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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Cinque consigli per organizzare un viaggio in bici perfetto.

18/06/2025 in Tecnica

Organizzare un viaggio in bicicletta può sembrare complicato, ma con un po’ di pianificazione si trasforma in un’esperienza entusiasmante e accessibile a tutti. Ecco cinque consigli pratici per prepararsi al meglio.

1. Scegli il percorso giusto (per te)
Non serve partire per Capo Nord al primo viaggio. Meglio iniziare con itinerari ben segnalati, come la Ciclovia del Mincio o il Sentiero della Valtellina. Valuta la tua preparazione, il dislivello e la presenza di servizi lungo la strada.

2. Pochi bagagli, ma giusti
La regola d’oro: meno è meglio. Due borse laterali posteriori sono spesso sufficienti. Porta l’essenziale: un cambio tecnico, abbigliamento antipioggia, kit di riparazione e qualche snack. Non dimenticare i documenti e una power bank.

3. Allenati… ma senza ossessionarti
Se riesci, prepara il corpo con qualche uscita di 40-60 km prima della partenza. Non serve arrivare “da gara”, ma avere un minimo di resistenza aiuta a godersi il viaggio senza dolori inutili.

4. Dormire: meglio prenotare?
Dipende dalla stagione e dalla zona. In alta stagione o in mete molto turistiche, prenotare conviene. In zone meno battute, si può viaggiare più “wild”, magari con una tenda ultraleggera. L’importante è sempre rispettare l’ambiente e le persone.

5. Lascia spazio all’imprevisto
Il bello del cicloturismo è proprio nella libertà. Un sentiero alternativo, un invito a cena, un tramonto che merita una sosta lunga. Non incasellare tutto: la vera meta è il viaggio.

by Matteo

L’Appennino che non ti aspetti: viaggio lento tra borghi e silenzi.

18/06/2025 in Viaggi

C’è un’Italia che non corre, che respira al ritmo del vento e dei passi lenti sui pedali. È l’Italia dell’Appennino centrale, quella che si scopre salendo senza fretta, in silenzio, tra curve che odorano di bosco e antichi borghi che sembrano fermati nel tempo.

Parto da Norcia in una mattina fresca di primavera, con la bicicletta carica il giusto e la mente sgombra. Davanti a me, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nessuna fretta: ogni salita è un invito alla contemplazione. Pedalo verso Castelluccio, tra i campi che a giugno esplodono in un tripudio di colori: gialli, rossi, blu. Fiori spontanei che si mescolano alla storia e alla leggenda di queste montagne.

La sella diventa punto di osservazione privilegiato. Qui non si cerca la performance, ma l’esperienza. Una fontanella diventa ristoro, una chiesa romanica occasione di sosta. In un piccolo rifugio, incontro altri viaggiatori: tedeschi, olandesi, anche italiani. Parliamo poco, ma ci capiamo subito. C’è un linguaggio universale fatto di chilometri e sorrisi.

L’Appennino ti insegna a rallentare. Ti offre panorami che non si chiedono di essere fotografati, ma semplicemente vissuti. Quando arrivo a Visso, la sensazione è quella di aver varcato una soglia: sono più stanco, sì, ma anche più presente.

Il cicloturismo, qui, non è sport. È resistenza poetica. È il modo più umano di viaggiare.

by Matteo

Nel Cuore della Maremma: Un Giorno in Bici tra Vento, Polvere e Meraviglia

17/06/2025 in Viaggi

La giornata era iniziata con un cielo che non prometteva niente. Né sole né pioggia, solo quella luce piatta che non dice molto, ma che a volte si rivela perfetta per pedalare. Parto presto da Massa Marittima, con le gambe ancora un po’ pesanti dalla tappa del giorno prima e la testa piena di quella strana voglia di silenzio che solo chi viaggia in bici conosce.

La Maremma si apre davanti a me come un libro antico: polveroso, ruvido, pieno di storie. Le strade bianche mi portano dentro a un paesaggio che cambia lentamente, tra vigne, querce isolate e greggi che pascolano senza fretta. In bici, tutto assume un altro ritmo. Non si attraversano solo luoghi, ma si entrano in contatto con essi.

