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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Da Scutari al Lago di Koman: pedalando tra storia e natura selvaggia

26/11/2025 in Viaggi

Pedalare nel nord dell’Albania significa immergersi in un paesaggio ancora autentico, dove le Alpi Albanesi si specchiano in vallate verdi e villaggi senza tempo. Il percorso che parte da Scutari (Shkodër) e arriva al Lago di Koman è una delle esperienze più sorprendenti per chi ama il cicloturismo tra natura, cultura e panorami incontaminati.

Scutari è la capitale storica della bicicletta in Albania: qui il traffico è un brulicare di pedali, e l’atmosfera rilassata invita immediatamente a partire. Dopo una visita al Castello di Rozafa e al mercato tradizionale, si lascia la città seguendo una strada panoramica che costeggia campi coltivati e piccoli centri rurali. Il percorso è di circa 55 km, con dislivelli moderati e asfalto in buone condizioni, adatto anche ai cicloturisti con media esperienza.

Man mano che ci si avvicina al lago di Koman, il paesaggio cambia: le colline diventano più ripide e la strada inizia a stringersi tra gole e verdi pendii. L’arrivo al molo, dove partono i celebri traghetti verso Fierza, è un momento indimenticabile. Le acque smeraldo si insinuano tra pareti rocciose, creando un fiordo balcanico unico nel suo genere.

by Matteo

La Riviera Albanese in bici: da Valona a Himara tra mare turchese e passi panoramici

26/11/2025 in Viaggi

La costa ionica albanese è una sorpresa di colori, profumi mediterranei e strade spettacolari a picco sul mare. Il percorso cicloturistico da Valona (Vlorë) a Himara è uno dei più suggestivi del Paese, ideale per chi ama pedalare tra spiagge da cartolina e sfide altimetriche.

Il tragitto è lungo circa 65 km, ma la sua caratteristica principale è il celebre Passo di Llogara, che raggiunge oltre 1000 metri di quota e regala viste mozzafiato sul Mar Ionio e sull’arcipelago di Karaburun. La salita è impegnativa ma regolare, perfetta per chi ha una buona preparazione o una bici gravel/e-bike.

Dopo il passo, la strada scende con curve morbide verso la costa, aprendo scenari da sogno: baie solitarie, oliveti secolari, paesini in pietra e spiagge come Dhermi, Jala e Livadhi. Himara accoglie i ciclisti con taverne sul mare, pesce fresco e tramonti arancioni.

by Matteo

La Via dei Balcani: da Veliko Tărnovo al Passo Shipka

25/11/2025 in Viaggi

C’è un punto in cui il cicloturismo smette di essere semplice esplorazione e diventa racconto. Succede spesso in Bulgaria, soprattutto quando si pedala da Veliko Tărnovo, l’antica capitale medievale, verso le alture del Passo Shipka, luogo simbolo dell’indipendenza nazionale. Un percorso di circa 75 chilometri che unisce cultura e fatica, musei e tornanti, pietra e vento.

Si parte dalle strade acciottolate che circondano la fortezza di Tsarevets, dove le prime pedalate scorrono tra artigiani, studenti e profumo di caffè. Il traffico è moderato e, superata la città, il paesaggio si apre in una campagna morbida, punteggiata da campi di girasole e villaggi che sembrano sospesi nel tempo. La salita vera comincia a Gabrovo, cittadina laboriosa e porta d’ingresso ai Balcani centrali. Qui la strada prende quota in modo costante, con pendenze che sfiorano il 7%, ma mai proibitive.

Gli ultimi chilometri sono i più intensi: curve strette, boschi fitti e—improvviso—il panorama. In vetta, il Monumento di Shipka veglia come un guardiano di pietra. I cicloturisti si fermano, respirano e osservano l’orizzonte che abbraccia mezza Bulgaria. È un arrivo che non premia solo le gambe, ma la memoria.

