Tra fiume e colline: il Veneto riscopre il turismo lento sulle due ruote
22/12/2025 in Viaggi
Pedalare immersi nella natura, attraversando borghi storici e paesaggi che cambiano chilometro dopo chilometro. In Veneto il turismo in bicicletta continua a crescere e uno dei percorsi più apprezzati dagli appassionati è quello che segue il corso del fiume Sile, un itinerario capace di unire sport, cultura e sostenibilità.
Il tracciato si snoda tra Treviso e la laguna di Venezia, seguendo strade arginali e sterrati ben battuti, adatti sia ai cicloturisti sia a chi cerca un’uscita rilassante lontano dal traffico. Lungo il percorso si incontrano antichi mulini, ville venete affacciate sull’acqua e piccoli centri abitati dove il tempo sembra scorrere più lentamente.
Uno dei punti di forza del percorso è la sua accessibilità. Le pendenze sono minime e la segnaletica è chiara, rendendo l’itinerario adatto anche alle famiglie e ai ciclisti meno esperti. Non mancano le aree di sosta attrezzate, ideali per una pausa o un picnic, e i collegamenti con la rete ferroviaria consentono di organizzare il viaggio in modo flessibile.
Negli ultimi anni le amministrazioni locali hanno investito nel miglioramento delle infrastrutture ciclabili, consapevoli del valore economico e ambientale del cicloturismo. Secondo gli operatori del settore, la domanda è in costante aumento, soprattutto da parte di visitatori stranieri attratti dalla possibilità di scoprire il territorio in modo autentico e sostenibile.
Il percorso lungo il Sile rappresenta un esempio concreto di come il Veneto stia puntando sulla mobilità dolce, valorizzando il proprio patrimonio naturale senza snaturarlo. Un invito a rallentare, osservare e riscoprire il territorio a ritmo di pedalata, trasformando la bicicletta non solo in uno strumento sportivo, ma in un vero e proprio mezzo di conoscenza.
Spari contro un gruppo di ciclisti in Val d’Adige: paura durante l’allenamento
22/12/2025 in Viaggi
Momenti di forte tensione nella tarda mattinata di ieri lungo la statale 12, in Val d’Adige, nel territorio comunale di Dolcè, dove un gruppo di ciclisti è stato vittima di un inquietante atto intimidatorio. Durante una sessione di allenamento, alcuni atleti della Sc Padovani Polo Cherry Bank, storica formazione padovana, sono stati presi di mira da colpi esplosi da un’auto in transito.
Secondo quanto ricostruito attraverso le testimonianze raccolte sul posto, una berlina di colore scuro si sarebbe affiancata al gruppo di corridori. A quel punto, dal finestrino abbassato sarebbero partiti due colpi in direzione dei ciclisti, prima che il veicolo si allontanasse rapidamente facendo perdere le proprie tracce. Resta da chiarire la natura dell’arma utilizzata: non è ancora accertato se si trattasse di proiettili veri o di colpi a salve. In ogni caso, l’episodio ha generato panico e sconcerto, pur senza provocare feriti.
La squadra, impegnata nel consueto ritiro di preparazione in vista delle festività natalizie, ha immediatamente attivato le procedure del caso, raccogliendo le dichiarazioni degli atleti per presentare formale denuncia alle autorità competenti. Il presidente della società, Galdino Peruzzo, ha espresso sollievo per il fatto che nessuno sia rimasto ferito, ma anche profonda amarezza per un gesto definito grave e inaccettabile. Peruzzo ha sottolineato come la strada sia parte integrante dell’attività quotidiana dei ciclisti e come la società si impegni costantemente per garantire allenamenti il più possibile sicuri, pur di fronte a rischi imprevedibili.
Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per individuare il responsabile e fare piena luce sull’accaduto. Gli investigatori stanno passando al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti lungo la statale, nella speranza di risalire alla vettura coinvolta e al suo conducente.
L’episodio ha suscitato forte indignazione nel mondo del ciclismo veneto, particolarmente legato alla Val d’Adige, area molto frequentata da professionisti e amatori. Un fatto che riporta drammaticamente al centro dell’attenzione il tema della sicurezza dei ciclisti, troppo spesso esposti a comportamenti irresponsabili e pericolosi lungo le strade.
Cicloturismo in Belgio: un percorso tra infrastrutture efficienti e patrimonio storico
21/12/2025 in Viaggi
Il Belgio si conferma una delle destinazioni europee più organizzate per il cicloturismo. Grazie a una rete ciclabile capillare, a un territorio prevalentemente pianeggiante e a servizi dedicati ai viaggiatori su due ruote, il Paese offre percorsi adatti sia ai cicloturisti esperti sia a chi affronta il primo viaggio in bicicletta.
