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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
Sotto le Ruote, la Libertà: Viaggio Lento tra Borghi e Sentieri d’Italia
L’alba ha un sapore diverso quando la guardi da una sella. C’è un silenzio che parla, e il mondo si risveglia con lentezza mentre pedali lungo una strada secondaria, lontano dal traffico e più vicino all’essenziale. Il cicloturismo non è solo un modo di viaggiare: è una dichiarazione d’intenti. È scegliere la fatica come passaporto per l’autenticità. Negli ultimi anni, il fenomeno è cresciuto in modo esponenziale. Complice la riscoperta del turismo di prossimità e il bisogno di disconnessione, sempre più viaggiatori scelgono di abbandonare i percorsi convenzionali per lasciarsi guidare da mappe tracciate a pedali. L’Italia, con la sua geografia variegata e i suoi borghi sospesi nel tempo, è diventata un piccolo paradiso per chi ama viaggiare su due ruote. Uno degli itinerari più affascinanti è quello della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, che attraversa l’entroterra pugliese tra uliveti secolari e muretti a secco, seguendo le tracce di un’opera ingegneristica unica al mondo. O la Via Silente, che attraversa il Parco Nazionale del Cilento, dove i chilometri si misurano in emozioni, non in fatica. Il cicloturismo è anche un ritorno al tempo umano. Si pedala abbastanza piano da ascoltare il canto degli uccelli o il rumore delle ruote sulla ghiaia, ma abbastanza veloce da attraversare territori diversi nello stesso giorno. Non c’è fretta, ma c’è movimento. Ogni sosta è una scoperta: una fontana inaspettata, un casale abbandonato, un anziano che racconta storie di altri tempi. Viaggiare in bici è anche un gesto ecologico. Zero emissioni, massimo coinvolgimento. È un modo per riscoprire il valore della lentezza e l’impatto che possiamo avere — o non avere — sull’ambiente che ci ospita. In un’epoca dove tutto è misurato in velocità e produttività, scegliere la bici è un piccolo atto di resistenza. Ma attenzione: non è un viaggio sempre facile. Serve preparazione, consapevolezza e, soprattutto, la voglia di accettare l’imprevisto. Una gomma forata può diventare un’occasione per conoscere qualcuno. Una salita troppo ripida, un pretesto per fermarsi a guardare il panorama. Il bello del cicloturismo sta proprio lì, nell’imperfezione del percorso. E quando torni a casa, non sei mai lo stesso. Perché ogni viaggio in bici ti lascia qualcosa: una nuova storia da raccontare, una foto scattata al volo, un dolore muscolare che sa di conquista. Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 6 giorni fa
“La Quirina” prende il via: Concordia inaugura la sua nuova ciclabile tra storia, paesaggio e futuro sostenibile
CONCORDIA SULLA SECCHIA – Una domenica mattina di inizio estate, una linea d’asfalto che scorre tra campi e alberi, e un nastro tricolore tagliato tra gli applausi: così è stata inaugurata “La Quirina”, la nuova pista ciclabile che collega la frazione di Vallalta con il capoluogo concordiese. Un piccolo ma significativo cambiamento nel paesaggio locale, che racconta una grande storia di visione, continuità amministrativa e impegno per un futuro più sostenibile. L’idea era nata nel 2023, durante il mandato dell’ex sindaco Luca Prandini, come risposta concreta a una domanda crescente: muoversi meglio, in modo più sicuro e più green. Oggi, grazie al lavoro portato avanti dall’attuale Amministrazione comunale, quel progetto è realtà. Ma “La Quirina” non è solo una pista ciclabile. È un gesto di cucitura urbana, un’arteria di prossimità che restituisce connessione tra centro e frazione, e invita a riscoprire il proprio territorio con lentezza. In bici, a piedi, col cane al guinzaglio o spingendo un passeggino. “Abbiamo voluto creare non solo un’infrastruttura, ma un percorso di comunità,” ha detto durante l’inaugurazione un rappresentante del Comune. “La Quirina è un modo nuovo di guardare al nostro territorio, di viverlo, di attraversarlo senza fretta”. Il nome scelto non è casuale. “La Quirina” richiama l’antico, la storia locale, come a dire che anche l’innovazione può avere radici. E in effetti questa ciclabile si inserisce con garbo nel paesaggio: si snoda tra campi coltivati, filari e strade secondarie, offrendo scorci familiari ma rinnovati. Domenica mattina, la ciclabile ha fatto il suo debutto tra i pedali e le ruote dei primi utenti: famiglie, bambini, gruppi di amici. Non è mancato chi ha approfittato del percorso per una camminata lenta sotto il sole, chi invece ha già fiutato il nuovo tragitto per il tragitto casa-scuola o casa-lavoro. È proprio qui che questa pista mostra il suo potenziale più autentico: diventare parte della vita quotidiana. Un’opera semplice, ma preziosa. Un passo breve, ma deciso verso un’id Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 6 giorni fa
Tra lago e montagne: un’avventura in bicicletta nel cuore della provincia di Como
PROVINCIA DI COMO – C’è un momento, tra una curva e un tornante, in cui il fiato corto per la salita lascia spazio a un respiro più ampio: quello dello stupore. Davanti agli occhi si apre il blu profondo del lago, incorniciato dalle vette, mentre dietro le spalle resta il silenzio delle strade secondarie appena percorse. È questa la sensazione che regala una pedalata nella provincia di Como, un angolo di Lombardia che sa sorprendere anche chi è abituato a viaggiare su due ruote. L’itinerario scelto per questa avventura parte da Menaggio, affacciata sul ramo occidentale del Lario. Una colazione veloce sul lungolago e via, si parte. La strada sale subito con decisione verso Plesio: poco traffico, boschi di castagni e un primo assaggio di pendenze che fanno lavorare le gambe ma regalano anche le prime viste mozzafiato. Da qui, il percorso prosegue verso Grandola ed Uniti, tra ville storiche e piccoli nuclei rurali, prima di immettersi sulla ciclabile della Val Menaggio, un tracciato che segue il percorso di un’antica ferrovia e conduce dolcemente fino a Carlazzo. Una pausa d’obbligo per riempire le borracce alla fontana del paese e scambiare due parole con qualche ciclista locale: “Qui passano tutti quelli che vanno verso il Lago di Piano o su fino al Val Cavargna”, dice un anziano con la bici appoggiata al muretto. Ma la vera avventura inizia prendendo la deviazione verso Bene Lario e risalendo i primi tornanti della Val Sanagra. La strada si restringe, il traffico scompare, il rumore diventa quello delle ruote sulla ghiaia e del vento tra le fronde. Si attraversano alpeggi, sentieri e ponti in pietra, con l’impressione di pedalare in una cartolina dimenticata. Per i più allenati, la tappa può continuare salendo verso Cusino e poi giù, lungo un tratto tecnico ma affascinante, fino a ricollegarsi con la ciclabile del Lago di Piano. Qui, la fatica trova la sua ricompensa: un tratto pianeggiante tra specchi d’acqua, canneti e silenzi che sembrano appartenere a un’altra epoca. Il rientro a Menaggio chiude un anello di circa 50 chilometri, con dislivello significativo ma ampiamente ripagato dalla varietà di paesaggi, dalla qualità dell’asfalto e dalla sensazione di aver attraversato un mondo intero, fatto di acqua, pietra e verde. Pedalare nella provincia di Como non è solo fare sport. È esplorare un territorio autentico, dove ogni salita è una storia, ogni discesa un’emozione, e ogni pausa un’occasione per guardarsi intorno e capire perché, una volta Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane fa
