Fortezza delle Verrucole: pedalare nella storia, scoprire la Garfagnana
28/06/2025 in News, Territorio
Fortezza delle Verrucole: pedalare nella storia, scoprire la Garfagnana
C’è un momento, durante una granfondo, in cui il silenzio della montagna prende il sopravvento sul rumore delle ruote. Un attimo in cui il paesaggio si fa racconto, e il ciclismo diventa un viaggio nel tempo. Succede in Garfagnana, e succede esattamente ai piedi della Fortezza delle Verrucole, una delle tappe più suggestive della Granfondo dei Laghi della Garfagnana, in programma il prossimo 13 luglio.
Una fortezza sospesa nel tempo
Situata nel comune di San Romano in Garfagnana, la Fortezza delle Verrucole domina la valle da oltre mille anni. Restaurata e restituita al pubblico in tutto il suo fascino medievale e rinascimentale, oggi è sede di un Archeopark dove la storia si tocca con mano: camminamenti, torri, laboratori didattici, guide in abiti storici. Ma prima ancora di tutto questo, è un simbolo: una sentinella di pietra che veglia sul paesaggio e incanta chi passa, a piedi o in bicicletta.
Una granfondo tra bellezza e memoria
Durante la Granfondo dei Laghi, questo luogo non è solo uno sfondo da cartolina: è parte integrante dell’esperienza. I partecipanti attraverseranno un tratto immerso nella natura incontaminata, sfiorando i pendii su cui si erge la fortezza. La salita che porta verso queste zone è uno dei momenti più emozionanti del percorso, in un’alternanza di fatica e stupore che rende il ciclismo la forma perfetta per conoscere territori così autentici.
Un grazie speciale al Comune di Fabbriche di Vergemoli
28/06/2025 in Granfondo, granfondo, News, Territorio
Un grazie speciale al Comune di Fabbriche di Vergemoli
Per il loro supporto instancabile alla III edizione della Granfondo del Vento e alla V della Tuscany Extreme
Quest’anno, la Granfondo del Vento ha celebrato la sua terza edizione, affiancata dalla quinta edizione della Tuscany Extreme. Due eventi distinti, ma complementari, che si sono uniti in una sola, grande manifestazione ciclistica. Una scelta coraggiosa e lungimirante: unire due anime del ciclismo per portare ancora più persone a pedalare e a scoprire le meraviglie dei nostri territori.
In questo cammino, il Comune di Fabbriche di Vergemoli, con la sua Amministrazione Comunale, il Sindaco Michele Giannini e la sempre disponibile Camilla Baccelli, si è dimostrato – come ogni anno – un partner esemplare. È il terzo anno consecutivo che partecipano attivamente, con entusiasmo e passione, offrendo un ristoro memorabile, diventato ormai uno dei momenti più attesi dai partecipanti.
E lo hanno fatto ogni volta, con qualsiasi condizione atmosferica:
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Il primo anno, sotto una pioggia battente;
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Il secondo, tra freddo intenso e persino grandine;
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E quest’anno, finalmente, sotto un meraviglioso sole.
Questa determinazione e questa visione d’insieme li portano a sostenere l’evento anche davanti alle difficoltà, alle incomprensioni, ai dubbi. Non si scoraggiano nemmeno quando qualcuno telefona per lamentarsi di una chiusura temporanea delle strade. Loro vanno avanti, guardano oltre. Perché sanno che stiamo costruendo qualcosa di prezioso: un progetto che genera valore reale per il territorio, per il turismo sostenibile e per una forma di turismo tematico che può dare nuova linfa ai borghi, alle persone, alle economie locali.
E, come sempre, hanno avuto ragione.
Perché il passaggio tra Vergemoli e Calomini, la vista incantevole sull’Eremo di Calomini, il tratto che conduce alle Grotte del Vento: tutto questo ha regalato ai partecipanti un’esperienza indimenticabile, unica, profonda. Un percorso che molti continuano a lodare, scrivendoci che non dovrebbe mai essere cambiato. Perché è perfetto così com’è.
Il Sindaco Michele Giannini è una persona speciale. Come tanti altri sindaci che ho incontrato negli anni nei miei eventi, rappresenta un’Italia che crede ancora nei territori, che non ha paura di mettersi in gioco. La sua umanità, la sua disponibilità, la sua attenzione colpiscono ogni volta. E io, ogni volta, sento il dovere e il piacere di ringraziarlo. Ringraziare tutti loro, uno a uno, perché davvero fanno la differenza.
Sono estremamente orgoglioso di questa collaborazione.
E chissà: forse insieme, riusciremo a creare qualcosa di ancora più grande, un nuovo evento “a casa loro”, progettato appositamente per raccontare e valorizzare ogni dettaglio di questo angolo straordinario di Toscana.
