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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 ora, 24 minuti fa

    Vercelli pedala verso il futuro: al via la nuova pista ciclabile su viale Garibaldi VERCELLI – La quiete del centro cittadino si arricchisce di un nuovo battito sostenibile: quello delle ruote sottili delle biciclette. Dopo la conclusione del secondo lotto di rigenerazione urbana su viale Garibaldi – riaperto al passeggio appena due settimane fa – sono ufficialmente partiti i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile che attraverserà l’intero viale, da corso Libertà fino a piazza Roma. Un’opera attesa, già calendarizzata nei mesi scorsi da Palazzo di Città, che ha mantenuto fede al cronoprogramma annunciato. La partenza dei cantieri era infatti subordinata alla conclusione del restyling urbano del viale, e così è stato: senza perdere tempo, ruspe e tecnici sono entrati in azione. Un asse ciclabile nel cuore della città La pista si svilupperà in modo lineare lungo viale Garibaldi, uno dei tratti più iconici e vissuti della città. Cuore pulsante del passeggio vercellese, il viale vedrà ora affiancarsi al flusso pedonale un tracciato interamente dedicato ai ciclisti, pensato per garantire sicurezza, fluidità e – perché no – anche bellezza. Il progetto prevede una pavimentazione a contrasto cromatico, segnaletica orizzontale e verticale ben visibile, e punti di raccordo strategici con il trasporto pubblico. Non meno importante, il collegamento diretto con il circuito ciclabile esistente, soprattutto in zona piazza Roma, snodo chiave per chi si muove tra stazione e centro storico. Mobilità dolce, visione concreta Con questo intervento, Vercelli rafforza la sua identità di città a misura d’uomo. Non si tratta solo di una pista ciclabile, ma di un segnale politico e culturale: la volontà di investire sulla mobilità sostenibile non più come slogan, ma come asse portante di una città che cambia. «Vogliamo una Vercelli più vivibile, meno dipendente dalle auto, più attenta all’ambiente e ai bisogni dei cittadini», hanno ribadito dagli uffici tecnici comunali. «Questa pista non è la fine, ma l’inizio di un disegno più ampio». Una città che si riappropria dei suoi spazi Mentre i lavori avanzano, i residenti osservano con curiosità e speranza. Per molti commercianti della zona, la ciclabile rappresenta una scommessa: meno traffico, ma più passeggio e più vitalità urbana. Per i cittadini, una nuova opportunità per vivere la città su due ruote, in sicurezza e con continuità. A Vercelli, pedalare non sarà più solo una scelta personale: diventerà parte di una strategia Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno fa

    Sulle Due Ruote tra Laghi e Boschi: un viaggio in bicicletta nel cuore della provincia di Varese Tra i boschi silenziosi, le ville storiche e i riflessi azzurri dei laghi prealpini, la provincia di Varese offre un’esperienza cicloturistica che sorprende anche i pedalatori più esperti. Un territorio che si presta perfettamente a chi desidera coniugare sport, natura e cultura, il tutto in sella a una bicicletta. Una terra fatta per la bici Non è un caso che Varese sia stata scelta come sede di numerosi eventi ciclistici, tra cui il Mondiale di ciclismo su strada del 2008. Il suo territorio collinare, mai estremo ma nemmeno banale, regala itinerari per ogni gamba: dalle tranquille ciclabili familiari alle salite che mettono alla prova i più allenati. Un percorso particolarmente affascinante e alla portata di molti è l’anello che collega il Lago di Varese al Lago di Comabbio, con possibilità di estensione fino al Lago Maggiore. Una proposta che fonde paesaggi naturali incontaminati, tappe storiche e gastronomia locale. L’anello del Lago di Varese: un classico intramontabile Punto di partenza ideale è Schiranna, località affacciata sul Lago di Varese, facilmente raggiungibile in auto o treno. Da qui parte la pista ciclabile asfaltata lunga circa 28 km che gira intorno al lago, immersa nel verde e perfettamente segnalata. Il percorso regala scorci spettacolari sulle acque, attraversando canneti, boschi e piccoli centri come Biandronno e Gavirate, dove una sosta al lungolago è quasi d’obbligo. Non mancano le aree attrezzate per una pausa pranzo all’aperto, magari con una fetta di torta paesana o una “brasadèla”, il dolce tradizionale della zona. Verso il Lago di Comabbio: la natura che sorprende Dal lago di Varese, con una breve deviazione verso sud, si raggiunge il Lago di Comabbio. Qui la pista ciclabile diventa ancora più intima, avvolta da boschi rigogliosi e da un silenzio quasi totale, interrotto solo dal canto degli uccelli. Il tracciato misura circa 12 km, è pianeggiante e privo di traffico, perfetto anche per famiglie con bambini. Un ponte ciclopedonale collega i due laghi, offrendo un passaggio panoramico tra acqua e cielo che lascia senza fiato. L’opzione per i più audaci: estensione fino al Lago Maggiore Chi ha gambe più allenate può proseguire verso nord, in direzione di Ispra o Laveno, dove il Lago Maggiore si apre in tutta la sua maestosità. Qui il percorso diventa più variegato: qualche salita in più, strade meno protette ma ricompensate da vedute spettacolari e dalla possibilità di visitare piccoli borghi lacustri ricchi di storia e fascino. Cicloturismo culturale e gastronomico Pedalare in provincia di Varese significa anche fare un viaggio nella cultura. Si passa accanto a ville liberty, come Villa Toeplitz e Villa Panza, e a siti storici come il Chiostro di Voltorre. Per non parlare dell’offerta enogastronomica: agriturismi e trattorie propongono piatti del territorio, dai formaggi delle valli alle specialità di lago come il pesce persico. Il futuro è su due ruote La provincia investe sempre di più sulla mobilità dolce: nuovi tratti ciclabili sono in fase di realizzazione, le stazioni ferroviarie si stanno adeguando con servizi per i ciclisti, e nascono ogni anno nuove strutture bike-friendly. Un segnale chiaro che pedalare, qui, non è solo un passatempo: è uno stile di vita. Chi cerca un percorso ciclabile che unisca bellezza naturale, sicurezza e autenticità, troverà nella provincia di Varese un piccolo paradiso. Non serve andare lontano per vivere un’avve Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 1 ora fa

