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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 10 ore, 49 minuti fa

    Bellinzago e Oleggio, in arrivo 2,4 milioni per ampliare la rete ciclabile dell’Ovest Ticino Bellinzago e Oleggio si preparano a pedalare verso un futuro più sostenibile. Grazie ai fondi europei del programma Fesr 2021-2027, la Regione Piemonte ha assegnato 2,4 milioni di euro per il potenziamento della rete ciclabile nei due Comuni dell’Ovest Ticino, nell’ambito del cosiddetto “Ambito 5”. Si tratta di un intervento strategico che si aggiunge al contributo da 1,7 milioni già destinato al collegamento tra Cameri e Galliate lungo la provinciale 4, con l’obiettivo di creare una rete continua e sicura per la mobilità dolce. Il progetto prevede la realizzazione o la messa in sicurezza di circa 25 chilometri di percorsi ciclabili, di cui una ventina ricavati lungo strade già esistenti e altri 5 chilometri di nuovi tratti da costruire ex novo a margine delle carreggiate. L’intento è quello di favorire l’interconnessione tra i centri abitati, le aree produttive e i luoghi di interesse turistico, promuovendo una mobilità alternativa all’auto privata. L’intervento più rilevante sarà il nuovo collegamento ciclabile di oltre 3 chilometri tra via Po, a Bellinzago, e il lato sud della Badia di Dulzago, l’antico borgo rurale immerso nella campagna novarese. Lungo questo tracciato è prevista anche l’installazione di colonnine di ricarica per e-bike, a testimonianza di una crescente attenzione verso le nuove forme di mobilità elettrica e sostenibile. Secondo le amministrazioni locali, il finanziamento rappresenta un passo decisivo per rendere il territorio più accessibile e attrattivo, sia per i residenti sia per i visitatori. “La ciclabile non sarà solo un’infrastruttura ambientale, ma anche un volano per il turismo e per la valorizzazione del nostro patrimonio rurale e naturalistico”, sottolineano i sindaci dei due Comuni. Con questi nuovi interventi, l’Ovest Ticino punta a consolidare la propria identità come area modello di mobilità lenta e integrata, capace di coniugare sostenibilità, sicurezza e valorizzazione del territorio. Se i tempi di approvazione e gara verranno rispettati, i l Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 10 ore fa

    Pedalare leggeri: il minimalismo entra nel cicloturismo” C’è un nuovo modo di viaggiare in bicicletta, e non riguarda solo la destinazione. Si chiama minimalismo a pedali, e nasce dall’idea che la libertà si misuri in chilogrammi. Niente più borse laterali stracolme o equipaggiamenti da spedizione: chi abbraccia il bikepacking punta all’essenziale una tenda ultraleggera, due cambi tecnici e tanta voglia di strada. I vantaggi sono evidenti: si viaggia più veloci, si spende meno, ma soprattutto si riscopre il gusto dell’imprevisto. “Porto con me solo ciò che mi serve davvero, e ogni cosa ha un valore nuovo”, racconta Giulia, 32 anni, che ha attraversato la Sardegna dormendo sotto le stelle. Il minimalismo su due ruote non è solo una moda: è una reazione al superfluo, un invito a rallentare. In un’epoca in cui si misura tutto in prestazioni, il cicloturismo leggero ricorda che la vera conquista è pedalare Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 11 ore fa

    Borghi e pedali: l’Italia nascosta lungo le strade secondarie C’è un’Italia che non appare nelle guide, e che si scopre solo in sella. È fatta di stradine che serpeggiano tra colline e campi, di borghi dove il fornaio conosce ancora per nome chi passa ogni mattina. Il cicloturismo lento sta riportando vita in questi luoghi dimenticati, dove il turista tradizionale non arriva e il tempo sembra essersi fermato. Pedalando lungo l’Appennino tosco-emiliano o tra le colline marchigiane, capita di fermarsi in una piazza silenziosa e scambiare due parole con chi, lì, non ha mai smesso di credere nella propria terra. “Quando vedo arrivare i ciclisti, è come se il mondo tornasse a passare di qui”, racconta un anziano di Montefabbri, minuscolo borgo arroccato su una collina. Il segreto del successo di questi percorsi è semplice: autenticità. Nessuna frenesia, nessuna vetrina, solo la gioia di scoprire a ritmo di pedale che l’Italia vera n Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 7 ore fa

