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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 4 giorni fa
Una nuova pista ciclabile collegherà Mappano a Torino: inaugurazione il 24 maggio
Una nuova arteria verde per la mobilità sostenibile è pronta a collegare Mappano a Torino. Verrà inaugurata ufficialmente venerdì 24 maggio la pista ciclabile che rappresenta un tassello strategico per incentivare gli spostamenti su due ruote tra il comune mappanese e il capoluogo piemontese. Il tracciato, lungo 1.420 metri, è stato completato in sei mesi di lavori e consentirà a ciclisti e pedoni di muoversi in sicurezza lungo un percorso moderno e integrato. L’opera nasce dalla collaborazione tra il Comune di Mappano, la Città Metropolitana di Torino e la Regione Piemonte, che hanno lavorato fianco a fianco per trasformare un progetto atteso da anni in realtà. Con un investimento complessivo di 446.000 euro, la realizzazione è stata resa possibile grazie a un finanziamento di 300.000 euro a fondo perduto messo a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, tramite la Regione Piemonte. A questi si aggiungono 146.000 euro provenienti dalla Città Metropolitana e da fondi propri del Comune. “È un’infrastruttura fondamentale non solo per la mobilità alternativa, ma anche per la qualità della vita dei cittadini”, ha dichiarato il sindaco di Mappano, sottolineando l’importanza di collegamenti ciclabili sicuri e ben progettati in un’ottica di sviluppo sostenibile. La nuova pista si inserisce in un piano più ampio di valorizzazione della mobilità dolce nell’area metropolitana torinese, con l’obiettivo di ridurre il traffico veicolare e promuovere stili di vita più sani e rispettosi dell’ambiente. L’inaugurazione sarà anche un’occasione per festeggiare Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
La decima tappa: la cronometro di Lucca-Pisa accende la sfida tra i big
Martedì 20 maggio, il Giro d’Italia propone la sua seconda e ultima cronometro individuale: 28,6 km tra Lucca e Pisa che, pur non presentando particolari difficoltà altimetriche, possono incidere pesantemente sugli equilibri della classifica generale. Un appuntamento chiave per i pretendenti alla maglia rosa, soprattutto per chi sa guadagnare sul passo. La partenza avviene da un luogo iconico: le storiche Mura di Lucca. Da lì, i corridori si dirigono verso il Foro di San Giuliano, attraversano San Giuliano Terme e costeggiano l’acquedotto Mediceo, in un percorso prevalentemente pianeggiante ma con una breve ascesa intermedia che potrebbe spezzare il ritmo. L’arrivo, suggestivo e turistico, è fissato in Piazza dei Miracoli a Pisa, proprio accanto alla celebre Torre Pendente, offrendo un colpo d’occhio unico nel panorama ciclistico mondiale. Cronometro tecnica, tra velocità e gestione dello sforzo La tappa richiede capacità di gestione dello sforzo, una posizione aerodinamica perfetta e abilità nel leggere le traiettorie sulle larghe strade urbane e extraurbane. Il percorso è disegnato per esaltare i cronomen puri, ma anche i corridori completi con buone doti di fondo e regolarità potranno limitare i danni. Con la prima settimana alle spalle e due tappe di montagna impegnative appena archiviate, questa cronometro arriva in un momento cruciale: gambe affaticate, concentrazione necessaria, e ogni secondo che pesa come oro. Per alcuni sarà l’occasione per balzare in testa alla classifica; per altri, una giornata di resistenza in attesa delle Alpi. Una cartolina del Giro tra arte, storia e ciclismo Il connubio tra sport e cultura trova una delle sue espressioni più forti in questa tappa. La Toscana fa da cornice a una prova ad alto contenuto tecnico ma anche estetico: due città d’arte, un paesaggio iconico e l’arrivo in uno dei luoghi più fotografati d’Italia. La decima tappa del Giro 2025 è più di una semplice cronometro: è una tappa da specialisti, ma anche una finestra aperta sulla bellezza del nostro Paese e sull’anima moderna del ciclismo. Da Lucca a Pisa, sarà il cronometro a parlare. E potrebbe p Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
La Costa Azzurra in bicicletta.
