Allenamento delle braccia nel ciclismo
05/07/2017 in Biomeccanica, Tecnica
Il ciclismo è uno sport completo, quando ci si allena con serietà per migliorare le proprie performance non è possibile ignorare le braccia.
Questa parte del corpo non serve solo a reggere il manubrio, fa la sua parte anche in termini di resistenza alla fatica e capacità di guida.
Essendo le mani uno dei 3 punti di contatto tra uomo e bici, braccia forti ed allenate adeguatamente consentono di mantenere il manubrio stabile anche ad alte velocità e nei tratti sconnessi. Inoltre mani, polso e avambracci per essere in grado di assorbire le continue vibrazioni provenienti dalla ruota anteriore devono essere ben sviluppati e resistenti. Altrimenti si rischia di incorrere in spiacevoli tecnopatie.
Nel ciclismo, le braccia vengono in particolar modo stimolate quando:
- Si pedala fuori sella – alzandosi in piedi sui pedali, il baricentro si sposta in avanti e le braccia sono chiamate a reggere il peso del corpo.
- Si pedala in salita – le mani sono infatti chiamate a resistere alla forza di gravità che spinge tutto il corpo verso il basso.
- Durante lo sprint finale – durante gli ultimi metri di una corsa, l’energia normalmente sprigionata sui pedali finisce sulle braccia a causa della torsione applicata alla bici ed alla potente azione muscolare.
- Nelle discese lunghe – in posizione aerodinamica con la schiena allungata e le mani sulla curva della piega manubrio, sono esclusivamente le braccia a lavorare per mantenere stabile lo sterzo.
Quindi, come si nota, le braccia nel ciclismo non sono affatto “inutili”. Occorre prendersene cura sia con un lavoro di potenziamento muscolare che con esercizi di stretching per aumentarne la flessibilità.
Allernarsi in palestra è importante tanto più che esistono moltissimi esercizi (pesi e flessioni) appositamente per potenziare i muscoli delle braccia. Prima di un allenamento in bici, anche lo stretching è fondamentale e non andrebbe mai saltato.
Il percorso ciclabile della Via Claudia Augusta
05/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Oggi il percorso di questa antica via di comunicazione è stato riscoperto e valorizzato come merita: è diventato il più facile valico alpino per i ciclisti.
L’itinerario della ciclovia che ricalca la Via Claudia Augusta è lungo circa 655 km e si mantiene sempre su strade secondarie o vere e proprie piste ciclabili. Sebbene affrontare diverse salite sia inevitabile, queste non sono mai troppo lunghe né impegnative.
Il percorso della Via Claudia Augusta può essere diviso in tre parti:
1) Pianura Veneta – prevede l’attraversamento della pianura fino alla base delle montagne, quindi la salita verso le valli del Piave e l’Alto Adige. I luoghi più interessanti da visitare in questo tratto sono Venezia, Treviso, Trento e Bolzano.
2) Attraversamento delle Alpi – si superano le Alpi fra Italia, Austria e Germania immersi nella natura che in questi territori domina incontrastata.
3) Germania – il tratto tedesco si svolge tutto tra le colline della Baviera mantenessi sempre in leggera discesa, cosa che permette di godersi il panorama al massimo. Si attraversano piccoli villaggi per tutto il tragitto.
SCARICA L’ITINERARIO: Pista ciclabile Via Claudia Augusta
Pista ciclabile del Rodano – tra Svizzera e Francia
05/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Il Rodano è un importante fiume europeo che nasce in Svizzera, prosegue in Francia ed infine si getta nel Mediterraneo. In totale è lungo circa 812 km.
Le sue sponda sono interessate da un itinerario ciclabile che solo di recente è stato inserito nel sistema Eurovelo, le piste ciclabili europee.
Si tratta di un percorso quasi sempre in leggera discesa che segue il fiume dalla sorgente alla foce per 850 km.
TRATTO SVIZZERO
La partenza dell’itinerario è fissata a Oberwald, a circa 5 km dal ghiacciaio da cui ha origine il fiume. In questo primo tratto si pedala lungo la stretta valle del cantone Vallese, attraversando piccoli villaggi. Via via che si procede la valle si allarga e con essa anche la portata del fiume. A questo punto si incontrano anche cittadine più grande come Sion, sede di una cattedrale molto scenografica.



