Albania significa immergersi in un paesaggio ancora autentico, dove le Alpi Albanesi si specchiano in vallate verdi e villaggi senza tempo. Il percorso che parte da Scutari (Shkodër) e arriva al Lago di Koman è una delle esperienze più sorprendenti per chi ama il cicloturismo tra natura, cultura e panorami incontaminati. Scutari è la capitale storica della bicicletta in Albania: qui il traffico è un brulicare di pedali, e l’atmosfera rilassata invita immediatamente a partire. Dopo una visita al Castello di Rozafa e al mercato tradizionale, si lascia la città seguendo una strada panoramica che costeggia campi coltivati e piccoli centri rurali. Il percorso è di circa 55 km, con dislivelli moderati e asfalto in buone condizioni, adatto anche ai cicloturisti con media esperienza. Man mano che ci si avvicina al lago di Koman, il paesaggio cambia: le colline diventano più ripide e la strada inizia a stringersi tra gole e verdi pendii. L’arrivo al molo, dove partono i celebri traghetti verso Fierza, è un momento indimenticabile. Le acque smeraldo si insinuano tra pareti roc Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 17 ore fa
La Riviera Albanese in bici: da Valona a Himara tra mare turchese e passi panoramici
La costa ionica albanese è una sorpresa di colori, profumi mediterranei e strade spettacolari a picco sul mare. Il percorso cicloturistico da Valona (Vlorë) a Himara è uno dei più suggestivi del Paese, ideale per chi ama pedalare tra spiagge da cartolina e sfide altimetriche. Il tragitto è lungo circa 65 km, ma la sua caratteristica principale è il celebre Passo di Llogara, che raggiunge oltre 1000 metri di quota e regala viste mozzafiato sul Mar Ionio e sull’arcipelago di Karaburun. La salita è impegnativa ma regolare, perfetta per chi ha una buona preparazione o una bici gravel/e-bike. Dopo il passo, la strada scende con curve morbide verso la costa, aprendo scenari da sogno: baie solitarie, oliveti secolari, paesini in pietra e spiagge come Dhermi, Jala e Livadhi. Himara accoglie i ciclisti Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 17 ore fa
La Via dei Balcani: da Veliko Tărnovo al Passo Shipka
C’è un punto in cui il cicloturismo smette di essere semplice esplorazione e diventa racconto. Succede spesso in Bulgaria, soprattutto quando si pedala da Veliko Tărnovo, l’antica capitale medievale, verso le alture del Passo Shipka, luogo simbolo dell’indipendenza nazionale. Un percorso di circa 75 chilometri che unisce cultura e fatica, musei e tornanti, pietra e vento. Si parte dalle strade acciottolate che circondano la fortezza di Tsarevets, dove le prime pedalate scorrono tra artigiani, studenti e profumo di caffè. Il traffico è moderato e, superata la città, il paesaggio si apre in una campagna morbida, punteggiata da campi di girasole e villaggi che sembrano sospesi nel tempo. La salita vera comincia a Gabrovo, cittadina laboriosa e porta d’ingresso ai Balcani centrali. Qui la strada prende quota in modo costante, con pendenze che sfiorano il 7%, ma mai proibitive. Gli ultimi chilometri sono i più intensi: curve strette, boschi fitti e—improvviso—il panorama. In vetta, il Monumento di Shipka veglia come un guardiano di pietra. I cicloturisti si fermano, respirano e osservano l’orizzonte che abbraccia mezza Bulgaria. È un arrivo che non premia solo le gambe, ma la memoria. La discesa verso il Valle delle Rose è lunga e fluida, profumata e luminosa. Il percorso si conclude a Kazanlăk, capitale dell’olio di rosa e delle tombe trace patrimonio UNESCO. Un itinerario che racconta un Paese intero, con la lentezza delle ru Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 17 ore fa
La Strada del Mar Nero: da Burgas a Sozopol
Sul Mar Nero, la Bulgaria rivela una dimensione sorprendente: selvaggia, luminosa, mediterranea senza esserlo davvero. Il percorso costiero tra Burgas e Sozopol è uno dei più accessibili e suggestivi del Paese, ideale per cicloturisti curiosi, famiglie attive e viaggiatori che cercano mare e cultura senza folla eccessiva. Sono poco più di 35 chilometri, ma intensi, vari, fotogenici. Si parte dal lungomare di Burgas, città moderna e vivace, dove piste ciclabili ben tracciate accompagnano i turisti attraverso parchi e terrazze affacciate sull’acqua. Pochi chilometri e si entra nella Riserva del Lago Poda, paradiso per birdwatcher: fenicotteri, cormorani