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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Cicloturismo: i consigli pratici per affrontare la strada con leggerezza (e qualche certezza)

15/11/2025 in Tecnica

Negli ultimi anni sempre più persone scelgono la bicicletta come compagna di viaggio. Non solo per l’idea romantica della libertà a pedali, ma anche perché il cicloturismo è un modo sostenibile, economico e sorprendentemente accessibile per scoprire territori nuovi. Tuttavia, partire senza una minima preparazione può trasformare la pedalata dei sogni in una collezione di imprevisti. Ecco dunque alcuni consigli pratici, raccolti tra i viaggiatori più esperti, per affrontare il viaggio con maggiore sicurezza.

1. Preparare la bici prima di partire

La regola d’oro è semplice: una bici ben regolata salva tempo, energie e spesso anche l’umore. Prima di partire, controlla l’usura della catena, lo stato dei freni e la pressione delle gomme. Una revisione in officina può essere un piccolo investimento che evita guai in piena campagna. Da non dimenticare un kit per le piccole riparazioni: leve smontacopertoni, camera d’aria di scorta e una mini-pompa sono il minimo sindacale.

2. Viaggiare leggeri è un’arte

Ogni cicloturista lo impara sulla propria pelle: la vera differenza non la fa la potenza delle gambe, ma il peso delle borse. Riduci il superfluo e punta su capi tecnici che si asciugano in fretta. Meglio un cambio in meno che un chilo in più. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra autonomia e comfort: abbastanza attrezzatura per non restare scoperti, ma non tanta da rallentare ogni salita.

3. Pianificare… ma non troppo

Le mappe digitali e le app dedicate sono utilissime, ma il bello del cicloturismo è lasciare spazio all’imprevisto. Programma le tappe principali, segnati i punti acqua e i tratti più impegnativi, ma mantieni una certa flessibilità. A volte la deviazione meno calcolata può rivelare un borgo da cartolina o un incontro inaspettato.

4. Alimentazione: la benzina del cicloturista

Pedalare per ore richiede una buona strategia energetica. Colazioni ricche di carboidrati, spuntini frequenti e idratazione costante aiutano a mantenere ritmo e lucidità. Portare sempre con sé barrette, frutta secca o panini semplici evita i cali di energia nei momenti meno opportuni.

5. Sicurezza prima di tutto

Giubbotto catarifrangente, luci funzionanti e casco sono alleati indispensabili. Se si viaggia all’estero o in zone poco abitate, condividere la traccia del percorso con qualcuno a casa è una buona abitudine. Non si tratta di allarmismo, ma di prudenza consapevole.

6. La testa fa più strada delle gambe

Infine, il consiglio che accomuna ogni cicloturista navigato: non avere fretta. Il ritmo del viaggio lo detta la strada, non il cronometro. Accettare i momenti di fatica, imparare a gestire il vento contrario e sapersi fermare quando serve fanno parte dell’esperienza. Il cicloturismo non è una gara, ma una conversazione continua con il territorio.

by Matteo

Tra borghi e pedali: da Orvieto a Civita di Bagnoregio, un viaggio in bici dove il tempo rallenta

14/11/2025 in News

C’è un momento, lungo ogni viaggio in bicicletta, in cui il rumore del traffico svanisce e resta solo il fruscio delle ruote sull’asfalto. Per molti cicloturisti coincide con l’inizio del viaggio vero. È successo anche a me lasciando Orvieto, ancora assopita sotto l’ombra del suo Duomo, in una mattina d’estate. La città, arroccata sul tufo, si allontanava lentamente mentre la strada iniziava a scendere tra vigneti e poderi.

Pedalare in queste zone significa entrare in un ritmo diverso, più vicino a quello della campagna umbra che a quello dei motori. Ogni chilometro offre un dettaglio che a bordo di un’auto passerebbe inosservato: il profumo del pane appena sfornato che esce da una panetteria di paese, le chiacchiere lente degli anziani sotto un portico, il vento che accarezza i campi di grano.