    Federazione Ciclistica Italiana sospende la convenzione con ACSI: una decisione che cambia lo scenario per i granfondisti Il mondo del ciclismo amatoriale italiano è di nuovo in fermento. Dopo le polemiche per il rialzo delle quote di tesseramento previsto per il 2026, la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) ha annunciato un’altra misura che promette di scuotere ulteriormente il settore: la sospensione della convenzione di reciprocità con l’ACSI, uno degli enti di promozione sportiva più attivi nel panorama ciclistico nazionale. Un colpo di scena dopo mesi di tensioni La notizia, comunicata il 13 ottobre, arriva a pochi giorni dalle accese discussioni sull’aumento generalizzato delle tariffe federali. Il Consiglio Federale aveva deliberato un raddoppio delle quote di affiliazione per le società e incrementi diffusi per quasi tutte le categorie di tesserati, dai professionisti agli amatori, fino ai giovani. Ora, con la sospensione dell’accordo di reciprocità con l’ACSI, la situazione si complica ulteriormente. Fino a oggi, grazie alla convenzione tra FCI e gli Enti di Promozione Sportiva, i ciclisti tesserati con un ente potevano partecipare alle manifestazioni organizzate dall’altro senza necessità di una nuova tessera o di ulteriori coperture assicurative. Era un meccanismo che semplificava la vita agli appassionati e favoriva la partecipazione alle granfondo in tutta Italia.Con la sospensione, però, questo sistema di apertura viene meno. Cosa cambia per gli amatori Per i ciclisti amatoriali, la novità rappresenta un potenziale ostacolo economico e organizzativo. Partecipare a una gara non affiliata al proprio ente significherà d’ora in poi dover verificare di volta in volta le condizioni di accesso, sottoscrivere una tessera giornaliera o rinunciare all’evento. Sul piano pratico, la conseguenza più immediata sarà un aumento dei costi e una riduzione della libertà di scelta. Se fino a ieri un tesserato FCI poteva prendere parte senza problemi a una granfondo ACSI (e viceversa), ora dovrà fare i conti con una burocrazia più rigida e meno conveniente. Anche se la stagione delle granfondo volge al termine, la decisione potrebbe pesare già sui programmi del 2026, soprattutto per le società sportive che costruiscono la loro attività annuale attorno alle manifestazioni amatoriali. Le ragioni della Federazione e le reazioni del mondo ciclistico La FCI giustifica la sospensione come parte di un processo di revisione delle convenzioni con gli Enti di Promozione, ma molti nel settore leggono la mossa come un tentativo di riaffermare un controllo più stretto sul movimento. Dopo il boom post-pandemia dell’ACSI, che ha superato i 50.000 tesserati diventando il principale riferimento per gli amatori, il rapporto tra i due organismi è apparso sempre più delicato. Le società ciclistiche, già provate dai rincari di affiliazione, vedono in questa decisione un segnale preoccupante. Il rischio è di aumentare ulteriormente il divario tra la Federazione e la base del movimento, cioè quei volontari e appassionati che, con impegno e risorse proprie, tengono in vita il calendario delle manifestazioni locali e nazionali. Un futuro incerto per il ciclismo amatoriale Mentre la FCI parla di “necessità di aggiornamento e chiarezza normativa”, gli addetti ai lavori temono che il provvedimento finisca per penalizzare proprio il cuore pulsante del ciclismo italiano: gli amatori. In un contesto economico già fragile, dove i costi di gestione e sicurezza sono in costante aumento, ogni barriera aggiuntiva rischia di trasformarsi in un deterrente per i praticanti e per gli organizzatori. La sensazione diffusa è che, senza un dialogo costruttivo tra Federazione ed Enti di Promozione, il movimento amatoriale possa frammentarsi ulteriormente. E a pagarne il Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 10 ore fa

    La Via del Sale: pedalare tra Liguria e Piemonte, dove la montagna incontra il mare” Tra le rotte più spettacolari del cicloturismo italiano, la Via del Sale è un’esperienza che va ben oltre la pedalata. È un tuffo nella storia dei commerci medievali, quando da Limone Piemonte i muli scendevano verso la costa ligure carichi di sale, oro bianco dell’epoca. Oggi quel tracciato è una delle ciclovie più amate dagli appassionati, un percorso che unisce panorami mozzafiato e fatica vera. Il tracciato principale parte da Limone Piemonte e si arrampica fino ai Colle di Tenda e Monesi, attraversando antiche fortificazioni e sterrate d’alta quota. Si pedala sopra i 2.000 metri, tra rododendri, aquile e vento che profuma di resina. Poi, lentamente, il paesaggio cambia: il verde delle Alpi Marittime lascia spazio all’azzurro del mare. In lontananza, la costa ligure accoglie il cicloturista come un miraggio. Consigli pratici Periodo ideale: da metà giugno a fine settembre (la strada è chiusa in inverno). Tipo di bici: MTB o gravel con copertoni tassellati. Punti d’interesse: il Forte Centrale, il Rifugio Don Barbera e le viste sul Monte Saccarello. Difficoltà: media-alta, ma con possibilità di tappe brevi e punti di ristoro. Ogni curva racconta una storia, ogni salita ripaga con una vista. E quando finalmente si scende verso il mare, la fatica si trasform Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 10 ore fa