    Forlì-Cesena: mezzo milione per il collegamento veloce e 150mila euro per la ciclabile del Mare FORLÌ – Arrivano buone notizie per il territorio forlivese sul fronte dei finanziamenti pubblici. L’amministrazione comunale di Forlì potrà contare su un contributo complessivo di 650mila euro destinato a due importanti interventi infrastrutturali, grazie allo stanziamento del Fondo per le misure in favore degli Enti locali previsto per il 2025. Nello specifico, 500mila euro serviranno per completare i lotti 1 e 2 del collegamento veloce tra Forlì e Cesena, un’opera attesa da tempo che punta a migliorare la mobilità tra le due città romagnole, riducendo tempi di percorrenza e decongestionando il traffico lungo le arterie principali. Un ulteriore finanziamento da 150mila euro sarà invece destinato al terzo stralcio della nuova pista ciclabile bidirezionale denominata “del Mare”, infrastruttura green che rafforza l’impegno del territorio verso una mobilità sostenibile. A darne notizia è il deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che ha espresso “soddisfazione per la destinazione di queste risorse a favore di opere infrastrutturali importanti per il nostro territorio”. Secondo il parlamentare romagnolo, si tratta di un passo significativo per lo sviluppo locale, in grado di garantire benefici concreti tanto ai cittadini quanto all’economia della zona. I fondi stanziati rappresentano non solo un sostegno alla ripartenza dei cantieri, ma anche un riconoscimento della strategicità di questi progetti, che si inseriscono in un più ampio disegno di ammodernamento della rete viaria e ciclabile dell’area romagnola. Un segnale positivo, dunque, per chi ogni giorno si muove tra Forlì e Cesena e per chi guarda con interess Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 23 ore fa

    Cristian Nardecchia nella leggenda: 135 miglia in waterbike, tra mare e determinazione Civitavecchia – Una sfida estrema, una traversata epica e un uomo che non smette mai di stupire. Cristian Nardecchia, ciclista di Sezze, ha compiuto oggi un’impresa destinata a entrare nella storia dello sport non convenzionale: ha raggiunto Civitavecchia in sella alla sua waterbike, una bicicletta d’acqua progettata per pedalare sul mare, e ha già centrato l’obiettivo che si era posto. Partito venerdì scorso da Bastia, in Corsica, Nardecchia ha affrontato il mare aperto percorrendo ben 135 miglia nautiche (oltre 250 km) grazie alla sola forza delle gambe e a un’inesauribile volontà. Un’impresa che unisce sport, avventura e resilienza, e che lo consacra tra i pionieri di una nuova frontiera dell’endurance. Ma il viaggio non è ancora finito. Domani, infatti, Cristian punta alla spiaggia dell’Oasi di Kufra a Sabaudia, dove si concluderà ufficialmente la traversata. Un arrivo simbolico quanto carico di significato, che chiude il cerchio di un percorso iniziato con fatica e visione, e che oggi diventa esempio di tenacia e passione. Non è la prima volta che Nardecchia sorprende con le sue imprese, ma questa volta ha davvero superato sé stesso. Con questa traversata, scrive un nuovo capitolo della sua incredibile storia di uomo e atleta, dimostrando che i limiti sono fatti per essere superati. Domani, l’abbraccio del mare e della sua terra sarà il giusto coronamento di una sfida che parla Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 23 ore fa

    Nuove infrastrutture ciclabili nella Città Metropolitana di Venezia: completati importanti interventi sul tracciato Portegrandi – Ca’ Sabbioni Venezia — Si rafforza la rete delle piste ciclabili nel territorio veneziano grazie ai recenti interventi portati a termine dalla Città Metropolitana di Venezia. Nell’ambito del secondo lotto di completamento del percorso ciclabile che collegherà Portegrandi a Ca’ Sabbioni, nelle ultime settimane sono stati conclusi due interventi strategici, destinati a migliorare la mobilità sostenibile e la fruibilità del territorio per ciclisti e pedoni. Uno dei tratti completati è il percorso ciclabile lungo il fiume Dese, che ora si estende fino a via Ponte Alto, nel Comune di Venezia. Si tratta di un collegamento che valorizza il corridoio fluviale come asse verde di mobilità alternativa, con un tracciato immerso nella natura e facilmente accessibile anche per chi si sposta quotidianamente in bicicletta per lavoro o studio. Contestualmente, è stato terminato il collaudo della nuova passerella ciclabile sul fiume Zero, in località Zuccarello nel Comune di Marcon. L’opera, attesa da tempo dai residenti e dagli utenti della rete ciclabile, rappresenta un tassello fondamentale per la continuità del percorso, superando uno dei principali ostacoli naturali del tracciato. L’investimento complessivo per questi interventi ammonta a circa 1.200.000 euro, risorse che confermano l’impegno della Città Metropolitana per lo sviluppo di infrastrutture a basso impatto ambientale e a beneficio della qualità della vita. Le nuove realizzazioni si inseriscono in una più ampia strategia di promozione della mobilità dolce e del turismo lento, che negli ultimi anni ha visto crescere l’interesse verso le ciclovie come strumenti di connessione territoriale e valorizzazione paesaggistica. Con il completamento di questi segmenti, il percorso ciclabile da Portegrandi a Ca’ Sabbioni si avvicina sempre più al suo assetto definitivo, destinato a diventare uno dei corridoi ci Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 1 ora fa

    Trento, scontro tra ciclisti sulla ciclabile vicino al casello A22: grave un uomo di 69 anni Attimi di tensione questa mattina lungo la pista ciclabile nei pressi del casello autostradale di Trento Sud, dove si è verificato un violento scontro tra due ciclisti. L’incidente è avvenuto poco dopo le 8, in un tratto frequentato ogni giorno da numerosi sportivi e pendolari su due ruote. La dinamica esatta del sinistro è ancora al vaglio delle forze dell’ordine, ma secondo le prime informazioni due biciclette si sarebbero scontrate frontalmente o lateralmente in circostanze ancora poco chiare. Nell’impatto sono rimasti coinvolti un adolescente di 14 anni e un uomo di 69 anni. Mentre il ragazzo è stato soccorso sul posto dal personale sanitario e non avrebbe riportato ferite preoccupanti, le condizioni dell’uomo sono apparse subito più gravi. Il 69enne è stato stabilizzato sul luogo dell’incidente e trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove è attualmente ricoverato in prognosi riservata. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia Locale per effettuare i rilievi e raccogliere testimonianze utili a chiarire le cause dello scontro. Non si esclude che possano aver inciso la velocità, una distrazione o le condizioni del fondo stradale. L’episodio rilancia il tema della sicurezza sulle piste ciclabili, in particolare nei tratti urbani e periurbani dove la presenza di utenti molto diversi per età ed esperienza può aumentare il rischio di incidenti. Con l’aumento costante del traffico ciclabile, soprattutto nei mesi estivi, le istituzioni locali sono chiamate a riflettere su eventuali misure preventive, dalla segnaletica alla gestione dei flussi. Intanto, in città cresce l’apprensione per le condizioni del 69enne, mentre Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 1 ora fa

