Gravel: la nuova frontiera del cicloturismo avventuroso
15/09/2025 in News
Nata come disciplina di nicchia negli Stati Uniti, la gravel bike ha conquistato in pochi anni il cuore degli appassionati europei. Telaio robusto, gomme più larghe, geometria pensata per affrontare lunghi percorsi misti: non è una bici da corsa, non è una MTB, ma una sintesi che apre infinite possibilità.
In Italia il fenomeno è esploso: eventi come la “Nova Eroica” in Toscana o la “Jeroboam” in Franciacorta radunano ogni anno migliaia di ciclisti da tutta Europa. Non si tratta di gare, ma di avventure collettive su strade bianche, sterrati e sentieri che attraversano boschi e colline.
La filosofia è semplice: libertà e scoperta. Chi pedala su gravel non cerca la velocità, ma la possibilità di andare “oltre l’asfalto”, di deviare da un percorso segnalato per esplorare un borgo, un mulino abbandonato, un argine dimenticato. È un ritorno al ciclismo come esplorazione, dove la traccia GPS è solo una guida e non un vincolo.
Il boom della gravel ha anche un risvolto economico. Alcune regioni stanno investendo per promuovere i propri percorsi sterrati: in Veneto è nato il progetto “Terre di Gravel”, in Sardegna la “Sardinia Gravel Trail”. Non solo itinerari, ma anche accoglienza su misura: bike hotel, officine lungo i percorsi, servizi di trasporto bagagli.
Il messaggio è chiaro: il cicloturismo del futuro sarà sempre più avventuroso, lento e capace di unire sport e scoperta. La gravel non è una moda, ma una porta aperta su un nuovo modo di viaggiare.
Tra vigne e borghi: il cicloturismo che riscopre l’Italia minore
15/09/2025 in News
Un’Italia meno nota, fatta di strade bianche, vigne che si arrampicano sui colli e borghi che sembrano usciti da un affresco medievale, sta diventando la nuova meta dei cicloturisti. Secondo l’ultimo rapporto Isnart-Unioncamere, il cicloturismo nel nostro Paese vale ormai oltre 7 miliardi di euro l’anno. Ma ciò che sorprende è il cambio di rotta: non più solo grandi ciclovie europee come l’Adige o la Via Francigena, bensì un crescente interesse per i territori “minori”.
In Piemonte, ad esempio, il “Giro del Barbaresco” offre 75 chilometri tra vigneti e cascine storiche, mentre in Umbria la “Greenway del Nera” si snoda lungo le sponde di un fiume cristallino, passando per abbazie millenarie. Itinerari che non richiedono grandi imprese sportive, ma un passo lento e la voglia di perdersi in panorami intatti.
A favorire questa tendenza è anche la crescente diffusione delle e-bike, che permettono a un pubblico più ampio di affrontare salite e sterrati senza timore. “Il cicloturista di oggi cerca autenticità, non performance” spiega un operatore di tour in bicicletta del Chianti. “Vuole conoscere i produttori locali, fermarsi a un mercato di paese, assaggiare un vino nel luogo in cui nasce”.
Il risultato è un turismo sostenibile, che genera valore economico senza snaturare i luoghi, e che restituisce dignità a strade secondarie, sentieri e borghi che rischiavano l’abbandono. Un nuovo modo di viaggiare che fa bene ai territori – e alle gambe.
Dolomiti in sella: pedalare tra le montagne patrimonio UNESCO
14/09/2025 in Viaggi
Pedalare tra le Dolomiti è un’esperienza che va oltre il semplice cicloturismo: è un viaggio dentro un paesaggio che unisce natura, storia e sfida sportiva. Ogni curva regala panorami che tolgono il fiato, mentre i tornanti raccontano la fatica e la passione di generazioni di ciclisti.
Il percorso: dal Passo Gardena al Pordoi
L’itinerario classico parte da Corvara, nel cuore dell’Alta Badia, e attraversa i passi più iconici delle Dolomiti. Si comincia con il Passo Gardena, che apre lo sguardo sulle vette del Gruppo Sella, per poi scendere in Val Gardena. Da qui si prosegue verso il Passo Sella, con i suoi 2.244 metri e le vedute spettacolari sul Sassolungo.
