Pista Ciclabile Destra del Po
21/07/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

Percorso
Appena partiti da Stellata la pista si allontana dal Po conducendo il ciclista a Bondeno, si tratta di una deviazione necessaria per aggirare il fiume Panaro. Si ritorna sulle sponde del grande fiume in corrispondenza dell’area naturale del Bosco di Porporana, uno dei pochi boschi di pianura rimasti lungo il Po.

Ferrara, città delle biciclette – Filippo Pollastri
Abbiamo quindi percorso circa 35 km e ci troviamo praticamente alle porte di Ferrara, città d’arte famosa per essere stata la capitale della corte d’Este e… per le biciclette! La città è collegata alla pista ciclabile Desta Po da almeno due percorsi riservati ai ciclisti, a questo punto fare una deviazione per visitarla è quasi d’obbligo!
Ripartendo da Francolino, antico luogo franco sulla rive del Po, si nota come gli argini del fiume diventino sempre più alti; infatti i sedimenti portati dal fiume aumentano esponenzialmente avvicinandosi alla sua foce ed il livello delle acque si alza di conseguenza. Presso il comune di Ro si incontra l’Oasi Mulino del Po istituita nel ’99 a protezione della fauna e della flora locale. Proseguendo, al 50° km, si attraversa l’abitato di Guarda Ferrarese e si può ammirare la sua bellissima chiesetta del ‘700.
Poco oltre il Po si biforca prendendo due direzioni diverse. La pista ciclabile continua lungo il Po di Goro, ovvero il ramo del fiume che da origina al delta sul Mar Adriatico. In un primo tratto il fiume corre parallelo al Canal Bianco ed il percorso fa altrettanto viaggiando al centro di questo binario fluviale fino alla cittadina di Mesola. Il comune si riconosce da lontano grazie all’imponente castello cinquecentesco che domina il suo profilo.

Scarica il percorso della Pista Ciclabile Destra Po: ITINERARIO DESTRA PO
Ciclovia Tirrenica
21/07/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

Si tratta di un progetto molto ambizioso non ancora terminato ma già praticabile sebbene in certi tratti si sia costretti a pedalare su strade trafficate. Alla sua realizzazione collaborano sia l’associazione nazionale FIAB che le varie amministrazioni locali attraversate dal percorso. L’idea è quella di includere la Ciclovia Tirrenica in una rete ciclabile tutta italiana che pian piano sta prendendo vita: “BI – Bicitalia”.
Percorso
Partendo da Verona, prima di tutto, si attraversa la vasta pianura in direzione sud-ovest fino a Mantova per poi proseguire per circa 30 km lungo la bellissima pista ciclabile dell’UNESCO che attraversa le zone umide del Parco Oglio Sud su strade a basso traffico.

Si valica l’Appennino al Passo della Cisa quindi si scende verso Pontremoli e nella Val di Magra in Lunigiana. Ci troviamo ora all’estremo nord della Toscana non lontano dal confine ligure. Continuando verso sud si raggiunge la Versilia e quindi il Mar Tirreno che ci accompagnerà per il resto del tragitto fino a Roma.
Il percorso ormai è tracciato: sempre costeggiando il mare, dalla pista ciclabile versiliese si prosegue nel Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli fino a lambire Pisa. Ancora pochi km e si raggiunge la favolosa Costa degli Etruschi sul litorale livornese. Bisogna fare attenzione al tratto della via Aurelia fino a Quercianella, è decisamente trafficato specie nei mesi estivi. Una volta superato tale ostacolo si pedala più tranquilli su strade secondarie passando per Rosignano, Vada, San Vincenzo, Follonica.

Maremma – Alessio Damato
Arrivati in Maremma, alcune ciclabili litoranee permettono di raggiungere facilmente Grosseto. Mantenendosi sul litorale ci si addentra quindi nel Parco Regionale della Maremma: lo si può attraversare (meglio se in mountain bike) o costeggiare passando dalla strada provinciale più interna.
Lasciato il parco si prosegue su di una strada secondaria toccando i paesi di Montiano, Magliano e Capalbio per poi passare il confine con il Lazio e attraversare i comuni di Montalto di Castro, Tarquinia, Civitavecchia e quindi Roma.