    Al via la riqualificazione di via Bersaglio e il nuovo tratto della ciclabile FVG4: cambia la viabilità nel cuore di Udine Prenderanno il via quest’oggi i lavori di riqualificazione di via Bersaglio, la piccola ma strategica arteria cittadina che unisce largo del Teatro con via Pracchiuso. L’intervento rappresenta un tassello importante nel piano di valorizzazione urbana della città, con l’obiettivo di rendere più funzionale, sicura e accogliente un’area di passaggio spesso trascurata ma ad alta frequentazione pedonale. Contestualmente, si apre un nuovo capitolo per la mobilità ciclabile udinese. Lungo via Caneva – proprio di fronte al teatro – sarà infatti tracciato un nuovo segmento della pista ciclabile FVG4. Questo itinerario regionale collega Cividale del Friuli con il Friuli Occidentale, passando attraverso paesaggi storici e naturali di grande valore. Il nuovo tratto si innesterà sulla ciclabile già esistente lungo via Treppo, rafforzando il collegamento verso il centro storico e ampliando la rete urbana dedicata alla mobilità sostenibile. L’intervento su via Bersaglio comprenderà il rifacimento del manto stradale, una riorganizzazione degli spazi pedonali e interventi di arredo urbano. L’obiettivo è rendere il collegamento tra le due vie più ordinato, sicuro e in linea con il contesto storico-architettonico circostante. La realizzazione del tratto ciclabile lungo via Caneva rappresenta invece una risposta concreta alla crescente domanda di percorsi sicuri per chi si muove in bicicletta, sia per motivi di svago che per esigenze quotidiane. Il potenziamento della FVG4 in ambito urbano permetterà di creare una continuità più efficace tra i percorsi extraurbani e il cuore della città. Nei prossimi giorni sono previste modifiche temporanee alla viabilità e possibili disagi per residenti e automobilisti, ma l’amministrazione comunale assicura tempi contenuti per i lavori e promette benefici duraturi per tutta la cittadinanza. Il progetto si inserisce in un più ampio disegno di rigenerazione urbana che punta su mobilità dolce, qualità degli spazi pubblici e valorizzazione dei percorsi pedonali e ciclabili. Un cambiamento che, pur partendo da tratti brevi di strada, racconta una visione più ampia della città Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 23 ore fa

    Pedalando tra le meraviglie elvetiche: un viaggio cicloturistico nel cuore della Svizzera La Svizzera è un mosaico perfetto di natura incontaminata, villaggi pittoreschi e infrastrutture impeccabili. Tra i modi più autentici e sostenibili per scoprire il Paese, il cicloturismo si sta affermando come una delle esperienze più emozionanti per viaggiatori di ogni età. Un itinerario particolarmente suggestivo è il percorso che da Lucerna attraversa l’Oberland bernese fino al Lago Lemano: 300 chilometri di pura meraviglia tra montagne, laghi cristallini e pascoli senza tempo. Da Lucerna ai piedi delle Alpi Il viaggio parte da Lucerna, città dal fascino fiabesco adagiata sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni. Dopo aver attraversato il celebre Kapellbrücke e respirato l’aria medievale della città vecchia, si inizia a pedalare verso sud, seguendo le ciclabili perfettamente segnalate che costeggiano il lago. La vista sul Pilatus e sul Rigi accompagna ogni colpo di pedale, mentre piccoli villaggi come Weggis e Vitznau invitano a soste rigeneranti. Verso l’Oberland bernese: natura e silenzio La seconda tappa conduce verso Interlaken, incastonata tra il Lago di Thun e il Lago di Brienz. È qui che la natura comincia a mostrare il suo lato più spettacolare: cascate impetuose, vallate silenziose e cime innevate si alternano lungo il percorso. Una deviazione a Lauterbrunnen, con le sue 72 cascate, è quasi obbligatoria. I più allenati possono proseguire fino a Grindelwald, dove le pareti dell’Eiger regalano emozioni da alta montagna anche dal sellino della bici. Dal passo allo Champagne: il fascino della Svizzera francese Attraversando il passo del Col des Mosses, non troppo impegnativo ma scenografico, si scende verso Montreux. Qui, il paesaggio cambia: i vigneti terrazzati del Lavaux (Patrimonio UNESCO) annunciano l’ingresso nella Svizzera francese. I profumi dell’uva, i colori del lago e l’aria dolce del Lemano trasformano la pedalata in un’esperienza sensoriale. Una visita a Vevey o a Losanna arricchisce l’itinerario con arte, gastronomia e cultura. Un viaggio su misura per tutti La bellezza del cicloturismo svizzero è che ogni tratto può essere adattato: grazie all’ottima rete ferroviaria, è facile combinare treni e bici per ridurre le distanze o saltare i tratti più impegnativi. I numerosi bike hotel e le stazioni di ricarica per e-bike lungo il percorso rendono il viaggio comodo anche per famiglie o ciclisti meno esperti. Una Svizzera che si pedala In un mondo che cerca equilibrio tra scoperta e sostenibilità, la Svizzera offre un modello esemplare. Pedalare tra le sue valli e i suoi laghi significa non solo viaggiare, ma immergersi lentamente in un paesaggio che sa ancora parlare con la voce del silenzio, del vento tra i boschi e dell’acqua che scorre. Un modo diverso di conoscere un Paese che, dal Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    Mobilità dolce: in arrivo una nuova pista ciclopedonale tra Ciserano e Pontirolo Un’infrastruttura attesa da tempo sta per prendere forma nella Bassa Bergamasca. Si tratta della nuova pista ciclopedonale che collegherà l’area dell’Adda alla rotatoria del cosiddetto “Missile”, lungo la Strada provinciale Francesca, all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Geradadda. Un intervento strategico, pensato per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti in un tratto ad oggi privo di percorsi protetti. La scorsa settimana, le amministrazioni comunali di Ciserano (capofila) e Pontirolo hanno approvato in Giunta un accordo di intenti che sancisce la volontà congiunta di procedere con la realizzazione dell’opera. Il tracciato, lungo 1.362 metri, è concepito per rispondere alle esigenze di mobilità sostenibile e per valorizzare il patrimonio ambientale del territorio attraversato. Il costo complessivo stimato dell’intervento ammonta a circa 800mila euro. Di questi, 500mila arriveranno da un finanziamento di Regione Lombardia, mentre la Provincia di Bergamo contribuirà con 95mila euro. La quota restante sarà coperta direttamente dai Comuni coinvolti. Il progetto esecutivo è pronto, ma per procedere con l’avvio dell’iter tecnico-amministrativo manca ancora il via libera definitivo da parte della Provincia. Un passaggio formale, ma cruciale, per dare il via ai lavori. L’obiettivo è ambizioso: creare un collegamento sicuro e integrato all’interno di una rete ciclabile più ampia, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di riduzione dell’impatto ambientale della mobilità locale. L’infrastruttura sarà fruibile da cittadini, pendolari, studenti