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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

L’isola che non ti aspetti: giro ciclabile di Hvar tra lavanda e Adriatico

17/12/2025 in Viaggi

Hvar è conosciuta soprattutto per la movida estiva e i mega yacht, ma basta allontanarsi di pochi chilometri dal porto per scoprire un’isola sorprendentemente selvaggia e perfetta da esplorare in bicicletta. Il giro ciclabile dell’isola di Hvar è un itinerario impegnativo ma spettacolare, riservato a ciclisti allenati o e-bike, capace di restituire un volto inedito della Dalmazia.

Il percorso classico parte dalla città di Hvar e si snoda verso l’interno, attraversando campi di lavanda, muretti a secco e strade panoramiche che si affacciano su un Adriatico quasi irreale. Le salite non mancano, soprattutto nei tratti centrali dell’isola, ma sono ampiamente ripagate da discese mozzafiato e viste aperte sulle isole Pakleni.

L’asfalto è generalmente in buone condizioni, con traffico ridotto fuori dall’alta stagione. La primavera e l’inizio dell’autunno sono i periodi migliori per pedalare: temperature miti, profumi intensi e un silenzio rotto solo dal vento e dalle cicale.

Il ciclismo a Hvar è anche un’esperienza culturale. I piccoli villaggi dell’interno, come Velo Grablje, raccontano una storia agricola fatta di lavanda, vino e olio d’oliva, in netto contrasto con l’immagine mondana della costa. Fermarsi, parlare con i residenti, bere un caffè all’ombra: sono momenti che danno senso al viaggio.

Hvar in bici è una sfida fisica, ma soprattutto un invito a guardare oltre la superficie, scoprendo una Croazia più ruvida, autentica e sorprendentemente ciclabile.

by Matteo

Tra mare e pietra: la Parenzana, la ciclabile storica dell’Istria

17/12/2025 in Viaggi

Pedalare lungo la Parenzana significa attraversare la storia con il ritmo lento della bicicletta. Questo ex tracciato ferroviario austro-ungarico, trasformato in uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti della Croazia, collega l’Istria interna alla costa adriatica, offrendo un viaggio che è al tempo stesso sportivo, culturale e paesaggistico.

La Parenzana croata si sviluppa per circa 80 chilometri, da Buje a Poreč, seguendo un tracciato dolce e accessibile, ideale anche per ciclisti non esperti. Il fondo è in gran parte sterrato compatto, perfetto per gravel e trekking bike, mentre il dislivello resta contenuto grazie alla natura ferroviaria del percorso.

Il vero valore aggiunto sta nel panorama: vigneti, uliveti, colline punteggiate di borghi medievali come Grožnjan e Motovun, fino al blu intenso del mare che accompagna l’arrivo a Poreč. Lungo il percorso si attraversano gallerie, viadotti in pietra e vecchie stazioni riconvertite in punti di ristoro, testimoni silenziosi di un passato industriale oggi restituito alla lentezza.

La Parenzana non è solo una pista ciclabile, ma un progetto culturale transfrontaliero che unisce Italia, Slovenia e Croazia. In Istria, in particolare, diventa un modo sostenibile per scoprire l’anima più autentica della regione, lontano dal turismo balneare e vicino ai sapori locali: vino Malvasia, tartufi e cucina istriana completano l’esperienza.

Un percorso che racconta come la bicicletta possa essere strumento di memoria e di futuro.

by Matteo

Tra Alpi e laghi smeraldo: la ciclovia della Valle della Soča

16/12/2025 in Viaggi

La Slovenia è un paese che sorprende per compattezza e varietà. In poche decine di chilometri si passa dalle vette alpine all’Adriatico, dai boschi fitti ai fiumi color smeraldo. La Valle della Soča, nel nord-ovest del Paese, rappresenta forse la sintesi più riuscita di questa ricchezza naturale ed è oggi una delle mete più ambite dal cicloturismo europeo.

Il percorso segue il corso del fiume Soča – Isonzo per gli italiani – dalla sorgente nei pressi del Passo della Moistrocca fino alla cittadina di Tolmino, attraversando un territorio che è al tempo stesso selvaggio e profondamente segnato dalla storia. Si pedala immersi nel Parco Nazionale del Triglav, lungo strade secondarie ben asfaltate, con traffico ridotto e panorami che cambiano a ogni curva.

