Trento, oltre 30 km di nuove corsie ciclabili: sicurezza e rispetto al centro del progetto
30/08/2025 in News
La Provincia Autonoma di Trento punta sulla sicurezza dei ciclisti e sulla convivenza con il traffico motorizzato. Nel mese di luglio sono stati realizzati oltre 30 chilometri di nuove Bike Lane su due arterie molto frequentate dagli amanti della bicicletta: 12 chilometri lungo la SP 64 e la SS 43, da Mezzolombardo a Fai della Paganella, e 18,9 chilometri sulla SS 612 in Val di Cembra, tra Valda e Stramentizzo.
Corsie ciclabili visibili ma non riservate
Le Bike Lane sono corsie ciclabili tracciate sul margine destro della carreggiata. Hanno una larghezza compresa tra 80 e 100 centimetri e sono delimitate da linee bianche discontinue. Non si tratta di piste ciclabili riservate, ma di un segnale visivo costante che ricorda agli automobilisti la possibile presenza di biciclette sulla strada.
Obiettivo: maggiore attenzione reciproca
Con questo intervento la Provincia intende ridurre i rischi e favorire un clima di maggiore attenzione e rispetto reciproco tra chi pedala e chi guida. Le nuove corsie, pur non separando i flussi di traffico, offrono un riferimento chiaro per i ciclisti e invitano i conducenti a moderare la velocità e a mantenere una distanza di sicurezza adeguata.
Un valore anche turistico
L’iniziativa ha anche una ricaduta sul fronte del cicloturismo. La Val di Cembra, con i suoi terrazzamenti vitati, e la salita verso l’altopiano della Paganella, punto panoramico tra i più noti del Trentino, diventano percorsi ancora più attrattivi, unendo bellezza paesaggistica e migliori condizioni di sicurezza.
Genova, bici senza campanello: scatta la multa e si apre il dibattito
29/08/2025 in News
Una dimenticanza apparentemente banale è bastata per trasformarsi in una sanzione e, subito dopo, in un piccolo caso social. È successo a Genova, dove una ciclista è stata fermata dalla polizia locale mentre percorreva la corsia riservata di corso Sardegna. L’infrazione? La sua bicicletta era sprovvista di campanello.
Il controllo si è concluso con un verbale da 26 euro, cifra che corrisponde al minimo previsto dal Codice della Strada. La norma è precisa: i velocipedi devono essere equipaggiati con freni, luci e segnalatore acustico. In mancanza di uno solo di questi elementi, scatta la contravvenzione.
La donna, che indossava il casco e aveva le luci regolarmente funzionanti, ha scelto di pubblicare la multa sui social non per polemica, ma per avvisare altri ciclisti: «Così eviterete di trovarvi nella mia stessa situazione», ha spiegato. Nessuna contestazione agli agenti, solo l’ammissione di non essere in regola.
Il post, però, ha acceso la discussione. C’è chi ha considerato sproporzionata la sanzione, soprattutto se confrontata con comportamenti ben più rischiosi che restano spesso impuniti. Altri, invece, hanno difeso l’intervento della polizia locale ricordando che la legge non lascia margini: senza campanello non si può circolare.
Un episodio che solleva una questione più ampia: quanto conosciamo davvero le regole che disciplinano l’uso quotidiano della bicicletta? E quanto incidono questi dettagli, a volte trascurati, sulla sicurezza stradale?
Pedalando lungo il Reno: un viaggio lento nel cuore della Germania
28/08/2025 in Viaggi
Un fiume, una bicicletta e centinaia di chilometri di paesaggi che cambiano a ogni curva. Il Rheinradweg, il percorso ciclabile che costeggia il Reno, è uno dei tragitti più amati d’Europa da chi sceglie di viaggiare sulle due ruote. Con i suoi oltre 1.200 chilometri, il tracciato attraversa sei Paesi, ma è in Germania che regala alcune delle esperienze più suggestive.
Dalle sponde della Foresta Nera fino a Colonia e oltre, il percorso si snoda tra vigneti terrazzati, castelli medioevali arroccati e piccoli villaggi dal ritmo lento. L’infrastruttura ciclabile tedesca è un modello: segnaletica chiara, tratti asfaltati e servizi dedicati ai cicloturisti dalle stazioni per la manutenzione alle pensioni fahrradfreundlich, “amiche della bicicletta”.
