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Matteo ha scritto un nuovo articolo 20 ore, 12 minuti fa
Pedalando tra le vette: un viaggio in bicicletta sulle Dolomiti
DOLOMITI – Le ruote scorrono leggere sull’asfalto, il silenzio è rotto solo dal respiro costante e dai suoni della montagna. Pedalare tra le Dolomiti non è soltanto sport: è un’esperienza sensoriale completa, un’immersione nella natura più pura, tra pascoli, tornanti epici e paesaggi che sembrano usciti da una cartolina. Il percorso che proponiamo parte da Cortina d’Ampezzo, regina delle Dolomiti, e attraversa alcuni dei passi più iconici dell’arco alpino. Un anello impegnativo ma appagante, lungo circa 75 chilometri, con un dislivello positivo di oltre 2.000 metri, che tocca tre dei valichi più noti: Passo Falzarego, Passo Valparola e Passo Campolongo. La partenza: Cortina e il Falzarego La giornata inizia presto, con le prime luci del sole che accendono di rosa le vette delle Tofane. Uscendo da Cortina, si comincia a salire verso il Passo Falzarego (2.105 m). I tornanti sono regolari, mai troppo duri, e permettono di trovare un buon ritmo. Il panorama si apre via via, regalando scorci spettacolari sui boschi e le cime che dominano la valle. Valparola: la terrazza sulle Dolomiti Dal Falzarego si prosegue verso il vicino Passo Valparola (2.168 m), uno dei punti più panoramici del percorso. Qui lo sguardo spazia sulle cime del Gruppo del Sella, del Lagazuoi e oltre. Un luogo perfetto per una breve sosta, magari con una foto davanti al rifugio e al piccolo lago alpino. Discesa in Val Badia e risalita al Campolongo La lunga discesa verso La Villa, nel cuore della Val Badia, è pura adrenalina: curve ampie, asfalto impeccabile e profumo di pini. Ma non bisogna rilassarsi troppo, perché dopo pochi chilometri inizia la risalita verso il Passo Campolongo (1.875 m), un classico del Sellaronda e del Giro d’Italia. Questa salita, seppur meno impegnativa delle precedenti, richiede energie residue e concentrazione. La ricompensa? Una vista mozzafiato e una meritata discesa finale verso Arabba, da dove si può rientrare verso Cortina (eventualmente con un transfer, per chi preferisce evitare l’ultima salita del Falzarego in senso inverso). Un viaggio tra fatica e bellezza Questo itinerario non è per tutti: servono allenamento, abbigliamento tecnico e una buona dose di determinazione. Ma la bellezza dei luoghi, la qualità delle strade e l’atmosfera unica delle Dolomiti ripagano ogni goccia di sudore. Pedalare qui significa vivere la montagna in modo autentico, respirare a pieni polmoni e riscoprire un contatto profondo con se stessi. E alla fine della giornata, magari davanti a un piatto di canederli fumanti o un bicchiere di Lagrein, si capisce davvero cosa rende le Dolomiti uno d Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 16 ore fa
Cavenago di Brianza e Ornago: Collegate da Una Nuova Pista
Le scorse settimane ha segnato un importante passo avanti per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale nei comuni di Cavenago di Brianza e Ornago. È stata ufficialmente inaugurata una nuova pista ciclopedonale lungo la strada provinciale 176, un progetto nato dalla collaborazione tra i sindaci Giacomo Biffi e Daniel Siccardi. La nuova infrastruttura collega direttamente i due comuni, offrendo un percorso sicuro e illuminato per ciclisti e pedoni. Gli ultimi interventi, tra cui l’installazione dell’illuminazione pubblica, dei parapetti e della segnaletica orizzontale, hanno completato il progetto, rendendo la pista pronta per essere utilizzata. Oltre a migliorare la sicurezza, la pista ciclopedonale rappresenta un incentivo per il trasporto alternativo e per uno stile di vita più sostenibile. Permetterà ai cittadini di spostarsi tra Cavenago e Ornago senza utilizzare l’automobile, riducendo l’impatto ambientale e favorendo il benessere fisico. Questo tracciato è anche un’opportunità per promuovere l’interazione tra le comunità locali e valorizzare il territorio circostante. La pista, immersa in un contesto verde, consente di apprezzare il paesaggio brianzolo in tutta la sua bellezza. L’inaugurazione è solo un esempio di come i comuni possono lavorare insieme per migliorare la qualità della vita de Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 19 ore fa
Binari senza treni: il nuovo volto del cicloturismo italiano