Uno degli itinerari più interessanti attraversa la regione delle Fiandre, collegando città storiche e aree naturali attraverso canali, fiumi e strade secondarie a basso traffico.
Il tracciato
Il percorso si sviluppa lungo assi ciclabili ben segnalati, sfruttando il sistema nazionale dei nodi ciclabili (knooppunten), che consente di pianificare e modificare facilmente le tappe. Partendo da Bruxelles, è possibile raggiungere Lovanio e Mechelen, proseguire verso Anversa e poi dirigersi a ovest, toccando Gand e Bruges.
La distanza complessiva varia in base alle deviazioni scelte, ma l’itinerario resta accessibile grazie all’assenza di dislivelli significativi e alla qualità del fondo stradale.
Infrastrutture e sicurezza
Il Belgio investe da anni sulla mobilità ciclistica. Le piste sono larghe, ben mantenute e spesso separate dal traffico motorizzato. Nei centri urbani, la bicicletta è parte integrante della viabilità quotidiana, mentre nelle zone rurali si pedala lungo canali e argini, in un contesto sicuro e silenzioso.
Segnaletica chiara, aree di sosta attrezzate e collegamenti frequenti con treni regionali rendono il percorso flessibile e facilmente gestibile anche su più giorni.
Attraversare le città storiche
L’itinerario permette di entrare direttamente nei centri storici di alcune delle città più rappresentative del Belgio. Bruges e Gand offrono un patrimonio architettonico medievale di grande valore, mentre Anversa si distingue per il suo ruolo culturale ed economico contemporaneo.
Il passaggio in bicicletta consente una visita meno frettolosa, favorendo soste brevi ma frequenti e una fruizione più diretta degli spazi urbani.
Aspetti pratici
Il periodo consigliato va da aprile a settembre, quando il clima è mite e le giornate sono più lunghe. Le strutture ricettive bike-friendly sono diffuse lungo tutto il tracciato, così come i servizi di noleggio e assistenza tecnica.
Per la navigazione è sufficiente seguire la numerazione dei nodi ciclabili oppure utilizzare le principali applicazioni dedicate al cicloturismo.
Un modello europeo
Il percorso cicloturistico in Belgio rappresenta un esempio efficace di integrazione tra mobilità sostenibile, valorizzazione del territorio e turismo lento. Un modello che continua ad attirare un numero crescente di viaggiatori, confermando il Paese come una delle mete di riferimento per il cicloturismo in Europa.
Cade in un canaletto lungo la Provinciale 1: paura per un ciclista, ma nessuna grave conseguenza
20/12/2025 in News
Paura questa mattina lungo la strada provinciale 1 che conduce a Torre Grande, dove un ciclista è rimasto coinvolto in un singolare incidente nei pressi del capannone della società Caimar. L’episodio si è verificato intorno alle 7, in un orario di traffico moderato, mentre l’uomo stava percorrendo il tratto stradale in sella alla sua bicicletta.
Per cause ancora accidentali, il ciclista, residente a Oristano, ha perso il controllo del mezzo ed è finito fuori dalla carreggiata, precipitando nel profondo canaletto che costeggia la strada. La caduta lo ha fatto finire direttamente in acqua, rendendo necessario l’intervento immediato dei soccorsi.
Sul posto sono arrivati in breve tempo i vigili del fuoco del comando provinciale di Oristano, insieme agli operatori sanitari del 118. La squadra del 115 ha provveduto al recupero della bicicletta e degli effetti personali del ciclista, compresi i documenti, finiti anch’essi nel canale a seguito della caduta. Contestualmente, il personale sanitario ha prestato le prime cure all’uomo, verificandone le condizioni di salute.
Nonostante il grande spavento e la dinamica potenzialmente pericolosa dell’incidente, l’episodio si è fortunatamente concluso senza gravi conseguenze. Il ciclista ha riportato solo alcune lievi contusioni e ha accusato il freddo dovuto al contatto con l’acqua gelata del canaletto, ma non è stato necessario il trasporto in ospedale.
L’incidente riporta l’attenzione sulla sicurezza lungo le strade provinciali, in particolare nei tratti dove la presenza di fossi e canali può rappresentare un ulteriore fattore di rischio per ciclisti e pedoni. Una maggiore prudenza alla guida e un’adeguata manutenzione delle infrastrutture restano elementi fondamentali per prevenire situazioni simili.