A Montemassi mi fermo. Il castello domina la collina e il vento si infila tra i vicoli come un vecchio abitante che conosce ogni pietra. Bevo un caffè nel piccolo bar della piazza, mentre due signori commentano la vendemmia e un gatto dorme sul sellino della mia bici. Sono quei momenti semplici che danno senso al viaggio. Nessuna foto potrà raccontarli davvero.

Riparto, e il percorso si fa più mosso. Salite brevi ma secche, discese sterrate che richiedono attenzione e fiducia. Le gambe girano da sole ormai. Il bello della bici è che il corpo, a un certo punto, si adatta al viaggio: smette di lamentarsi e comincia a collaborare. È una forma di dialogo silenzioso tra muscoli e mente.

Nel pomeriggio arrivo a Roccastrada. Mi accoglie un panorama vasto, con l’Argentario che si intuisce all’orizzonte e la luce che finalmente si fa dorata. Mi siedo sul muretto a guardare. Non c’è niente di straordinario, eppure tutto sembra perfetto. La polvere sulla bici, il sudore sulla maglietta, la fame che inizia a farsi sentire: sono dettagli che raccontano una giornata piena.

Dormirò in un agriturismo poco fuori dal paese. Mi aspettano una doccia calda, un piatto di pici al cinghiale e una notte di sonno profondo. Ma prima, prendo qualche appunto sul taccuino. Ogni viaggio in bici ha bisogno di essere ricordato. Non per nostalgia, ma per gratitudine.

Perché ogni tappa, ogni chilometro, ogni folata di vento in faccia sono frammenti di libertà. E pedalare in Maremma, oggi, è stato come attraversare una poesia senza parole.

by Matteo

Sotto le Ruote, la Libertà: Viaggio Lento tra Borghi e Sentieri d’Italia

17/06/2025 in News

L’alba ha un sapore diverso quando la guardi da una sella. C’è un silenzio che parla, e il mondo si risveglia con lentezza mentre pedali lungo una strada secondaria, lontano dal traffico e più vicino all’essenziale. Il cicloturismo non è solo un modo di viaggiare: è una dichiarazione d’intenti. È scegliere la fatica come passaporto per l’autenticità.

Negli ultimi anni, il fenomeno è cresciuto in modo esponenziale. Complice la riscoperta del turismo di prossimità e il bisogno di disconnessione, sempre più viaggiatori scelgono di abbandonare i percorsi convenzionali per lasciarsi guidare da mappe tracciate a pedali. L’Italia, con la sua geografia variegata e i suoi borghi sospesi nel tempo, è diventata un piccolo paradiso per chi ama viaggiare su due ruote.

Uno degli itinerari più affascinanti è quello della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, che attraversa l’entroterra pugliese tra uliveti secolari e muretti a secco, seguendo le tracce di un’opera ingegneristica unica al mondo. O la Via Silente, che attraversa il Parco Nazionale del Cilento, dove i chilometri si misurano in emozioni, non in fatica.

Il cicloturismo è anche un ritorno al tempo umano. Si pedala abbastanza piano da ascoltare il canto degli uccelli o il rumore delle ruote sulla ghiaia, ma abbastanza veloce da attraversare territori diversi nello stesso giorno. Non c’è fretta, ma c’è movimento. Ogni sosta è una scoperta: una fontana inaspettata, un casale abbandonato, un anziano che racconta storie di altri tempi.

Viaggiare in bici è anche un gesto ecologico. Zero emissioni, massimo coinvolgimento. È un modo per riscoprire il valore della lentezza e l’impatto che possiamo avere — o non avere — sull’ambiente che ci ospita. In un’epoca dove tutto è misurato in velocità e produttività, scegliere la bici è un piccolo atto di resistenza.

Ma attenzione: non è un viaggio sempre facile. Serve preparazione, consapevolezza e, soprattutto, la voglia di accettare l’imprevisto. Una gomma forata può diventare un’occasione per conoscere qualcuno. Una salita troppo ripida, un pretesto per fermarsi a guardare il panorama. Il bello del cicloturismo sta proprio lì, nell’imperfezione del percorso.