Pedalando sul Tetto della Liguria: Viaggio sull’Alta Via dei Monti Liguri
Il profumo della resina, il vento carico di salsedine anche a chilometri dal mare, e quella sensazione di essere sospesi tra due mondi: la montagna alle spalle e l’orizzonte del Mar Ligure di fronte. L’Alta Via dei Monti Liguri è molto più di un itinerario: è un filo verde e selvaggio che cuce insieme le vette e i paesi dell’entroterra, da Ventimiglia a Ceparana, per oltre 400 km. Un viaggio in bicicletta qui non è solo sport: è un’immersione nell’anima di una Liguria segreta. Un percorso per spiriti liberi L’Alta Via è nata come sentiero escursionistico, ma negli ultimi anni è diventata un tracciato ambito anche dai cicloturisti più avventurosi, soprattutto in MTB o gravel bike. Non aspettatevi una pista ciclabile liscia: qui si affrontano single track, strade sterrate, salite impegnative e discese tecniche. Ma in cambio si ricevono panorami che levano il fiato e un silenzio rotto solo dai richiami della fauna selvatica. Dal crinale alla costa (e ritorno) Il percorso attraversa le quattro province liguri:Imperia, Savona, Genova, La Spezia e tocca parchi naturali, borghi dimenticati e mulattiere secolari. Ogni tappa è un microcosmo. Si parte dalle Alpi Liguri, in un paesaggio quasi alpino, per poi pedalare tra castagneti e faggete nell’entroterra di Savona. A est di Genova, il tracciato si addolcisce tra i pascoli dell’Appennino ligure e regala scorci sulla Riviera di Levante che sembrano dipinti. Incontri e scoperte lungo la via L’aspetto più sorprendente del viaggio, però, sono le persone. Ogni sosta nei rifugi o nei piccoli agriturismi è un’occasione per ascoltare storie, raccogliere consigli e – perché no – assaggiare piatti della tradizione: torte salate, formaggi di malga, pesto preparato come una volta. È un cicloturismo fatto di fatica, sì, ma anche di umanità e autenticità. Consigli pratici per affrontare l’Alta Via in bici Tipo di bici: MTB consigliata, ma anche una buona gravel con gomme generose può farcela. Periodo ideale: Da maggio a ottobre, evitando i mesi più caldi e quelli più piovosi. Orientamento: La segnaletica è buona per chi cammina, ma non sempre pensata per ciclisti. GPS e tracce GPX sono fondamentali. Alloggio: Rifugi, agriturismi e qualche campeggio. In alcune zone è meglio prenotare. Acqua e rifornimenti: Alcuni tratti sono isolati: portare scorte e fare il pieno ogni volta che si può. Una sfida che ti resta dentro Non è un viaggio per tutti: richiede allenamento, adattabilità e spirito di avventura. Ma l’Alta Via dei Monti Liguri ripaga ogni goccia di sudore con una bellezza aspra e sincera, che pochi itinerari ciclabili in Italia possono offrire. È un modo per vedere la Liguria da un altro punto di vista – letteralmente dall’alto – e per riscoprire la lentezz Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane, 1 giorno fa
Vercelli pedala verso il futuro: al via la nuova pista ciclabile su viale Garibaldi
VERCELLI – La quiete del centro cittadino si arricchisce di un nuovo battito sostenibile: quello delle ruote sottili delle biciclette. Dopo la conclusione del secondo lotto di rigenerazione urbana su viale Garibaldi – riaperto al passeggio appena due settimane fa – sono ufficialmente partiti i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile che attraverserà l’intero viale, da corso Libertà fino a piazza Roma. Un’opera attesa, già calendarizzata nei mesi scorsi da Palazzo di Città, che ha mantenuto fede al cronoprogramma annunciato. La partenza dei cantieri era infatti subordinata alla conclusione del restyling urbano del viale, e così è stato: senza perdere tempo, ruspe e tecnici sono entrati in azione. Un asse ciclabile nel cuore della città La pista si svilupperà in modo lineare lungo viale Garibaldi, uno dei tratti più iconici e vissuti della città. Cuore pulsante del passeggio vercellese, il viale vedrà ora affiancarsi al flusso pedonale un tracciato interamente dedicato ai ciclisti, pensato per garantire sicurezza, fluidità e – perché no – anche bellezza. Il progetto prevede una pavimentazione a contrasto cromatico, segnaletica orizzontale e verticale ben visibile, e punti di raccordo strategici con il trasporto pubblico. Non meno importante, il collegamento diretto con il circuito ciclabile esistente, soprattutto in zona piazza Roma, snodo chiave per chi si muove tra stazione e centro storico. Mobilità dolce, visione concreta Con questo intervento, Vercelli rafforza la sua identità di città a misura d’uomo. Non si tratta solo di una pista ciclabile, ma di un segnale politico e culturale: la volontà di investire sulla mobilità sostenibile non più come slogan, ma come asse portante di una città che cambia. «Vogliamo una Vercelli più vivibile, meno dipendente dalle auto, più attenta all’ambiente e ai bisogni dei cittadini», hanno ribadito dagli uffici tecnici comunali. «Questa pista non è la fine, ma l’inizio di un disegno più ampio». Una città che si riappropria dei suoi spazi Mentre i lavori avanzano, i residenti osservano con curiosità e speranza. Per molti commercianti della zona, la ciclabile rappresenta una scommessa: meno traffico, ma più passeggio e più vitalità urbana. Per i cittadini, una nuova opportunità per vivere la città su due ruote, in sicurezza e con continuità. A Vercelli, pedalare non sarà più solo una scelta personale: diventerà parte di una strategia Continua a leggere
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Sulle Due Ruote tra Laghi e Boschi: un viaggio in bicicletta nel cuore della provincia di Varese