e aironi si muovono a pochi metri dalle biciclette, separati solo da passerelle in legno e silenzi salmastri. La costa poi si fa più rocciosa e il percorso sale dolcemente, offrendo scorci continui sulle baie turchesi. Il traffico resta contenuto, soprattutto fuori stagione, e i piccoli chioschi lungo la strada servono frutta fresca e yogurt locale, perfetti per una sosta rigenerante. L’arrivo a Sozopol è un ingresso teatrale: case in legno scuro, strade strette, porto di pescatori e un’atmosfera che alterna archeologia e vita di mare. Fondata dai Greci con il nome di Apollonia, Sozopol invita a passeggiare, mangiare pesce e godersi il tramonto dal bastione. Per chi ha ancora energie, è possibile proseguire fino alla spiaggia di Kavatsite, ampia, calma, ideale per chiudere la giornata con un tuffo. Un itinerario breve ma completo, che mostra il volto più marino e rilassato della Bulgaria, ricordando ch Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 17 ore fa
L’anello perfetto: come la ciclovia del Brenta sta riscrivendo il turismo lento nel Nordest
La ciclovia del Brenta non è più solamente un percorso cicloturistico: è diventata un modello di mobilità dolce che unisce territori diversi attraverso un’unica narrazione fatta di fiumi, ville venete e piccoli borghi. Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’estate 2023 che ha segnato un aumento del 28% dei passaggi registrati dalle contabici installate lungo la tratta, l’itinerario è entrato stabilmente nella lista dei “must ride” italiani. Il percorso, che collega Trento a Venezia seguendo il corso del fiume Brenta, attraversa scenari in cui la natura è protagonista silenziosa. A poche pedalate dalle rive, i cicloturisti incontrano luoghi simbolo come Bassano del Grappa, con il suo ponte storico, o le ville palladiane che punteggiano la pianura. Ma la vera novità è l’indotto: ostelli bike-friendly, piccoli laboratori di artigiani che offrono assistenza meccanica e una rete crescente di agriturismi che puntano su prodotti locali e “ristoro ciclista”. Il viaggio è accessibile a tutti, grazie a un dislivello modesto e a un fondo quasi interamente asfaltato. Ma non per questo manca l’avventura. Un tratto particolarmente suggestivo è quello tra Valstagna e Cismon del Grappa, dove il fiume scorre incassato in gole strette e la pista rivela scorci inattesi. “Il piacere della scoperta qui non è un dettaglio: è il filo conduttore”, afferma Marta Bellini, guida cicloturistica della zona. La ciclovia del Brenta dimostra come il turismo lento stia assumendo un ruolo centrale nello sviluppo territoriale. Un percorso che non si limita a collegare punti sulla mappa, ma che invita a rallentare, osservar Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 17 ore fa
Pedalare tra mare e borghi: la nuova vita della Ciclovia Adriatica
Dove un tempo c’erano soltanto località balneari e traffico estivo, oggi corre una delle infrastrutture cicloturistiche più interessanti del panorama nazionale: la Ciclovia Adriatica. Dal Friuli alla Puglia, il grande corridoio costiero sta attirando viaggiatori da tutta Europa, complici la facilità dei percorsi e un patrimonio culturale che alterna porti storici, riserve naturali e cittadine affacciate sul mare. Negli ultimi mesi è stato inaugurato un nuovo tratto tra Fano e Senigallia, che grazie alla vicinanza con la spiaggia e ai numerosi accessi diretti al lungomare è diventato rapidamente uno dei segmenti più frequentati. La qualità del fondo—per gran parte separato dal traffico—ha convinto anche le famiglie, che scelgono l’Adriatica per escursioni brevi e sicure. Ma il cuore del progetto è altrove: nella capacità di connettere borghi dell’entroterra con la costa, favorendo un turismo più distribuito e meno stagionale. La deviazione che sale verso Corinaldo, ad esempio, porta i ciclisti dentro uno dei borghi fortificati meglio conservati delle Marche. “Per noi ha significato un nuovo tipo di visitatore, più attento alla storia e ai prodotti locali”, spiega Sandro Lippi, ristoratore del centro storico. Anche la biodiversità è un elemento chiave del viaggio. Attraversando l’area della Laguna di Lesina o le dune del Parco del Conero, il cicloturista si trova spesso a pedalare in ambienti protetti dove prevalgono silenzio e colori intensi. E non mancano le sfide: alcune salite interne, come quelle che conducono a Termoli Vecchia o al promontorio di San Nicola a Peschici, regalano panorami da cartolina ma mettono alla prova gambe e fiato. La Ciclovia Adriatica continua così la sua evoluzione: da semplice collegamento costiero a spina dorsale del turismo sostenibile italiano, capace di offrire esperienze diverse in Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 17 ore fa