E quando torni a casa, non sei mai lo stesso. Perché ogni viaggio in bici ti lascia qualcosa: una nuova storia da raccontare, una foto scattata al volo, un dolore muscolare che sa di conquista. E soprattutto, una voglia irrefrenabile di ripartire.

by Matteo

“La Quirina” prende il via: Concordia inaugura la sua nuova ciclabile tra storia, paesaggio e futuro sostenibile

16/06/2025 in News

CONCORDIA SULLA SECCHIA – Una domenica mattina di inizio estate, una linea d’asfalto che scorre tra campi e alberi, e un nastro tricolore tagliato tra gli applausi: così è stata inaugurata “La Quirina”, la nuova pista ciclabile che collega la frazione di Vallalta con il capoluogo concordiese. Un piccolo ma significativo cambiamento nel paesaggio locale, che racconta una grande storia di visione, continuità amministrativa e impegno per un futuro più sostenibile.

L’idea era nata nel 2023, durante il mandato dell’ex sindaco Luca Prandini, come risposta concreta a una domanda crescente: muoversi meglio, in modo più sicuro e più green. Oggi, grazie al lavoro portato avanti dall’attuale Amministrazione comunale, quel progetto è realtà.

Ma “La Quirina” non è solo una pista ciclabile. È un gesto di cucitura urbana, un’arteria di prossimità che restituisce connessione tra centro e frazione, e invita a riscoprire il proprio territorio con lentezza. In bici, a piedi, col cane al guinzaglio o spingendo un passeggino.

“Abbiamo voluto creare non solo un’infrastruttura, ma un percorso di comunità,” ha detto durante l’inaugurazione un rappresentante del Comune. “La Quirina è un modo nuovo di guardare al nostro territorio, di viverlo, di attraversarlo senza fretta”.

Il nome scelto non è casuale. “La Quirina” richiama l’antico, la storia locale, come a dire che anche l’innovazione può avere radici. E in effetti questa ciclabile si inserisce con garbo nel paesaggio: si snoda tra campi coltivati, filari e strade secondarie, offrendo scorci familiari ma rinnovati.

Domenica mattina, la ciclabile ha fatto il suo debutto tra i pedali e le ruote dei primi utenti: famiglie, bambini, gruppi di amici. Non è mancato chi ha approfittato del percorso per una camminata lenta sotto il sole, chi invece ha già fiutato il nuovo tragitto per il tragitto casa-scuola o casa-lavoro. È proprio qui che questa pista mostra il suo potenziale più autentico: diventare parte della vita quotidiana.

Un’opera semplice, ma preziosa. Un passo breve, ma deciso verso un’idea di paese più a misura d’uomo. O, meglio, a misura di pedale.

by Matteo

Tra lago e montagne: un’avventura in bicicletta nel cuore della provincia di Como

16/06/2025 in Territorio

PROVINCIA DI COMO – C’è un momento, tra una curva e un tornante, in cui il fiato corto per la salita lascia spazio a un respiro più ampio: quello dello stupore. Davanti agli occhi si apre il blu profondo del lago, incorniciato dalle vette, mentre dietro le spalle resta il silenzio delle strade secondarie appena percorse. È questa la sensazione che regala una pedalata nella provincia di Como, un angolo di Lombardia che sa sorprendere anche chi è abituato a viaggiare su due ruote.

L’itinerario scelto per questa avventura parte da Menaggio, affacciata sul ramo occidentale del Lario. Una colazione veloce sul lungolago e via, si parte. La strada sale subito con decisione verso Plesio: poco traffico, boschi di castagni e un primo assaggio di pendenze che fanno lavorare le gambe ma regalano anche le prime viste mozzafiato.

Da qui, il percorso prosegue verso Grandola ed Uniti, tra ville storiche e piccoli nuclei rurali, prima di immettersi sulla ciclabile della Val Menaggio, un tracciato che segue il percorso di un’antica ferrovia e conduce dolcemente fino a Carlazzo. Una pausa d’obbligo per riempire le borracce alla fontana del paese e scambiare due parole con qualche ciclista locale: “Qui passano tutti quelli che vanno verso il Lago di Piano o su fino al Val Cavargna”, dice un anziano con la bici appoggiata al muretto.