La Costa Azzurra, con la sua combinazione di panorami mozzafiato e un clima piacevole tutto l’anno, è il luogo ideale per esplorare in bicicletta. Questo angolo di paradiso nel sud della Francia offre una varietà di percorsi adatti a tutti i livelli di ciclisti, dalle tranquille passeggiate lungomare alle impegnative salite di montagna. Uno dei percorsi più affascinanti è il tratto che va da Nizza a Monaco. Pedalando lungo la Promenade des Anglais, i ciclisti possono godere della vista del mare cristallino a sinistra e delle eleganti facciate degli hotel a destra. Proseguendo verso est, si attraversano villaggi pittoreschi come Villefranche-sur-Mer e Beaulieu-sur-Mer, dove una sosta è d’obbligo per assaporare un caffè o un gelato artigianale. Per gli amanti delle sfide, la salita al Col de la Madone offre un’esperienza indimenticabile. Questo percorso, reso famoso da ciclisti professionisti, offre panorami spettacolari sulla costa e un senso di realizzazione una volta raggiunta la vetta. Da lì, la discesa verso Mentone è pura adrenalina, con tornanti che richiedono abilità e concentrazione. Oltre ai paesaggi costieri, la Costa Azzurra offre anche percorsi tra le colline e le montagne dell’entroterra. Il Parco Nazionale del Mercantour, ad esempio, è un paradiso per i ciclisti più esperti, con sentieri che attraversano foreste ombrose e prati alpini, e offrono incontri ravvicinati con la fauna locale, come camosci e aquile. Indipendentemente dal percorso scelto, la Costa Azzurra in bicicletta promette un’avventura ricca di emozioni, bellezza naturale e cultura locale. Che tu sia un ciclista esperto o un principiante, questo angolo di Francia ti offrirà ricordi indimenticabili e una vogli Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
La Ciclovia della Mosella
La Ciclovia della Mosella (Moselradweg) è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti della Germania, che invita i viaggiatori a pedalare lungo uno dei fiumi più suggestivi d’Europa. Tra vigneti che si arrampicano sulle colline, borghi medievali e paesaggi naturali mozzafiato, questo percorso offre un’esperienza unica, perfetta per chi ama unire sport, natura e cultura. Il percorso: da Perl a Coblenza lungo il fiume Mosella La Ciclovia della Mosella si estende per circa 248 km, partendo da Perl, al confine con la Francia e il Lussemburgo, fino a Coblenza, dove la Mosella confluisce nel Reno. Questo itinerario segue il corso del fiume attraverso la Renania-Palatinato, una delle regioni vinicole più rinomate della Germania. Il percorso è prevalentemente pianeggiante e ben segnalato, rendendolo adatto a ciclisti di ogni livello, comprese famiglie con bambini. Un viaggio attraverso borghi medievali e vigneti Pedalare lungo la Ciclovia della Mosella significa attraversare un paesaggio unico, dove storia e natura si fondono armoniosamente. Lungo il percorso si incontrano incantevoli cittadine medievali come Trier (Treviri), considerata la città più antica della Germania, con i suoi monumenti romani come la Porta Nigra e l’anfiteatro. Da qui, la strada si snoda lungo il fiume, regalando panorami da cartolina. Altra tappa imperdibile è Bernkastel-Kues, famosa per le sue case a graticcio e per la sua lunga tradizione vinicola. È il luogo perfetto per una pausa, magari sorseggiando un bicchiere di vino locale, come il celebre Riesling, prodotto proprio in queste terre. Cultura del vino e tradizioni locali La Mosella è conosciuta non solo per i suoi paesaggi pittoreschi, ma anche per la sua antica tradizione vinicola. Lungo il percorso, si può fare tappa presso numerose cantine che offrono degustazioni di vini pregiati, principalmente a base di Riesling. Pedalare tra i filari di vigneti che si arrampicano sui pendii scoscesi delle colline è una delle esperienze più gratificanti del percorso. In molte delle cittadine attraversate dalla ciclovia, soprattutto nei mesi estivi e autunnali, si tengono festival del vino che celebrano la cultura locale, dando ai cicloturisti l’opportunità di immergersi nella vita del posto e di scoprire i sapori tipici della regione. Un percorso adatto a tutti Uno dei principali punti di forza della Ciclovia della Mosella è la sua accessibilità. Il tracciato, infatti, è ben mantenuto e perlopiù pianeggiante, rendendolo perfetto anche per i ciclisti meno esperti. È possibile dividere il percorso in tappe giornaliere, grazie alla presenza di numerosi punti di sosta e alloggi, che spaziano da campeggi a pensioni tradizionali, fino ad agriturismi immersi nei vigneti. Per chi desidera un’esperienza più tranquilla, è possibile noleggiare biciclette elettriche, molto diffuse lungo il percorso, per affrontare il tragitto senza fatica e godersi appieno i paesaggi circostanti. Coblenza: la conclusione perfetta del viaggio Il viaggio lungo la Ciclovia della Mosella si conclude a Coblenza, una delle città più antiche della Germania, situata alla confluenza dei fiumi Reno e Mosella. Qui, nel suggestivo angolo detto Deutsches Eck (angolo tedesco), i due fiumi si incontrano, creando uno spettacolo naturale di grande bellezza. Coblenza è una città vivace, ricca di storia e monumenti, come la Fortezza di Ehrenbreitstein, che domina la città dall’a Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 6 giorni fa
Roma pedala verso il futuro: inaugurata la ciclabile Monte Ciocci – San Pietro