    Il tempo lento delle due ruote: perché il cicloturismo è la nuova forma di viaggio consapevole” In un mondo che corre, la bici invita a rallentare.Il cicloturismo non è solo sport, ma un modo di viaggiare che restituisce il senso delle distanze e il gusto del tempo. Ogni chilometro diventa un racconto, ogni pausa un incontro, ogni salita un piccolo atto di resistenza. Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di lasciare l’auto e scoprire l’Italia pedalando: lungo le sponde del Po, tra i vigneti del Chianti, sui sentieri del Trentino o sulle coste pugliesi. Non servono prestazioni da atleta, ma curiosità e rispetto per i luoghi. Pedalare significa osservare: il profilo di un borgo al tramonto, il suono delle campane di mezzogiorno, il sorriso di chi ti offre una borraccia d’acqua lungo la strada. Un turismo che fa bene Secondo i dati dell’ENIT, il cicloturismo genera in Italia miliardi di euro ogni anno e sostiene un indotto fatto di agriturismi, officine e piccoli borghi. Ma il suo vero valore è umano: è un turismo a impatto leggero, che restituisce qualcosa ai territori invece di consumarli. Alla fine del viaggio non si ricorda tanto la meta, quanto il ritmo del pedalare. Il respiro, il vento, la strada. E qu Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 10 ore fa

    La Via del Mare: il nuovo itinerario cicloturistico che unisce Appennini e Adriatico Negli ultimi anni, il cicloturismo in Italia sta conoscendo una stagione d’oro. Tra i nuovi percorsi che stanno attirando l’attenzione di viaggiatori e appassionati delle due ruote spicca la Via del Mare, un itinerario di 410 chilometri che collega il cuore dell’Appennino Umbro-Marchigiano alle spiagge dell’Adriatico, attraversando borghi, vallate e aree naturalistiche di rara bellezza. L’idea nasce da un progetto di valorizzazione territoriale che coinvolge piccole amministrazioni locali, associazioni ciclistiche e operatori turistici. Il percorso parte da Norcia, patria del tartufo e punto d’incontro tra spiritualità e natura, per arrivare fino a Senigallia, città di mare e festival, passando per paesi come Visso, Camerino e Arcevia. “Non è solo una ciclovia, è un viaggio nel tempo e nella memoria rurale del Paese,” racconta Laura , portavoce del consorzio che gestisce il tracciato.La Via del Mare è stata pensata per chi ama il turismo lento, con tappe brevi (tra 40 e 60 km) e un dislivello equilibrato. È perfetta per gravel e bici da trekking, ma anche per e-bike.Lungo il percorso, strutture ricettive bike-friendly offrono servizi dedicati ai cicloturisti: officine mobili, colazioni energetiche e spazi sicuri per il ricovero delle bici. Il tratto più suggestivo? Quello che attraversa il Monte Cucco, dove la strada serpeggia tra faggete e panorami che si aprono fino al mare.Con la Via del Mare, l’Italia aggiunge un nuovo tassello alla sua rete di ciclovie nazionali, dimostrando che pedalare Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 10 ore fa

    Bikepacking in Europa: la libertà di viaggiare leggeri (e senza fretta) Nessun check-in, nessuna tabella di marcia, nessuna valigia: solo una bicicletta, qualche borsa e la voglia di lasciarsi sorprendere.È la filosofia del bikepacking, la tendenza che sta rivoluzionando il modo di viaggiare su due ruote in Europa. Dalla Danube Cycle Path che segue il corso del Danubio, alla selvaggia Trans-Pyrenees Route, il bikepacking unisce l’essenzialità del campeggio alla libertà del viaggio lento. Non servono grandi mezzi, ma spirito di adattamento e curiosità.“Nel bikepacking ogni chilometro conta, non per la distanza, ma per ciò che incontri,” racconta Marco, fotografo e cicloturista che ha attraversato cinque Paesi in tre settimane, dormendo in tenda o in piccoli rifugi. L’attrezzatura è ridotta all’essenziale: borse morbide fissate al telaio, una tenda ultraleggera, fornellino e kit di riparazione. Tutto deve stare sulla bici e nulla deve pesare troppo.Negli ultimi due anni, il bikepacking è diventato anche un fenomeno sociale. Nelle grandi città europee stanno nascendo “bike hostels”, strutture pensate per accogliere viaggiatori su due ruote, con spazi condivisi e mappe digitali per pianificare le tappe. Chi sceglie questo tipo di viaggio cerca più l’esperienza che la meta. Pedalare tra le Alpi slovene o lungo i fiordi norvegesi diventa un modo per rallentare, respirare, tornare al contatto diretto con la natura.Il futuro del cicloturismo sembra quindi puntare verso un concetto di viaggio minimale e autentico, dove ogni strada è una storia Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 11 ore fa