Sulla Strada delle Ruote Sottili: come il cicloturismo sta cambiando il modo di viaggiare in Italia
Negli ultimi mesi, complice il desiderio crescente di esperienze autentiche e all’aria aperta, il cicloturismo sta vivendo una nuova stagione d’oro. Non più soltanto un’attività per sportivi o appassionati di lunga data: oggi la bici è diventata un mezzo democratico, scelto da famiglie, viaggiatori solitari e gruppi di amici che cercano un modo alternativo di esplorare il territorio. La riscoperta delle vie minori A segnare la differenza è la riscoperta delle strade secondarie, quelle che sfuggono ai flussi del turismo di massa. Dal Veneto alla Puglia, passando per l’Appennino, i percorsi ciclabili e le antiche vie rurali stanno tornando a riempirsi di ruote sottili. Sono traiettorie calme, a misura d’uomo, dove il rumore del traffico lascia spazio ai campanacci delle greggi, al fruscio del vento tra i campi, ai saluti dei residenti che spesso si trasformano in racconti e consigli preziosi. Un turismo che lascia tracce leggere Il cicloturismo non è soltanto una scelta di viaggio: è un modo di relazionarsi ai luoghi. Le comunità locali, sempre più consapevoli del suo potenziale, stanno investendo in infrastrutture dedicate, bike hotel, officine mobili e servizi pensati per chi viaggia a pedali. L’indotto cresce e, a differenza di altri modelli turistici, lo fa senza consumare il territorio. Tecnologia e bici: un’alleanza vincente A trainare il fenomeno c’è anche la tecnologia. Le bici elettriche hanno abbattuto uno dei principali ostacoli, la fatica, aprendo percorsi collinari e di media montagna a un pubblico più ampio. App e mappe digitali permettono di tracciare itinerari personalizzati, monitorare altimetrie, scoprire punti d’interesse e, soprattutto, viaggiare in sicurezza. Un mix che rende il cicloviaggio più accessibile che mai. L’emozione dell’arrivo Chi pratica cicloturismo lo sa: non è solo la meta a contare, ma la sensazione di conquista che accompagna ogni tappa. Arrivare in un borgo dopo una salita impegnativa o scorgere il mare dopo chilometri di colline regala un’emozione che nessun altro mezzo di trasporto può offrire. È una gratificazione semplice e potente, fatta di sudore, paesaggi e libertà. Un invito a salire in sella Se c’è una tendenza chiara nel turismo contemporaneo è la voglia di autenticità. E la bici, in questo senso, è uno strumento perfetto. Ogni viaggio diventa un racconto, ogni deviazione un’opportunità, ogni incontro una storia.L’Italia è pronta: ora manca solo ch Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 17 ore fa
Pedalando nel cuore del Lazio: la Ciclovia del Tevere tra natura, borghi e memoria storica
Nel Lazio esiste un percorso capace di unire natura, storia e quiete fluviale in un’unica esperienza a due ruote. È la Ciclovia del Tevere, un itinerario che segue fedelmente il corso del “biondo fiume” e che, negli ultimi anni, sta diventando una delle mete più apprezzate dai cicloturisti in cerca di paesaggi autentici e pedalate senza stress. Un tracciato accessibile, tra i più suggestivi della regione La ciclovia è ancora in fase di sviluppo, ma già oggi vanta lunghi tratti continui e ben mantenuti. Il percorso più frequentato parte dall’area naturalistica del Lago di Nazzano, nel territorio protetto dell’Oasi “Tevere-Farfa”: un luogo ideale per cominciare a pedalare immersi nel silenzio, tra canneti, aironi e falchi che sorvolano l’acqua. Da qui si procede lungo argini sterrati ben battuti e brevi tratti asfaltati, attraversando una campagna che alterna campi coltivati, golene alberate e piccoli centri rurali. Il fondo regolare la rende adatta a tutti: dalle gravel ai trekking bike, fino alle famiglie con bambini. Borghi, storia e archeologia a pochi metri dal fiume Il Tevere è una linea del tempo che corre verso sud. Pedalando lungo la ciclovia si incrociano borghi come Torrita Tiberina, Filacciano e Ponzano Romano, dove il ritmo della vita sembra essersi