Tra i boschi silenziosi, le ville storiche e i riflessi azzurri dei laghi prealpini, la provincia di Varese offre un’esperienza cicloturistica che sorprende anche i pedalatori più esperti. Un territorio che si presta perfettamente a chi desidera coniugare sport, natura e cultura, il tutto in sella a una bicicletta. Una terra fatta per la bici Non è un caso che Varese sia stata scelta come sede di numerosi eventi ciclistici, tra cui il Mondiale di ciclismo su strada del 2008. Il suo territorio collinare, mai estremo ma nemmeno banale, regala itinerari per ogni gamba: dalle tranquille ciclabili familiari alle salite che mettono alla prova i più allenati. Un percorso particolarmente affascinante e alla portata di molti è l’anello che collega il Lago di Varese al Lago di Comabbio, con possibilità di estensione fino al Lago Maggiore. Una proposta che fonde paesaggi naturali incontaminati, tappe storiche e gastronomia locale. L’anello del Lago di Varese: un classico intramontabile Punto di partenza ideale è Schiranna, località affacciata sul Lago di Varese, facilmente raggiungibile in auto o treno. Da qui parte la pista ciclabile asfaltata lunga circa 28 km che gira intorno al lago, immersa nel verde e perfettamente segnalata. Il percorso regala scorci spettacolari sulle acque, attraversando canneti, boschi e piccoli centri come Biandronno e Gavirate, dove una sosta al lungolago è quasi d’obbligo. Non mancano le aree attrezzate per una pausa pranzo all’aperto, magari con una fetta di torta paesana o una “brasadèla”, il dolce tradizionale della zona. Verso il Lago di Comabbio: la natura che sorprende Dal lago di Varese, con una breve deviazione verso sud, si raggiunge il Lago di Comabbio. Qui la pista ciclabile diventa ancora più intima, avvolta da boschi rigogliosi e da un silenzio quasi totale, interrotto solo dal canto degli uccelli. Il tracciato misura circa 12 km, è pianeggiante e privo di traffico, perfetto anche per famiglie con bambini. Un ponte ciclopedonale collega i due laghi, offrendo un passaggio panoramico tra acqua e cielo che lascia senza fiato. L’opzione per i più audaci: estensione fino al Lago Maggiore Chi ha gambe più allenate può proseguire verso nord, in direzione di Ispra o Laveno, dove il Lago Maggiore si apre in tutta la sua maestosità. Qui il percorso diventa più variegato: qualche salita in più, strade meno protette ma ricompensate da vedute spettacolari e dalla possibilità di visitare piccoli borghi lacustri ricchi di storia e fascino. Cicloturismo culturale e gastronomico Pedalare in provincia di Varese significa anche fare un viaggio nella cultura. Si passa accanto a ville liberty, come Villa Toeplitz e Villa Panza, e a siti storici come il Chiostro di Voltorre. Per non parlare dell’offerta enogastronomica: agriturismi e trattorie propongono piatti del territorio, dai formaggi delle valli alle specialità di lago come il pesce persico. Il futuro è su due ruote La provincia investe sempre di più sulla mobilità dolce: nuovi tratti ciclabili sono in fase di realizzazione, le stazioni ferroviarie si stanno adeguando con servizi per i ciclisti, e nascono ogni anno nuove strutture bike-friendly. Un segnale chiaro che pedalare, qui, non è solo un passatempo: è uno stile di vita. Chi cerca un percorso ciclabile che unisca bellezza naturale, sicurezza e autenticità, troverà nella provincia di Varese un piccolo paradiso. Non serve andare lontano per vivere un’avve Continua a leggere -
Forlì-Cesena: mezzo milione per il collegamento veloce e 150mila euro per la ciclabile del Mare
FORLÌ – Arrivano buone notizie per il territorio forlivese sul fronte dei finanziamenti pubblici. L’amministrazione comunale di Forlì potrà contare su un contributo complessivo di 650mila euro destinato a due importanti interventi infrastrutturali, grazie allo stanziamento del Fondo per le misure in favore degli Enti locali previsto per il 2025. Nello specifico, 500mila euro serviranno per completare i lotti 1 e 2 del collegamento veloce tra Forlì e Cesena, un’opera attesa da tempo che punta a migliorare la mobilità tra le due città romagnole, riducendo tempi di percorrenza e decongestionando il traffico lungo le arterie principali. Un ulteriore finanziamento da 150mila euro sarà invece destinato al terzo stralcio della nuova pista ciclabile bidirezionale denominata “del Mare”, infrastruttura green che rafforza l’impegno del territorio verso una mobilità sostenibile. A darne notizia è il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che ha espresso “soddisfazione per la destinazione di queste risorse a favore di opere infrastrutturali importanti per il nostro territorio”. Secondo il parlamentare romagnolo, si tratta di un passo significativo per lo sviluppo locale, in grado di garantire benefici concreti tanto ai cittadini quanto all’economia della zona. I fondi stanziati rappresentano non solo un sostegno alla ripartenza dei cantieri, ma anche un riconoscimento della strategicità di questi progetti, che si inseriscono in un più ampio disegno di ammodernamento della rete viaria e ciclabile dell’area romagnola. Un segnale positivo, dunque, per chi ogni giorno si muove tra Forlì e Cesena e per chi guarda con interess Continua a leggere
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Cristian Nardecchia nella leggenda: 135 miglia in waterbike, tra mare e determinazione
Civitavecchia – Una sfida estrema, una traversata epica e un uomo che non smette mai di stupire. Cristian Nardecchia, ciclista di Sezze, ha compiuto oggi un’impresa destinata a entrare nella storia dello sport non convenzionale: ha raggiunto Civitavecchia in sella alla sua waterbike, una bicicletta d’acqua progettata per pedalare sul mare, e ha già centrato l’obiettivo che si era posto. Partito venerdì scorso da Bastia, in Corsica, Nardecchia ha affrontato il mare aperto percorrendo ben 135 miglia nautiche (oltre 250 km) grazie alla sola forza delle gambe e a un’inesauribile volontà. Un’impresa che unisce sport, avventura e resilienza, e che lo consacra tra i pionieri di una nuova frontiera dell’endurance. Ma il viaggio non è ancora finito. Domani, infatti, Cristian punta alla spiaggia dell’Oasi di Kufra a Sabaudia, dove si concluderà ufficialmente la traversata. Un arrivo simbolico quanto carico di significato, che chiude il cerchio di un percorso iniziato con fatica e visione, e che oggi diventa esempio di tenacia e passione. Non è la prima volta che Nardecchia sorprende con le sue imprese, ma questa volta ha davvero superato sé stesso. Con questa traversata, scrive un nuovo capitolo della sua incredibile storia di uomo e atleta, dimostrando che i limiti sono fatti per essere superati. Domani, l’abbraccio del mare e della sua terra sarà il giusto coronamento di una sfida che parla Continua a leggere -