Perché sono i piccoli borghi a fare la differenza.
Luoghi dove il tessuto sociale è ancora vivo, autentico, fatto di sorrisi sinceri, abbracci veri, strette di mano che contano. Dove ci si incontra, ci si guarda negli occhi, e si parla già del prossimo anno.
Non abbiamo paura delle difficoltà, delle critiche, dei piccoli ostacoli.
Abbiamo imparato a guardare avanti, sempre.
E crediamo, con convinzione, che il turismo tematico – e in particolare il cicloturismo – possa diventare un motore solido e strategico per il futuro dei piccoli Comuni d’Italia.
E noi, che siamo in Toscana, lo sappiamo bene.
Il Golfo di Baratti: Storia, Natura e Avventura su Due Ruote
07/02/2025 in Promozione del Territorio, Territorio
Un tesoro della costa toscana
Il Golfo di Baratti, situato sulla costa tirrenica della Toscana, è una gemma naturale e storica, incastonata tra le acque cristalline del Mar Ligure e le dolci colline della Val di Cornia. Famoso per la sua sabbia dorata con riflessi ferrosi, eredità della civiltà etrusca che qui lavorava il ferro estratto dall’Isola d’Elba, il golfo rappresenta una meta ideale per gli amanti della storia, della natura e del cicloturismo.
Un viaggio nella storia: la necropoli etrusca di Baratti e Populonia
Oltre alla bellezza paesaggistica, il Golfo di Baratti è uno scrigno di storia. Qui si trova la necropoli etrusca di Baratti e Populonia, unica città etrusca costruita direttamente sul mare. Pedalare tra i resti archeologici offre un’esperienza immersiva nel passato, permettendo di attraversare i sentieri che collegano il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, dove è possibile ammirare antiche tombe a tumulo e ipogei scavati nella roccia.
Un paradiso per il cicloturismo
Grazie alla varietà di percorsi, il Golfo di Baratti è un vero paradiso per gli appassionati di gravel e mountain bike. I sentieri si snodano tra macchia mediterranea, pinete e viste mozzafiato sul mare, offrendo itinerari per tutti i livelli di esperienza.
- Percorso Baratti – Buca delle Fate
Un must per chi ama l’avventura. Partendo dalla spiaggia di Baratti, si imbocca un sentiero sterrato che attraversa il bosco fino a raggiungere la suggestiva Buca delle Fate, una scogliera spettacolare con un panorama mozzafiato. Il percorso presenta tratti tecnici ma ripaga con la bellezza selvaggia del paesaggio. - Sentiero panoramico per Piombino
Per chi cerca un itinerario più lungo, il tragitto che collega Baratti a Piombino è perfetto. Si pedala tra saliscendi con viste sul mare, fino a raggiungere la storica città di Piombino, dove si può visitare il centro medievale e la maestosa Piazza Bovio, una terrazza naturale affacciata sul mare. - L’anello di Populonia Alta
Un percorso che unisce strade bianche e tratti asfaltati, perfetto per bici gravel. Partendo da Baratti, si sale verso Populonia Alta, borgo medievale che regala viste incredibili sulle isole dell’arcipelago toscano. La discesa offre un mix di sterrati scorrevoli e stradine immerse nella natura.
Relax e sapori locali
Dopo una pedalata tra mare e colline, il Golfo di Baratti offre la possibilità di rilassarsi sulla spiaggia o di concedersi un tuffo nelle acque limpide. Per chi vuole immergersi nei sapori locali, i ristoranti della zona propongono specialità di mare e piatti tipici della tradizione toscana, come la cecina, il cacciucco alla livornese e i vini della Val di Cornia DOC.
Conclusione
Il Golfo di Baratti è una destinazione perfetta per chi vuole combinare cicloturismo, cultura e natura, pedalando tra storia e panorami mozzafiato. Che si tratti di un’escursione sportiva o di un viaggio alla scoperta delle radici etrusche, Baratti offre un’esperienza unica e indimenticabile per ogni ciclista.
Giro della Questura un sogno che diventa realtà
21/01/2025 in Eventi, Granfondo
Giro della Questura: L’evento che trasforma i sogni in realtà
Giro della Questura: L’evento che trasforma i sogni in realtà
23 Marzo 2025 – Lucca
Ci sono idee che sembrano impossibili. Progetti che tutti hanno immaginato, ma che pochi hanno avuto il coraggio di trasformare in realtà. Il Giro della Questura è questo: un sogno che prende forma, un’idea che diventa esperienza concreta, una sfida che cambierà il modo di vivere il ciclismo.
Il 23 marzo 2025 non sarà solo una data sul calendario, ma un momento unico per essere parte di qualcosa di speciale. Un evento che non si limita a una semplice gara: il Giro della Questura è un percorso interamente competitivo, con chiusura totale del traffico per 15 minuti, che garantisce a ogni partecipante di correre in totale sicurezza, perché è proprio sulla sicurezza che basiamo il nostro lavoro e la nostra passione.