Il tratto più affascinante è stato un’antica strada bianca che collega piccoli borghi rurali. Qui il paesaggio è protagonista assoluto: colline morbide, casali isolati e una luce che cambia di continuo. Ogni curva sembra aprire una scena nuova, quasi fosse un film girato dal vivo. In questo contesto la bicicletta diventa un mezzo di lettura del territorio: permette soste improvvise, deviazioni non previste, incontri casuali. Come quello con un agricoltore che, vedendomi passare, ha offerto un bicchiere d’acqua fresca e qualche indicazione sulla strada: “La salita prima del colle è tosta, ma poi scendi verso un altro mondo”, ha detto. Aveva ragione.

Dopo l’ultimo strappo, il panorama si è aperto sulla Valle dei Calanchi, con la sagoma sospesa di Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, meta del mio viaggio. Il ponte pedonale che porta al borgo sembrava fluttuare nel vuoto, e avvicinarsi lentamente in bici ha reso l’arrivo quasi solenne.

È qui che capisci cosa rende speciale il cicloturismo: la conquista dolce. Non c’è la frenesia della prestazione sportiva né la superficialità del turismo veloce. C’è invece una forma di viaggio che riconnette al territorio, alla sua storia, ai suoi ritmi. Il paesaggio intorno a Civita sembrava raccontare secoli di vita contadina, e il pensiero è andato a quanto sarebbe rimasto invisibile senza la scelta di pedalare.

Da Orvieto a Civita di Bagnoregio, ogni strada è diventata una piccola cronaca, ogni incontro una nota di viaggio. È questo il fascino del cicloturismo: trasformare il percorso in un racconto, con le ruote come penna e il territorio come pagina.

by Matteo

Il corpo in sella: come la postura può trasformare il tuo viaggio in bici

13/11/2025 in Tecnica

Chi ha percorso anche solo cento chilometri in sella lo sa: il corpo racconta ogni vibrazione della strada. Nel cicloturismo, dove le giornate si misurano in ore e non in chilometri, la differenza tra un viaggio indimenticabile e una tortura a pedali spesso si gioca su un dettaglio invisibile la postura.

La biomeccanica non è solo per i professionisti

Molti viaggiatori credono che la “biomeccanica” sia una parola da corridori o triatleti. In realtà, è l’arte di adattare la bici al corpo, non il contrario.Una corretta posizione in sella permette di distribuire i carichi, migliorare l’efficienza e prevenire dolori a schiena, collo, ginocchia e mani le zone più sollecitate nei lunghi viaggi.

Il primo passo è conoscere se stessi: altezza del cavallo, flessibilità, lunghezza delle braccia e persino la mobilità delle anche influenzano il modo in cui si pedala. Due ciclisti alti uguali possono avere esigenze molto diverse. Da qui l’importanza di un bike fitting, un’analisi posturale che regola altezza sella, arretramento, lunghezza dell’attacco manubrio e inclinazione delle leve freno.

Sella e manubrio: un equilibrio dinamico

Nel cicloturismo, la posizione deve privilegiare il comfort senza sacrificare troppo l’efficienza.Una sella troppo alta costringe il bacino a oscillare, affaticando le ginocchia; una sella troppo bassa riduce la potenza e aumenta il rischio di infiammazioni ai tendini.La distanza manubrio-sella è altrettanto cruciale: se è eccessiva, il ciclista carica troppo peso sui polsi; se troppo corta, il busto si chiude e la respirazione si fa più difficile.

Molti viaggiatori trovano la giusta via di mezzo regolando l’altezza del manubrio leggermente sopra la linea della sella. È una soluzione che apre il torace, riduce la tensione sulle spalle e permette di variare posizione durante la giornata.

Pedalare con il corpo, non contro di esso

La biomeccanica del movimento non riguarda solo la posizione, ma anche il modo in cui si pedala.Un colpo di pedale rotondo, fluido, con spinta e richiamo, aiuta a distribuire lo sforzo tra quadricipiti, glutei e polpacci. I pedali automatici o le gabbiette, se usati correttamente, permettono proprio questo: lavorare su tutto l’arco del movimento, non solo “spingere”.Durante lunghi viaggi, alternare la cadenza di pedalata (tra 80 e 90 rpm per molti cicloturisti) aiuta a evitare sovraccarichi muscolari. Il corpo si adatta, ma solo se lo si ascolta: piccoli fastidi sono spesso segnali precoci di un assetto da rivedere.

Il comfort è la vera performance

Non c’è record da inseguire nel cicloturismo, ma la comodità è una forma di performance: ti permette di pedalare più a lungo, con meno sforzo, e soprattutto di goderti il paesaggio.
LPiccole modifiche una sella ergonomica, manopole anatomiche, un reggisella ammortizzato possono cambiare radicalmente la percezione del viaggio.