fermato. Le deviazioni verso i centri storici sono brevi e ripagano con viste panoramiche e piazze tranquille dove concedersi una sosta. Più avanti, la campagna lascia gradualmente spazio ai segni della storia: casali rurali, resti archeologici e antiche vie di transito che ricordano come questo fiume abbia plasmato il territorio per secoli. L’ingresso a Roma: un finale suggestivo Il tratto urbano, oggi oggetto di interventi di riqualificazione, introduce il ciclista verso la Capitale lungo percorsi protetti, costeggiando ponti storici e scorci inattesi sulla città. L’arrivo a Ponte Milvio, uno dei simboli ciclopedonali di Roma, rappresenta il naturale coronamento della pedalata. Perché sceglierla La Ciclovia del Tevere offre un viaggio semplice ma ricco: paesaggi fluviali, fauna protetta, borghi silenziosi e un contatto ravvicinato con la storia del Lazio. Un itinerario perfetto per chi Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 10 ore fa
Pedalando tra borghi e colline: il nuovo volto del cicloturismo italiano
Negli ultimi anni il cicloturismo in Italia ha conosciuto una crescita sorprendente, trasformandosi da esperienza di nicchia a fenomeno capace di attirare viaggiatori di ogni età. Complice la riscoperta dei ritmi lenti, l’attenzione alla sostenibilità e l’ampliamento delle infrastrutture dedicate, sempre più persone scelgono di esplorare il Paese in sella alla propria bicicletta. Le regioni che stanno guidando questa rivoluzione sono diverse: dal Veneto, con la ciclabile delle Dolomiti che collega Cortina a Dobbiaco, alla Toscana, meta prediletta per chi ama pedalare tra vigneti e strade bianche. Ma anche il Sud sta recuperando terreno: Puglia, Basilicata e Sicilia stanno investendo in percorsi ciclabili che valorizzano coste, aree rurali e borghi storici. Un esempio significativo è la crescente popolarità della Ciclovia Adriatica, che corre dalla Romagna fino al Salento. Secondo gli operatori turistici, negli ultimi due anni gli arrivi sono aumentati grazie anche alla presenza di servizi mirati: bike hotel, officine mobili, mappe digitali e punti di ricarica per e-bike. È proprio quest’ultima categoria a dominare: la bici a pedalata assistita permette di affrontare itinerari più impegnativi, rendendo accessibili colline e montagne anche a chi non è allenato. Il cicloturismo non è solo sport, ma un modo di vivere il territorio. Lungo i percorsi si moltiplicano iniziative legate a cultura e gastronomia: degustazioni all’aperto, visite guidate a musei diffusi, laboratori artigianali aperti ai viaggiatori. Il risultato è un turismo esperienziale che, oltre a valorizzare il patrimonio locale, offre un ritorno economico diretto alle comunità. Gli esperti concordano su un punto: il futuro del turismo italiano passerà anche dalle due ruote. Le amministrazioni stanno lavorando per unire le tratte esistenti in grandi dorsali nazionali, mentre cresce l’interesse verso format innovativi come i viaggi “bikepacking”, che prevedono itinerari di più giorni con bagagli ultraleggeri. Pedalare, oggi, significa scegliere un modo più consapevole di scoprire l’Italia. E mentre nuove ciclabili nascono ogni anno, aumenta il numero di chi decide di salire in sella n Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Pedalando lungo la Via del Mare: il fascino lento della costa adriatica
C’è un momento, durante un viaggio in bicicletta, in cui il ritmo delle pedalate si sovrappone al rumore del mare. È una sincronia fragile, quasi impercettibile, ma sufficiente a ricordarci perché il cicloturismo sta conquistando sempre più viaggiatori: la libertà non è nelle grandi velocità, ma nei dettagli che non sfuggono. La Via del Mare, itinerario ciclabile che corre parallelo alla costa adriatica tra Ravenna e Senigallia, è uno di quei percorsi in cui questa magia prende forma. Sessanta chilometri di piste dedicate, strade secondarie e tratti sterrati curati, capaci di restituire al ciclista non solo un viaggio, ma un racconto. Un percorso per tutti, ma non per tutti i giorni Chi si aspetta una semplice pedalata in pianura resterà sorpreso. Il tragitto si snoda tra pinete secolari, argini fluviali, borghi marinari e campi che profumano di salsedine. La varietà dei paesaggi spinge a fermarsi spesso, ad osservare, ad ascoltare: una lentezza che diventa parte integrante del viaggio. Le ciclabili sono ben