Un tracciato per veri velocisti
Il percorso è stato studiato per essere accessibile a tutti, con pochissimo dislivello e linee scorrevoli che lo rendono perfetto per i velocisti. Qui non contano solo le gambe, ma anche la strategia, la capacità di dare il massimo e l’ambizione di tagliare il traguardo a tutta velocità.
Un sogno condiviso
Partecipare al Giro della Questura significa molto più che competere: significa essere parte di una storia. È un’occasione per pedalare fianco a fianco con ex professionisti e campioni e per vivere emozioni che resteranno con te per sempre. Non si tratta solo di vincere o perdere, ma di esserci, di vivere il sogno. Guardare da casa non sarà mai come dire “Io c’ero”.
Un evento per chi crede nelle idee
Le idee sono il motore del cambiamento, e i sogni sono ciò che ci spinge ad andare oltre. Il Giro della Questura rappresenta tutto questo: un sogno che è diventato realtà grazie al coraggio e alla passione di chi ha deciso di crederci. Ora tocca a te: vuoi essere parte di questa visione?
📅 Non aspettare troppo!
Il 31 gennaio ci sarà il primo cambio quota. I posti sono limitati, e il momento per agire è ora.
🎟️ Iscriviti subito e preparati per vivere un’esperienza che non dimenticherai mai. https://api.endu.net/r/i/95149
👉 Il 23 marzo ti aspettiamo. Sarai tra coloro che possono dire “Io l’ho vissuto” o tra quelli che si pentiranno di averlo solo guardato?
Transfăgărășan avventura Ciclistica
23/12/2024 in Diario di Viaggio, Promozione del Territorio
Transfăgărășan: Un’Avventura Ciclistica tra Le Vette dei Carpazi
Ci sono strade che sembrano disegnate da un artista, dove ogni curva racconta una storia e ogni panorama lascia senza fiato. La Transfăgărășan, con i suoi tornanti spettacolari e le maestose vette dei Carpazi, è uno di questi luoghi magici. Immaginatevi in sella alla vostra bicicletta, il cuore che batte forte non solo per lo sforzo, ma per la meraviglia che si svela a ogni pedalata. Qui, nella selvaggia bellezza della Romania, l’avventura ciclistica si trasforma in un’esperienza indimenticabile.
La Transfăgărășan è una delle strade montane più iconiche al mondo. Con i suoi 151 chilometri di asfalto, si snoda tra paesaggi mozzafiato, attraversando valli, laghi glaciali e foreste fitte, fino a raggiungere una quota massima di 2.042 metri. Il percorso, che collega le regioni storiche della Valacchia e della Transilvania, è una sfida completa per gli amanti del ciclismo. Le salite possono raggiungere pendenze del 10%, e il dislivello complessivo supera i 1.500 metri. Non è un’impresa per tutti: richiede allenamento, determinazione e amore per l’avventura.
Affrontare la Transfăgărășan significa immergersi in una natura selvaggia e incontaminata. Si parte dal Lago Vidraru, un capolavoro ingegneristico che riflette i colori delle montagne circostanti, per poi salire verso il Lago Bâlea, un luogo magico incastonato tra le cime. Il percorso include punti iconici come la Cascata Bâlea, che si tuffa per 60 metri tra le rocce, e il Castello di Poenari, carico di leggende legate a Vlad l’Impalatore. Ogni curva offre nuovi scorci, ogni salita è una conquista.
Il momento migliore per affrontare la Transfăgărășan è nei mesi estivi, da luglio a settembre, quando la neve si ritira e la strada è completamente percorribile. Durante questo periodo, il clima è più stabile e le temperature sono ideali per il ciclismo, con massime che oscillano tra i 18 e i 25 gradi nelle zone più alte. È essenziale controllare le previsioni meteo, poiché anche in estate possono verificarsi improvvisi cambiamenti climatici, tipici delle montagne.
Questo viaggio non è solo una prova fisica, ma anche un’esperienza che tocca l’anima. La Transfăgărășan è un richiamo per chi cerca la bellezza, la sfida e la connessione profonda con la natura. Se siete pronti, preparate la vostra bicicletta, pianificate ogni dettaglio e lasciatevi avvolgere dalla magia dei Carpazi. La strada vi aspetta, pronta a regalarvi emozioni indimenticabili.