All’altezza di Martigny, circa 135 km dalla partenza, il fiume si inoltra di nuovo in una valle più piccola e stretta. Il panorama campestre cambia e si inizia a pedalare in mezzo ai vigneti. A breve distanza si raggiunge quindi il Lago di Ginevra e lo si costeggia per un lungo tratto.
Prima di arrivare a Ginevra si attraversano Montreux e Losanna. Il tratto svizzero della pista ciclabile del Rodano si interrompe nella periferia della città, al confine con la Francia.
Scarica l’itinerario: Rodano in Svizzera
TRATTO FRANCESE
Appena entrato in territorio francese, il fiume segue un tratto a zig zag tra i monti, quindi attraversa Lione. La città è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1998 e merita certamente una visita.
Il Rodano inizia quindi a scorrere placido nella campagna francese e punta dritto al Mediterraneo. Il fiume adesso ha una portata imponente perché arricchito da molti piccoli torrenti. Presso la cittadina di Vienne si trova un particolare tratto del Rodano in cui sostano molti uccelli migratori sul cammino per l’Africa.



Dopo circa 400 km dalla partenza, si raggiunge la Provenza ed il suo panorama tipicamente mediterraneo. Si attraversa Avignone e ci si avvicina alla città di Arles, dove il fiume inizia a dividersi formando il suo grande delta.
Ci troviamo all’interno del Parco Regionale del Camargue, qui termina la pista ciclabile del Rodano, su una bellissima spiaggia libera detta “Spiaggia di Napoleone”.
Scarica l’itinerario: Rodano in Francia
In bici nel Triangolo Lariano: Nesso – Sormano – Bellagio
03/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Il Triangolo Lariano è quella parte di terra, quella penisola, compresa tra i due rami del Lago di Como, detto anche Lario (da cui prende nome). I vertici del triangolo sono identificati con Como, Bellagio e Lecco.
Il percorso proposto permette di esplorare buona parte del triangolo in bicicletta. Si pedala per lo più su strade asfaltate con salite e discese impegnative: un anello di circa 50 km adatto a cicloturisti allenati.



Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo – Nicola (Wikipedia) CC BY-SA 3.0
PERCORSO
Si parte da Nesso, sul versante occidentale del triangolo. La strada inizia subito in salita raggiungendo velocemente quota 1.135 m. Arrivati in cima però si può ammirare un bellissimo panorama sul paese di Sormano.
Il percorso quindi scende verso il borgo lungo una ripida discesa e una volta superato quello continua in discesa con altri tornati molto panoramici.
Quindi, dopo aver raggiunto il paese di Gemù, si deve affrontare una breve salita (circa 6 km) verso il Santuario della Madonna del Ghisallo, protettrice dei ciclisti, ed il Museo del Ciclismo.
Da qui una lunga discesa di ben 10 km porta dritti a Bellagio, punta nord del triangolo lariano.
Quindi si torna a Nesso sfruttando la SS538.
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Tour della Manica
03/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Inaugurato nel 2013, il Tour della Manica è un percorso cicloturistico a cavallo tra Gran Bretagna e Francia.
TRATTO INGLESE
Tra Devon e Dorset: circa 267 km
Il tratto inglese del Tour della Manica ha inizio a Plymouth, importante porto commerciale e turistico della sponda sud dell’isola. Si pedala tra le colline ed i verdi boschi dell’Inghilterra per lo più sul tracciato di ferrovie dismesse.
Circa 63 km dopo la partenza si raggiunge il punto più alto di tutto il Tour: le rovine del castello di Okehampton.
Altra località degna di nota è Exeter, uno dei pochi luoghi in Inghilterra dove si possono ancora ammirare le tracce della dominazione romana.



Alcuni km più avanti, all’altezza di Exmouth, si entra nel territorio della Jurassic Coast. Si tratta di una serie di dolci colline in prossimità del mare risalenti al periodo Triassico, Giurassico e Cretaceo. La costa è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità.