La discesa verso il Valle delle Rose è lunga e fluida, profumata e luminosa. Il percorso si conclude a Kazanlăk, capitale dell’olio di rosa e delle tombe trace patrimonio UNESCO. Un itinerario che racconta un Paese intero, con la lentezza delle ruote e lo sguardo privilegiato di chi viaggia a pedali.

by Matteo

La Strada del Mar Nero: da Burgas a Sozopol

25/11/2025 in Viaggi

Sul Mar Nero, la Bulgaria rivela una dimensione sorprendente: selvaggia, luminosa, mediterranea senza esserlo davvero. Il percorso costiero tra Burgas e Sozopol è uno dei più accessibili e suggestivi del Paese, ideale per cicloturisti curiosi, famiglie attive e viaggiatori che cercano mare e cultura senza folla eccessiva. Sono poco più di 35 chilometri, ma intensi, vari, fotogenici.

Si parte dal lungomare di Burgas, città moderna e vivace, dove piste ciclabili ben tracciate accompagnano i turisti attraverso parchi e terrazze affacciate sull’acqua. Pochi chilometri e si entra nella Riserva del Lago Poda, paradiso per birdwatcher: fenicotteri, cormorani e aironi si muovono a pochi metri dalle biciclette, separati solo da passerelle in legno e silenzi salmastri.

La costa poi si fa più rocciosa e il percorso sale dolcemente, offrendo scorci continui sulle baie turchesi. Il traffico resta contenuto, soprattutto fuori stagione, e i piccoli chioschi lungo la strada servono frutta fresca e yogurt locale, perfetti per una sosta rigenerante. L’arrivo a Sozopol è un ingresso teatrale: case in legno scuro, strade strette, porto di pescatori e un’atmosfera che alterna archeologia e vita di mare.

Fondata dai Greci con il nome di Apollonia, Sozopol invita a passeggiare, mangiare pesce e godersi il tramonto dal bastione. Per chi ha ancora energie, è possibile proseguire fino alla spiaggia di Kavatsite, ampia, calma, ideale per chiudere la giornata con un tuffo.

Un itinerario breve ma completo, che mostra il volto più marino e rilassato della Bulgaria, ricordando che il cicloturismo non è solo sfida, ma anche piacere lento.

by Matteo

L’anello perfetto: come la ciclovia del Brenta sta riscrivendo il turismo lento nel Nordest

24/11/2025 in Viaggi

La ciclovia del Brenta non è più solamente un percorso cicloturistico: è diventata un modello di mobilità dolce che unisce territori diversi attraverso un’unica narrazione fatta di fiumi, ville venete e piccoli borghi. Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’estate 2023 che ha segnato un aumento del 28% dei passaggi registrati dalle contabici installate lungo la tratta, l’itinerario è entrato stabilmente nella lista dei “must ride” italiani.

Il percorso, che collega Trento a Venezia seguendo il corso del fiume Brenta, attraversa scenari in cui la natura è protagonista silenziosa. A poche pedalate dalle rive, i cicloturisti incontrano luoghi simbolo come Bassano del Grappa, con il suo ponte storico, o le ville palladiane che punteggiano la pianura. Ma la vera novità è l’indotto: ostelli bike-friendly, piccoli laboratori di artigiani che offrono assistenza meccanica e una rete crescente di agriturismi che puntano su prodotti locali e “ristoro ciclista”.

Il viaggio è accessibile a tutti, grazie a un dislivello modesto e a un fondo quasi interamente asfaltato. Ma non per questo manca l’avventura. Un tratto particolarmente suggestivo è quello tra Valstagna e Cismon del Grappa, dove il fiume scorre incassato in gole strette e la pista rivela scorci inattesi. “Il piacere della scoperta qui non è un dettaglio: è il filo conduttore”, afferma Marta Bellini, guida cicloturistica della zona.

La ciclovia del Brenta dimostra come il turismo lento stia assumendo un ruolo centrale nello sviluppo territoriale. Un percorso che non si limita a collegare punti sulla mappa, ma che invita a rallentare, osservare e riscoprire un Veneto meno conosciuto e più autentico.

by Matteo

Pedalare tra mare e borghi: la nuova vita della Ciclovia Adriatica

24/11/2025 in Viaggi

Dove un tempo c’erano soltanto località balneari e traffico estivo, oggi corre una delle infrastrutture cicloturistiche più interessanti del panorama nazionale: la Ciclovia Adriatica. Dal Friuli alla Puglia, il grande corridoio costiero sta attirando viaggiatori da tutta Europa, complici la facilità dei percorsi e un patrimonio culturale che alterna porti storici, riserve naturali e cittadine affacciate sul mare.

