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Matteo ha scritto un nuovo articolo 12 ore, 20 minuti fa
L'ANELLO del Gran Paradiso in bicicletta: tra villaggi alpini e natura incontaminata
La Valle d’Aosta è un paradiso per chi ama pedalare in alta quota, ma pochi percorsi offrono la magia dell’anello che abbraccia il versante valdostano del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un itinerario che alterna panorami grandiosi, fontane di montagna, antichi villaggi in pietra e l’onnipresenza delle vette glaciali del massiccio. L’itinerario Partenza/arrivo: Aymavilles Distanza: circa 48 km Dislivello: +1200 m Tipologia: su asfalto, alcuni tratti impegnativi Periodo consigliato: giugno – ottobre Da Aymavilles si imbocca la strada regionale della Val di Cogne, pedalando accanto a vigneti terrazzati e castagneti. Dopo pochi chilometri emerge il profilo del castello di Aymavilles, un saluto medievale prima di addentrarsi nella valle. La salita verso Cogne è costante ma panoramica: la Dora di Cogne accompagna il ciclista con il rumore dell’acqua e con scorci sulle cascate che scendono dalle pareti laterali. Arrivati a Cogne, il prato di Sant’Orso è lo sfondo perfetto per una pausa: una distesa verde che sembra non finire mai, con le vette del Gran Paradiso a sorvegliare dall’alto. Da qui si continua verso Lillaz, famoso per le sue cascate. Il breve tratto finale è facile, ideale per rilassare le gambe prima della discesa. La discesa Da Cogne si torna indietro seguendo lo stesso percorso, questa volta godendosi lunghe curve in mezzo ai pascoli. La vista sulla valle aperta e sulla Dora che scorre più in basso rende la discesa uno dei momenti più gratificanti dell’intero itinerario. Per chi è adatto Questo percorso è ideale per cicloturisti mediamente allenati, amanti delle strade di montagna e dei contesti naturali. Perfetto per una giornata di ciclismo “lento”, con tante occasioni per fermarsi e fotografare. Consigli pratici Portare una mantellina: il meteo cambia rapidamente.Rifornirsi d’acqua a Cogne o Lillaz: poche fontane lungo la salita Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 12 ore, 23 minuti fa
La ciclabile della Val d’Ayas: pedalata panoramica ai piedi del Monte Rosa
Non tutti i percorsi in Valle d’Aosta richiedono salite impegnative: la ciclabile che attraversa la bassa Val d’Ayas è perfetta per un giro panoramico, rilassante e accessibile anche ai meno allenati. Una pedalata dolce tra pascoli, fiumi turchesi, ponti in legno e viste spettacolari sul massiccio del Monte Rosa. L’itinerario Partenza/arrivo: Brusson – Champoluc (a/r) Distanza: circa 26 km Dislivello: +350 m Tipologia: ciclabile mista (sterrato leggero e asfalto) Periodo consigliato: maggio – ottobre Si parte da Brusson, vicino al lago, uno specchio d’acqua che riflette boschi e montagne. La ciclabile costeggia il torrente Evançon, seguendo un percorso naturale fatto di ponticelli, brevi saliscendi e tratti ombreggiati. Pedalando si attraversano piccoli borghi alpini come Extrepieraz e Massey, dove le tipiche case in legno e pietra raccontano la storia della valle. Il Monte Rosa compare spesso tra gli alberi, con i suoi ghiacciai che brillano nelle ore mattutine. L’arrivo a Champoluc offre un panorama più aperto sulla testata della valle. Perfetto per un caffè o una pausa pranzo, magari assaggiando una zuppa valdostana o una fetta di fontina d’alpeggio. Ritorno Il rientro verso Brusson avviene sulla stessa ciclabile, ma la direzione opposta regala nuovi scorci sul fondovalle. La pedalata resta piacevole e poco impegnativa. Per chi è adatto È un percorso ideale per chi cerca una giornata tranquilla, famiglie con bambini, e cicloturisti che vogliono godersi la natura senza dislivelli estremi. Consigli pratici Adatta anche alle bici gravel o MTB front.Nei punti vicino al fiume la temperatura è più fresca: tenere una felpa leggera.Perfetto pe Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 12 ore fa
La costa dorata: da Trapani a San Vito Lo Capo tra saline e faraglioni
Tra i percorsi cicloturistici più scenografici della Sicilia occidentale, il tragitto che da Trapani conduce fino a San Vito Lo Capo rappresenta un condensato perfetto di paesaggio mediterraneo. Circa 38 chilometri che scorrono veloci tra saline abbaglianti, profumo di zagara e venti che arrivano dal Nord Africa. Si parte dal porto di Trapani, dove il traffico mattutino lascia lentamente spazio alla quiete della periferia. Bastano pochi chilometri e la città diventa un ricordo: il ciclista entra nel regno silenzioso delle Saline di Trapani e Paceco, una distesa di bianchi accecanti e acqua rosa che ricorda certe vedute nordiche, ma con il calore siciliano. Le antiche mulina a vento, alcune ancora in attività, segnano il ritmo del vento come giganteschi metronomi. Il tracciato si mantiene pianeggiante fino a Nubia, dove conviene fermarsi per una breve sosta al museo del sale. Da qui, la strada comincia a salire dolcemente verso Custonaci: un’ascesa non impegnativa, ma sufficiente a regalare scorci di mare sempre più ampi, come quadri azzurri incorniciati da rocce calcaree. L’ultimo tratto entra nella riserva naturale di Monte Cofano, uno dei punti più spettacolari dell’intero percorso. Il paesaggio si fa più selvaggio: fichi d’india, capre al pascolo, macchia mediterranea che profuma di timo. La strada poi scende verso San Vito Lo Capo, che appare all’improvviso con il suo ventaglio di case bianche e la spiaggia turchese. Un itinerario adatto anche ai cicloturisti meno allenati, ma capace di soddisfare chi cerca uno sguar Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 12 ore fa