Una rete nascosta di emozioni: viaggiare in bici lungo le vecchie ferrovie dismesse C’è un’Italia che non si vede dai finestrini dell’alta velocità. Un’Italia che non corre, ma accompagna. Un’Italia fatta di binari arrugginiti, stazioni dimenticate, ponti di ferro sospesi su vallate e gallerie scavate nella roccia. Sono le ferrovie dismesse, tracciati nati per collegare comunità oggi dimenticate, e che stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo. Negli ultimi anni, molte di queste linee sono state recuperate e trasformate in greenway ciclabili, percorsi sicuri e immersi nella natura che attirano ogni anno migliaia di ciclisti, italiani e stranieri. Dalla Liguria alla Sicilia, passando per l’Appennino, queste strade silenziose raccontano un’Italia minore ma autentica. L’esempio virtuoso della Ciclovia della Val di Merse Prendiamo la Ciclovia della Val di Merse, in Toscana. Realizzata sul tracciato della vecchia ferrovia Asciano-Monte Antico, dismessa negli anni ’90, oggi offre un percorso ciclabile di 30 chilometri tra boschi di leccio, borghi medievali e abbazie millenarie. Nessun traffico, solo il rumore delle ruote sul pietrisco e il fruscio delle foglie. “La vera bellezza di questi percorsi è che non sono solo ciclabili: sono racconti”, spiega Luca Bianchi, presidente dell’associazione locale “Binari Verdi”, che ha contribuito alla rinascita del tracciato. “Ogni stazione abbandonata è una pagina di storia da sfogliare”. Turismo lento, impatto leggero Questi itinerari rappresentano un’occasione d’oro anche per il turismo rurale. Agriturismi, piccoli ristoranti e B&B lungo i vecchi binari registrano un aumento del flusso turistico, soprattutto nella stagione estiva. In tempi in cui la sostenibilità è una priorità, il binomio bici + recupero delle infrastrutture esistenti è vincente. Secondo Legambiente, in Italia ci sono oltre 7.000 km di ferrovie dismesse, di cui solo una parte è già stata trasformata in ciclovie. Il potenziale è enorme, soprattutto in regioni come la Calabria, la Sardegna o l’Umbria, dove le vecchie linee tagliano paesaggi mozzafiato. Tra passato e futuro La riconversione delle ferrovie dismesse non è solo una questione di mobilità o turismo: è una scelta culturale. Significa valorizzare il territorio senza snaturarlo, promuovendo un modo di viaggiare lento, consapevole e rispettoso. Chi pedala su questi tracciati non cerca solo la performance sportiva, ma la connessione con il paesaggio e con la memoria di quei luoghi. In sella verso il domani Il cicloturismo lungo le ferrovie dismesse è una metafora perfetta dell’Italia che cambia: un Paese che riscopre il valore del passato per immaginare un futuro diverso. Dove non serve correre per arrivare lontano. Basta pedalare, magari su una vecchia linea dove non Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 18 ore fa
La Via Rhôna in Savoia – Pedalando lungo il fiume tra natura e storia
La Savoia è una terra di montagne ma anche di acqua, e uno dei modi più suggestivi per esplorarla è seguire il corso del Rodano lungo la Via Rhôna, una ciclovia che collega il Lago di Ginevra al Mediterraneo. In questo articolo ti porto alla scoperta del tratto savoiardo, perfetto per cicloturisti di tutti i livelli. Itinerario consigliato: Seyssel – Chanaz – Le Bourget-du-Lac 📏 Distanza: circa 65 km ⛰️ Dislivello: minimo – percorso principalmente pianeggiante 🚴 Difficoltà: facile Il viaggio comincia a Seyssel, una graziosa cittadina fluviale al confine tra Alta e Bassa Savoia. Il percorso segue l’argine del Rodano, su piste ciclabili ben segnalate e asfaltate. Lungo la strada si attraversano paesaggi di campagna, vigneti e piccoli borghi. Una tappa imperdibile è Chanaz, soprannominata la “Piccola Venezia della Savoia”. Qui potrai fare una sosta sul canale di Savières, assaggiare specialità locali (come i formaggi o l’olio di noci) e visitare il mulino ancora in funzione. Il tratto finale conduce fino a Le Bourget-du-Lac, sulle sponde del lago più grande della Francia. Un tuffo rinfrescante o una passeggiata sul lungolago sono il modo perfetto per concludere la giornata. Consigli utili: Noleggio bici disponibile a Seyssel e Aix-les-Bains. Percorso adatto anche alle famiglie. Ideale in Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 18 ore fa
Il Col du Galibier in bici – Sfida alpina nel cuore della Savoia
Per i cicloturisti esperti in cerca di una sfida alpina epica, il Col du Galibier è una delle salite più iconiche d’Europa. Situato tra la Savoia e le Hautes-Alpes, questo passo leggendario è spesso protagonista del Tour de France. Ma è anche un sogno per ogni appassionato di bici da strada. Itinerario consigliato: Valloire – Col du Galibier – Retour 📏 Distanza A/R: circa 35 km ⛰️ Dislivello: 1.200 m circa 🚴 Difficoltà: alta La salita inizia da Valloire, un tipico villaggio alpino a 1.400 metri di altitudine. I primi chilometri sono regolari, ma via via che si sale, il paesaggio si fa sempre più maestoso e selvaggio. L’ultima parte della salita, dal Col du Télégraphe al Col du Galibier, è la più impegnativa, con pendenze che sfiorano il 10%. Raggiunta la vetta a 2.642 metri, la vista è mozzafiato: le Alpi francesi si aprono a perdita d’occhio, con il Massiccio della Meije e il Monte Bianco in lontananza. Dopo le foto di rito, si può godere di una lunga discesa, con il vento tra i capelli e il cuore pieno di soddisfazione. Consigli utili: Meglio affrontare la salita tra giugno e settembre, quando il passo è aperto. Portare abbigliamento tecnico e antivento (anche d’estate può fare freddo in quot Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 17 ore fa