La Tirreno Adriatico 2025
12/12/2024 in Eventi, Granfondo
Il 2025 segnerà un traguardo importante nella storia del ciclismo con la 60ª edizione della Tirreno-Adriatico, conosciuta anche come la Corsa dei Due Mari. Dal 10 al 16 marzo, questo evento annuale promette di essere, ancora una volta, un banco di prova per i grandi nomi del ciclismo internazionale, consolidando il suo status di appuntamento cruciale nel calendario delle competizioni.La Tirreno-Adriatico celebra sessant’anni di storia senza interruzioni, un record di continuità che testimonia la sua rilevanza e il suo prestigio. Negli ultimi anni, i vincitori di questa corsa si sono spesso imposti anche nei Grandi Giri, come dimostrano campioni del calibro di Simon Yates, Primož Roglič, Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard. L’edizione del 2025 si preannuncia quindi come un’edizione imperdibile, con un percorso variegato pensato per mettere alla prova tutte le qualità dei corridori.Il tracciato del 2025 si snoda tra Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Marche, offrendo una varietà di scenari, dalle pianure costiere alle salite appenniniche. La corsa partirà con una cronometro individuale a Lido di Camaiore e si concluderà, come da tradizione, a San Benedetto del Tronto.
Ecco una panoramica delle tappe:
Tappa 1: Lido di Camaiore-Lido di Camaiore (Cronometro Individuale, 9,9 km)
La corsa inizia con una cronometro pianeggiante, un classico ormai consolidato per la Tirreno-Adriatico. Il percorso, semplice ma tecnico, si snoda lungo i lungomare di Camaiore e Viareggio. I corridori dovranno affrontare un “giro di boa” a Viareggio, al chilometro 5,4, dove sarà rilevato il tempo intermedio. La fase finale, con una svolta a S prima dell’arrivo, richiederà precisione e potenza. Ideale per i cronoman, questa prova potrebbe già dare un vantaggio cruciale in classifica generale.
Tappa 2: Camaiore-Follonica (189 km)
Una tappa mossa che alterna tratti pianeggianti e ondulati, perfetta per attaccanti e velocisti resistenti. Dopo la partenza da Camaiore, il percorso attraversa Montemagno e Pisa, per poi dirigersi verso il Livornese. Lasciata la costa a Cecina, i corridori affronteranno un tratto nell’entroterra, caratterizzato da leggere salite. La sfida si accende nel circuito finale di 20 km a Follonica, da ripetere una volta. Il finale potrebbe riservare sorprese per chi saprà approfittare degli ultimi chilometri mossi.
Tappa 3: Follonica-Colfiorito (Foligno, 239 km)
La tappa più lunga della corsa si preannuncia una vera maratona. Partendo da Follonica, il gruppo attraverserà la provincia di Grosseto, sfiorando il Monte Amiata, e scalerà il Passo del Lume Spento e la Foce, due salite impegnative. Dopo aver attraversato Montalcino e Chiusi, il percorso si addolcisce fino alla piana del Trasimeno, ma il finale non lascia respiro. La salita verso il Valico di Colfiorito, con i suoi 4 km impegnativi, sarà il primo test serio per i corridori in ottica classifica generale.
Tappa 4: Norcia-Trasacco (184 km)
Una giornata ricca di salite e valichi appenninici, sebbene il finale sia pianeggiante. Dopo la partenza da Norcia, il gruppo affronterà lunghi valichi come il Forca di Presta e il Passo delle Capannelle, salite non particolarmente ripide ma estenuanti per la loro lunghezza. L’arrivo nella piana del Fucino, a Trasacco, prevede un circuito di 14 km da ripetere due volte, un terreno ideale per i velocisti che riusciranno a superare le difficoltà della giornata.
Tappa 5: Ascoli Piceno-Pergola (196 km)
Questa tappa ondulata e tecnica metterà alla prova sia gli attaccanti che gli uomini di classifica. Dopo la partenza da Ascoli Piceno, si attraversano località come Amandola, Sarnano e Tolentino, con salite più o meno impegnative, tra cui il Monte San Vicino. Il finale è particolarmente selettivo: i corridori dovranno scalare il Monte Santa Croce e il Monte della Serra, due ascese ripide che richiedono grande energia. La discesa verso Pergola sarà tecnica e veloce, rendendo questa tappa imprevedibile.
Tappa 6: Cartoceto-Frontignano (166 km)
La regina delle tappe, la più dura e spettacolare. Con un arrivo in salita a Frontignano, questa giornata sarà decisiva per la classifica generale. I corridori affronteranno una sequenza di salite nelle Marche, tra cui il Crispiero e il Valico delle Arette, passando per il suggestivo Santuario di Macereto. L’ultima parte del percorso, che attraversa Ussita, Visso e Castelsantangelo sul Nera, conduce alla salita finale: un’ascesa inedita, lunga e ripida, che potrebbe ribaltare completamente le gerarchie.