Etna in bicicletta: l’anello dei crateri tra boschi lavici e paesi sospesi
Pedalare attorno all’Etna non è solo un’impresa sportiva: è un viaggio dentro un paesaggio che cambia di continuo, un mosaico di colori in cui convivono boschi verdi, colate laviche nere e villaggi dove il tempo sembra essersi fermato. Il cosiddetto “Giro dell’Etna”, da affrontare a tappe o in un’unica giornata allenata, è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti d’Italia. Il punto di partenza ideale è Nicolosi, porta naturale del vulcano. La strada si arrampica subito verso il Rifugio Sapienza, con pendenze che oscillano tra il 6% e il 10%. La fatica, però, viene ripagata dall’aria balsamica e dalle prime distese di lava solidificata, nere come carbone e modellate in forme quasi scultoree. Superato il rifugio, si imbocca la SP92, che scorre sul versante sud-ovest offrendo viste che nelle giornate limpide arrivano fino alla costa siracusana. Qui il percorso diventa più scorrevole: lunghi tratti nel bosco di pino laricio si alternano a radure panoramiche che fanno dimenticare ogni sforzo. La discesa verso Bronte apre un capitolo diverso della pedalata: il paesaggio si fa rurale, segnato dai terrazzamenti e dai famosi pistacchieti, che in primavera tingono le colline di verde brillante. Proseguendo verso Randazzo, si attraversa uno dei tratti più suggestivi: enormi campi di lava antica, tagliati da piccole strade serpeggianti, dove il silenzio è sospeso come in un paesaggio lunare. L’ultimo tratto conduce a Zafferana Etnea, con una breve ma intensa salita. Da qui si torna a Nicolosi chiudendo un anello di circa 90 chilometri, impegnativo ma straordinario. Un viaggio che alterna adrenalina e contemplazione, capace di raccontare l’ess Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 11 ore fa
Marche in bicicletta: un itinerario tra Recanati, Loreto e le colline del Conero
Le Marche confermano il loro ruolo di territorio ideale per il cicloturismo. Strade secondarie, borghi perfettamente conservati e una morfologia dolce ma variegata rendono la regione un laboratorio a cielo aperto per chi ama esplorare pedalando. Tra i percorsi più significativi spicca l’anello che collega Recanati, Loreto e i colli che guardano al Conero, un tracciato di circa 48 chilometri che unisce cultura, spiritualità e paesaggio agricolo. Un itinerario tra poesia e fede Il viaggio parte da Recanati, città natale di Giacomo Leopardi. Le vie del centro, silenziose nelle prime ore del mattino, introducono a un territorio dove la dimensione culturale si intreccia naturalmente con quella naturalistica. Lasciato il borgo, la strada si distende in una serie di saliscendi che conducono verso Loreto, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. La sagoma della Basilica della Santa Casa appare già da diversi chilometri, diventando un punto di riferimento costante lungo la pedalata. Tra campi coltivati e panorami mutevoli Superata Loreto, il percorso entra nel cuore rurale delle Marche. Qui la campagna alterna vigneti, filari d’ulivo e ampie distese di grano. Il fondo stradale è quasi interamente asfaltato e il traffico ridotto permette di godersi in tranquillità l’evoluzione del paesaggio. I tratti in quota offrono una visuale aperta fino al Conero e, nelle giornate limpide, persino all’Adriatico. Ritorno verso Recanati attraverso i borghi minori Il rientro avviene passando per Montefano e altri piccoli centri dell’entroterra, custodi di un’identità marchigiana autentica e spesso fuori dai grandi itinerari turistici. Le pendenze si fanno più regolari Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 12 ore fa
Pedalare Lenti per Andare Lontano: perché il cicloturismo è il viaggio del futuro
C’è un rumore che chi pedala conosce bene: non è quello della catena o delle gomme sull’asfalto. È il suono del tempo che rallenta. In un’epoca di spostamenti rapidi e itinerari compressi in poche ore, il cicloturismo si impone come una risposta concreta al bisogno di ritrovare il ritmo delle cose. Negli ultimi anni il numero di viaggiatori sulle due ruote è cresciuto costantemente, trasformando un’attività di nicchia in un vero fenomeno sociale. Secondo diversi osservatori del settore, il boom non riguarda solo gli appassionati più allenati, ma soprattutto una nuova categoria di viaggiatori: persone che cercano esperienze autentiche, contatto con il territorio e sostenibilità. Un turismo che lascia un’impronta leggera La bicicletta permette di attraversare il paesaggio senza alterarlo. È un mezzo che non impone, ma si adatta: segue la morfologia del territorio, amplifica gli odori, restituisce sfumature che