Da Sarajevo a Mostar: la Ćiro Trail, la ferrovia che rivive sui pedali
26/08/2025 in Viaggi
Un tempo era la ferrovia austro-ungarica che collegava Sarajevo a Dubrovnik. Oggi, il tracciato della cosiddetta Ćiro Trail è stato recuperato come percorso ciclabile e rappresenta uno dei progetti di valorizzazione più interessanti dei Balcani.
La partenza da Sarajevo è già un’immersione nella storia: poche città in Europa riescono a mescolare in pochi chilometri minareti ottomani, cattedrali cattoliche, chiese ortodosse e caffè in stile viennese. Dopo il rumore del traffico e i bazar della Baščaršija, la bici diventa il mezzo per uscire gradualmente dal caos urbano e immergersi in vallate dove il tempo sembra scorrere più lento.
Il percorso segue spesso lo stesso letto del fiume Neretva, che appare e scompare tra gole spettacolari. Le sue acque, color turchese acceso, accompagnano i ciclisti come un filo conduttore: c’è chi si ferma per rinfrescarsi, chi per una foto, chi semplicemente per godere di un paesaggio quasi irreale.
Distanza: circa 150 km
Durata consigliata: 2–3 giorni, con tappe nei villaggi lungo la strada
Difficoltà: media (alcuni tratti sterrati, pendenze moderate)
Lungo la via si incontrano stazioni ferroviarie abbandonate, cartelli che ricordano l’epoca dei treni e piccoli villaggi che offrono ospitalità genuina. A Čapljina, ad esempio, ci si può fermare per una cena a base di pesce d’acqua dolce, mentre poco prima dell’arrivo a Mostar appaiono i primi vigneti e gli uliveti che raccontano la vocazione mediterranea della regione.
L’arrivo a Mostar è il coronamento perfetto: il celebre ponte ottomano (Stari Most), distrutto durante la guerra e ricostruito pietra su pietra, si attraversa pedalando con la sensazione di ricucire un Paese diviso e resiliente.
Nel cuore selvaggio: l’anello del Sutjeska
26/08/2025 in Viaggi
Chi ama la natura incontaminata e non teme le salite troverà nel Parco nazionale Sutjeska un paradiso autentico. Si tratta della più antica area protetta della Bosnia, celebre per custodire la foresta di Perućica, uno degli ultimi lembi di bosco primario d’Europa.
Pedalare qui significa affrontare un itinerario più impegnativo: le strade asfaltate lasciano spesso spazio a tratti sconnessi, le pendenze possono essere dure, ma la ricompensa è straordinaria. Lungo il percorso appaiono vette maestose come il Monte Maglić (2.386 m), il più alto del Paese, laghi glaciali come quello di Trnovačko, e vallate abitate da cervi, lupi e orsi bruni.
Distanza: 80–100 km per l’anello principale
Durata consigliata: 2 giorni per godersi soste e trekking
Difficoltà: alta (salite lunghe e discese tecniche)
Non è solo natura, però. Nel cuore del parco, una radura ospita il monumento alla Battaglia della Sutjeska, una scultura modernista degli anni ’70 che commemora una delle pagine più dure della Seconda guerra mondiale in Jugoslavia. Visto da vicino, il monumento appare come due ali di cemento che si aprono verso il cielo, un simbolo di resistenza che aggiunge profondità storica a un paesaggio altrimenti dominato solo dalla natura.
Pedalare qui significa accettare la fatica come parte dell’esperienza: ogni salita diventa una sfida, ma anche un modo per sentirsi parte di un paesaggio primordiale e quasi intatto.
Dalle Alpi austriache al confine italiano:
25/08/2025 in Viaggi
Pedalare in Austria è come entrare in un grande teatro naturale dove ogni dettaglio è pensato per accogliere chi viaggia lento. La Ciclovia Alpe Adria nasce qui, a Salisburgo, città che unisce la solennità barocca alle melodie di Mozart.
L’inizio lungo il Salzach
Il primo tratto si snoda lungo il fiume Salzach. È una partenza morbida, pianeggiante, che permette al cicloturista di prendere confidenza con la strada e con il ritmo della pedalata. La segnaletica è impeccabile: cartelli chiari, mappe lungo il percorso, servizi per chi si sposta in bicicletta. Non è un dettaglio: la qualità delle infrastrutture ciclabili austriache è tra le migliori d’Europa.
Vecchie ferrovie, nuove emozioni
Uno dei momenti più emozionanti arriva quando si pedala su tratte ferroviarie dismesse, oggi trasformate in piste ciclabili. Gallerie illuminate, ponti sospesi e lunghi rettilinei immersi nel verde regalano la sensazione di pedalare dentro la storia. Non più convogli di treni, ma ciclisti di ogni età, famiglie con bambini e viaggiatori solitari che condividono la stessa direzione.