La prima parte del tracciato è la più impegnativa: salite regolari, gallerie scavate nella roccia e discese tecniche che richiedono attenzione, ma regalano emozioni forti. Il colore irreale del fiume accompagna il ciclista come una linea guida naturale, mentre ponti sospesi e forre profonde ricordano quanto questo territorio sia stato modellato dall’acqua.

Oltre alla dimensione paesaggistica, la valle è anche un museo a cielo aperto della Prima Guerra Mondiale. Fortificazioni, trincee e piccoli musei raccontano le battaglie dell’Isonzo, aggiungendo profondità culturale a un itinerario già straordinario dal punto di vista sportivo.

Dal punto di vista cicloturistico, la valle offre un’ottima accoglienza: strutture bike-friendly, campeggi, agriturismi e una cucina locale semplice ma sostanziosa, ideale per recuperare energie. È un percorso adatto a ciclisti allenati, ma affrontabile anche in più tappe, trasformandolo in un viaggio lento e contemplativo.

La Valle della Soča non è solo una destinazione: è un’esperienza sensoriale completa, dove ogni pedalata è un dialogo continuo con la natura.

by Matteo

Dalle miniere ai vigneti: pedalando sulla Parenzana slovena

16/12/2025 in Viaggi

C’è un filo invisibile che unisce Trieste a Parenzo, ed è fatto di ghiaia compatta, gallerie ombrose e viadotti sospesi. È la Parenzana, l’ex ferrovia austro-ungarica trasformata in una delle ciclovie più affascinanti d’Europa. Il tratto sloveno, breve ma intenso, rappresenta un concentrato perfetto di cicloturismo slow.

Il percorso entra in Slovenia da Sečovlje, vicino alle storiche saline, e si snoda verso l’interno passando per Portorož, Isola e Capodistria, alternando tratti costieri a dolci colline. Qui il ritmo cambia: non servono grandi prestazioni, ma la voglia di osservare, fermarsi, respirare.

Il fondo è in gran parte sterrato, ben battuto e adatto a gravel e trekking bike. Le pendenze sono moderate, grazie all’eredità ferroviaria del tracciato, e permettono una pedalata fluida, accessibile anche ai meno esperti. Le gallerie scavate nella roccia offrono riparo dal sole estivo e raccontano, silenziosamente, un passato industriale ormai scomparso.

Uno dei punti di forza della Parenzana slovena è il rapporto diretto con il territorio umano. Si attraversano piccoli borghi, vigneti terrazzati e uliveti, con frequenti occasioni per una sosta gastronomica. Vini locali, olio d’oliva e piatti della tradizione istriana diventano parte integrante del viaggio.

Capodistria segna simbolicamente la fine del tratto sloveno, ma anche l’inizio di una riflessione più ampia: la Parenzana non è solo una ciclovia, è un progetto culturale che ha restituito vita a un’infrastruttura dimenticata, trasformandola in un ponte tra nazioni, storie e viaggiatori.

Per chi cerca un’esperienza cicloturistica autentica, lontana dal traffico e vicina alle persone, la Parenzana in Slovenia è una scelta naturale. Un percorso che non chiede velocità, ma attenzione.

by Matteo

Cappadocia in bicicletta: pedalare tra i camini delle fate

15/12/2025 in Viaggi

La Cappadocia è uno di quei luoghi che sembrano progettati per essere attraversati lentamente. In bicicletta, tra altipiani vulcanici e valli scolpite dal vento, il viaggio assume una dimensione quasi meditativa. Questo itinerario ad anello, con partenza e arrivo a Göreme, è ideale per chi cerca un’esperienza cicloturistica intensa ma accessibile, dove il paesaggio è il vero protagonista.

Il percorso si sviluppa su strade secondarie e sterrati battuti, attraversando le valli di Uçhisar, Avanos, Çavuşin e Mustafapaşa. Le salite non mancano, ma sono quasi sempre ripagate da discese panoramiche e da viste surreali: i celebri camini delle fate, le chiese rupestri affrescate, i villaggi scavati nella roccia. Pedalare all’alba, mentre le mongolfiere colorano il cielo, è un’esperienza che da sola vale il viaggio.

Dal punto di vista ciclistico, la Cappadocia richiede una bici gravel o MTB, soprattutto se si vuole esplorare le valli meno battute come la Red Valley o la Love Valley. Le distanze giornaliere sono contenute (40–70 km), ma il fondo stradale e il dislivello suggeriscono di non sottovalutare l’impegno.