Ma la vera avventura inizia prendendo la deviazione verso Bene Lario e risalendo i primi tornanti della Val Sanagra. La strada si restringe, il traffico scompare, il rumore diventa quello delle ruote sulla ghiaia e del vento tra le fronde. Si attraversano alpeggi, sentieri e ponti in pietra, con l’impressione di pedalare in una cartolina dimenticata.

Per i più allenati, la tappa può continuare salendo verso Cusino e poi giù, lungo un tratto tecnico ma affascinante, fino a ricollegarsi con la ciclabile del Lago di Piano. Qui, la fatica trova la sua ricompensa: un tratto pianeggiante tra specchi d’acqua, canneti e silenzi che sembrano appartenere a un’altra epoca.

Il rientro a Menaggio chiude un anello di circa 50 chilometri, con dislivello significativo ma ampiamente ripagato dalla varietà di paesaggi, dalla qualità dell’asfalto e dalla sensazione di aver attraversato un mondo intero, fatto di acqua, pietra e verde.

Pedalare nella provincia di Como non è solo fare sport. È esplorare un territorio autentico, dove ogni salita è una storia, ogni discesa un’emozione, e ogni pausa un’occasione per guardarsi intorno e capire perché, una volta tornati a casa, si sentirà subito il bisogno di ripartire.

by Matteo

Pedalando sul Tetto della Liguria: Viaggio sull’Alta Via dei Monti Liguri

15/06/2025 in Viaggi

Il profumo della resina, il vento carico di salsedine anche a chilometri dal mare, e quella sensazione di essere sospesi tra due mondi: la montagna alle spalle e l’orizzonte del Mar Ligure di fronte. L’Alta Via dei Monti Liguri è molto più di un itinerario: è un filo verde e selvaggio che cuce insieme le vette e i paesi dell’entroterra, da Ventimiglia a Ceparana, per oltre 400 km. Un viaggio in bicicletta qui non è solo sport: è un’immersione nell’anima di una Liguria segreta.

Un percorso per spiriti liberi

L’Alta Via è nata come sentiero escursionistico, ma negli ultimi anni è diventata un tracciato ambito anche dai cicloturisti più avventurosi, soprattutto in MTB o gravel bike. Non aspettatevi una pista ciclabile liscia: qui si affrontano single track, strade sterrate, salite impegnative e discese tecniche. Ma in cambio si ricevono panorami che levano il fiato e un silenzio rotto solo dai richiami della fauna selvatica.

Dal crinale alla costa (e ritorno
)

Il percorso attraversa le quattro province liguri:Imperia, Savona, Genova, La Spezia e tocca parchi naturali, borghi dimenticati e mulattiere secolari. Ogni tappa è un microcosmo. Si parte dalle Alpi Liguri, in un paesaggio quasi alpino, per poi pedalare tra castagneti e faggete nell’entroterra di Savona. A est di Genova, il tracciato si addolcisce tra i pascoli dell’Appennino ligure e regala scorci sulla Riviera di Levante che sembrano dipinti.

Incontri e scoperte lungo la via

L’aspetto più sorprendente del viaggio, però, sono le persone. Ogni sosta nei rifugi o nei piccoli agriturismi è un’occasione per ascoltare storie, raccogliere consigli e – perché no – assaggiare piatti della tradizione: torte salate, formaggi di malga, pesto preparato come una volta. È un cicloturismo fatto di fatica, sì, ma anche di umanità e autenticità.

Consigli pratici per affrontare l’Alta Via in bici

Tipo di bici: MTB consigliata, ma anche una buona gravel con gomme generose può farcela.

Periodo ideale: Da maggio a ottobre, evitando i mesi più caldi e quelli più piovosi.

Orientamento: La segnaletica è buona per chi cammina, ma non sempre pensata per ciclisti. GPS e tracce GPX sono fondamentali.

Alloggio: Rifugi, agriturismi e qualche campeggio. In alcune zone è meglio prenotare.

Acqua e rifornimenti: Alcuni tratti sono isolati: portare scorte e fare il pieno ogni volta che si può.

