Pedalando tra laghi e montagne: il fascino senza tempo della ciclovia del Lago di Como
09/08/2025 in Viaggi
La Lombardia non è soltanto Milano e la sua frenesia. Basta salire in sella e puntare verso nord per scoprire un’altra anima della regione: quella fatta di acque limpide, montagne che si specchiano nei laghi e paesi che sembrano usciti da un quadro. La ciclovia del Lago di Como è uno di quei percorsi che ogni appassionato di cicloturismo dovrebbe vivere almeno una volta, unendo sport, natura e cultura in un unico viaggio.
L’itinerario parte da Lecco, città manzoniana incastonata tra il Resegone e il ramo orientale del lago. Da qui, la pista ciclopedonale segue la sponda orientale, alternando tratti asfaltati a sentieri sterrati, sempre con il lago a pochi metri. Dopo una decina di chilometri, il primo borgo da cartolina: Varenna, con le sue case color pastello e il lungolago ornato di bouganville. Un breve tragitto in traghetto permette di raggiungere la sponda opposta, a Menaggio, punto strategico per esplorare la parte settentrionale del Lario.
Proseguendo verso nord, il paesaggio cambia. La strada costeggia campi, oliveti e spiagge nascoste, fino ad arrivare a Colico, dove il lago si apre verso le valli alpine. Qui, i più allenati possono allungare il percorso imboccando la ciclovia della Valchiavenna, che risale lungo il fiume Mera fino a Chiavenna, regalando panorami sempre più montani.
Il bello di questo itinerario non sta solo nei paesaggi: è l’atmosfera che conquista. Le piccole trattorie sul percorso offrono piatti tipici come il missoltino con polenta, i pizzoccheri valtellinesi o una semplice fetta di torta di mele fatta in casa, perfetta per ricaricare le energie.
Con i suoi circa 90 km totali (inclusi i trasferimenti in traghetto), la ciclovia del Lago di Como è adatta a chiunque abbia un minimo di allenamento. E grazie alla presenza di stazioni ferroviarie lungo il percorso, è possibile modulare la lunghezza dell’itinerario in base al tempo e alle gambe a disposizione.
Consiglio pratico: primavera e inizio autunno sono i momenti migliori per pedalare qui. Temperature miti, traffico ridotto e colori che rendono ogni curva una cartolina.
Pedalare lungo il Lago di Como non è solo un viaggio in bicicletta: è un’esperienza che intreccia natura, storia e sapori. E, una volta tornati a casa, sarà difficile non programmare già la prossima uscita.
Parma punta sulle due ruote: in arrivo una nuova pista ciclabile tra Via Emilia e l’ex Salamini
08/08/2025 in News
Parma continua a investire nella mobilità sostenibile e lo fa con un progetto concreto e ambizioso: è stato approvato dalla Giunta comunale il progetto esecutivo per la realizzazione della nuova pista ciclabile “Via Emilia – ex Salamini”. Un intervento che promette di migliorare la sicurezza di chi si sposta a piedi o in bicicletta e di rafforzare la rete di percorsi ciclabili urbani.
Con un investimento complessivo di 400.000 euro, i lavori prenderanno il via nel prossimo autunno, portando alla creazione di un nuovo collegamento ciclabile strategico, sia per chi utilizza la bici quotidianamente che per chi la vive nel tempo libero.
Un tracciato pensato per ciclisti e pedoni
Il nuovo percorso si svilupperà in due tratti principali. Il primo, lungo circa 230 metri, sorgerà sul lato sud di Via Emilio Lepido, dove l’attuale percorso ciclopedonale sarà prolungato verso est fino a raggiungere l’imbocco del sovrappasso ciclopedonale in metallo. Qui la pista sarà bidirezionale, larga 2,5 metri, realizzata sul marciapiede con corsie riservate e pavimentazione rossa ad alta visibilità, in continuità con il cammino pedonale.
Una volta superato il sovrappasso, il tracciato cambierà lato e si svilupperà per circa 835 metri lungo il lato nord della Strada Statale 9 Via Emilia, mantenendo la stessa larghezza e trasformandosi in un percorso ciclopedonale integrato, ben illuminato e sicuro.
Un passo in più per una città bike-friendly
Questo intervento non è solo un’opera tecnica, ma un segnale chiaro della direzione che Parma vuole prendere: una città dove muoversi in bicicletta diventa sempre più facile, sicuro e conveniente. L’aggiunta di questo nuovo collegamento va a migliorare l’accessibilità di zone periferiche e a favorire la connessione tra quartieri e servizi, con un occhio attento all’ambiente e alla qualità della vita.