L’ospitalità turca è un altro punto di forza: pensioni a gestione familiare, piccoli ristoranti locali e la possibilità di dormire in hotel scavati nella roccia rendono il viaggio confortevole anche per chi viaggia in autonomia. La Cappadocia, in bici, non è solo una destinazione: è un racconto che si scrive curva dopo curva.

by Matteo

La Costa Licia: cicloviaggio tra mare e rovine antiche

15/12/2025 in Viaggi

Se la Cappadocia affascina per i suoi paesaggi lunari, la Costa Licia, nel sud-ovest della Turchia, conquista con il contrasto continuo tra il blu del Mediterraneo e le montagne che si tuffano nel mare. Questo itinerario lineare segue in parte il tracciato dell’antica Via Licia, collegando Fethiye ad Antalya lungo uno dei tratti costieri più spettacolari del Paese.

È un percorso più impegnativo dal punto di vista fisico: le salite sono frequenti e spesso lunghe, ma il traffico è generalmente limitato, soprattutto scegliendo le strade interne. In cambio, il cicloturista viene premiato con panorami aperti sul mare, calette selvagge e siti archeologici che emergono all’improvviso lungo la strada, come Xanthos, Patara, Olympos e Phaselis.

La Costa Licia è perfetta per un viaggio a tappe, con giornate da 70–100 km, adattabili in base al livello di allenamento. L’asfalto è generalmente buono, ma una bici da turismo robusta o una gravel permettono maggiore libertà di esplorazione. Il clima mediterraneo consente di pedalare quasi tutto l’anno, anche se primavera e autunno restano le stagioni ideali.

Culturalmente, questo itinerario è un continuo incontro: piccoli villaggi di pescatori, mercati locali, rovine greco-romane immerse nella vegetazione. La sera, dopo una giornata in sella, nulla è più gratificante di una cena a base di pesce fresco e meze, con il rumore del mare in sottofondo.

La Costa Licia rappresenta la Turchia più aperta e solare, dove il cicloturismo diventa un modo privilegiato per leggere il territorio, unendo sport, storia e paesaggio in un unico, lungo viaggio verso est.

by Matteo

Tragedia sulle strade di Ghedi: ciclista perde la vita dopo un incidente con un mezzo pesante

14/12/2025 in News

Un grave incidente stradale si è verificato nelle scorse ore a Ghedi, nel Bresciano, dove una donna di 62 anni ha perso la vita mentre stava percorrendo la strada in bicicletta. L’episodio ha scosso la comunità locale e riporta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza dei ciclisti sulle strade.

Secondo le prime ricostruzioni, la donna stava viaggiando in sella alla propria bici quando, per cause ancora in fase di accertamento, è stata coinvolta in un impatto con un camion. L’urto si è rivelato purtroppo fatale. Sul luogo dell’incidente sono giunti rapidamente i mezzi di soccorso dell’AREU, ma ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile: i sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

La strada interessata dall’incidente è stata temporaneamente chiusa o regolata per consentire i rilievi e garantire la sicurezza durante le operazioni di soccorso. La Polizia Stradale ha avviato le indagini per chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto, raccogliendo testimonianze e analizzando eventuali immagini utili a ricostruire quanto successo nei momenti precedenti all’impatto.

L’ennesima vittima della strada riaccende il dibattito sulla convivenza tra mezzi pesanti e utenti più vulnerabili, come ciclisti e pedoni. La bicicletta è sempre più utilizzata sia per gli spostamenti quotidiani sia per il tempo libero, ma resta fondamentale garantire condizioni di maggiore sicurezza, attraverso infrastrutture adeguate, attenzione alla guida e rispetto reciproco.

La comunità di Ghedi si stringe ora nel cordoglio per la perdita di una vita, in attesa che gli accertamenti facciano piena luce sull’accaduto e sulle eventuali responsabilità. Una tragedia che lascia dolore e che richiama tutti a una maggiore prudenza sulle strade.

by Matteo

Il cicloturismo non è più una nicchia: cresce in Italia la domanda di viaggi lenti su due ruote

13/12/2025 in News

Il cicloturismo in Italia ha superato definitivamente la fase sperimentale. Non è più un fenomeno per appassionati né una tendenza passeggera: oggi rappresenta uno dei segmenti più dinamici del turismo outdoor, con ricadute economiche, sociali e territoriali sempre più evidenti.

Negli ultimi anni, complice la ricerca di viaggi sostenibili e di esperienze autentiche, la bicicletta è diventata un mezzo centrale per esplorare il territorio. Dalle grandi ciclovie nazionali ai percorsi minori lungo fiumi, ferrovie dismesse e aree rurali, l’offerta si è ampliata e diversificata, intercettando un pubblico eterogeneo: famiglie, viaggiatori stranieri, over 60, ma anche ciclisti sportivi che scelgono la lentezza come valore.