Una sfida che ti resta dentro

Non è un viaggio per tutti: richiede allenamento, adattabilità e spirito di avventura. Ma l’Alta Via dei Monti Liguri ripaga ogni goccia di sudore con una bellezza aspra e sincera, che pochi itinerari ciclabili in Italia possono offrire. È un modo per vedere la Liguria da un altro punto di vista – letteralmente dall’alto – e per riscoprire la lentezza e la profondità di un pedalare che non è mai banale.

by Matteo

Vercelli pedala verso il futuro: al via la nuova pista ciclabile su viale Garibaldi

14/06/2025 in News

VERCELLI – La quiete del centro cittadino si arricchisce di un nuovo battito sostenibile: quello delle ruote sottili delle biciclette. Dopo la conclusione del secondo lotto di rigenerazione urbana su viale Garibaldi – riaperto al passeggio appena due settimane fa – sono ufficialmente partiti i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile che attraverserà l’intero viale, da corso Libertà fino a piazza Roma.

Un’opera attesa, già calendarizzata nei mesi scorsi da Palazzo di Città, che ha mantenuto fede al cronoprogramma annunciato. La partenza dei cantieri era infatti subordinata alla conclusione del restyling urbano del viale, e così è stato: senza perdere tempo, ruspe e tecnici sono entrati in azione.

Un asse ciclabile nel cuore della città

La pista si svilupperà in modo lineare lungo viale Garibaldi, uno dei tratti più iconici e vissuti della città. Cuore pulsante del passeggio vercellese, il viale vedrà ora affiancarsi al flusso pedonale un tracciato interamente dedicato ai ciclisti, pensato per garantire sicurezza, fluidità e – perché no – anche bellezza.

Il progetto prevede una pavimentazione a contrasto cromatico, segnaletica orizzontale e verticale ben visibile, e punti di raccordo strategici con il trasporto pubblico. Non meno importante, il collegamento diretto con il circuito ciclabile esistente, soprattutto in zona piazza Roma, snodo chiave per chi si muove tra stazione e centro storico.

Mobilità dolce, visione concreta

Con questo intervento, Vercelli rafforza la sua identità di città a misura d’uomo. Non si tratta solo di una pista ciclabile, ma di un segnale politico e culturale: la volontà di investire sulla mobilità sostenibile non più come slogan, ma come asse portante di una città che cambia.

«Vogliamo una Vercelli più vivibile, meno dipendente dalle auto, più attenta all’ambiente e ai bisogni dei cittadini», hanno ribadito dagli uffici tecnici comunali. «Questa pista non è la fine, ma l’inizio di un disegno più ampio».

Una città che si riappropria dei suoi spazi

Mentre i lavori avanzano, i residenti osservano con curiosità e speranza. Per molti commercianti della zona, la ciclabile rappresenta una scommessa: meno traffico, ma più passeggio e più vitalità urbana. Per i cittadini, una nuova opportunità per vivere la città su due ruote, in sicurezza e con continuità.

A Vercelli, pedalare non sarà più solo una scelta personale: diventerà parte di una strategia urbana. E forse anche una piccola rivoluzione quotidiana.

by Matteo

Sulle Due Ruote tra Laghi e Boschi: un viaggio in bicicletta nel cuore della provincia di Varese

13/06/2025 in Viaggi

Tra i boschi silenziosi, le ville storiche e i riflessi azzurri dei laghi prealpini, la provincia di Varese offre un’esperienza cicloturistica che sorprende anche i pedalatori più esperti. Un territorio che si presta perfettamente a chi desidera coniugare sport, natura e cultura, il tutto in sella a una bicicletta.

Una terra fatta per la bici

Non è un caso che Varese sia stata scelta come sede di numerosi eventi ciclistici, tra cui il Mondiale di ciclismo su strada del 2008. Il suo territorio collinare, mai estremo ma nemmeno banale, regala itinerari per ogni gamba: dalle tranquille ciclabili familiari alle salite che mettono alla prova i più allenati.

Un percorso particolarmente affascinante e alla portata di molti è l’anello che collega il Lago di Varese al Lago di Comabbio, con possibilità di estensione fino al Lago Maggiore. Una proposta che fonde paesaggi naturali incontaminati, tappe storiche e gastronomia locale.

L’anello del Lago di Varese: un classico intramontabile

Punto di partenza ideale è Schiranna, località affacciata sul Lago di Varese, facilmente raggiungibile in auto o treno. Da qui parte la pista ciclabile asfaltata lunga circa 28 km che gira intorno al lago, immersa nel verde e perfettamente segnalata.

