La magia del bikepacking: come viaggiare leggeri e sentirsi liberi
25/06/2025 in Tecnica
C’è un momento, mentre pedali nel silenzio di una strada secondaria, in cui ti rendi conto che non ti manca niente. Hai la bici sotto di te, qualche chilo di bagagli, una borraccia d’acqua e una tenda leggera. Eppure ti senti ricco. È questo il cuore del bikepacking: l’arte di viaggiare in bici in modo leggero, essenziale e profondamente libero.
Cos’è il bikepacking?
Per chi è abituato al cicloturismo classico, il bikepacking può sembrare estremo. In realtà, è semplicemente un approccio più minimalista: niente borse laterali o portapacchi, ma sacche compatte fissate al telaio, al manubrio e sotto la sella. L’equipaggiamento si riduce all’osso, ma l’esperienza si arricchisce.
È una scelta perfetta per chi ama i sentieri sterrati, i percorsi gravel, o vuole spingersi lontano dall’asfalto, dove le bici cariche non arrivano facilmente.
Perché sceglierlo?
Il bikepacking ti costringe (in senso buono) a portare con te solo l’essenziale. Niente superfluo. Ti interroga su cosa ti serve davvero per stare bene, dormire, mangiare e pedalare.
In cambio, ti dà:
più agilità nei percorsi tecnici e sterrati;
meno peso da trascinare, soprattutto in salita;
più libertà di improvvisare: puoi fermarti ovunque, dormire sotto le stelle, cambiare rotta all’ultimo.
Cosa portare davvero?
Ogni grammo conta. Ecco la mia checklist base per un viaggio di 3–5 giorni in modalità bikepacking:
Borsa da sella: abbigliamento tecnico (1 ricambio), piumino leggero, antivento.
Borsa da telaio: attrezzi, ricambi, powerbank, documenti.
Borsa da manubrio: sacco a pelo, materassino e tarp o tenda ultraleggera.
Borsetta sul top tube: snack, barrette, telefono, coltellino.
Borracce: acqua + borraccia termica per zuppe/tea.
(Suggerimento: allega qui una foto del tuo setup – è uno dei contenuti più apprezzati dai lettori!)
Dove andare in bikepacking?
L’Italia è un paradiso per il bikepacking:
Toscana (percorso della Eroica o la Via Francigena gravel);
Sardegna (la mitica “Traversata Sarda”);
Appennini (tra Marche, Abruzzo e Molise c’è solo da scegliere);
Alpi Liguri e Marittime per chi ama i singletrack e i paesaggi lunari.
Ma il bello del bikepacking è che ogni strada secondaria può diventare un’avventura. Ti basta una bici, un GPS e la voglia di scoprire.
Un invito a pedalare leggeri
Il bikepacking è una lezione di semplicità. Ti insegna che meno peso sulle spalle significa più libertà nella mente. Che non hai bisogno di molto per sentirti vivo. E che la fatica, quando è scelta, diventa piacere.
Quindi la prossima volta che pensi a un viaggio, prova a togliere invece che aggiungere. Lascia a casa le certezze, scegli la polvere e l’incertezza. E pedala, leggero, verso l’inaspettato.
La Via Silente: pedalando nel cuore del Cilento
25/06/2025 in Viaggi
C’è un’Italia che parla a bassa voce, lontana dai riflettori del turismo di massa, fatta di borghi arroccati, colline morbide e silenzi carichi di significato. È l’Italia che si attraversa lentamente, meglio ancora in sella a una bicicletta. È l’Italia della Via Silente, un itinerario cicloturistico di 600 chilometri che abbraccia l’anima selvaggia del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in Campania.
Un itinerario che invita all’ascolto
Il nome non è casuale: la Via Silente non è solo una strada, ma un invito a rallentare. A lasciare che la fatica diventi meditazione, che i chilometri diventino dialogo con un paesaggio che cambia senza preavviso, tra uliveti centenari, coste rocciose e montagne solitarie.