Negli ultimi mesi è stato inaugurato un nuovo tratto tra Fano e Senigallia, che grazie alla vicinanza con la spiaggia e ai numerosi accessi diretti al lungomare è diventato rapidamente uno dei segmenti più frequentati. La qualità del fondo—per gran parte separato dal traffico—ha convinto anche le famiglie, che scelgono l’Adriatica per escursioni brevi e sicure.

Ma il cuore del progetto è altrove: nella capacità di connettere borghi dell’entroterra con la costa, favorendo un turismo più distribuito e meno stagionale. La deviazione che sale verso Corinaldo, ad esempio, porta i ciclisti dentro uno dei borghi fortificati meglio conservati delle Marche. “Per noi ha significato un nuovo tipo di visitatore, più attento alla storia e ai prodotti locali”, spiega Sandro Lippi, ristoratore del centro storico.

Anche la biodiversità è un elemento chiave del viaggio. Attraversando l’area della Laguna di Lesina o le dune del Parco del Conero, il cicloturista si trova spesso a pedalare in ambienti protetti dove prevalgono silenzio e colori intensi. E non mancano le sfide: alcune salite interne, come quelle che conducono a Termoli Vecchia o al promontorio di San Nicola a Peschici, regalano panorami da cartolina ma mettono alla prova gambe e fiato.

La Ciclovia Adriatica continua così la sua evoluzione: da semplice collegamento costiero a spina dorsale del turismo sostenibile italiano, capace di offrire esperienze diverse in un unico, lungo viaggio che profuma di mare e storia.

by Matteo

Sulla Strada delle Ruote Sottili: come il cicloturismo sta cambiando il modo di viaggiare in Italia

23/11/2025 in News

Negli ultimi mesi, complice il desiderio crescente di esperienze autentiche e all’aria aperta, il cicloturismo sta vivendo una nuova stagione d’oro. Non più soltanto un’attività per sportivi o appassionati di lunga data: oggi la bici è diventata un mezzo democratico, scelto da famiglie, viaggiatori solitari e gruppi di amici che cercano un modo alternativo di esplorare il territorio.

La riscoperta delle vie minori

A segnare la differenza è la riscoperta delle strade secondarie, quelle che sfuggono ai flussi del turismo di massa. Dal Veneto alla Puglia, passando per l’Appennino, i percorsi ciclabili e le antiche vie rurali stanno tornando a riempirsi di ruote sottili. Sono traiettorie calme, a misura d’uomo, dove il rumore del traffico lascia spazio ai campanacci delle greggi, al fruscio del vento tra i campi, ai saluti dei residenti che spesso si trasformano in racconti e consigli preziosi.

Un turismo che lascia tracce leggere

Il cicloturismo non è soltanto una scelta di viaggio: è un modo di relazionarsi ai luoghi. Le comunità locali, sempre più consapevoli del suo potenziale, stanno investendo in infrastrutture dedicate, bike hotel, officine mobili e servizi pensati per chi viaggia a pedali. L’indotto cresce e, a differenza di altri modelli turistici, lo fa senza consumare il territorio.

Tecnologia e bici: un’alleanza vincente

A trainare il fenomeno c’è anche la tecnologia. Le bici elettriche hanno abbattuto uno dei principali ostacoli, la fatica, aprendo percorsi collinari e di media montagna a un pubblico più ampio. App e mappe digitali permettono di tracciare itinerari personalizzati, monitorare altimetrie, scoprire punti d’interesse e, soprattutto, viaggiare in sicurezza. Un mix che rende il cicloviaggio più accessibile che mai.

