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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

La Via Rhôna in Savoia – Pedalando lungo il fiume tra natura e storia

09/07/2025 in Viaggi

La Savoia è una terra di montagne ma anche di acqua, e uno dei modi più suggestivi per esplorarla è seguire il corso del Rodano lungo la Via Rhôna, una ciclovia che collega il Lago di Ginevra al Mediterraneo. In questo articolo ti porto alla scoperta del tratto savoiardo, perfetto per cicloturisti di tutti i livelli.

Itinerario consigliato: Seyssel – Chanaz – Le Bourget-du-Lac

📏 Distanza: circa 65 km
⛰️ Dislivello: minimo – percorso principalmente pianeggiante
🚴 Difficoltà: facile

Il viaggio comincia a Seyssel, una graziosa cittadina fluviale al confine tra Alta e Bassa Savoia. Il percorso segue l’argine del Rodano, su piste ciclabili ben segnalate e asfaltate. Lungo la strada si attraversano paesaggi di campagna, vigneti e piccoli borghi.

Una tappa imperdibile è Chanaz, soprannominata la “Piccola Venezia della Savoia”. Qui potrai fare una sosta sul canale di Savières, assaggiare specialità locali (come i formaggi o l’olio di noci) e visitare il mulino ancora in funzione.

Il tratto finale conduce fino a Le Bourget-du-Lac, sulle sponde del lago più grande della Francia. Un tuffo rinfrescante o una passeggiata sul lungolago sono il modo perfetto per concludere la giornata.

Consigli utili:

Noleggio bici disponibile a Seyssel e Aix-les-Bains.

Percorso adatto anche alle famiglie.

Ideale in primavera e inizio autunno, per evitare il caldo estivo.

by Matteo

Il Col du Galibier in bici – Sfida alpina nel cuore della Savoia

09/07/2025 in Viaggi


Per i cicloturisti esperti in cerca di una sfida alpina epica, il Col du Galibier è una delle salite più iconiche d’Europa. Situato tra la Savoia e le Hautes-Alpes, questo passo leggendario è spesso protagonista del Tour de France. Ma è anche un sogno per ogni appassionato di bici da strada.

Itinerario consigliato: Valloire – Col du Galibier – Retour

📏 Distanza A/R: circa 35 km
⛰️ Dislivello: 1.200 m circa
🚴 Difficoltà: alta

La salita inizia da Valloire, un tipico villaggio alpino a 1.400 metri di altitudine. I primi chilometri sono regolari, ma via via che si sale, il paesaggio si fa sempre più maestoso e selvaggio. L’ultima parte della salita, dal Col du Télégraphe al Col du Galibier, è la più impegnativa, con pendenze che sfiorano il 10%.

Raggiunta la vetta a 2.642 metri, la vista è mozzafiato: le Alpi francesi si aprono a perdita d’occhio, con il Massiccio della Meije e il Monte Bianco in lontananza. Dopo le foto di rito, si può godere di una lunga discesa, con il vento tra i capelli e il cuore pieno di soddisfazione.

Consigli utili:

Meglio affrontare la salita tra giugno e settembre, quando il passo è aperto.

Portare abbigliamento tecnico e antivento (anche d’estate può fare freddo in quota).

Ideale per bici da corsa; evitare in caso di maltempo.

by Matteo

La magia della Loira in bicicletta – Un viaggio tra castelli e vigneti

08/07/2025 in Viaggi

Pedalare lungo la Valle della Loira è come attraversare le pagine di un libro di fiabe. Questo celebre itinerario cicloturistico, conosciuto come “La Loire à Vélo”, si snoda per oltre 900 km da Cuffy, vicino Nevers, fino all’Oceano Atlantico a Saint-Nazaire. Un percorso adatto a tutti, dai ciclisti esperti alle famiglie, che regala paesaggi incantevoli, città storiche e una gastronomia da sogno.