e appassionati di cicloturismo, offrendo un’alternativa concreta all’uso dell’auto privata e migliorando la qualità della vita nei centri urbani coinvolti. L’iniziativa rappresenta inoltre un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale, capace di attrarre risorse sovracomunali per progetti a beneficio della collettività. Una visione condivisa che guarda oltre i confini amministrativi per cost Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    Tolmezzo–Amaro–Alpe Adria: via libera definitivo alla nuova pista ciclabile, in arrivo 4,4 milioni di euro TOLMEZZO – La Regione Friuli Venezia Giulia conferma il proprio impegno nella promozione della mobilità sostenibile e nella valorizzazione del territorio: con l’assegnazione di ulteriori 2,9 milioni di euro al progetto della pista ciclabile Tolmezzo–Amaro–Alpe Adria, salgono a 4,4 milioni i fondi complessivamente disponibili per l’intervento. La decisione, illustrata oggi dall’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, rappresenta un passaggio fondamentale per l’avvio dei lavori sul secondo lotto del tracciato, che si svilupperà lungo l’ex sedime ferroviario dismesso. Presenti alla conferenza anche il presidente e la vicepresidente del Carnia Industrial Park, Gabriele Bano e Laura Zanella, i sindaci di Tolmezzo (Francesco Vicentini), Amaro (Alberto Mainardis) e Villa Santina (Mauro Giatti), il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini e il consigliere regionale Manuele Ferrari. Un’infrastruttura strategica per il territorio Il progetto si articola in due fasi: il primo lotto, per il quale sono già stati allocati 1,5 milioni di euro, riguarda un tratto di 2,5 chilometri tra la rotonda di via Illegio a Tolmezzo e il Rio Confin, nei pressi dell’ex polveriera di Pissebus. I lavori sono già programmati e il completamento è previsto per gennaio 2026. Il secondo lotto, finanziato con i nuovi fondi, prevede un’estensione di 6,5 chilometri fino all’imbocco del ponte ferroviario sul Fella, nel comune di Amaro. La conclusione dell’intero percorso ciclabile è attesa per la primavera del 2027. L’infrastruttura non si limiterà alla realizzazione del tracciato ciclopedonale, ma comprenderà anche interventi significativi di riqualificazione e messa in sicurezza di 38 manufatti esistenti, tra cui sottopassi, ponti e gallerie, nel rispetto delle caratteristiche storiche e architettoniche originali. Valorizzazione storica e turistica Oltre all’aspetto funzionale, il progetto mira anche a una valorizzazione culturale del territorio: lungo il percorso saranno installati totem informativi che ripercorreranno la storia della tratta ferroviaria dismessa e metteranno in evidenza gli elementi naturali, paesaggistici e culturali della zona. Questa iniziativa si inserisce nella strategia regionale di promozione del turismo lento e di recupero delle infrastrutture dismesse a fini sostenibili. La ciclovia Tolmezzo–Amaro sarà inoltre un importante raccordo verso la Ciclovia Alpe Adria, uno dei principali itinerari ciclabili transfrontalieri, consolidando il ruolo della Carnia come nodo strategico per il cicloturismo dell’arco alpino. Una visione integrata di sviluppo “Questo intervento rappresenta un modello virtuoso di riuso del patrimonio infrastrutturale esistente e un investimento concreto nella mobilità alternativa”, ha dichiarato l’assessore Zilli. “È un’opera che unisce finalità ambientali, storiche ed economiche, e che risponde all’esigenza di una fruizione moderna e sostenibile del territorio”. Con l’attuazione di questo progetto, la Carnia compie un passo deciso verso una nuova dimensione di accessibilità, attrattività e sviluppo locale, integrando pas Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    Pedalando sulle vette: avventura cicloturistica nelle Alpi Piemontesi Non c’è suono più autentico, quando si affronta la montagna in bicicletta, del respiro che si fa corto e del ticchettio regolare della catena sotto sforzo. E nelle Alpi Piemontesi, questi suoni si fondono con il silenzio maestoso delle valli, l’eco dei torrenti e il profumo dei boschi di larici e abeti. È qui che ho deciso di vivere la mia ultima avventura cicloturistica: cinque giorni, due borse da bikepacking e tanta voglia di salire in alto. Tappa 1: Da Cuneo al Colle della Maddalena – Il battesimo della salita Si parte da Cuneo, città elegante e vivace, alle prime luci dell’alba. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere il Colle della Maddalena, uno dei valichi alpini più iconici al confine con la Francia. La strada si arrampica decisa lungo la Valle Stura, punteggiata da piccoli borghi come Demonte e Vinadio. Le gambe protestano già, ma lo spirito è alto: la fatica qui ha un sapore diverso, quello dell’impresa. Tappa 2: Colle Fauniera – Nella terra dei giganti del ciclismo Il secondo giorno è una sfida epica: il Colle Fauniera. Noto anche come Colle dei Morti, è una salita mitica per ogni appassionato. Si sale oltre i 2.400 metri, immersi in un paesaggio lunare. Qui, una statua di Marco Pantani veglia sul passo, testimone di imprese eroiche. Pedalare su queste strade è un atto di rispetto verso chi ha scritto pagine di storia del ciclismo. Tappa 3: Discesa nella Val Maira – Dove il tempo si è fermato Dopo le grandi fatiche, la ricompensa arriva sotto forma di discesa. La Val Maira è un angolo remoto e selvaggio, dove il turismo di massa non è ancora arrivato. Le strade strette si snodano tra boschi e borghi in pietra come Elva e Stroppo. Una sosta in agriturismo diventa occasione per assaporare la cucina locale: polenta, tome d’alpeggio e un bicchiere di nebbiolo. Tappa 4: Da Sampeyre al Colle dell’Agnello – Il soffio del vento in alta quota Il Colle dell’Agnello è una di quelle salite che mettono alla prova corpo e mente. I suoi tornanti sembrano non finire mai, ma ogni curva regala scorci da cartolina. Salendo, il paesaggio cambia: dai prati fioriti si passa alla roccia nuda. In cima, a 2.744 metri, il confine con la Francia e una vista che toglie il fiato. È qui che il ciclista diventa alpinista. Tappa 5: Ritorno dolce attraverso la Valle Varaita L’ultimo giorno è discesa e contemplazione. La Valle Varaita accoglie con il suo ritmo lento, i suoi mercatini di paese e le fontane d’acqua fresca. La strada porta verso Saluzzo, perla medievale e punto d’arrivo simbolico. Si chiude il cerchio con la sensazione di aver attraversato non solo territori, ma epoche, culture e, soprattutto, se stessi. Le Alpi Piemontesi non sono solo montagne: sono un teatro naturale dove il cicloturismo trova la sua espressione più autentica. Ogni valle è diversa, ogni salita racconta una storia. E ogni pedalata diventa un modo per rallentare, osservare, scoprire. Un viaggio in bici qui non è una semplice vacanza: è un ritorno all’essenziale.Per chi cerca un’avventura