La magia della Loira in bicicletta – Un viaggio tra castelli e vigneti
Pedalare lungo la Valle della Loira è come attraversare le pagine di un libro di fiabe. Questo celebre itinerario cicloturistico, conosciuto come “La Loire à Vélo”, si snoda per oltre 900 km da Cuffy, vicino Nevers, fino all’Oceano Atlantico a Saint-Nazaire. Un percorso adatto a tutti, dai ciclisti esperti alle famiglie, che regala paesaggi incantevoli, città storiche e una gastronomia da sogno. Ho iniziato il mio viaggio a Orléans, antica città legata a Giovanna d’Arco. Da lì, seguendo il fiume, mi sono immerso in un paesaggio dominato da castelli rinascimentali e campi coltivati. Ogni tappa è una scoperta: Blois, con il suo castello arroccato e le sue vie medievali; Amboise, dove Leonardo da Vinci visse gli ultimi anni della sua vita; e Tours, città giovane e vivace perfetta per una pausa gourmet. Il tratto fino a Saumur, nel cuore dell’Anjou, è tra i più suggestivi: vigneti a perdita d’occhio, grotte di tufo, e cantine dove degustare i bianchi fruttati della regione. Pedalare qui è un piacere puro: piste ciclabili ben segnalate, poche salite e una natura che cambia colore a ogni stagione. Consiglio: dedicate almeno una settimana al percorso, dormendo in piccoli chambre d’hôtes o campeggi lungo la Loira. E non dimenticate una visita al castello di Chenonceau, uno dei più romantici di Francia. La Loire à Vélo è più di un itinerario: è un’esperienza culturale, sensoriale, profondamente rilassante. Un perfetto mix Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 17 ore fa
La Via Verde del Canal du Midi – Pedalando tra acqua e storia
Nel sud della Francia, là dove il sole accarezza le vigne della Linguadoca e i platani fanno ombra alle strade bianche, scorre lento il Canal du Midi, un capolavoro di ingegneria del XVII secolo oggi patrimonio UNESCO. Accanto al canale si snoda una delle ciclovie più affascinanti d’Europa, perfetta per un viaggio slow tra natura, storia e sapori mediterranei. Ho intrapreso il percorso da Toulouse, la “ville rose”, affascinante e vivace. Da lì, inizia una pedalata rilassante lungo sentieri ombreggiati che costeggiano il canale. Il tratto è prevalentemente pianeggiante, con lunghi tratti sterrati adatti a gravel o city bike. Lungo il cammino, piccoli porti fluviali e chiuse storiche raccontano secoli di traffici e commerci. Castelnaudary è una tappa obbligata, patria del cassoulet, piatto tipico locale. Poi si prosegue verso Carcassonne, gioiello medievale perfettamente conservato: arrivarci in bici, tra filari e canali, ha un sapore d’altri tempi. Il percorso termina (o inizia) a Sète, affacciata sul Mediterraneo. Dopo giorni tra alberi e acqua dolce, l’odore del mare e il riflesso del sole sulle onde regalano un finale perfetto. Questa “voie verte” è ideale per chi cerca tranquillità, paesaggi pittoreschi e autenticità. Nessuna fretta: solo la gioia di pedalare acco Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 19 ore fa
5 errori da evitare quando organizzi il tuo primo viaggio in bici
Il cicloturismo è una delle forme di viaggio più libere e rigeneranti. Ma partire impreparati può trasformare un sogno in una (faticosa) disavventura. Ecco i 5 errori più comuni che fanno i principianti — e come evitarli. 1. Sovraccaricare le borse Molti temono di dimenticare qualcosa, e finiscono per portare troppo. Ogni chilo in più si fa sentire sulle salite. La regola d’oro? Essenziale, multifunzione, leggero. 2. Sottovalutare il percorso Non tutti i tratti ciclabili sono uguali. Informati bene su dislivello, fondo stradale e punti di rifornimento. App come Komoot o BikeMap possono aiutarti a pianificare. 3. Non testare prima la bici Una sella scomoda o un cambio mal regolato possono rovinarti il viaggio. Fai almeno un paio di uscite con la bici carica prima di partire. 4. Dimenticare l’alimentazione Non basta una banana al giorno. Portati barrette, frutta secca e acqua in abbondanza. Il tuo corpo brucerà calorie senza sosta. 5. Pensare che serva essere “atleti” Il cicloturismo non è una gara. È resistenza mentale più che fisica, è ritmo personale. Anche pedalando 40 Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 19 ore fa
Dolomiti in bici: il giro dei quattro passi, dove la fatica incontra la leggenda.