segnalate, ma ogni percorso costiero porta con sé la sfida del vento. A volte compagno benevolo, altre nemico invisibile, capace di rallentare anche il ciclista più allenato. È proprio questa imprevedibilità a rendere la Via del Mare un percorso adatto a tutti, ma da affrontare con rispetto. Storie di borghi e di marinai Pedalando verso sud si incontrano località che sembrano uscite da un libro illustrato. A Cervia, l’odore dolce delle saline accompagna l’ingresso in città; a Cesenatico il porto leonardesco ricorda che anche la storia si può attraversare su due ruote. Ogni sosta porta con sé un piatto tipico, un dialetto diverso, un racconto di pesca e di vento. La forza della Via del Mare sta proprio qui: la scoperta non è mai soltanto paesaggistica, ma profondamente umana. Il tramonto come arrivo Arrivare a Senigallia nell’ora in cui il cielo esplode in un arancio liquido è un piccolo privilegio che ricompensa ogni sforzo. Le biciclette si appoggiano ai parapetti del lungomare, i cicloturisti si concedono un gelato o una birra fresca. E mentre il sole scivola oltre l’orizzonte, la sensazione è quella di aver chiuso un cerchio: il viaggio lento torna a dimostra Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Tra vigneti e castelli: in bici lungo la Südsteirische Weinstraße
La Stiria meridionale non è solo terra di vini eccellenti: è anche un paradiso per chi ama pedalare tra colline morbide, strade panoramiche e borghi sospesi nel tempo. La Südsteirische Weinstraße, la Strada del Vino della Stiria, è uno degli itinerari più affascinanti dell’Austria rurale. Un percorso breve ma intenso, ideale per cicloturisti che cercano ritmo lento, panorami da cartolina e qualche sosta di gusto. Il punto di partenza più comodo è Ehrenhausen, raggiungibile in treno da Graz. Da qui si sale gradualmente verso il cuore delle colline vinicole. Le pendenze, talvolta decise, vengono ricompensate da viste che sembrano disegnate con il pennello: filari perfetti, masi in legno, il profilo dei vigneti che scende verso la Slovenia, a pochi chilometri di distanza. Il tratto più suggestivo è quello tra Berghausen e Ratsch an der Weinstraße, dove la strada corre letteralmente sulla cresta delle colline. Qui i ciclisti condividono i tornanti con trattori carichi d’uva e turisti che si spostano tra gli “Buschenschank”, le tipiche taverne locali. Fermarsi è quasi un obbligo: un tagliere di formaggi, pane nero e un calice di Sauvignon o Morillon raccontano più di molte guide. Il percorso si chiude ad anello rientrando verso Ehrenhausen. In totale si percorrono circa 25–35 chilometri, ma con un dislivello significativo che lo rende adatto a cicloturisti allenati o, in alternativa, perfetto per chi sceglie una e-bike. Pedalare nella Stiria meridionale significa entrare in un’Austria diversa, fatta di clima quasi mediterraneo, ospitalità familiare e una campagna gentile. Un viaggio breve ma memorabile, idea Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Dalla Zillertal al lago Achensee: pedalando tra montagne e acqua turchese
Tra le Alpi del Tirolo c’è un itinerario in grado di riunire il meglio del paesaggio alpino: vallate verdi, masi tradizionali e un lago dal colore così intenso da sembrare caraibico. È il percorso che collega la Zillertal all’Achensee, una delle gemme naturali dell’Austria centrale. La partenza ideale è a Mayrhofen, cittadina vivace circondata da tremila innevati. I primi chilometri scorrono lungo la Zillertal Radweg, una ciclabile perfetta anche per famiglie: fondo impeccabile, traffico assente, paesaggi che si alternano tra prati e piccole fattorie. Il fiume Ziller accompagna il percorso come una guida silenziosa. Raggiunta Strass im Zillertal, inizia la parte più dinamica del viaggio. Una salita progressiva conduce verso Jenbach, dove lo scenario cambia: la valle si apre e le montagne fanno da corridoio naturale verso l’Achensee. È qui che il paesaggio sorprende davvero: il lago appare all’improvviso, con un turchese puro che contrasta con il verde scuro dei boschi. Il giro completo del lago, circa 23 chilometri, è un’esperienza scenografica. La ciclabile costeggia scogliere, piccole spiagge e tratti boscosi, con scorci continui sulle pareti calcaree che si specchiano nell’acqua. Chi vuole può spingersi fino alle baie più tranquille, come quella di Pertisau, dove è facile vedere surfisti e barche a vela sfruttare le correnti del pomeriggio. Il rientro verso Jenbach è semplice e veloce grazie alla ferrovia locale, che accetta senza problemi le biciclette. In totale, l’itinerario supera i 50 chilometri, ma la varietà dei paesaggi lo rende scorrevole e mai monotono. Il percorso Zillertal–Achensee è un viaggio nella natura più autentica del Tirolo, dove il silenzio delle montagne si intreccia con l’acqua cristallina e con l’identità alpina più sincera. Una meta perfetta per chi cerca emozioni forti, ma senz Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Le Fiandre in bike: da Gand a Bruges tra canali, mulini e cioccolato