vera, Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Pedalando nella storia: in bici tra i borghi segreti di San Pellegrino San Pellegrino, noto ai più per le sue celebri acque minerali e lo storico stabilimento termale in stile liberty, custodisce un’anima ancora più autentica: quella dei suoi borghi. Piccoli nuclei incastonati tra le pieghe delle Prealpi Orobie, dove il tempo sembra rallentare e il silenzio ha il suono dei passi sulle mulattiere e del respiro tra i tornanti. È qui che il cicloturismo incontra la narrazione del paesaggio. Un viaggio in bicicletta che non è solo sport, ma immersione culturale e sensoriale. L’itinerario: curve dolci, strappi decisi e scorci senza tempo Partendo dal cuore di San Pellegrino Terme, il percorso si snoda verso le frazioni collinari, su strade secondarie e sentieri ciclabili che si inerpicano tra castagneti, antichi ponti e case in pietra. Dopo un primo tratto in falsopiano lungo il Brembo, il tragitto inizia a salire verso il borgo di Santa Croce: una terrazza naturale affacciata sulla valle, dove la pietra grigia delle case si fonde con il verde circostante. Da qui si prosegue verso Santa Giovanni Bianco, e poi su fino a Cornalita e Frasnadello. Ogni frazione custodisce la sua storia: lavatoi, chiesette romaniche, vecchi forni e testimonianze di una civiltà contadina ancora viva nella memoria dei residenti. La fatica si dimentica presto, compensata dalla bellezza dei luoghi e dalla gentilezza di chi si incontra lungo la strada, pronto a offrire un sorriso o una borraccia d’acqua fresca. Natura e identità: il valore lento della scoperta Pedalare tra questi borghi significa anche attraversare una biodiversità ricchissima. I profumi cambiano con la stagione: ginestre in fiore a primavera, castagne a ottobre, nebbie leggere che d’estate si diradano al sorgere del sole. Gli amanti della bici trovano qui una dimensione ideale per il “pedalare lento”: niente traffico, tanta autenticità e dislivelli mai eccessivi, adatti sia a gravel bike che a e-bike. Lontano dai riflettori del turismo di massa, questi borghi sono il volto meno conosciuto ma più sincero della Val Brembana. Un invito a rallentare, a fermarsi per una foto, per un pezzo di formaggio locale, per ascoltare un anziano raccontare la sua infanzia sotto un portico di pietra. Una proposta per ogni stagione La bellezza di questo itinerario è che si adatta a ogni periodo dell’anno. In primavera la natura esplode di colori, in estate si pedala all’ombra dei boschi, in autunno il paesaggio si tinge d’oro e di rosso. Anche l’inverno ha il suo fascino, con itinerari brevi ma suggestivi, tra neve leggera e silenzi ovattati. E ogni stagione porta con sé sagre, prodotti tipici e occasioni per vivere la montagna in modo autentico. Conclusione: un viaggio da raccontare (e rifare) Chi cerca nel cicloturismo più di una prestazione sportiva trova nei borghi di San Pellegrino una meta perfetta. Un luogo dove la bici è il mezzo, ma il fine è il contatto profondo con la storia, con la natura, con la gente. Ogni salita qui è una lezione di bellezza, ogni discesa un premio. Pedalare in questi luoghi è come sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, ma con l’anima a colori. E quando si torna Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Furto da 11.500 euro a Buglio in Monte: sparite due bici dal tetto dell’auto, si indaga sul possibile pedinamento BUGLIO IN MONTE (SO) – Un furto mirato, rapido e silenzioso, che ha lasciato l’amaro in bocca a un frontaliere residente ad Ardenno. Due biciclette di notevole valore, circa 11.500 euro in totale, sono state rubate dal tetto della sua auto parcheggiata in località Ere, nella serata di qualche giorno fa. Un colpo studiato nei dettagli, secondo la vittima, che sospetta di essere stato seguito dopo aver viaggiato lungo la Statale 38 con i mezzi in bella vista. Il furto è avvenuto tra le 21 e le 24, mentre il proprietario si era recato a casa della fidanzata, lasciando l’auto regolarmente parcheggiata. Al suo ritorno, attorno alla mezzanotte, l’amara scoperta: i supporti del portabici erano stati tranciati di netto, e le due biciclette – entrambe di fascia alta – erano sparite nel nulla. Pochi gli indizi a disposizione, ma le modalità dell’accaduto fanno pensare a un’azione ben organizzata. “Credo di essere stato seguito – ha raccontato il proprietario ai carabinieri della stazione di Ardenno –. Probabilmente qualcuno mi ha notato mentre guidavo lungo la 38, e ha deciso di colpire appena mi sono fermato”. Un’ipotesi che apre scenari inquietanti: quella di bande specializzate in furti su commissione, capaci di agire in pochi minuti e di rivendere velocemente la refurtiva attraverso i canali online. Infatti, non si esclude che i due velocipedi possano già essere finiti su qualche sito di compravendita, mescolati tra gli annunci di seconda mano. Il valore elevato dei mezzi – forse mountain bike o bici da corsa di ultima generazione – li rende particolarmente appetibili sul mercato, anche all’estero. Nel frattempo, la denuncia è stata formalizzata e i militari hanno avviato le indagini. Il proprietario lancia un appello: “Se qualcuno dovesse imbattersi in annunci sospetti, riconoscendo le bici tramite le foto, lo segnali alle forze dell’ordine. Ogni dettaglio potrebbe essere decisivo”. L’episodio riaccende l’attenzione sul fenomeno crescente dei furti di biciclette, che colpiscono non solo nei centri urbani, ma anche in zone montane e turistiche, dove spesso si sottovaluta il rischio. La raccomandazione, in attesa di sviluppi, è quella di non lasciare mai incustoditi i mezzi di valore, nemmeno per brevi periodi, e di dotarsi di sistemi antifurto adeguati, compresi localizzatori GPS nascosti nei telai.Per ora, delle due bici nessuna traccia. Ma la speranza è che, anche grazie alla collaborazione della rete, il Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Torino accelera sulla mobilità dolce: una nuova ciclabile collegherà Lingotto, Economia e San Paolo Un filo verde che cuce la città: la nuova pista ciclabile lungo via Giordano Bruno è pronta a ridisegnare la mobilità torinese, collegando stazione Lingotto, Facoltà di Economia e stazione San Paolo. Un’opera che non è solo asfalto e segnaletica, ma un tassello urbano che punta a cambiare mentalità e abitudini. Torino pedala veloce verso un futuro più sostenibile, e lo fa tracciando nuove rotte nel tessuto cittadino. Proprio in questi giorni, tra via Zino Zini e la stazione Lingotto, il marciapiede è stato allargato per fare spazio alle biciclette. È il primo segnale concreto dell’arrivo di una ciclabile che promette di unire quartieri, alleggerire il traffico e offrire un’alternativa concreta all’automobile. Il cuore del progetto pulsa lungo via Giordano Bruno, dove prenderà forma il primo tratto del nuovo asse