    Sulle due ruote nel cuore delle Dolomiti: il fascino senza tempo della Ciclabile delle Dolomiti DOBBIACO (BZ) – C’è un momento, pedalando lungo la vecchia ferrovia delle Dolomiti, in cui il respiro si confonde con l’aria fresca di montagna e lo sguardo si perde tra le vette che hanno fatto la storia dell’alpinismo. È la magia della Ciclabile delle Dolomiti, uno dei percorsi più spettacolari d’Italia, capace di unire natura, storia e silenzio in un itinerario di poco più di 60 chilometri tra Dobbiaco e Calalzo di Cadore. Dal treno alla bici: un viaggio lento tra valli e gallerie Lungo il tracciato dell’antica linea ferroviaria che collegava le valli ladine, oggi i binari hanno lasciato spazio a un nastro d’asfalto che serpeggia tra boschi di larici, piccoli borghi e stazioni riconvertite. Le vecchie fermate, come quelle di Cortina d’Ampezzo o San Vito di Cadore, accolgono i ciclisti con caffè, noleggi e punti ristoro, creando una rete di accoglienza perfettamente integrata nel territorio. La pendenza dolce e costante rende il percorso accessibile anche ai meno allenati, ma non per questo meno emozionante. Ogni curva regala scorci da cartolina: le Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo, le Tofane che si stagliano come guardiani di pietra e, più in basso, i prati punteggiati di malghe e pascoli. Pedalare tra natura e memoria Non è solo un itinerario sportivo, ma anche un viaggio nella memoria alpina. Lungo la ciclabile si incontrano ancora i ponti in ferro e le gallerie scavate nella roccia durante la Grande Guerra, testimonianze di un passato in cui queste montagne erano frontiera e teatro di battaglie. Oggi, invece, la frontiera è quella della sostenibilità: la Ciclabile delle Dolomiti è un modello di mobilità dolce che attira ogni anno migliaia di turisti da tutta Europa. Quando andare e come organizzarsi Il periodo migliore per affrontare il percorso va da giugno a settembre, quando le giornate sono lunghe e i rifugi aperti. Chi vuole evitare la fatica della salita può approfittare del servizio bici+treno che collega Calalzo a Dobbiaco, rendendo possibile percorrere la ciclabile in un solo senso senza preoccupazioni logistiche. E per chi cerca qualcosa in più, le connessioni non mancano: da Dobbiaco parte la Drava Radweg, che porta fino a Lienz, in Austria, attraversando vallate verdi e villaggi tirolesi. Un invito a proseguire, a scoprire, a respirare ancora. L’emozione di un ritmo diverso Pedalare lungo la Ciclabile delle Dolomiti significa riscoprire il piacere del viaggio lento, quello che lascia il tempo di fermarsi a guardare, a sentire, a fotografare. Non serve essere ciclisti esperti: basta un po’ di curiosità e la voglia di lasciarsi sorprendere. Perché, t Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 11 ore fa

    Tavagnacco, ladro in pieno giorno tenta il colpo da 17 mila euro: fuga rocambolesca con la bici in spalla TAVAGNACCO – Un pomeriggio ordinario in negozio, clienti che osservano, chiedono, provano. Poi, in pochi secondi, la scena cambia: un uomo afferra una bicicletta di alta gamma e scappa di corsa, tenendola in braccio come fosse un trofeo. È accaduto mercoledì verso le 17.30 alla X–Zone Bike di via Nazionale 89, specializzata in modelli di fascia alta. «Era un uomo sulla sessantina, è entrato tranquillo, dicendo che stava aspettando qualcuno», racconta Michele Picili, amministratore e responsabile della rivendita. «Sembrava un normale cliente, ma improvvisamente ha preso una delle bici più costose, da 17 mila euro, e si è messo a correre verso l’uscita». Il negozio era affollato. Qualcuno ha gridato, altri sono rimasti increduli. Un cliente ha segnalato la fuga, permettendo al personale di reagire: in pochi istanti quattro dipendenti si sono divisi per inseguirlo, chi a piedi, chi in auto, tra i capannoni e il vicino parcheggio della concessionaria Toyota. L’uomo aveva preparato una monovolume scura come via di fuga. Ha cercato di infilare la bici nel bagagliaio, ma il mezzo non si chiudeva: la ruota sporgeva, la scena era surreale. Uno dei commessi, avvicinatosi di corsa, è riuscito a riappropriarsi della bicicletta, mentre il ladro si rimetteva al volante e fuggiva con il portellone ancora aperto. «È stato tutto rapidissimo, come in una scena di un film d’azione», commenta Picili. «Non ci era mai capitato nulla di simile. Ci colpisce la sfacciataggine di chi agisce in pieno giorno, con la gente dentro e le telecamere accese». Le immagini di videosorveglianza sono ora al vaglio delle forze dell’ordine, che stanno cercando di individuare il fuggitivo. Il tentato furto, conclusosi senza feriti e con la bici recuperata, ha comunque lasciato un senso di inquietudine tra i presenti. Un episodio che ricorda quanto anche un negozio specializzato, nel cuore del pomeriggio, possa diventare teatro di un col Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 10 ore fa