Grazie al tempestivo intervento dei soccorsi, la mattinata si è conclusa senza conseguenze serie, trasformando quello che poteva essere un episodio ben più grave in un grande spavento destinato, fortunatamente, a restare tale.
In bicicletta tra mare e storia: il Peloponneso su due ruote
19/12/2025 in Viaggi
Pedalare in Grecia significa attraversare millenni di storia con il vento che profuma di mare. Tra le destinazioni più affascinanti per il cicloturismo, il Peloponneso si conferma una meta ideale per chi cerca un percorso vario, panoramico e culturalmente ricchissimo. Un viaggio in bicicletta che unisce strade costiere, salite impegnative e siti archeologici senza tempo.
Il percorso: da Patrasso a Nauplia
L’itinerario prende avvio da Patrasso, porta d’ingresso occidentale del Peloponneso, facilmente raggiungibile via traghetto dall’Italia. Da qui si pedala verso est lungo il Golfo di Corinto, seguendo strade secondarie poco trafficate, con il mare sempre sulla sinistra e le montagne dell’entroterra a fare da cornice.
La prima tappa significativa è Egion, cittadina affacciata sull’acqua, ideale per una sosta rigenerante. Proseguendo, il tracciato alterna tratti pianeggianti a brevi saliscendi, fino a raggiungere Corinto, punto nevralgico del percorso. Imperdibile la deviazione al Canale di Corinto, dove l’ingegneria moderna incontra la geografia antica.
Da Corinto il percorso si fa più collinare. Si entra nell’Argolide, una delle regioni più suggestive della Grecia continentale, passando nei pressi di Micene, sito UNESCO e simbolo della civiltà micenea. L’arrivo a Nauplia, elegante città portuale e prima capitale della Grecia moderna, è una ricompensa meritata: strade acciottolate, fortezze veneziane e tramonti indimenticabili.
Chilometraggio e difficoltà
Il percorso copre circa 220 chilometri, suddivisibili in 4–5 tappe. È adatto a cicloturisti con un minimo di allenamento: le distanze non sono eccessive, ma il dislivello richiede una buona gestione dello sforzo, soprattutto nei tratti interni. Ideale una bici da gravel o da turismo, con rapporti agili.
Quando partire
Il periodo migliore va da aprile a giugno e da settembre a ottobre, quando il clima è mite e il traffico turistico contenuto. In estate le temperature possono superare i 35 gradi, rendendo la pedalata più impegnativa, soprattutto nelle ore centrali della giornata.
Un viaggio lento, autentico
Questo itinerario nel Peloponneso non è solo un percorso ciclabile, ma un viaggio dentro l’anima della Grecia. Taverne a conduzione familiare, villaggi fuori dal tempo e l’ospitalità sincera degli abitanti accompagnano il ciclista chilometro dopo chilometro. Qui, la bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, ma lo strumento perfetto per cogliere l’essenza di un territorio che vive di luce, storia e silenzi.
Cicloturismo in crescita: nuove rotte, investimenti e un pubblico sempre più internazionale
18/12/2025 in News
Il cicloturismo continua a guadagnare terreno nel panorama turistico italiano ed europeo, confermandosi uno dei segmenti più dinamici del turismo sostenibile. Complice la crescente attenzione all’ambiente, al benessere e alla scoperta lenta dei territori, viaggiare in bicicletta non è più una nicchia per appassionati, ma una scelta sempre più diffusa tra famiglie, sportivi e viaggiatori stranieri.
Negli ultimi mesi si moltiplicano le iniziative dedicate a questo settore. Regioni e comuni stanno puntando con decisione sulla realizzazione e sul completamento di ciclovie a lunga percorrenza, spesso recuperando vecchie ferrovie dismesse o strade secondarie a basso traffico. L’obiettivo è duplice: offrire infrastrutture sicure e attrattive per i cicloturisti e, allo stesso tempo, valorizzare aree interne e borghi meno battuti dai flussi turistici tradizionali.
Un ruolo chiave è giocato dalle ciclovie tematiche, che uniscono il viaggio in bici alla scoperta del patrimonio culturale ed enogastronomico. Dai percorsi tra vigneti e cantine alle rotte costiere, fino agli itinerari che seguono fiumi e parchi naturali, l’offerta si fa sempre più articolata e adatta a diversi livelli di preparazione. Cresce anche l’attenzione all’accessibilità, con tracciati pensati per e-bike e servizi dedicati a chi viaggia con bambini.