Scarica il percorso della Ciclovia Tirrenica: ITINERARIO
La Via degli Dei tra Bologna e Firenze
14/07/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

Se si è abbastanza allenati è possibile percorrere la via in soli due giorni. Ma attenzione bisogna essere preparati ad affrontare dislivelli molto impegnativi e a portare la bici in spalla anche per lunghi tratti. Specialmente nel tratto toscano le salite sono decisamente ripide ed alcune sono invase da rovi e piante che rendono impossibile la pedalata.
Durante il tragitto non si incontrano molte indicazioni quindi è necessario munirsi di navigatore GPS per seguire la traccia del percorso originale. La migliore bici per affrontare la Via degli Dei è probabilmente una Full da XC marathon o da all-mountain, molto leggera e performante in discesa.
IL PERCORSO
Giorno 1: Bologna – Passo della Futa (75 km – 2200 mt)
Si parte da Piazza Maggiore nel cuore del centro storico di Bologna e seguendo le piste ciclabili si arriva in totale sicurezza nel comune limitrofo di Casalecchio di Reno. Dopo i primi 20 km si ha il primo impatto con l’Appennino: due salite al 17% di pendenza che permettono di salire velocemente di quota. Si continua quindi lungo una serie di sentieri fino all’abitato di Brento. Prima di ripartire, conviene fare scorta d’acqua e rifocillarsi in paese.
Dal borgo si comincia finalmente a pedalare sull’antica strada militare romana oggi ridotta a un saliscendi dal fondo sconnesso che mette a dura prova l’equilibrio del biker e gli pneumatici.
Alla fine di questo tratto si riprende l’asfalto e si sale ancora fino all’abitato di Monzuno, in origine Mons Iovis ovvero Monte di Giove. Il panorama è bellissimo… campi di grano, montagne e casolari in pietra isolati nella campagna avvolti da un silenzio quasi irreale. Superato il paese è meglio fermarsi alla sorgente del Mulo e riempire le borracce. Si continua poi a salire fino a raggiungere la cima del monte dove si trova un parco eolico. Inizia quindi una discesa molto piacevole su ampia strada bianca che conduce alla località di Madonna dei Fornelli.
Da qui inizia forse il tratto più bello di tutta la via. Si risale sulla strada romana e si segue lungo discese molto ripide e tecniche, nel mezzo di una foresta di conifere profumata di resina per poi risalire ancora per raggiungere il punto più alto del percorso: la cima del Monte Cucco (1120 mt). Il sentiero della salita è molto stretto e in alcuni punti rovinato, conviene prendere la bici in spalla e salire a piedi.
Un altro tratto in discesa, ma su asfalto, riporta poi verso Fratte e proseguendo fino al Passo della Futa.
Giorno 2: Passo della Futa – Firenze (65 km – 1550 mt)
Partenza presso il cimitero militare tedesco dove furono sepolti i soldati nazisti che persero la vita sulla Linea Gotica. Il fronte di guerra attraversava l’Italia proprio in questi luoghi ed ha lasciato segni indelebili sui paesi della zona.
Oltre il Passo della Futa continua in discesa su asfalto con alcuni tornanti molto belli. Dopo qualche curva si torna però a salire su sterrato per circa 10 km ad una pendenza media del 22% fino al Passo dell’Osteria Bruciata. Da qui parte una discesa molto tecnica con un dislivello di quasi 1000 mt a cui occorre prestare davvero attenzione se non si vuole rischiare di cadere, in caso di estrema difficoltà meglio scendere dalla bici e spingere. Il fondo è rovinato da piante, lastroni in pietra, rovi e dai solchi delle moto da cross.
Alla fine della discesa si incontra il paese di San Piero a Sieve, perfetta tappa per rifocillarsi e fare scorta d’acqua. Subito fuori dal piccolo borgo bisogna affrontare un’altra salita al 17% di pendenza. Si prosegue quindi su un sentiero che si trasforma in tratturo e diventa quasi impraticabile costringendo a proseguire a piedi con la bici in spalla. Si sale per circa 10 km fino al Convento di Monte Senario.
Dopo una pausa presso il convento si scende verso Fiesole attraversando una collina coltivata a grano in cui non c’è alcun sentiero tracciato: ognuno è libero di seguire la traiettoria che vuole. E’ un tratto decisamente suggestivo che ripaga di tutta la fatica fatta.
All’altezza dell’abitato si incontra l’ennesima salita, questa volta l’ultima, e dopo una discesa tecnica da enduro si arriva in pianura nella periferia di Firenze. Il centro non è lontano ma non esiste alcuna pista ciclabile per raggiungerlo. Termine del percorso in Piazza della Signoria.
