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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Cristian Nardecchia nella leggenda: 135 miglia in waterbike, tra mare e determinazione

11/06/2025 in News

Civitavecchia – Una sfida estrema, una traversata epica e un uomo che non smette mai di stupire. Cristian Nardecchia, ciclista di Sezze, ha compiuto oggi un’impresa destinata a entrare nella storia dello sport non convenzionale: ha raggiunto Civitavecchia in sella alla sua waterbike, una bicicletta d’acqua progettata per pedalare sul mare, e ha già centrato l’obiettivo che si era posto.

Partito venerdì scorso da Bastia, in Corsica, Nardecchia ha affrontato il mare aperto percorrendo ben 135 miglia nautiche (oltre 250 km) grazie alla sola forza delle gambe e a un’inesauribile volontà. Un’impresa che unisce sport, avventura e resilienza, e che lo consacra tra i pionieri di una nuova frontiera dell’endurance.

Ma il viaggio non è ancora finito. Domani, infatti, Cristian punta alla spiaggia dell’Oasi di Kufra a Sabaudia, dove si concluderà ufficialmente la traversata. Un arrivo simbolico quanto carico di significato, che chiude il cerchio di un percorso iniziato con fatica e visione, e che oggi diventa esempio di tenacia e passione.

Non è la prima volta che Nardecchia sorprende con le sue imprese, ma questa volta ha davvero superato sé stesso. Con questa traversata, scrive un nuovo capitolo della sua incredibile storia di uomo e atleta, dimostrando che i limiti sono fatti per essere superati.

Domani, l’abbraccio del mare e della sua terra sarà il giusto coronamento di una sfida che parla di coraggio, spirito d’avventura e amore per lo sport.

by Matteo

Nuove infrastrutture ciclabili nella Città Metropolitana di Venezia: completati importanti interventi sul tracciato Portegrandi – Ca’ Sabbioni

11/06/2025 in News

Venezia — Si rafforza la rete delle piste ciclabili nel territorio veneziano grazie ai recenti interventi portati a termine dalla Città Metropolitana di Venezia. Nell’ambito del secondo lotto di completamento del percorso ciclabile che collegherà Portegrandi a Ca’ Sabbioni, nelle ultime settimane sono stati conclusi due interventi strategici, destinati a migliorare la mobilità sostenibile e la fruibilità del territorio per ciclisti e pedoni.

Uno dei tratti completati è il percorso ciclabile lungo il fiume Dese, che ora si estende fino a via Ponte Alto, nel Comune di Venezia. Si tratta di un collegamento che valorizza il corridoio fluviale come asse verde di mobilità alternativa, con un tracciato immerso nella natura e facilmente accessibile anche per chi si sposta quotidianamente in bicicletta per lavoro o studio.

Contestualmente, è stato terminato il collaudo della nuova passerella ciclabile sul fiume Zero, in località Zuccarello nel Comune di Marcon. L’opera, attesa da tempo dai residenti e dagli utenti della rete ciclabile, rappresenta un tassello fondamentale per la continuità del percorso, superando uno dei principali ostacoli naturali del tracciato.

L’investimento complessivo per questi interventi ammonta a circa 1.200.000 euro, risorse che confermano l’impegno della Città Metropolitana per lo sviluppo di infrastrutture a basso impatto ambientale e a beneficio della qualità della vita. Le nuove realizzazioni si inseriscono in una più ampia strategia di promozione della mobilità dolce e del turismo lento, che negli ultimi anni ha visto crescere l’interesse verso le ciclovie come strumenti di connessione territoriale e valorizzazione paesaggistica.

Con il completamento di questi segmenti, il percorso ciclabile da Portegrandi a Ca’ Sabbioni si avvicina sempre più al suo assetto definitivo, destinato a diventare uno dei corridoi cicloturistici più significativi della provincia veneziana.

by Matteo

Trento, scontro tra ciclisti sulla ciclabile vicino al casello A22: grave un uomo di 69 anni

10/06/2025 in News

Attimi di tensione questa mattina lungo la pista ciclabile nei pressi del casello autostradale di Trento Sud, dove si è verificato un violento scontro tra due ciclisti. L’incidente è avvenuto poco dopo le 8, in un tratto frequentato ogni giorno da numerosi sportivi e pendolari su due ruote.