Un tratto particolarmente apprezzato è quello tra Magonza e Coblenza. Qui il Reno si stringe, incorniciato da ripide colline ricoperte di vigne, patrimonio UNESCO. È la cosiddetta Valle del Reno romantico, dove ogni pochi chilometri si incontra un borgo pittoresco o una rocca che sembra uscita da un libro di fiabe.
Non è però solo un viaggio nella natura e nella storia. Fermarsi a degustare un Riesling lungo la strada, esplorare le città universitarie come Bonn, o semplicemente osservare il via vai dei battelli sul fiume, trasforma la pedalata in un’esperienza di scoperta culturale.
Senza grandi dislivelli e con numerose opzioni di trasporto integrato – come i treni regionali che accettano biciclette – il percorso è adatto anche a famiglie e ciclisti meno esperti. Per chi cerca una sfida più lunga, invece, il Rheinradweg può diventare parte di un’avventura internazionale fino ai Paesi Bassi.
In Germania, andare in bicicletta non è solo sport o turismo lento: è un invito a guardare il paesaggio con occhi diversi, al ritmo delle proprie pedalate.
Pedalando tra i fiordi delle Lofoten: la Norvegia vista dal sellino
27/08/2025 in Viaggi
Chiunque sogni un viaggio in bicicletta immerso nella natura più selvaggia e scenografica non può ignorare le isole Lofoten. Situate oltre il Circolo Polare Artico, a nord della Norvegia, queste lingue di roccia che emergono dal mare offrono una delle esperienze cicloturistiche più affascinanti al mondo.
La strada principale, la E10, corre come un filo sottile tra montagne appuntite e insenature color smeraldo. Pedalare qui significa convivere con panorami da cartolina: villaggi di pescatori con le tipiche “rorbu” rosse, spiagge bianche sorprendentemente caraibiche, e il sole di mezzanotte che, in estate, trasforma ogni uscita in un’avventura senza tempo.
Il percorso non è particolarmente lungo – circa 230 km da Å a Svolvær – ma il vento e i cambiamenti repentini del meteo lo rendono impegnativo. L’infrastruttura ciclabile è essenziale: non ci sono piste dedicate, ma il traffico ridotto e il rispetto degli automobilisti consentono di pedalare in sicurezza.
Per chi viaggia in autonomia, il campeggio libero è consentito e regala notti indimenticabili in riva al mare. Per i meno spartani, numerosi campeggi e guesthouse offrono ristoro.
Le Lofoten non sono solo un itinerario cicloturistico: sono un rito di passaggio per chi ama sentirsi piccolo di fronte alla potenza della natura. Un viaggio che resta addosso come la luce del nord, intensa e inafferrabile.
La Ciclovia dell’Elba: un classico del Nord Europa su due ruote
27/08/2025 in Viaggi
Se le Lofoten sono un’esperienza estrema, la Ciclovia dell’Elba (Elberadweg) rappresenta invece l’essenza del cicloturismo europeo: comfort, sicurezza e una ricca offerta culturale lungo oltre 1.200 km di percorso.
Il tracciato segue il corso del fiume Elba dalle sorgenti sui Monti dei Giganti in Repubblica Ceca fino al Mare del Nord, attraversando città ricche di storia come Dresda, Magdeburgo e Amburgo. La parte settentrionale, tra Amburgo e Cuxhaven, è particolarmente adatta a chi cerca un viaggio facile ma spettacolare: il paesaggio si apre sulla pianura, il fiume diventa largo come un mare, e il ritmo della pedalata si accorda al respiro lento delle chiatte che risalgono la corrente.
A differenza di molti percorsi nordici, qui le infrastrutture ciclabili sono impeccabili: piste asfaltate, segnaletica chiara, servizi di noleggio e trasporto bagagli che rendono l’esperienza accessibile a tutti, dalle famiglie con bambini agli appassionati di lunghe distanze.
Non mancano le soste di pregio: i castelli lungo l’Elba, le riserve naturali, i piccoli villaggi contadini dove il tempo sembra essersi fermato. E per i buongustai, birre locali e cucine regionali fanno da cornice a giornate di viaggio senza fretta.
Pedalare sull’Elberadweg significa riscoprire l’Europa del nord come un mosaico di natura e cultura, cucito insieme dal ritmo costante delle pedalate. Un percorso meno estremo delle Lofoten, ma altrettanto memorabile.