Sul fronte economico, il cicloturismo si conferma una leva importante per lo sviluppo locale. Secondo gli operatori del settore, il turista in bicicletta tende a fermarsi più a lungo rispetto al visitatore mordi e fuggi, privilegiando strutture ricettive locali, ristoranti tipici e prodotti del territorio. Non a caso, aumentano le strutture “bike friendly”, dotate di depositi sicuri, officine di base e servizi di assistenza, così come le agenzie specializzate in viaggi organizzati su due ruote.
Anche il pubblico internazionale guarda con interesse all’Italia come meta cicloturistica. Paesaggi, clima, cultura e gastronomia rappresentano un mix vincente, soprattutto per i viaggiatori del Nord Europa e del Nord America, già abituati a muoversi in bicicletta. Le amministrazioni locali, consapevoli di questo potenziale, stanno investendo sempre più nella promozione all’estero e nella segnaletica multilingue.
Non mancano, tuttavia, le criticità. La continuità dei percorsi, la manutenzione delle infrastrutture e la convivenza con il traffico automobilistico restano temi centrali. Le associazioni di categoria chiedono una maggiore omogeneità nella qualità delle ciclovie e un coordinamento più efficace tra enti locali, per evitare tratti incompleti o poco sicuri.
In prospettiva, il cicloturismo sembra destinato a crescere ancora. L’integrazione con il trasporto pubblico, lo sviluppo delle e-bike e l’uso delle tecnologie digitali per la pianificazione dei viaggi stanno cambiando il modo di vivere la vacanza in bicicletta. Una trasformazione che, se accompagnata da investimenti mirati e da una visione di lungo periodo, potrebbe rendere il cicloturismo uno dei pilastri del turismo del futuro.
L’isola che non ti aspetti: giro ciclabile di Hvar tra lavanda e Adriatico
17/12/2025 in Viaggi
Hvar è conosciuta soprattutto per la movida estiva e i mega yacht, ma basta allontanarsi di pochi chilometri dal porto per scoprire un’isola sorprendentemente selvaggia e perfetta da esplorare in bicicletta. Il giro ciclabile dell’isola di Hvar è un itinerario impegnativo ma spettacolare, riservato a ciclisti allenati o e-bike, capace di restituire un volto inedito della Dalmazia.
Il percorso classico parte dalla città di Hvar e si snoda verso l’interno, attraversando campi di lavanda, muretti a secco e strade panoramiche che si affacciano su un Adriatico quasi irreale. Le salite non mancano, soprattutto nei tratti centrali dell’isola, ma sono ampiamente ripagate da discese mozzafiato e viste aperte sulle isole Pakleni.
L’asfalto è generalmente in buone condizioni, con traffico ridotto fuori dall’alta stagione. La primavera e l’inizio dell’autunno sono i periodi migliori per pedalare: temperature miti, profumi intensi e un silenzio rotto solo dal vento e dalle cicale.
Il ciclismo a Hvar è anche un’esperienza culturale. I piccoli villaggi dell’interno, come Velo Grablje, raccontano una storia agricola fatta di lavanda, vino e olio d’oliva, in netto contrasto con l’immagine mondana della costa. Fermarsi, parlare con i residenti, bere un caffè all’ombra: sono momenti che danno senso al viaggio.
Hvar in bici è una sfida fisica, ma soprattutto un invito a guardare oltre la superficie, scoprendo una Croazia più ruvida, autentica e sorprendentemente ciclabile.
Tra mare e pietra: la Parenzana, la ciclabile storica dell’Istria
17/12/2025 in Viaggi
Pedalare lungo la Parenzana significa attraversare la storia con il ritmo lento della bicicletta. Questo ex tracciato ferroviario austro-ungarico, trasformato in uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti della Croazia, collega l’Istria interna alla costa adriatica, offrendo un viaggio che è al tempo stesso sportivo, culturale e paesaggistico.
La Parenzana croata si sviluppa per circa 80 chilometri, da Buje a Poreč, seguendo un tracciato dolce e accessibile, ideale anche per ciclisti non esperti. Il fondo è in gran parte sterrato compatto, perfetto per gravel e trekking bike, mentre il dislivello resta contenuto grazie alla natura ferroviaria del percorso.
Il vero valore aggiunto sta nel panorama: vigneti, uliveti, colline punteggiate di borghi medievali come Grožnjan e Motovun, fino al blu intenso del mare che accompagna l’arrivo a Poreč. Lungo il percorso si attraversano gallerie, viadotti in pietra e vecchie stazioni riconvertite in punti di ristoro, testimoni silenziosi di un passato industriale oggi restituito alla lentezza.