Tappa 7: Porto Potenza Picena-San Benedetto del Tronto (147 km)
L’edizione si conclude con una tappa pianeggiante, un appuntamento classico per i velocisti. Dopo una breve salita verso Santa Maria della Fede, il percorso si dirige verso Ripatransone, con una lunga discesa tecnica fino a Grottammare. Gli ultimi 80 km sono completamente piatti, con un circuito cittadino di circa 15 km a San Benedetto del Tronto da ripetere cinque volte. Una passerella finale lungo l’Adriatico, ma con la promessa di un arrivo al cardiopalma per gli sprinter.
Partecipanti:
Anche se le liste ufficiali dei partecipanti non sono ancora state divulgate, è probabile che i principali team del WorldTour schierino i loro leader, considerando l’importanza della Tirr preparazione per le classiche di primavera e i Grandi Giri.
Curiosità:
La Tirreno-Adriatico è soprannominata “La Corsa dei Due Mari” poiché collega il Mar Tirreno con l’Adriatico, offrendo un percorso variegato che attraversa paesaggi suggestivi e città ricche di storia.
Immagini:
Per visualizzare le mappe dettagliate delle tappe e le altimetrie, è possibile visitare il sito ufficiale della Tirreno-Adriatico.La Tirreno-Adriatico 2025 promette spettacolo e competizione di alto livello, confermandosi come uno degli appuntamenti più aio ciclistico internazionale.
Elba Gravel
16/11/2024 in Diario di Viaggio, Promozione del Territorio
Elba Gravel: avventura, panorami e riflessioni sul cicloturismo
L’Isola d’Elba, con i suoi paesaggi spettacolari e percorsi variegati, è una destinazione che conosco profondamente. Solitamente, i nostri giri in bicicletta seguono il senso antiorario, mantenendo il mare sulla destra e completando il giro dell’isola.
Tuttavia, per noi del Pedale Pesciatino, questa parte dell’Elba è stata a lungo inesplorata. Oggi, affrontandola per la seconda volta, ho migliorato significativamente il percorso, aggiungendo passaggi unici e straordinari che meritano sicuramente di essere ripetuti.
Dopo una partenza all’alba, abbiamo preso il traghetto delle 8:20 per Rio Marina. Già durante la salita verso Rio nell’Elba, il panorama ci ha regalato momenti spettacolari.
Non poteva mancare una sosta per salutare il nostro amico Agri Rebua prima di dirigerci verso Capoliveri, dove ci attendeva la prima vera salita della giornata. La strada panoramica intorno al Monte Calamite ci ha lasciato senza fiato.
Uno dei momenti più suggestivi è stato il passaggio al Laghetto di Terranera, una gemma nascosta dove il verde della vegetazione incontra il blu del mare. Un mix di single track e tratti a piedi ha reso il percorso ancora più emozionante.
Dopo una breve sosta alla Fonte di Coppi per ricaricare le borracce, ci siamo diretti verso la salita del Volterraio, con pendenze che raggiungono il 15%. Nonostante la fatica, il panorama che si è aperto davanti ai nostri occhi dalla cima ha ripagato ogni sforzo.
La discesa ci ha condotti fino a località Magazzini, dove ci siamo concessi una pausa con birra, primo e secondo. Una sosta meritata prima di concludere il giro con gli ultimi 6 km. Tuttavia, il costo del traghetto al rientro ha lasciato l’amaro in bocca. All’andata abbiamo pagato 22 € a persona, mentre al ritorno il prezzo è salito a 28 €, semplicemente perché il biglietto è stato acquistato a bordo. Non si tratta di una multa, ma di un sovrapprezzo incomprensibile per una richiesta fatta direttamente prima di salire sul traghetto.
Un tempo, portare una bicicletta all’Elba non aveva alcun costo aggiuntivo: si pagava solo il biglietto passeggero. Oggi, 23 persone con biciclette al seguito spenderebbero meno portando una macchina. Questo è il riflesso di una mentalità miope che penalizza il cicloturismo, una forma di turismo tematico in grado di generare flussi economici e valorizzare l’isola anche fuori stagione. Le amministrazioni locali parlano tanto di sostenibilità, green e mobilità alternativa, ma poi rendono difficile, se non sconveniente, la fruizione dell’Elba in bicicletta. Un mezzo che occupa meno spazio di un ombrellone e che potrebbe attrarre turisti disposti a vivere e condividere la bellezza di questa isola.
Nonostante queste problematiche, l’Elba resta una gemma unica, e il giro “Elba Grave” è un’esperienza che consiglio di provare. Tuttavia, mi auguro che le amministrazioni comprendano presto il valore del cicloturismo e ne incentivino l’accessibilità.