Tra villaggi alpini e ospitalità genuina
Il percorso attraversa villaggi come Bad Gastein, famosa per le sue terme e la cascata che spacca il paese in due. Qui la bicicletta si ferma spesso: non solo per riposare le gambe, ma per scoprire la cucina locale fatta di zuppe robuste, pane nero e birra artigianale. L’ospitalità austriaca è semplice e diretta: chi pedala trova facilmente pensioni a conduzione familiare, agriturismi e strutture bike-friendly.
La sfida dei valichi
Il punto più impegnativo del tratto austriaco è il valico di Böckstein, che si supera caricando bici e ciclisti su un treno-navetta. Non è una scorciatoia, ma una parte integrante dell’esperienza: un passaggio che unisce l’avventura montana al comfort della logistica.
Pedalando verso sud, l’aria si fa più mite, i paesaggi meno aspri. La frontiera è vicina: l’Italia attende con un volto nuovo, fatto di pietre medievali, vigneti e una luce diversa.
Dal Friuli al mare: l’Italia lenta della Ciclovia Alpe Adria
25/08/2025 in Viaggi
Se la parte austriaca della Ciclovia Alpe Adria è un inno alla natura alpina, quella italiana è un viaggio nell’anima storica e culturale del Friuli Venezia Giulia.
Il fascino dei borghi rinati
Appena superato il confine, il cicloturista incontra Venzone e Gemona, due borghi simbolo della resilienza friulana. Distrutti dal terremoto del 1976, sono stati ricostruiti pietra su pietra, restituendo un patrimonio medievale oggi splendente. Fermarsi qui significa pedalare nella memoria, ma anche nell’orgoglio di una comunità che non si è arresa.
La pianura che accoglie
Superata la fascia pedemontana, il paesaggio si apre. La ciclovia corre tra campi coltivati, vigneti e mulini ad acqua. È un invito alla lentezza: ogni borgo custodisce una piazza, una trattoria, un racconto. A Udine, il castello domina dall’alto e le osterie offrono il tipico tajut, un calice di vino condiviso come rito sociale.
Aquileia, capitale di un altro tempo
Pochi chilometri più a sud, la strada incontra Aquileia, antica città romana e centro del cristianesimo. Qui la basilica e i mosaici pavimentali tolgono il fiato: è come se la storia avesse deciso di fermarsi per accogliere chi arriva in bicicletta. Un contrasto suggestivo: la lentezza del pedalare incontra la profondità dei secoli.
L’arrivo a Grado
La ciclovia termina a Grado, affacciata sulla laguna. Dopo centinaia di chilometri, l’orizzonte si apre sul mare Adriatico. Il cicloturista posa la bici, si siede in spiaggia e guarda le onde: il viaggio non è più solo geografico, ma interiore.
Empoli, ciclista perde la vita in uno scontro con un pulmino dell’Empoli Fc
24/08/2025 in News
Empoli (Firenze), 23 agosto – Tragedia sulle strade empolesi questa mattina: un uomo di 65 anni ha perso la vita in seguito a un incidente avvenuto lungo il tratto tra Monteboro e Brusciana. Il ciclista si è scontrato con un pulmino dell’Empoli Fc, rimanendo gravemente ferito.
L’uomo è stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e trasferito in codice rosso con l’elicottero Pegaso all’ospedale di Careggi, a Firenze. Nonostante i tentativi dei medici, le sue condizioni si sono rivelate troppo gravi e il decesso è sopraggiunto poco dopo il ricovero.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche gli agenti della polizia municipale, che hanno effettuato i rilievi per ricostruire con esattezza la dinamica dello scontro.
L’episodio ha destato forte impressione nella comunità locale, anche per il coinvolgimento di un mezzo della società sportiva cittadina.
Sicilia in bicicletta: viaggio lento tra mare, vulcani e pietra barocca
23/08/2025 in Viaggi
Pedalare in Sicilia non è semplicemente attraversare un’isola: è immergersi in un continente in miniatura, dove ogni curva rivela un paesaggio diverso, ogni salita racconta una storia millenaria, ogni discesa si conclude con un profumo di zagara o di salsedine.
Chi sceglie la bicicletta come compagna di viaggio qui scopre una terra che non si concede di fretta. La Sicilia costringe a rallentare: le strade che si arrampicano verso i borghi arroccati, le piazze dove il tempo sembra fermo al bar del paese, le campagne che al tramonto diventano un mosaico d’oro e ocra.
Dall’Etna alle spiagge del Sud
Un itinerario che molti cicloturisti prediligono parte dalle pendici dell’Etna. Pedalare tra i campi lavici, neri e silenziosi, significa percepire la forza primordiale dell’isola. Poi la strada scende verso Catania e Siracusa: qui il ritmo cambia, l’aria si fa salmastra e il Mediterraneo diventa la bussola che orienta il viaggio.