Tra i percorsi ciclabili europei più apprezzati, il collegamento tra Gand e Bruges occupa un posto speciale. Non è solo un viaggio in bicicletta: è un’immersione nella scena fiamminga, dove i canali si specchiano come quadri e ogni cittadina sembra uscita da una miniatura medievale. Si parte da Gand, città giovane e vivacissima, con un centro storico che alterna palazzi gotici, tetti a gradoni e mercati popolari. Uscire in bicicletta dal cuore urbano è sorprendentemente semplice: le piste ciclabili fiamminghe, famose per cura e segnaletica, guidano il cicloturista verso la campagna senza soluzione di continuità. Il percorso segue lunghi tratti del canale Ghent–Bruges, un corridoio d’acqua perfettamente rettilineo, fiancheggiato da pioppi e fattorie. Il terreno è completamente pianeggiante, perfetto per famiglie o per chi vuole mantenere una velocità costante. Ogni tanto compare un mulino restaurato o un piccolo ponte levatoio che ricorda la centralità storica di queste vie d’acqua, un tempo cruciali per il commercio dei tessuti. A metà strada vale la pena fermarsi nel villaggio di Aalter, dove piccole caffetterie invitano a un assaggio di cioccolato artigianale o delle celebri “speculoos”, i biscotti speziati tipici della zona. L’arrivo a Bruges, dichiarata Patrimonio UNESCO, è un crescendo di suggestioni: le prime case in mattoni rossi, i canali che si incrociano come nei dipinti di Van Eyck, le barche lente che sfiorano i muri delle case storiche. Entrare in città pedalando significa scoprire Bruges nella sua dimensione più naturale: quella di borgo rinascimentale rimasto sospeso nel tempo. Il percorso totale misura poco più di 45 km e può essere completato in mezza giornata, ma la tentazione di fermarsi spesso per fotografare ponti, papere o angoli nascosti prolunga inevitabilmente i tempi. Ed è giusto così: nel Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
La Mosa in bicicletta: tra valloni, castelli e birrifici
Pedalare lungo la Mosa, nel cuore della Vallonia, è un’esperienza che unisce paesaggio, storia e gusto in un’unica, lunga boccata d’aria fresca. Il percorso EuroVelo 19 che attraversa il Belgio segue fedelmente il fiume, regalando scorci continui di scogliere calcaree, cittadine medievali e antichi bastioni che sembrano spuntare direttamente dall’acqua. Un itinerario che non presenta difficoltà tecniche particolari e che si presta sia a chi ama il ritmo lento sia ai cicloturisti più allenati. L’avventura può iniziare a Dinant, la “perla della Mosa”, dominata dalla sua imponente cittadella. Dopo pochi chilometri si entra nel vivo del paesaggio vallone: il fiume scorre placido tra alte pareti rocciose, punteggiate di piccole grotte e vegetazione. La pista ciclabile, quasi sempre separata dal traffico, permette di pedalare in assoluta tranquillità. Lungo la strada, le soste non mancano: dalle birre trappiste di Maredsous alle botteghe di artigiani del rame che raccontano tradizioni secolari. Anche gli amanti dell’architettura trovano la loro meta: castelli come Freÿr costeggiano il tragitto con giardini geometrici che ricordano Versailles in miniatura. Il tratto più suggestivo arriva poco prima di raggiungere Namur, capitale della Vallonia. La città, abbracciata dalla confluenza tra Sambre e Mosa, si presenta con un mix perfetto di calma provinciale e vitalità culturale. La ciclabile entra nel centro storico, tra caffè eleganti e case borghesi, prima di salire per chi ha ancora energie verso la celebre Cittadella, uno dei punti panoramici più spettacolari del Paese. Un percorso ideale per una due giorni, ma che può trasformarsi facilmente in una gita giornaliera. La Mosa è un fiume che non corre: accompa Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Pedalare tra borghi e vigneti: il nuovo trend delle micro-avventure in bicicletta
