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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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by Matteo

Pedalando nel cuore del Lazio: la Ciclovia del Tevere tra natura, borghi e memoria storica

22/11/2025 in Viaggi

Nel Lazio esiste un percorso capace di unire natura, storia e quiete fluviale in un’unica esperienza a due ruote. È la Ciclovia del Tevere, un itinerario che segue fedelmente il corso del “biondo fiume” e che, negli ultimi anni, sta diventando una delle mete più apprezzate dai cicloturisti in cerca di paesaggi autentici e pedalate senza stress.

Un tracciato accessibile, tra i più suggestivi della regione

La ciclovia è ancora in fase di sviluppo, ma già oggi vanta lunghi tratti continui e ben mantenuti. Il percorso più frequentato parte dall’area naturalistica del Lago di Nazzano, nel territorio protetto dell’Oasi “Tevere-Farfa”: un luogo ideale per cominciare a pedalare immersi nel silenzio, tra canneti, aironi e falchi che sorvolano l’acqua.

Da qui si procede lungo argini sterrati ben battuti e brevi tratti asfaltati, attraversando una campagna che alterna campi coltivati, golene alberate e piccoli centri rurali. Il fondo regolare la rende adatta a tutti: dalle gravel ai trekking bike, fino alle famiglie con bambini.

Borghi, storia e archeologia a pochi metri dal fiume

Il Tevere è una linea del tempo che corre verso sud. Pedalando lungo la ciclovia si incrociano borghi come Torrita Tiberina, Filacciano e Ponzano Romano, dove il ritmo della vita sembra essersi fermato. Le deviazioni verso i centri storici sono brevi e ripagano con viste panoramiche e piazze tranquille dove concedersi una sosta.

Più avanti, la campagna lascia gradualmente spazio ai segni della storia: casali rurali, resti archeologici e antiche vie di transito che ricordano come questo fiume abbia plasmato il territorio per secoli.

L’ingresso a Roma: un finale suggestivo

Il tratto urbano, oggi oggetto di interventi di riqualificazione, introduce il ciclista verso la Capitale lungo percorsi protetti, costeggiando ponti storici e scorci inattesi sulla città. L’arrivo a Ponte Milvio, uno dei simboli ciclopedonali di Roma, rappresenta il naturale coronamento della pedalata.

Perché sceglierla

La Ciclovia del Tevere offre un viaggio semplice ma ricco: paesaggi fluviali, fauna protetta, borghi silenziosi e un contatto ravvicinato con la storia del Lazio. Un itinerario perfetto per chi cerca una pedalata rigenerante, senza rinunciare alla scoperta.

by Matteo

Pedalando tra borghi e colline: il nuovo volto del cicloturismo italiano

21/11/2025 in News

Negli ultimi anni il cicloturismo in Italia ha conosciuto una crescita sorprendente, trasformandosi da esperienza di nicchia a fenomeno capace di attirare viaggiatori di ogni età. Complice la riscoperta dei ritmi lenti, l’attenzione alla sostenibilità e l’ampliamento delle infrastrutture dedicate, sempre più persone scelgono di esplorare il Paese in sella alla propria bicicletta.

Le regioni che stanno guidando questa rivoluzione sono diverse: dal Veneto, con la ciclabile delle Dolomiti che collega Cortina a Dobbiaco, alla Toscana, meta prediletta per chi ama pedalare tra vigneti e strade bianche. Ma anche il Sud sta recuperando terreno: Puglia, Basilicata e Sicilia stanno investendo in percorsi ciclabili che valorizzano coste, aree rurali e borghi storici.

Un esempio significativo è la crescente popolarità della Ciclovia Adriatica, che corre dalla Romagna fino al Salento. Secondo gli operatori turistici, negli ultimi due anni gli arrivi sono aumentati grazie anche alla presenza di servizi mirati: bike hotel, officine mobili, mappe digitali e punti di ricarica per e-bike. È proprio quest’ultima categoria a dominare: la bici a pedalata assistita permette di affrontare itinerari più impegnativi, rendendo accessibili colline e montagne anche a chi non è allenato.

Il cicloturismo non è solo sport, ma un modo di vivere il territorio. Lungo i percorsi si moltiplicano iniziative legate a cultura e gastronomia: degustazioni all’aperto, visite guidate a musei diffusi, laboratori artigianali aperti ai viaggiatori. Il risultato è un turismo esperienziale che, oltre a valorizzare il patrimonio locale, offre un ritorno economico diretto alle comunità.