Il percorso parte e si conclude a Castelnuovo Cilento, dove ha sede la “Silenteria”, una piccola officina-casa base che fornisce mappe, credenziali e assistenza ai cicloviaggiatori. Da lì si snoda un anello suddiviso in 15 tappe, attraversando piccoli comuni dove il tempo sembra essersi fermato, come Morigerati, Felitto, Roccagloriosa e Piaggine.
Tra pedalate e patrimonio UNESCO
Pedalare nella Via Silente significa anche immergersi in un patrimonio culturale e naturalistico di straordinaria ricchezza. Questo è il regno della dieta mediterranea, nata proprio qui, a Pollica, grazie agli studi del biologo Ancel Keys. È anche il territorio dei templi di Paestum, delle grotte carsiche di Castelcivita, dei sentieri che risalgono al mondo lucano e greco.
E poi c’è il Cilento delle leggende: il monte Gelbison, sacro fin dall’antichità; le gole del Calore, scavate nei secoli dalla forza dell’acqua; le querce secolari che si stagliano come monumenti viventi.
Una sfida, ma non per tutti
Il tracciato non è privo di difficoltà: ci sono salite impegnative, fondi sterrati, lunghi tratti in assenza di centri abitati. Ma è proprio in questo che risiede il suo fascino. La Via Silente non è una pista ciclabile attrezzata: è un’esperienza. Richiede preparazione, spirito di adattamento e una buona dose di autonomia. In cambio, regala un senso profondo di libertà e di connessione.
Pedalare per restare
In un’epoca in cui i piccoli paesi dell’entroterra si svuotano, il cicloturismo diventa anche uno strumento di resistenza. Ogni sosta, ogni pernottamento in un B&B locale, ogni pranzo in un’osteria alimenta una microeconomia che valorizza il territorio senza snaturarlo.
“La bici è il mezzo perfetto per attraversare il Cilento – racconta Antonella Aumenta, ideatrice della Via Silente – perché ti permette di ascoltare. Il paesaggio ti parla, ma solo se lo attraversi con lentezza”.
Se cercate un viaggio che sia più di una vacanza, che vi porti lontano senza prendere un aereo, la Via Silente è un’ottima candidata. Non offre comodità da catalogo, ma emozioni autentiche, panorami che si conquistano con il sudore e una consapevolezza nuova di cosa significhi viaggiare per restare.
Vacanze su due ruote: il cicloturismo a misura di famiglia parte dalle ciclabili facili
24/06/2025 in Viaggi
C’è una vacanza che non prevede code in autostrada, orari da rispettare o alberghi affollati. Una vacanza dove si va piano, si ride spesso e si accumulano ricordi un chilometro alla volta. È quella del cicloturismo in famiglia, sempre più scelta da genitori in cerca di esperienze genuine da condividere con i propri figli.
Tra i percorsi più gettonati c’è la ciclabile della Val Pusteria, nel cuore dell’Alto Adige. Un itinerario semplice e scenografico, che collega San Candido a Brunico lungo 35 chilometri immersi nel verde, con stazioni ferroviarie ad ogni paese per chi desidera spezzare o accorciare il tragitto.
«La sicurezza è la nostra priorità», spiega Laura, guida cicloturistica locale. «Le piste protette, ben segnalate e senza traffico sono la chiave per una vacanza serena anche con bambini piccoli».
Non è un caso che le amministrazioni locali stiano investendo sempre più in infrastrutture ciclabili per famiglie: aree picnic, fontane, noleggi attrezzati e perfino parchi gioco a bordo pista. In molti tratti, i piccoli pedalatori trovano stimoli continui: fattorie didattiche, laghetti balneabili, gelaterie e punti panoramici da fotografare insieme.
L’altro ingrediente vincente? L’e-bike. Le bici a pedalata assistita hanno abbattuto molte barriere, permettendo anche ai non allenati di affrontare itinerari un tempo impensabili. Con i più piccoli, poi, il carrellino o la cargo bike trasformano il viaggio in una vera avventura su ruote.
Certo, serve un minimo di pianificazione – tappe brevi, pause frequenti, snack sempre pronti – ma i benefici sono enormi: benessere fisico, connessione con l’ambiente, senso di autonomia nei bambini. E soprattutto, un’intimità familiare che la routine spesso non concede.