Granfondo della Versilia – 27ª Edizione: Un’Opera d’Arte per i Primi 1000 Giovani e Forti
05/11/2024 in Granfondo, granfondo
Granfondo della Versilia – 27ª Edizione: Un’Opera d’Arte per i Primi 1000 Giovani e Forti
Quest’anno, alla 27ª edizione della Granfondo della Versilia, vogliamo celebrare il vero spirito del ciclismo e la forza interiore di ogni partecipante. Grazie alla passione e all’abilità artistica di Emy e Max, abbiamo trasformato la medaglia di quest’anno in un’opera d’arte che rappresenta non solo un traguardo, ma il trionfo personale di ogni finitore. Questa medaglia racchiude la forza, la determinazione e la vittoria di chiunque riesca a portare a termine un evento così prestigioso, indipendentemente dal tempo impiegato.
L’immagine scolpita rappresenta una figura mascolina e potente, con una bicicletta sollevata verso il cielo, un gesto che simboleggia la propria vittoria personale, un momento di pura conquista e orgoglio. Questa medaglia, insieme a una maglietta esclusiva progettata per incarnare lo spirito della gara, è più di un semplice ricordo: è un pezzo unico che celebra ogni finitore come un vero vincitore.
Ma l’esclusività non finisce qui. Solo i primi 1000 partecipanti avranno la possibilità di ottenere questa medaglia e questa maglietta, rendendo ogni pezzo ancora più prezioso. Seguiteci sui nostri canali social per restare aggiornati e non perdere questa opportunità unica di essere tra i 1000 “giovani e forti” che porteranno a casa un simbolo del proprio trionfo.
Infine, siamo grati a Enervit , che continuerà a sostenere i nostri atleti fornendo integratori all’interno del pacco gara, accompagnando ogni ciclista in questa sfida epica.
Non vediamo l’ora di celebrare con voi la forza, la passione e il coraggio di chi affronta la Granfondo della Versilia. Unisciti a noi e diventa parte di questa leggenda!
Emy e Max [email protected]
Eroica di Gaiole in Chianti, Un Inno alla Bellezza, alla Bicicletta e alla Condivisione
07/10/2024 in Eventi, News, Promozione del Territorio
Eroica di Gaiole in Chianti: Un Inno alla Bellezza, alla Bicicletta e alla Condivisione
Ci sono giorni in cui il mondo sembra fermarsi, e tutto si riduce a un’unica passione, pura e travolgente: il ciclismo. Giorni come quello dell’Eroica di Gaiole in Chianti, un evento che non è solo una corsa, ma una celebrazione della storia, della fatica e della gioia condivisa. È qui che la passione per la bicicletta trova la sua espressione più alta, in un inno al cicloturismo e alla bellezza della Toscana.
Partire alle 6:00 del mattino, nel buio freddo di Gaiole, con la luce tenue delle candele che guida i primi passi, è come entrare in un sogno. Il primo timbro sulla mia credenziale, come un pellegrino di Santiago, segna l’inizio della mia nona Eroica. Con il glorioso Pedale Pesciatino, ci siamo presentati alla partenza, pronti ad affrontare una sfida che ogni anno ci lega sempre più profondamente alla nostra passione.
L’Eroica, giunta alla sua 27ª edizione, non è solo un viaggio attraverso le colline e le strade bianche del Chianti: è un viaggio nel tempo. Un pellegrinaggio che ci lega, pellegrini moderni, a quelle antiche sensazioni di libertà, sfida e scoperta.
Non posso non pensare al patron di questo evento, Giancarlo Brocci, che con la sua visione trent’anni fa ha dato vita a questo sogno. Una follia, ma d’altronde, le follie fanno gli uomini grandi e le cose uniche. Brocci non si nega mai a un’intervista, a un saluto, a una stretta di mano e a una fotografia. È un grande uomo, un uomo grande. Oggi l’Eroica è conosciuta in tutto il mondo, un punto di riferimento per le bici storiche, un vero faro per gli appassionati di ciclismo vintage. E ogni anno lui è lì, con noi, a ricordarci l’importanza di credere nelle proprie visioni.
Quest’anno, come ogni anno, la mia Eroica è iniziata con il primo timbro sulla mia “credenziale”, un gesto che mi riporta ai pellegrinaggi di Santiago. Indossando la gloriosa maglia del Pedale Pesciatino, ho pedalato fianco a fianco con amici e nuovi compagni di viaggio. Il freddo pungente della mattina ha fatto da cornice ai primi chilometri, sotto un cielo carico di nubi, che pareva volerci mettere alla prova sin dall’inizio.
La prima destinazione è una delle più spettacolari: uno dei momenti più suggestivi dell’Eroica è stato il passaggio al castello di Brolio, dove le piccole luci attaccate alle biciclette e le candele che illuminano la salita hanno creato un’atmosfera quasi mistica. Tra asfalto e sterrato, si sale immersi in questo spettacolo notturno che rende l’Eroica un’esperienza unica.