La dinamica esatta del sinistro è ancora al vaglio delle forze dell’ordine, ma secondo le prime informazioni due biciclette si sarebbero scontrate frontalmente o lateralmente in circostanze ancora poco chiare. Nell’impatto sono rimasti coinvolti un adolescente di 14 anni e un uomo di 69 anni.

Mentre il ragazzo è stato soccorso sul posto dal personale sanitario e non avrebbe riportato ferite preoccupanti, le condizioni dell’uomo sono apparse subito più gravi. Il 69enne è stato stabilizzato sul luogo dell’incidente e trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove è attualmente ricoverato in prognosi riservata.

Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia Locale per effettuare i rilievi e raccogliere testimonianze utili a chiarire le cause dello scontro. Non si esclude che possano aver inciso la velocità, una distrazione o le condizioni del fondo stradale.

L’episodio rilancia il tema della sicurezza sulle piste ciclabili, in particolare nei tratti urbani e periurbani dove la presenza di utenti molto diversi per età ed esperienza può aumentare il rischio di incidenti. Con l’aumento costante del traffico ciclabile, soprattutto nei mesi estivi, le istituzioni locali sono chiamate a riflettere su eventuali misure preventive, dalla segnaletica alla gestione dei flussi.

Intanto, in città cresce l’apprensione per le condizioni del 69enne, mentre si attende un aggiornamento ufficiale da parte dell’ospedale.

by Matteo

Al via la riqualificazione di via Bersaglio e il nuovo tratto della ciclabile FVG4: cambia la viabilità nel cuore di Udine

10/06/2025 in News

Prenderanno il via quest’oggi i lavori di riqualificazione di via Bersaglio, la piccola ma strategica arteria cittadina che unisce largo del Teatro con via Pracchiuso. L’intervento rappresenta un tassello importante nel piano di valorizzazione urbana della città, con l’obiettivo di rendere più funzionale, sicura e accogliente un’area di passaggio spesso trascurata ma ad alta frequentazione pedonale.

Contestualmente, si apre un nuovo capitolo per la mobilità ciclabile udinese. Lungo via Caneva – proprio di fronte al teatro – sarà infatti tracciato un nuovo segmento della pista ciclabile FVG4. Questo itinerario regionale collega Cividale del Friuli con il Friuli Occidentale, passando attraverso paesaggi storici e naturali di grande valore. Il nuovo tratto si innesterà sulla ciclabile già esistente lungo via Treppo, rafforzando il collegamento verso il centro storico e ampliando la rete urbana dedicata alla mobilità sostenibile.

L’intervento su via Bersaglio comprenderà il rifacimento del manto stradale, una riorganizzazione degli spazi pedonali e interventi di arredo urbano. L’obiettivo è rendere il collegamento tra le due vie più ordinato, sicuro e in linea con il contesto storico-architettonico circostante.

La realizzazione del tratto ciclabile lungo via Caneva rappresenta invece una risposta concreta alla crescente domanda di percorsi sicuri per chi si muove in bicicletta, sia per motivi di svago che per esigenze quotidiane. Il potenziamento della FVG4 in ambito urbano permetterà di creare una continuità più efficace tra i percorsi extraurbani e il cuore della città.

Nei prossimi giorni sono previste modifiche temporanee alla viabilità e possibili disagi per residenti e automobilisti, ma l’amministrazione comunale assicura tempi contenuti per i lavori e promette benefici duraturi per tutta la cittadinanza.

Il progetto si inserisce in un più ampio disegno di rigenerazione urbana che punta su mobilità dolce, qualità degli spazi pubblici e valorizzazione dei percorsi pedonali e ciclabili. Un cambiamento che, pur partendo da tratti brevi di strada, racconta una visione più ampia della città del futuro: sostenibile, accessibile e a misura d’uomo.

by Matteo

Pedalando tra le meraviglie elvetiche: un viaggio cicloturistico nel cuore della Svizzera

08/06/2025 in Viaggi

La Svizzera è un mosaico perfetto di natura incontaminata, villaggi pittoreschi e infrastrutture impeccabili. Tra i modi più autentici e sostenibili per scoprire il Paese, il cicloturismo si sta affermando come una delle esperienze più emozionanti per viaggiatori di ogni età. Un itinerario particolarmente suggestivo è il percorso che da Lucerna attraversa l’Oberland bernese fino al Lago Lemano: 300 chilometri di pura meraviglia tra montagne, laghi cristallini e pascoli senza tempo.