    Binari che diventano sentieri: la rinascita delle ferrovie dimenticate Un tempo il fischio dei treni accompagnava le partenze dei pendolari e il ritorno dei viaggiatori. Oggi, lungo quegli stessi binari, risuonano solo il fruscio delle ruote e il ritmo regolare dei pedali. È la nuova vita delle ferrovie dismesse, trasformate in ciclovie panoramiche che attraversano l’Italia da nord a sud, restituendo ai territori una rete di mobilità lenta, sostenibile e ricca di memoria. Dalle rotaie ai pedali Negli ultimi dieci anni, oltre 1.000 chilometri di ex linee ferroviarie sono stati riconvertiti in percorsi ciclabili grazie a progetti locali, fondi europei e all’impegno di associazioni come FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Le vecchie stazioni diventano punti ristoro, gli ex caselli ferroviari si trasformano in bed & breakfast per cicloturisti, mentre i ponti e le gallerie tornano a essere varchi suggestivi nella natura. Un esempio emblematico è la Ciclovia Spoleto–Norcia, in Umbria: 51 chilometri di curve dolci, viadotti arditi e gallerie illuminate, dove il profumo dei boschi si mescola alla storia ferroviaria degli anni ’20. O ancora la Via delle Risorgive, nel Friuli Venezia Giulia, che ricalca l’antico tracciato della ferrovia Udine–Cividale. Turismo lento, economia veloce Il fenomeno non è solo romantico: è anche economico. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sul Cicloturismo, il settore genera in Italia oltre 7 miliardi di euro l’anno, con una crescita costante del 15%. Ogni cicloturista spende mediamente 85 euro al giorno, sostenendo strutture ricettive, agriturismi, botteghe e piccoli produttori locali. “Queste ciclovie non sono solo percorsi, ma corridoi di rinascita”, spiega Marco Fiorini, urbanista e consulente per progetti di mobilità dolce. “Rimettono in connessione territori marginali e restituiscono senso ai luoghi abbandonati”. L’Italia che pedala Dalla Ciclovia dei Parchi della Calabria, premiata come miglior itinerario d’Italia nel 2021, alla Greenway del Lago di Comabbio in Lombardia, ogni regione ha la sua ferrovia da scoprire. Alcune si percorrono in un weekend, altre — come la Ciclovia Tirrenica o la Vento (Venezia–Torin Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    La rinascita del cicloturismo lento in Italia: pedalare come atto di resistenza e scoperta C’è un’Italia che si riscopre lentamente, al ritmo regolare di una pedalata. Non quella delle autostrade e dei treni ad alta velocità, ma quella dei borghi dimenticati, dei tratturi che profumano di erbe selvatiche e dei piccoli bar di paese dove il tempo sembra essersi fermato. È l’Italia del cicloturismo lento, un fenomeno in crescita che sta cambiando il modo di viaggiare e di vivere il territorio. Un boom silenzioso Secondo i dati di Isnart-Unioncamere, il cicloturismo in Italia ha generato nel 2024 oltre 30 milioni di presenze, con un impatto economico di circa 5 miliardi di euro. Numeri che parlano chiaro: la bicicletta non è più solo uno strumento sportivo, ma un mezzo culturale e sociale. La pandemia ha accelerato questa tendenza, ma non l’ha inventata. Da anni si moltiplicano le esperienze di viaggio che scelgono di abbandonare la fretta per riscoprire la lentezza. Dalla Ciclovia del Sole, che unisce Verona a Bologna, alla Via Silente nel Cilento, fino alla Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, ogni regione offre un percorso che racconta la sua anima più autentica. Il fascino del tempo lungo Chi sceglie il cicloturismo lento non cerca la performance, ma l’esperienza. È un modo di viaggiare che invita all’attenzione: si osservano i dettagli, si ascoltano i suoni, si entra in contatto con le persone. “La bici ti costringe a misurarti con il territorio racconta Marta, 32 anni, che ha attraversato la Toscana in sette giorni . Non puoi ignorare una salita, come non puoi ignorare una vista mozzafiato. Tutto passa attraverso il corpo e il respiro.” Questa filosofia si traduce anche in una nuova forma di sostenibilità. Il cicloturista tende a scegliere strutture locali, prodotti a km zero, esperienze autentiche. Non consuma il territorio: lo vive. Le regioni più amate Tra le mete più richieste spiccano Trentino-Alto Adige, con la celebre Ciclabile della Val Pusteria, e la Toscana, dove la Via Francigena continua ad attrarre viaggiatori da tutta Europa. Ma anche il Sud si sta muovendo: la Ciclovia dei Parchi della Calabria e la Ciclovia Adriatica sono esempi virtu Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    Cicloturismo e borghi italiani: la nuova frontiera del turismo sostenibile Come la bicicletta sta cambiando il modo di viaggiare in Italia, tra piccoli paesi, economia locale e paesaggi dimenticati. Negli ultimi cinque anni, il cicloturismo è diventato una delle forme di viaggio più in crescita in Italia. Non si tratta solo di sport o di avventura: è un modo diverso di vivere il territorio, con lentezza e rispetto.Secondo i dati di Legambiente, nel 2024 oltre 9 milioni di italiani hanno scelto di pedalare almeno una vacanza su due ruote. Ma ciò che colpisce è il nuovo trend: la riscoperta dei borghi minori. Quando la bici fa rinascere i piccoli paesi Da nord a sud, decine di comuni stanno investendo su infrastrutture ciclabili, ostelli diffusi e servizi dedicati ai viaggiatori su due ruote. Un esempio virtuoso è il progetto “Borghi Bike” in Umbria, che collega Spello, Bevagna e Montefalco con percorsi ciclabili tra oliveti e vigneti. Ma esperienze simili stanno nascendo anche in Abruzzo, nel Molise e in Basilicata.