Gli esperti concordano su un punto: il futuro del turismo italiano passerà anche dalle due ruote. Le amministrazioni stanno lavorando per unire le tratte esistenti in grandi dorsali nazionali, mentre cresce l’interesse verso format innovativi come i viaggi “bikepacking”, che prevedono itinerari di più giorni con bagagli ultraleggeri.

Pedalare, oggi, significa scegliere un modo più consapevole di scoprire l’Italia. E mentre nuove ciclabili nascono ogni anno, aumenta il numero di chi decide di salire in sella non solo per una vacanza, ma per un nuovo stile di vita.

by Matteo

Pedalando lungo la Via del Mare: il fascino lento della costa adriatica

20/11/2025 in Viaggi

C’è un momento, durante un viaggio in bicicletta, in cui il ritmo delle pedalate si sovrappone al rumore del mare. È una sincronia fragile, quasi impercettibile, ma sufficiente a ricordarci perché il cicloturismo sta conquistando sempre più viaggiatori: la libertà non è nelle grandi velocità, ma nei dettagli che non sfuggono.

La Via del Mare, itinerario ciclabile che corre parallelo alla costa adriatica tra Ravenna e Senigallia, è uno di quei percorsi in cui questa magia prende forma. Sessanta chilometri di piste dedicate, strade secondarie e tratti sterrati curati, capaci di restituire al ciclista non solo un viaggio, ma un racconto.

Un percorso per tutti, ma non per tutti i giorni

Chi si aspetta una semplice pedalata in pianura resterà sorpreso. Il tragitto si snoda tra pinete secolari, argini fluviali, borghi marinari e campi che profumano di salsedine. La varietà dei paesaggi spinge a fermarsi spesso, ad osservare, ad ascoltare: una lentezza che diventa parte integrante del viaggio.

Le ciclabili sono ben segnalate, ma ogni percorso costiero porta con sé la sfida del vento. A volte compagno benevolo, altre nemico invisibile, capace di rallentare anche il ciclista più allenato. È proprio questa imprevedibilità a rendere la Via del Mare un percorso adatto a tutti, ma da affrontare con rispetto.

Storie di borghi e di marinai

Pedalando verso sud si incontrano località che sembrano uscite da un libro illustrato. A Cervia, l’odore dolce delle saline accompagna l’ingresso in città; a Cesenatico il porto leonardesco ricorda che anche la storia si può attraversare su due ruote. Ogni sosta porta con sé un piatto tipico, un dialetto diverso, un racconto di pesca e di vento.

La forza della Via del Mare sta proprio qui: la scoperta non è mai soltanto paesaggistica, ma profondamente umana.

Il tramonto come arrivo

Arrivare a Senigallia nell’ora in cui il cielo esplode in un arancio liquido è un piccolo privilegio che ricompensa ogni sforzo. Le biciclette si appoggiano ai parapetti del lungomare, i cicloturisti si concedono un gelato o una birra fresca. E mentre il sole scivola oltre l’orizzonte, la sensazione è quella di aver chiuso un cerchio: il viaggio lento torna a dimostrare di essere il modo più sincero di conoscere un territorio.

by Matteo

Tra vigneti e castelli: in bici lungo la Südsteirische Weinstraße

19/11/2025 in Viaggi

La Stiria meridionale non è solo terra di vini eccellenti: è anche un paradiso per chi ama pedalare tra colline morbide, strade panoramiche e borghi sospesi nel tempo. La Südsteirische Weinstraße, la Strada del Vino della Stiria, è uno degli itinerari più affascinanti dell’Austria rurale. Un percorso breve ma intenso, ideale per cicloturisti che cercano ritmo lento, panorami da cartolina e qualche sosta di gusto.

Il punto di partenza più comodo è Ehrenhausen, raggiungibile in treno da Graz. Da qui si sale gradualmente verso il cuore delle colline vinicole. Le pendenze, talvolta decise, vengono ricompensate da viste che sembrano disegnate con il pennello: filari perfetti, masi in legno, il profilo dei vigneti che scende verso la Slovenia, a pochi chilometri di distanza.

Il tratto più suggestivo è quello tra Berghausen e Ratsch an der Weinstraße, dove la strada corre letteralmente sulla cresta delle colline. Qui i ciclisti condividono i tornanti con trattori carichi d’uva e turisti che si spostano tra gli “Buschenschank”, le tipiche taverne locali. Fermarsi è quasi un obbligo: un tagliere di formaggi, pane nero e un calice di Sauvignon o Morillon raccontano più di molte guide.