A cambiare non è solo il numero dei viaggiatori, ma il modo di viaggiare. Il cicloturista medio resta più a lungo, spende sul territorio e privilegia strutture ricettive locali, ristorazione tipica e servizi legati alla bici. Un modello che interessa sempre più amministrazioni, soprattutto nei piccoli comuni, dove le ciclovie stanno diventando uno strumento concreto di rigenerazione turistica.

Negli ultimi mesi si moltiplicano infatti gli interventi pubblici su infrastrutture ciclabili, segnaletica dedicata e servizi bike-friendly. Non solo nuove piste, ma collegamenti tra reti esistenti, messa in sicurezza di tratti critici e recupero di percorsi storici. L’obiettivo è chiaro: trasformare la bicicletta da attività ricreativa a chiave di accesso al territorio.

Anche il mercato risponde. Crescono i tour operator specializzati, le strutture certificate per l’accoglienza dei ciclisti e le proposte di viaggio “chiavi in mano”, soprattutto per il pubblico internazionale, da sempre attratto dal mix italiano di paesaggio, cultura ed enogastronomia.

Il cicloturismo si conferma così un indicatore di cambiamento più ampio. Racconta un turismo che rallenta, che sceglie strade secondarie e che redistribuisce i flussi lontano dalle mete sovraffollate. Una trasformazione silenziosa, ma ormai strutturale, che mette la bicicletta al centro di una nuova idea di viaggio.Per chi pedala, e per chi vive i territori attraversati, non è solo una tendenza: è una direzione.

by Matteo

Pedalare meglio: le tecniche che ogni cicloturista dovrebbe conoscere

12/12/2025 in Tecnica

Nel mondo del cicloturismo, la differenza tra una giornata memorabile e una pedalata interminabile non la fa soltanto la condizione fisica. A incidere in maniera decisiva è la tecnica: una combinazione di postura, gestione delle forze e scelta consapevole dei movimenti che permette di pedalare più a lungo, con maggiore efficienza e minore fatica. E, soprattutto, di godersi la strada.

La postura: il primo alleato del cicloturista

Sedersi nel modo corretto in sella non è un dettaglio estetico, ma un fattore determinante per evitare dolori a schiena, collo e mani. Gli esperti ricordano che la posizione ideale è quella che consente di mantenere la schiena leggermente inclinata, le spalle rilassate e i gomiti morbidi.
Una regolazione accurata di altezza della sella e arretramento permette inoltre di spingere sui pedali con il giusto angolo, migliorando l’efficienza del gesto e riducendo il dispendio di energia.

La pedalata circolare: l’arte della continuità

Molti cicloturisti pedalano “a spinta”, concentrando la forza solo nella fase discendente. La tecnica corretta, invece, è quella della pedalata rotonda, che distribuisce lo sforzo su tutto il giro del pedale: spinta, trascinamento, sollevamento e accompagnamento.
Non si tratta di un movimento naturale, ma si può allenare. Il risultato è una pedalata più fluida, che riduce gli sprechi e alleggerisce il carico sulle ginocchia, particolarmente preziosa nelle lunghe tappe con dislivello.

Cambiare marcia al momento giusto

La gestione del cambio è un altro aspetto spesso sottovalutato. Anticipare la cambiata è la regola d’oro: scalare prima di una salita evita di ritrovarsi a spingere nel rapporto sbagliato, costringendo il motore umano a uno sforzo improvviso che può affaticare. Nelle discese, invece, conviene mantenere un rapporto neutro che consenta di riprendere velocità in modo fluido quando il terreno torna pianeggiante.
Un uso intelligente del cambio permette di mantenere una cadenza costante, considerata dagli istruttori la chiave della resa nel lungo periodo.

Frenata e controllo in curva

Le tecniche di frenata meritano un capitolo a parte. Sul bagnato o in presenza di ghiaia, frenare solo con la ruota anteriore può risultare rischioso: la distribuzione ideale è 60% all’anteriore e 40% al posteriore, riducendo in progressione la pressione sulle leve.
In curva, il principio è semplice: rallentare prima, impostare la traiettoria, guardare l’uscita. Il peso del corpo deve seguire la bici, non contrastarla. Una buona gestione delle curve, oltre a migliorare la sicurezza, rende l’esperienza complessivamente più piacevole.