Da Lucerna ai piedi delle Alpi

Il viaggio parte da Lucerna, città dal fascino fiabesco adagiata sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni. Dopo aver attraversato il celebre Kapellbrücke e respirato l’aria medievale della città vecchia, si inizia a pedalare verso sud, seguendo le ciclabili perfettamente segnalate che costeggiano il lago. La vista sul Pilatus e sul Rigi accompagna ogni colpo di pedale, mentre piccoli villaggi come Weggis e Vitznau invitano a soste rigeneranti.

Verso l’Oberland bernese: natura e silenzio

La seconda tappa conduce verso Interlaken, incastonata tra il Lago di Thun e il Lago di Brienz. È qui che la natura comincia a mostrare il suo lato più spettacolare: cascate impetuose, vallate silenziose e cime innevate si alternano lungo il percorso. Una deviazione a Lauterbrunnen, con le sue 72 cascate, è quasi obbligatoria. I più allenati possono proseguire fino a Grindelwald, dove le pareti dell’Eiger regalano emozioni da alta montagna anche dal sellino della bici.

Dal passo allo Champagne: il fascino della Svizzera francese

Attraversando il passo del Col des Mosses, non troppo impegnativo ma scenografico, si scende verso Montreux. Qui, il paesaggio cambia: i vigneti terrazzati del Lavaux (Patrimonio UNESCO) annunciano l’ingresso nella Svizzera francese. I profumi dell’uva, i colori del lago e l’aria dolce del Lemano trasformano la pedalata in un’esperienza sensoriale. Una visita a Vevey o a Losanna arricchisce l’itinerario con arte, gastronomia e cultura.

Un viaggio su misura per tutti

La bellezza del cicloturismo svizzero è che ogni tratto può essere adattato: grazie all’ottima rete ferroviaria, è facile combinare treni e bici per ridurre le distanze o saltare i tratti più impegnativi. I numerosi bike hotel e le stazioni di ricarica per e-bike lungo il percorso rendono il viaggio comodo anche per famiglie o ciclisti meno esperti.

Una Svizzera che si pedala

In un mondo che cerca equilibrio tra scoperta e sostenibilità, la Svizzera offre un modello esemplare. Pedalare tra le sue valli e i suoi laghi significa non solo viaggiare, ma immergersi lentamente in un paesaggio che sa ancora parlare con la voce del silenzio, del vento tra i boschi e dell’acqua che scorre. Un modo diverso di conoscere un Paese che, dal sellino della bici, mostra forse il suo volto più autentico.

by Matteo

Mobilità dolce: in arrivo una nuova pista ciclopedonale tra Ciserano e Pontirolo

07/06/2025 in News


Un’infrastruttura attesa da tempo sta per prendere forma nella Bassa Bergamasca. Si tratta della nuova pista ciclopedonale che collegherà l’area dell’Adda alla rotatoria del cosiddetto “Missile”, lungo la Strada provinciale Francesca, all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Geradadda. Un intervento strategico, pensato per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti in un tratto ad oggi privo di percorsi protetti.

La scorsa settimana, le amministrazioni comunali di Ciserano (capofila) e Pontirolo hanno approvato in Giunta un accordo di intenti che sancisce la volontà congiunta di procedere con la realizzazione dell’opera. Il tracciato, lungo 1.362 metri, è concepito per rispondere alle esigenze di mobilità sostenibile e per valorizzare il patrimonio ambientale del territorio attraversato.

Il costo complessivo stimato dell’intervento ammonta a circa 800mila euro. Di questi, 500mila arriveranno da un finanziamento di Regione Lombardia, mentre la Provincia di Bergamo contribuirà con 95mila euro. La quota restante sarà coperta direttamente dai Comuni coinvolti.

Il progetto esecutivo è pronto, ma per procedere con l’avvio dell’iter tecnico-amministrativo manca ancora il via libera definitivo da parte della Provincia. Un passaggio formale, ma cruciale, per dare il via ai lavori.

L’obiettivo è ambizioso: creare un collegamento sicuro e integrato all’interno di una rete ciclabile più ampia, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di riduzione dell’impatto ambientale della mobilità locale. L’infrastruttura sarà fruibile da cittadini, pendolari, studenti e appassionati di cicloturismo, offrendo un’alternativa concreta all’uso dell’auto privata e migliorando la qualità della vita nei centri urbani coinvolti.