Scarica la traccia GPS della Via degli Dei a questo link: https://www.cicloturismo.it/itinerario/la-via-degli-dei/
Tour dell’Alpe Cimbra: cicloturismo in MTB tra Folgaria, Lavarone e Luserna
06/07/2016 in Promozione del Territorio, Territorio
27 Giugno – 1 Luglio 2016
Lo staff di Cicloturismo è andato in esplorazione del magnifico territorio dell’Alpe Cimbra: circa 105 kmq nel Trentino sud-orientale, tra le cittadine di Folgaria, Lavarone e Luserna.
Per una settimana abbiamo fotografato e tracciato di persona km e km di sentieri, aiutati lungo la via dalle locali APT e spesso direttamente dalla gente del luogo.
Arriviamo sul posto in una splendida giornata estiva, dopo giorni di tempo incerto.
Subito incontriamo Ilaria e Marco responsabili di una APT locale con i quali cominciamo a programmare il nostro soggiorno documentaristico in questo splendido angolo di Trentino.
Dopo poco raggiungiamo l’Hotel Due Spade in località San Sebastiano nel comune di Folgaria e veniamo accolti dal sorriso di Maria Pia. Quest’incontro ci mette di buon umore per affrontare la prima escursione della settimana.
Partendo dall’hotel arriviamo fino al Forte Cherle a quota 1.440 mt. Si tratta di una delle numerose installazioni militari austriache che caratterizzano questi altipiani. Boschi e prati alpini ci accompagnano per tutto il tragitto fino alla sommità del colle, per un dislivello totale di circa 500 mt.
Una gita breve ma molto suggestiva ci riporta poi all’Hotel Due Spade. L’ottimo pranzo ristoratore della struttura ci da la carica per la prossima escursione.
Il secondo giorno che passiamo a Folgaria ciò che più ci colpisce è la dolorosa memoria delle guerre che tutte queste fortificazioni austriache ci richiamano alla mente lungo i sentieri. In un paesaggio che sembra disegnato apposta per le biciclette, in mezzo alla natura, nell’aria fresca della montagna, spuntano i fortini simbolo della I Guerra Mondiale: il Forte Sommo Alto, presso il Passo Coe, ed il Forte Campomolon, nel territorio vicentino.
Da notare le strade della Regione Trentino Alto-Adige in confronto a quelle del Veneto: ottime le prime, piene di buche e crepe le seconde….
Il terzo giorno ci cimentiamo nella salita che dal paese di Serrada porta a quota 1.603 mt fino al Rifugio Finonchio dei F.ll Filzi. Dopo circa 4 km di pedalata impegnativa arriviamo da Michela ed Alberto che ci deliziano con le loro specialità trentino-mantovane. Il panorama da quassù è meraviglioso e da solo basta come premio per la fatica fatta durante la salita.
Il pomeriggio ci raggiungono gli amici dell’Alpe Cimbra Bike e dell’Alpe Cimbra Activity che ci illustrano tutte le attività che si possono praticare nel comprensorio di Folgaria-Lavarone-Luserna: mountain-bike, nordic walking ed escursioni enogastronomiche!
Il quarto giorno il nostro tour continua nel territorio di Lavarone.
Si comincia la giornata con un breve itinerario chiamato “Il Respiro degli Alberi” che si sviluppa interamente su strada forestale con fondo ghiaiato regolare. Lungo il sentiero gli alberi d’autore creano la suggestione di un museo naturale a cielo aperto: un vero e proprio evento d’arte nel bosco!
Più tardi ci tornano alla mente la storia e le guerre. In bici arriviamo al cimitero di Slaghenaufi dove riposano 700 caduti di ogni nazionalità che hanno perso la vita negli scontri qui avvenuti durante la I Guerra Mondiale. Anche da qui la vista della valle e delle montagne ci conferma che l’Alpe Cimbra è uno scrigno di bellezza e riflessioni dal fascino unico.
Arriva infine il momento di ripartire e salutare il territorio dell’Alpe Cimbra. Abbiamo visitato un luogo magico dove sostando in una malga lungo il sentiero, capita di incontrare un casaro che scalda e rompe la cagliata o di veder trasformare il latte in forme di “Vezzena”. Scoprite anche voi l’esperienza eccezionale che regala l’attraversare tutti i profumi del bosco, scoprite l’Alpe Cimbra!