In un’epoca in cui si cerca sempre più equilibrio tra vita digitale e reale, la bicicletta è un ponte perfetto. E pedalare tutti insieme, alla scoperta di paesaggi e sorrisi, è forse il modo più bello per sentirsi davvero… in vacanza.
In bici con i bambini: la ciclovia che fa sorridere tutta la famiglia”
24/06/2025 in Tecnica
Il sole è appena sorto, l’aria ha ancora quel profumo fresco di rugiada e i caschi sono già allacciati. Davanti a una giornata di cicloturismo,la prima pedalata è la promessa di avventura. E quando a inforcare la bici sono mamma, papà e bambini, l’esperienza si trasforma in qualcosa di più: un viaggio di scoperta condivisa, senza fretta e senza stress.
Tra le ciclabili italiane più adatte alle famiglie spicca la Ciclovia del Mincio, un percorso sicuro e completamente asfaltato che collega Peschiera del Garda a Mantova per circa 45 chilometri. Ma non lasciatevi intimidire dalla distanza: il bello di questo tracciato è che si può affrontare a tappe, con numerose aree di sosta, punti ristoro e piccole deviazioni perfette per i più piccoli.
«Abbiamo scelto questa ciclovia per la nostra prima vacanza in bici con i figli, e non potevamo sperare di meglio», racconta Claudia, madre di due bambini di 6 e 9 anni. «Ci sono tratti ombreggiati, mucche nei campi, ponticelli da attraversare e ogni chilometro diventa un gioco».
In effetti, uno dei segreti del successo del cicloturismo in famiglia è proprio la natura narrativa del percorso: ogni dettaglio può trasformarsi in racconto, ogni pausa in un momento educativo o di svago. E se si viaggia in primavera o estate, si può anche approfittare di picnic improvvisati lungo il fiume o visitare i piccoli borghi lungo il tragitto.
La crescente attenzione verso questo tipo di turismo ha spinto molte strutture a dotarsi di servizi family-friendly: noleggio seggiolini, carrelli per bimbi, punti di assistenza tecnica e perfino mappe con tappe gioco.
La bici, per le famiglie, non è solo mezzo di trasporto. È un modo per stare insieme davvero, lontano dagli schermi e vicini alla natura. Ed è proprio lungo queste ciclabili che si scopre un’Italia più lenta, più verde, più autentica.
Pedalando tra borghi e vigneti: un weekend nel cuore del Monferrato
23/06/2025 in Viaggi
MONFERRATO – C’è una terra, tra le colline del Piemonte, dove il tempo sembra rallentare e ogni curva racconta una storia. Il Monferrato, patrimonio UNESCO, è una meta sempre più amata dai cicloturisti per la sua combinazione unica di paesaggio, cultura e buon cibo.
Partiti da Nizza Monferrato con le prime luci dell’alba, seguiamo un itinerario ad anello che attraversa Canelli, Moasca e Calosso. Le strade sono poco trafficate, immerse tra filari ordinati di Barbera e Moscato. In salita verso il Castello di Calosso, lo sforzo si fa sentire ma è subito ripagato dal panorama: colline morbide a perdita d’occhio e il profilo delle Alpi sullo sfondo.
La giornata prosegue tra pause enogastronomiche — un pranzo leggero con salumi e formaggi locali in un’osteria a conduzione familiare — e soste nei borghi, dove il tempo sembra essersi fermato. A Canelli, una visita alle storiche “cattedrali sotterranee” è d’obbligo: cantine scavate nella roccia che custodiscono bottiglie di spumante da generazioni.
Il rientro è dolce, con il sole del tardo pomeriggio che accende le colline di riflessi dorati. La bellezza del Monferrato non sta solo nei paesaggi o nel vino: sta nell’armonia che si crea tra pedalata e territorio, tra fatica e bellezza.
INFO UTILI: Itinerario ad anello di circa 60 km. Dislivello: 900 m. Adatto a ciclisti con un minimo di allenamento. Fondo asfaltato con tratti in pendenza. Periodo consigliato: primavera e autunno.