Le chiamano “micro-avventure”: brevi viaggi di uno o due giorni, spesso pianificati all’ultimo minuto, con l’obiettivo di staccare la spina e vivere un’esperienza intensa senza allontanarsi troppo da casa. Un fenomeno che sta conquistando i cicloturisti italiani, complice la riscoperta dei territori rurali e dei borghi storici. Da Nord a Sud, sono sempre di più le mete ideali per questo tipo di esperienza. Le colline toscane, con i loro itinerari gravel tra vigneti e strade bianche, attraggono gruppi di amici e coppie in cerca di un weekend fuori porta. In Piemonte, le Langhe offrono percorsi panoramici che alternano cantine, castelli e piccoli saliscendi impegnativi al punto giusto. Al Sud, il Salento e la Basilicata stanno emergendo come destinazioni perfette per chi vuole combinare pedalate, mare e cultura. La formula vincente delle micro-avventure è la semplicità: bastano una bici, una borsa da bikepacking e un alloggio prenotato, spesso un B&B a conduzione familiare. I cicloturisti scelgono la lentezza, fermandosi nei piccoli bar di paese, acquistando prodotti locali e godendosi paesaggi che a volte sfuggono al turismo più frettoloso. Gli esperti di settore sottolineano come questa tendenza stia favorendo la crescita economica delle aree interne, normalmente meno visitate. E le comunità locali rispondono con entusiasmo: mappe dedicate, punti acqua, ciclo-officine e servizi pensati ad hoc. Le micro-avventure rappresentano non solo una nuova forma di vacanza, ma un modo per riconnettersi al territorio e riscoprire valori come autenticità e convivialità. E per molti cicloturis Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
La rinascita delle ciclovie italiane: perché il 2026 sarà l’anno d’oro del cicloturismo
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato da nicchia per appassionati a vero fenomeno nazionale. Ma il 2026 potrebbe segnare una svolta storica: tra nuovi investimenti pubblici, reti ciclabili sempre più connesse e un crescente interesse per viaggi lenti e sostenibili, l’Italia si prepara a diventare una delle destinazioni cicloturistiche più ambite d’Europa. Secondo i dati delle regioni, la spinta arriva soprattutto dai grandi progetti infrastrutturali. La Ciclovia del Sole, ad esempio, continua a estendersi verso nord e sud, collegando città e borghi con percorsi protetti e ben segnalati. Parallelamente, la Ciclovia Adriatica vive una stagione di rilancio grazie a una maggiore integrazione tra treni regionali e servizi bici, mentre il Sentiero Vento lungo il Po, nonostante ritardi, sta attirando un numero sempre crescente di ciclisti grazie alla sua natura pianeggiante e ai paesaggi fluviali. Ma il vero cambiamento è culturale. Hotel e agriturismi stanno investendo in servizi bike-friendly, dalle officine interne alle colazioni energetiche, fino ai trasporti dedicati. Le amministrazioni locali organizzano festival, pedalate collettive e campagne di sensibilizzazione, trasformando le ciclovie in veri corridoi turistici. Per gli operatori del settore, il messaggio è chiaro: il cicloturismo non è più un’alternativa economica, ma un segmento strategico. E per chi ama viaggiare in bici, il 2026 promette un’I Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
Pedalare Lontano: il nuovo volto del cicloturismo italiano
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato da nicchia per appassionati a fenomeno in rapida crescita, capace di intercettare viaggiatori in cerca di lentezza, natura e sostenibilità. Le statistiche parlano chiaro: le presenze sulle ciclovie italiane sono aumentate, così come l’offerta di servizi dedicati, dai bike hotel alle officine “on the road”. Ma più dei numeri, è l’esperienza diretta dei pedalatori a raccontare la trasformazione del viaggio sulle due ruote. Una delle ragioni del successo è la possibilità di “staccare” davvero. Le ciclovie come la Verona–Firenze, la Via Silente nel Cilento o la Ciclovia dei Parchi della Calabria mostrano una dimensione del Paese spesso invisibile da auto e treni: borghi silenziosi, strade secondarie, artigiani nascosti dietro porte che si aprono solo a chi arriva senza fretta. Pedalare significa avere il tempo di osservare e, soprattutto, di incontro. Le mete lungo le grandi vie ciclabili