Nuove infrastrutture ciclabili nella Città Metropolitana di Venezia: completati importanti interventi sul tracciato Portegrandi – Ca’ Sabbioni
Venezia — Si rafforza la rete delle piste ciclabili nel territorio veneziano grazie ai recenti interventi portati a termine dalla Città Metropolitana di Venezia. Nell’ambito del secondo lotto di completamento del percorso ciclabile che collegherà Portegrandi a Ca’ Sabbioni, nelle ultime settimane sono stati conclusi due interventi strategici, destinati a migliorare la mobilità sostenibile e la fruibilità del territorio per ciclisti e pedoni. Uno dei tratti completati è il percorso ciclabile lungo il fiume Dese, che ora si estende fino a via Ponte Alto, nel Comune di Venezia. Si tratta di un collegamento che valorizza il corridoio fluviale come asse verde di mobilità alternativa, con un tracciato immerso nella natura e facilmente accessibile anche per chi si sposta quotidianamente in bicicletta per lavoro o studio. Contestualmente, è stato terminato il collaudo della nuova passerella ciclabile sul fiume Zero, in località Zuccarello nel Comune di Marcon. L’opera, attesa da tempo dai residenti e dagli utenti della rete ciclabile, rappresenta un tassello fondamentale per la continuità del percorso, superando uno dei principali ostacoli naturali del tracciato. L’investimento complessivo per questi interventi ammonta a circa 1.200.000 euro, risorse che confermano l’impegno della Città Metropolitana per lo sviluppo di infrastrutture a basso impatto ambientale e a beneficio della qualità della vita. Le nuove realizzazioni si inseriscono in una più ampia strategia di promozione della mobilità dolce e del turismo lento, che negli ultimi anni ha visto crescere l’interesse verso le ciclovie come strumenti di connessione territoriale e valorizzazione paesaggistica. Con il completamento di questi segmenti, il percorso ciclabile da Portegrandi a Ca’ Sabbioni si avvicina sempre più al suo assetto definitivo, destinato a diventare uno dei corridoi ci Continua a leggere -
Trento, scontro tra ciclisti sulla ciclabile vicino al casello A22: grave un uomo di 69 anni
Attimi di tensione questa mattina lungo la pista ciclabile nei pressi del casello autostradale di Trento Sud, dove si è verificato un violento scontro tra due ciclisti. L’incidente è avvenuto poco dopo le 8, in un tratto frequentato ogni giorno da numerosi sportivi e pendolari su due ruote. La dinamica esatta del sinistro è ancora al vaglio delle forze dell’ordine, ma secondo le prime informazioni due biciclette si sarebbero scontrate frontalmente o lateralmente in circostanze ancora poco chiare. Nell’impatto sono rimasti coinvolti un adolescente di 14 anni e un uomo di 69 anni. Mentre il ragazzo è stato soccorso sul posto dal personale sanitario e non avrebbe riportato ferite preoccupanti, le condizioni dell’uomo sono apparse subito più gravi. Il 69enne è stato stabilizzato sul luogo dell’incidente e trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove è attualmente ricoverato in prognosi riservata. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia Locale per effettuare i rilievi e raccogliere testimonianze utili a chiarire le cause dello scontro. Non si esclude che possano aver inciso la velocità, una distrazione o le condizioni del fondo stradale. L’episodio rilancia il tema della sicurezza sulle piste ciclabili, in particolare nei tratti urbani e periurbani dove la presenza di utenti molto diversi per età ed esperienza può aumentare il rischio di incidenti. Con l’aumento costante del traffico ciclabile, soprattutto nei mesi estivi, le istituzioni locali sono chiamate a riflettere su eventuali misure preventive, dalla segnaletica alla gestione dei flussi. Intanto, in città cresce l’apprensione per le condizioni del 69enne, mentre Continua a leggere -
Al via la riqualificazione di via Bersaglio e il nuovo tratto della ciclabile FVG4: cambia la viabilità nel cuore di Udine
Prenderanno il via quest’oggi i lavori di riqualificazione di via Bersaglio, la piccola ma strategica arteria cittadina che unisce largo del Teatro con via Pracchiuso. L’intervento rappresenta un tassello importante nel piano di valorizzazione urbana della città, con l’obiettivo di rendere più funzionale, sicura e accogliente un’area di passaggio spesso trascurata ma ad alta frequentazione pedonale. Contestualmente, si apre un nuovo capitolo per la mobilità ciclabile udinese. Lungo via Caneva – proprio di fronte al teatro – sarà infatti tracciato un nuovo segmento della pista ciclabile FVG4. Questo itinerario regionale collega Cividale del Friuli con il Friuli Occidentale, passando attraverso paesaggi storici e naturali di grande valore. Il nuovo tratto si innesterà sulla ciclabile già esistente lungo via Treppo, rafforzando il collegamento verso il centro storico e ampliando la rete urbana dedicata alla mobilità sostenibile. L’intervento su via Bersaglio comprenderà il rifacimento del manto stradale, una riorganizzazione degli spazi pedonali e interventi di arredo urbano. L’obiettivo è rendere il collegamento tra le due vie più ordinato, sicuro e in linea con il contesto storico-architettonico circostante. La realizzazione del tratto ciclabile lungo via Caneva rappresenta invece una risposta concreta alla crescente domanda di percorsi sicuri per chi si muove in bicicletta, sia per motivi di svago che per esigenze quotidiane. Il potenziamento della FVG4 in ambito urbano permetterà di creare una continuità più efficace tra i percorsi extraurbani e il cuore della città. Nei prossimi giorni sono previste modifiche temporanee alla viabilità e possibili disagi per residenti e automobilisti, ma l’amministrazione comunale assicura tempi contenuti per i lavori e promette benefici duraturi per tutta la cittadinanza. Il progetto si inserisce in un più ampio disegno di rigenerazione urbana che punta su mobilità dolce, qualità degli spazi pubblici e valorizzazione dei percorsi pedonali e ciclabili. Un cambiamento che, pur partendo da tratti brevi di strada, racconta una visione più ampia della città Continua a leggere -
Pedalando tra le meraviglie elvetiche: un viaggio cicloturistico nel cuore della Svizzera
