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Cicloturismo

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Granfondo Puccini Ritiro Pettorale e Iscrizioni al Pinturicchio Lucca

28/03/2024 in Eventi, News

Granfondo Puccini Ritiro Pettorale e Iscrizioni al Pinturicchio Lucca, in Via Borgo Giannotti 127, Lucca, Italy, Sabato 13 aprile dalle 15:00 alle 19:00

Ritiro Pettorali al Pinturicchio Granfondo Puccini Citta di Lucca Sabato 13 dalle 15:00 alle 19:00 e Domenica 14, direttamente dalla zona di partenza del Baluardo San Frediano dalle Mura di Lucca, dalle 7:00 alle 8:00 possibilità anche di acquistare il pettorale direttamente all’iscrizione presentandosi con la tessera, o acquistandone una giornaliera, e con il certificato medico agonistico per ciclismo.

A disposizione due fantastici meccanici Raimondas Rumšas e Alexandre Bazhenov, oltre che a un bar e un ristorante.

Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca

10/03/2024 in Eventi, Territorio

Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca

Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca

percorso definitivo, 4 cronoscalate Fiano Loppeglia, Passo Sella, Ghivizzano, Gromignana, Aquilea, Partenza e arrivo dalle Mura di Lucca

🗓 Domenica 14 Aprile 2024

sito Ufficiale della Manifestazione https://www.granfondopuccini.it/

contatti [email protected]

 

 

 

 

 

 

Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

Strada degli Eroi

09/10/2023 in Diario di Viaggio, News, Promozione del Territorio, Territorio

Qualche tempo fa avevamo visto degli articoli sulla strada delle 52 gallerie , percorso che in questo momento e percorribile ma senza bici, ma circa 1 mese fa dopo aver visto un post pubblicato da Paolo Pagni, dove 2 ragazzi percorrevano la strada degli eroi con le gravel , abbiamo iniziato a prendere in considerazione la possibilità di andare a fare una escursione sulla strada degli eroi.

Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

Dopo alcune date rimandate per problemi vari il 7 ottobre siamo partiti per questa avventura
5,30 partenza, orario previsto di arrivo ore 9,30 a pian delle Fugazze 1150 di quota
Alle 10 eravamo in bici , una giornata splendida , sole , niente nuvole con temperatura di 14 gradi e una leggera brezza. Abbiamo iniziato la nostra ascesa con destinazione il rifugio Achille Papa
Le prime rampe sono toste ma il fondo è perfetto, saliamo con tranquillità fermandosi spesso a fare foto e filmati, arriviamo alla galleria generale D’Havet , un foro nella montagna che fa intravedere dall’altra parte un scorcio di cosa ci aspettava , avanzando nella galleria si aveva sempre più la percezione di un panorama da mozzafiato Le foto non possono rendere l’idea di quello che si vede , una strada Bianca scavata lungo la montagna ci avrebbe portato sino al rifugio Achille Papa , oltrepassando gallerie scavate nella roccia dai soldati della prima guerra mondiale Avanziamo lentamente, quella strada va gustata metro dopo metro , le foto e filmati si accavallano alle pedalate portandoci in 1 ora e mezzo poco più al rifugio. Qualche foto ad un cimitero militare ed a una capellina sopra il rifugio poi Panino birra e giù per la strada degli scarubbi ,una strada che ti porta all’imbocco della strada delle 52 gallerie. La discesa è tecnica con fondo smosso da porci attenzione perché di lato c’è uno strapiombo notevole , ma anche qui la vista è attratta dal panorama che ci circonda .
Arriviamo in fondo alla discesa e dopo un tratto di asfalto e uno strappo finale torniamo a pian delle Fugazze.
Percorso ad anello di 32km e 1200mt di dislivello
Abbiamo trovato bici gravel che sulla discesa hanno avuto qualche difficoltà a causa del fondo smosso
Sicuramente torneremo con più calma per scoprire altri percorsi che abbiamo visto

Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

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Tra Bettona e Nove Colli

27/09/2023 in Appunti di viaggio, Territorio, Viaggi

Tra Bettona e Nove Colli tanti sorrisi per l’MTB Spoleto

Nonostante il maltempo abbia un po’ rovinato questa prima domenica di autunno, splende decisamente il sole in casa MTB Spoleto.
Nella Bettona Etruscan Extreme MTB, corsa in condizioni difficili a causa di un fondo reso insidioso dal fango, soprattutto nel primo tratto, i portacolori spoletini portano a casa tre primi posti, grazie a Iacopo Iachettini (nella categoria M1), Riccardo Paloni (juniores) e la solita Ursula Arcangeli nella W1. Prova di assoluto valore per Iachettini, il quale, pur dovendosi confrontare con un parterre di assoluto rilievo, ha anche conseguito il 10° posto assoluto. Hanno chiuso la prova anche Castrica e Settimi.
Più a nord è andata in scena anche la mitica Nove Colli, rinviata la scorsa primavera, a causa l’emergenza maltempo che aveva colpito drammaticamente la Romagna. Sono stati oltre 9.000 i bikers che si sono confrontati con lo storico percorso, nonostante l’asfalto scivoloso. E sono stati quattro gli MTB Spoleto a chiudere la gara: Cristian Baroni (con la ormai mitica maglia de Il Sorriso di Teo) e Romano Menechini il percorso lungo; Francesco Vanacore e Carlo Alessi il breve. Al quartetto azzurro-arancio i complimenti di tutta la società per il loro coraggio e la loro determinazione.

La Chianina Ciclostorica avvia il percorso verso la decima edizione

27/09/2023 in News

La Chianina Ciclostorica avvia il percorso verso la decima edizione.

La Chianina Ciclostorica – La Chianina Ciclostorica avvia il percorso verso la decima edizione.
Il 2024 sarà un anno di festeggiamenti per la manifestazione di ciclismo storico della Valdichiana che raggiungerà un importante anniversario e che rinnoverà il proprio impegno nell’organizzazione di una serie di iniziative volte a proporre occasioni di turismo lento a contatto con le ricchezze della vallata. Il cuore di questa attività sarà rappresentato dalla vera e propria ciclostorica in programma da venerdì 7 a domenica 9 giugno a Marciano della Chiana, ma la prima data segnata sul calendario è domenica 1 ottobre quando verranno aperte le iscrizioni on-line.
La Chianina sarà inoltre presente sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre con un proprio stand a Gaiole in Chianti in occasione de L’Eroica.

Uffici Stampa Egv
di Marco Cavini
333/45.35.056

 

Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

22/09/2023 in Cicloviaggiatori, Diario di Viaggio, Viaggi

Sicilia – Capo Nord su un velocipede ottocentesco

 

Buongiorno,

sono fiero di presentarvi quella che potrebbe essere l’impresa cicloturistica dell’anno che ha visto il passaggio anche per la splendida Sicilia: il primo biciclo della storia ad arrivare a Capo Nord dopo 6700 km di pedalata, con 47.000 mt di dislivello. Partito dall’ultima spiaggia della Sicilia a Portopalo di Capo Passero (SR) fino a Capo Nord in 78 tappe, distribuite in 3-4 mesi, pieni zeppi di imprevisti. Tutto senza sponsor e in sella a una replica di un biciclo degli anni 1870-1890, passando lungo questo itinerario:

la costa tirrenica della Calabria, Salerno, Napoli, Latina, Roma, Viterbo, Orvieto, Firenze, Prato, Bologna, Ferrara, Padova, Bolzano, Innsbruck, Monaco, Regensburg, Repubblica Ceca, Lipsia, Berlino, Lubecca, penisola dello Jutland in Danimarca, e poi in Svezia da Göteborg a Östersund, ad Arieplog, lungo la selvaggia strada mediana centrale, e infine in Norvegia attraverso le splendide isole Lofoten e Senja e i fiordi dopo Tromso.

Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

E’ una notizia non solo bella e piena di motivazione, ma anche leggera e adatta all’intrattenimento, con un potenziale commerciale incredibile, i cui numeri si possono vedere per esempio da questo video ripreso casualmente:

https://fb.watch/jVxQ8DfXWa/

Credo che voi siate tra i pochi Media a comprendere la portata di quello che ho fatto, gli altri purtroppo hanno preferito l’impresa a Capo Nord su una Panda o su una Renault 4 …

Qui sotto segue la traccia-resoconto:

Sono tantissimi i modi in cui ogni anno ognuno intraprende la propria sfida per arrivare fino a Capo Nord, ma il modo in cui l’ha compiuta Massimo Zaffari, classe 1973, padovano residente da 27 anni tra Laives e Bronzolo (BZ), Maresciallo dei Carabinieri di stanza al 7° Reggimento “Trentino Alto Adige”, ha tutti i tratti di una prova d’altri tempi, difficile da inquadrare: un gesto che ha il sapore dell’avventura, a metà strada tra l’impresa e la goliardia. Un viaggio cicloturistico con tenda e sacco a pelo, su una “bici” di 21 kgsenza marce, senza ammortizzazioni, quasi senza freni (tanto che è necessario appiedare per certe discese) e con una resistenza aerodinamica doppia rispetto a una bicicletta normale.

Cordiali saluti

Massimo Zaffari

Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

Anche se mi sono allenato per 5 anni tra il ghiaccio e le nevi delle Dolomiti e questo è stato il mio 4° tentativo (inverno e primavera con giri massacranti), devo dire che non sono mai partito con l’idea di realizzare un’impresa atletica. Per me lo sport non è vincere gare, ma cavalcare emozioni, inseguire sogni, vivere magie, magari dentro un grande Viaggio. Certo, volevo anche mettere alla prova i miei limiti fisici, ma quello che volevo veramente era riscoprire quel desiderio di restare stupito da me stesso. Per questo, mi sembrava che l’uso di un mezzo bellissimo e originale fosse una buona garanzia; mi sembrava che un mezzo tanto assurdo quanto affascinante fosse degno di una delle mete più belle d’Europa. E così a fine febbraio sono partito col mio velocipede, “La Penny”, per unire i due estremi sud e nord di questo continente, nella mia personale “Europe: coast to coast. Così non solo ho visto paesaggi e città di una bellezza mozzafiato, ma grazie alle proprietà magnetiche e ipnotiche della mia Penny, ho potuto anche incontrare tante persone e capire se, e come, cambiano le caratteristiche degli europei (peraltro meno di quello che mi aspettavo). Sono proprio le persone che fanno la differenza tra un grande viaggio e il semplice itinerario. Per arrivare a questo, bisognava entrare nelle case delle persone, per una colazione, uno spuntino, o addirittura una notte intera. A tavola si possono capire tante cose di una cultura diversa dalla tua.

Ho fatto di tutto per vivere un viaggio incentrato sull’incontro di nuove persone. E il successo mi è stato servito su un piatto d’argento nel momento in cui, un mese prima della partenza, ho visto volatilizzarsi il mio gruzzoletto di 5000 Euro, accumulato in anni. E così sono partito con 16,47 Euro, una somma talmente ridicola che mi ha obbligato a cercare il contatto umano per ricevere aiuto e ospitalità. La Sicilia e il Sud dell’Italia sono stati una buona palestra per imparare a trattare (ospitalità per amicizia). Gli alloggi della Sicilia per esempio sono merito di Sandro Contarino e di Sante Parisi a Siracusa. Ho dormito a casa di perfetti sconosciuti che mi hanno accolto come uno di famiglia: il primo alloggio da uno sconosciuto l’ho trovato per es. ad Acireale, da Fabrizio Cosenza. Successivamente ci sono state le parrocchie di Rombiolo, Scalea e Montevarchi; le case di sconosciuti incontrati per strada come Pio Perruzzini e Alessandra Croci, Pasquale da Orvieto, o di colleghi amici come Marco Apolloni, Stefano Gabrielli, Fabio Del Tessandoro e Lorenzo Mondo. Mas il caso più incredibile è quello di una famiglia in Norvegia che dopo 30 secondi di conversazione, mi hanno lasciato le chiavi di casa, scusandosi che non potevano stare con me perché erano in partenza per le vacanze. Sono decine le persone che mi hanno aiutato, e tanti di loro hanno poi ricevuto una mia cartolina di ringraziamento. Ma incredibile è il numero di persone, credo una decina che ho incontrato ripetutamente, 2-3 anche 4 volte durante il viaggio, anche a distanza di 1 mese dal primo incontro. C’era chi mi conosceva per sentito dire: ero noto come “Massimo il Siciliano”.