L’emozione dell’arrivo

Chi pratica cicloturismo lo sa: non è solo la meta a contare, ma la sensazione di conquista che accompagna ogni tappa. Arrivare in un borgo dopo una salita impegnativa o scorgere il mare dopo chilometri di colline regala un’emozione che nessun altro mezzo di trasporto può offrire. È una gratificazione semplice e potente, fatta di sudore, paesaggi e libertà.

Un invito a salire in sella

Se c’è una tendenza chiara nel turismo contemporaneo è la voglia di autenticità. E la bici, in questo senso, è uno strumento perfetto. Ogni viaggio diventa un racconto, ogni deviazione un’opportunità, ogni incontro una storia.L’Italia è pronta: ora manca solo chi vuole mettersi in gioco, chilometro dopo chilometro.

by Matteo

Pedalando nel cuore del Lazio: la Ciclovia del Tevere tra natura, borghi e memoria storica

22/11/2025 in Viaggi

Nel Lazio esiste un percorso capace di unire natura, storia e quiete fluviale in un’unica esperienza a due ruote. È la Ciclovia del Tevere, un itinerario che segue fedelmente il corso del “biondo fiume” e che, negli ultimi anni, sta diventando una delle mete più apprezzate dai cicloturisti in cerca di paesaggi autentici e pedalate senza stress.

Un tracciato accessibile, tra i più suggestivi della regione

La ciclovia è ancora in fase di sviluppo, ma già oggi vanta lunghi tratti continui e ben mantenuti. Il percorso più frequentato parte dall’area naturalistica del Lago di Nazzano, nel territorio protetto dell’Oasi “Tevere-Farfa”: un luogo ideale per cominciare a pedalare immersi nel silenzio, tra canneti, aironi e falchi che sorvolano l’acqua.

Da qui si procede lungo argini sterrati ben battuti e brevi tratti asfaltati, attraversando una campagna che alterna campi coltivati, golene alberate e piccoli centri rurali. Il fondo regolare la rende adatta a tutti: dalle gravel ai trekking bike, fino alle famiglie con bambini.

Borghi, storia e archeologia a pochi metri dal fiume

Il Tevere è una linea del tempo che corre verso sud. Pedalando lungo la ciclovia si incrociano borghi come Torrita Tiberina, Filacciano e Ponzano Romano, dove il ritmo della vita sembra essersi fermato. Le deviazioni verso i centri storici sono brevi e ripagano con viste panoramiche e piazze tranquille dove concedersi una sosta.

Più avanti, la campagna lascia gradualmente spazio ai segni della storia: casali rurali, resti archeologici e antiche vie di transito che ricordano come questo fiume abbia plasmato il territorio per secoli.

L’ingresso a Roma: un finale suggestivo

Il tratto urbano, oggi oggetto di interventi di riqualificazione, introduce il ciclista verso la Capitale lungo percorsi protetti, costeggiando ponti storici e scorci inattesi sulla città. L’arrivo a Ponte Milvio, uno dei simboli ciclopedonali di Roma, rappresenta il naturale coronamento della pedalata.

Perché sceglierla

La Ciclovia del Tevere offre un viaggio semplice ma ricco: paesaggi fluviali, fauna protetta, borghi silenziosi e un contatto ravvicinato con la storia del Lazio. Un itinerario perfetto per chi cerca una pedalata rigenerante, senza rinunciare alla scoperta.

by Matteo

Pedalando tra borghi e colline: il nuovo volto del cicloturismo italiano

21/11/2025 in News

Negli ultimi anni il cicloturismo in Italia ha conosciuto una crescita sorprendente, trasformandosi da esperienza di nicchia a fenomeno capace di attirare viaggiatori di ogni età. Complice la riscoperta dei ritmi lenti, l’attenzione alla sostenibilità e l’ampliamento delle infrastrutture dedicate, sempre più persone scelgono di esplorare il Paese in sella alla propria bicicletta.

Le regioni che stanno guidando questa rivoluzione sono diverse: dal Veneto, con la ciclabile delle Dolomiti che collega Cortina a Dobbiaco, alla Toscana, meta prediletta per chi ama pedalare tra vigneti e strade bianche. Ma anche il Sud sta recuperando terreno: Puglia, Basilicata e Sicilia stanno investendo in percorsi ciclabili che valorizzano coste, aree rurali e borghi storici.