IL 24 GIUGNO SULLO STELVIO CON LA BICI PIEGHEVOLE PER BENEFICENZA
LA BROMPTON CLIMB 2016: IL 24 GIUGNO SULLO STELVIO CON LA BICI PIEGHEVOLE PER BENEFICENZA
È una questione di stile. Brompton, il brand londinese produttore delle biciclette pieghevoli più famose sul mercato, è riconosciuto dal pubblico per l’unicità del prodotto ma anche per il carattere degli eventi di cui è protagonista. I possessori di questa bicicletta, vera icona di eleganza e simbolo di uno stile di vita, rimangono fedeli alla Brompton sempre e comunque – anche quando piove, anche in vacanza e… anche in salita.
Poche settimane dopo aver disputato il Brompton World Championship a Venezia gareggiando “in giacca, cravatta e casco” in laguna, il prossimo venerdì 24 Giugno il popolo delle folding bike si ritroverà a Bormio per attaccare tutti insieme i 2758 metri dello Stelvio per una buona causa. Come avvenuto anche nelle prime due edizioni, anche quest’anno la finalità della Brompton Climb sarà infatti quella di raccogliere fondi per Soccorso Clown, la Onlus che contribuisce a regalare sorrisi ai bambini in ospedale attraverso l’intervento di “pagliacci volontari”.
I Bromptoniani abbandoneranno così il dress code della gara precedente per recuperare l’abbigliamento tecnico più adatto per l’ascesa, la più impervia nella storia del Giro d’Italia da quando nel 1965 è nata la consuetudine della Cima Coppi. Del resto, lo Stelvio è il valico stradale più alto d’Italia. La partenza è prevista alle 8 del mattino dai 1250 metri di altezza del centro di Bormio, ai piedi della salita: da lì in poi i partecipanti conteranno 36 tornanti distribuiti lungo i 21,5 km di strada fino a raggiungere il Passo, superando quindi 1550 metri di dislivello positivo. La pendenza media è del 7,1% con una punta massima del 14%.
Sarà l’occasione per passare un weekend diverso dal solito, per pedalare lungo una strada dai panoramici meravigliosi e per sentirsi dei veri arditi, capaci di tuffarsi in una vera avventura. Si potrà così mettere alla prova sé stessi e la propria Brompton.
Davvero è possibile salire fino allo Stelvio con una piccola bicicletta pieghevole che, debitamente richiusa, porta via lo spazio di una grossa borsa della spesa?
Sembra proprio di sì, a ben vedere cos’è accaduto nelle scorse edizioni. Pur non rinnegando il proprio carattere urban che anzi contribuisce ad aumentare la portata di questa “epica impresa”, Brompton invita tutti a tentare lo Stelvio. Non è necessario essere dei campioni né tantomeno dei supereroi e non serve nemmeno avere dei rapporti speciali montati sulla bici: basta essere in forma e avere voglia di provarci.
Le iscrizioni alla Brompton Clown sono ancora aperte su brompton.it e su soccorsoclown.it.
Da Trieste a Parenzo lungo la Pista Ciclabile Parenzana
25/05/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

La cosa migliore per evitare il traffico stradale del primo tratto è partire direttamente da Muggia, ultimo comune italiano prima del confine. Da Trieste si raggiunge in pochi minuti sia in macchina che in traghetto, ma quest’ultima è certamente l’opzione più suggestiva e ve la consigliamo.
Lasciata Muggia ci si addentra nella Riserva Naturale Val Stagnon, la più importante zona umida della Slovenia, per poi raggiungere la cittadina di Capodistria. Appena 15 km più a sud si trovano le famose località balneari di Pirano e Portorose. Potete fare tappa qui e approfittare dei numerosi itinerari ciclabili proposti dall’amministrazione locale per scoprire le bellezze dell’entroterra istriano. Non potete perdervi il Parco Naturale delle Saline di Sicciole nè i verdi colli Savrini, dove avrete la possibilità di gustare le specialità culinarie del territorio ed i prodotti tipici dei borghi storici dell’Istria.