Lungo la costa sud-orientale, Noto e Modica si offrono come pause necessarie: città di pietra barocca, dolci ripidi come il cioccolato che lì si lavora, scalinate che mettono alla prova gambe e cuore.
Tra vigne e saline
Chi punta a ovest incontra paesaggi completamente diversi: le colline di Marsala e Menfi disegnano un tappeto di vigneti, mentre le saline di Trapani, con i mulini a vento che si specchiano nell’acqua, regalano tramonti che valgono l’intera fatica della giornata.
La bicicletta diventa un osservatorio privilegiato: niente vetri, niente motori. Solo il rumore delle ruote sull’asfalto e lo scambio di sguardi con chi, lungo la strada, offre un “buon viaggio” e magari una fetta d’anguria.
Perché la Sicilia convince i cicloturisti
Non è un territorio semplice: le salite sono impegnative, il caldo in estate richiede esperienza e organizzazione. Ma proprio questo rende l’avventura memorabile. La Sicilia è un’isola che ripaga: con il gusto di una granita a metà mattina, con una discesa che termina davanti a un mare cristallino, con il profumo del pane cunzato dopo 80 chilometri di strada.Pedalare in Sicilia significa fare i conti con l’imprevedibilità: del meteo, della strada, dell’incontro. Ma è anche la certezza che ogni giorno, al termine della tappa, ci sarà un luogo, un sapore o una persona capace di sorprendere. E in fondo, non è questa la vera essenza del viaggio in bicicletta?
In sella attraverso la Bulgaria: un itinerario cicloturistico tra montagne, monasteri e Mar Nero
22/08/2025 in Viaggi
La Bulgaria non è ancora nella lista dei Paesi più battuti dal cicloturismo europeo, ma chi decide di esplorarla in sella scopre un mosaico di paesaggi sorprendenti: montagne boscose, pianure agricole, antiche città e la costa del Mar Nero. Un Paese a misura di pedale, che unisce la fatica della salita alla ricompensa di panorami mozzafiato e soste culturali di rara intensità.
Dalle cime dei Balcani al Danubio
Un itinerario classico parte dal cuore della catena dei Balcani, nella zona di Veliko Tarnovo, l’antica capitale medievale. Qui i tornanti si arrampicano tra foreste e villaggi di pietra, mentre la fortezza di Tsarevets veglia dall’alto. Da lì si può scendere verso nord fino a Ruse, “la piccola Vienna” sul Danubio, con i suoi palazzi neoclassici e l’atmosfera mitteleuropea.
Monasteri, storia e pedalate lente
Pedalando verso sud, la Bulgaria sorprende con la spiritualità dei suoi monasteri ortodossi. Quello di Rila, patrimonio UNESCO, è raggiungibile attraverso un percorso impegnativo ma spettacolare: 1.147 metri di altitudine tra faggi e abeti. Qui la sosta è d’obbligo, non solo per ammirare gli affreschi ma anche per assaggiare il pane fatto dai monaci.
Verso la costa del Mar Nero
Chi cerca percorsi più dolci può puntare invece alla costa. Da Varna a Burgas si snoda un tracciato panoramico che alterna spiagge, scogliere e antiche città come Nessebar, altra gemma UNESCO, con le sue chiese bizantine sospese tra mare e cielo. L’aria salmastra accompagna la pedalata e il ritmo rallenta naturalmente, invitando a fermarsi nei piccoli porti di pescatori.
Consigli pratici
Periodo migliore: primavera e inizio autunno, con temperature miti e meno traffico.
Difficoltà: media, con tratti di montagna impegnativi e lunghi rettilinei pianeggianti nelle pianure del Danubio.
Segnaletica: in crescita, ma conviene scaricare tracce GPS e mappe offline.
Ospitalità: diffusa e calorosa, con guesthouse a conduzione familiare e ottimo rapporto qualità-prezzo.
Perché scegliere la Bulgaria in bici
Pedalare in Bulgaria significa attraversare un Paese autentico, dove le strade secondarie regalano incontri inattesi: contadini che offrono frutta di stagione, pastori che guidano greggi sulle colline, bambini che salutano al passaggio. Un viaggio che unisce la dimensione sportiva a quella umana e culturale, perfetto per chi cerca un’alternativa ai percorsi cicloturistici più affollati dell’Europa occidentale.
Andare in bici è un farmaco naturale: lo conferma la scienza
21/08/2025 in News
Pedalare non è solo un passatempo ecologico o un mezzo per risparmiare tempo nel traffico: è un vero e proprio elisir di salute. La scienza lo conferma. Sempre più studi dimostrano che la bicicletta ha effetti paragonabili a quelli di un farmaco, in grado di prevenire malattie croniche, migliorare l’umore e persino allungare l’aspettativa di vita.