ciclabile. Da via Filadelfia a corso Giambone, nascerà una pista bidirezionale sul lato est della carreggiata. Niente spartitraffico o corsie improvvisate: qui si parla di un’infrastruttura pensata con criterio, affiancata al marciapiede e separata dalla sosta auto da un margine di sicurezza di 70 centimetri. I parcheggi saranno spostati più verso il centro della strada, ridisegnando lo spazio urbano a favore di chi pedala. L’intervento non è isolato, ma parte di una strategia più ampia: creare una rete ciclabile continua, sicura e funzionale, capace di connettere i principali snodi cittadini. Lingotto, con la sua stazione e il polo fieristico, la Facoltà di Economia con il suo flusso quotidiano di studenti, e San Paolo, cuore di un quartiere in trasformazione: tre punti chiave che presto saranno uniti da un percorso accessibile, ecologico e, soprattutto, pensato per restare. “La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, è un modo di vivere la città”, fanno sapere dal Comune. E in questa visione, ogni nuova ciclabile non è solo una striscia d’asfalto, ma un investimento sulla qualità della vita. Tra meno smog, più sicurezza e una nuova attenzione agli spazi pubblici, Torino prova a diventare un laboratorio urbano a cielo aperto, dove la mobilità sostenibile non è più un’utopia, ma una strada concreta. E se il futuro si misura in ch Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Il Molise pedala verso il futuro: il cicloturismo come leva per riscoprire un territorio autentico Un territorio ancora lontano dalle rotte del turismo di massa, ma proprio per questo capace di offrire esperienze autentiche e sostenibili. Il Molise, con il suo paesaggio variegato e la sua rete viaria a misura di bici, sta lentamente guadagnando attenzione tra gli appassionati di cicloturismo, che lo scelgono per la tranquillità delle sue strade, la bellezza dei suoi borghi e la genuinità della sua accoglienza. Colline morbide, altipiani selvaggi, piccoli centri storici arroccati e vallate ricamate da tratturi millenari: sono questi gli ingredienti che fanno del Molise una meta ideale per il turismo lento. Un territorio in cui è ancora possibile percorrere decine di chilometri senza incontrare traffico, godendo di panorami incontaminati e di un silenzio che altrove è ormai un lusso raro. Negli ultimi anni, il cicloturismo ha iniziato a emergere come una concreta opportunità di sviluppo locale. Pur in assenza di grandi infrastrutture dedicate, il tessuto territoriale del Molise – fatto di strade provinciali poco trafficate, antichi percorsi rurali e tracciati storici – si presta perfettamente alla pratica del ciclismo su strada, del gravel e della mountain bike. Alcuni comuni, come Castel San Vincenzo, Frosolone e Roccamandolfi, hanno avviato iniziative per valorizzare la mobilità dolce, con la creazione di percorsi segnalati, servizi per cicloturisti e promozione di eventi dedicati. Le ciclovie dei tratturi, antiche vie della transumanza che attraversano la regione,rappresentano una delle risorse più interessanti da valorizzare. Tratturi come il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela o il Tratturo Magno offrono tracciati ricchi di storia e immersi nella natura, ideali per chi cerca itinerari suggestivi e culturalmente significativi. Accanto all’interesse dei turisti, cresce anche l’attenzione da parte degli operatori locali. Alcune strutture ricettive si stanno attrezzando per offrire servizi bike-friendly, come il noleggio bici, le officine mobili e l’accoglienza specializzata. Iniziative che contribuiscono a costruire un’offerta turistica integrata, capace di attrarre un pubblico internazionale sempre più attento alla sostenibilità ambientale e alla qualità dell’esperienza di viaggio. “Il Molise ha un grande potenziale inespresso nel settore del cicloturismo”, spiega Paola Rinaldi, esperta di sviluppo territoriale e promotrice di progetti legati al turismo lento. “Quello che serve è una visione strategica condivisa, capace di unire istituzioni, operatori turistici e comunità locali intorno a un progetto coerente di valorizzazione”. In un momento storico in cui la domanda turistica si orienta sempre più verso esperienze autentiche, sostenibili e personalizzate, il Molise può giocare un ruolo di primo piano. Puntare sul cicloturismo non significa solo promuovere un nuovo modo di viaggiare, ma anche investire nella tutela del territorio, nel rilancio delle aree interne e nella creazione di nuove opportunità economiche. Una sfida che la regione può affrontare con una risorsa unica: il suo carattere. Quello di un territorio ancora integro, che si svela solo a chi ha il tempo e la vo Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    Monferrato in bicicletta: tra vigne, colline e borghi sospesi nel tempo CASALE MONFERRATO – Pedalare nel Monferrato è un’esperienza che va oltre la semplice escursione. È un viaggio lento tra paesaggi disegnati da secoli di lavoro agricolo, dove la bicicletta diventa mezzo privilegiato per cogliere l’anima più autentica di una terra Patrimonio dell’Umanità. In sella, ci si immerge in un mosaico di colline morbide, filari ordinati, cascine isolate e piccoli borghi che sembrano scolpiti nel tempo. Il Monferrato – cuore geografico e sentimentale del Piemonte – si presta a essere scoperto su due ruote grazie a una rete sempre più articolata di percorsi cicloturistici, in gran parte su strade secondarie a basso traffico. Qui, tra le province di Asti e Alessandria, la bici è alleata ideale per vivere una regione che parla con il ritmo delle stagioni. Tra Barbera e infernot, la bellezza che non ti aspetti Uno degli itinerari più suggestivi parte da Casale Monferrato, elegante cittadina sulle rive del Po, e si dirige verso sud, entrando subito nel cuore del paesaggio collinare. Dopo pochi chilometri, la pianura cede il passo a dolci saliscendi tra vigne e noccioleti, con scorci che paiono usciti da una cartolina d’epoca. Il percorso attraversa paesi come Rosignano Monferrato, Cella Monte e Ozzano, dove è possibile visitare gli infernot, antiche cantine scavate nella pietra da cantoni, testimonianze uniche dell’architettura rurale locale. Sono vere e proprie cattedrali sotterranee della civiltà contadina, spesso ancora in uso per conservare bottiglie di Barbera, Grignolino e Freisa, i vini simbolo del territorio. Una palestra a cielo aperto, per tutti i livelli Nonostante i dislivelli, i percorsi nel Monferrato si adattano a ogni tipo di ciclista. Dai più allenati, che cercano sfide sui crinali più impervi, agli amatori o alle famiglie con bici a pedalata assistita, tutti possono trovare il proprio ritmo. Le strade sono asfaltate, ben tenute e immerse nella quiete: si pedala tra vigneti ordinati come giardini e piccoli boschi, interrotti solo dal rintocco di un campanile o dal