Ascoltare il corpo, ogni giorno

La biomeccanica non è un assetto fisso, ma un equilibrio in evoluzione. Durante un viaggio di più settimane, il corpo cambia: i muscoli si adattano, la flessibilità migliora o peggiora, e ciò che era comodo all’inizio può non esserlo più dopo mille chilometri.Per questo è utile ricontrollare periodicamente la posizione: basta una brugola e cinque minuti per ritrovare il comfort perduto.

by Matteo

La Via Silente: il Cilento in bicicletta tra mare, borghi e silenzi

12/11/2025 in News


Tra montagne, ulivi e coste dimenticate, un itinerario che è un viaggio nel tempo.Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, tra le vette del Monte Cervati e le acque cristalline di Marina di Camerota, si snoda uno degli itinerari più affascinanti d’Italia: La Via Silente.
Un percorso ad anello di circa 600 chilometri, suddiviso in 15 tappe, che invita i cicloturisti a scoprire un territorio autentico, dove il tempo sembra essersi fermato.

L’avventura parte da Castelnuovo Cilento, piccolo borgo arroccato con vista sul mare, e si sviluppa su strade secondarie, attraversando paesi come Rofrano, Laurino, Piaggine e Sanza. Lungo la strada, i panorami cambiano continuamente: dalle gole del Calore ai boschi di castagni, dalle rovine di Velia ai profumi della macchia mediterranea.

Ma ciò che rende unica la Via Silente non è solo la bellezza del paesaggio: è il ritmo lento del viaggio, il contatto diretto con le persone, la possibilità di dormire in piccoli agriturismi e rifugi, spesso gestiti da famiglie che vivono ancora dei frutti della terra.Un progetto nato dal basso, grazie all’intuizione di due cicliste cilentane che hanno tracciato il percorso per valorizzare un territorio dimenticato.

Oggi la Via Silente è un modello di cicloturismo sostenibile: accoglienza diffusa, segnaletica chiara, servizi per i biker e, soprattutto, una filosofia che mette al centro il silenzio, la lentezza e l’autenticità.Un’esperienza che insegna che, a volte, pedalare piano è il modo migliore per andare lontano.

by Matteo

Bikepacking: la nuova frontiera del viaggio leggero

12/11/2025 in News

Come il minimalismo in sella sta rivoluzionando il modo di esplorare il mondo.Zaino, tenda, e una bici gravel: bastano pochi oggetti per sentirsi liberi.
Negli ultimi anni il bikepacking è diventato molto più di una moda: è una filosofia di viaggio che unisce l’avventura del cicloturismo alla libertà del campeggio leggero. Dalle Alpi alle steppe della Mongolia, sempre più viaggiatori scelgono di abbandonare le borse laterali e le rotte battute per pedalare verso l’ignoto.

L’idea è semplice: caricare tutto il necessari: tenda, sacco a pelo, cibo e attrezzi direttamente sulla bici, con borse compatte fissate al telaio. Il risultato è un mezzo agile, pronto ad affrontare sterrati, sentieri e lunghi dislivelli.
Non servono strutture turistiche o tappe obbligate: ci si ferma dove finisce la luce o dove inizia il silenzio.

Il boom del bikepacking ha cambiato anche l’industria del ciclismo: oggi esistono telai specifici, borse ultraleggere, e una nuova generazione di biciclette “gravel” pensate per muoversi tra asfalto e sentieri.Ma più della tecnologia, ciò che affascina è l’esperienza: dormire sotto le stelle, accendere un fornellino all’alba e rimettersi in marcia verso un orizzonte che cambia ogni giorno.

Il bikepacking è, in fondo, un ritorno alle origini del viaggio: nessuna fretta, nessuna meta prestabilita, solo la voglia di scoprire il mondo un chilometro alla volta.Una rivoluzione silenziosa che riporta la bici al suo significato più puro: libertà.

by Matteo

Il Camino de Santiago in bici: la via della fede, ma anche della fatica

11/11/2025 in Viaggi

Il Camino de Santiago, uno dei percorsi più antichi e carichi di simbolismo d’Europa, oggi accoglie ogni anno migliaia di ciclisti provenienti da tutto il mondo. Ognuno con la propria “credencial” da timbrare e una storia da portare a termine sui pedali.