Il percorso si chiude ad anello rientrando verso Ehrenhausen. In totale si percorrono circa 25–35 chilometri, ma con un dislivello significativo che lo rende adatto a cicloturisti allenati o, in alternativa, perfetto per chi sceglie una e-bike.

Pedalare nella Stiria meridionale significa entrare in un’Austria diversa, fatta di clima quasi mediterraneo, ospitalità familiare e una campagna gentile. Un viaggio breve ma memorabile, ideale per chi ama mescolare pedalate e piaceri della tavola.

by Matteo

Dalla Zillertal al lago Achensee: pedalando tra montagne e acqua turchese

19/11/2025 in Viaggi

Tra le Alpi del Tirolo c’è un itinerario in grado di riunire il meglio del paesaggio alpino: vallate verdi, masi tradizionali e un lago dal colore così intenso da sembrare caraibico. È il percorso che collega la Zillertal all’Achensee, una delle gemme naturali dell’Austria centrale.

La partenza ideale è a Mayrhofen, cittadina vivace circondata da tremila innevati. I primi chilometri scorrono lungo la Zillertal Radweg, una ciclabile perfetta anche per famiglie: fondo impeccabile, traffico assente, paesaggi che si alternano tra prati e piccole fattorie. Il fiume Ziller accompagna il percorso come una guida silenziosa.

Raggiunta Strass im Zillertal, inizia la parte più dinamica del viaggio. Una salita progressiva conduce verso Jenbach, dove lo scenario cambia: la valle si apre e le montagne fanno da corridoio naturale verso l’Achensee. È qui che il paesaggio sorprende davvero: il lago appare all’improvviso, con un turchese puro che contrasta con il verde scuro dei boschi.

Il giro completo del lago, circa 23 chilometri, è un’esperienza scenografica. La ciclabile costeggia scogliere, piccole spiagge e tratti boscosi, con scorci continui sulle pareti calcaree che si specchiano nell’acqua. Chi vuole può spingersi fino alle baie più tranquille, come quella di Pertisau, dove è facile vedere surfisti e barche a vela sfruttare le correnti del pomeriggio.

Il rientro verso Jenbach è semplice e veloce grazie alla ferrovia locale, che accetta senza problemi le biciclette. In totale, l’itinerario supera i 50 chilometri, ma la varietà dei paesaggi lo rende scorrevole e mai monotono.

Il percorso Zillertal–Achensee è un viaggio nella natura più autentica del Tirolo, dove il silenzio delle montagne si intreccia con l’acqua cristallina e con l’identità alpina più sincera. Una meta perfetta per chi cerca emozioni forti, ma senza rinunciare al comfort di un itinerario ben strutturato.

by Matteo

Le Fiandre in bike: da Gand a Bruges tra canali, mulini e cioccolato

18/11/2025 in Viaggi

Tra i percorsi ciclabili europei più apprezzati, il collegamento tra Gand e Bruges occupa un posto speciale. Non è solo un viaggio in bicicletta: è un’immersione nella scena fiamminga, dove i canali si specchiano come quadri e ogni cittadina sembra uscita da una miniatura medievale.

Si parte da Gand, città giovane e vivacissima, con un centro storico che alterna palazzi gotici, tetti a gradoni e mercati popolari. Uscire in bicicletta dal cuore urbano è sorprendentemente semplice: le piste ciclabili fiamminghe, famose per cura e segnaletica, guidano il cicloturista verso la campagna senza soluzione di continuità.

Il percorso segue lunghi tratti del canale Ghent–Bruges, un corridoio d’acqua perfettamente rettilineo, fiancheggiato da pioppi e fattorie. Il terreno è completamente pianeggiante, perfetto per famiglie o per chi vuole mantenere una velocità costante.
Ogni tanto compare un mulino restaurato o un piccolo ponte levatoio che ricorda la centralità storica di queste vie d’acqua, un tempo cruciali per il commercio dei tessuti.

A metà strada vale la pena fermarsi nel villaggio di Aalter, dove piccole caffetterie invitano a un assaggio di cioccolato artigianale o delle celebri “speculoos”, i biscotti speziati tipici della zona.