Proseguendo verso sud per circa 40 km si attraversa il confine sloveno per entrare in Croazia. Due cittadine da visitare sono Padna (o Pedona), famosa per la coltivazione di bietola, e Nova Vas (o Villanuova), rinomata invece per l’aglio. Se capitate da queste parti tra il 6 e 7 Luglio sappiate che vi troverete nel pieno della Festa del Vino e dell’Aglio, occasione perfetta per degustare i 
Ancora pochi km e arriverete a Parenzo, antica città di origine romana sviluppatasi attorno al proprio porticciolo. Parenzo conserva incredibili monumenti storici ed un patrimonio artistico davvero notevole. E’ il caso della Basilica Eufrasiana, un complesso religioso risalente al V secolo e ampliato ulteriormente sotto l’Impero Bizantino. La basilica è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1997.
Cicloturismo in Marocco
23/05/2016 in Promozione del Territorio, Territorio
Elogio della lentezza – Viaggi – Cammino Portoghese 2016
05/05/2016 in Appunti di viaggio, Viaggi
Il modo migliore di viaggiare é: lento. Di più lento, rispetto alla bicicletta, c’è solo il viaggio a piedi, quindi, gli appassionati ciclisti, sono messi molto bene per godere appieno della magia di un viaggio. La lentezza, di questa magia, è uno degli ingredienti principali. Mentre si pedala si ha la percezione di una quantità di sensazioni che il vivere sintetico del quotidiano ci nega. Viaggiando lentamente incontri gli sguardi della gente, senti i profumi, vedi cose altrimenti invisibili. Viaggiando lentamente, se vuoi, ti puoi permettere il lusso di godere di un pò di pioggia, un’esperienza, ormai, quasi sconosciuta. Il cicloturismo fa riscoprire tutte quelle meravigliose piccole cose di cui ci eravamo dimenticati oppure che non sapevamo come, ad esempio, che il mondo è molto più piccolo di quello che sembra, tanto che lo puoi attraversare in punta di pedale.
Proprietà benefiche, usi e controindicazioni Anguria
02/05/2016 in Alimentazione, Tecnica
L’anguria è il frutto dell’estate per eccellenza: fresca, dissetante e non solo! Oltre ad avere pochissime calorie, ha anche molte proprietà benefiche: è diuretica e aiuta a dimagrire!
L’anguria o cocomero (Cucumis citrullus) appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, come melone e cetriolo. È tra i frutti più dissetanti in assoluto: contiene infatti il 92% di acqua, e può raggiungere grandi dimensione arrivando a pesare fino a 20 chili. La parte esterna è dura e liscia, di colore verde con striature più chiare, mentre la polpa è di colore rosso, i suoi semi sono commestibili e ricchi di sali minerali. Ci sono due principali varietà di anguria: la Crimson sweet che viene dall’America ed è la più coltivata in Italia, e la Sugar Baby, un’anguria più piccola e dalla scorza tutta verde senza striature.
Una particolare tipologia, poco diffusa in Italia, ma che troviamo in nord America, è l’anguria gialla detta anche anguria ananas, fuori è verde come le normali angurie, ma all’interno è gialla ed ha un sapore più esotico. Il principio attivo più importante dell’anguria è il licopene che dona al frutto le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Scopriamo quali sono i benefici che questo frutto ricco di sali minerali e vitamine, apporta al nostro organismo.
Proprietà benefiche dell’anguria
Diuretica: mangiare anguria, meglio se lontano dai pasti, aiuta a depurare il nostro corpo eliminando le tossine in eccesso. Ciò si rivela un valido aiuto anche per contrastare gli inestetismi della cellulite, oltre ad essere benefico per la salute dei reni.
Aiuta a dimagrire: molti si chiedono se l’anguria faccia ingrassare perché ritengono magari che sia un frutto ricco di zuccheri. Ciò è errato, sia perché l’anguria contiene pochi zuccheri, e principalmente fruttosio, ma anche perché ha poche calorie. Ciò lo rende un frutto ideale nei regimi alimentari ipocalorici. Seguire la dieta dell’anguria può farvi perdere fino a 7 chili in una settimana. Il regime alimentare sarà bilanciato e variato e, a fare la differenza, saranno spuntino e merenda durante i quali mangiare anguria, a cubetti, nella macedonia o come centrifugato.
Combatte l’ipertensione e riduce il colesterolo: il potassio e la citrulina contenuti nell’anguria riescono a regolare la pressione sanguigna, è utile quindi in caso di ipertensione. Inoltre, grazie alle fibre e al contenuto di acqua, aiuta il sangue a essere più fluido riducendo il colesterolo, prevenendo così anche le malattie cardiovascolari.