Ho viaggiato con un’attitudine quanto più divertita e ottimista possibile, nonostante la mia totale imperizia davanti alle varie rotture meccaniche: 8 raggi e 4 cuscinetti, la cui sostituzione è stata possibile grazie alle persone incontrate sulla strada (come quella volta miracolosa che con i cuscinetti completamente andati, ho incontrato in una cittadina deserta della Sassonia l’unico costruttore di velocipedi di tutta la Germania!!). Ottimista anche dopo il mio incidente da caduta a Viterbo (che mi ha bloccato per 2 settimane) e che mi ha portato in seguito una strisciante ansia per via degli interminabili acciacchi alla gamba destra, che però mi hanno portato a incontrare un totale di 20 fisioterapisti, 2 olistici, 2 massaggiatori e 1 santone. Quest’ultimo, in un campeggio delle Lofoten, mi ha praticato un massaggio alla schiena, mentre ero steso su un tavolo da picnic proprio quando ha iniziato a piovere. Sono arrivato a improvvisare anche l’agopuntura cinese (mai praticata prima), sulla base di una videochiamata a distanza: dopotutto ero nell’estremo nord della Svezia, in mezzo al nulla, senza nessuno che potesse darmi un’occhiata, e non avrei potuto neanche prendere un treno per ritirarmi. Quindi dovevo rischiare il tutto per tutto. E comunque mi dicevo sempre: io lassù ci arriverò a qualunque costo, anche con le ruote quadrate! Per non parlare del Dumpster Diving, quella pratica usatissima dai cicloturisti in Norvegia, a cui non avrei mai e poi mai pensato di ricorrere in tutta la vita, ma che lassù invece è un’istituzione.

Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

Ho applicato anche un bel po’ di improvvisazione, come per esempio l’itinerario che, in linea col mio spirito pioneristico, ho cambiato più volte (come quella volta che ho aggiunto 400 km e 6000 mt di dislivello, deviando dalla Svezia verso le magnifiche isole norvegesi  Lofoten e Senja, rischiando però la disfatta visto che lì la settimana prima c’erano venti a 55 km/h); o come il piano di rientro, che non c’è mai stato: infatti ho sempre pensato all’impresa come una specie di Suicide Mission, in cui avrei dovuto abbandonare la Penny sotto il globo di Capo Nord; tutto ciò perché non esisteva un piano di recupero del velocipede, e speravo in un ritorno in autostop su un camper di italiani.

Ma anche un bel po’ di strategia, come quando, obbligato da un piccolo incidente alla schiena, ho dovuto abbandonare i vestiti invernali negli ultimi 1000 km prima di Capo Nord, per alleggerirmi: anche qua ho dovuto scegliere tra la comodità del calduccio e l’impresa. Ma per fortuna, per temprarmi e resistere al freddo, mi ero preparato tanto, anche con immersioni invernali sotto la superficie ghiacciata dei Laghi di Bolzano. Da Viterbo a Berlino (1500 km) quasi tutti in controvento, con tanti giorni di pioggia. Infatti se c’è una cosa che tutti noi ciclisti odiamo è il controvento: e così ero sempre incollato alle previsioni del tempo per decidere orario di partenza. Anche di notte, da solo, perché a mezzogiorno sarebbe arrivato l’immancabile controvento. E allora strategicamente mi sono trasformato da ciclista in navigatore, in modo da sfruttare o evitare i venti, e stancarmi il meno possibile (ripeto che questa bici non ha le marce).

Ho combattuto contro la mia ancestrale paura di animali come lupi, orsi, alci e persino i ghiottoni (ghiotti di cosa?, mi son chiesto per tutti i 1500 km della Svezia). Tra questi, per fortuna, ho incontrato solo 2 imponenti alci; ma anche renne, castori, volpi, aquile e addirittura 2 balene. Come deterrente avevo lo spray al peperoncino, ma anche dei fiocchi d’avena, ma anche tante canzoni da cantare da solo, possibilmente in più tonalità, in modo da sembrare in tanti.