profumo del pane appena sfornato. Chi cerca esperienze più lunghe può proseguire verso Acqui Terme o collegarsi alle tratte del Grande Anello Monferrato, un circuito ad anello che unisce decine di borghi e offre soste strategiche per degustazioni, visite culturali e piccole pause gourmet. Turismo dolce, sapori forti Pedalare nel Monferrato significa anche fermarsi. Assaggiare un agnolotto fatto a mano in una trattoria di paese, degustare un bicchiere di vino al tramonto su una terrazza naturale, ascoltare le storie di chi ha scelto di restare o tornare, spesso aprendo agriturismi, botteghe o laboratori artigiani. Il cicloturismo qui non è solo uno svago, ma un’opportunità concreta per riscoprire un territorio in equilibrio tra tradizione e innovazione. Il futuro passa dalle due ruote Negli ultimi anni, il Monferrato ha investito in segnaletica, mappature digitali e strutture bike-friendly. Sono sempre più numerosi gli agriturismi attrezzati per il cicloturismo, con ricoveri per bici, officine di fortuna, colazioni energetiche e mappe personalizzate. Un’attenzione che rende la zona sempre più competitiva a livello nazionale, con una formula vincente: paesaggi autentici, accoglienza calorosa e una mobilità dolce che fa bene al corpo e all’ambiente. In sella nel Monferrato, ogni curva è una scoperta, ogni salita una promessa, ogni discesa un invito a tornare. Perché qui, dove le colline sembrano onde pietrificate, la Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    Liguria: la Cycling Riviera trionfa al Green Road Award 2025, omaggio sostenibile alla Milano-Sanremo La Liguria pedala sul podio dell’eccellenza cicloturistica italiana. La Cycling Riviera, spettacolare ciclovia costiera che si snoda da Ospedaletti a Imperia, si è aggiudicata il Green Road Award 2025, l’Oscar italiano del cicloturismo. Un riconoscimento che celebra non solo la qualità infrastrutturale del tracciato, ma anche la sua capacità di fondere mobilità dolce, valorizzazione del territorio e memoria sportiva. Giunto alla sua decima edizione, il Green Road Award seleziona ogni anno le ciclovie più virtuose d’Italia, premiando quei progetti che coniugano accessibilità, sicurezza, promozione turistica e sostenibilità ambientale. E quest’anno, a sbaragliare la concorrenza, è stata proprio la Liguria con un’infrastruttura che ha saputo rigenerare un pezzo di storia ferroviaria e trasformarlo in uno dei percorsi ciclabili più suggestivi d’Europa. Un nastro d’asfalto tra mare e memoria Lunga 33 chilometri, la Cycling Riviera percorre il tracciato dismesso della ferrovia costiera Genova-Ventimiglia, oggi riconvertita in una pista ciclabile moderna, completamente pianeggiante e adatta a ogni tipo di utenza: cicloturisti, famiglie, sportivi. La larghezza generosa e il fondo compatto la rendono ideale anche per allenamenti su strada, in un contesto paesaggistico mozzafiato dove il blu del Mar Ligure si alterna al verde della macchia mediterranea. Ma la forza simbolica del percorso va oltre l’aspetto paesaggistico. La ciclovia, infatti, ripercorre i luoghi iconici della Milano-Sanremo, la più celebre classica di primavera del ciclismo professionistico. Tappe come San Lorenzo al Mare, Arma di Taggia, Riva Ligure o Sanremo evocano imprese leggendarie e rendono il tragitto un omaggio vivente alla storia delle due ruote. Da archeologia industriale a volano turistico Il successo della Cycling Riviera è anche un caso esemplare di rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio dismesso. Là dove un tempo sfrecciavano i treni, oggi si pedala in sicurezza, tra gallerie riconvertite, punti panoramici e aree attrezzate. Il percorso, interamente segregato dal traffico automobilistico, è accessibile anche a piedi o con mezzi a mobilità dolce, in un’ottica di turismo lento e consapevole. I numeri confermano l’intuizione vincente: la ciclovia attrae ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, generando un indotto importante per le economie locali, dalla ristorazione all’accoglienza. Un turismo di prossimità, sostenibile e distribuito lungo l’anno, che contribuisce a destagionalizzare i flussi e a rivitalizzare borghi e litorali spesso dimenticati. Una vittoria per la Liguria e per il cicloturismo italiano La premiazione è avvenuta nell’ambito della fiera BiciTour 2025, alla presenza di rappresentanti istituzionali e operatori del settore. A ritirare il premio, con visibile emozione, una delegazione dei Comuni coinvolti e della Regione Liguria, che ha sostenuto fortemente il progetto. “Questo riconoscimento premia un’idea di Liguria diversa: accessibile, verde, dinamica – ha dichiarato l’assessore regionale al turismo –. La Cycling Riviera è un simbolo di come si possa fare sviluppo partendo dalla mobilità dolce e dal rispetto del paesaggio”. In un Paese che riscopre sempre più la bicicletta come strumento di viaggio e di scoperta, la vittoria della ciclovia ligure rappresenta una spinta ulteriore verso un modello Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    Pedalando nella Garfagnana: il cuore verde della Toscana a due ruote Nel cuore montano della Toscana, incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, si apre la Garfagnana: una terra antica, selvaggia, verde come l’anima di chi la attraversa. Un luogo dove il tempo sembra rallentare, e dove ogni tornante svela un panorama nuovo, un borgo intatto, un silenzio dimenticato. Per gli amanti della bicicletta, la Garfagnana è un itinerario che unisce la fatica alla bellezza, l’avventura alla contemplazione. Un viaggio a pedali che diventa scoperta autentica, fuori dalle rotte turistiche tradizionali. Una terra da guadagnarsi Dimenticate le piste ciclabili in pianura. Qui la bicicletta si conquista il territorio metro dopo metro, salendo e scendendo lungo strade secondarie, sterrate, a tratti impervie. Il paesaggio è scolpito nella pietra e nella foresta: boschi di castagni, faggi secolari, borghi in pietra arroccati, pievi romaniche che emergono tra il verde. Il punto di partenza ideale è Castelnuovo di Garfagnana, il capoluogo della valle, facilmente raggiungibile anche in treno con bici al seguito. Da qui si può progettare un anello ciclistico che tocchi alcuni dei luoghi più iconici e nascosti della zona. Ma attenzione: ogni chilometro va pianificato. Le pendenze possono essere toste, e il meteo in montagna cambia in fretta. Sulle tracce del Serchio e oltre Seguendo il corso del fiume Serchio si scende inizialmente dolcemente verso Gallicano, da cui si può deviare per raggiungere la Grotta del Vento, uno dei fenomeni carsici più affascinanti d’Europa. La salita è impegnativa ma asfaltata, e la discesa regala adrenalina pura. Si pedala tra profumi di bosco e brezze montane, con squarci improvvisi sulle Apuane, come colpi di scena naturali. Al ritorno verso Castelnuovo, si può