Un nuovo tratto ciclabile di 1,5 chilometri apre una via verde tra Monte Mario e San Pietro, ridisegnando la mobilità urbana nel quadrante nord-ovest della Capitale. È stata ufficialmente inaugurata la pista ciclabile Monte Ciocci – San Pietro, un’opera strategica che rafforza l’impegno della città per una mobilità sostenibile e integrata, capace di connettere quartieri, trasporti pubblici e storia. Realizzata con un investimento di 6,7 milioni di euro, finanziato tramite i fondi giubilari, l’infrastruttura rappresenta più di un semplice prolungamento: è un tassello fondamentale nel puzzle della Roma ciclabile. Il nuovo tratto si innesta infatti sui cinque chilometri già esistenti che collegano Monte Mario a Monte Ciocci, creando un unico percorso che consente ai ciclisti di attraversare aree verdi, quartieri residenziali e perfino un antico tunnel ferroviario, fino ad arrivare a Valle Aurelia, snodo strategico con accesso diretto alla Linea A della metropolitana e ai treni regionali. La nuova ciclabile si sviluppa lungo un itinerario ricco di riferimenti urbanistici e culturali: parte dall’ospedale San Filippo Neri, costeggia la stazione Monte Mario, prosegue accanto al Policlinico Gemelli e attraversa la zona della stazione Balduina, per poi sfociare nel Parco di Monte Ciocci, un balcone verde con vista privilegiata sulla Cupola di San Pietro. Da lì, il percorso scende verso Via Anastasio II e si collega con la rete di trasporto di Valle Aurelia. Non solo mobilità quotidiana: il tracciato appena inaugurato si intreccia anche con la Via Francigena, l’antico cammino dei pellegrini che giunge fino al cuore di Roma. Una connessione simbolica che unisce passato e futuro, spiritualità e sostenibilità, in un unico filo d’asfalto percorribile a pedali. L’opera è stata accolta con favore da cittadini, associazioni e istituzioni. L’infrastruttura ciclabile rappresenta un passo importante per decongestionare il traffico urbano, promuovere stili di vita più sani e offrire un’alternativa concreta al trasporto motorizzato. Con l’estensione Monte Ciocci – San Pietro, Roma dimostra che la bicicletta non è solo un mezzo di svago, ma può diventare una vera protagonista della mobilità quotidiana. E, soprattutto, che anche Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 6 giorni fa
La nona tappa: da Gubbio a Siena tra salite, polvere e spettacolo
Domenica 18 maggio il Giro d’Italia propone agli appassionati una frazione che promette scintille: la nona tappa, da Gubbio a Siena, misura 181 chilometri e presenta un dislivello complessivo di circa 2.500 metri. Non sarà forse decisiva per la classifica generale, ma sarà senz’altro un banco di prova tecnico e spettacolare, che potrebbe lasciare il segno su gambe e ambizioni. Il tracciato si snoda tra le colline dell’Umbria e della Toscana, con continui saliscendi e un’insidia che da sola potrebbe bastare a stravolgere le carte: quasi 30 chilometri di strade bianche, suddivisi in quattro settori iconici. Si parte con gli 8 km di Salti, per poi affrontare i 9,3 km di Serravalle e i 9,4 km di San Martino in Grania, fino al breve ma insidioso tratto di Monteaperti (600 metri), a pochi chilometri dall’arrivo. Il tratto finale è da classica del Nord: a 15 km dal traguardo si staglia il Colle Pinzuto, salita di 2,4 km con punte del 15%, spesso decisiva nelle Strade Bianche. Ma è l’ultimo chilometro a fare davvero la differenza: la rampa della Porta di Fontebranda (16% di pendenza massima) può far esplodere la corsa proprio sul filo di lana, prima del suggestivo ingresso in Piazza del Campo, cuore pulsante di Siena e cornice ideale per un arrivo dal forte impatto emotivo. La tappa richiama volutamente la celebre classica toscana, unendo tratti sterrati e pendenze esigenti, che esaltano le doti tecniche e di guida oltre alla pura potenza. È il terreno ideale per cacciatori di tappe, finisseurs di classe, e magari anche per qualche big della generale in cerca di gloria e secondi preziosi. Un test tecnico, fisico e mentale Gli uomini di classifica dovranno tenere alta la guardia: le strade bianche non perdonano distrazioni, una foratura o una caduta possono costare caro. Ma questa è anche la giornata giusta per gli specialisti delle corse di un giorno, pronti a sfruttare l’occasione e l’incertezza del fondo per anticipare il gruppo. Difficile fare pronostici, facile immaginare spettacolo. Le previsioni parlano di meteo asciutto, ma la polvere e le pendenze potrebbero essere sufficienti a creare selezione e a regalare al pubblico uno degli arrivi più emozionanti di questo Giro.Chi saprà domare la polvere e spingere forte sulle rampe senesi? La risposta arriverà solo sul pavé di Piazza del Campo, dove ogni secondo conquistato sarà il frutto di talento, coraggio Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane fa
LA RINASCITA DELLE FERROVIE DISMESSE: QUANDO LA BICICLETTA RIPORTA IN VITA IL PASSATO
Una volta correvano i treni. Ora scorrono biciclette, lentamente, silenziosamente, con un rispetto quasi religioso per quei binari ormai coperti d’erba. Le ferrovie dismesse, simboli di un’Italia industriale che non c’è più, stanno vivendo una seconda giovinezza grazie al cicloturismo. Negli ultimi dieci anni, in tutta Europa e anche nel nostro Paese, le “greenways” – percorsi ciclabili ricavati da tracciati ferroviari abbandonati – sono diventate il cuore pulsante di una nuova idea di viaggio. Lento, sostenibile, immersivo. Binari che univano, ruote che raccontano La bellezza delle ex ferrovie sta tutta lì: non sono solo strade. Sono narrazioni. Hanno collegato paesi, trasportato operai, separato famiglie durante le guerre, unito innamorati in tempo di pace. Oggi, pedalare lungo quei tracciati è come sfogliare un libro di storia con il vento tra i capelli. In Piemonte, la Via del Riso e del Vino collega Vercelli ad Asti lungo un vecchio percorso ferroviario. In Toscana, la Ciclopista del Trammino ricalca i binari che un tempo portavano i bagnanti da Pisa al mare. E poi ci sono la Ciclovia della