L’arrivo a Bruges, dichiarata Patrimonio UNESCO, è un crescendo di suggestioni: le prime case in mattoni rossi, i canali che si incrociano come nei dipinti di Van Eyck, le barche lente che sfiorano i muri delle case storiche. Entrare in città pedalando significa scoprire Bruges nella sua dimensione più naturale: quella di borgo rinascimentale rimasto sospeso nel tempo.

Il percorso totale misura poco più di 45 km e può essere completato in mezza giornata, ma la tentazione di fermarsi spesso per fotografare ponti, papere o angoli nascosti prolunga inevitabilmente i tempi. Ed è giusto così: nelle Fiandre non si pedala per arrivare, ma per guardare.

by Matteo

La Mosa in bicicletta: tra valloni, castelli e birrifici

18/11/2025 in Viaggi

Pedalare lungo la Mosa, nel cuore della Vallonia, è un’esperienza che unisce paesaggio, storia e gusto in un’unica, lunga boccata d’aria fresca. Il percorso EuroVelo 19 che attraversa il Belgio segue fedelmente il fiume, regalando scorci continui di scogliere calcaree, cittadine medievali e antichi bastioni che sembrano spuntare direttamente dall’acqua.
Un itinerario che non presenta difficoltà tecniche particolari e che si presta sia a chi ama il ritmo lento sia ai cicloturisti più allenati.

L’avventura può iniziare a Dinant, la “perla della Mosa”, dominata dalla sua imponente cittadella. Dopo pochi chilometri si entra nel vivo del paesaggio vallone: il fiume scorre placido tra alte pareti rocciose, punteggiate di piccole grotte e vegetazione. La pista ciclabile, quasi sempre separata dal traffico, permette di pedalare in assoluta tranquillità.

Lungo la strada, le soste non mancano: dalle birre trappiste di Maredsous alle botteghe di artigiani del rame che raccontano tradizioni secolari. Anche gli amanti dell’architettura trovano la loro meta: castelli come Freÿr costeggiano il tragitto con giardini geometrici che ricordano Versailles in miniatura.

Il tratto più suggestivo arriva poco prima di raggiungere Namur, capitale della Vallonia. La città, abbracciata dalla confluenza tra Sambre e Mosa, si presenta con un mix perfetto di calma provinciale e vitalità culturale. La ciclabile entra nel centro storico, tra caffè eleganti e case borghesi, prima di salire per chi ha ancora energie verso la celebre Cittadella, uno dei punti panoramici più spettacolari del Paese.

Un percorso ideale per una due giorni, ma che può trasformarsi facilmente in una gita giornaliera. La Mosa è un fiume che non corre: accompagna. E il suo ritmo diventa presto quello del cicloturista.

by Matteo

Pedalare tra borghi e vigneti: il nuovo trend delle micro-avventure in bicicletta

17/11/2025 in News


Le chiamano “micro-avventure”: brevi viaggi di uno o due giorni, spesso pianificati all’ultimo minuto, con l’obiettivo di staccare la spina e vivere un’esperienza intensa senza allontanarsi troppo da casa. Un fenomeno che sta conquistando i cicloturisti italiani, complice la riscoperta dei territori rurali e dei borghi storici.

Da Nord a Sud, sono sempre di più le mete ideali per questo tipo di esperienza. Le colline toscane, con i loro itinerari gravel tra vigneti e strade bianche, attraggono gruppi di amici e coppie in cerca di un weekend fuori porta. In Piemonte, le Langhe offrono percorsi panoramici che alternano cantine, castelli e piccoli saliscendi impegnativi al punto giusto.

Al Sud, il Salento e la Basilicata stanno emergendo come destinazioni perfette per chi vuole combinare pedalate, mare e cultura.
La formula vincente delle micro-avventure è la semplicità: bastano una bici, una borsa da bikepacking e un alloggio prenotato, spesso un B&B a conduzione familiare. I cicloturisti scelgono la lentezza, fermandosi nei piccoli bar di paese, acquistando prodotti locali e godendosi paesaggi che a volte sfuggono al turismo più frettoloso.

Gli esperti di settore sottolineano come questa tendenza stia favorendo la crescita economica delle aree interne, normalmente meno visitate. E le comunità locali rispondono con entusiasmo: mappe dedicate, punti acqua, ciclo-officine e servizi pensati ad hoc.