in auto scivolano via in un lampo. Per questo molte destinazioni stanno investendo su reti ciclabili, ospitalità bike-friendly e percorsi adatti anche ai principianti. Dalle ciclabili lungo i fiumi europei alle vie storiche italiane, ogni itinerario offre una lettura diversa del territorio. E sempre più borghi scoprono che accogliere i cicloturisti significa valorizzare attività locali, agriturismi, artigiani e piccole economie che altrimenti resterebbero ai margini delle rotte turistiche tradizionali. Il fascino dell’imprevisto Chi viaggia in bici impara presto che la meta è spesso solo un pretesto. Il vero viaggio sta negli incontri casuali: il contadino che indica una strada panoramica, il bar di paese che diventa un punto di ristoro improvvisato, la deviazione che regala uno scorcio inatteso. Ogni chilometro è una scelta, e ogni scelta permette al viaggiatore di sentirsi parte del luogo che attraversa. È un modo di viaggiare che richiede lentezza, ma che restituisce profondità. La tecnologia che aiuta, senza sostituire l’avventura Se è vero che il cicloturismo richiama un’idea di viaggio semplice, è altrettanto vero che le innovazioni hanno reso tutto più accessibile. Le bici gravel e le e-bike hanno aperto la strada anche a chi teme dislivelli impegnativi o distanze eccessive. Allo stesso modo, app di navigazione e piattaforme dedicate permettono di pianificare itinerari con precisione, senza però intaccare il gusto della scoperta. Una comunità che pedala insieme Chi parte in bici raramente si sente solo. Esiste una comunità fatta di consigli scambiati online, racconti di viaggio, tracce GPS condivise generosamente. È un mondo in cui la collaborazione conta più della competizione, e dove ogni esperienza diventa un tassello di un racconto collettivo. Il futuro è fatto di chilometri lenti In un periodo in cui il turismo deve fare i conti con sostenibilità, qualità e consapevolezza, il cicloturismo rappresenta un modello virtuoso. Non è solo un modo di spostarsi, ma una filosofia: un invito a guardare il mondo da un’altezza di poco più di un metro, quel Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 12 ore fa
Alpe Adria: il viaggio in bici che unisce montagne, storia e mare
L’Alpe Adria è uno di quei percorsi che, una volta pedalati, si portano dentro per sempre. Più che una ciclovia, è un attraversamento: dalla solidità delle Alpi alla dolcezza dell’Adriatico, dal profumo di bosco al profumo di salsedine, dalle vecchie ferrovie alle città d’arte. Un percorso che nasce dalla ferrovia Uno dei tratti più affascinanti dell’Alpe Adria è il vecchio tracciato ferroviario tra Venzone, Resiutta, Moggio Udinese e Tarvisio, trasformato in una pista ciclabile panoramica. Gli antichi ponti, le lunghe gallerie illuminate e i viadotti sospesi regalano la sensazione di pedalare dentro la storia, accompagnati dal suono del fiume Fella che corre impetuoso più in basso. Dal cuore delle Alpi alla cultura delle città Pedalando verso sud, il paesaggio si apre e addolcisce: Gemona, con il suo magnifico Duomo arroccato, è un invito a fermarsi. Più avanti, la ciclovia attraversa campagne serene, borghi silenziosi e cittadine ricche di vita come Udine, perfetta per una pausa in piazza con un tajut. Il viaggio prosegue verso Aquileia, una delle città romane più importanti d’Europa: un luogo che merita tempo, silenzio e curiosità. Da qui, la strada verso Grado è un inno alla bellezza della laguna, dove acqua e cielo si mescolano in un unico orizzonte. Perché l’Alpe Adria è un percorso unico Varietà di paesaggi: dalle montagne alla pianura, fino al mare. Pochi itinerari europei offrono una transizione così armoniosa. Strade sicure e ben segnalate: molti tratti sono completamente separati dal traffico, ideali anche per chi viaggia in famiglia. Ospitalità diffusa: alloggi bike-friendly, stazioni ferroviarie utilissime per eventuali rientri, gastronomia locale che ha sempre qualcosa di nuovo da offrire. Clima emotivo speciale: l’arrivo all’Adriatico dopo giorni di pedalata è un momento da ricordare, un misto di soddisfazione e dolce malinconia. Consigli pratici per vivere al meglio l’Alpe Adria Periodo migliore: da maggio a ottobre. In alta montagna le temperature possono essere fresche, ma la vista ripaga ogni fatica. Distanze consigliate: 50–70 km al giorno permettono di godersi il viaggio senza correre. Tipo di bici: trekking o gravel sono ideali; anche una bici da turismo con buone gomme scorrevoli va benissimo. Attenzione alle gallerie: anche se illuminate, meglio portare luci proprie per sicurezza. Assaggia tutto: frico, gubana, prosciutto di San Daniele, vini friulani. Il viaggio è anche gastronomia. L’arrivo a Grado: pedalare dentro la luce Gli ultimi chilometri dell’Alpe Adria attraversano la laguna: aironi che si alzano in volo, canali tranquilli, piccoli ponti, barche dei pescatori. E poi, all’improvviso, il mare. Entrare a Grado in bici è un’emozione difficile da descrivere: sembra quasi un premio, una restituzione. Ci si guarda indietro, verso le montagne lontane, e ci si rende Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 11 ore fa