Presso Raymond’s Hill si lascia la contea di Devon per entrare nel Dorset. Un lungo tratto in questa zona è dominato dal monumento a Thomas Hardy, comandante inglese che sconfisse Napoleone nella battaglia di Trafalgar.
Più avanti invece si trovano la particolare Fortezza di Maiden Castle ed il Castello di Corfe Castle.
La cittadina di Poole è l’ultima del tratto inglese, da qui occorre prendere il traghetto per la Francia.
TRATTO FRANCESE
Tra Bretagna e Normandia: circa 647 km
Lasciandosi alle spalle la Cherbourg ci si inoltra velocemente nella campagna della Bassa Normandia. Si pedala sempre su strade secondarie oppure “vie verdi” ricavate dai tracciati di ex-ferrovie.
Lo scenario è quello del Parco Naturale Regionale des Marais du Cotentin, rifugio di molti volatili. Impossibile inoltre non ricordare lo sbarco degli alleati in Normandia, avvenuto proprio in questo territorio nel 1944. Presso Carentan, circa 70 km dopo la partenza, si trova un museo che ne racconta la storia.



Diversi km più avanti si imbocca il canale Vire che conduce a Saint-Lô, uno dei centro più importanti della regione. Il percorso raggiunge poi il punto più alto del tratto francese, circa 300 m s.l.m., nei pressi della cittadina di Mortain.
Svoltando verso ovest, si inizia a pedalare lungo la Veloscénie fino al Mont Saint Michel, distante circa 270 km dalla partenza. Quindi, mantenendosi sempre lungo la costa si supera la città portuale di Saint Malo, l’Abbazia di Beauport e la zona della Côte de Granit Rose.
Il tratto francese del Tour della Manica termina a Roscoff.
Cicloturismo a San Vito, sulla costa orientale della Sardegna
03/07/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
Quello di San Vito, Sardegna sud-orientale, è un borgo storico che nonostante le influenze esterne ha saputo mantenere intatte le tracce del proprio passato. Il paese si trova nell regione del Sarrabus e come molti altri della zona era coinvolto nell’attività delle locali miniere d’argento.
San Vito è un perfetto punto di partenza per visitare la costa orientale dell’isola e l’entroterra (Via dell’Argento e Parco dei Sette Fratelli). Il territorio è ideale per il cicloturismo e per le escursioni in mountain bike.
L’itinerario proposto è infatti un mix tra asfalto, strade sterrate e single track che si snodano non lontano dal mare. Circa 55 km con appena 400 m di dislivello.
PERCORSO
Partendo da San Vito ci si dirige su strada asfaltata verso la località di Muravera, importante centro di produzione di agrumi. Si attraversa la cittadina per poi continuare su viottoli e sterrati di campagna.



Queste stradine salgono decise fino all’ingresso dell’area forestale protetta di Baccu Arrodas dove è possibile visitare il nuraghe S’Acqua Seccis. Si tratta di uno dei migliaia di nuraghe sparsi per la Sardegna, unici testimoni di una civiltà scomparsa da secoli.
Una volta in cima si ha la possibilità di ammirare la costa dall’alto: un panorama davvero incredibile!
Risalendo in sella si attraversa la SS 125 e si scende lentamente verso Porto del Leccio. Inizia qui il tratto più difficile del percorso, adatto in particolar modo alle mountain bike. Un sentiero tecnico conduce fino alla spiaggia del porto e più avanti a Cala Sa Figu, altra spiaggia meravigliosa.
Dopo qualche altro km in leggera salita, il percorso scende di nuovo fino a Capo Ferrato dove svolta e torna verso il punto di partenza. La strada del ritorno si mantiene quasi sempre vicino alla costa e permette di visitare lo stagno di Colostrai e l’antica Torre dei Dieci Cavalli.
SCARICA L’ITINERARIO: San Vito, sud-est della Sardegna
Pista Ciclabile del Fiume Moldava
30/06/2017 in Promozione del Territorio, Territorio
La Pista Ciclabile del Fiume Moldava è un’itinerario lungo circa 400 km che attraversa la Repubblica Ceca mantenendosi sempre sulle sponde del suo corso d’acqua più importante.