L’iniziativa rappresenta inoltre un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale, capace di attrarre risorse sovracomunali per progetti a beneficio della collettività. Una visione condivisa che guarda oltre i confini amministrativi per costruire un territorio più accessibile, connesso e sostenibile.

by Matteo

Tolmezzo–Amaro–Alpe Adria: via libera definitivo alla nuova pista ciclabile, in arrivo 4,4 milioni di euro

06/06/2025 in News

TOLMEZZO – La Regione Friuli Venezia Giulia conferma il proprio impegno nella promozione della mobilità sostenibile e nella valorizzazione del territorio: con l’assegnazione di ulteriori 2,9 milioni di euro al progetto della pista ciclabile Tolmezzo–Amaro–Alpe Adria, salgono a 4,4 milioni i fondi complessivamente disponibili per l’intervento.

La decisione, illustrata oggi dall’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, rappresenta un passaggio fondamentale per l’avvio dei lavori sul secondo lotto del tracciato, che si svilupperà lungo l’ex sedime ferroviario dismesso. Presenti alla conferenza anche il presidente e la vicepresidente del Carnia Industrial Park, Gabriele Bano e Laura Zanella, i sindaci di Tolmezzo (Francesco Vicentini), Amaro (Alberto Mainardis) e Villa Santina (Mauro Giatti), il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini e il consigliere regionale Manuele Ferrari.

Un’infrastruttura strategica per il territorio

Il progetto si articola in due fasi: il primo lotto, per il quale sono già stati allocati 1,5 milioni di euro, riguarda un tratto di 2,5 chilometri tra la rotonda di via Illegio a Tolmezzo e il Rio Confin, nei pressi dell’ex polveriera di Pissebus. I lavori sono già programmati e il completamento è previsto per gennaio 2026.

Il secondo lotto, finanziato con i nuovi fondi, prevede un’estensione di 6,5 chilometri fino all’imbocco del ponte ferroviario sul Fella, nel comune di Amaro. La conclusione dell’intero percorso ciclabile è attesa per la primavera del 2027.

L’infrastruttura non si limiterà alla realizzazione del tracciato ciclopedonale, ma comprenderà anche interventi significativi di riqualificazione e messa in sicurezza di 38 manufatti esistenti, tra cui sottopassi, ponti e gallerie, nel rispetto delle caratteristiche storiche e architettoniche originali.

Valorizzazione storica e turistica

Oltre all’aspetto funzionale, il progetto mira anche a una valorizzazione culturale del territorio: lungo il percorso saranno installati totem informativi che ripercorreranno la storia della tratta ferroviaria dismessa e metteranno in evidenza gli elementi naturali, paesaggistici e culturali della zona.

Questa iniziativa si inserisce nella strategia regionale di promozione del turismo lento e di recupero delle infrastrutture dismesse a fini sostenibili. La ciclovia Tolmezzo–Amaro sarà inoltre un importante raccordo verso la Ciclovia Alpe Adria, uno dei principali itinerari ciclabili transfrontalieri, consolidando il ruolo della Carnia come nodo strategico per il cicloturismo dell’arco alpino.

Una visione integrata di sviluppo

“Questo intervento rappresenta un modello virtuoso di riuso del patrimonio infrastrutturale esistente e un investimento concreto nella mobilità alternativa”, ha dichiarato l’assessore Zilli. “È un’opera che unisce finalità ambientali, storiche ed economiche, e che risponde all’esigenza di una fruizione moderna e sostenibile del territorio”.

Con l’attuazione di questo progetto, la Carnia compie un passo deciso verso una nuova dimensione di accessibilità, attrattività e sviluppo locale, integrando passato e futuro in un’infrastruttura pensata per durare.

by Matteo

Pedalando sulle vette: avventura cicloturistica nelle Alpi Piemontesi

05/06/2025 in Viaggi

Non c’è suono più autentico, quando si affronta la montagna in bicicletta, del respiro che si fa corto e del ticchettio regolare della catena sotto sforzo. E nelle Alpi Piemontesi, questi suoni si fondono con il silenzio maestoso delle valli, l’eco dei torrenti e il profumo dei boschi di larici e abeti. È qui che ho deciso di vivere la mia ultima avventura cicloturistica: cinque giorni, due borse da bikepacking e tanta voglia di salire in alto.

Tappa 1: Da Cuneo al Colle della Maddalena – Il battesimo della salita

Si parte da Cuneo, città elegante e vivace, alle prime luci dell’alba. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere il Colle della Maddalena, uno dei valichi alpini più iconici al confine con la Francia. La strada si arrampica decisa lungo la Valle Stura, punteggiata da piccoli borghi come Demonte e Vinadio. Le gambe protestano già, ma lo spirito è alto: la fatica qui ha un sapore diverso, quello dell’impresa.