Val di Fiemme e Fassa, la Ferrovia Spoleto-Norcia, o il percorso che da Palazzolo Acreide scende verso la costa siracusana. Un turismo che porta ossigeno Oltre al fascino romantico, queste ciclabili rappresentano un’opportunità economica concreta per le aree interne. Agriturismi, bed & breakfast, piccoli bar: quando passano i cicloturisti, si fermano, spendono, raccontano. È un turismo che non consuma, ma genera valore. Senza rumore, senza fretta, senza cemento. Il futuro? Pedala su rotaie Secondo Legambiente, in Italia ci sono ancora oltre 7.000 km di ferrovie dismesse. Una miniera d’oro per chi crede in un futuro fatto di due ruote, silenzi e scoperte. Servono investimenti, certo. Ma anche una visione.Perché dove un tempo passava un treno, oggi può nascere una nuova forma di libertà. E ogni pedalata, su quei vecchi t Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane, 1 giorno fa
L'ottava tappa: da Giulianova a Castelraimondo, un tappone appenninico da brividi
Il Giro d’Italia entra nel vivo e lo fa con una delle frazioni più impegnative della prima metà della corsa: sabato 17 maggio si disputa l’ottava tappa, 197 km da Giulianova a Castelraimondo, lungo le irte dorsali dell’Appennino centrale. Una giornata di pura montagna, senza respiro, con un dislivello che sfiora i 3.800 metri e nessun tratto pianeggiante. Un profilo altimetrico che è un’autentica sega dentata, ideale per gli scalatori e per chi punta alla maglia rosa. Si parte dal litorale abruzzese, ma è solo un breve assaggio di pianura: dopo pochi chilometri si inizia a salire e non si smette più. Il tracciato si snoda tra le montagne dell’Abruzzo e delle Marche, in una sequenza ininterrotta di salite, discese tecniche e falsopiani spezzagambe. Le vallate appenniniche offrono paesaggi spettacolari, ma ai corridori lasciano solo fatica. La tappa attraversa borghi storici e aree interne spesso trascurate dal grande ciclismo, regalando al pubblico anche un racconto del territorio. Ma sarà sul piano sportivo che il palcoscenico si accenderà: è questa una delle prime vere giornate da classifica, in cui i big dovranno uscire allo scoperto o almeno evitare di perdere terreno. Il finale in salita a Castelraimondo – già teatro in passato di arrivi spettacolari – promette un’ultima selezione decisiva. Chi avrà speso troppo nelle salite precedenti potrebbe pagare dazio. Le pendenze non sono estreme, ma il logorio dei chilometri precedenti potrebbe fare la differenza. Una tappa da grandi firme Le caratteristiche di questa frazione la rendono ideale per chi cerca il colpo da lontano, ma anche per gli uomini di classifica che vogliono iniziare a mettere in riga gli avversari. Le squadre dovranno dosare bene le forze, gestire le energie e soprattutto proteggere i propri leader nel caos delle salite e d Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane, 1 giorno fa
Nuova spinta alla mobilità sostenibile: proseguono i lavori sulla pista ciclo-pedonale "Ciclo Ovest"
Rimini– Dopo la conclusione delle opere strutturali del primo tratto della pista ciclo-pedonale “Ciclo Ovest 1”, che attraversa la nuova rotatoria tra la statale 16 e la statale 72 in direzione San Marino, i cantieri si spostano ora più a monte, tra via Arno e via Bidente, per completare una nuova porzione dell’infrastruttura verde. Il progetto rientra in una più ampia strategia di potenziamento della rete ciclopedonale urbana e metropolitana, con l’obiettivo di incentivare forme di mobilità dolce e sostenibile. La nuova tratta, ancora in fase di completamento, collegherà il quartiere Villaggio Primo Maggio al Parco della Cava, offrendo un collegamento sicuro e accessibile a ciclisti e pedoni. Attualmente, gli interventi si concentrano sulla posa dei cordoli di delimitazione, l’installazione delle recinzioni di confine e l’impianto dell’illuminazione pubblica, pensata per garantire visibilità e sicurezza anche nelle ore serali. Una volta terminata questa fase, si procederà con l’installazione di una staccionata lungo il torrente Ausa, un accorgimento utile sia dal punto di vista estetico che funzionale. L’ultima fase prevede l’asfaltatura del percorso, cui seguirà la pigmentazione del manto stradale. Questa scelta, oltre a una questione estetica, punta a mantenere la coerenza cromatica con le altre piste ciclabili già esistenti sul territorio, rendendo più omogeneo e riconoscibile il sistema della mobilità dolce cittadina. L’intervento si inserisce in un contesto di crescente attenzione per l’ambiente urbano, con l’obiettivo dichiarato di favorire la mobilità attiva, ridurre il traffico veicolare e migliorare la qualità dell’aria. Un passo avanti importante per una Rim Continua a leggere -
Settima tappa: da Castel di Sangro a Tagliacozzo, il primo vero esame per gli uomini di classifica
Venerdì 16 maggio il Giro d’Italia propone un banco di prova severissimo per gli uomini di classifica: la settima tappa, da Castel di Sangro a Tagliacozzo, misura 168 km ma cela un dislivello monstre di circa 3.500 metri. Un tappone appenninico a tutti gli effetti, con cinque Gran Premi della Montagna, pendenze selettive e un arrivo in salita che potrebbe già offrire un primo verdetto sulla forma dei grandi favoriti. Il via da Castel di Sangro coincide con l’inizio delle ostilità. Dopo pochissimi chilometri, la corsa affronta la salita di Roccaraso (7,4 km al 6,1%), già terreno per attacchi o accelerazioni da parte delle squadre più ambiziose. A seguire, l’ascesa breve ma intensa de La Forchetta (1,7 km all’8%) e soprattutto il Monte Urano, 4,5 km al 9,3%, vera spina dorsale della prima parte di giornata. Ma è nel cuore della tappa che si cela la salita più lunga: il Vado della Forcella, 