Ma la soddisfazione di aver realizzato un sogno che avevo fin da quando ero un bambino che fissava carte geografiche appese al muro, va di pari passo con il ricordo di tutte quelle persone piene di sentimenti ed emozioni che ancora mi porto nel cuore. Con il racconto della mia avventura, spero tanto di essere riuscito a ispirare qualcuno a osare, a uscire dalla routine, a mettersi in gioco per provare a superare i propri limiti. La cosa più importante è continuare a rimanere stupiti di sé stessi. Credo che la meraviglia sia la migliore arma contro la depressione.

Per approfondimenti, foto e video con numerosi aneddoti di viaggio: Instagram @massimo_zaffari, autore del libro-diario: “Tra spazio e tempo: dopo Annibale, Superzaf”

Trittico del serra

Trittico del Serra

22/01/2023 in Eventi, Promozione del Territorio, Territorio

Trittico del Serra salita di Pieve di Compito

Monte Serra salita di Pieve di Compito una delle tre salite, la più impegnativa del Trittico del Serra. oggi abbiamo deciso di farlo con la neve, e visto che era difficoltoso, alziamo l’asticella, la salita di Pieve di Compito 13 km con un dislivello di 870 metri. gli ultimi due chilometri abbiamo abbandonato la sella, e abbiamo camminato a piedi era letteralmente una lastra di ghiaccio. l’ultimo chilometro e cinquecento metri quello che conduce alle antenna della RAI l’abbiamo evitato ancora una lastra di ghiaccio, basta camminare non tanto per la salita ma visto che è una strada chiusa è la discesa che mi avrebbe preoccupato particolarmente, quindi direzione Buti cascine di Buti per poi dirigersi verso casa, oggi bastano 80 km. bel giro bella prova da rifare semmai da un altro versante. ottima location per allenarsi d’inverno.

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

Trittico del serra

check-list Cosa portare in un viaggio in bici

11/08/2022 in Cammino Portoghese, Diario di Viaggio, Viaggi

check-list Cosa portare in un viaggio in bici

Cosa portare in un viaggio in bici

ovviamente questo elenco può variare del periodo del viaggio alla durata alla difficoltà, per un viaggio breve come il cammino portoghese questo è quello che ho preparato io per partire

Documenti personali per il viaggio

Carta d’identità e passaporto
Tesserino sanitario
Patente
Bancomat
Stampe dei biglietti e delle prenotazioni dei pernottamenti
Credenziali del pellegrino (chi ce l’ha Conchiglia di Santiago)

Vestiario tecnico per pedalare

3 pantaloncini con fondello
1 maglia tecnica intima
1 antivento smanicato
1 antivento leggero a manica lunga
3 paia di calzini tecnici
1 felpa manica lunga tecnica
3 magliette da bici
occhiali (con lenti da sole e lenti chiare)
scarpe (con spd)
caschetto
guanti

Vestiario Antipioggia

Giacca impermeabile con cappuccio
Copri caschetto
Copri scarpe

Vestiario non tecnico

Giacca antivento
2 T-shirt
1 felpa
1 pantalone lungo o corto dipenda dalperiodo
Scarpe da ginnastica
2 mutande
2 paia di calzini

Vestiario per dormire

Maglietta
Sacco a pelo
Mascherina e tappi
Beauty case
Spazzolino
Dentifricio
Saponetta di Marsiglia
Deodorante
Crema solare
Pacchetti di fazzolettini di carta
Crema lenitiva (intima)
Cerotti: quelli classici di varie forme utilizzabili su tutto il corpo
Nastro per fasciature: anch’esso molto importante in caso di contusioni o dolori articolari

Medicinali

Antidolorifici
Antinfiammatori
Antidiarroici
Gastroprotettori

Tecnologia per un viaggio in bici Power bank,

2 spine carica-telefono e powerbank
2 cavi carica telefono e powerbank
GPS
Cavo carica dispositivo GPS
Adattatore prese Europee
Carica batterie fanale anteriore
Luci a led

attrezzatura varia

2 Sacchetti per riporvi la roba sporca in attesa di essere lavata
Catenaccio + chiave + chiave di scorta o con combinazione
Coltello svizzero
Costume da bagno
Infradito
1 telo in microfibra
1 piccolo asciugamano da viso
1 paio di guanti in lattice per le manutenzioni ordinarie
1 chiave a Brucola esagonale per montare i pedali
1 Bandiera Italiana
nel mio caso la conchiglia di Santiago
bandiera Italiana