Cicloturismo: l’Italia (e non solo) scopre il viaggio lento su due ruote
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato dall’essere una nicchia per appassionati a un vero fenomeno culturale. Sempre più persone scelgono la bicicletta come mezzo privilegiato per esplorare territori, scoprire borghi e vivere un’esperienza di viaggio più autentica e sostenibile. Non si tratta solo di sport, ma di un modo diverso di stare nel mondo: più lento, più attento, più umano. Un trend in continua crescita Secondo i dati degli osservatori turistici nazionali, il comparto del cicloturismo è fra i più dinamici dell’intero settore. A spingere questo trend concorrono diversi fattori: la crescente sensibilità verso l’ambiente, la necessità di dedicare più tempo al benessere fisico e mentale, e la diffusione delle e-bike, che rendono alla portata di molti itinerari un tempo considerati impegnativi. Molti comuni e regioni stanno investendo in nuove infrastrutture: piste ciclabili più sicure, segnaletica dedicata, aree di sosta attrezzate, servizi di noleggio e assistenza. Il risultato è una rete sempre più capillare che favorisce la fruibilità dei percorsi. Viaggiare in bici: un’esperienza sensoriale Pedalare permette di percepire il territorio in maniera diversa: il ritmo è quello naturale, non imposto dai mezzi a motore. Si ha il tempo di osservare i dettagli, di fermarsi a fotografare un panorama, di entrare in un piccolo bar di paese per scambiare due parole con gli abitanti. Il cicloturismo unisce movimento e scoperta. Le tappe diventano più che punti di passaggio: sono esperienze. Che si tratti di un itinerario lungo le campagne della Toscana, sui sentieri costieri del Salento o sulle antiche vie romane, la bicicletta consente di creare un legame diretto con l’ambiente. Economia dei territori: la bici come volano Il cicloturismo genera un impatto economico significativo, spesso superiore a quello del turismo tradizionale. Chi viaggia in bici tende a scegliere strutture ricettive di dimensioni medio-piccole, ristoranti locali e servizi di prossimità. Un modello economico diffuso e sostenibile che contribuisce alla vitalità di molti borghi. Inoltre, una volta realizzate le infrastrutture, il costo di mantenimento è relativamente contenuto e i benefici si estendono a tutta la comunità, non solo ai turisti. E-bike: democratizzare il viaggio Le biciclette a pedalata assistita stanno rivoluzionando il settore. Percorsi un tempo riservati ai ciclisti più allenati diventano accessibili anche a chi non ha un grande background sportivo. Le e-bike permettono di superare dislivelli importanti senza rinunciare al piacere della pedalata, ampliando la platea dei viaggiatori e favorendo la crescita del settore. Il futuro del cicloturismo Le prospettive sono positive: la mobilità dolce è sempre più centrale nelle politiche ambientali europee e nazionali. In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità, il cicloturismo rappresenta una risposta concreta e immediata, capace di unire turismo, benessere e tutela del territorio. Il futuro del viaggio, forse, è già qui: due ruote, un itinerario e il desiderio di guardare il mondo con occhi diversi. Il cicloturismo non è solo un modo per spo Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 12 ore fa
Da Scutari al Lago di Koman: pedalando tra storia e natura selvaggia
Pedalare nel nord dell’Albania significa immergersi in un paesaggio ancora autentico, dove le Alpi Albanesi si specchiano in vallate verdi e villaggi senza tempo. Il percorso che parte da Scutari (Shkodër) e arriva al Lago di Koman è una delle esperienze più sorprendenti per chi ama il cicloturismo tra natura, cultura e panorami incontaminati. Scutari è la capitale storica della bicicletta in Albania: qui il traffico è un brulicare di pedali, e l’atmosfera rilassata invita immediatamente a partire. Dopo una visita al Castello di Rozafa e al mercato tradizionale, si lascia la città seguendo una strada panoramica che costeggia campi coltivati e piccoli centri rurali. Il percorso è di circa 55 km, con dislivelli moderati e asfalto in buone condizioni, adatto anche ai cicloturisti con media esperienza. Man mano che ci si avvicina al lago di Koman, il paesaggio cambia: le colline diventano più ripide e la strada inizia a stringersi tra gole e verdi pendii. L’arrivo al molo, dove partono i celebri traghetti verso Fierza, è un momento indimenticabile. Le acque smeraldo si insinuano tra pareti roc Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 12 ore fa
La Riviera Albanese in bici: da Valona a Himara tra mare turchese e passi panoramici
La costa ionica albanese è una sorpresa di colori, profumi mediterranei e strade spettacolari a picco sul mare. Il percorso cicloturistico da Valona (Vlorë) a Himara è uno dei più suggestivi del Paese, ideale per chi ama pedalare tra spiagge da cartolina e sfide altimetriche. Il tragitto è lungo circa 65 km, ma la sua caratteristica principale è il celebre Passo di Llogara, che raggiunge oltre 1000 metri di quota e regala viste mozzafiato sul Mar Ionio e sull’arcipelago di Karaburun. La salita è impegnativa ma regolare, perfetta per chi ha una buona preparazione o una bici gravel/e-bike. Dopo il passo, la strada scende con curve morbide verso la costa, aprendo scenari da sogno: baie solitarie, oliveti secolari, paesini in pietra e spiagge come Dhermi, Jala e Livadhi. Himara accoglie i ciclisti Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