Ci sono luoghi in cui la strada sembra scolpita per le due ruote. Nelle Dolomiti, questo miracolo prende forma nel Giro dei Quattro Passi: un anello spettacolare che unisce Passo Campolongo, Passo Pordoi, Passo Sella e Passo Gardena. Quattro nomi che, per ogni ciclista, suonano come poesia. Siamo nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio UNESCO, tra rocce rosa, vallate verdi e silenzi che parlano forte. Il giro parte solitamente da Corvara, in Alta Badia, ed è lungo circa 55 km, con oltre 1.600 metri di dislivello. Non una passeggiata, ma nemmeno un’impresa proibitiva, se affrontata con il giusto spirito. “Ogni passo ha la sua anima”, racconta Luca, cicloturista torinese che percorre l’anello ogni estate. “Il Campolongo è il più gentile, il Pordoi il più lungo, il Sella il più scenografico, il Gardena il più armonioso. Ti senti piccolo, ma incredibilmente vivo.” Il bello è che, lungo la strada, ci si sente parte di una comunità: gruppi di ciclisti di ogni età, bike hotel attrezzati, malghe con strudel e speck. Qui tutto è pensato per chi viaggia a pedali. Quando partire? I mesi migliori sono da giugno a settembre. In estate si può incrociare il “Sellaronda Bike Day”, quando i passi vengono chiusi al traffico e lasciati solo a bici e silenzio. Serve allenamento? Sì, ma più mentale che muscolare. Serve voglia di rallentare in salita, di guardarsi intorno, di godersi anche il fiatone. Perché in fondo, tra quei tornanti, non conta quanto veloce arrivi in cima. Conta cosa senti mentre pedali. E Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 19 ore fa
Sulle Strade del Gusto e della Storia: in Bici da Parma a Modena
Emilia-Romagna — C’è un filo sottile, fatto di curve dolci e profumi intensi, che unisce le città dell’Emilia. Un percorso ideale per chi ama pedalare senza fretta, tra campi di grano, acetaie centenarie e borghi carichi di storia. Da Parma a Modena, passando per Reggio Emilia, questo itinerario cicloturistico di circa 90 chilometri offre un’immersione autentica nel cuore della Food Valley italiana. Pedalando tra sapori e paesaggi Il punto di partenza è Parma, città elegante e golosa, patria del prosciutto crudo e del Parmigiano Reggiano. Prima di salire in sella, vale la pena fare una passeggiata nel centro storico e magari una colazione in Piazza Garibaldi, con vista sul Duomo romanico. Il percorso si sviluppa su strade secondarie a basso traffico e tratti di ciclabile lungo l’antica Via Emilia, seguendo un tracciato prevalentemente pianeggiante, adatto anche a cicloturisti meno esperti. Uscendo da Parma, si pedala tra campi coltivati, cascine e canali irrigui. La prima tappa consigliata è Sant’Ilario d’Enza, piccolo centro noto per la sua posizione strategica: da qui si accede facilmente alla campagna reggiana, dove è possibile visitare caseifici che producono Parmigiano Reggiano secondo tradizione. Reggio Emilia: la città del Tricolore A metà strada si incontra Reggio Emilia, città dal cuore vivace e culturale. Qui, la bicicletta è di casa: il centro è facilmente visitabile su due ruote, tra piazze animate e palazzi storici. Il Palazzo del Tricolore, dove nacque la bandiera italiana nel 1797, è una sosta obbligata. Una pausa pranzo? Impossibile resistere a un piatto di erbazzone o tortelli di zucca in una delle osterie del centro. E per i più appassionati, una deviazione verso le colline di Scandiano può regalare panorami suggestivi e ottimi vini. Arrivo a Modena: motori, arte e aceto balsamico L’ultimo tratto del percorso porta a Modena, città che unisce eleganza, motori e gusto. L’ingresso in città regala la vista sulla Ghirlandina, la torre campanaria che svetta accanto al Duomo, patrimonio UNESCO. Ma Modena è anche patria dell’aceto balsamico tradizionale: numerose acetaie aprono le porte ai cicloturisti curiosi, per degustazioni guidate e visite tra botti antiche e profumi intensi. Per chiudere il viaggio in bellezza, una cena in una trattoria storica a base di tigelle, gnocco fritto e Lambrusco è quasi un dovere. Consigli pratici Distanza: circa 90 km, pianeggianti, percorribili in 1-2 giorni Tipo di bici: adatta bici da trekking, gravel o e-bike Segnaletica: seguire la Via Emilia, ma attenzione a tratti urbani Quando partire: primavera e inizio autunno sono ideali per clima e colori Punti d’interesse: caseifici, acetaie, borghi e centri storici Un viaggio lento nel cuore dell’Emilia Questo itinerario è più di una semplice pedalata: è un viaggio nelle radici profonde di una terra generosa, dove ogni chilometro racconta una storia, ogni sosta diventa scoperta. In Emilia-Romagna, anche la bici Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