Un esempio significativo è la crescente popolarità della Ciclovia Adriatica, che corre dalla Romagna fino al Salento. Secondo gli operatori turistici, negli ultimi due anni gli arrivi sono aumentati grazie anche alla presenza di servizi mirati: bike hotel, officine mobili, mappe digitali e punti di ricarica per e-bike. È proprio quest’ultima categoria a dominare: la bici a pedalata assistita permette di affrontare itinerari più impegnativi, rendendo accessibili colline e montagne anche a chi non è allenato.

Il cicloturismo non è solo sport, ma un modo di vivere il territorio. Lungo i percorsi si moltiplicano iniziative legate a cultura e gastronomia: degustazioni all’aperto, visite guidate a musei diffusi, laboratori artigianali aperti ai viaggiatori. Il risultato è un turismo esperienziale che, oltre a valorizzare il patrimonio locale, offre un ritorno economico diretto alle comunità.

Gli esperti concordano su un punto: il futuro del turismo italiano passerà anche dalle due ruote. Le amministrazioni stanno lavorando per unire le tratte esistenti in grandi dorsali nazionali, mentre cresce l’interesse verso format innovativi come i viaggi “bikepacking”, che prevedono itinerari di più giorni con bagagli ultraleggeri.

Pedalare, oggi, significa scegliere un modo più consapevole di scoprire l’Italia. E mentre nuove ciclabili nascono ogni anno, aumenta il numero di chi decide di salire in sella non solo per una vacanza, ma per un nuovo stile di vita.

by Matteo

Pedalando lungo la Via del Mare: il fascino lento della costa adriatica

20/11/2025 in Viaggi

C’è un momento, durante un viaggio in bicicletta, in cui il ritmo delle pedalate si sovrappone al rumore del mare. È una sincronia fragile, quasi impercettibile, ma sufficiente a ricordarci perché il cicloturismo sta conquistando sempre più viaggiatori: la libertà non è nelle grandi velocità, ma nei dettagli che non sfuggono.

La Via del Mare, itinerario ciclabile che corre parallelo alla costa adriatica tra Ravenna e Senigallia, è uno di quei percorsi in cui questa magia prende forma. Sessanta chilometri di piste dedicate, strade secondarie e tratti sterrati curati, capaci di restituire al ciclista non solo un viaggio, ma un racconto.

Un percorso per tutti, ma non per tutti i giorni

Chi si aspetta una semplice pedalata in pianura resterà sorpreso. Il tragitto si snoda tra pinete secolari, argini fluviali, borghi marinari e campi che profumano di salsedine. La varietà dei paesaggi spinge a fermarsi spesso, ad osservare, ad ascoltare: una lentezza che diventa parte integrante del viaggio.

Le ciclabili sono ben segnalate, ma ogni percorso costiero porta con sé la sfida del vento. A volte compagno benevolo, altre nemico invisibile, capace di rallentare anche il ciclista più allenato. È proprio questa imprevedibilità a rendere la Via del Mare un percorso adatto a tutti, ma da affrontare con rispetto.

Storie di borghi e di marinai

Pedalando verso sud si incontrano località che sembrano uscite da un libro illustrato. A Cervia, l’odore dolce delle saline accompagna l’ingresso in città; a Cesenatico il porto leonardesco ricorda che anche la storia si può attraversare su due ruote. Ogni sosta porta con sé un piatto tipico, un dialetto diverso, un racconto di pesca e di vento.

La forza della Via del Mare sta proprio qui: la scoperta non è mai soltanto paesaggistica, ma profondamente umana.

Il tramonto come arrivo

Arrivare a Senigallia nell’ora in cui il cielo esplode in un arancio liquido è un piccolo privilegio che ricompensa ogni sforzo. Le biciclette si appoggiano ai parapetti del lungomare, i cicloturisti si concedono un gelato o una birra fresca. E mentre il sole scivola oltre l’orizzonte, la sensazione è quella di aver chiuso un cerchio: il viaggio lento torna a dimostrare di essere il modo più sincero di conoscere un territorio.