Ho iniziato il mio viaggio a Orléans, antica città legata a Giovanna d’Arco. Da lì, seguendo il fiume, mi sono immerso in un paesaggio dominato da castelli rinascimentali e campi coltivati. Ogni tappa è una scoperta: Blois, con il suo castello arroccato e le sue vie medievali; Amboise, dove Leonardo da Vinci visse gli ultimi anni della sua vita; e Tours, città giovane e vivace perfetta per una pausa gourmet.

Il tratto fino a Saumur, nel cuore dell’Anjou, è tra i più suggestivi: vigneti a perdita d’occhio, grotte di tufo, e cantine dove degustare i bianchi fruttati della regione. Pedalare qui è un piacere puro: piste ciclabili ben segnalate, poche salite e una natura che cambia colore a ogni stagione.

Consiglio: dedicate almeno una settimana al percorso, dormendo in piccoli chambre d’hôtes o campeggi lungo la Loira. E non dimenticate una visita al castello di Chenonceau, uno dei più romantici di Francia.

La Loire à Vélo è più di un itinerario: è un’esperienza culturale, sensoriale, profondamente rilassante. Un perfetto mix tra attività fisica e lentezza, tra avventura e contemplazione.

by Matteo

La Via Verde del Canal du Midi – Pedalando tra acqua e storia

08/07/2025 in Viaggi

Nel sud della Francia, là dove il sole accarezza le vigne della Linguadoca e i platani fanno ombra alle strade bianche, scorre lento il Canal du Midi, un capolavoro di ingegneria del XVII secolo oggi patrimonio UNESCO. Accanto al canale si snoda una delle ciclovie più affascinanti d’Europa, perfetta per un viaggio slow tra natura, storia e sapori mediterranei.

Ho intrapreso il percorso da Toulouse, la “ville rose”, affascinante e vivace. Da lì, inizia una pedalata rilassante lungo sentieri ombreggiati che costeggiano il canale. Il tratto è prevalentemente pianeggiante, con lunghi tratti sterrati adatti a gravel o city bike.

Lungo il cammino, piccoli porti fluviali e chiuse storiche raccontano secoli di traffici e commerci. Castelnaudary è una tappa obbligata, patria del cassoulet, piatto tipico locale. Poi si prosegue verso Carcassonne, gioiello medievale perfettamente conservato: arrivarci in bici, tra filari e canali, ha un sapore d’altri tempi.

Il percorso termina (o inizia) a Sète, affacciata sul Mediterraneo. Dopo giorni tra alberi e acqua dolce, l’odore del mare e il riflesso del sole sulle onde regalano un finale perfetto.

Questa “voie verte” è ideale per chi cerca tranquillità, paesaggi pittoreschi e autenticità. Nessuna fretta: solo la gioia di pedalare accompagnati dal fruscio dell’acqua e dal canto delle cicale.

by Matteo

5 errori da evitare quando organizzi il tuo primo viaggio in bici

07/07/2025 in News

Il cicloturismo è una delle forme di viaggio più libere e rigeneranti. Ma partire impreparati può trasformare un sogno in una (faticosa) disavventura. Ecco i 5 errori più comuni che fanno i principianti — e come evitarli.

1. Sovraccaricare le borse
Molti temono di dimenticare qualcosa, e finiscono per portare troppo. Ogni chilo in più si fa sentire sulle salite. La regola d’oro? Essenziale, multifunzione, leggero.

2. Sottovalutare il percorso
Non tutti i tratti ciclabili sono uguali. Informati bene su dislivello, fondo stradale e punti di rifornimento. App come Komoot o BikeMap possono aiutarti a pianificare.

3. Non testare prima la bici
Una sella scomoda o un cambio mal regolato possono rovinarti il viaggio. Fai almeno un paio di uscite con la bici carica prima di partire.

4. Dimenticare l’alimentazione
Non basta una banana al giorno. Portati barrette, frutta secca e acqua in abbondanza. Il tuo corpo brucerà calorie senza sosta.

5. Pensare che serva essere “atleti”
Il cicloturismo non è una gara. È resistenza mentale più che fisica, è ritmo personale. Anche pedalando 40 km al giorno si può vivere un’esperienza indimenticabile.

by Matteo

Dolomiti in bici: il giro dei quattro passi, dove la fatica incontra la leggenda.