Il percorso regala scorci spettacolari sulle acque, attraversando canneti, boschi e piccoli centri come Biandronno e Gavirate, dove una sosta al lungolago è quasi d’obbligo. Non mancano le aree attrezzate per una pausa pranzo all’aperto, magari con una fetta di torta paesana o una “brasadèla”, il dolce tradizionale della zona.

Verso il Lago di Comabbio: la natura che sorprende

Dal lago di Varese, con una breve deviazione verso sud, si raggiunge il Lago di Comabbio. Qui la pista ciclabile diventa ancora più intima, avvolta da boschi rigogliosi e da un silenzio quasi totale, interrotto solo dal canto degli uccelli.

Il tracciato misura circa 12 km, è pianeggiante e privo di traffico, perfetto anche per famiglie con bambini. Un ponte ciclopedonale collega i due laghi, offrendo un passaggio panoramico tra acqua e cielo che lascia senza fiato.

L’opzione per i più audaci: estensione fino al Lago Maggiore

Chi ha gambe più allenate può proseguire verso nord, in direzione di Ispra o Laveno, dove il Lago Maggiore si apre in tutta la sua maestosità. Qui il percorso diventa più variegato: qualche salita in più, strade meno protette ma ricompensate da vedute spettacolari e dalla possibilità di visitare piccoli borghi lacustri ricchi di storia e fascino.

Cicloturismo culturale e gastronomico

Pedalare in provincia di Varese significa anche fare un viaggio nella cultura. Si passa accanto a ville liberty, come Villa Toeplitz e Villa Panza, e a siti storici come il Chiostro di Voltorre. Per non parlare dell’offerta enogastronomica: agriturismi e trattorie propongono piatti del territorio, dai formaggi delle valli alle specialità di lago come il pesce persico.

Il futuro è su due ruote

La provincia investe sempre di più sulla mobilità dolce: nuovi tratti ciclabili sono in fase di realizzazione, le stazioni ferroviarie si stanno adeguando con servizi per i ciclisti, e nascono ogni anno nuove strutture bike-friendly. Un segnale chiaro che pedalare, qui, non è solo un passatempo: è uno stile di vita.

Chi cerca un percorso ciclabile che unisca bellezza naturale, sicurezza e autenticità, troverà nella provincia di Varese un piccolo paradiso. Non serve andare lontano per vivere un’avventura: basta una bici, un casco e la voglia di scoprire.

by Matteo

Forlì-Cesena: mezzo milione per il collegamento veloce e 150mila euro per la ciclabile del Mare

12/06/2025 in News

FORLÌ – Arrivano buone notizie per il territorio forlivese sul fronte dei finanziamenti pubblici. L’amministrazione comunale di Forlì potrà contare su un contributo complessivo di 650mila euro destinato a due importanti interventi infrastrutturali, grazie allo stanziamento del Fondo per le misure in favore degli Enti locali previsto per il 2025.

Nello specifico, 500mila euro serviranno per completare i lotti 1 e 2 del collegamento veloce tra Forlì e Cesena, un’opera attesa da tempo che punta a migliorare la mobilità tra le due città romagnole, riducendo tempi di percorrenza e decongestionando il traffico lungo le arterie principali. Un ulteriore finanziamento da 150mila euro sarà invece destinato al terzo stralcio della nuova pista ciclabile bidirezionale denominata “del Mare”, infrastruttura green che rafforza l’impegno del territorio verso una mobilità sostenibile.

A darne notizia è il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che ha espresso “soddisfazione per la destinazione di queste risorse a favore di opere infrastrutturali importanti per il nostro territorio”. Secondo il parlamentare romagnolo, si tratta di un passo significativo per lo sviluppo locale, in grado di garantire benefici concreti tanto ai cittadini quanto all’economia della zona.

I fondi stanziati rappresentano non solo un sostegno alla ripartenza dei cantieri, ma anche un riconoscimento della strategicità di questi progetti, che si inseriscono in un più ampio disegno di ammodernamento della rete viaria e ciclabile dell’area romagnola. Un segnale positivo, dunque, per chi ogni giorno si muove tra Forlì e Cesena e per chi guarda con interesse a una mobilità sempre più moderna ed ecocompatibile.