La Svizzera è un mosaico perfetto di natura incontaminata, villaggi pittoreschi e infrastrutture impeccabili. Tra i modi più autentici e sostenibili per scoprire il Paese, il cicloturismo si sta affermando come una delle esperienze più emozionanti per viaggiatori di ogni età. Un itinerario particolarmente suggestivo è il percorso che da Lucerna attraversa l’Oberland bernese fino al Lago Lemano: 300 chilometri di pura meraviglia tra montagne, laghi cristallini e pascoli senza tempo. Da Lucerna ai piedi delle Alpi Il viaggio parte da Lucerna, città dal fascino fiabesco adagiata sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni. Dopo aver attraversato il celebre Kapellbrücke e respirato l’aria medievale della città vecchia, si inizia a pedalare verso sud, seguendo le ciclabili perfettamente segnalate che costeggiano il lago. La vista sul Pilatus e sul Rigi accompagna ogni colpo di pedale, mentre piccoli villaggi come Weggis e Vitznau invitano a soste rigeneranti. Verso l’Oberland bernese: natura e silenzio La seconda tappa conduce verso Interlaken, incastonata tra il Lago di Thun e il Lago di Brienz. È qui che la natura comincia a mostrare il suo lato più spettacolare: cascate impetuose, vallate silenziose e cime innevate si alternano lungo il percorso. Una deviazione a Lauterbrunnen, con le sue 72 cascate, è quasi obbligatoria. I più allenati possono proseguire fino a Grindelwald, dove le pareti dell’Eiger regalano emozioni da alta montagna anche dal sellino della bici. Dal passo allo Champagne: il fascino della Svizzera francese Attraversando il passo del Col des Mosses, non troppo impegnativo ma scenografico, si scende verso Montreux. Qui, il paesaggio cambia: i vigneti terrazzati del Lavaux (Patrimonio UNESCO) annunciano l’ingresso nella Svizzera francese. I profumi dell’uva, i colori del lago e l’aria dolce del Lemano trasformano la pedalata in un’esperienza sensoriale. Una visita a Vevey o a Losanna arricchisce l’itinerario con arte, gastronomia e cultura. Un viaggio su misura per tutti La bellezza del cicloturismo svizzero è che ogni tratto può essere adattato: grazie all’ottima rete ferroviaria, è facile combinare treni e bici per ridurre le distanze o saltare i tratti più impegnativi. I numerosi bike hotel e le stazioni di ricarica per e-bike lungo il percorso rendono il viaggio comodo anche per famiglie o ciclisti meno esperti. Una Svizzera che si pedala In un mondo che cerca equilibrio tra scoperta e sostenibilità, la Svizzera offre un modello esemplare. Pedalare tra le sue valli e i suoi laghi significa non solo viaggiare, ma immergersi lentamente in un paesaggio che sa ancora parlare con la voce del silenzio, del vento tra i boschi e dell’acqua che scorre. Un modo diverso di conoscere un Paese che, dal Continua a leggere
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Mobilità dolce: in arrivo una nuova pista ciclopedonale tra Ciserano e Pontirolo
Un’infrastruttura attesa da tempo sta per prendere forma nella Bassa Bergamasca. Si tratta della nuova pista ciclopedonale che collegherà l’area dell’Adda alla rotatoria del cosiddetto “Missile”, lungo la Strada provinciale Francesca, all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Geradadda. Un intervento strategico, pensato per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti in un tratto ad oggi privo di percorsi protetti. La scorsa settimana, le amministrazioni comunali di Ciserano (capofila) e Pontirolo hanno approvato in Giunta un accordo di intenti che sancisce la volontà congiunta di procedere con la realizzazione dell’opera. Il tracciato, lungo 1.362 metri, è concepito per rispondere alle esigenze di mobilità sostenibile e per valorizzare il patrimonio ambientale del territorio attraversato. Il costo complessivo stimato dell’intervento ammonta a circa 800mila euro. Di questi, 500mila arriveranno da un finanziamento di Regione Lombardia, mentre la Provincia di Bergamo contribuirà con 95mila euro. La quota restante sarà coperta direttamente dai Comuni coinvolti. Il progetto esecutivo è pronto, ma per procedere con l’avvio dell’iter tecnico-amministrativo manca ancora il via libera definitivo da parte della Provincia. Un passaggio formale, ma cruciale, per dare il via ai lavori. L’obiettivo è ambizioso: creare un collegamento sicuro e integrato all’interno di una rete ciclabile più ampia, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di riduzione dell’impatto ambientale della mobilità locale. L’infrastruttura sarà fruibile da cittadini, pendolari, studenti e appassionati di cicloturismo, offrendo un’alternativa concreta all’uso dell’auto privata e migliorando la qualità della vita nei centri urbani coinvolti. L’iniziativa rappresenta inoltre un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale, capace di attrarre risorse sovracomunali per progetti a beneficio della collettività. Una visione condivisa che guarda oltre i confini amministrativi per cost Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Tolmezzo–Amaro–Alpe Adria: via libera definitivo alla nuova pista ciclabile, in arrivo 4,4 milioni di euro
TOLMEZZO – La Regione Friuli Venezia Giulia conferma il proprio impegno nella promozione della mobilità sostenibile e nella valorizzazione del territorio: con l’assegnazione di ulteriori 2,9 milioni di euro al progetto della pista ciclabile Tolmezzo–Amaro–Alpe Adria, salgono a 4,4 milioni i fondi complessivamente disponibili per l’intervento. La decisione, illustrata oggi dall’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, rappresenta un passaggio fondamentale per l’avvio dei lavori sul secondo lotto del tracciato, che si svilupperà lungo l’ex sedime ferroviario dismesso. Presenti alla conferenza anche il presidente e la vicepresidente del Carnia Industrial Park, Gabriele Bano e Laura Zanella, i sindaci di Tolmezzo (Francesco Vicentini), Amaro (Alberto Mainardis) e Villa Santina (Mauro Giatti), il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini e il consigliere regionale Manuele Ferrari. Un’infrastruttura strategica per il territorio Il progetto si articola in due fasi: il primo lotto, per il quale sono già stati allocati 1,5 milioni di euro, riguarda un tratto di 2,5 chilometri tra la rotonda di via Illegio a Tolmezzo e il Rio Confin, nei pressi dell’ex polveriera di Pissebus. I lavori sono già programmati e il completamento è previsto per gennaio 2026. Il secondo lotto, finanziato con i nuovi fondi, prevede un’estensione di 6,5 chilometri fino all’imbocco del ponte ferroviario sul Fella, nel comune di Amaro. La conclusione dell’intero percorso ciclabile è attesa per la primavera del 2027. L’infrastruttura non si limiterà alla realizzazione del tracciato ciclopedonale, ma comprenderà anche interventi significativi di riqualificazione e messa in sicurezza