Tappa 2: Colle Fauniera – Nella terra dei giganti del ciclismo

Il secondo giorno è una sfida epica: il Colle Fauniera. Noto anche come Colle dei Morti, è una salita mitica per ogni appassionato. Si sale oltre i 2.400 metri, immersi in un paesaggio lunare. Qui, una statua di Marco Pantani veglia sul passo, testimone di imprese eroiche. Pedalare su queste strade è un atto di rispetto verso chi ha scritto pagine di storia del ciclismo.

Tappa 3: Discesa nella Val Maira – Dove il tempo si è fermato

Dopo le grandi fatiche, la ricompensa arriva sotto forma di discesa. La Val Maira è un angolo remoto e selvaggio, dove il turismo di massa non è ancora arrivato. Le strade strette si snodano tra boschi e borghi in pietra come Elva e Stroppo. Una sosta in agriturismo diventa occasione per assaporare la cucina locale: polenta, tome d’alpeggio e un bicchiere di nebbiolo.

Tappa 4: Da Sampeyre al Colle dell’Agnello – Il soffio del vento in alta quota

Il Colle dell’Agnello è una di quelle salite che mettono alla prova corpo e mente. I suoi tornanti sembrano non finire mai, ma ogni curva regala scorci da cartolina. Salendo, il paesaggio cambia: dai prati fioriti si passa alla roccia nuda. In cima, a 2.744 metri, il confine con la Francia e una vista che toglie il fiato. È qui che il ciclista diventa alpinista.

Tappa 5: Ritorno dolce attraverso la Valle Varaita

L’ultimo giorno è discesa e contemplazione. La Valle Varaita accoglie con il suo ritmo lento, i suoi mercatini di paese e le fontane d’acqua fresca. La strada porta verso Saluzzo, perla medievale e punto d’arrivo simbolico. Si chiude il cerchio con la sensazione di aver attraversato non solo territori, ma epoche, culture e, soprattutto, se stessi.

Le Alpi Piemontesi non sono solo montagne: sono un teatro naturale dove il cicloturismo trova la sua espressione più autentica. Ogni valle è diversa, ogni salita racconta una storia. E ogni pedalata diventa un modo per rallentare, osservare, scoprire. Un viaggio in bici qui non è una semplice vacanza: è un ritorno all’essenziale.Per chi cerca un’avventura vera, lontana dai soliti itinerari, questa è la strada. O meglio: la salita.

by Matteo

Pedalando nella storia: in bici tra i borghi segreti di San Pellegrino

04/06/2025 in Viaggi

San Pellegrino, noto ai più per le sue celebri acque minerali e lo storico stabilimento termale in stile liberty, custodisce un’anima ancora più autentica: quella dei suoi borghi. Piccoli nuclei incastonati tra le pieghe delle Prealpi Orobie, dove il tempo sembra rallentare e il silenzio ha il suono dei passi sulle mulattiere e del respiro tra i tornanti. È qui che il cicloturismo incontra la narrazione del paesaggio. Un viaggio in bicicletta che non è solo sport, ma immersione culturale e sensoriale.

L’itinerario: curve dolci, strappi decisi e scorci senza tempo

Partendo dal cuore di San Pellegrino Terme, il percorso si snoda verso le frazioni collinari, su strade secondarie e sentieri ciclabili che si inerpicano tra castagneti, antichi ponti e case in pietra. Dopo un primo tratto in falsopiano lungo il Brembo, il tragitto inizia a salire verso il borgo di Santa Croce: una terrazza naturale affacciata sulla valle, dove la pietra grigia delle case si fonde con il verde circostante.

Da qui si prosegue verso Santa Giovanni Bianco, e poi su fino a Cornalita e Frasnadello. Ogni frazione custodisce la sua storia: lavatoi, chiesette romaniche, vecchi forni e testimonianze di una civiltà contadina ancora viva nella memoria dei residenti. La fatica si dimentica presto, compensata dalla bellezza dei luoghi e dalla gentilezza di chi si incontra lungo la strada, pronto a offrire un sorriso o una borraccia d’acqua fresca.