Mercallo, completato il nuovo tratto ciclopedonale di via Fornace: più sicurezza e continuità per la pista del Lago di Comabbio
07/08/2025 in News
MERCALLO (VA) – Un nuovo tassello si aggiunge alla rete di mobilità dolce della provincia di Varese. A Mercallo si sono conclusi i lavori per la realizzazione di un nuovo tratto di pista ciclopedonale in via Fornace, lungo circa 500 metri. L’intervento, finanziato dalla Provincia di Varese, ha avuto come obiettivo principale il miglioramento della sicurezza e della fruibilità della pista del Lago di Comabbio, uno dei percorsi cicloturistici più apprezzati del territorio.
Il nuovo segmento è stato progettato per risolvere uno dei punti più critici del tracciato: la zona in cui la ciclopedonale si interseca con la strada aperta al traffico veicolare. Ora, grazie alla separazione più netta tra il percorso ciclopedonale e la carreggiata, la convivenza tra pedoni, ciclisti e automobilisti sarà più sicura e ordinata.
“Un intervento semplice ma fondamentale per la sicurezza e la qualità del percorso,” ha dichiarato un portavoce della Provincia. “La pista del Lago di Comabbio è una risorsa importante per il turismo lento e per la mobilità sostenibile. È nostro dovere mantenerla in buone condizioni e adeguarla alle esigenze attuali.”
Con questa nuova tratta, Mercallo conferma il proprio impegno nella valorizzazione del territorio e nella promozione di stili di vita sostenibili. Il tracciato intorno al lago,che si collega anche alla ciclabile della Palude Brabbia e al circuito del Lago di Varese. Continua a crescere in sicurezza e attrattività, diventando un punto di riferimento non solo per i residenti ma anche per escursionisti e famiglie in cerca di natura e tranquillità.
Il progetto è parte di un piano più ampio che la Provincia sta portando avanti per migliorare l’interconnessione delle piste esistenti, favorendo una mobilità alternativa, pulita e accessibile a tutti.
Provenza in bicicletta: tra lavanda e Gorges de la Nesque
06/08/2025 in Viaggi
SAULT (Francia) – È mattina presto e il sole illumina le colline della Provenza con una luce dorata. Dal borgo di Sault, capitale della lavanda, parte un itinerario che in poco meno di 50 chilometri regala uno spaccato autentico di questa regione del sud della Francia.
La prima parte del percorso si snoda su strade tranquille, fiancheggiate da campi di lavanda e grano. A giugno e luglio il contrasto tra il viola intenso e l’oro delle spighe è un colpo d’occhio che vale il viaggio.
Dopo pochi chilometri si raggiunge Aurel, piccolo villaggio medievale arroccato su una collina, dove vale la pena una breve sosta. La discesa verso Monieux introduce al tratto più spettacolare: le Gorges de la Nesque. Qui la strada si arrampica tra pareti rocciose, gallerie scavate nella pietra e panorami vertiginosi sulla valle. L’arrivo a Villes-sur-Auzon segna la fine della tappa, con la possibilità di proseguire verso il Mont Ventoux per i ciclisti più allenati.
Dati tecnici
Lunghezza: 47 km
Dislivello: 650 m
Difficoltà: media
Periodo consigliato: giugno-luglio per la fioritura della lavanda, ma godibile fino a ottobre
Dal Luberon al Colorado Provenzale: viaggio a pedali tra colori e storia
06/08/2025 in Viaggi
(Francia) – Pedalare in Provenza non significa solo lavanda. Nel cuore del Luberon, un itinerario di circa 60 chilometri unisce borghi storici, colline ondulate e un paesaggio quasi desertico: il Colorado Provenzale, con le sue rocce ocra che ricordano l’Arizona.
La partenza è da Apt, cittadina vivace famosa per il mercato del sabato. Si procede verso Roussillon, inserito tra i “Plus Beaux Villages de France”, dove le case sembrano scolpite nella stessa ocra delle scogliere. La strada, dolce ma continua, conduce poi a Rustrel, porta d’ingresso al Colorado Provenzale: un’area mineraria dismessa, oggi riserva naturale, dove il rosso delle rocce si mescola al verde della vegetazione mediterranea.
Il rientro ad Apt attraversa vigneti e campi di girasole, con tratti pianeggianti che invitano a godersi il paesaggio. Un itinerario adatto anche a cicloturisti mediamente allenati, perfetto da affrontare in primavera e autunno per temperature più miti.
Dati tecnici
Lunghezza: 62 km
Dislivello: 700 m
Difficoltà: media
Periodo consigliato: aprile-giugno e settembre-ottobre
Tra sabbia e vento: in bicicletta lungo la Striscia della Curonia
05/08/2025 in Viaggi
C’è un punto in Lituania dove la terra si fa sottile, quasi un respiro di sabbia sospeso tra mare e laguna. È la Striscia della Curonia, un lembo di terra lungo 98 chilometri, patrimonio UNESCO, che separa il Mar Baltico dalla Laguna della Curonia. Percorrerla in bicicletta significa entrare in un mondo sospeso, dove ogni curva rivela un paesaggio diverso.