Il percorso è quasi completamente in discesa o pianeggiante, con l’eccezione di qualche ripida salita seppur molto breve. L’itinerario in realtà è costituito dalla somma di tanti piccoli itinerari locali e quindi sfrutta sia strade di campagna poco trafficate che vere e proprie piste ciclabili, passando per qualche tratto anche su sterrato.
IL PERCORSO
L’inizio ufficiale del percorso si trova in una zona abbastanza isolata della Selva Boema al confine con la Germania, la cosa migliore è raggiungere il Lago Lipno, distante una decina di km dalla sorgente del fiume, e iniziare a pedalare da lì.
Le sue sponde sono molto apprezzate come luogo di villeggiatura ma vi si trovano centri abitati rilevanti. Solo una volta superato il lago si iniziano ad incontrare piccoli villaggi circondati da vasti campi e boschi ombrosi.



Circa 87 km dalla partenza si raggiunge il sito Patrimonio dell’Umanità di Český Krumlov. Si tratta si un antico borgo del XIII secolo costruito attorno al castello presente ancora oggi. Interessante è anche l’abbazia di Zlatá Koruna, qualche km più avanti.
Procedendo lungo il corso della Moldava, la prima grande città che s’incontra è České Budějovice, luogo di produzione della famosa birra Budweis fin dal XIII secolo. Meta di turismo è anche il particolare castello di Hluboká in stile Windsor e con tanto di giardino all’inglese. Si trova ad una decina di km dalla città.
La Pista Ciclabile del Fiume Moldava prosegue quindi attraverso l’aperta campagna, oltre Kluky e Pisek, fino al Lago di Orlik che segna la metà del percorso.
Pedalando su dolci saliscendi per circa altri 100 km, talvolta lungo il fiume e talvolta allontanandosi da esso, si raggiunge finalmente Praga.
La città è decisamente adatta ad essere visitata in bicicletta dato che presenta diversi percorsi ciclabili.
L’itinerario potrebbe concludersi qui, ma in realtà arriva fino alla fine del fiume, quando poche decide di km dopo si getta nel fiume Elba.
SCARICA L’ITINERARIO: Percorso ciclabile del fiume Moldava
Accessori immancabili per il cicloturismo
29/06/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica

Borse o Carrello?
Dove sistemare i propri bagagli?
Borse laterali
Vantaggi:
– buona maneggevolezza della bicicletta
– facilità di trasporto a mano e di sistemazione sia in tenda che in albergo
– possibilità di dividere il bagaglio in comparti
Svantaggi:
– maggiore peso da trasportare in salita
– scarsa visibilità in strada
Carrello
Vantaggi:
– grande capacità di carico
– massima visibilità in strada
Svantaggi:
– scarsa maneggevolezza in curva
– difficoltà di sistemazione in tenda
Borse laterali anteriori: utilissime nell’incrementare la capacità di carico. Bisogna considerare che riduco ulteriormente la maneggevolezza della bici e la appesantiscono notevolmente. Sono consigliate solo per viaggi molto lunghi.
Borse da manubrio-telaio-sellino: possono essere usate in sostituzione delle borse laterali ma la loro capacità di carico e molto ridotta. Si consiglia quindi di farne uso solo per brevi viaggi
Le corde elastiche sono invece immancabili se si ha bisogno di legare altri bagagli sopra alle borse posteriori come sacchi a pelo, tende, vestiti da asciugare.
Abbigliamento
Per quanto riguarda quanto e quale abbigliamento portare in viaggio ognuno è legato alle proprie abitudini e esigenze. Di norma la biancheria intima, essendo piccola e poco ingombrante, è facilmente trasportabile e lavabile e per ciò possiamo portare con noi anche un cambio per ogni giorno. Ma nel caso in cui il viaggio duri più di una settimana si consiglia di impacchettare 3 o 4 cambi e lavarli ogni volta. Maglie, pantaloni e giacche possono essere indossati anche per più giorni sempre tenendo conto delle necessità personali.
Accessori di Sicurezza
Casco: di primaria importanza specie per chi ama correre e scendere in picchiata nelle discese. Può tornare utile anche per coloro che hanno attaccato alla bici borse o carrelli, entrambi accessori che destabilizzano l’equilibrio specialmente in curva. Tuttavia il casco in Italia non è obbligatorio.