Il giro continua con l’ascesa al Passo Pordoi, una delle salite leggendarie del Giro d’Italia. Qui, tra le 33 curve che salgono da Arabba, la fatica incontra la memoria sportiva: al passo, una stele ricorda il “Campionissimo” Fausto Coppi.
Emozioni e suggestioni
Il bello di pedalare sulle Dolomiti non è solo la conquista della vetta, ma anche la varietà di esperienze lungo il percorso: borghi ladini, malghe che offrono formaggi e speck, prati fioriti che in estate si colorano come un mosaico naturale. Ogni sosta diventa occasione per respirare cultura e tradizione, oltre che per ricaricare le energie.
Per chi è adatto
Il percorso richiede buona preparazione fisica: sono oltre 50 km con dislivelli impegnativi. Ma esistono anche versioni più brevi o assistite, con e-bike e navette per chi vuole vivere l’esperienza senza l’assillo della performance.
Consigli pratici
Periodo migliore: da giugno a settembre, quando i passi sono liberi dalla neve.
Eventi: da non perdere il Sellaronda Bike Day, giornata in cui le strade vengono chiuse al traffico motorizzato.
Attrezzatura: abbigliamento a strati, borraccia sempre piena e un buon set di luci, perché il meteo in montagna cambia rapidamente.
Genova, pedalando tra mare e colline: il fascino del percorso ciclabile del Ponente
13/09/2025 in Viaggi
Un itinerario che unisce il respiro del mare alla quiete dei borghi: è il percorso ciclabile che attraversa il ponente genovese, tra Voltri, Pra’ e Pegli, una delle tratte più apprezzate dai cittadini e dai cicloturisti.
Il tracciato corre in gran parte lungo la linea di costa, sfruttando la passeggiata a mare e collegandosi a tratti di nuova realizzazione. Da una parte il blu del Mar Ligure, dall’altra i giardini, le palme e le ville storiche che raccontano secoli di storia. L’itinerario è pianeggiante e adatto a tutti, dalle famiglie con bambini ai ciclisti più allenati, con aree di sosta e punti panoramici ideali per una pausa.
Particolarmente suggestivo il tratto di Pra’, dove la pista corre accanto al porto turistico e si apre verso il mare con scorci che ricordano piccole riviere. A Pegli, invece, la pedalata si accompagna al profilo ottocentesco del lungomare, tra stabilimenti balneari e gelaterie storiche.
Il percorso non è solo tempo libero, ma anche mobilità sostenibile: molti residenti lo utilizzano quotidianamente per spostarsi in bicicletta verso scuole, uffici e stazioni ferroviarie, riducendo traffico e inquinamento.
Il Comune, insieme ai Municipi, sta lavorando per potenziare ulteriormente la rete, collegando i tratti già esistenti con nuove piste verso il centro città. L’obiettivo è creare un vero e proprio asse ciclabile che renda Genova più accessibile e vicina al modello delle grandi città europee.
Pedalare nel Ponente diventa così non solo un’occasione di svago, ma anche un modo per scoprire una Genova diversa: lenta, sostenibile e a misura di cittadino.
Ascoli pedala verso il futuro: nasce la ciclovia che unisce stazioni e servizi
12/09/2025 in News
ASCOLI – Una città che si muove meglio è una città che respira meglio. Con questa convinzione la giunta comunale ha dato il via libera alla candidatura di Ascoli al bando del Ministero dei Trasporti per il finanziamento delle ciclovie urbane intermodali.
Il progetto presentato non è un semplice tracciato di asfalto, ma un tassello di una visione più ampia: la “Ciclovia Urbana Intermodale – Stazioni e Servizi”. L’idea è quella di completare e potenziare la rete ciclabile già avviata con MobilitAP, cucendo insieme punti nevralgici della mobilità cittadina. Il nuovo percorso collegherà piazza Immacolata con la stazione ferroviaria di San Filippo, fino ad arrivare al cuore pulsante degli spostamenti: la stazione centrale e l’autostazione dei bus.
Non solo pista ciclabile, quindi, ma una vera spina dorsale per un sistema di trasporti che vuole essere integrato e sostenibile. “Mettere la bicicletta al centro significa offrire alternative concrete, alleggerire il traffico e rendere la città più vivibile”, sottolineano dal Comune, che ha lavorato al progetto in sinergia con la Fiab.