 

 

Lago di Isola Santa

Cicloturismo laghi di Gramolazzo, Vagli, Isola Santa e Pontecosi

25/07/2022 in News, Promozione del Territorio, Territorio

Cicloturismo laghi della Garfagnana: lago di Gramolazzo, lago di Vagli, lago di Isola Santa e lago di Pontecosi,

In una caldissima giornata di estate segnata dal famigerato anticiclone africano che ha portato temperature roventi in tutta Italia, la Garfagnana con i suoi boschi ed i suoi laghi rappresenta una meta ideale per unire la passione per la bicicletta con la ricerca di un po’ di refrigerio e la voglia di scoprire un territorio unico per colori, odori e paesaggi.

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Il percorso ad anello che oggi andremo ad affrontare con la squadra del Pinocchio Extreme (un gruppo affiatato dove l’amicizia è il valore principale), ha una lunghezza di circa 88 Km che parte e termina a Castelnuovo di Garfagnana, un piccolo borgo a quasi 300 metri slm di 5000 persone che affonda le sue radici nella storia dei tempi e che al nostro arrivo sarà anche la location perfetta per un ristoro finale. Il Giro dei laghi della Garfagnana, così l’abbiamo ribattezzato, è un percorso meraviglioso, impegnativo al punto giusto con i suoi 1715 metri di dislivello che porta a scoprire le più importanti riserve idriche di questa parte della Toscana ed a pedalare lungo boschi secolari.

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Dopo un primo passaggio per Piazza al Serchio, altro meraviglioso borgo dove ha sede il Museo italiano dell’immaginario folklòrico arriviamo al lago di Gramolazzo, un bacino artificiale di circa 1Km quadrato creato nella seconda metà del 1900 vicino al paese di Minucciano, da li si riparte per affrontare la salita che porta a Vagli di Sopra, Campocatino fino ad arrivare al paese di Vagli di Sotto. La prima salita di 6,8 Km per 366 metri di dislivello inizia in modo semplice ma gli ultimi 3km hanno una pendenza del 15%. Campocatino merita sicuramente una visita, sia perché dal 1991 è diventata “Oasi naturale della LIPU” sia perché vi è stato girato il film “Il mio west” di Giovanni Veronesi che annovera nel suo cast nomi come Leonardo Pieraccioni, Harvey Keitel e David Bowie. Da li comincia la lunga discesa verso il lago di Vagli. Il lago è famoso nell’immaginario di tutti perché le sue acque salendo hanno sommerso alcuni borghi tra i quali il principale era Fabbriche di Careggine piccolo borgo di fabbri ferrai bresciani, fondato nel XIII secolo, che riemerge a ogni svuotamento del lago. L’ultima volta che è stato possibile vederlo è stato nel 1994 anche se negli ultimi anni si sono fatte sempre più insistenti le voci di un nuovo svuotamento da parte dell’ente concessionario.

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La passeggiata lungo lago è assolutamente spettacolare e ci immerge in un modo di suoni, colori e visioni superlative. Da qua però ricomincia la salita che porta a Careggine, piccolissimo comune della Garfagnana famoso per il suo castello e la Pieve di San Pietro. La salita di Careggine è molto pedalabile, tutta all’ombra del bosco e su asfalto nuovissimo.

Dopo un veloce spuntino si riparte alla volta di Isola Santa e del suo lago. Questa frazione del comune di Careggine è un piccolo borgo medievale che oggi domina un laghetto artificiale e che diventato un albergo diffuso meta di un turismo importante, ma è proprio la bellezza del borgo e del suo lago che regalano un paesaggio assolutamente mozzafiato.