Cicloturismo urbano: Milano su due ruote, tra architettura e verde nascosto”
23/06/2025 in Territorio
MILANO – Dimenticate smog e traffico. Esiste una Milano che si scopre meglio pedalando piano, tra piste ciclabili inaspettate, cortili segreti e rigenerati spazi verdi. Una città che, lontano dagli stereotipi, sorprende i cicloturisti urbani con percorsi ricchi di fascino e storia.
Il nostro itinerario parte dalla Stazione Centrale e si dirige verso il quartiere Isola. Qui l’architettura contemporanea convive con vecchi magazzini trasformati in bistrot e laboratori artistici. Passando per la Biblioteca degli Alberi, il verde si fa protagonista in pieno centro città, mentre i grattacieli di Porta Nuova si riflettono nei laghetti artificiali.
Da lì, si imbocca la ciclabile lungo il Naviglio Martesana: un corridoio verde che, seguendo l’antico corso d’acqua, conduce fino a Crescenzago. Il contrasto tra la quiete del canale e la vitalità metropolitana è il cuore dell’esperienza. Ogni tratto è un invito alla scoperta: una cascina ristrutturata, una bottega di biciclette d’epoca, un murale colorato.
Il rientro avviene attraversando il Parco Lambro e i quartieri orientali, con un ultimo sguardo a un volto diverso di Milano: sostenibile, creativa, ciclabile.
INFO UTILI: Percorso urbano di circa 35 km, pianeggiante e adatto a tutti. Fondo misto (asfalto e sterrato compatto). Ideale anche con e-bike. Da evitare nelle ore di punta. Consigliata una sosta al Mercato di Via Lecco per pranzo.
Cesena pedala verso il futuro: al via il progetto “Bike to Work”
22/06/2025 in News
CESENA – Venti centesimi per ogni chilometro percorso in bicicletta, fino a un massimo di 50 euro mensili. Sono queste le regole alla base di Bike to Work, l’iniziativa lanciata dalla Regione Emilia-Romagna per promuovere la mobilità sostenibile nei tragitti casa-lavoro. A Cesena, il programma si inserisce nel più ampio progetto “Cambiamo marcia 2024-2026”, che punta a rivoluzionare le abitudini di spostamento dei cittadini.
Per partecipare basta poco: un tragitto di almeno 800 metri, percorribile anche con biciclette a pedalata assistita, e un totale minimo di 30 chilometri pedalati in tre mesi. Gli incentivi sono riservati ai dipendenti di aziende, studi professionali, scuole e attività commerciali che abbiano aderito al piano spostamenti casa-lavoro, tramite la piattaforma digitale Wecity, che monitora e certifica i percorsi effettuati.
“Con questa azione – spiega l’assessore alla mobilità Christian Castorri – vogliamo rafforzare l’impegno della città verso una mobilità più sostenibile. È un investimento sulla qualità dell’aria, sulla salute dei cittadini e sulla vivibilità degli spazi urbani”.
E i numeri dimostrano un interesse crescente: dal lancio dell’iniziativa, a dicembre 2024, sono già 35 le aziende e attività commerciali coinvolte, insieme a cinque circoli didattici, sette scuole, l’Università di Bologna, il Comune e le strutture sanitarie locali dell’Asl.
La sfida è aperta fino al 30 novembre 2026, con l’obiettivo di trasformare la bici da mezzo alternativo a scelta quotidiana. Un piccolo sforzo per il singolo, un grande passo per la città.
Pedalando nella terra dei calanchi: un viaggio in bicicletta nel cuore della Basilicata
21/06/2025 in Viaggi
BASILICATA – Una terra antica, silenziosa, aspra e sorprendente: la Basilicata è una delle regioni meno battute d’Italia, eppure offre esperienze uniche a chi decide di attraversarla a pedali. Un viaggio in bicicletta qui non è solo sport, ma un’immersione totale in una natura selvaggia, in borghi dimenticati dal tempo e in un paesaggio che cambia radicalmente ogni decina di chilometri.