Da Sarajevo a Mostar: la Ćiro Trail, la ferrovia che rivive sui pedali
26/08/2025 in Viaggi
Un tempo era la ferrovia austro-ungarica che collegava Sarajevo a Dubrovnik. Oggi, il tracciato della cosiddetta Ćiro Trail è stato recuperato come percorso ciclabile e rappresenta uno dei progetti di valorizzazione più interessanti dei Balcani.
La partenza da Sarajevo è già un’immersione nella storia: poche città in Europa riescono a mescolare in pochi chilometri minareti ottomani, cattedrali cattoliche, chiese ortodosse e caffè in stile viennese. Dopo il rumore del traffico e i bazar della Baščaršija, la bici diventa il mezzo per uscire gradualmente dal caos urbano e immergersi in vallate dove il tempo sembra scorrere più lento.
Il percorso segue spesso lo stesso letto del fiume Neretva, che appare e scompare tra gole spettacolari. Le sue acque, color turchese acceso, accompagnano i ciclisti come un filo conduttore: c’è chi si ferma per rinfrescarsi, chi per una foto, chi semplicemente per godere di un paesaggio quasi irreale.
Distanza: circa 150 km
Durata consigliata: 2–3 giorni, con tappe nei villaggi lungo la strada
Difficoltà: media (alcuni tratti sterrati, pendenze moderate)
Lungo la via si incontrano stazioni ferroviarie abbandonate, cartelli che ricordano l’epoca dei treni e piccoli villaggi che offrono ospitalità genuina. A Čapljina, ad esempio, ci si può fermare per una cena a base di pesce d’acqua dolce, mentre poco prima dell’arrivo a Mostar appaiono i primi vigneti e gli uliveti che raccontano la vocazione mediterranea della regione.
L’arrivo a Mostar è il coronamento perfetto: il celebre ponte ottomano (Stari Most), distrutto durante la guerra e ricostruito pietra su pietra, si attraversa pedalando con la sensazione di ricucire un Paese diviso e resiliente.
Nel cuore selvaggio: l’anello del Sutjeska
26/08/2025 in Viaggi
Chi ama la natura incontaminata e non teme le salite troverà nel Parco nazionale Sutjeska un paradiso autentico. Si tratta della più antica area protetta della Bosnia, celebre per custodire la foresta di Perućica, uno degli ultimi lembi di bosco primario d’Europa.
Pedalare qui significa affrontare un itinerario più impegnativo: le strade asfaltate lasciano spesso spazio a tratti sconnessi, le pendenze possono essere dure, ma la ricompensa è straordinaria. Lungo il percorso appaiono vette maestose come il Monte Maglić (2.386 m), il più alto del Paese, laghi glaciali come quello di Trnovačko, e vallate abitate da cervi, lupi e orsi bruni.
Distanza: 80–100 km per l’anello principale
Durata consigliata: 2 giorni per godersi soste e trekking
Difficoltà: alta (salite lunghe e discese tecniche)
Non è solo natura, però. Nel cuore del parco, una radura ospita il monumento alla Battaglia della Sutjeska, una scultura modernista degli anni ’70 che commemora una delle pagine più dure della Seconda guerra mondiale in Jugoslavia. Visto da vicino, il monumento appare come due ali di cemento che si aprono verso il cielo, un simbolo di resistenza che aggiunge profondità storica a un paesaggio altrimenti dominato solo dalla natura.
Pedalare qui significa accettare la fatica come parte dell’esperienza: ogni salita diventa una sfida, ma anche un modo per sentirsi parte di un paesaggio primordiale e quasi intatto.
Dalle Alpi austriache al confine italiano:
25/08/2025 in Viaggi
Pedalare in Austria è come entrare in un grande teatro naturale dove ogni dettaglio è pensato per accogliere chi viaggia lento. La Ciclovia Alpe Adria nasce qui, a Salisburgo, città che unisce la solennità barocca alle melodie di Mozart.
L’inizio lungo il Salzach
Il primo tratto si snoda lungo il fiume Salzach. È una partenza morbida, pianeggiante, che permette al cicloturista di prendere confidenza con la strada e con il ritmo della pedalata. La segnaletica è impeccabile: cartelli chiari, mappe lungo il percorso, servizi per chi si sposta in bicicletta. Non è un dettaglio: la qualità delle infrastrutture ciclabili austriache è tra le migliori d’Europa.