Utile in caso di stipsi: l’azione leggermente lassativa rende questo frutto l’ideale per chi soffre di stipsi e intestino pigro.
Mantiene più giovane la pelle e più sani i capelli: l’anguria è ricca di beta carotene che aiuta la pelle a mantenersi giovane, grazie sia all’idratazione che alla rigenerazione cellulare. Inoltre la vitamina A e la vitamina C stimolano la produzione di collagene apportando benefici a pelle e capelli che sono più forti e luminosi.
Si può mangiare in caso di diabete: chi ha il diabete deve stare attento anche ai frutti che contengono molti zuccheri. L’anguria contiene fruttosio uno zucchero a rapido assorbimento che è tollerato bene da chi soffre di diabete. La regola è sempre quella di non esagerare ma, mangiare una fettina di anguria come spuntino, non costituisce di certo un pericolo.
Valori nutrizionali
Anguria – Quantità per 100 grammi – Calorie 30
Grassi 0,2 g
Acidi grassi saturi 0 g
Acidi grassi polinsaturi 0,1 g
Acidi grassi monoinsaturi 0 g
Colesterolo 0 mg
Sodio 1 mg
Potassio 112 mg
Carboidrati 8 g
Fibra alimentare 0,4 g
Zucchero 6 g
Proteina 0,6 g
Vitamina A 569 IU – Vitamina C 8,1 mg
Calcio 7 mg – Ferro 0,2 mg
Vitamina D 0 IU – Vitamina B6 0 mg
Vitamina B12 0 µg – Magnesio 10 mg
Come coltivare l’anguria in vaso
L’anguria è un frutto che si semina in primavera per essere coltivata ad agosto, la specie consigliata per chi vuole seminarla in vaso è quella Baby, detta anche anguria nana. Per crescere, questo frutto ha bisogno del calore e di un vaso di terracotta che sia almeno di 50 cm di diametro. Ci vuole poi del terriccio da giardino che sia ben drenato, anche mettere argilla espansa sul fondo aiuterà a evitare i ristagni d’acqua. Inserite qualche seme nel terriccio, coprite e innaffiate. Il terreno dovrà essere sempre un po’ umido ma mai troppo bagnato, inoltre va concimato appena uscirà il frutto e fino a quando non crescerà del tutto.
Controindicazioni
L’anguria è controindicata se si soffre di colon irritabile a causa delle sue proprietà lassative, e bisogna mangiarla con attenzione anche se si soffre di gastrite perché potrebbe accentuarne il dolore. Devono fare attenzione anche i soggetti allergici e intolleranti, soprattutto chi è allergico alle graminacee. Non è invece controindicata in gravidanza e allattamento.
Come scegliere e conservare l’anguria
L’anguria va acquistata nel periodo che va da maggio a settembre e, per verificare che sia matura al punto giusto, controllate innanzitutto la buccia che deve essere liscia e compatta senza ammaccature o parti di colore più scuro. Poi è sempre buona abitudine battere leggermente con le nocche sul frutto: se il suono è vuoto allora è maturo al punto giusto. Se sul fondo è bianco o verdastro vuol dire che è acerbo. Quando l’anguria è ancora chiusa sarebbe meglio conservarla a temperatura ambiente. Quando intendiamo consumarla possiamo metterla un po’ in frigo, prima di aprirla per gustarla fresca. Per la conservazione, se la tagliate a pezzetti, è meglio metterla in appositi contenitori da frigo e consumarla entro un giorno, altrimenti copritela con della pellicola e mettetela nel ripiano più basso del frigo. Da consumare sempre entro un paio di giorni.
Anguria: quando mangiarla, usi in cucina e ricette
L’anguria andrebbe mangiata lontano dai pasti per gustarne a pieno il sapore e godere dei suoi benefici. Dopo pranzo o cena potrebbe infatti aumentare il senso di gonfiore, dovuto al grande contenuto di acqua. Inoltre è consigliabile non mangiarla troppo fredda per evitare problemi a pancia e stomaco. Di solito l’anguria si mangia a fette, a cubetti, nelle macedonie e, la sua polpa, viene spesso utilizzata anche per accompagnare gelati e dessert. Si possono anche realizzare rinfrescanti sorbetti e granite.