Gestione dell’energia: il ritmo giusto fa la differenza

Per chi viaggia in bici, la tecnica non si ferma alla meccanica del gesto. Significa anche saper dosare le energie. Procedere a velocità costante, evitare scatti inutili e mantenere una cadenza regolare sono abitudini che permettono di coprire molti chilometri senza arrivare a fine giornata completamente svuotati.
Molti cicloturisti esperti adottano la regola del “70%”: viaggiare a un’intensità che consente di parlare senza affanno. Una tattica semplice che favorisce la resistenza e riduce il rischio di esaurire le forze prima del previsto.

Manutenzione essenziale: una competenza tecnica da non sottovalutare

Infine, la tecnica passa anche dalla gestione del mezzo. Saper controllare la pressione delle gomme, pulire e lubrificare la catena, sistemare la posizione delle leve e sostituire una camera d’aria sono competenze minime ma indispensabili per affrontare un viaggio in sicurezza.

by Matteo

Pedalando tra fiordi e silenzi: il fascino del Nord Europa in bicicletta

11/12/2025 in Viaggi


C’è un momento, mentre pedali nel Nord Europa, in cui il silenzio diventa quasi tangibile. Succede quando la strada sterrata lascia spazio a un sentiero di ghiaia compatta, quando il bosco si apre e rivela un fiordo che brilla come un metallo liquido sotto un cielo lattiginoso. È in quell’istante che capisci perché tanti cicloturisti scelgono queste latitudini: qui la natura non è sfondo, ma protagonista assoluta.

Un percorso tra Norvegia e Svezia

L’itinerario che abbiamo scelto corre per poco più di 250 chilometri, dalla costa norvegese alle foreste svedesi del Västergötland. Un tracciato misto che alterna piste ciclabili curate, tratti di strada secondaria e lunghi segmenti immersi nella wilderness nordica.

La partenza è fissata a Halden, cittadina norvegese affacciata su un fiordo serpeggiante. Fin dai primi chilometri si percepisce l’attenzione che il Nord Europa riserva alla mobilità dolce: segnaletica impeccabile, manto stradale uniforme e zero traffico pesante. Si sale lentamente verso il confine svedese, tra casette rosse e pascoli punteggiati di pecore.

Il ritmo lento della natura

Il cuore del percorso è senza dubbio l’attraversamento delle foreste svedesi. Qui gli abeti sembrano colonne gotiche, il muschio ricopre ogni roccia e i laghi compaiono all’improvviso, immobili come specchi. È in questi spazi che il cicloturista ritrova un rapporto diverso con la distanza: non conta più il numero di chilometri, ma il modo in cui li si vive.

Pedalare qui significa accettare un ritmo più lento. Le pause diventano parte integrante del viaggio: riempire la borraccia con l’acqua di un ruscello limpido, scattare una foto a un capriolo che attraversa il sentiero, godersi un caffè caldo in una baita dove il legno profuma di resina.

Incontri sulla strada

Nonostante l’apparente isolamento, i cicloturisti non si sentono mai soli. Nelle piccole località che punteggiano il percorso, gli abitanti sono abituati a vedere passare viaggiatori a due ruote. Un meccanico improvvisato, un pescatore che offre un consiglio sul meteo, una famiglia che invita a provare i kanelbullar appena sfornati: sono gesti che trasformano il viaggio in esperienza.

La cittadina di Åmål, affacciata sul lago Vänern, rappresenta la pausa ideale: un piccolo porto, un lungolago tranquillo e un campeggio perfettamente attrezzato accolgono i viaggiatori in cerca di una notte ristoratrice.

Ultime pedalate verso il lago

L’ultima parte del percorso scorre lungo lunghe piste ciclabili che costeggiano il grande lago Vänern. Qui il vento può essere un compagno impegnativo, ma lo spettacolo che offre la luce nordica che cambia colore a ogni ora ripaga ogni sforzo. L’arrivo a Lidköping segna la fine dell’itinerario: un traguardo simbolico che lascia il sapore di un viaggio fuori dal tempo.

Perché scegliere il Nord Europa

Pedalare nel Nord Europa non significa solo attraversare paesaggi straordinari. Vuol dire sperimentare un modo diverso di vivere il viaggio: più silenzioso, più rispettoso, più autentico. È un invito a rallentare, a lasciarsi attraversare dai luoghi invece di attraversarli soltanto.

Per chi cerca una destinazione dove il cicloturismo è cultura, infrastruttura e natura allo stesso tempo, queste terre settentrionali sono una scelta che difficilmente delude.