Le micro-avventure rappresentano non solo una nuova forma di vacanza, ma un modo per riconnettersi al territorio e riscoprire valori come autenticità e convivialità. E per molti cicloturisti, sono già la miglior cura contro la routine quotidiana.

by Matteo

La rinascita delle ciclovie italiane: perché il 2026 sarà l’anno d’oro del cicloturismo

17/11/2025 in News

Negli ultimi anni il cicloturismo è passato da nicchia per appassionati a vero fenomeno nazionale. Ma il 2026 potrebbe segnare una svolta storica: tra nuovi investimenti pubblici, reti ciclabili sempre più connesse e un crescente interesse per viaggi lenti e sostenibili, l’Italia si prepara a diventare una delle destinazioni cicloturistiche più ambite d’Europa.
Secondo i dati delle regioni, la spinta arriva soprattutto dai grandi progetti infrastrutturali.

La Ciclovia del Sole, ad esempio, continua a estendersi verso nord e sud, collegando città e borghi con percorsi protetti e ben segnalati. Parallelamente, la Ciclovia Adriatica vive una stagione di rilancio grazie a una maggiore integrazione tra treni regionali e servizi bici, mentre il Sentiero Vento lungo il Po, nonostante ritardi, sta attirando un numero sempre crescente di ciclisti grazie alla sua natura pianeggiante e ai paesaggi fluviali.
Ma il vero cambiamento è culturale. Hotel e agriturismi stanno investendo in servizi bike-friendly, dalle officine interne alle colazioni energetiche, fino ai trasporti dedicati.

Le amministrazioni locali organizzano festival, pedalate collettive e campagne di sensibilizzazione, trasformando le ciclovie in veri corridoi turistici.
Per gli operatori del settore, il messaggio è chiaro: il cicloturismo non è più un’alternativa economica, ma un segmento strategico. E per chi ama viaggiare in bici, il 2026 promette un’Italia più accogliente, sicura e soprattutto pedalabile.

by Matteo

Pedalare Lontano: il nuovo volto del cicloturismo italiano

16/11/2025 in News

Negli ultimi anni il cicloturismo è passato da nicchia per appassionati a fenomeno in rapida crescita, capace di intercettare viaggiatori in cerca di lentezza, natura e sostenibilità. Le statistiche parlano chiaro: le presenze sulle ciclovie italiane sono aumentate, così come l’offerta di servizi dedicati, dai bike hotel alle officine “on the road”. Ma più dei numeri, è l’esperienza diretta dei pedalatori a raccontare la trasformazione del viaggio sulle due ruote.

Una delle ragioni del successo è la possibilità di “staccare” davvero. Le ciclovie come la Verona–Firenze, la Via Silente nel Cilento o la Ciclovia dei Parchi della Calabria mostrano una dimensione del Paese spesso invisibile da auto e treni: borghi silenziosi, strade secondarie, artigiani nascosti dietro porte che si aprono solo a chi arriva senza fretta. Pedalare significa avere il tempo di osservare e, soprattutto, di incontro.

Le mete lungo le grandi vie ciclabili stanno imparando a dialogare con questo nuovo turismo. Agriturismi che offrono colazioni energetiche, osti che ricaricano le e-bike, piccoli musei pronti ad aprire fuori orario per accogliere un gruppo di ciclisti: la micro-economia locale sta scoprendo che il viaggiatore lento non porta solo curiosità, ma anche risorse e attenzione ai territori.

Il cicloturismo porta con sé anche una nuova idea di avventura. Non si parla più soltanto di imprese estreme o di lunghi viaggi intercontinentali: la vera sfida è spesso trovare la propria andatura, imparare a gestire il peso delle borse, affrontare una salita che sembrava impossibile. Ogni itinerario porta con sé un piccolo rito di passaggio. E, al termine, la consapevolezza che il viaggio non è stato solo geografico, ma personale.

Le prospettive per i prossimi anni sono ottimistiche. Molte regioni stanno investendo in segnaletica, manutenzione e infrastrutture dedicate, dalla diffusione delle rastrelliere sicure all’ampliamento delle stazioni ferroviarie “bike-friendly”. Se la crescita proseguirà, l’Italia potrà diventare una delle principali destinazioni cicloturistiche del continente, valorizzando contemporaneamente paesaggi e comunità.

Nel frattempo, la strada è lì: a volte perfettamente asfaltata, altre sterrata e un po’ polverosa. Ma è proprio questa varietà a rendere il cicloturismo un viaggio autentico. Uno di quelli che, una volta tornati a casa, lascia addosso la voglia di ripartire.