deviare verso il piccolo borgo di Verni, e poi puntare a Cascio o Eglio, attraverso strade che sembrano dimenticate dal mondo. Le case in pietra, le fontane fresche, le anziane sedute sull’uscio sono parte di un tempo sospeso, che in bicicletta si assapora in tutta la sua lentezza. Borghi che raccontano storie Continuando verso nord si incontra Pieve Fosciana, con la sua storica chiesa romanica, e poi San Romano in Garfagnana, punto strategico per deviare verso la Fortezza delle Verrucole. Raggiungibile con una salita ripida ma breve, la fortezza medievale è uno dei luoghi più scenografici dell’intero viaggio: da lassù, lo sguardo abbraccia tutta la valle, e si ha la netta sensazione di essere in un angolo d’Italia rimasto miracolosamente autentico. Un altro gioiello è il paese di Vagli Sotto, vicino all’omonimo lago artificiale che, in estate, offre riflessi smeraldini e un’atmosfera da alta quota. Qui si può decidere se affrontare il Passo della Tambura per i più esperti, oppure tornare verso valle lungo le strade che conducono a Camporgiano, dove un castello medievale testimonia il passato difensivo di queste terre. Dove il silenzio è padrone La Garfagnana è soprattutto un’esperienza sensoriale. I suoni sono pochi: il fruscio delle foglie, lo scalpitare di una bici su ghiaia, il canto di un ruscello. L’aria sa di muschio, di erba bagnata, di castagne. Pedalare qui significa rallentare, accettare la salita come parte della ricompensa, e godere delle piccole grandi cose: una fontana d’acqua fresca, un pranzo con pane e pecorino in un’osteria nascosta, un tramonto che incendia le creste delle Apuane. Consigli pratici Periodo consigliato: da aprile a ottobre. In estate fa caldo, ma le altitudini rendono il clima gradevole. Tipo di bici: una gravel o una mountain bike sono ideali, meglio se con borse leggere e freni affidabili. Alloggi: agriturismi, B&B, piccoli alberghi. Prenotare nei mesi estivi è consigliato. Attrezzatura: kit di riparazione, luci, mappa o GPS, borracce. Le fonti d’acqua non mancano, ma le botteghe sì: organizzarsi con snack e viveri. Livello di difficoltà: medio-alto. Ideale per cicloturisti con un minimo di allenamento. Un viaggio in bicicletta nella Garfagnana non è solo sport, è un’immersione totale in una Toscana nascosta, ruvida, profondamente umana. Non è una meta da catalogo patinato, ma un percorso che si guadagna con il sudore e si ricorda con emozione. Qui, ogni pedalata è una pag Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    La ventunesima tappa : Roma saluta la corsa rosa tra arte, storia e velocità Domenica 1° giugno, cala il sipario sul Giro d’Italia con la ventunesima e ultima tappa, una frazione di 141 km che si snoda interamente nella Città Eterna. Partenza e arrivo a Roma, in un circuito spettacolare tra monumenti iconici e storia millenaria. Una festa tra i tesori di Roma Non è solo una tappa: è una celebrazione. La corsa attraverserà alcuni dei luoghi più suggestivi della Capitale – Colosseo, Fori Imperiali, San Pietro, Piazza Venezia – in un percorso ad anello disegnato per esaltare lo scenario unico e offrire uno spettacolo anche televisivo di rara bellezza. Tappa per velocisti, simbolo per tutti Il profilo altimetrico è praticamente piatto, ideale per una volata di gruppo. Nessuna insidia tecnica, ma curve e pavé nel circuito finale potrebbero richiedere attenzione e posizionamento tattico. Sarà l’ultima occasione per gli sprinter di lasciare il segno, in uno degli arrivi più scenografici del ciclismo mondiale. Oltre la corsa: il valore simbolico La 21ª tappa è una passerella per il vincitore della maglia rosa, per chi ha lottato sulle montagne, per chi ha brillato nelle fughe. È il momento del trionfo collettivo, dove la fatica si trasforma in festa e Roma si fa palcoscenico dell’ep Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa

    Pedalando tra cielo e polvere: l’ascesa epica al Colle delle Finestre Nascosto tra le valli alpine del Piemonte, il Colle delle Finestre è più di una semplice salita: è un viaggio nel cuore selvaggio delle montagne, un’esperienza dove fatica e bellezza si fondono in un’unica, indimenticabile impresa ciclistica. Con i suoi 18 chilometri di ascesa, pendenze a doppia cifra e un lungo tratto sterrato, questo passo ha il potere di trasformare ogni cicloturista in un piccolo eroe. Una leggenda delle Alpi Occidentali Il Colle delle Finestre, a quota 2.176 metri, collega la Val di Susa con la Val Chisone, in provincia di Torino. Reso celebre dal Giro d’Italia, questo valico è oggi una delle mete più ambite dai ciclisti in cerca di una sfida autentica. La strada si arrampica per quasi 1.700 metri di dislivello positivo, alternando asfalto ruvido a ghiaia compatta, in un crescendo epico che sembra uscito da un romanzo d’avventura. L’ascesa: numeri e sensazioni La scalata inizia a Meana di Susa, con i primi chilometri in asfalto che ingannano: la vera salita comincia poco dopo, quando la strada si stringe e la pendenza raramente scende sotto il 9%. Il cuore dell’impresa è però l’ultimo tratto: 8 chilometri sterrati, dove il respiro si fa corto e le ruote cercano aderenza tra ghiaia e sassi. Qui, in mezzo a una natura incontaminata e silenziosa, la montagna si impone con tutta la sua severità. Non c’è traffico, né distrazioni: solo il suono regolare della catena, il battito del cuore e il vento che soffia tra i larici. È l’essenza del cicloturismo d’avventura. Paesaggi mozzafiato e memoria storica Mentre si sale, il panorama si apre sui tornanti sottostanti e sulla maestosa Val di Susa. Più in alto, le vette del Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè dominano l’orizzonte, offrendo scorci degni di un dipinto romantico. Ma il Colle delle Finestre non è solo natura: è anche storia. Lungo il percorso si incontrano ancora le fortificazioni militari costruite alla fine dell’Ottocento, quando questa strada aveva un’importanza strategica. Pedalare qui significa anche viaggiare nel tempo. Consigli pratici per affrontare la salita Il Colle delle Finestre non è una salita da prendere alla leggera. È consigliabile affrontarla con una bici da gravel o da strada robusta, preferibilmente con copertoni larghi per affrontare lo sterrato in sicurezza. La presenza d’acqua lungo il percorso è scarsa, quindi è fondamentale partire ben equipaggiati. Il periodo migliore? Da metà giugno a settembre, quando la neve lascia il passo alla polvere e ai cieli tersi. Una meta per ciclisti autentici In un’epoca in cui il cicloturismo si fa sempre più alla moda, il Colle delle Finestre resta una sfida per puristi. È il luogo ideale per chi cerca emozioni vere, lontano dai percorsi patinati. Qui si riscopre il valore della fatica, il gusto della conquista e il privilegio ra Continua a leggere

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