Il viaggio inizia a Klaipėda, con una breve traversata in traghetto verso Smiltynė. Appena sbarcati, la pista ciclabile si tuffa in un tunnel verde di pini marittimi, alternando tratti d’ombra fresca a improvvise aperture sulle dune. Il vento, quasi costante, porta con sé l’odore salmastro del Baltico.
Il percorso verso sud, fino a Nida, è un susseguirsi di scenari: spiagge infinite dove le onde si infrangono pigre, piccole insenature sul lato lagunare, villaggi di pescatori dalle case color pastello con decorazioni in legno intagliato. A Juodkrantė, una tappa intermedia, si può passeggiare nella “Collina delle Streghe”, un sentiero ornato da sculture in legno ispirate alle leggende locali.
L’arrivo a Nida regala uno dei panorami più celebri della Lituania: la Grande Duna di Parnidis, alta quasi 53 metri, da cui si domina l’intera laguna e il mare aperto. Qui, pedalata dopo pedalata, si percepisce la forza di un paesaggio modellato dal vento e dal tempo, ma anche dalla mano dell’uomo che lo ha preservato.
La ciclovia della Striscia della Curonia non è solo un itinerario, ma un viaggio sensoriale: il fruscio della sabbia sotto le ruote, il sapore salino nell’aria, il gioco di luce che cambia con le nuvole. Un luogo dove la bicicletta diventa la chiave per entrare in sintonia con l’essenza stessa del Baltico.
Lungo il respiro verde della Lituania: pedalando tra foreste e fiumi sul percorso della Dzukija
05/08/2025 in Viaggi
Silenzio, odore di resina, il fruscio leggero delle ruote su un sentiero di ghiaia compatta. È così che comincia il viaggio in bicicletta attraverso la regione della Dzukija, nel sud della Lituania. Un itinerario di circa 80 chilometri che unisce piccoli villaggi di legno, fiumi sinuosi e uno dei parchi naturali più vasti del Paese.
Si parte da Alytus, cittadina adagiata lungo il Nemunas, dove un ponte pedonale panoramico regala una prima visione d’insieme sul paesaggio. Da qui, il tracciato si inoltra verso il Parco Nazionale della Dzukija, un mosaico di foreste di pino e betulla che nasconde una ricca fauna: caprioli, cicogne nere e persino il raro gallo cedrone. Il percorso alterna strade forestali e brevi tratti asfaltati, sempre ben segnalati.
Pedalando, si attraversano villaggi come Merkinė, famoso per il suo punto panoramico alla confluenza dei fiumi Nemunas e Merkys. Una sosta qui è d’obbligo: la collina regala un colpo d’occhio che sembra un dipinto, con i fiumi che si avvolgono in anse lente e ampie.
La giornata si conclude a Druskininkai, località termale nota fin dall’Ottocento. Qui le gambe possono riposare in una delle spa cittadine, mentre la mente rielabora i chilometri macinati e i volti incrociati lungo la strada: contadini intenti a lavorare la terra, anziani che vendono miele e frutti di bosco, cicloturisti stranieri con il sorriso impolverato.
Questo itinerario è un invito a rallentare, a lasciarsi guidare dalla ciclicità del respiro e della pedalata, fino a sentirsi parte di un paesaggio che alterna quiete e vitalità in egual misura.
Da Roma a Bracciano: pedalando tra storia e natura
04/08/2025 in Viaggi
Lasciare Roma in sella a una bicicletta è un’esperienza che sorprende ogni volta. Bastano pochi chilometri per allontanarsi dal caos cittadino e ritrovarsi immersi nel verde della campagna laziale. Una delle escursioni più suggestive in questa direzione è il percorso che collega la Capitale al lago di Bracciano, attraverso strade secondarie, boschi e scorci mozzafiato.
Il viaggio inizia dal quartiere Monte Mario o da Valle Aurelia, dove è possibile imboccare la Ciclovia Francigena, un tratto urbano ben segnalato che segue il cammino dei pellegrini medievali. Superato il raccordo, il paesaggio cambia rapidamente: campi coltivati, antichi casali e il profilo dei Monti della Tolfa all’orizzonte.
La prima tappa consigliata è Anguillara Sabazia, borgo affacciato direttamente sul lago di Bracciano. Un luogo ideale per una sosta: caffè sulla riva, piccole botteghe artigiane e una passeggiata sul lungolago regalano un piacevole intermezzo. Chi desidera esplorare ulteriormente può proseguire lungo la panoramica SP11 fino a Bracciano, dominata dal maestoso Castello Orsini-Odescalchi, visitabile anche in bici.