Tra i Sassi e i Calanchi
Il nostro itinerario parte da Matera, la Città dei Sassi, patrimonio UNESCO e capitale europea della cultura nel 2019. Dopo una visita ai celebri rioni scavati nella roccia e una colazione con pane di Matera e marmellata di fico d’India, si monta in sella in direzione sud, lungo strade secondarie che tagliano la Murgia materana.
A pochi chilometri dalla città, il paesaggio si trasforma: la pietra lascia spazio all’argilla, e l’altopiano si apre verso i calanchi lucani, spettacolari formazioni geologiche che ricordano paesaggi lunari. Qui, tra Craco — il celebre borgo fantasma — e Pisticci, la strada si fa più dura ma anche più emozionante. Salite brevi ma intense, discese veloci e curve strette: una goduria per i cicloturisti esperti, ma gestibile anche da chi ha un minimo di allenamento, soprattutto in e-bike.
Soste tra olivi e vigneti
Il percorso prosegue tra colline coltivate a olivo, piccoli appezzamenti di grano e distese di vigneti. È il cuore agricolo della regione, dove il tempo sembra essersi fermato. I ciclisti trovano rifugio e ristoro nei piccoli agriturismi che punteggiano l’itinerario: piatti semplici, genuini, e una calorosa accoglienza che rende ogni tappa un momento da ricordare.
Una sosta obbligata è Aliano, il paese di Carlo Levi, dove ancora si respirano le atmosfere del suo celebre “Cristo si è fermato a Eboli”. Da qui, una discesa panoramica porta verso il fiume Agri, con viste mozzafiato e il profumo intenso della macchia mediterranea.
Il Parco del Pollino, ultima frontiera
Per i più audaci, l’itinerario può proseguire verso ovest fino a raggiungere il Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia. Qui la bicicletta si confronta con la montagna vera: salite lunghe, pendenze importanti e paesaggi che spaziano dai boschi di faggio alle vette rocciose abitate da aquile reali. L’arrivo a Rotonda o a San Severino Lucano segna la fine di un viaggio che unisce sport, cultura e natura incontaminata.
Informazioni utili
Il percorso, modulabile in base alla preparazione del ciclista, si snoda per circa 250-300 chilometri, con possibilità di tappe giornaliere da 40 a 70 km. È consigliato un mezzo gravel o MTB, ma anche le e-bike sono perfette per affrontare i tratti più impegnativi. Primavera e autunno sono le stagioni ideali, quando il clima è mite e i colori della Basilicata sono al loro massimo splendore.
Cicloturismo nel Sud Italia: la Ciclovia della Magna Grecia, un viaggio tra mare, storia e silenzi
20/06/2025 in Viaggi
Nel Sud Italia c’è un luogo dove il tempo rallenta, il vento profuma di sale e i pedali raccontano storie antiche. È la Ciclovia della Magna Grecia, un percorso che si snoda lungo la costa ionica calabrese, tra spiagge deserte, rovine greche e ulivi secolari. Un viaggio in bici in una terra autentica, aspra e generosa, dove ogni chilometro è un tuffo nella bellezza selvaggia del Sud.
Da Rocca Imperiale a Soverato: il cuore del Sud
Uno dei tratti più suggestivi della ciclovia parte da Rocca Imperiale, al confine con la Basilicata, e segue la costa jonica fino a Soverato, per circa 300 km. Il percorso attraversa borghi sospesi tra mare e collina – come Sibari, Rossano, Cirò Marina, Le Castella – e regala scorci su spiagge infinite, scogliere rosse e promontori ricoperti di macchia mediterranea.
Ma non è solo natura. Lungo la strada si incontrano musei archeologici, parchi della Magna Grecia, castelli normanni e testimonianze bizantine. E poi le persone: ospitali, curiose, pronte a offrirti un caffè o una fetta di crostata al bergamotto.
Pedalare fuori stagione
Il bello di questa rotta? È perfetta fuori stagione. Da marzo a giugno, o tra settembre e ottobre, troverai temperature miti, poco traffico e un silenzio che accompagna ogni pedalata. Le strade, spesso statali secondarie o tratti già convertiti in ciclovie, permettono di pedalare in sicurezza, anche se è consigliato avere una buona bici da trekking o gravel.