Se il bando darà esito positivo, Ascoli potrà contare su un corridoio verde capace di accompagnare studenti, pendolari e turisti nei loro spostamenti quotidiani, unendo la praticità della bici con l’efficienza del trasporto pubblico. Un passo che porta la città un po’ più vicina all’Europa delle due ruote, dove pedalare non è solo un’opzione, ma una scelta di qualità di vita
Pedalare sul Passo Pordoi: il mito delle Dolomiti su due ruote
11/09/2025 in Viaggi
C’è un nome che, per ogni ciclista, evoca immediatamente leggenda, fatica e bellezza: Passo Pordoi. Situato a 2.239 metri d’altitudine tra le vette dolomitiche, questo valico non è soltanto un confine geografico tra Trentino e Veneto, ma un traguardo simbolico per chi ama misurarsi con la montagna in sella a una bici.
La salita, tra mito e realtà
Il versante più noto parte da Canazei, in Val di Fassa: 12,9 chilometri di ascesa, 799 metri di dislivello e una pendenza media che si mantiene attorno al 6%. Una salita regolare, mai impossibile, ma capace di logorare con i suoi 27 tornanti che si susseguono come un rosario. Ogni curva è numerata: un piccolo conforto psicologico per chi pedala, un invito a resistere fino alla successiva.
Dal lato opposto, quello di Arabba, l’impegno è simile: 9,2 chilometri, 638 metri di dislivello e pendenze più incisive, che toccano il 9% in alcuni tratti. Qui il panorama si apre sulle cime del Sella e sulla Marmolada, rendendo la fatica parte di uno spettacolo naturale.
Un palcoscenico del Giro d’Italia
Il Pordoi non è una semplice salita: è un tempio del ciclismo. Il Giro d’Italia vi è transitato decine di volte, spesso con il “Cima Coppi”, il punto più alto della corsa. Qui si celebra la memoria di Fausto Coppi, con un monumento che richiama il legame eterno tra il Campionissimo e le Dolomiti. Fermarsi davanti a quella statua è un rito, quasi un atto dovuto per chi affronta il passo in bicicletta.
Pedalare dentro un paesaggio patrimonio UNESCO
Oltre allo sforzo fisico, ciò che colpisce chi affronta il Pordoi è il contesto: le Dolomiti, patrimonio dell’umanità UNESCO. Le torri rocciose del Sella, i prati verdi in estate, i riflessi della neve d’inverno: ogni stagione trasforma il percorso in un quadro diverso. Arrivati in cima, la vista si apre a 360 gradi e la fatica si scioglie in una sensazione di conquista.
GARGANO: AL VIA LA NUOVA PISTA CICLABILE TRA CAGNANO VARANO E ISCHITELLA
10/09/2025 in News
Posata la prima pietra per un’infrastruttura verde da oltre 6 km
Il Gargano investe nel futuro della mobilità sostenibile. Questa mattina, alla presenza del commissario straordinario del Parco Nazionale del Gargano, Raffaele Di Mauro, e del sindaco di Cagnano Varano, Michele Di Pumpo, è stata posata la prima pietra del cantiere per la realizzazione di una nuova pista ciclabile che unirà i territori di Cagnano Varano e Ischitella.
Il tracciato avrà una lunghezza complessiva di oltre sei chilometri: 2,7 ricadranno nel Comune di Cagnano Varano e 3,87 nel Comune di Ischitella. L’opera, dal valore complessivo di circa 2,2 milioni di euro, è finanziata per la gran parte con fondi del Ministero dell’Ambiente nell’ambito del programma Parchi per il Clima 2019, mentre una quota di 218mila euro proviene direttamente dal bilancio dell’Ente Parco.
Il progetto non si limita alla sola pista: lungo il percorso sorgeranno due aree di sosta accessibili anche ai disabili, attrezzate con tavoli e panche in legno, per incentivare l’uso del tracciato da parte di famiglie e cicloturisti.
Un’infrastruttura che arricchirà l’offerta ciclabile del promontorio, contribuendo a rafforzare il legame tra tutela ambientale, turismo e sviluppo locale.
IRSINA CITTÀ DELLO SPORT E DEL BENESSERE
10/09/2025 in News
Irsina si prepara a vivere una giornata speciale, interamente dedicata al movimento e alla scoperta del territorio. Giovedì 11 settembre il borgo lucano diventerà infatti la “città dello sport e del benessere”, con un calendario di appuntamenti che intrecciano escursionismo, cultura e mobilità sostenibile.