“Ogni cicloturista spende in media 90 euro al giorno tra alloggio, pasti e servizi locali”, racconta un operatore turistico di Norcia. “È un turismo che lascia valore, non solo impronte”. Un’Italia da riscoprire a pedali Il futuro del turismo sostenibile passa dalle ruote sottili della bici. Non serve essere atleti: bastano curiosità e voglia di lasciarsi sorprendere.Tra una salita e una discesa, si scoprono storie, sapori e volti di un’Italia autentica, Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    La Via del Sale in bicicletta: dal mare alle Alpi, tra storia e fatica Un viaggio cicloturistico tra Liguria e Piemonte che unisce natura, memoria e spirito d’avventura.Pedalare sulla Via del Sale è come attraversare la spina dorsale dell’Italia di un tempo. Un tracciato che collegava la Riviera Ligure con le valli piemontesi, lungo il quale i mercanti trasportavano il prezioso oro bianco: il sale.Oggi quel percorso, restaurato e segnalato, è una delle ciclovie più spettacolari del Nord Italia. Dal blu del mare al verde dei pascoli La partenza più iconica è quella da Limone Piemonte, in provincia di Cuneo, o da Varzi se si preferisce l’Appennino. Ma la versione più amata dai cicloturisti è quella che parte dal Mar Ligure, da Ventimiglia o da Savona, e sale lungo la dorsale alpina fino ai 2.000 metri del Colle di Tenda.Strade bianche, sterrati compatti e vecchie mulattiere si alternano a brevi tratti asfaltati, regalando un viaggio immersivo tra panorami che cambiano a ogni curva: ulivi, faggi, pascoli e infine le creste nude delle Alpi Marittime. Un percorso per veri viaggiatori Il dislivello non perdona oltre 2.000 metri ma il fascino del percorso compensa ogni pedalata. Chi viaggia in bikepacking può sostare nei rifugi alpini o nei piccoli borghi come Monesi e Upega, dove il tempo sembra essersi fermato. La Via del Sale è un viaggio lento, da assaporare tappa dopo tappa, con il profumo del ma Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa

    Pedalando tra le Dolomiti: il sogno su due ruote lungo la Ciclabile delle Dolomiti Non serve essere professionisti per sentirsi eroi: basta una bici, una strada e la voglia di guardare in alto. La Ciclabile delle Dolomiti, tra Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, è uno dei percorsi più iconici del cicloturismo italiano, un viaggio sospeso tra cielo e roccia, dove ogni curva regala una cartolina. Un percorso nella storia e nella natura La pista segue il tracciato dell’antica ferrovia delle Dolomiti, costruita durante l’Impero austro-ungarico e dismessa negli anni ’60. Oggi, il rumore dei treni è stato sostituito dal fruscio delle ruote e dai respiri dei ciclisti che attraversano boschi, gallerie e viadotti panoramici. Il percorso di circa 60 chilometri è interamente asfaltato e ben segnalato. Si parte da Cortina d’Ampezzo, la “Regina delle Dolomiti”, per arrivare fino a Dobbiaco, nel cuore dell’Alta Pusteria. Il dislivello è modesto, perfetto anche per famiglie e cicloturisti alle prime armi. Soste e meraviglie lungo la strada Tra i punti imperdibili: la stazione abbandonata di Ospitale, il Lago di Landro e le maestose Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo. Nei mesi estivi, rifugi e malghe lungo la ciclabile offrono piatti tipici e accoglienza genuina, trasformando ogni pausa in un’esperienza autentica. Il cicloturismo come rinascita dei territori di montagna Negli ultimi anni, il tracciato ha contribuito a rivitalizzare l’economia locale, attirando viaggiatori da tutta Europa. Non solo sport, ma turismo sostenibile e consapevole: un modo per scoprire le Dolomiti senza fretta, rispettando il ritmo della natura.Chi pedala su questa strada non colleziona chilometri, ma emozioni. La Ciclabile delle Dolomiti è un viaggio che resta nelle gambe e n Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa

    Il boom del cicloturismo: perché la bici è il nuovo modo di viaggiare in Italia” Il cicloturismo non è più una nicchia per appassionati. In Italia, la bici è diventata un vero e proprio fenomeno economico e culturale: nel 2024 si stimano oltre 33 milioni di presenze turistiche legate a viaggi in bicicletta, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Un turismo sostenibile e lento In un’epoca in cui si parla di transizione ecologica e mobilità dolce, il cicloturismo incarna perfettamente la voglia di viaggiare senza inquinare. Pedalare significa ridurre l’impatto ambientale, ma anche riscoprire i territori minori: borghi dimenticati, vie secondarie, osterie di provincia.La bici diventa uno strumento di connessione: tra persone, culture e paesaggi. Le regioni più amate dai cicloturisti Dal Veneto alla Puglia, l’Italia sta investendo in una rete sempre più ampia di ciclovie. Tra le più frequentate: Ciclovia del Sole, da Verona a Bologna fino a Firenze Via Silente, che attraversa il Cilento Ciclovia Adriatica, lungo tutta la costa est italiana Garda by Bike, l’anello panoramico sospeso tra lago e montagna Secondo Legambiente, ogni euro investito in infrastrutture ciclabili genera un ritorno economico quadruplo in termini di turismo locale. Oltre il viaggio: uno stile di vita Non è solo una moda: chi sceglie la bici per le vacanze spesso cambia anche le proprie abitudini quotidiane. Nascono comunità, eventi e festival dedicati al turismo su due ruote, come il Bike Festival Garda Trentino o il BAM! – Bicycle Adventure Meeting a Mantova.La bici non è più un mezzo, ma un messaggio: di rispetto, libertà e sostenibilità. Il futuro del turismo italiano potrebbe avere due ruote Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    La magia del Danubio su due ruote: da Passau a Vienna lungo la ciclabile più amata d’Europa Tra le ciclabili più iconiche del continente, la Donauradweg – la pista ciclabile del Danubio – è un classico intramontabile per gli appassionati di cicloturismo. Un itinerario accessibile a tutti, ben segnalato e immerso nella storia e nella natura d’Europa. Un fiume, mille storie Il viaggio inizia nella pittoresca Passau, la “città dei tre fiumi” al confine tra Germania e Austria. Da qui, il Danubio diventa il filo conduttore di un percorso di circa 320 km che attraversa villaggi barocchi, monasteri, vigneti e boschi fluviali.Ogni tappa è un piccolo viaggio nel tempo: Linz con i suoi contrasti tra modernità e tradizione, la valle di Wachau con i suoi castelli medievali e i vigneti terrazzati patrimonio UNESCO, fino all’arrivo nella regale Vienna, dove la musica di Mozart e il profumo dello strudel accolgono i ciclisti. Perché farla Oltre alla bellezza paesaggistica, il percorso è un modello di mobilità sostenibile. Le strutture ricettive “bike friendly”, i battelli fluviali che trasportano le bici e le stazioni ferroviarie perfettamente integrate rendono l’esperienza comoda e rilassata. Ideale per famiglie, coppie e viaggiatori solitari, la ciclabile del Danubio è la dimostrazione che pedal Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Il fascino del Nord: la North Sea Cycle Route, il sogno dei cicloviaggiatori Immagina di pedalare lungo scogliere, brughiere e villaggi di pescatori, con il vento del Nord come compagno di viaggio. È questa l’essenza della North Sea Cycle Route (EuroVelo 12), il percorso ciclabile più lungo del mondo: oltre 6.000 chilometri che collegano otto Paesi affacciati sul Mare del Nord. Un’avventura tra natura e libertà Dalla Norvegia alla Scozia, passando per Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Inghilterra e Francia, la North Sea Cycle Route è un susseguirsi di panorami mozzafiato. Ogni tratto racconta un volto diverso del Nord Europa: i fiordi norvegesi, i canali olandesi, le scogliere scozzesi e le spiagge ventose della Normandia. Viaggio per spiriti liberi Non è un percorso per chi cerca la comodità, ma per chi ama l’avventura e la solitudine. Le tappe possono essere brevi o impegnative, a seconda del livello di allenamento e della stagione. In compenso, la sensazione di libertà che regala è impagabile.Molti cicloturisti scelgono di percorrerne solo alcuni tratti, ad esempio quello tra Amburgo e Amsterdam, perfettamente attrezzato e ricco di punti di ristoro. Un invito al viaggio La North Sea Cycle Route non è solo una sfida sportiva, ma un modo di entrare in contatto con culture diverse e paesaggi che sembrano usciti da un romanzo. Un viaggio che insegna la lentezza, l’adattabilità e il piacere di guadag Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    Pedalare tra i colori: il fascino del cicloturismo in autunno L’autunno è la stagione ideale per riscoprire la bicicletta. Le giornate si fanno più fresche, i percorsi meno affollati, e la natura si trasforma in uno spettacolo di colori caldi e avvolgenti. Per chi ama il cicloturismo, è il momento perfetto per rallentare e vivere la strada in modo più autentico, tra panorami che si tingono d’oro e rosso e profumi di terra bagnata e castagne. La magia delle pedalate autunnali Dopo la frenesia estiva, l’autunno invita a un turismo più lento. Le temperature miti permettono di affrontare lunghe distanze senza l’afa, e le strutture ricettive dedicate ai ciclisti: agriturismi, B&B e rifugi .Offrono spesso un’accoglienza più tranquilla. Inoltre, molte regioni italiane organizzano eventi cicloturistici e sagre locali che si sposano perfettamente con una pedalata tra i vigneti o lungo i boschi. Itinerari consigliati per l’autunno 1. Langhe e Roero (Piemonte) Un classico per chi ama il binomio bici e buon vino. Tra Alba, Barolo e La Morra, le colline si accendono di tonalità dorate e rossastre. Le strade secondarie regalano panorami da cartolina, e ogni sosta è un’occasione per degustare un calice di Nebbiolo o un piatto di tajarin al tartufo. 