21,6 km classificati di seconda categoria, con tratti duri e continui cambi di ritmo che spezzeranno il gruppo. Dopo la discesa su Ovindoli e il falsopiano di transizione, l’arrivo a Tagliacozzo sarà tutt’altro che morbido: la salita conclusiva è lunga 12,6 km al 5,4%, ma gli ultimi 2,6 km, con pendenze medie del 9,1%, potrebbero rivelarsi decisivi. Una tappa spartiacque Il percorso non lascia spazio a respiro né a strategie attendiste: chi vorrà vestire di rosa a Roma dovrà iniziare a mettersi in mostra. I distacchi potrebbero essere contenuti, ma psicologicamente il segnale sarà forte: chi cede oggi, rischia di compromettere l’intero Giro. Dal punto di vista tattico, la tappa è perfetta anche per fughe da lontano, specie se il gruppo dei big si osserverà fino all’ultima salita. Ma è più probabile che le squadre dei leader vogliano sfruttare il terreno duro per mettere alla prova gli avversari. L’Abruzzo si conferma terra di grandi sfide ciclistiche Dopo il debutto con tappe collinari e mosse, questa è la prima vera frazione di montagna, in uno scenario naturale spettacolare, nel cuore dell’Appennino centrale. L’arrivo a Tagliacozzo, tra suggestione storica e fatica agonistica, farà da cornice a un confronto serrato tra i protagonisti del Continua a leggere -
Scontro frontale tra ciclisti a Spini di Gardolo: 79enne in gravi condizioni
Un tratto di pista ciclabile tranquillo, immerso nella routine del giovedì mattina, si è trasformato in pochi istanti in teatro di un drammatico incidente. Due ciclisti, diretti in senso opposto, si sono scontrati violentemente poco prima delle 11, in località Spini di Gardolo, nei pressi del ponte dell’autostrada, non lontano dalla casa circondariale.L’impatto è stato tanto improvviso quanto violento: entrambi sono finiti sull’asfalto, uno di loro – un uomo di 79 anni – ha riportato traumi seri ed è in condizioni gravi. L’altro, anch’egli ferito, è stato immediatamente soccorso. Al momento non sono state rese note le generalità dei coinvolti.A lanciare l’allarme sono stati alcuni passanti, sorpresi dalla scena in una zona solitamente pacifica. In pochi minuti sono arrivati sul posto un’auto sanitaria, due ambulanze e le pattuglie della Polizia Locale Trento Monte Bondone, che ha avviato i rilievi per ricostruire la dinamica del sinistro.Un episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza della mobilità dolce, in un momento in cui l’uso delle due ruote è in costante aumento. Restano da chiarire le cause dello scontro: velocità, distrazione o magari un punto cieco lungo il tracciato? Le indagini chiariranno.Intanto, l’area dell’incidente è rimasta parzialmente presidiata per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi tecnici. La speranza è che le condizioni del ciclista anziano migliorino nelle prossime ore. Sullo sfondo, il silenzio insolito di una pista ciclabile c Continua a leggere
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Sesta tappa: da Potenza a Napoli, 227 km tra montagna e trappole urbane
Giovedì 15 maggio il Giro d’Italia affronta la sua tappa più lunga: 227 chilometri da Potenza a Napoli, in un mix tecnico di salita, discesa e un finale cittadino insidioso. Una giornata che promette di essere selettiva, dove resistenza, tattica e abilità si intrecciano. Il percorso: una lunga pedalata dal cuore della Basilicata al Tirreno La partenza da Potenza introduce subito un terreno nervoso: i primi 60 km sono caratterizzati dalla lunga ascesa al Valico di Monte Carruozzo, un GPM di 2ª categoria lungo quasi 20 km con pendenze a tratti superiori al 10%. È qui che potrebbero nascere le prime fughe di giornata. Dopo lo scollinamento, il gruppo si tuffa in discesa verso l’Irpinia, toccando Montella e Avellino, prima di affrontare l’ultima vera asperità: la salita di Monteforte Irpino, classificata 3ª categoria. Da quel punto in avanti, la corsa cambia volto. Napoli: un finale tecnico che può stravolgere i piani Gli ultimi 45 km sono ambientati nell’hinterland e nel centro urbano di Napoli, attraversando località come Baiano, Nola, Acerra e Casoria. L’arrivo in città impone un drastico cambio di ritmo: rotatorie, spartitraffico, tratti in pavé, curve a gomito e restringimenti. Un terreno tutt’altro che adatto a una volata canonica.Chi punterà alla vittoria dovrà saper leggere la corsa, evitare errori e gestire la posizione con intelligenza. I velocisti puri rischiano di pagare caro la fatica, mentre finisseur e corridori da classiche potrebbero approfittarne. Dettagli tecnici Data: giovedì 15 maggio 2025 Partenza: Potenza, ore 11:30 Arrivo previsto: Napoli, tra le 17:00 e le 17:30 Distanza: 227 km Dislivello complessivo: circa 2.600 metri GPM: Valico di Monte Carruozzo – 2ª categoria Monteforte Irpino – 3ª categoria Tattiche e scenari Non è una tappa per attendisti. Le squadre dei big dovranno vigilare sulle fughe, specie nella prima metà, mentre i team dei velocisti dovranno valutare con attenzione se controllare o lasciare spazio. Una volata a ranghi compatti non è esclusa, ma sarà tutto fuor Continua a leggere -
Trentino in bici: dove la bellezza si pedala lentamente