Dopo una quarantina di chilometri, arriviamo in Piazza del Campo, conosciuta in tutto il mondo per il Palio di Siena e, da 10 anni, anche per le Strade Bianche, altro capolavoro di Giancarlo Brocci. Questo uomo potrebbe essere eletto “uomo dell’anno” per il turismo tematico. Vedere la piazza addobbata per l’occasione è uno spettacolo che ogni volta riesce a stupire, come se fosse la prima.
Come ogni anno, ci siamo addentrati nelle strade sterrate, con la salita verso Murlo a fare da giudice: la prima risposta allo stato delle gambe, ripida, fangosa, implacabile. È qui che la fatica comincia a farsi sentire davvero.
Ma l’Eroica non è solo fatica. È anche condivisione. A Murlo, il ristoro ci accoglie come un abbraccio caloroso. I meccanici eroici di un’epoca passata, con la loro maestria e pochi mezzi a disposizione, riparano le biciclette che “urlano fatica, dolore e vecchiaia”, come vecchie glorie che non vogliono arrendersi. Le storie si intrecciano, le facce conosciute ritornano: amici incontrati in tanti altri eventi ciclistici, compagni di viaggio in questa avventura senza tempo.
Poi, il gruppo si era ormai sfaldato. Il nostro capitano aveva deciso di pedalare da solo, per mettere alla prova le proprie gambe e vivere la sua quarta Eroica in piena libertà. Rimasi con Diego, una giovane promessa, che avevo convinto solo una settimana prima a partecipare. Non ha mai mollato un attimo ed è volato fino al traguardo, conquistando il titolo di “eroico”. Un risultato incredibile, per un giovane che un anno fa non avrebbe mai immaginato di poter affrontare una sfida del genere.
Ripartiamo ancora col freddo, alcuni di noi fermi ad aggiustare le loro eroiche biciclette. L’unico pensiero che mi viene in mente è: le Sante Marie, 11 km di puro dolore. Un dolore che alla fine diventa gioia infinita. Ci fermiamo al ristoro ad Asciano, dove ho imparato che bisogna mangiare poco e le cose giuste, salutando amici che conosciamo da una vita, persone che incontriamo a ogni evento. E poi ci dirigiamo verso la foto che non può mancare, al ceppo di Fabio Cancellara.
Le Sante Marie, la salita delle salite, è lì, pronta a metterci alla prova come sempre. 11 km di puro dolore che, alla fine, si trasformano in gioia. Con i miei 54 anni sulle spalle, la mia soddisfazione più grande è stata quella di non mettere piede a terra, un’impresa che non credevo possibile quest’anno. Eppure, eccola lì, la foto sotto il cartello, un sorriso che racconta più di mille parole.
Ma il viaggio non finisce qui. Ancora fatica, ancora salite, ancora strade bianche, sterrato e asfalto. Mangia e bevi, fino all’ultimo ristoro, quello di Castelnuovo Berardenga. È l’ultimo punto di ristoro, dove possiamo concederci qualcosa in più, qualcosa che prima non potevamo mangiare per la fatica che ci aspettava. Ma anche qui, ho dovuto ricordare al mio giovane compagno Diego che non era ancora finita: mancavano ancora 35 km, e con essi altre salite e fatica. Con lui abbiamo sellato di nuovo le biciclette, pronti a pedalare ancora una volta. La catena urlava sotto la sporcizia della strada, ma nonostante tutto, ci ha portato in fondo. E al traguardo, un applauso a mani alte ci ha accolto, un saluto all’impresa gloriosa che si chiama Eroica.
La mia Eroica di quest’anno è stata di 135 km con 2384 metri di dislivello. Ogni chilometro è stato un’emozione, una lotta contro se stessi, contro il tempo e contro la fatica.
Noi toscani siamo abituati alla bellezza che ci circonda, quasi drogati da essa. Non ci rendiamo conto di quanto questa bellezza sia così folgorante per chi viene da fuori. Ogni volta che guardo questi paesaggi, mi viene in mente una frase che utilizzo spesso, ispirata dal film La Casa di Carta, mentre a Firenze si osserva il David di Michelangelo: “Signori, continuate a coltivare la bellezza”. Questa frase risuona nel mio cuore ogni volta che pedalo tra queste terre.
L’Eroica non è solo un evento, è un’esperienza che cambia la vita, come dimostra l’aneddoto che ho vissuto la sera, dopo una cena tra amici e qualche bicchiere di grappa. Ho incontrato una coppia di australiani, lei di origini italiane, madre napoletana e padre siciliano. Dieci edizioni fa sono venuti a Gaiole senza sapere nulla dell’Eroica, e come dico spesso, questa corsa è come una droga: da quel giorno non hanno più smesso di tornare. Tanto che hanno comprato una casa proprio qui, nel cuore del Chianti. La moglie ha persino creato un’attività di cicloturismo, portando altri pellegrini moderni a vivere l’Eroica come la punta di diamante del loro viaggio.