Via Ugo Bassi, ciclista cade sui binari e viene multata: «Perdita di controllo del veicolo»
In una giornata che avrebbe dovuto segnare il ritorno alla normalità con la riapertura di via Ugo Bassi, il centro storico di Bologna è invece stato teatro di una doppia caduta tra rotaie e segnaletica discutibile. A far discutere, in particolare, è il caso di una ciclista che, dopo essere rovinata a terra sui binari del tram, si è vista recapitare una multa da 42,40 euro con l’accusa di “perdita di controllo del veicolo”. L’incidente è avvenuto lo scorso 30 aprile, poche ore dopo la riapertura al traffico di una delle arterie più centrali della città, recentemente risistemata per ospitare il nuovo tracciato del tram. La donna, in sella alla sua bicicletta e diretta verso via Indipendenza, avrebbe deviato leggermente verso destra per evitare un’area transennata. È in quel momento che, complice l’incontro pericoloso con le rotaie ancora fresche d’asfalto, ha perso l’equilibrio finendo sull’asfalto. Secondo il verbale redatto dalla polizia locale, la barriera si trovava alla sinistra della ciclista e a una distanza “sufficiente a garantire il regolare transito”, motivo per cui l’ufficio verbali ha ritenuto la donna responsabile dell’incidente, sanzionandola per non aver mantenuto il controllo del mezzo. Ma non è tutto. Dopo il sopralluogo successivo al sinistro, anche la ditta Panigale – incaricata della posa della segnaletica di cantiere – è finita nel mirino degli agenti: per lei è scattata una sanzione amministrativa per “carenza di segnaletica pre-cantiere”. Un dettaglio che ha riacceso i riflettori sulla gestione della sicurezza stradale nei cantieri urbani, soprattutto in una fase così delicata di transizione verso una mobilità sempre più intermodale. Non era il primo incidente del giorno. Nelle stesse ore, un altro episodio aveva visto coinvolto un conducente di monopattino, finito a terra a causa di un avvallamento nei pressi delle stesse rotaie. Due casi distinti ma emblematici, che pongono interrogativi sulle condizioni del manto stradale, sulla chiarezza della segnaletica e sulla tutela degli utenti più vulnerabili della strada: ciclisti e pedoni. In attesa di eventuali ricorsi da parte della ciclista sanzionata, resta l’amarezza per un paradosso sempre più diffuso nelle città in trasformazione: cadere v Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Verso la mobilità dolce: in arrivo una nuova pista ciclabile tra Cles e Mostizzolo
CLES – Un’opera attesa da tempo, destinata a cambiare il volto della mobilità tra Cles e Mostizzolo, è finalmente in fase di progettazione concreta. Si tratta della nuova pista ciclabile che collegherà il centro di Cles alla zona del ponte di Mostizzolo, lungo il versante a monte della Statale 43, un tratto che finora ha rappresentato un vero e proprio ostacolo per i ciclisti. Il progetto, identificato come Opera C-75, prevede la realizzazione di un percorso protetto e accessibile, lungo circa 4,4 chilometri, con partenza direttamente dalla piazza di Cles. Il tracciato si snoderà in parallelo alla statale ma in posizione rialzata, sfruttando il versante della montagna per garantire sicurezza e bellezza paesaggistica. Fino ad oggi, chi voleva pedalare tra Cles e Mostizzolo doveva fare i conti con una strada trafficata e pericolosa, inadatta a ciclisti e famiglie. L’intervento punta proprio a risolvere questa criticità, andando a colmare uno dei principali vuoti nella rete ciclabile delle Valli del Noce. Con l’aggiunta di questo tratto, il territorio farà un deciso passo avanti verso un sistema di mobilità sostenibile e integrata, che valorizza il cicloturismo e promuove un’alternativa concreta all’auto. Non si tratta soltanto di una pista, ma di un collegamento strategico: un corridoio verde tra borghi, natura e opportunità turistiche. La nuova infrastruttura non sarà solo funzionale: si prevede che il tracciato offra anche scorci panoramici e punti di sosta, diventando così un elemento attrattivo per visitatori e ciclisti locali. In un’epoca in cui la bicicletta è simbolo di uno stile di vita più sano e rispettoso dell’ambiente, opere come questa sono segnali importanti. L’avvio dei lavori è ancora in fase di definizione, ma la direzione è tracciata. E per chi ama pedalare tra valli, frutteti e profili alpini, si avvicina il giorno in cui anche il tratto Cles–Mostiz Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Una nuova ciclabile collega Mucinasso a Piacenza: lavori al via, fine prevista entro l’autunno