C’è un luogo in Italia dove la natura non si limita a fare da sfondo, ma diventa compagna di viaggio. Un territorio dove ogni curva racconta una storia, ogni salita regala silenzi e respiri profondi, ogni discesa spalanca orizzonti. È il Trentino, culla di cicloturismo d’eccellenza, terra di montagne maestose, laghi segreti e valli accoglienti. Qui, la bici non è solo sport: è un modo di vivere, di scoprire, di emozionarsi. Una sinfonia di paesaggi su due ruote In Trentino non si pedala: si scivola dentro una sinfonia di paesaggi. Le Dolomiti si alzano come quinte teatrali, immobili e imponenti, mentre sotto le ruote scorrono strade perfette, sentieri morbidi, ciclabili che sembrano pensate da un poeta. Le piste si insinuano tra vigneti ordinati come spartiti, attraversano ponti sospesi sul tempo, costeggiano fiumi che sussurrano antiche leggende. E ogni tanto, tra una pedalata e l’altra, appare un campanile, un maso, una piazza dove il tempo sembra essersi fermato. Ciclabili come racconti Impossibile parlare di cicloturismo in Trentino senza citare le sue perle: la Ciclabile dell’Adige, dorsale verde che unisce Trento, Rovereto e Bolzano in un viaggio tra castelli e cantine; la Valsugana, con il suo nastro d’asfalto che abbraccia il Lago di Caldonazzo prima di tuffarsi verso il Veneto, tra locande e acque termali. Ma ogni valle custodisce il suo percorso segreto, ogni bosco un sentiero per chi ama l’avventura lenta, il rumore dei pneumatici sulla ghiaia, il profumo di resina nell’aria. Tra fatica e meraviglia Qui la fatica si trasforma in bellezza. I passi alpini – Rolle, Mendola, Tonale – parlano agli appassionati come cattedrali della sfida. Ma il Trentino è anche dolcezza: percorsi per famiglie, e-bike che allungano i sogni, servizi pensati per chi cerca accoglienza e sostenibilità. Agriturismi bike-friendly, navette attrezzate, punti ristoro che profumano di polenta e funghi. Ogni dettaglio racconta una cultura dell’ospitalità autentica, discreta, perfetta per chi ama viaggiare con il cuore aperto. Viaggiare con l’anima leggera Il Cicloturismo, in fondo, è questo: un modo diverso di stare nel mondo. In Trentino, ogni viaggio in bici diventa un’esperienza interiore. Si parte per scoprire un paesaggio, si torna con dentro qualcosa in più. Una frase detta da un vecchio contadino, il riflesso del cielo in un lago, il rumore del vento tra le pale di un mulino abbandonato. Qui, la lentezza non è una mancanza di velocità, Continua a leggere -
Quinta Tappa: da Ceglie Messapica a Matera, una sfida per fuggitivi e finisseur
Il 14 maggio il Giro d’Italia propone una frazione che promette spettacolo e imprevedibilità: la quinta tappa si snoda tra le bellezze del Sud, con partenza da Ceglie Messapica (Puglia) e arrivo a Matera (Basilicata), per un totale compreso tra i 145 e i 151 chilometri a seconda delle fonti ufficiali. Una tappa che potrebbe rivelarsi fondamentale per chi cerca gloria da lontano. Un tracciato “nervoso” e insidioso Con un dislivello complessivo di circa 1550 metri, il percorso attraversa le dolci ma continue ondulazioni delle colline pugliesi e lucane. Non si segnalano salite di alta montagna, ma l’altimetria disegna un profilo irregolare che impone un continuo cambio di ritmo. È il terreno ideale per i cosiddetti finisseur, corridori capaci di resistere a un saliscendi costante e di gestire sforzi ripetuti. La natura del tracciato sembra escludere una volata classica, a meno che non rimanga compatto un gruppo ridotto. Arrivo tecnico tra i Sassi di Matera Il finale di tappa si preannuncia spettacolare. L’ingresso nella città di Matera, Patrimonio UNESCO famosa per i suoi “Sassi”, porterà i corridori ad affrontare un tratto urbano stretto, tortuoso e con pavimentazioni irregolari. Le ultime curve potrebbero esaltare chi saprà coniugare tecnica e lucidità, aprendo le porte a sorprese dell’ultimo minuto. Chi può vincere? Le caratteristiche del percorso strizzano l’occhio agli attaccanti e ai cacciatori di tappa. Chi sogna una fuga vincente sa che questa è una delle giornate da segnare in rosso. Le squadre dei big di classifica potrebbero lasciare spazio, in attesa di tappe più selettive. Occhio, però, a eventuali colpi di mano nel finale se il gruppo arriva con uomini forti e motivati. Dettagli tecnici della tappa: Partenza: Ceglie Messapica Arrivo: Matera Distanza: 145-151 km Dislivello totale: circa 1550 m Tipo di tappa: media montagna, adatta alle fughe La quinta tappa del Giro unisce paesaggio e tattica, velocità e resistenza. Non sarà decisiva per la maglia rosa, ma potrebbe cambiare le sorti di chi punta al successo parziale o al podio di giornata. Un appuntamento da non perdere, anche per la suggestiva cornice che solo M Continua a leggere -
Pedalando tra Alpi e colline: alla scoperta della provincia di Cuneo su due ruote
CUNEO – C’è un angolo d’Italia dove la bicicletta incontra la montagna, la storia e i sapori autentici del Piemonte: è la provincia di Cuneo, un territorio che sembra disegnato per il cicloturismo. Con i suoi paesaggi variegati, che spaziano dalle vette delle Alpi Marittime alle colline delle Langhe, ogni pedalata qui diventa un’esperienza sensoriale. Uno dei percorsi più suggestivi parte proprio dalla città di Cuneo, elegante e ordinata, con i suoi portici e le piazze ampie, e si snoda verso sud-est, seguendo il tracciato dell’antica ferrovia dismessa Cuneo-Boves-Peveragno, oggi riconvertita in pista ciclabile. Questo tracciato, lungo circa 25 km tra andata e ritorno, è ideale per famiglie, ciclisti amatoriali e per chi cerca un itinerario rilassato ma ricco di scorci panoramici. Lasciata Cuneo, la strada si inoltra tra campi coltivati e piccoli borghi, con il profilo delle montagne sempre sullo sfondo. Boves, prima tappa del percorso, offre una sosta interessante: il Memoriale della Resistenza e la storica Abbazia di San Dalmazzo raccontano la profondità culturale della zona. Da qui si prosegue verso Peveragno, borgo medievale noto per la fragola profumata e le sue feste tradizionali. Il dislivello è minimo e l’asfalto è ben tenuto, rendendo il tragitto scorrevole e piacevole anche per chi non è allenato. In primavera e inizio estate, la campagna esplode di colori e profumi, accompagnando i ciclisti con