Vecchie ferrovie, nuove emozioni
Uno dei momenti più emozionanti arriva quando si pedala su tratte ferroviarie dismesse, oggi trasformate in piste ciclabili. Gallerie illuminate, ponti sospesi e lunghi rettilinei immersi nel verde regalano la sensazione di pedalare dentro la storia. Non più convogli di treni, ma ciclisti di ogni età, famiglie con bambini e viaggiatori solitari che condividono la stessa direzione.
Tra villaggi alpini e ospitalità genuina
Il percorso attraversa villaggi come Bad Gastein, famosa per le sue terme e la cascata che spacca il paese in due. Qui la bicicletta si ferma spesso: non solo per riposare le gambe, ma per scoprire la cucina locale fatta di zuppe robuste, pane nero e birra artigianale. L’ospitalità austriaca è semplice e diretta: chi pedala trova facilmente pensioni a conduzione familiare, agriturismi e strutture bike-friendly.
La sfida dei valichi
Il punto più impegnativo del tratto austriaco è il valico di Böckstein, che si supera caricando bici e ciclisti su un treno-navetta. Non è una scorciatoia, ma una parte integrante dell’esperienza: un passaggio che unisce l’avventura montana al comfort della logistica.
Pedalando verso sud, l’aria si fa più mite, i paesaggi meno aspri. La frontiera è vicina: l’Italia attende con un volto nuovo, fatto di pietre medievali, vigneti e una luce diversa.
Dal Friuli al mare: l’Italia lenta della Ciclovia Alpe Adria
25/08/2025 in Viaggi
Se la parte austriaca della Ciclovia Alpe Adria è un inno alla natura alpina, quella italiana è un viaggio nell’anima storica e culturale del Friuli Venezia Giulia.
Il fascino dei borghi rinati
Appena superato il confine, il cicloturista incontra Venzone e Gemona, due borghi simbolo della resilienza friulana. Distrutti dal terremoto del 1976, sono stati ricostruiti pietra su pietra, restituendo un patrimonio medievale oggi splendente. Fermarsi qui significa pedalare nella memoria, ma anche nell’orgoglio di una comunità che non si è arresa.
La pianura che accoglie
Superata la fascia pedemontana, il paesaggio si apre. La ciclovia corre tra campi coltivati, vigneti e mulini ad acqua. È un invito alla lentezza: ogni borgo custodisce una piazza, una trattoria, un racconto. A Udine, il castello domina dall’alto e le osterie offrono il tipico tajut, un calice di vino condiviso come rito sociale.
Aquileia, capitale di un altro tempo
Pochi chilometri più a sud, la strada incontra Aquileia, antica città romana e centro del cristianesimo. Qui la basilica e i mosaici pavimentali tolgono il fiato: è come se la storia avesse deciso di fermarsi per accogliere chi arriva in bicicletta. Un contrasto suggestivo: la lentezza del pedalare incontra la profondità dei secoli.
L’arrivo a Grado
La ciclovia termina a Grado, affacciata sulla laguna. Dopo centinaia di chilometri, l’orizzonte si apre sul mare Adriatico. Il cicloturista posa la bici, si siede in spiaggia e guarda le onde: il viaggio non è più solo geografico, ma interiore.
Empoli, ciclista perde la vita in uno scontro con un pulmino dell’Empoli Fc
24/08/2025 in News
Empoli (Firenze), 23 agosto – Tragedia sulle strade empolesi questa mattina: un uomo di 65 anni ha perso la vita in seguito a un incidente avvenuto lungo il tratto tra Monteboro e Brusciana. Il ciclista si è scontrato con un pulmino dell’Empoli Fc, rimanendo gravemente ferito.
L’uomo è stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e trasferito in codice rosso con l’elicottero Pegaso all’ospedale di Careggi, a Firenze. Nonostante i tentativi dei medici, le sue condizioni si sono rivelate troppo gravi e il decesso è sopraggiunto poco dopo il ricovero.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche gli agenti della polizia municipale, che hanno effettuato i rilievi per ricostruire con esattezza la dinamica dello scontro.
L’episodio ha destato forte impressione nella comunità locale, anche per il coinvolgimento di un mezzo della società sportiva cittadina.