07/07/2025 in Viaggi

Ci sono luoghi in cui la strada sembra scolpita per le due ruote. Nelle Dolomiti, questo miracolo prende forma nel Giro dei Quattro Passi: un anello spettacolare che unisce Passo Campolongo, Passo Pordoi, Passo Sella e Passo Gardena. Quattro nomi che, per ogni ciclista, suonano come poesia.

Siamo nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio UNESCO, tra rocce rosa, vallate verdi e silenzi che parlano forte. Il giro parte solitamente da Corvara, in Alta Badia, ed è lungo circa 55 km, con oltre 1.600 metri di dislivello. Non una passeggiata, ma nemmeno un’impresa proibitiva, se affrontata con il giusto spirito.

“Ogni passo ha la sua anima”, racconta Luca, cicloturista torinese che percorre l’anello ogni estate. “Il Campolongo è il più gentile, il Pordoi il più lungo, il Sella il più scenografico, il Gardena il più armonioso. Ti senti piccolo, ma incredibilmente vivo.”

Il bello è che, lungo la strada, ci si sente parte di una comunità: gruppi di ciclisti di ogni età, bike hotel attrezzati, malghe con strudel e speck. Qui tutto è pensato per chi viaggia a pedali.

Quando partire? I mesi migliori sono da giugno a settembre. In estate si può incrociare il “Sellaronda Bike Day”, quando i passi vengono chiusi al traffico e lasciati solo a bici e silenzio.

Serve allenamento? Sì, ma più mentale che muscolare. Serve voglia di rallentare in salita, di guardarsi intorno, di godersi anche il fiatone.

Perché in fondo, tra quei tornanti, non conta quanto veloce arrivi in cima. Conta cosa senti mentre pedali. E nelle Dolomiti, si sente sempre qualcosa di speciale.

by Matteo

Sulle Strade del Gusto e della Storia: in Bici da Parma a Modena

06/07/2025 in Territorio

Emilia-Romagna — C’è un filo sottile, fatto di curve dolci e profumi intensi, che unisce le città dell’Emilia. Un percorso ideale per chi ama pedalare senza fretta, tra campi di grano, acetaie centenarie e borghi carichi di storia. Da Parma a Modena, passando per Reggio Emilia, questo itinerario cicloturistico di circa 90 chilometri offre un’immersione autentica nel cuore della Food Valley italiana.

Pedalando tra sapori e paesaggi

Il punto di partenza è Parma, città elegante e golosa, patria del prosciutto crudo e del Parmigiano Reggiano. Prima di salire in sella, vale la pena fare una passeggiata nel centro storico e magari una colazione in Piazza Garibaldi, con vista sul Duomo romanico.

Il percorso si sviluppa su strade secondarie a basso traffico e tratti di ciclabile lungo l’antica Via Emilia, seguendo un tracciato prevalentemente pianeggiante, adatto anche a cicloturisti meno esperti.

Uscendo da Parma, si pedala tra campi coltivati, cascine e canali irrigui. La prima tappa consigliata è Sant’Ilario d’Enza, piccolo centro noto per la sua posizione strategica: da qui si accede facilmente alla campagna reggiana, dove è possibile visitare caseifici che producono Parmigiano Reggiano secondo tradizione.

Reggio Emilia: la città del Tricolore

A metà strada si incontra Reggio Emilia, città dal cuore vivace e culturale. Qui, la bicicletta è di casa: il centro è facilmente visitabile su due ruote, tra piazze animate e palazzi storici. Il Palazzo del Tricolore, dove nacque la bandiera italiana nel 1797, è una sosta obbligata.

Una pausa pranzo? Impossibile resistere a un piatto di erbazzone o tortelli di zucca in una delle osterie del centro. E per i più appassionati, una deviazione verso le colline di Scandiano può regalare panorami suggestivi e ottimi vini.

Arrivo a Modena: motori, arte e aceto balsamico

L’ultimo tratto del percorso porta a Modena, città che unisce eleganza, motori e gusto. L’ingresso in città regala la vista sulla Ghirlandina, la torre campanaria che svetta accanto al Duomo, patrimonio UNESCO.