Natura e identità: il valore lento della scoperta

Pedalare tra questi borghi significa anche attraversare una biodiversità ricchissima. I profumi cambiano con la stagione: ginestre in fiore a primavera, castagne a ottobre, nebbie leggere che d’estate si diradano al sorgere del sole. Gli amanti della bici trovano qui una dimensione ideale per il “pedalare lento”: niente traffico, tanta autenticità e dislivelli mai eccessivi, adatti sia a gravel bike che a e-bike.

Lontano dai riflettori del turismo di massa, questi borghi sono il volto meno conosciuto ma più sincero della Val Brembana. Un invito a rallentare, a fermarsi per una foto, per un pezzo di formaggio locale, per ascoltare un anziano raccontare la sua infanzia sotto un portico di pietra.

Una proposta per ogni stagione

La bellezza di questo itinerario è che si adatta a ogni periodo dell’anno. In primavera la natura esplode di colori, in estate si pedala all’ombra dei boschi, in autunno il paesaggio si tinge d’oro e di rosso. Anche l’inverno ha il suo fascino, con itinerari brevi ma suggestivi, tra neve leggera e silenzi ovattati. E ogni stagione porta con sé sagre, prodotti tipici e occasioni per vivere la montagna in modo autentico.

Conclusione: un viaggio da raccontare (e rifare)

Chi cerca nel cicloturismo più di una prestazione sportiva trova nei borghi di San Pellegrino una meta perfetta. Un luogo dove la bici è il mezzo, ma il fine è il contatto profondo con la storia, con la natura, con la gente. Ogni salita qui è una lezione di bellezza, ogni discesa un premio.

Pedalare in questi luoghi è come sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, ma con l’anima a colori. E quando si torna a valle, stanchi e felici, si sa già che si vorrà tornare.

by Matteo

Furto da 11.500 euro a Buglio in Monte: sparite due bici dal tetto dell’auto, si indaga sul possibile pedinamento

04/06/2025 in News

BUGLIO IN MONTE (SO) – Un furto mirato, rapido e silenzioso, che ha lasciato l’amaro in bocca a un frontaliere residente ad Ardenno. Due biciclette di notevole valore, circa 11.500 euro in totale, sono state rubate dal tetto della sua auto parcheggiata in località Ere, nella serata di qualche giorno fa. Un colpo studiato nei dettagli, secondo la vittima, che sospetta di essere stato seguito dopo aver viaggiato lungo la Statale 38 con i mezzi in bella vista.

Il furto è avvenuto tra le 21 e le 24, mentre il proprietario si era recato a casa della fidanzata, lasciando l’auto regolarmente parcheggiata. Al suo ritorno, attorno alla mezzanotte, l’amara scoperta: i supporti del portabici erano stati tranciati di netto, e le due biciclette – entrambe di fascia alta – erano sparite nel nulla.

Pochi gli indizi a disposizione, ma le modalità dell’accaduto fanno pensare a un’azione ben organizzata. “Credo di essere stato seguito – ha raccontato il proprietario ai carabinieri della stazione di Ardenno –. Probabilmente qualcuno mi ha notato mentre guidavo lungo la 38, e ha deciso di colpire appena mi sono fermato”.

Un’ipotesi che apre scenari inquietanti: quella di bande specializzate in furti su commissione, capaci di agire in pochi minuti e di rivendere velocemente la refurtiva attraverso i canali online. Infatti, non si esclude che i due velocipedi possano già essere finiti su qualche sito di compravendita, mescolati tra gli annunci di seconda mano. Il valore elevato dei mezzi – forse mountain bike o bici da corsa di ultima generazione – li rende particolarmente appetibili sul mercato, anche all’estero.

Nel frattempo, la denuncia è stata formalizzata e i militari hanno avviato le indagini. Il proprietario lancia un appello: “Se qualcuno dovesse imbattersi in annunci sospetti, riconoscendo le bici tramite le foto, lo segnali alle forze dell’ordine. Ogni dettaglio potrebbe essere decisivo”.

L’episodio riaccende l’attenzione sul fenomeno crescente dei furti di biciclette, che colpiscono non solo nei centri urbani, ma anche in zone montane e turistiche, dove spesso si sottovaluta il rischio. La raccomandazione, in attesa di sviluppi, è quella di non lasciare mai incustoditi i mezzi di valore, nemmeno per brevi periodi, e di dotarsi di sistemi antifurto adeguati, compresi localizzatori GPS nascosti nei telai.Per ora, delle due bici nessuna traccia. Ma la speranza è che, anche grazie alla collaborazione della rete, il cerchio attorno ai responsabili possa chiudersi presto.