Soste imperdibili lungo il percorso
Sibari: visita agli scavi e al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide.
Rossano: patria della liquirizia e del celebre Codex Purpureus.
Cirò Marina: assaggia il vino Cirò direttamente nelle cantine locali.
Le Castella: una foto al castello aragonese sospeso sul mare è d’obbligo.
Soverato: mare cristallino e ottima cucina calabrese per concludere in bellezza.
Consigli pratici per affrontare la ciclovia
Bici consigliata: trekking o gravel. Alcuni tratti sono sterrati o dissestati.
Equipaggiamento: borse laterali leggere, crema solare, casco e kit riparazione.
Pernottamenti: agriturismi, B&B o campeggi lungo la costa. Alcuni sono bike-friendly.
Acqua e ristori: porta sempre una scorta d’acqua, specialmente nei tratti più isolati.
Perché scegliere il Sud
Cicloturismo al Sud è più che un viaggio: è un incontro. Con la terra e con le radici. Qui non si pedala solo per arrivare, ma per vivere. I panorami sono autentici, le salite oneste, le persone vere. E ogni sera, davanti a un piatto di pesce fresco o a un piatto di fileja con ‘nduja, penserai: “Ne è valsa la pena.”
La Ciclovia del Sole: pedalare sull’asse verde d’Italia
19/06/2025 in News
È uno dei progetti più ambiziosi del cicloturismo europeo, e una delle promesse più concrete per il rilancio del turismo sostenibile in Italia: la Ciclovia del Sole, parte dell’EuroVelo 7, si candida a diventare una dorsale strategica per chi sceglie di viaggiare lentamente, in equilibrio tra natura, cultura e mobilità dolce.
Un itinerario in continua espansione
Lunga oltre 3.000 chilometri dal Capo Nord a Malta, la Ciclovia del Sole attraversa l’Italia da nord a sud, partendo dal Brennero e passando per Bolzano, Verona, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, per poi proseguire fino a Palermo. Attualmente, i tratti più completi e ciclabili in sede propria si trovano tra Mirandola e Bologna, con progetti già finanziati per l’estensione verso Verona e Firenze.
Nel tratto emiliano, inaugurato nel 2021, la ciclovia corre su un ex tracciato ferroviario riconvertito, offrendo una sede perfettamente asfaltata, segnaletica chiara e numerosi punti di sosta attrezzati. È un modello di rigenerazione territoriale che ha già attirato migliaia di cicloturisti da tutta Europa.
Perché sceglierla
La Ciclovia del Sole si distingue per:
Facilità del percorso: adatto a tutti, grazie a pendenze lievi e fondo regolare.
Accessibilità: la vicinanza a stazioni ferroviarie consente di organizzare tappe flessibili e sostenibili.
Servizi cicloturistici: bike hotel, stazioni di ricarica per e-bike, officine e punti ristoro si stanno moltiplicando lungo l’asse.
Attrattiva paesaggistica e culturale: dalle colline modenesi ai centri storici come San Giovanni in Persiceto, l’esperienza è un continuo alternarsi di natura, arte e gastronomia.
Consigli pratici
Periodo migliore: da marzo a giugno e da settembre a ottobre, evitando il caldo eccessivo estivo.
Tipologia di bici consigliata: city bike, trekking o gravel; anche le e-bike sono perfette per coprire distanze più lunghe senza affaticarsi.
Attrezzatura utile: borse laterali impermeabili, kit antiforatura, luci anteriori e posteriori, GPS o app di navigazione (es. Komoot o Bikemap).
Un’opportunità per il territorio
La Ciclovia del Sole non è solo una pista ciclabile: è un’infrastruttura culturale. I Comuni attraversati stanno già investendo in eventi, accoglienza e valorizzazione delle produzioni locali, creando un indotto economico virtuoso. Secondo l’ISNART, il cicloturismo genera in Italia oltre 5 miliardi di euro l’anno: investire su ciclovie come questa significa puntare su un futuro più verde e redditizio.