PIACENZA – È partito da qualche settimana un intervento atteso da anni: il primo stralcio della nuova pista ciclabile che collegherà Mucinasso a Piacenza è finalmente in costruzione. Un’opera da 1,5 milioni di euro per appena 1,4 chilometri di tracciato, ma destinata a segnare un passo avanti importante verso una mobilità più sostenibile anche per le frazioni. I lavori, affidati alla Asfalti Piacenza srl per conto della Icg di Mantova, sono in corso sul lato est della Strada Provinciale 6 per Carpaneto. Salvo intoppi legati a interferenze con la fibra ottica, la consegna è prevista entro metà ottobre. Una scadenza ambiziosa, ma in linea con il cronoprogramma stabilito. La nuova infrastruttura ciclabile punta a collegare in sicurezza Mucinasso con il centro urbano, attraverso un percorso che culmina in un punto nevralgico: l’attraversamento di via Farnesiana. Qui è previsto un impianto semaforico a chiamata, pensato per consentire ai ciclisti di superare la trafficata provinciale senza rischi. Un dettaglio urbanistico rilevante riguarda il tratto finale: la ciclabile, pur iniziando sul lato orientale, obbligherà poi a un attraversamento verso il lato opposto, quello occidentale, dove la banchina stradale è più ampia. Non si tratta di un proseguimento ufficiale della pista, ma di una soluzione provvisoria che garantisce maggiore sicurezza e praticabilità per chi si avvicina alla città sulle due ruote. Il progetto si inserisce in una visione più ampia di mobilità dolce, di cui il Comune di Piacenza si sta progressivamente facendo promotore. Nonostante la lunghezza limitata del primo tratto, l’intervento è un primo passo significativo per restituire alle frazioni una connessione alternativa all’auto privata, in linea con le esigenze di residenti, pendolari e amanti della bicicletta. Ora, gli occhi sono puntati sul rispetto delle tempistiche e su una progettazione che sappia rispondere in modo concreto alle esigenze dei ciclisti, senza fermarsi a un’opera “a metà”. Perché la sfida della mobilità sostenibile non si vince solo con le inaugurazioni, ma con perco Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
La Via Silente: Pedalare nel Cuore del Cilento
Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, tra colline morbide, borghi sospesi nel tempo e il profumo del Mediterraneo, si snoda un itinerario cicloturistico tra i più suggestivi d’Italia: la Via Silente. Un percorso ad anello di circa 600 chilometri, suddiviso in 15 tappe, che invita a rallentare, osservare e respirare. Nata nel 2014 da un’idea della giornalista Antonella Aprea, la Via Silente è oggi un riferimento per chi cerca un’esperienza ciclistica autentica, lontana dalle rotte più battute. Si parte da Castelnuovo Cilento, facilmente raggiungibile in treno, e si attraversano paesi dove il tempo sembra essersi fermato: Morigerati, Piaggine, Rofrano, San Giovanni a Piro. Le salite sono impegnative ma mai impossibili, e ogni fatica è ricompensata da paesaggi che alternano boschi, canyon, uliveti e scorci mozzafiato sul Tirreno. L’itinerario tocca anche il Monte Cervati, il più alto della Campania, per poi ridiscendere verso le coste, lambendo Marina di Camerota e Palinuro. Il nome “Silente” non è casuale: è un invito a vivere il viaggio in modo contemplativo, rispettando l’ambiente e ascoltando i suoni della natura. Non esistono tappe obbligate: ognuno può modulare il viaggio a seconda del proprio ritmo, delle soste gastronomiche e degli incontri lungo la strada. Consigli pratici: l’estate è sconsigliata per il caldo e la scarsità d’acqua in alcuni tratti. I periodi ideali sono primavera e inizio autunno. Fondamentale una bicicletta da turismo con buone doti di scalata o una e-bike per chi preferisce godersi il paesaggio con meno sforzo. La Via Silente non è solo un percorso, ma Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Bikepacking sulle Alpi Apuane: Avventura Tra Marmo e Mare