La Via dei Balcani: da Veliko Tărnovo al Passo Shipka
C’è un punto in cui il cicloturismo smette di essere semplice esplorazione e diventa racconto. Succede spesso in Bulgaria, soprattutto quando si pedala da Veliko Tărnovo, l’antica capitale medievale, verso le alture del Passo Shipka, luogo simbolo dell’indipendenza nazionale. Un percorso di circa 75 chilometri che unisce cultura e fatica, musei e tornanti, pietra e vento. Si parte dalle strade acciottolate che circondano la fortezza di Tsarevets, dove le prime pedalate scorrono tra artigiani, studenti e profumo di caffè. Il traffico è moderato e, superata la città, il paesaggio si apre in una campagna morbida, punteggiata da campi di girasole e villaggi che sembrano sospesi nel tempo. La salita vera comincia a Gabrovo, cittadina laboriosa e porta d’ingresso ai Balcani centrali. Qui la strada prende quota in modo costante, con pendenze che sfiorano il 7%, ma mai proibitive. Gli ultimi chilometri sono i più intensi: curve strette, boschi fitti e—improvviso—il panorama. In vetta, il Monumento di Shipka veglia come un guardiano di pietra. I cicloturisti si fermano, respirano e osservano l’orizzonte che abbraccia mezza Bulgaria. È un arrivo che non premia solo le gambe, ma la memoria. La discesa verso il Valle delle Rose è lunga e fluida, profumata e luminosa. Il percorso si conclude a Kazanlăk, capitale dell’olio di rosa e delle tombe trace patrimonio UNESCO. Un itinerario che racconta un Paese intero, con la lentezza delle ru Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa
La Strada del Mar Nero: da Burgas a Sozopol
Sul Mar Nero, la Bulgaria rivela una dimensione sorprendente: selvaggia, luminosa, mediterranea senza esserlo davvero. Il percorso costiero tra Burgas e Sozopol è uno dei più accessibili e suggestivi del Paese, ideale per cicloturisti curiosi, famiglie attive e viaggiatori che cercano mare e cultura senza folla eccessiva. Sono poco più di 35 chilometri, ma intensi, vari, fotogenici. Si parte dal lungomare di Burgas, città moderna e vivace, dove piste ciclabili ben tracciate accompagnano i turisti attraverso parchi e terrazze affacciate sull’acqua. Pochi chilometri e si entra nella Riserva del Lago Poda, paradiso per birdwatcher: fenicotteri, cormorani e aironi si muovono a pochi metri dalle biciclette, separati solo da passerelle in legno e silenzi salmastri. La costa poi si fa più rocciosa e il percorso sale dolcemente, offrendo scorci continui sulle baie turchesi. Il traffico resta contenuto, soprattutto fuori stagione, e i piccoli chioschi lungo la strada servono frutta fresca e yogurt locale, perfetti per una sosta rigenerante. L’arrivo a Sozopol è un ingresso teatrale: case in legno scuro, strade strette, porto di pescatori e un’atmosfera che alterna archeologia e vita di mare. Fondata dai Greci con il nome di Apollonia, Sozopol invita a passeggiare, mangiare pesce e godersi il tramonto dal bastione. Per chi ha ancora energie, è possibile proseguire fino alla spiaggia di Kavatsite, ampia, calma, ideale per chiudere la giornata con un tuffo. Un itinerario breve ma completo, che mostra il volto più marino e rilassato della Bulgaria, ricordando ch Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
L’anello perfetto: come la ciclovia del Brenta sta riscrivendo il turismo lento nel Nordest
La ciclovia del Brenta non è più solamente un percorso cicloturistico: è diventata un modello di mobilità dolce che unisce territori diversi attraverso un’unica narrazione fatta di fiumi, ville venete e piccoli borghi. Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’estate 2023 che ha segnato un aumento del 28% dei passaggi registrati dalle contabici installate lungo la tratta, l’itinerario è entrato stabilmente nella lista dei “must ride” italiani. Il percorso, che collega Trento a Venezia seguendo il corso del fiume Brenta, attraversa scenari in cui la natura è protagonista silenziosa. A poche pedalate dalle rive, i cicloturisti incontrano luoghi simbolo come Bassano del Grappa, con il suo ponte storico, o le ville palladiane che punteggiano la pianura. Ma la vera novità è l’indotto: ostelli bike-friendly, piccoli laboratori di artigiani che offrono assistenza meccanica e una rete crescente di agriturismi che puntano su prodotti locali e “ristoro ciclista”. Il viaggio è accessibile a tutti, grazie a un dislivello modesto e a un fondo quasi interamente asfaltato. Ma non per questo manca l’avventura. Un tratto particolarmente suggestivo è quello tra Valstagna e Cismon del Grappa, dove il fiume scorre incassato in gole strette e la pista rivela scorci inattesi. “Il piacere della scoperta qui non è un dettaglio: è il filo conduttore”, afferma Marta Bellini, guida cicloturistica della zona. La ciclovia del Brenta dimostra come il turismo lento stia assumendo un ruolo centrale nello sviluppo territoriale. Un percorso che non si limita a collegare punti sulla mappa, ma che invita a rallentare, osservar Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa
Pedalare tra mare e borghi: la nuova vita della Ciclovia Adriatica
Dove un tempo c’erano soltanto località balneari e traffico estivo, oggi corre una delle infrastrutture cicloturistiche più interessanti del panorama nazionale: la Ciclovia Adriatica. Dal Friuli alla Puglia, il grande corridoio costiero sta attirando viaggiatori da tutta Europa, complici la facilità dei percorsi e un patrimonio culturale che alterna porti storici, riserve naturali e cittadine affacciate sul mare. Negli ultimi mesi è stato inaugurato un nuovo tratto tra Fano e Senigallia, che grazie alla vicinanza con la spiaggia e ai numerosi accessi diretti al lungomare è diventato rapidamente uno dei segmenti più frequentati. La qualità del fondo—per gran parte separato dal traffico—ha convinto anche le famiglie, che scelgono l’Adriatica per escursioni brevi e sicure. Ma il cuore del progetto è altrove: nella capacità di connettere borghi dell’entroterra con la costa, favorendo un turismo più distribuito e meno stagionale. La deviazione che sale verso Corinaldo, ad esempio, porta i ciclisti dentro uno dei borghi fortificati meglio conservati delle Marche. “Per noi ha significato un nuovo tipo di visitatore, più attento alla storia e ai prodotti locali”, spiega Sandro Lippi, ristoratore del centro storico. Anche la biodiversità è un elemento chiave del viaggio. Attraversando l’area della Laguna di Lesina o le dune del Parco del Conero, il cicloturista si trova spesso a pedalare in ambienti protetti dove prevalgono silenzio e colori intensi. E non mancano le sfide: alcune salite interne, come quelle che conducono a Termoli Vecchia o al promontorio di San Nicola a Peschici, regalano panorami da cartolina ma mettono alla prova gambe e fiato. La Ciclovia Adriatica continua così la sua evoluzione: da semplice collegamento costiero a spina dorsale del turismo sostenibile italiano, capace di offrire esperienze diverse in Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa
Sulla Strada delle Ruote Sottili: come il cicloturismo sta cambiando il modo di viaggiare in Italia
Negli ultimi mesi, complice il desiderio crescente di esperienze autentiche e all’aria aperta, il cicloturismo sta vivendo una nuova stagione d’oro. Non più soltanto un’attività per sportivi o appassionati di lunga data: oggi la bici è diventata un mezzo democratico, scelto da famiglie, viaggiatori solitari e gruppi di amici che cercano un modo alternativo di esplorare il territorio. La riscoperta delle vie minori A segnare la differenza è la riscoperta delle strade secondarie, quelle che sfuggono ai flussi del turismo di massa. Dal Veneto alla Puglia, passando per l’Appennino, i percorsi ciclabili e le antiche vie rurali stanno tornando a riempirsi di ruote sottili. Sono traiettorie calme, a misura d’uomo, dove il rumore del traffico lascia spazio ai campanacci delle greggi, al fruscio del vento tra i campi, ai saluti dei residenti che spesso si trasformano in racconti e consigli preziosi. Un turismo che lascia tracce leggere Il cicloturismo non è soltanto una scelta di viaggio: è un modo di relazionarsi ai luoghi. Le comunità locali, sempre più consapevoli del suo potenziale, stanno investendo in infrastrutture dedicate, bike hotel, officine mobili e servizi pensati per chi viaggia a pedali. L’indotto cresce e, a differenza di altri modelli turistici, lo fa senza consumare il territorio. Tecnologia e bici: un’alleanza vincente A trainare il fenomeno c’è anche la tecnologia. Le bici elettriche hanno abbattuto uno dei principali ostacoli, la fatica, aprendo percorsi collinari e di media montagna a un pubblico più ampio. App e mappe digitali permettono di tracciare itinerari personalizzati, monitorare altimetrie, scoprire punti d’interesse e, soprattutto, viaggiare in sicurezza. Un mix che rende il cicloviaggio più accessibile che mai. L’emozione dell’arrivo Chi pratica cicloturismo lo sa: non è solo la meta a contare, ma la sensazione di conquista che accompagna ogni tappa. Arrivare in un borgo dopo una salita impegnativa o scorgere il mare dopo chilometri di colline regala un’emozione che nessun altro mezzo di trasporto può offrire. È una gratificazione semplice e potente, fatta di sudore, paesaggi e libertà. Un invito a salire in sella Se c’è una tendenza chiara nel turismo contemporaneo è la voglia di autenticità. E la bici, in questo senso, è uno strumento perfetto. Ogni viaggio diventa un racconto, ogni deviazione un’opportunità, ogni incontro una storia.L’Italia è pronta: ora manca solo ch Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa
Pedalando nel cuore del Lazio: la Ciclovia del Tevere tra natura, borghi e memoria storica