stanno imparando a dialogare con questo nuovo turismo. Agriturismi che offrono colazioni energetiche, osti che ricaricano le e-bike, piccoli musei pronti ad aprire fuori orario per accogliere un gruppo di ciclisti: la micro-economia locale sta scoprendo che il viaggiatore lento non porta solo curiosità, ma anche risorse e attenzione ai territori. Il cicloturismo porta con sé anche una nuova idea di avventura. Non si parla più soltanto di imprese estreme o di lunghi viaggi intercontinentali: la vera sfida è spesso trovare la propria andatura, imparare a gestire il peso delle borse, affrontare una salita che sembrava impossibile. Ogni itinerario porta con sé un piccolo rito di passaggio. E, al termine, la consapevolezza che il viaggio non è stato solo geografico, ma personale. Le prospettive per i prossimi anni sono ottimistiche. Molte regioni stanno investendo in segnaletica, manutenzione e infrastrutture dedicate, dalla diffusione delle rastrelliere sicure all’ampliamento delle stazioni ferroviarie “bike-friendly”. Se la crescita proseguirà, l’Italia potrà diventare una delle principali destinazioni cicloturistiche del continente, valorizzando contemporaneamente paesaggi e comunità. Nel frattempo, la strada è lì: a volte perfettamente asfaltata, altre sterrata e un po’ polverosa. Ma è proprio questa varietà a rendere il cicloturismo un viaggio autentico. Uno di quelli che, una v Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Cicloturismo: i consigli pratici per affrontare la strada con leggerezza (e qualche certezza)
Negli ultimi anni sempre più persone scelgono la bicicletta come compagna di viaggio. Non solo per l’idea romantica della libertà a pedali, ma anche perché il cicloturismo è un modo sostenibile, economico e sorprendentemente accessibile per scoprire territori nuovi. Tuttavia, partire senza una minima preparazione può trasformare la pedalata dei sogni in una collezione di imprevisti. Ecco dunque alcuni consigli pratici, raccolti tra i viaggiatori più esperti, per affrontare il viaggio con maggiore sicurezza. 1. Preparare la bici prima di partire La regola d’oro è semplice: una bici ben regolata salva tempo, energie e spesso anche l’umore. Prima di partire, controlla l’usura della catena, lo stato dei freni e la pressione delle gomme. Una revisione in officina può essere un piccolo investimento che evita guai in piena campagna. Da non dimenticare un kit per le piccole riparazioni: leve smontacopertoni, camera d’aria di scorta e una mini-pompa sono il minimo sindacale. 2. Viaggiare leggeri è un’arte Ogni cicloturista lo impara sulla propria pelle: la vera differenza non la fa la potenza delle gambe, ma il peso delle borse. Riduci il superfluo e punta su capi tecnici che si asciugano in fretta. Meglio un cambio in meno che un chilo in più. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra autonomia e comfort: abbastanza attrezzatura per non restare scoperti, ma non tanta da rallentare ogni salita. 3. Pianificare… ma non troppo Le mappe digitali e le app dedicate sono utilissime, ma il bello del cicloturismo è lasciare spazio all’imprevisto. Programma le tappe principali, segnati i punti acqua e i tratti più impegnativi, ma mantieni una certa flessibilità. A volte la deviazione meno calcolata può rivelare un borgo da cartolina o un incontro inaspettato. 4. Alimentazione: la benzina del cicloturista Pedalare per ore richiede una buona strategia energetica. Colazioni ricche di carboidrati, spuntini frequenti e idratazione costante aiutano a mantenere ritmo e lucidità. Portare sempre con sé barrette, frutta secca o panini semplici evita i cali di energia nei momenti meno opportuni. 5. Sicurezza prima di tutto Giubbotto catarifrangente, luci funzionanti e casco sono alleati indispensabili. Se si viaggia all’estero o in zone poco abitate, condividere la traccia del percorso con qualcuno a casa è una buona abitudine. Non si tratta di allarmismo, ma di prudenza consapevole. 6. La testa fa più strada delle gambe Infine, il consiglio che accomuna ogni cicloturista navigato: non avere fretta. Il ritmo del viaggio lo detta la strada, non il cronometro. Accettare i momenti di fatica, imparare a gestire il vento contrario e sapersi fermare quando serve fanno parte dell’esperienza. Il cicloturismo non è Continua a leggere
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