Ma Modena è anche patria dell’aceto balsamico tradizionale: numerose acetaie aprono le porte ai cicloturisti curiosi, per degustazioni guidate e visite tra botti antiche e profumi intensi.

Per chiudere il viaggio in bellezza, una cena in una trattoria storica a base di tigelle, gnocco fritto e Lambrusco è quasi un dovere.

Consigli pratici

Distanza: circa 90 km, pianeggianti, percorribili in 1-2 giorni

Tipo di bici: adatta bici da trekking, gravel o e-bike

Segnaletica: seguire la Via Emilia, ma attenzione a tratti urbani

Quando partire: primavera e inizio autunno sono ideali per clima e colori

Punti d’interesse: caseifici, acetaie, borghi e centri storici


Un viaggio lento nel cuore dell’Emilia

Questo itinerario è più di una semplice pedalata: è un viaggio nelle radici profonde di una terra generosa, dove ogni chilometro racconta una storia, ogni sosta diventa scoperta. In Emilia-Romagna, anche la bicicletta parla la lingua della passione e dell’ospitalità.

by Matteo

Via Ugo Bassi, ciclista cade sui binari e viene multata: «Perdita di controllo del veicolo»

05/07/2025 in News


In una giornata che avrebbe dovuto segnare il ritorno alla normalità con la riapertura di via Ugo Bassi, il centro storico di Bologna è invece stato teatro di una doppia caduta tra rotaie e segnaletica discutibile. A far discutere, in particolare, è il caso di una ciclista che, dopo essere rovinata a terra sui binari del tram, si è vista recapitare una multa da 42,40 euro con l’accusa di “perdita di controllo del veicolo”.

L’incidente è avvenuto lo scorso 30 aprile, poche ore dopo la riapertura al traffico di una delle arterie più centrali della città, recentemente risistemata per ospitare il nuovo tracciato del tram. La donna, in sella alla sua bicicletta e diretta verso via Indipendenza, avrebbe deviato leggermente verso destra per evitare un’area transennata. È in quel momento che, complice l’incontro pericoloso con le rotaie ancora fresche d’asfalto, ha perso l’equilibrio finendo sull’asfalto.

Secondo il verbale redatto dalla polizia locale, la barriera si trovava alla sinistra della ciclista e a una distanza “sufficiente a garantire il regolare transito”, motivo per cui l’ufficio verbali ha ritenuto la donna responsabile dell’incidente, sanzionandola per non aver mantenuto il controllo del mezzo.

Ma non è tutto. Dopo il sopralluogo successivo al sinistro, anche la ditta Panigale – incaricata della posa della segnaletica di cantiere – è finita nel mirino degli agenti: per lei è scattata una sanzione amministrativa per “carenza di segnaletica pre-cantiere”. Un dettaglio che ha riacceso i riflettori sulla gestione della sicurezza stradale nei cantieri urbani, soprattutto in una fase così delicata di transizione verso una mobilità sempre più intermodale.

Non era il primo incidente del giorno. Nelle stesse ore, un altro episodio aveva visto coinvolto un conducente di monopattino, finito a terra a causa di un avvallamento nei pressi delle stesse rotaie. Due casi distinti ma emblematici, che pongono interrogativi sulle condizioni del manto stradale, sulla chiarezza della segnaletica e sulla tutela degli utenti più vulnerabili della strada: ciclisti e pedoni.

In attesa di eventuali ricorsi da parte della ciclista sanzionata, resta l’amarezza per un paradosso sempre più diffuso nelle città in trasformazione: cadere vittima di un incidente e dover pagare per esserlo stata.

by Matteo

Verso la mobilità dolce: in arrivo una nuova pista ciclabile tra Cles e Mostizzolo

04/07/2025 in News


CLES – Un’opera attesa da tempo, destinata a cambiare il volto della mobilità tra Cles e Mostizzolo, è finalmente in fase di progettazione concreta. Si tratta della nuova pista ciclabile che collegherà il centro di Cles alla zona del ponte di Mostizzolo, lungo il versante a monte della Statale 43, un tratto che finora ha rappresentato un vero e proprio ostacolo per i ciclisti.