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Affrontiamo ora la salita l’ultima salita che ci riporta a Castelnuovo di Garfagnana, una salita impegnativa con pendenze importanti, intorno all’11% fino al paese, da cui proseguiamo verso l’ultimo lago. La discesa si percorre molto velocemente, un’ultimo strappo fino al lago di Pontecosi, altro bacino artificiale ma che regala scorci mozzafiato che prende il nome dal piccolo paese nelle sue vicinanze.

Paolo Pagni

Montefegatesi Orrido di Botri

Cicloturismo Montefegatesi Orrido di Botri

18/07/2022 in Diario di Viaggio, Territorio, Viaggi

Creare un percorso significa pensarlo, studiarlo su mappa per trasformarlo in uno strumento che possa essere portato su strada e così testarlo per trovare tutti i suoi pregi e tutte le sue difficoltà. L’idea di questo nuovo giro nasce dal voler testare una nuova strada in compagnia del mio amico Sandro Incerpi, recentemente asfaltata e vicina al tracciato del Tuscany Extreme (e Tuscany Legend) nel territorio della Lucchesia e della Garfagnana: il percorso dell’Orrido di Botri e Montefegatesi.

Montefegatesi Orrido di Botri
Montefegatesi Orrido di Botri
Montefegatesi Orrido di Botri

Per chi non lo conoscesse, l’Orrido di Botri è una spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze. Ci troviamo tra pareti ripidissime, scavate nel corso dei secoli dalle fredde acque dei torrenti Mariana e Ribellino, che si congiungono per formare il Rio Pelago. L’interno della gola presenta una vegetazione rigogliosa che cambia però con l’altitudine: nei livelli più umidi e freddi alla base troviamo muschi e felci, sostituiti mano a mano che si sale verso l’alto dai livelli più temperati, dove si incontrano piante di aquilegia e silene in mezzo ad estese faggete.

Orrido di botri
Borra degli scarpellini
Montefegatesi Orrido di Botri

Il nostro giro parte da Pescia, partenza storica del Tuscany Extreme proseguendo per Marlia lungo il percorso delle Ville Lucchesi, imboccando la Garfagnana fino al meraviglioso Ponte del Diavolo che a causa della sua forma, del suo arco più alto, ampio e particolare, quasi inumano, è oggetto di molti racconti e leggende metropolitane.
Li è d’obbligo una sosta presso l’Agriristoro Giocondo per un caffè e fare quattro chiacchiere prima di svoltare verso sinistra ed imboccare la strada che ci porterà proprio all’interno dell’Orrido di Botri.

Ponte del Diavolo
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Fontana di Boveglio

La salita inizia in modo tranquillo, con i primi chilometri divertenti, con un continuo mangia e bevi al fresco. Arrivati alla Riserva Naturale dell’Orrido di Botri, comincia una salita di 4km davvero spettacolare: ben pedalabile e anche questa all’ombra e riparati dal gran caldo dalla fitta vegetazione. Improvvisamente, all’interno delle immense faggete appare il paese di Montefegatesi, piccolo borgo medievale arroccato in cima al monte il cui nome sembra derivi dal colore fegato delle argille scistose presenti in gran quantità sul territorio, oppure dal nome del monte che si erge sul torrente Fegana modificando il toponimo Montefagatesi in Montefeganese.

Montefegatesi Orrido di Botri
Montefegatesi Orrido di Botri
Montefegatesi Orrido di Botri
Montefegatesi Orrido di Botri
Benabbio
Fontana di Boveglio

Da qua comincia la discesa verso Bagni di Lucca dove riprenderemo il tracciato del Tuscany Extreme (e del Tuscany Legend) con l’ascesa di Benabbio, ben 11km di salita che è stata l’ultima cronoscalata dell’edizione 2022 del Tuscany Extreme. Dopo questi 11km che ci portano ad attraversare il passo del Trebbio cominciano gli ultimi 18km di discesa verso Pescia ma appena finita la salita è doverosa una sosta alla fontanella che troviamo sulla strada dove bere la buonissima acqua e alimentarsi.

Questo giro sarà sicuramente la base per qualche novità nel 2023, che si tratti di una modifica al percorso del Tuscany Extreme (e del Tuscany Legend)  oppure la base per la futura Lucca Legend del 2023!

Paolo Pagni

Benabbio
Passo del Trebbio
Benabbio