La rotta più seguita è il Camino Francés, circa 750 chilometri da Saint-Jean-Pied-de-Port (ai piedi dei Pirenei) fino alla Cattedrale di Santiago. Le prime salite sono severe, ma la ricompensa arriva presto: Navarra, La Rioja, Castilla y León, Galizia un mosaico di paesaggi che mutano insieme ai chilometri e alle stagioni.

Lungo la via, i pellegrini-ciclisti condividono gli stessi ostelli e le stesse abitudini dei camminatori: pasti semplici, incontri fugaci, il suono delle campane all’alba. Ma anche la stessa spiritualità, che si misura nel silenzio delle lunghe tappe o nel vento che soffia sulle mesetas.

La segnaletica con la conchiglia gialla guida senza incertezze. In molte regioni sono presenti varianti su asfalto per chi viaggia con bici da turismo o gravel. La logistica è solida: officine, alloggi bike-friendly, punti di ristoro ogni pochi chilometri.

E poi c’è l’arrivo a Plaza del Obradoiro, dove ogni ciclista posa la bici e alza lo sguardo sulla maestosa cattedrale. È lì che il viaggio finisce, ma la sensazione più diffusa è che in realtà cominci proprio in quel momento.

by Matteo

La Vía Verde de Ojos Negros: la Spagna nascosta pedalando dal cuore all’oceano di luce

11/11/2025 in Viaggi

La Spagna che non ti aspetti si scopre lungo un vecchio tracciato ferroviario trasformato in uno dei più suggestivi percorsi cicloturistici del paese. La Vía Verde de Ojos Negros, 167 chilometri di pedalate tra Aragona e Comunità Valenciana, unisce il silenzio delle montagne di Teruel al profumo d’arancio delle coste di Sagunto.

Un tempo rotaie e carbone, oggi ghiaia compatta e panorami sconfinati: la via segue il tracciato dell’antica ferrovia mineraria che collegava le miniere di Ojos Negros con il porto mediterraneo. È la più lunga “via verde” di Spagna, un progetto di recupero che racconta una storia di rinascita rurale e di turismo sostenibile.

Il percorso alterna lunghi tratti immersi in pinete, viadotti sospesi su canyon e gallerie fresche che invitano a rallentare. Si attraversano piccoli paesi quasi immutati nel tempo come Sarrion o Jérica dove il ciclista trova ostelli, fontane e il ritmo lento della Spagna dell’interno. La segnaletica è chiara, l’altimetria accessibile: perfetta anche per chi viaggia con borse e alforjas.

Arrivare al mare, dopo giorni di vento e silenzio, è come attraversare un confine invisibile. Le prime palme di Sagunto segnano la fine di una rotta che non è solo geografica, ma anche emotiva.
In un’epoca di velocità e connessioni istantanee, la Vía Verde de Ojos Negros ricorda che il viaggio è ancora un modo per respirare la terra che si attraversa.

by Matteo

Cicloturismo in Italia: le 5 ciclovie da non perdere nel 2025

10/11/2025 in Territorio

Il cicloturismo è in pieno boom: secondo le ultime stime di Enit, il turismo in bici genera ogni anno miliardi di euro e continua a crescere. Complice la voglia di viaggi sostenibili e il ritorno alla natura, l’Italia si sta trasformando in una destinazione d’eccellenza per chi ama pedalare. Ecco cinque ciclovie da mettere in agenda per il 2025.

1️⃣ Ciclovia del Garda – Lombardia, Trentino e Veneto

Un anello panoramico attorno al lago più grande d’Italia, con passerelle sospese sull’acqua e scorci mozzafiato. Il tratto Limone–Riva del Garda è già diventato iconico, ma il progetto completo promette un’esperienza unica per tutti i livelli.

2️⃣ Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese – Da Caposele a Santa Maria di Leuca

Una delle ciclovie più suggestive del Sud: 500 km lungo il tracciato del grande acquedotto, tra borghi bianchi, uliveti e mare cristallino. Ideale per chi cerca un viaggio lento e autentico.