Il progetto, identificato come Opera C-75, prevede la realizzazione di un percorso protetto e accessibile, lungo circa 4,4 chilometri, con partenza direttamente dalla piazza di Cles. Il tracciato si snoderà in parallelo alla statale ma in posizione rialzata, sfruttando il versante della montagna per garantire sicurezza e bellezza paesaggistica.

Fino ad oggi, chi voleva pedalare tra Cles e Mostizzolo doveva fare i conti con una strada trafficata e pericolosa, inadatta a ciclisti e famiglie. L’intervento punta proprio a risolvere questa criticità, andando a colmare uno dei principali vuoti nella rete ciclabile delle Valli del Noce.

Con l’aggiunta di questo tratto, il territorio farà un deciso passo avanti verso un sistema di mobilità sostenibile e integrata, che valorizza il cicloturismo e promuove un’alternativa concreta all’auto. Non si tratta soltanto di una pista, ma di un collegamento strategico: un corridoio verde tra borghi, natura e opportunità turistiche.

La nuova infrastruttura non sarà solo funzionale: si prevede che il tracciato offra anche scorci panoramici e punti di sosta, diventando così un elemento attrattivo per visitatori e ciclisti locali. In un’epoca in cui la bicicletta è simbolo di uno stile di vita più sano e rispettoso dell’ambiente, opere come questa sono segnali importanti.

L’avvio dei lavori è ancora in fase di definizione, ma la direzione è tracciata. E per chi ama pedalare tra valli, frutteti e profili alpini, si avvicina il giorno in cui anche il tratto Cles–Mostizzolo potrà essere percorso con leggerezza e sicurezza.

by Matteo

Una nuova ciclabile collega Mucinasso a Piacenza: lavori al via, fine prevista entro l’autunno

03/07/2025 in News


PIACENZA – È partito da qualche settimana un intervento atteso da anni: il primo stralcio della nuova pista ciclabile che collegherà Mucinasso a Piacenza è finalmente in costruzione. Un’opera da 1,5 milioni di euro per appena 1,4 chilometri di tracciato, ma destinata a segnare un passo avanti importante verso una mobilità più sostenibile anche per le frazioni.

I lavori, affidati alla Asfalti Piacenza srl per conto della Icg di Mantova, sono in corso sul lato est della Strada Provinciale 6 per Carpaneto. Salvo intoppi legati a interferenze con la fibra ottica, la consegna è prevista entro metà ottobre. Una scadenza ambiziosa, ma in linea con il cronoprogramma stabilito.

La nuova infrastruttura ciclabile punta a collegare in sicurezza Mucinasso con il centro urbano, attraverso un percorso che culmina in un punto nevralgico: l’attraversamento di via Farnesiana. Qui è previsto un impianto semaforico a chiamata, pensato per consentire ai ciclisti di superare la trafficata provinciale senza rischi.

Un dettaglio urbanistico rilevante riguarda il tratto finale: la ciclabile, pur iniziando sul lato orientale, obbligherà poi a un attraversamento verso il lato opposto, quello occidentale, dove la banchina stradale è più ampia. Non si tratta di un proseguimento ufficiale della pista, ma di una soluzione provvisoria che garantisce maggiore sicurezza e praticabilità per chi si avvicina alla città sulle due ruote.

Il progetto si inserisce in una visione più ampia di mobilità dolce, di cui il Comune di Piacenza si sta progressivamente facendo promotore. Nonostante la lunghezza limitata del primo tratto, l’intervento è un primo passo significativo per restituire alle frazioni una connessione alternativa all’auto privata, in linea con le esigenze di residenti, pendolari e amanti della bicicletta.

Ora, gli occhi sono puntati sul rispetto delle tempistiche e su una progettazione che sappia rispondere in modo concreto alle esigenze dei ciclisti, senza fermarsi a un’opera “a metà”. Perché la sfida della mobilità sostenibile non si vince solo con le inaugurazioni, ma con percorsi continui, sicuri e ben integrati nel tessuto urbano.