La bellezza della fatica, il gusto dell’impresa: ecco quello che in tre parole racchiude lo spirito dell’Eroica.
L’Eroica non è solo una corsa, è un viaggio nell’anima di chi crede che la bellezza si trovi nei dettagli, nella fatica e nella condivisione. Vieni a scoprire questa magia, perché solo pedalando su queste strade puoi comprendere davvero cosa significhi essere “eroico”.
da Ajaccio a Bonifacio
29/09/2024 in Bikepacking Carsica, Viaggi
Diario di Bordo – Giorno 4: Ajaccio → Bonifacio
Il quarto giorno del mio viaggio in bicicletta in Corsica è iniziato con una scelta ponderata: invece di fermarmi a Porto Vecchio, come previsto inizialmente, ho deciso di concludere la tappa odierna a Bonifacio. La decisione è stata dettata anche dalle valutazioni sulle strutture ricettive ei loro costi. Un cambio di programma, ma con la stessa voglia di scoprire.
Alle 9:00 ero già in sella, pronto a partire con una temperatura che si aggirava intorno ai 15°C. Il cielo sembrava promettere una tregua dalla pioggia, ma quella sensazione familiare che il tempo poteva cambiare da un momento all’altro non mi ha mai abbandonato. Ho imparato a convivere con questo: il meteo imprevedibile è parte del viaggio.
Il tragitto di uscita da Ajaccio ha confermato ciò che ormai è diventato quasi una consuetudine per chi, come me, viaggia in bici: le ciclabili, se esistono, si interrompono e ti ritrovi su superstrade che sfidano ogni logica di sicurezza. Nonostante i controlli sulle tracce e su Google Maps, la via suggerita sembrava voler insistere su quei percorsi pericolosi. Ma passare su una superstrada non è un’opzione accettabile. Ho dovuto adattarmi, cercando strade secondarie che, sebbene più lunghe, fossero decisamente più sicure.
Dopo una lunga pedalata, è arrivato il momento di affrontare la sesta salita della giornata. Un test per la mia resistenza fisica e mentale. La salita è iniziata all’80º km, un’ascesa di circa 5 km, ma l’ultimo tratto, con una pendenza del 16%, mi ha davvero messo alla prova. Non saprei nemmeno dire esattamente dove mi trovassi, ma il senso di sfida e fatica ha reso ogni metro conquistato un’impresa. Ho dovuto fermarmi, riprendere fiato, e mi sono concesso una pausa con due banane e due pesche.
Ripartito con energia, non ho potuto evitare un incontro ravvicinato con la pioggia. Giusto dietro una curva, le gocce hanno iniziato a cadere. E naturalmente, come sempre accade, pioggia e discesa si sono combinati per offrirmi un’altra sfida. Le temperature durante la giornata hanno oscillato tra i 12°C ei 26°C, ma ho accettato con serenità questa alternanza di freddo e umidità, sapendo che fa parte del gioco del viaggiare in bicicletta: ci si bagna, ci si asciuga, e si continua a pedalare.
Proseguendo il percorso, il paesaggio ha iniziato a mutare. Gli ultimi chilometri prima di raggiungere Bonifacio sembravano provenire da un altro pianeta. La strada era solitaria, come se fossi l’unico viaggiatore in questo angolo sperduto di mondo. Le rocce attorno a me si coloravano di verde e rosso, e il tutto assumeva un aspetto quasi lunare, in netto contrasto con l’azzurro del mare che intravedevo in lontananza.
Poi, ecco Bonifacio. Uno spettacolo che toglie il fiato. Il castello, arroccato su un promontorio calcareo, sembrava aggrapparsi disperatamente alla roccia, con le unghie e con i denti. C’è una drammaticità in quella visione, un senso di sfida contro il tempo e gli elementi naturali. Prima o poi, quella roccia cederà, e il castello dovrà arrendersi alla forza della natura. Ma per ora, rimane lì, maestoso e fragile allo stesso tempo.
Durante il percorso ho avuto la fortuna di ammirare anche la Torre di Roccapina, una torre genovese del XVI secolo, https://maps.app.goo.gl/nidLR9Z9MbHDb4eVA che domina dall’alto con una vista spettacolare sul mare. È difficile non fermarsi a contemplare la meraviglia della sua posizione, quasi scolpita dalla mano dell’uomo e della natura insieme. A completare il quadro, la famosa formazione rocciosa del “Leone di Roccapina”, un guardiano naturale di questo tratto di costa.
La giornata si è conclusa così, con Bonifacio che mi ha accolto come solo questa antica città può fare: con la sua bellezza aspra e la sua storia incisa nella pietra. Un giorno che non dimenticherò facilmente, dove ogni curva, ogni salita e ogni sfida hanno lasciato un segno indelebile.