Nel Lazio esiste un percorso capace di unire natura, storia e quiete fluviale in un’unica esperienza a due ruote. È la Ciclovia del Tevere, un itinerario che segue fedelmente il corso del “biondo fiume” e che, negli ultimi anni, sta diventando una delle mete più apprezzate dai cicloturisti in cerca di paesaggi autentici e pedalate senza stress. Un tracciato accessibile, tra i più suggestivi della regione La ciclovia è ancora in fase di sviluppo, ma già oggi vanta lunghi tratti continui e ben mantenuti. Il percorso più frequentato parte dall’area naturalistica del Lago di Nazzano, nel territorio protetto dell’Oasi “Tevere-Farfa”: un luogo ideale per cominciare a pedalare immersi nel silenzio, tra canneti, aironi e falchi che sorvolano l’acqua. Da qui si procede lungo argini sterrati ben battuti e brevi tratti asfaltati, attraversando una campagna che alterna campi coltivati, golene alberate e piccoli centri rurali. Il fondo regolare la rende adatta a tutti: dalle gravel ai trekking bike, fino alle famiglie con bambini. Borghi, storia e archeologia a pochi metri dal fiume Il Tevere è una linea del tempo che corre verso sud. Pedalando lungo la ciclovia si incrociano borghi come Torrita Tiberina, Filacciano e Ponzano Romano, dove il ritmo della vita sembra essersi fermato. Le deviazioni verso i centri storici sono brevi e ripagano con viste panoramiche e piazze tranquille dove concedersi una sosta. Più avanti, la campagna lascia gradualmente spazio ai segni della storia: casali rurali, resti archeologici e antiche vie di transito che ricordano come questo fiume abbia plasmato il territorio per secoli. L’ingresso a Roma: un finale suggestivo Il tratto urbano, oggi oggetto di interventi di riqualificazione, introduce il ciclista verso la Capitale lungo percorsi protetti, costeggiando ponti storici e scorci inattesi sulla città. L’arrivo a Ponte Milvio, uno dei simboli ciclopedonali di Roma, rappresenta il naturale coronamento della pedalata. Perché sceglierla La Ciclovia del Tevere offre un viaggio semplice ma ricco: paesaggi fluviali, fauna protetta, borghi silenziosi e un contatto ravvicinato con la storia del Lazio. Un itinerario perfetto per chi Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa
Pedalando tra borghi e colline: il nuovo volto del cicloturismo italiano
Negli ultimi anni il cicloturismo in Italia ha conosciuto una crescita sorprendente, trasformandosi da esperienza di nicchia a fenomeno capace di attirare viaggiatori di ogni età. Complice la riscoperta dei ritmi lenti, l’attenzione alla sostenibilità e l’ampliamento delle infrastrutture dedicate, sempre più persone scelgono di esplorare il Paese in sella alla propria bicicletta. Le regioni che stanno guidando questa rivoluzione sono diverse: dal Veneto, con la ciclabile delle Dolomiti che collega Cortina a Dobbiaco, alla Toscana, meta prediletta per chi ama pedalare tra vigneti e strade bianche. Ma anche il Sud sta recuperando terreno: Puglia, Basilicata e Sicilia stanno investendo in percorsi ciclabili che valorizzano coste, aree rurali e borghi storici. Un esempio significativo è la crescente popolarità della Ciclovia Adriatica, che corre dalla Romagna fino al Salento. Secondo gli operatori turistici, negli ultimi due anni gli arrivi sono aumentati grazie anche alla presenza di servizi mirati: bike hotel, officine mobili, mappe digitali e punti di ricarica per e-bike. È proprio quest’ultima categoria a dominare: la bici a pedalata assistita permette di affrontare itinerari più impegnativi, rendendo accessibili colline e montagne anche a chi non è allenato. Il cicloturismo non è solo sport, ma un modo di vivere il territorio. Lungo i percorsi si moltiplicano iniziative legate a cultura e gastronomia: degustazioni all’aperto, visite guidate a musei diffusi, laboratori artigianali aperti ai viaggiatori. Il risultato è un turismo esperienziale che, oltre a valorizzare il patrimonio locale, offre un ritorno economico diretto alle comunità. Gli esperti concordano su un punto: il futuro del turismo italiano passerà anche dalle due ruote. Le amministrazioni stanno lavorando per unire le tratte esistenti in grandi dorsali nazionali, mentre cresce l’interesse verso format innovativi come i viaggi “bikepacking”, che prevedono itinerari di più giorni con bagagli ultraleggeri. Pedalare, oggi, significa scegliere un modo più consapevole di scoprire l’Italia. E mentre nuove ciclabili nascono ogni anno, aumenta il numero di chi decide di salire in sella n Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa
Pedalando lungo la Via del Mare: il fascino lento della costa adriatica
C’è un momento, durante un viaggio in bicicletta, in cui il ritmo delle pedalate si sovrappone al rumore del mare. È una sincronia fragile, quasi impercettibile, ma sufficiente a ricordarci perché il cicloturismo sta conquistando sempre più viaggiatori: la libertà non è nelle grandi velocità, ma nei dettagli che non sfuggono. La Via del Mare, itinerario ciclabile che corre parallelo alla costa adriatica tra Ravenna e Senigallia, è uno di quei percorsi in cui questa magia prende forma. Sessanta chilometri di piste dedicate, strade secondarie e tratti sterrati curati, capaci di restituire al ciclista non solo un viaggio, ma un racconto. Un percorso per tutti, ma non per tutti i giorni Chi si aspetta una semplice pedalata in pianura resterà sorpreso. Il tragitto si snoda tra pinete secolari, argini fluviali, borghi marinari e campi che