una sinfonia naturale che vale da sola il viaggio. Ma la vera ricompensa arriva al ritorno, con una sosta in una delle tante trattorie della zona. Tra un piatto di tajarin al ragù di salsiccia e un bicchiere di Dolcetto di Dogliani, il cicloturista trova un’altra dimensione del viaggio: quella del gusto. La provincia di Cuneo, spesso chiamata “la Granda”, offre molti altri percorsi ciclabili per ogni livello: dalle salite impegnative del Colle della Fauniera per i più esperti, ai dolci pendii delle Langhe per chi cerca un ritmo più lento. Ma questo itinerario tra Cuneo, Boves e Peveragno è perfetto per iniziare a conoscere un territorio che ha fatto della bellezza e dell’accoglienza il suo marchio di fabbrica. La bicicletta, qui, non è solo un mezzo di trasporto: è un modo per entrare in contatto con un paesaggio vivo, autentico, ge Continua a leggere -
Quarta Tappa: da Alberobello a Lecce, volata assicurata tra trulli e mare
Il 13 maggio il Giro d’Italia propone una delle giornate più favorevoli ai velocisti: la quarta tappa porta la carovana rosa da Alberobello (Pietramadre) a Lecce, attraverso un percorso di 187 chilometri che attraversa paesaggi tipici della Puglia tra ulivi secolari, borghi storici e scorci marini mozzafiato. Un palcoscenico perfetto per chi cerca gloria allo sprint. Tracciato semplice, ma non banale Il profilo altimetrico è sostanzialmente piatto, con circa 800 metri di dislivello complessivo, ma non mancano insidie nella gestione del ritmo e della posizione in gruppo. L’unico vero ostacolo altimetrico è rappresentato dalla breve salita verso Putignano, al km 16, dove è previsto un GPM di 4ª categoria. Da lì, la discesa e il lungo tratto pianeggiante verso la costa adriatica permettono al gruppo di allungarsi e di aumentare l’andatura. Lungo viaggio nel cuore della Puglia Il percorso si sviluppa tra alcune delle località più affascinanti del territorio pugliese: Castellana Grotte, Polignano a Mare, Ostuni, e Ceglie Messapica sono solo alcuni dei nomi che arricchiscono il tracciato. Un mix di bellezze naturali e architettoniche che farà da cornice a una giornata in cui il vento e le curve nei centri abitati potrebbero creare più di un grattacapo. Circuito finale a Lecce: attenzione alle posizioni Negli ultimi chilometri i corridori affronteranno un circuito cittadino di circa 12 km all’interno di Lecce, con l’arrivo previsto in Viale Calasso. Il finale è veloce ma richiede attenzione: la sede stradale è ampia ma intervallata da rotatorie e curve, quindi sarà fondamentale per i treni dei velocisti impostare correttamente le traiettorie e proteggere il proprio uomo di punta fino agli ultimi metri. Dettagli tecnici della tappa: Partenza: Alberobello (Pietramadre) Arrivo: Lecce Distanza: 187 km Dislivello totale: circa 800 m Tipo di tappa: pianeggiante, per velocisti GPM: salita a Putignano (4ª categoria) Circuito urbano finale: 12 km La quarta tappa del Giro è l’occasione perfetta per i velocisti puri di lasciare il segno prima delle giornate più impegnative. Sarà una battaglia serrata tra i treni delle squadre più organizzate, ma il vento e la tensione nei centri abitati potrebbero ribaltare Continua a leggere -
Pedalando tra colline e silenzi: un viaggio in bici nella terra di Mondovì
MONDOVÌ (CN) — C’è un momento, all’uscita dell’ultima curva che risale il colle di Vicoforte, in cui la cupola del Santuario si staglia all’improvviso tra gli alberi, maestosa e silenziosa. È lì che il viaggio in bici nella zona di Mondovì cambia passo: non più solo una sfida fisica, ma una conversazione lenta con il paesaggio.Partito alle prime luci da Breo, il cuore commerciale di Mondovì, ho lasciato il traffico del centro per seguire il corso del torrente Ellero, salendo verso i borghi alti. Un percorso misto, che alterna salite impegnative a discese generose, tra vigneti ordinati e boschi che si fanno sempre più fitti man mano che ci si avvicina all’Alta Langa.La prima tappa è Mondovì Piazza, la parte storica della città, raggiungibile anche in funicolare ma ben più gratificante da conquistare sui pedali. Qui il tempo sembra sospeso tra palazzi barocchi e vedute mozzafiato sulla pianura. Dopo una breve sosta alla Torre dei Bressani, si riparte lungo la provinciale per Vicoforte, dove la Basilica — la più grande cupola ellittica in muratura del mondo — accoglie i viaggiatori come un faro antico.Il percorso continua verso San Michele Mondovì, snodandosi tra stradine secondarie, dove l’asfalto cede spesso il passo alla ghiaia e il cellulare smette di avere campo. È in quei tratti, immersi nel silenzio delle colline, che la bici rivela la sua vera potenza: non come mezzo di trasporto, ma come strumento di ascolto. Il respiro si fa più lento, i rumori della natura diventano chiari, e ogni curva regala una prospettiva nuova sulla valle.Nel pomeriggio, il sole cala dietro le Alpi Marittime, e la strada riporta lentamente verso Mondovì, chiudendo un anello di circa 60 chilometri. Non servono grandi numeri per definire questo itinerario. Bastano poche ore, una bici e la voglia di perdersi nel verde di una terra che ha scelto di non cedere alla fretta.In un’epoca di spostamenti rapidi e turismo frenetico, pedalare nella zona di Mondovì è un atto di resistenza gentile. Un invito a rallentare, a guardarsi intorno, e a ricordare che a Continua a leggere -
Ponza investe sulla mobilità sostenibile: finanziato un nuovo anello ciclabile