Secondo i ricercatori, l’attività fisica moderata e costante che si ottiene pedalando è tra le più complete: stimola cuore e polmoni, rafforza i muscoli senza sovraccaricare le articolazioni, e attiva il metabolismo in modo naturale. Alcune ricerche hanno evidenziato che andare in bici per almeno 30 minuti al giorno riduce sensibilmente il rischio di diabete di tipo 2, ipertensione e patologie cardiovascolari.
Ma i benefici non si fermano al corpo. Pedalare, infatti, agisce anche sulla mente. La produzione di endorfine e serotonina, i cosiddetti “ormoni della felicità”, aumenta durante lo sforzo fisico, generando un effetto antidepressivo naturale. Non a caso, medici e psicologi stanno iniziando a prescrivere la bicicletta come strumento di prevenzione e supporto per ansia e stress.
Un altro aspetto interessante riguarda la longevità: chi utilizza regolarmente la bici tende ad avere un’aspettativa di vita più lunga, oltre a una qualità di vita migliore. La spiegazione è semplice: meno malattie croniche, maggiore mobilità e un cervello più attivo anche con l’avanzare dell’età.
In un’epoca in cui si parla sempre più di sostenibilità e stili di vita salutari, la bicicletta si conferma alleata preziosa non solo per l’ambiente ma anche per il nostro benessere quotidiano. Non è un caso che alcune città europee abbiano avviato programmi di “bike to work” con incentivi economici: un investimento che riduce i costi sanitari e migliora la salute collettiva.
La conclusione dei ricercatori è chiara: non serve un abbonamento in palestra né medicine costose. Basta rispolverare la bicicletta, salire in sella e lasciarsi guidare dai pedali. Perché andare in bici, oggi più che mai, è davvero la miglior medicina a disposizione di tutti.
La ciclabile della Valle dell’Adige: pedalare tra vigneti e castelli
20/08/2025 in Viaggi
Pedalare lungo la ciclabile della Valle dell’Adige significa immergersi in uno dei paesaggi più iconici del Trentino. Un percorso che unisce la bellezza naturale della valle al fascino storico dei borghi che la punteggiano, offrendo un’esperienza accessibile a tutti, dai cicloturisti esperti alle famiglie.
Il tracciato, parte integrante della celebre ciclopista del Sole, corre parallelo al fiume Adige e si sviluppa per decine di chilometri pianeggianti. Si parte da Bolzano, attraversando vigneti ordinati che raccontano la tradizione enologica della regione, per poi costeggiare meleti, campi coltivati e paesini pittoreschi. Castelli come quello di Beseno o di Rovereto si stagliano sullo sfondo, aggiungendo al viaggio un tocco medievale.
L’asfalto scorre liscio, la segnaletica è chiara, le aree di sosta ben distribuite: tutto pensato per rendere la pedalata sicura e piacevole. Lungo il tragitto, le osterie e le cantine invitano a una pausa gustosa, magari con un calice di Teroldego o un piatto tipico trentino.
Non è solo una pista ciclabile: è un percorso che intreccia natura, cultura e gastronomia. Una linea perfetta che collega il cuore del Trentino con la sua storia e i suoi sapori.
La Valsugana in bicicletta: dal lago di Caldonazzo a Bassano del Grappa
20/08/2025 in Viaggi
Se esiste una pista ciclabile capace di conquistare al primo sguardo, quella della Valsugana è senza dubbio tra le candidate principali. Un itinerario che parte dal lago di Caldonazzo, nel cuore del Trentino, e accompagna il cicloturista fino a Bassano del Grappa, varcando il confine con il Veneto.
Si tratta di oltre 80 chilometri di percorso che alterna scenari lacustri, boschi e tratti lungo il Brenta, seguendo la corrente del fiume in una discesa naturale. La ciclabile è perfettamente segnalata e dotata di punti di ristoro pensati proprio per chi viaggia in bicicletta.
Pedalando si incontrano borghi come Borgo Valsugana, dove le facciate colorate si specchiano nell’acqua, o imponenti testimonianze storiche come Castel Telvana. La dolcezza del percorso, prevalentemente in discesa, lo rende adatto anche a chi non ha allenamento intensivo, permettendo di godersi i panorami senza fretta.
In estate, la Valsugana Bike rappresenta un invito a fermarsi sulle rive del lago di Levico per un tuffo rinfrescante. In autunno, invece, le sfumature calde dei boschi trasformano il viaggio in un quadro impressionista.
Più che un semplice itinerario, la Valsugana Bike è un viaggio sensoriale che racconta il territorio attraverso i suoi paesaggi, i suoi sapori e la sua accoglienza.