profumano di salsedine. La varietà dei paesaggi spinge a fermarsi spesso, ad osservare, ad ascoltare: una lentezza che diventa parte integrante del viaggio. Le ciclabili sono ben segnalate, ma ogni percorso costiero porta con sé la sfida del vento. A volte compagno benevolo, altre nemico invisibile, capace di rallentare anche il ciclista più allenato. È proprio questa imprevedibilità a rendere la Via del Mare un percorso adatto a tutti, ma da affrontare con rispetto. Storie di borghi e di marinai Pedalando verso sud si incontrano località che sembrano uscite da un libro illustrato. A Cervia, l’odore dolce delle saline accompagna l’ingresso in città; a Cesenatico il porto leonardesco ricorda che anche la storia si può attraversare su due ruote. Ogni sosta porta con sé un piatto tipico, un dialetto diverso, un racconto di pesca e di vento. La forza della Via del Mare sta proprio qui: la scoperta non è mai soltanto paesaggistica, ma profondamente umana. Il tramonto come arrivo Arrivare a Senigallia nell’ora in cui il cielo esplode in un arancio liquido è un piccolo privilegio che ricompensa ogni sforzo. Le biciclette si appoggiano ai parapetti del lungomare, i cicloturisti si concedono un gelato o una birra fresca. E mentre il sole scivola oltre l’orizzonte, la sensazione è quella di aver chiuso un cerchio: il viaggio lento torna a dimostra Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa
Tra vigneti e castelli: in bici lungo la Südsteirische Weinstraße
La Stiria meridionale non è solo terra di vini eccellenti: è anche un paradiso per chi ama pedalare tra colline morbide, strade panoramiche e borghi sospesi nel tempo. La Südsteirische Weinstraße, la Strada del Vino della Stiria, è uno degli itinerari più affascinanti dell’Austria rurale. Un percorso breve ma intenso, ideale per cicloturisti che cercano ritmo lento, panorami da cartolina e qualche sosta di gusto. Il punto di partenza più comodo è Ehrenhausen, raggiungibile in treno da Graz. Da qui si sale gradualmente verso il cuore delle colline vinicole. Le pendenze, talvolta decise, vengono ricompensate da viste che sembrano disegnate con il pennello: filari perfetti, masi in legno, il profilo dei vigneti che scende verso la Slovenia, a pochi chilometri di distanza. Il tratto più suggestivo è quello tra Berghausen e Ratsch an der Weinstraße, dove la strada corre letteralmente sulla cresta delle colline. Qui i ciclisti condividono i tornanti con trattori carichi d’uva e turisti che si spostano tra gli “Buschenschank”, le tipiche taverne locali. Fermarsi è quasi un obbligo: un tagliere di formaggi, pane nero e un calice di Sauvignon o Morillon raccontano più di molte guide. Il percorso si chiude ad anello rientrando verso Ehrenhausen. In totale si percorrono circa 25–35 chilometri, ma con un dislivello significativo che lo rende adatto a cicloturisti allenati o, in alternativa, perfetto per chi sceglie una e-bike. Pedalare nella Stiria meridionale significa entrare in un’Austria diversa, fatta di clima quasi mediterraneo, ospitalità familiare e una campagna gentile. Un viaggio breve ma memorabile, idea Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa
Dalla Zillertal al lago Achensee: pedalando tra montagne e acqua turchese
Tra le Alpi del Tirolo c’è un itinerario in grado di riunire il meglio del paesaggio alpino: vallate verdi, masi tradizionali e un lago dal colore così intenso da sembrare caraibico. È il percorso che collega la Zillertal all’Achensee, una delle gemme naturali dell’Austria centrale. La partenza ideale è a Mayrhofen, cittadina vivace circondata da tremila innevati. I primi chilometri scorrono lungo la Zillertal Radweg, una ciclabile perfetta anche per famiglie: fondo impeccabile, traffico assente, paesaggi che si alternano tra prati e piccole fattorie. Il fiume Ziller accompagna il percorso come una guida silenziosa. Raggiunta Strass im Zillertal, inizia la parte più dinamica del viaggio. Una salita progressiva conduce verso Jenbach, dove lo scenario cambia: la valle si apre e le montagne fanno da corridoio naturale verso l’Achensee. È qui che il paesaggio sorprende davvero: il lago appare all’improvviso, con un turchese puro che contrasta con il verde scuro dei boschi. Il giro completo del lago, circa 23 chilometri, è un’esperienza scenografica. La ciclabile costeggia scogliere, piccole spiagge e tratti boscosi, con scorci continui sulle pareti calcaree che si specchiano nell’acqua. Chi vuole può spingersi fino alle baie più tranquille, come quella di Pertisau, dove è facile vedere surfisti e barche a vela sfruttare le correnti del pomeriggio. Il rientro verso Jenbach è semplice e veloce grazie alla ferrovia locale, che accetta senza problemi le biciclette. In totale, l’itinerario supera i 50 chilometri, ma la varietà dei paesaggi lo rende scorrevole e mai monotono. Il percorso Zillertal–Achensee è un viaggio nella natura più autentica del Tirolo, dove il silenzio delle montagne si intreccia con l’acqua cristallina e con l’identità alpina più sincera. Una meta perfetta per chi cerca emozioni forti, ma senz Continua a leggere
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