di 38 manufatti esistenti, tra cui sottopassi, ponti e gallerie, nel rispetto delle caratteristiche storiche e architettoniche originali. Valorizzazione storica e turistica Oltre all’aspetto funzionale, il progetto mira anche a una valorizzazione culturale del territorio: lungo il percorso saranno installati totem informativi che ripercorreranno la storia della tratta ferroviaria dismessa e metteranno in evidenza gli elementi naturali, paesaggistici e culturali della zona. Questa iniziativa si inserisce nella strategia regionale di promozione del turismo lento e di recupero delle infrastrutture dismesse a fini sostenibili. La ciclovia Tolmezzo–Amaro sarà inoltre un importante raccordo verso la Ciclovia Alpe Adria, uno dei principali itinerari ciclabili transfrontalieri, consolidando il ruolo della Carnia come nodo strategico per il cicloturismo dell’arco alpino. Una visione integrata di sviluppo “Questo intervento rappresenta un modello virtuoso di riuso del patrimonio infrastrutturale esistente e un investimento concreto nella mobilità alternativa”, ha dichiarato l’assessore Zilli. “È un’opera che unisce finalità ambientali, storiche ed economiche, e che risponde all’esigenza di una fruizione moderna e sostenibile del territorio”. Con l’attuazione di questo progetto, la Carnia compie un passo deciso verso una nuova dimensione di accessibilità, attrattività e sviluppo locale, integrando pas Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Pedalando sulle vette: avventura cicloturistica nelle Alpi Piemontesi
Non c’è suono più autentico, quando si affronta la montagna in bicicletta, del respiro che si fa corto e del ticchettio regolare della catena sotto sforzo. E nelle Alpi Piemontesi, questi suoni si fondono con il silenzio maestoso delle valli, l’eco dei torrenti e il profumo dei boschi di larici e abeti. È qui che ho deciso di vivere la mia ultima avventura cicloturistica: cinque giorni, due borse da bikepacking e tanta voglia di salire in alto. Tappa 1: Da Cuneo al Colle della Maddalena – Il battesimo della salita Si parte da Cuneo, città elegante e vivace, alle prime luci dell’alba. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere il Colle della Maddalena, uno dei valichi alpini più iconici al confine con la Francia. La strada si arrampica decisa lungo la Valle Stura, punteggiata da piccoli borghi come Demonte e Vinadio. Le gambe protestano già, ma lo spirito è alto: la fatica qui ha un sapore diverso, quello dell’impresa. Tappa 2: Colle Fauniera – Nella terra dei giganti del ciclismo Il secondo giorno è una sfida epica: il Colle Fauniera. Noto anche come Colle dei Morti, è una salita mitica per ogni appassionato. Si sale oltre i 2.400 metri, immersi in un paesaggio lunare. Qui, una statua di Marco Pantani veglia sul passo, testimone di imprese eroiche. Pedalare su queste strade è un atto di rispetto verso chi ha scritto pagine di storia del ciclismo. Tappa 3: Discesa nella Val Maira – Dove il tempo si è fermato Dopo le grandi fatiche, la ricompensa arriva sotto forma di discesa. La Val Maira è un angolo remoto e selvaggio, dove il turismo di massa non è ancora arrivato. Le strade strette si snodano tra boschi e borghi in pietra come Elva e Stroppo. Una sosta in agriturismo diventa occasione per assaporare la cucina locale: polenta, tome d’alpeggio e un bicchiere di nebbiolo. Tappa 4: Da Sampeyre al Colle dell’Agnello – Il soffio del vento in alta quota Il Colle dell’Agnello è una di quelle salite che mettono alla prova corpo e mente. I suoi tornanti sembrano non finire mai, ma ogni curva regala scorci da cartolina. Salendo, il paesaggio cambia: dai prati fioriti si passa alla roccia nuda. In cima, a 2.744 metri, il confine con la Francia e una vista che toglie il fiato. È qui che il ciclista diventa alpinista. Tappa 5: Ritorno dolce attraverso la Valle Varaita L’ultimo giorno è discesa e contemplazione. La Valle Varaita accoglie con il suo ritmo lento, i suoi mercatini di paese e le fontane d’acqua fresca. La strada porta verso Saluzzo, perla medievale e punto d’arrivo simbolico. Si chiude il cerchio con la sensazione di aver attraversato non solo territori, ma epoche, culture e, soprattutto, se stessi. Le Alpi Piemontesi non sono solo montagne: sono un teatro naturale dove il cicloturismo trova la sua espressione più autentica. Ogni valle è diversa, ogni salita racconta una storia. E ogni pedalata diventa un modo per rallentare, osservare, scoprire. Un viaggio in bici qui non è una semplice vacanza: è un ritorno all’essenziale.Per chi cerca un’avventura vera, Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Pedalando nella storia: in bici tra i borghi segreti di San Pellegrino
San Pellegrino, noto ai più per le sue celebri acque minerali e lo storico stabilimento termale in stile liberty, custodisce un’anima ancora più autentica: quella dei suoi borghi. Piccoli nuclei incastonati tra le pieghe delle Prealpi Orobie, dove il tempo sembra rallentare e il silenzio ha il suono dei passi sulle mulattiere e del respiro tra i tornanti. È qui che il cicloturismo incontra la narrazione del paesaggio. Un viaggio in bicicletta che non è solo sport, ma immersione culturale e sensoriale. L’itinerario: curve dolci, strappi decisi e scorci senza tempo Partendo dal cuore di San Pellegrino Terme, il percorso si snoda verso le frazioni collinari, su strade secondarie e sentieri ciclabili che si inerpicano tra castagneti, antichi ponti e case in pietra. Dopo un primo tratto in falsopiano lungo il Brembo, il tragitto inizia a salire verso il borgo di Santa Croce: una terrazza naturale affacciata sulla valle, dove la pietra grigia delle case si fonde con il verde circostante. Da qui si prosegue verso Santa Giovanni Bianco, e poi su fino a Cornalita e Frasnadello. Ogni frazione custodisce la sua storia: lavatoi, chiesette romaniche, vecchi forni e testimonianze di una civiltà contadina ancora viva nella memoria dei residenti. La fatica si dimentica presto, compensata dalla bellezza dei luoghi e dalla gentilezza di chi si incontra lungo la strada, pronto a offrire un sorriso o una borraccia d’acqua fresca. Natura e identità: il valore lento della scoperta Pedalare tra questi borghi significa anche attraversare una biodiversità ricchissima. I profumi cambiano con la stagione: ginestre in fiore a primavera, castagne a ottobre, nebbie leggere che d’estate si diradano al sorgere del sole. Gli amanti della bici trovano qui una dimensione ideale per il “pedalare lento”: niente traffico, tanta autenticità e dislivelli mai eccessivi, adatti sia a