Spiedini salati all’anguria
Una ricetta fresca e gustosa ideale per l’estate. Ecco cosa vi occorre: anguria, 150 gr di mozzarella in sfoglia, 100 gr di salmone affumicato, 50 gr di prosciutto crudo 1 cetriolo. Tagliate a cubetti 3 fette di anguria. Stendete la mozzarella in sfoglia e metteteci sopra il salmone. Ora arrotolate la mozzarella e tagliatela a rondelle, tagliate anche il cetriolo a fette e alternate sullo spiedino: rondelle di mozzarella e salmone, cetriolo, prosciutto e cocomero. Il vostro piatto è pronto per essere servito come antipasto.
Sorbetto all’anguria
Il sorbetto all’anguria può essere un fresco dopo pasto semplice da preparare. Ciò che vi occorre è: 600 gr di polpa di anguria, 100 gr di zucchero, il succo di 1 limone, 250 gr di acqua e 1 albume. preparate la polpa di anguria passando i cubetti nel mixer e utilizzate un setaccio per eliminare eventuali pezzi. Ora preparate lo sciroppo mettendo l’acqua nella pentola a fuoco lento, aggiungendo lo zucchero. Fate bollire, aspettate 5 minuti e poi spegnete. Mettetelo in una terrina e fate raffreddare. Mettete in frigo sia la polpa di anguria che lo sciroppo. Dopo premete un limone e unite il succo alla polpa con lo sciroppo. Unite anche l’albume montato a neve. Amalgamate il tutto e versatelo nella gelatiera per circa 30 minuti. Può essere servito subito o conservato in freezer per 4 giorni in un contenitore chiuso ermeticamente. Se non avete la gelatiera, mettete il composto nel freezer, e controllatelo ogni mezz’ora rigirandolo e eliminando il ghiaccio in superficie.
Patagonia Coast to Coast: Un’avventura alla Fine del Mondo
22/04/2016 in Patagonia Coast to Coast
Patagonia Coast to Coast sta acquistando sempre maggiore visibilità e consensi sia sul web che fuori. Il blog Movimento Lento dedicato ai viaggi “lenti” a piedi o in bicicletta ha deciso di pubblicare un articolo sull’avventura di Paolo ed Enrico che partirà alla fine di Ottobre 2016.
Un’avventura alla Fine del Mondo
Enrico e Paolo sono due viaggiatori di professione.
In sella alle loro biciclette solcano le strade del mondo, inseguendo ragioni diverse, che inevitabilmente si
fondono a creare una sinergia comune.
Paolo cerca di combattere in “mal di viaggiare”, l’esigenza che insorge appena ci si ferma, quando con
l’istantaneità di un’idea si prefissa una nuova meta da raggiungere. Per ricaricarsi, con la fatica del viaggio,
delle energie necessarie alla realizzazione dei sogni.
Enrico, dal canto suo, insegue la bellezza. Viaggiando da solo, facendo delle persone incontrate sulla strada
parte integrante e fondamentale del viaggio, approfittando della lentezza per osservare quello che di solito
viene tralasciato, per mancanza di tempo o per la troppa fretta.
Insieme hanno deciso di intraprendere un viaggio in bicicletta di oltre 7900 chilometri, tra gli spazi enormi e
selvaggi della Patagonia e la cordigliera delle Ande, la catena montuosa più lunga al mondo.
Dalla Gola del Diavolo, a confine tra Brasile e Paraguay, dove le acque del fiume Iguazù danno vita a 275
spettacolari cascate, attraverso l’Argentina, fino al limitare estremo delle Americhe: Ushuaia, la città più a
sud della Terra. Attraverso la Patagonia, quindi, fino alla Terra del Fuoco.
Per poi risalire lungo la costa opposta, da Punta Arenas, principale transito tra Atlantico e Pacifico in
epoche remote, in un continuo saliscendi ad alta quota, fino a Santiago del Cile.
Tra salite e discese, il dislivello totale percorso alla fine del viaggio è di circa 35 mila metri.
Assieme alla loro immensa passione per le terre lontane ed alla voglia di mettersi alla prova contro sé
stessi, Paolo e Enrico sono partiti per aiutare l’Associazione Dynamo Camp Onlus, raccogliendo fondi per
aiutare i minori affetti da patologie gravi e croniche.
_Martina Fabbri
Leggi l’articolo sul blog di Movimento Lento









