La mattinata si aprirà con un’escursione a piedi lungo le mura del borgo antico, guidata dall’Associazione Falco Naumanni – sezione C.A.I. di Matera. Un percorso che condurrà i partecipanti attraverso luoghi di pregio architettonico e scorci naturalistici poco conosciuti, per riscoprire la bellezza di Irsina da prospettive insolite.
Seguirà, presso la sala consiliare del Comune, la conferenza stampa di presentazione del progetto “BY BIKE IRSINA: Pedalando per l’antica Montepeloso tra natura, cultura ed enogastronomia”, vincitore del bando Bici in Comune. L’iniziativa, promossa in collaborazione con Sport e Salute, punta a coniugare il cicloturismo con la valorizzazione del patrimonio storico ed enogastronomico locale, proponendo un modello di turismo lento e sostenibile.
La giornata rappresenta un’occasione non solo per conoscere il progetto, ma anche per favorire la partecipazione attiva della cittadinanza e la nascita di nuove collaborazioni. L’ingresso è libero e gratuito. L’evento è patrocinato da Sport e Salute, dall’Associazione Falco Naumanni e dall’Associazione Il Ciclamino FIAB Onlus.
Il Großglockner: la sfida regina dei passi alpini austriaci
09/09/2025 in Viaggi
Se esiste un nome che fa battere il cuore di ogni ciclista alpino, è quello del Großglockner. Con i suoi 3.798 metri, è la vetta più alta d’Austria, e la strada alpina che porta verso il massiccio è una leggenda a due ruote.
Il percorso inizia dolcemente nella valle di Zell am See, tra prati fioriti e laghi turchesi, ma presto la salita si fa seria: pendenze che sfiorano il 12% e tornanti che si arrampicano in una spirale infinita. La Großglockner Hochalpenstraße è un banco di prova, un traguardo personale più che un semplice passo.
Ogni curva regala un panorama diverso: marmotte che sbucano dai prati, ghiacciai che scintillano in lontananza, cascate che si gettano impetuose tra le rocce. L’altitudine si fa sentire, ma lo spettacolo naturale ripaga di ogni pedalata.Arrivare al punto panoramico dell’Edelweißspitze, con la sua vista a 360 gradi, significa conquistare non solo una strada, ma una parte di sé stessi.Il consiglio è di affrontarlo nelle prime ore del mattino, quando il traffico automobilistico è scarso e il silenzio delle montagne amplifica ogni emozione. In cima, un caffè caldo nella piccola baita panoramica ha il sapore della vittoria.
La ciclabile del Danubio: l’ingresso trionfale nelle Alpi
09/09/2025 in Viaggi
Pedalare lungo il Danubio è un classico del cicloturismo europeo, ma è quando il fiume si stringe tra le gole rocciose dell’Alta Austria che il paesaggio inizia a cambiare radicalmente. Dopo i vigneti del Wachau, la ciclabile diventa un corridoio verde che si insinua verso le Alpi, regalando una transizione dolce ma emozionante tra pianura e montagna.
Gli ultimi chilometri prima di Linz sono già un preludio di salite più impegnative: piccoli borghi con campanili aguzzi si alternano a boschi fitti e a tratti di pista perfettamente asfaltata. Qui si respira un’aria di avventura: i cartelli iniziano a segnalare deviazioni verso laghi alpini e passi più impegnativi, aprendo la strada a itinerari per ciclisti che cercano qualcosa di più del semplice viaggio lungo fiume.
Il bello della ciclabile del Danubio è la sua accessibilità: famiglie, cicloturisti con borse laterali e sportivi condividono la stessa rotta, ma ciascuno trova il proprio ritmo. Fermarsi in una Gasthaus e ordinare un piatto di canederli o una fetta di strudel diventa parte integrante del percorso, un rituale che fa parte dell’esperienza.
Chi prosegue verso Salisburgo scoprirà che le Alpi non sono un muro invalicabile, ma un invito: i sentieri si moltiplicano, i panorami si aprono, e ogni salita porta a una discesa che ripaga dello sforzo con pura libertà.