C’è un angolo d’Italia dove le montagne si tuffano nel mare e le strade sembrano scolpite tra le nuvole. È qui, tra i sentieri delle Alpi Apuane, che prende forma uno dei bikepacking più emozionanti dell’Italia centro-settentrionale. Lontane dai riflettori rispetto alle Dolomiti o al Monte Bianco, le Apuane offrono un territorio selvaggio, ricco di contrasti: cave di marmo abbandonate, crinali affilati, faggete fitte, antichi borghi arroccati. L’itinerario consigliato parte da Fivizzano e si snoda verso Campocatino, Vagli Sotto, Arni, con panorami che spaziano fino alla Versilia. Dislivelli importanti, fondo misto asfalto-sterro e la necessità di trasportare tutto l’essenziale nello zaino o sulle borse della bici rendono questo tour adatto a ciclisti con buona preparazione. Ma lo spettacolo è assicurato: tunnel nella roccia, vecchie mulattiere lastricate, e incontri con pastori, cavatori, e ciclisti solitari in cerca di silenzio e libertà. L’emozione più grande arriva quando, superato il Passo del Vestito, si intravede in lontananza il blu del Mar Tirreno. Una discesa veloce porta verso la costa, dove è possibile concludere il viaggio con un bagno rigenerante e una cena di pesce a Viareggio o Marina di Massa. Cosa portare: attrezzatura per campeggio leggero, kit di riparazione, GPS o traccia GPX aggiornata (la segnaletica è scarsa). Le fonti d’acqua non mancano, ma i servizi sono rari. È un’avventura per chi ama l’essenziale. Le Apuane, con la loro bellezza aspra, ricordano che il cicloturismo può essere anc Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
Il Parco della Maremma in bicicletta: natura selvaggia tra spiagge e colline
Il Parco regionale della Maremma è uno di quei luoghi che sembrano disegnati su misura per il cicloturista. Selvaggio, variegato, poco affollato anche nei mesi più caldi: pedalare tra i suoi sentieri significa immergersi in una Toscana diversa, dove la macchia mediterranea si fonde con il mare e i campi coltivati lasciano il passo ai boschi. Partendo da Alberese, piccolo borgo a pochi chilometri da Grosseto, è possibile accedere all’interno del parco e scegliere tra diversi itinerari segnalati. Il più celebre è l’anello ciclabile che conduce fino alla spiaggia di Marina di Alberese: circa 8 km di sterrato facile, tra campi di grano, mandrie di vacche maremmane e il profilo elegante dei butteri, i pastori a cavallo locali. Proseguendo verso sud, si incontrano i rilievi delle colline dell’Uccellina, per ciclisti più allenati: qui la fatica è ripagata da panorami spettacolari, tra torri saracene, pini marittimi e scorci sul Tirreno. Il parco è accessibile tutto l’anno, ma la primavera è la stagione ideale: temperature miti, fioriture in pieno corso e una fauna attivissima, con daini e cinghiali che spesso attraversano i sentieri. Non mancano i punti ristoro, le fontanelle e soprattutto le strutture bike-friendly: agriturismi, campeggi e B&B che accolgono i ciclisti con attrezzi per la manutenzione e consigli sulle tappe più belle. La Maremma, da sempre schiva e autentica, si rivela al ritmo lento delle due ruote. Ed è proprio questa sua autenticità il segreto del suo fas Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
Bikepacking: guida essenziale per chi vuole iniziare (e non farsi scoraggiare)
Negli ultimi anni, il bikepacking è diventato una delle forme più amate di cicloturismo. Più leggero del cicloturismo classico, più libero del ciclismo su strada, è una vera e propria filosofia di viaggio: essenziale, autosufficiente, minimalista. Ma cos’è davvero il bikepacking? In sintesi, è viaggiare in bici con un equipaggiamento ridotto, distribuito in borse leggere attaccate direttamente al telaio, al manubrio e al reggisella. Basta poco per partire: una bicicletta adatta, uno zaino mentale da “esploratore”, e tanta voglia di uscire dalla propria comfort zone. La bici giusta: non serve una gravel di ultima generazione. Una MTB leggera o una bici da trekking robusta possono bastare per cominciare. L’importante è che sia affidabile, maneggevole e pronta a ogni tipo di terreno. Le borse: dimenticate le vecchie borse laterali. Il bikepacking predilige tre elementi principali: borsa da telaio, borsa sottosella e borsa da manubrio. Essenziali, impermeabili, studiate per non sbilanciare la bici. Cosa portare (e cosa no): il vero segreto è l’equilibrio tra necessità