gravel bike che a e-bike. Lontano dai riflettori del turismo di massa, questi borghi sono il volto meno conosciuto ma più sincero della Val Brembana. Un invito a rallentare, a fermarsi per una foto, per un pezzo di formaggio locale, per ascoltare un anziano raccontare la sua infanzia sotto un portico di pietra. Una proposta per ogni stagione La bellezza di questo itinerario è che si adatta a ogni periodo dell’anno. In primavera la natura esplode di colori, in estate si pedala all’ombra dei boschi, in autunno il paesaggio si tinge d’oro e di rosso. Anche l’inverno ha il suo fascino, con itinerari brevi ma suggestivi, tra neve leggera e silenzi ovattati. E ogni stagione porta con sé sagre, prodotti tipici e occasioni per vivere la montagna in modo autentico. Conclusione: un viaggio da raccontare (e rifare) Chi cerca nel cicloturismo più di una prestazione sportiva trova nei borghi di San Pellegrino una meta perfetta. Un luogo dove la bici è il mezzo, ma il fine è il contatto profondo con la storia, con la natura, con la gente. Ogni salita qui è una lezione di bellezza, ogni discesa un premio. Pedalare in questi luoghi è come sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, ma con l’anima a colori. E quando si torna Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Furto da 11.500 euro a Buglio in Monte: sparite due bici dal tetto dell’auto, si indaga sul possibile pedinamento
BUGLIO IN MONTE (SO) – Un furto mirato, rapido e silenzioso, che ha lasciato l’amaro in bocca a un frontaliere residente ad Ardenno. Due biciclette di notevole valore, circa 11.500 euro in totale, sono state rubate dal tetto della sua auto parcheggiata in località Ere, nella serata di qualche giorno fa. Un colpo studiato nei dettagli, secondo la vittima, che sospetta di essere stato seguito dopo aver viaggiato lungo la Statale 38 con i mezzi in bella vista. Il furto è avvenuto tra le 21 e le 24, mentre il proprietario si era recato a casa della fidanzata, lasciando l’auto regolarmente parcheggiata. Al suo ritorno, attorno alla mezzanotte, l’amara scoperta: i supporti del portabici erano stati tranciati di netto, e le due biciclette – entrambe di fascia alta – erano sparite nel nulla. Pochi gli indizi a disposizione, ma le modalità dell’accaduto fanno pensare a un’azione ben organizzata. “Credo di essere stato seguito – ha raccontato il proprietario ai carabinieri della stazione di Ardenno –. Probabilmente qualcuno mi ha notato mentre guidavo lungo la 38, e ha deciso di colpire appena mi sono fermato”. Un’ipotesi che apre scenari inquietanti: quella di bande specializzate in furti su commissione, capaci di agire in pochi minuti e di rivendere velocemente la refurtiva attraverso i canali online. Infatti, non si esclude che i due velocipedi possano già essere finiti su qualche sito di compravendita, mescolati tra gli annunci di seconda mano. Il valore elevato dei mezzi – forse mountain bike o bici da corsa di ultima generazione – li rende particolarmente appetibili sul mercato, anche all’estero. Nel frattempo, la denuncia è stata formalizzata e i militari hanno avviato le indagini. Il proprietario lancia un appello: “Se qualcuno dovesse imbattersi in annunci sospetti, riconoscendo le bici tramite le foto, lo segnali alle forze dell’ordine. Ogni dettaglio potrebbe essere decisivo”. L’episodio riaccende l’attenzione sul fenomeno crescente dei furti di biciclette, che colpiscono non solo nei centri urbani, ma anche in zone montane e turistiche, dove spesso si sottovaluta il rischio. La raccomandazione, in attesa di sviluppi, è quella di non lasciare mai incustoditi i mezzi di valore, nemmeno per brevi periodi, e di dotarsi di sistemi antifurto adeguati, compresi localizzatori GPS nascosti nei telai.Per ora, delle due bici nessuna traccia. Ma la speranza è che, anche grazie alla collaborazione della rete, il Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Torino accelera sulla mobilità dolce: una nuova ciclabile collegherà Lingotto, Economia e San Paolo
Un filo verde che cuce la città: la nuova pista ciclabile lungo via Giordano Bruno è pronta a ridisegnare la mobilità torinese, collegando stazione Lingotto, Facoltà di Economia e stazione San Paolo. Un’opera che non è solo asfalto e segnaletica, ma un tassello urbano che punta a cambiare mentalità e abitudini. Torino pedala veloce verso un futuro più sostenibile, e lo fa tracciando nuove rotte nel tessuto cittadino. Proprio in questi giorni, tra via Zino Zini e la stazione Lingotto, il marciapiede è stato allargato per fare spazio alle biciclette. È il primo segnale concreto dell’arrivo di una ciclabile che promette di unire quartieri, alleggerire il traffico e offrire un’alternativa concreta all’automobile. Il cuore del progetto pulsa lungo via Giordano Bruno, dove prenderà forma il primo tratto del nuovo asse ciclabile. Da via Filadelfia a corso Giambone, nascerà una pista bidirezionale sul lato est della carreggiata. Niente spartitraffico o corsie improvvisate: qui si parla di un’infrastruttura pensata con criterio, affiancata al marciapiede e separata dalla sosta auto da un margine di sicurezza di 70 centimetri. I parcheggi saranno spostati più verso il centro della strada, ridisegnando lo spazio urbano a favore di chi pedala. L’intervento non è isolato, ma parte di una strategia più ampia: creare una rete ciclabile continua, sicura e funzionale, capace di connettere i principali snodi cittadini. Lingotto, con la sua stazione e il polo fieristico, la Facoltà di Economia con il suo flusso quotidiano di studenti, e San Paolo, cuore di un quartiere in trasformazione: tre punti chiave che presto saranno uniti da un percorso accessibile, ecologico e, soprattutto, pensato per restare. “La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, è un modo di vivere la città”, fanno sapere dal Comune. E in questa visione, ogni nuova ciclabile non è solo una striscia d’asfalto, ma un investimento sulla qualità della vita. Tra meno smog, più sicurezza e una nuova attenzione agli spazi pubblici, Torino prova a diventare un laboratorio urbano a cielo aperto, dove la mobilità sostenibile non è più un’utopia, ma una strada concreta. E se il futuro si misura in ch Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Il Molise pedala verso il futuro: il cicloturismo come leva per riscoprire un territorio autentico