Il percorso (circa 55 km, difficoltà media) alterna tratti asfaltati a brevi sterrati, e può essere completato in una giornata. Per chi preferisce un ritmo più lento, esistono B&B bike-friendly lungo il tragitto, molti dei quali offrono servizi per ciclisti.
Una nota logistica: il treno regionale FL3 collega Roma con Bracciano, rendendo il ritorno semplice e comodo. Portare la bici a bordo non comporta costi aggiuntivi, ma conviene evitare le ore di punta.
Questo itinerario è perfetto per chi cerca una fuga dalla città senza rinunciare a bellezza, storia e contatto con la natura.
La Via Appia Antica: un salto nel tempo a colpi di pedale
04/08/2025 in Viaggi
Ci sono percorsi che non sono semplici tragitti: sono viaggi nella storia. La Via Appia Antica, soprannominata Regina Viarum, è uno di questi. Costruita nel 312 a.C. per collegare Roma a Brindisi, oggi è uno dei tratti più iconici per gli amanti del cicloturismo nel Lazio.
Il punto di partenza ideale è Porta San Sebastiano, nei pressi delle Mura Aureliane. Da qui, l’Appia si stende tra pini marittimi, catacombe e mausolei romani, regalando una cornice unica. Il fondo stradale, lastricato e irregolare nei primi chilometri, può essere impegnativo: si consiglia l’uso di una bici gravel o MTB.
L’itinerario ciclabile ufficiale segue l’antico tracciato per circa 30 km, attraversando l’area archeologica del Parco Regionale dell’Appia Antica, una delle aree verdi protette più estese d’Europa. Lungo la strada si incontrano vere e proprie meraviglie: il Circo di Massenzio, il Mausoleo di Cecilia Metella, la Villa dei Quintili. Tutto è visitabile, e spesso con ingressi scontati per chi arriva in bicicletta.
Proseguendo verso Frattocchie e Santa Maria delle Mole, l’Appia diventa più scorrevole, e si immerge nel paesaggio dei Castelli Romani. Chi ha energia può estendere il tour fino a Cecchina o Albano Laziale, mentre i meno allenati possono optare per un giro ad anello, tornando a Roma attraverso vie secondarie (es. la via Appia Nuova, dotata di marciapiedi larghi e tratti ciclabili).
L’esperienza è consigliata al mattino presto o nei giorni feriali, per evitare la folla pedonale. Il parco è servito da numerosi punti ristoro, fontane e officine bike-friendly, che fanno della Via Appia una delle mete cicloturistiche più amate del Lazio.
Tragedia all’alba: tre ciclisti uccisi da un’auto a Terlizzi
03/08/2025 in News
TERLIZZI (Bari), 3 agosto 2025 — Una domenica mattina trasformata in tragedia. Intorno alle otto, lungo la Strada Provinciale 231, nei pressi di Terlizzi, un’auto ha investito un gruppo di quattro ciclisti, tutti originari di Andria. Tre di loro sono morti sul colpo, mentre un quarto lotta tra la vita e la morte in un letto d’ospedale.
Alla guida del veicolo, un uomo residente a Corato, rimasto solo lievemente ferito. È stato lui a dare l’allarme ai soccorsi, che sono arrivati tempestivamente sul posto. Ambulanze del 118, carabinieri, agenti della polizia locale di Terlizzi e Ruvo di Puglia hanno trovato una scena straziante: biciclette sbriciolate sull’asfalto, corpi esanimi e uno dei ciclisti agonizzante.
Le autorità stanno cercando di far luce sulla dinamica dell’incidente. Non è ancora chiaro se si sia trattato di una distrazione, di un malore o di una velocità eccessiva. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi. L’auto è stata posta sotto sequestro per gli accertamenti tecnici.
Intanto, l’impatto emotivo sulle comunità è devastante. I ciclisti erano amici, uniti dalla passione per la bicicletta, e molto noti nella loro città. Il sindaco di Terlizzi ha espresso vicinanza alle famiglie: “Una tragedia che ci lascia attoniti. Le nostre strade devono diventare luoghi sicuri, non teatri di morte. È ora di agire, non solo di piangere.”
Il bilancio delle vittime tra i ciclisti italiani continua a salire. Secondo i dati più recenti, nel 2025 si contano in media tre decessi ogni settimana: un numero che suona come una condanna, soprattutto in un Paese che promuove la mobilità sostenibile ma fatica a proteggere chi la pratica.
Questa tragedia rilancia l’urgenza di interventi strutturali: corsie ciclabili sicure, controlli più severi sulla velocità, educazione stradale capillare. Perché la strada non dovrebbe mai essere un campo minato per chi sceglie una vita attiva e rispettosa dell’ambiente.
Oggi Terlizzi e Andria piangono tre vite spezzate. E con loro, un’intera comunità ciclistica che chiede, ancora una volta, rispetto. E giustizia.