e leggerezza. Un kit per forature, abbigliamento tecnico in strati, cibo disidratato, un tarp o una tenda ultraleggera. Niente extra: ogni grammo in più diventa un chilometro più faticoso. Dove andare: l’Italia è perfetta per il bikepacking. Dai sentieri delle Dolomiti ai tratturi della Puglia, passando per le strade bianche della Val d’Orcia o i crinali dell’Appennino. Le opzioni sono infinite, spesso lontano dal traffico e immerse nella natura. Il bikepacking non è per chi cerca comodità, ma per chi vuole riscoprire il gusto del viaggio lento e avventuroso. La regola Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Andora inaugura il suo tratto di ciclopedonale: pedalata collettiva tra mare e paesaggi mozzafiato
Una pedalata collettiva, tra entusiasmo e paesaggi da cartolina, ha segnato l’inaugurazione ufficiale del nuovo tratto della Ciclopedonale della Riviera, che da Andora conduce fino al confine con Cervo. Circa 2,5 chilometri di percorso protetto che si snodano dalla nuova stazione ferroviaria, attraversando scorci panoramici a picco sul mare, fino a congiungersi con il suggestivo litorale ligure. L’iniziativa, partecipata da residenti, turisti e appassionati delle due ruote, ha celebrato un tassello importante di un progetto più ampio: la realizzazione di una ciclopedonale lunga 44 chilometri che unirà tratti costieri e borghi storici, facendo della Liguria una delle mete cicloturistiche più ambiziose d’Europa. «È il frutto di un grande lavoro di squadra – ha dichiarato il sindaco di Andora durante l’evento – Voglio ringraziare la Regione Liguria, RFI, FS Sistemi Urbani, gli uffici comunali e tutti i tecnici coinvolti. Un ringraziamento speciale all’architetto Ghione e alla segretaria generale Torre per il loro contributo determinante. Questo tratto rappresenta solo l’inizio: quando il tracciato sarà completato, Andora diventerà la porta d’ingresso di un percorso ciclabile unico nel suo genere». Il nuovo tratto della ciclopedonale non è solo un’infrastruttura per la mobilità sostenibile, ma anche un’opportunità di rilancio turistico e ambientale. La pista, accessibile sia ai ciclisti che ai pedoni, regala scorci inediti della costa ligure, attraversando zone prima inaccessibili e ora valorizzate da una progettazione attenta al paesaggio e alla sicurezza. Il progetto complessivo, frutto di una rete complessa di enti e competenze, si inserisce in una visione moderna di territorio: sostenibile, connesso e aperto alla fruizio Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Tentato di vendere la bici rubata online: 21enne scoperto e arrestato a Ponzano Veneto
Aveva rubato una bicicletta da donna all’esterno di un supermercato, ma ha commesso l’errore di cercare di rivenderla online. Protagonista della vicenda un giovane di 21 anni, cittadino di origini algerine residente a Ponzano Veneto, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia. Il furto risale al 20 giugno, quando una bicicletta del valore di circa 350 euro era sparita dal parcheggio di un noto supermercato della zona. Pochi giorni dopo, il legittimo proprietario ha notato una bicicletta identica comparire su una popolare piattaforma di compravendita online. Il prezzo, decisamente basso rispetto al valore del mezzo, e alcuni particolari del veicolo non hanno lasciato dubbi: si trattava proprio della sua bici. L’uomo ha quindi deciso di tendere una trappola al ladro. Dopo aver preso contatto con il venditore fingendosi interessato all’acquisto, ha immediatamente avvisato i carabinieri, concordando un incontro “di copertura” per il sabato successivo, 28 giugno, proprio a Ponzano Veneto. All’appuntamento si sono presentati anche i militari, che hanno atteso il momento giusto per intervenire. Alla vista delle divise, il 21enne ha cercato la fuga, ma è stato raggiunto e bloccato dopo un breve inseguimento. In tasca aveva ancora le chiavi per il lucchetto della bici. Il giovane è stato arrestato con l’accusa di ricettazione e tentato furto aggravato. La bicicletta, in buone condizioni, è stata restituita al legittimo proprietario, che ha potuto rimettersi in sella grazie all’intuizione e alla collaborazione con le forze dell’ordine. Proseguono le indagini per capire se il 21enne s Continua a leggere -
Il profilo di otis5842 è stato aggiornato 1 settimana, 6 giorni fa
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