3️⃣ Ciclovia del Sole – Da Verona a Bologna (e oltre)

Parte del grande corridoio europeo EuroVelo 7, collega il Brennero a Firenze attraversando pianure, città d’arte e argini fluviali. Una ciclovia perfetta per chi ama i percorsi pianeggianti e ben segnalati.

4️⃣ Ciclovia dei Parchi della Calabria – Dal Pollino all’Aspromonte

Premiata nel 2021 come “miglior itinerario green d’Italia”, è un viaggio di oltre 500 km attraverso foreste, borghi e montagne. Consigliata ai più allenati, ma ripagata da panorami indimenticabili.

5️⃣ Ciclovia della Sardegna – Tra mare, nuraghi e profumo di macchia

Un percorso che unisce costa e interno, spiagge e storia. Perfetta in primavera o autunno, quando il clima è mite e le strade sono tranquille.

by Matteo

Gravel Revolution: come la bici da sterrato ha cambiato il modo di viaggiare

10/11/2025 in News

Negli ultimi anni, il mondo del cicloturismo è stato attraversato da una vera e propria rivoluzione a due ruote: quella del gravel. Nata negli Stati Uniti e ormai esplosa anche in Europa, la bici gravel ha conquistato appassionati e curiosi grazie alla sua versatilità. Ma cosa rende questa disciplina così affascinante?

La libertà del “gravel spirit”

A metà strada tra la bici da corsa e la mountain bike, la gravel permette di pedalare ovunque: su asfalto, sentieri, sterrati, mulattiere. È la compagna ideale per chi non vuole farsi limitare dal tipo di terreno e desidera vivere l’esperienza del viaggio con un ritmo più autentico.

“Con la gravel non sei mai fuori strada, sei semplicemente nel posto giusto”, dice Marco, cicloturista e organizzatore di bike adventure in Toscana. “Ti permette di esplorare, non solo di spostarti.”

Itinerari che uniscono sport e scoperta

Dalla Via Francigena ai colli emiliani, dai percorsi del Delta del Po alle sterrate della Val d’Orcia, l’Italia offre un patrimonio infinito per chi ama il gravel. Oggi molte regioni hanno iniziato a segnalare percorsi misti e a promuovere eventi dedicati, come il Nova Eroica o il Gravel Gourmet.

Un nuovo modo di viaggiare

Più che una moda, il gravel rappresenta un nuovo approccio al turismo su due ruote: sostenibile, lento e legato al territorio. L’equipaggiamento leggero, le borse compatte e la possibilità di dormire in agriturismo o in tenda rendono ogni viaggio un’avventura unica.

by Matteo

Bellaria, notte di inseguimenti e biciclette rubate: due giovani nei guai

09/11/2025 in News

È stata una notte tutt’altro che tranquilla quella appena trascorsa a Bellaria, dove due ragazzi di origine tunisina, di 19 e 23 anni, sono stati fermati dai carabinieri con tre biciclette elettriche di ultima generazione risultate rubate.

Tutto è cominciato poco dopo le due del mattino, durante un normale pattugliamento notturno della stazione locale. I militari hanno notato i due che si muovevano con fare sospetto lungo una via semi-deserta, spingendo a fatica tre e-bike dal valore complessivo di oltre quattromila euro. Un dettaglio che, a quell’ora, non poteva certo passare inosservato.

Il controllo è scattato in pochi istanti. Alla richiesta dei documenti, i giovani non sono riusciti a fornire alcuna carta in regola per il soggiorno in Italia. Ma il vero colpo di scena è arrivato poco dopo: all’interno di uno zaino, i carabinieri hanno trovato un piccolo arsenale da scasso — chiavi alterate, grimaldelli e altri attrezzi utili a forzare catene e serrature.

Le verifiche hanno confermato i sospetti: le biciclette erano state rubate poco prima in una via del centro. Le e-bike sono state immediatamente recuperate e restituite ai legittimi proprietari, mentre gli strumenti utilizzati per il furto sono stati posti sotto sequestro.

Per i due ragazzi è scattata la denuncia a piede libero con diverse accuse: ricettazione, possesso ingiustificato di chiavi alterate e grimaldelli, oltre alla violazione delle norme sull’immigrazione.

Grazie al pronto intervento dei carabinieri, la nottata di Bellaria si è chiusa senza ulteriori danni, ma con l’ennesimo episodio che conferma quanto la vigilanza notturna resti un presidio fondamentale per la sicurezza cittadina.