Un territorio ancora lontano dalle rotte del turismo di massa, ma proprio per questo capace di offrire esperienze autentiche e sostenibili. Il Molise, con il suo paesaggio variegato e la sua rete viaria a misura di bici, sta lentamente guadagnando attenzione tra gli appassionati di cicloturismo, che lo scelgono per la tranquillità delle sue strade, la bellezza dei suoi borghi e la genuinità della sua accoglienza. Colline morbide, altipiani selvaggi, piccoli centri storici arroccati e vallate ricamate da tratturi millenari: sono questi gli ingredienti che fanno del Molise una meta ideale per il turismo lento. Un territorio in cui è ancora possibile percorrere decine di chilometri senza incontrare traffico, godendo di panorami incontaminati e di un silenzio che altrove è ormai un lusso raro. Negli ultimi anni, il cicloturismo ha iniziato a emergere come una concreta opportunità di sviluppo locale. Pur in assenza di grandi infrastrutture dedicate, il tessuto territoriale del Molise – fatto di strade provinciali poco trafficate, antichi percorsi rurali e tracciati storici – si presta perfettamente alla pratica del ciclismo su strada, del gravel e della mountain bike. Alcuni comuni, come Castel San Vincenzo, Frosolone e Roccamandolfi, hanno avviato iniziative per valorizzare la mobilità dolce, con la creazione di percorsi segnalati, servizi per cicloturisti e promozione di eventi dedicati. Le ciclovie dei tratturi, antiche vie della transumanza che attraversano la regione,rappresentano una delle risorse più interessanti da valorizzare. Tratturi come il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela o il Tratturo Magno offrono tracciati ricchi di storia e immersi nella natura, ideali per chi cerca itinerari suggestivi e culturalmente significativi. Accanto all’interesse dei turisti, cresce anche l’attenzione da parte degli operatori locali. Alcune strutture ricettive si stanno attrezzando per offrire servizi bike-friendly, come il noleggio bici, le officine mobili e l’accoglienza specializzata. Iniziative che contribuiscono a costruire un’offerta turistica integrata, capace di attrarre un pubblico internazionale sempre più attento alla sostenibilità ambientale e alla qualità dell’esperienza di viaggio. “Il Molise ha un grande potenziale inespresso nel settore del cicloturismo”, spiega Paola Rinaldi, esperta di sviluppo territoriale e promotrice di progetti legati al turismo lento. “Quello che serve è una visione strategica condivisa, capace di unire istituzioni, operatori turistici e comunità locali intorno a un progetto coerente di valorizzazione”. In un momento storico in cui la domanda turistica si orienta sempre più verso esperienze autentiche, sostenibili e personalizzate, il Molise può giocare un ruolo di primo piano. Puntare sul cicloturismo non significa solo promuovere un nuovo modo di viaggiare, ma anche investire nella tutela del territorio, nel rilancio delle aree interne e nella creazione di nuove opportunità economiche. Una sfida che la regione può affrontare con una risorsa unica: il suo carattere. Quello di un territorio ancora integro, che si svela solo a chi ha il tempo e la vo Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa
Monferrato in bicicletta: tra vigne, colline e borghi sospesi nel tempo
CASALE MONFERRATO – Pedalare nel Monferrato è un’esperienza che va oltre la semplice escursione. È un viaggio lento tra paesaggi disegnati da secoli di lavoro agricolo, dove la bicicletta diventa mezzo privilegiato per cogliere l’anima più autentica di una terra Patrimonio dell’Umanità. In sella, ci si immerge in un mosaico di colline morbide, filari ordinati, cascine isolate e piccoli borghi che sembrano scolpiti nel tempo. Il Monferrato – cuore geografico e sentimentale del Piemonte – si presta a essere scoperto su due ruote grazie a una rete sempre più articolata di percorsi cicloturistici, in gran parte su strade secondarie a basso traffico. Qui, tra le province di Asti e Alessandria, la bici è alleata ideale per vivere una regione che parla con il ritmo delle stagioni. Tra Barbera e infernot, la bellezza che non ti aspetti Uno degli itinerari più suggestivi parte da Casale Monferrato, elegante cittadina sulle rive del Po, e si dirige verso sud, entrando subito nel cuore del paesaggio collinare. Dopo pochi chilometri, la pianura cede il passo a dolci saliscendi tra vigne e noccioleti, con scorci che paiono usciti da una cartolina d’epoca. Il percorso attraversa paesi come Rosignano Monferrato, Cella Monte e Ozzano, dove è possibile visitare gli infernot, antiche cantine scavate nella pietra da cantoni, testimonianze uniche dell’architettura rurale locale. Sono vere e proprie cattedrali sotterranee della civiltà contadina, spesso ancora in uso per conservare bottiglie di Barbera, Grignolino e Freisa, i vini simbolo del territorio. Una palestra a cielo aperto, per tutti i livelli Nonostante i dislivelli, i percorsi nel Monferrato si adattano a ogni tipo di ciclista. Dai più allenati, che cercano sfide sui crinali più impervi, agli amatori o alle famiglie con bici a pedalata assistita, tutti possono trovare il proprio ritmo. Le strade sono asfaltate, ben tenute e immerse nella quiete: si pedala tra vigneti ordinati come giardini e piccoli boschi, interrotti solo dal rintocco di un campanile o dal profumo del pane appena sfornato. Chi cerca esperienze più lunghe può proseguire verso Acqui Terme o collegarsi alle tratte del Grande Anello Monferrato, un circuito ad anello che unisce decine di borghi e offre soste strategiche per degustazioni, visite culturali e piccole pause gourmet. Turismo dolce, sapori forti Pedalare nel Monferrato significa anche fermarsi. Assaggiare un agnolotto fatto a mano in una trattoria di paese, degustare un bicchiere di vino al tramonto su una terrazza naturale, ascoltare le storie di chi ha scelto di restare o tornare, spesso aprendo agriturismi, botteghe o laboratori artigiani. Il cicloturismo qui non è solo uno svago, ma un’opportunità concreta per riscoprire un territorio in equilibrio tra tradizione e innovazione. Il futuro passa dalle due ruote Negli ultimi anni, il Monferrato ha investito in segnaletica, mappature digitali e strutture bike-friendly. Sono sempre più numerosi gli agriturismi attrezzati per il cicloturismo, con ricoveri per bici, officine di fortuna, colazioni energetiche e mappe personalizzate. Un’attenzione che rende la zona sempre più competitiva a livello nazionale, con una formula vincente: paesaggi autentici, accoglienza calorosa e una mobilità dolce che fa bene al corpo e all’ambiente. In sella nel Monferrato, ogni curva è una scoperta, ogni salita una promessa, ogni discesa un invito a tornare. Perché qui, dove le colline sembrano onde pietrificate, la Continua a leggere - Carica di più