L’isola pontina compie un passo deciso verso un modello di mobilità a basso impatto ambientale. Il Comune di Ponza ha ottenuto un finanziamento di 50 mila euro attraverso il bando nazionale “Bici in Comune”, promosso dal Ministero per lo Sport e i Giovani in sinergia con il Dipartimento per lo Sport, Sport e Salute S.p.A. e ANCI.Si tratta di un risultato significativo, non solo per l’entità del contributo, ma per il fatto che Ponza risulta l’unico ente della provincia di Latina ad essersi aggiudicato i fondi destinati a progetti per la ciclabilità nei piccoli comuni italiani.Il progetto finanziato prevede la realizzazione di un circuito ciclabile ad anello, concepito per collegare le principali aree dell’isola. Il tracciato includerà percorsi esclusivamente riservati alle biciclette in prossimità del porto, mentre nelle zone più esterne e suggestive saranno realizzati tratti promiscui, integrati nel paesaggio e compatibili con la morfologia del territorio.Secondo quanto dichiarato dall’amministrazione comunale, l’infrastruttura avrà una duplice funzione: incentivare forme di mobilità ecologiche e promuovere una fruizione più sostenibile e consapevole del patrimonio paesaggistico isolano.«L’obiettivo è creare un’alternativa concreta all’uso dei veicoli a motore, facilitando gli spostamenti in bicicletta sia per i residenti che per i visitatori», spiegano fonti del Comune. «Questo progetto va nella direzione di una valorizzazione intelligente del territorio, capace di coniugare rispetto per l’ambiente, turismo sostenibile e vivibilità locale».Il percorso ciclabile, una volta completato, rappresenterà un tassello importante all’interno di una strategia più ampia di mobilità dolce, già inserita nei piani di sviluppo territoriale. La realizzazione dell’opera è prevista nei prossimi mesi, con il coinvolgimento di tecnici specializzati e con l’auspicio di un confronto attivo con la cittadinanza.L’iniziativa si inserisce in un quadro nazionale che punta a rilanciare il ruolo delle biciclette come strumento di mobilità quotidiana, anche nei contesti più complessi come quelli insulari, spesso penalizzati da una rete viaria limitata.Con questo progetto, Ponza si propone come esempio virtuoso per altri piccoli comuni che intendano puntare su scelte co Continua a leggere -
Sulla Ciclovia del Sole: Viaggio in Bici tra Storia, Campi e Silenzi
C’è un’Italia che si scopre solo pedalando. Non quella delle cartoline, ma quella fatta di strade secondarie, borghi silenziosi e campi di grano che si muovono al ritmo del vento. È questa l’anima della Ciclovia del Sole, un itinerario che da Verona scende verso Bologna e oltre, seguendo il tracciato dell’ex ferrovia Bologna-Verona, oggi trasformato in una dorsale cicloturistica europea che promette emozioni lente e genuine. Partenza: Verona, città d’arte e d’amore. Ma appena si esce dal centro, la città lascia spazio a campagne aperte, argini e canali. Il paesaggio cambia, si distende. E con lui, anche il respiro. La pista ciclabile è ampia, sicura, ben segnalata. Perfetta anche per chi affronta il viaggio con borse cariche e poca fretta. Il bello della Ciclovia del Sole non è solo la bellezza dei luoghi attraversati, ma la sensazione costante di essere fuori dal tempo. Si passa per piccoli paesi come Osteria Nuova, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, dove ogni bar ha il suo gruppo di pensionati che osserva incuriosito i cicloturisti. Un sorriso, una battuta, a volte un consiglio su dove trovare la fontanella più vicina. Il tratto tra Mirandola e Bologna è tra i più suggestivi: vecchie stazioni riconvertite in punti di sosta, gallerie rivestite da street art, e lunghi rettilinei tra i campi. Qui il silenzio è rotto solo dal fruscio delle ruote sull’asfalto e dal canto degli uccelli. La fatica diventa meditazione. Arrivati a Bologna, il viaggio cambia ritmo. Ma anche qui, la città accoglie il cicloturista con infrastrutture adeguate, percorsi urbani dedicati e l’immancabile offerta gastronomica. Per molti, Bologna è la tappa finale. Per altri, solo una pausa prima di proseguire verso sud, seguendo il sogno della EuroVelo 7, la grande via ciclabile europea che unisce Capo Nord a Malta.La Ciclovia del Sole non è un’impresa sportiva: è una celebrazione del viaggio lento, accessibile a tutti. Bastano una bici, una borraccia e voglia di lasciarsi sorprendere.E proprio lì, tra una pedalata e l’altra, si riscopre un’Italia vera, che sp Continua a leggere -
La terza tappa del Giro d’Italia
Il Giro d’Italia continua a sorprendere con la sua terza tappa, un affascinante anello di 160 km con partenza e arrivo a Valona (Vlorë), affacciata sul mar Adriatico. Una frazione che, nel suo sviluppo attorno al monte Maja Qores, un’imponente vetta di oltre 2000 metri, unisce paesaggi spettacolari a un profilo altimetrico tutt’altro che semplice. La prima parte della tappa si sviluppa lungo la valle del fiume Shushicë, su strade ampie e veloci che favoriranno un’andatura sostenuta e potrebbero vedere tentativi di fuga da parte di corridori in cerca di visibilità. Ma è solo un’illusione di tranquillità: la seconda metà della frazione cambia completamente tono. Numerosi saliscendi spezzano il ritmo e preparano il terreno alle due salite principali della giornata, che metteranno alla prova la resistenza e la capacità di recupero degli atleti. Con un dislivello complessivo di circa 2800 metri, questa tappa è tra le più dure della prima settimana, e rappresenta una vera prova di maturità per chi punta alla classifica generale. L’altimetria, combinata al panorama spettacolare offerto dal contrasto tra mare e montagna, rende la Valona-Valona una delle frazioni più suggestive di questa edizione. È l’ultima occasione sul suolo albanese prima del trasferimento in Italia, e i corridori lo sanno: chi ha ambizioni di alta classifica dovrà iniziare a farsi vedere. Perché al Giro, ogni giornata può cam Continua a leggere - Carica di più