2. La ciclabile della Val di Fiemme e Fassa (Trentino-Alto Adige) Un percorso di circa 45 km immerso tra boschi di larici e abeti che in autunno assumono sfumature spettacolari. Ideale anche per famiglie o principianti, grazie alla pendenza dolce e ai numerosi punti di ristoro. Chi vuole proseguire può collegarsi alla rete ciclabile della Val di Sole. 3. Via Francigena toscana Da San Gimignano a Siena, la Via Francigena offre un viaggio nel cuore della Toscana medievale. Le strade bianche, i filari di cipressi e i borghi silenziosi rendono questa tratta perfetta per un fine settimana di cicloturismo slow, tra arte, storia e buona cucina. 4. Delta del Po (Veneto-Emilia Romagna) Per chi ama la pianura e la natura selvaggia, il Parco del Delta del Po è una meta sorprendente anche in autunno. Le giornate limpide esaltano i riflessi dell’acqua e il volo degli uccelli migratori. Un paradiso per fotografi e birdwatcher su due ruote. 5. Costiera dei Trabocchi (Abruzzo) Un percorso sul mare, ma in una veste diversa. La ex ferrovia Adriatica, trasformata in pista ciclabile, regala 42 km di panorami costieri mozzafiato. In autunno, l’atmosfera è più intima: niente folla, solo il rumore delle onde e il profumo di salsedine. Consigli per pedalare in sicurezza Abbigliamento a strati: il clima autunnale può cambiare rapidamente. Meglio essere pronti con una mantellina antivento e guanti leggeri. Luci e visibilità: le giornate si accorciano, quindi assicurati di avere luci anteriori e posteriori efficienti. Attenzione alle foglie bagnate: possono essere scivolose, soprattutto in discesa. Sosta gourmet: approfitta delle sagre stagionali — dal tartufo ai funghi, fino al vino novello — per ricaricare le energie. L’autunno in bici è un invito alla lentezza Il cicloturismo in autunno è un’esperienza che unisce sport, natura e cultura in un equilibrio perfetto. Ogni pedalata diventa un gesto di scoperta, un modo per vivere il paesaggio con tutti i sensi. In sella, tra la nebbia del mattino e il sole del tramonto, si riscopre il piacere semplice di muoversi, Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    Pedalare Lenti per Andare Lontano: il Ritorno del Cicloturismo Lento in Italia Negli ultimi anni, la bicicletta è tornata a essere più di un semplice mezzo di trasporto: è diventata uno strumento di libertà, sostenibilità e scoperta. Ma c’è una nuova tendenza che sta conquistando sempre più appassionati: il cicloturismo lento, un modo di viaggiare che privilegia la calma, l’incontro e la connessione profonda con il territorio. Dalla fretta al respiro Se il mondo corre, il cicloturista rallenta. Non conta tanto quanti chilometri si percorrono, ma come li si vive. Le tappe sono brevi, i tempi dilatati, e ogni sosta è un’occasione per osservare un dettaglio, assaggiare un prodotto locale o scambiare due parole con chi abita quei luoghi. In questo senso, il cicloturismo lento rappresenta quasi una forma di “resistenza culturale”: un invito a riappropriarsi del tempo e dello spazio. Le nuove vie del pedalare L’Italia, con i suoi paesaggi e la sua rete di borghi, è il terreno ideale per questa filosofia di viaggio. Dalla Ciclovia del Sole, che collega il Brennero a Bologna, alla Via Silente nel Cilento, passando per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, le opzioni non mancano. Molti di questi itinerari sono nati grazie alla collaborazione tra enti locali, associazioni e ciclisti volontari, che hanno trasformato vecchie ferrovie o strade secondarie in percorsi a misura di pedale. Economia della lentezza Il cicloturismo non è solo passione: è anche un motore economico. Secondo le stime dell’ISTAT, i viaggiatori in bicicletta generano ogni anno milioni di presenze turistiche, spesso in aree marginali o poco battute. “Il cicloturista è un ospite rispettoso, curioso e fedele”, spiega Laura Bianchi, operatrice di un agriturismo nel Parco del Pollino. “Chi arriva in bici torna, e porta amici. È un turismo che lascia ricchezza, non solo economica ma anche umana.” Il futuro su due ruote Con la crescente attenzione alla sostenibilità e al benessere, il futuro del turismo potrebbe davvero passare dal manubrio. E-bike, strutture bike-friendly, segnaletica dedicata e mappe digitali stanno rendendo il viaggio su due ruote accessibile a tutti, non solo agli sportivi.Ma ciò che resta immutato è lo spirito: la bici come chiave per aprire strade, paesaggi e incontri.Perché pedalare lentamente non Continua a leggere

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