La Parenzana non è solo una pista ciclabile, ma un progetto culturale transfrontaliero che unisce Italia, Slovenia e Croazia. In Istria, in particolare, diventa un modo sostenibile per scoprire l’anima più autentica della regione, lontano dal turismo balneare e vicino ai sapori locali: vino Malvasia, tartufi e cucina istriana completano l’esperienza.
Un percorso che racconta come la bicicletta possa essere strumento di memoria e di futuro.
Tra Alpi e laghi smeraldo: la ciclovia della Valle della Soča
16/12/2025 in Viaggi
La Slovenia è un paese che sorprende per compattezza e varietà. In poche decine di chilometri si passa dalle vette alpine all’Adriatico, dai boschi fitti ai fiumi color smeraldo. La Valle della Soča, nel nord-ovest del Paese, rappresenta forse la sintesi più riuscita di questa ricchezza naturale ed è oggi una delle mete più ambite dal cicloturismo europeo.
Il percorso segue il corso del fiume Soča – Isonzo per gli italiani – dalla sorgente nei pressi del Passo della Moistrocca fino alla cittadina di Tolmino, attraversando un territorio che è al tempo stesso selvaggio e profondamente segnato dalla storia. Si pedala immersi nel Parco Nazionale del Triglav, lungo strade secondarie ben asfaltate, con traffico ridotto e panorami che cambiano a ogni curva.
La prima parte del tracciato è la più impegnativa: salite regolari, gallerie scavate nella roccia e discese tecniche che richiedono attenzione, ma regalano emozioni forti. Il colore irreale del fiume accompagna il ciclista come una linea guida naturale, mentre ponti sospesi e forre profonde ricordano quanto questo territorio sia stato modellato dall’acqua.
Oltre alla dimensione paesaggistica, la valle è anche un museo a cielo aperto della Prima Guerra Mondiale. Fortificazioni, trincee e piccoli musei raccontano le battaglie dell’Isonzo, aggiungendo profondità culturale a un itinerario già straordinario dal punto di vista sportivo.
Dal punto di vista cicloturistico, la valle offre un’ottima accoglienza: strutture bike-friendly, campeggi, agriturismi e una cucina locale semplice ma sostanziosa, ideale per recuperare energie. È un percorso adatto a ciclisti allenati, ma affrontabile anche in più tappe, trasformandolo in un viaggio lento e contemplativo.
La Valle della Soča non è solo una destinazione: è un’esperienza sensoriale completa, dove ogni pedalata è un dialogo continuo con la natura.
Dalle miniere ai vigneti: pedalando sulla Parenzana slovena
16/12/2025 in Viaggi
C’è un filo invisibile che unisce Trieste a Parenzo, ed è fatto di ghiaia compatta, gallerie ombrose e viadotti sospesi. È la Parenzana, l’ex ferrovia austro-ungarica trasformata in una delle ciclovie più affascinanti d’Europa. Il tratto sloveno, breve ma intenso, rappresenta un concentrato perfetto di cicloturismo slow.
Il percorso entra in Slovenia da Sečovlje, vicino alle storiche saline, e si snoda verso l’interno passando per Portorož, Isola e Capodistria, alternando tratti costieri a dolci colline. Qui il ritmo cambia: non servono grandi prestazioni, ma la voglia di osservare, fermarsi, respirare.
Il fondo è in gran parte sterrato, ben battuto e adatto a gravel e trekking bike. Le pendenze sono moderate, grazie all’eredità ferroviaria del tracciato, e permettono una pedalata fluida, accessibile anche ai meno esperti. Le gallerie scavate nella roccia offrono riparo dal sole estivo e raccontano, silenziosamente, un passato industriale ormai scomparso.
Uno dei punti di forza della Parenzana slovena è il rapporto diretto con il territorio umano. Si attraversano piccoli borghi, vigneti terrazzati e uliveti, con frequenti occasioni per una sosta gastronomica. Vini locali, olio d’oliva e piatti della tradizione istriana diventano parte integrante del viaggio.
Capodistria segna simbolicamente la fine del tratto sloveno, ma anche l’inizio di una riflessione più ampia: la Parenzana non è solo una ciclovia, è un progetto culturale che ha restituito vita a un’infrastruttura dimenticata, trasformandola in un ponte tra nazioni, storie e viaggiatori.
Per chi cerca un’esperienza cicloturistica autentica, lontana dal traffico e vicina alle persone, la Parenzana in Slovenia è una scelta naturale. Un percorso che non chiede velocità, ma attenzione.