Giubbino Catarifrangente: se si intende spostarsi anche col buio è assolutamente necessario rendersi visibili ad auto, camion e moto che circolano sulla strada. Il giubbino è obbligatorio dal tramonto all’alba e nelle gallerie.
Luci: se ne dovrebbe avere una anteriore e un posteriore per garantirsi la massima visibilità. Quella fondamentale è la luce posteriore, è infatti sul retro da dove sopraggiungono le auto il pericolo maggiore.
Specchietto retrovisore: vi eviterà di dovervi girare ogni volta al minimo rumore del sopraggiungere di un’auto. I migliori sono quelli che si fissano direttamente al manubrio e non alla manopola. Hanno una superficie più ampia, sono regolati in posizione perfetta per il cicloturista e sono più saldi.
Attrezzatura e ricambi
Parte del bagaglio deve essere dedicata ai pezzi di ricambio. Quanto e in quale misura dipende soprattutto dalla destinazione e dalle proprie capacità di ciclomeccanica. Prima di partire è in ogni caso utile rispolverare la propria manualità nella riparazione dei piccolo guasti, verificare la presenza di centri specializzati lungo il percorso, conoscere bene le misure del nostro mezzo (eviteremo così di comprare il copertone o la ruota sbagliata).
Accessori vari
- Antifurto o catena di qualità per legare la bicicletta
- 1 o 2 borracce in alluminio per mantenere fresca l’acqua
- buste per conservare la biancheria sporca
- kit di pronto soccorso
- eventuali accessori per il campeggio
Linee guida per la scelta della borraccia
29/06/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Reintegrare l’acqua e i sali minerali che perdiamo durante l’attività in bici è fondamentale per non compromettere la nostra performance e mantenere l’organismo in funzione. Per farlo è necessario dotarsi una borraccia.
Può sembrare un dettaglio poco importante, ma è prima di scegliere quale acquistare è meglio dedicargli la giusta attenzione.
Una borraccia idonea per il ciclismo deve:
- mantenere inalterate le caratteristiche chimico-fisiche del liquido nel tempo senza contaminarlo con odori o sapori.
- essere priva di elementi chimici dannosi per la salute (come i fatati usati per ammorbidire la plastica ed i BPA).
- avere una forma ergonomica
- possedere una chiusura capace di resistere alle continue aperture e chiusure
Nel corso del tempo sono state messe a punto borracce adatte ad ogni disciplina in bicicletta. Ci sono quelle piccole e leggere da strada, quelle con cappuccio di protezione per la mountain bike, quelle per liquidi freddi o caldi dedicate per lo più al cicloturismo.
Scegliere la borraccia che fa al caso vostro dipende quindi dalle vostre necessità e preferenze in termini di prezzo ed estetica. In particolare bisogna valutare:
- dimensione
- resistenza del tappo
- funzionamento del beccuccio
- certificazione
Per mantenere la borraccia nelle giuste condizioni ed evitare che si rovini occorre sciacquarla dopo ogni uscita o allenamento con sapone per piatti o altra soluzione non grassa. Dopo qualche utilizzo è bene lavarla accuratamente e bisogna sempre lasciarla asciugare per almeno una notte.
Quando non viene usata, la borraccia deve essere riposta al fresco senza tappo per permettere il passaggio dell’aria.
Dolore alle ginocchia nel ciclismo
29/06/2017 in Biomeccanica
In uno sport come il ciclismo, il ginocchio esercita pressoché sempre gli stessi movimenti per tutta la durata dell’uscita. Capita spesso di riscontrare, una volta scesi dalla bicicletta, un dolore intenso all’articolazione che magari impedisce di camminare bene nelle ore appena successive.
Quando si pedala il ginocchio non compie solo un movimento parallelo alla bici, ma lavora nelle tre dimensioni compiendo una sorta di “8”. Se questo movimento non è portato avanti in maniera ottimale può condurre a infiammazioni o dolori.
In particolare, nel caso del ciclismo abbiamo:
- la sindrome del corridore – infiammazione dei muscoli della coscia
- la borsite – infiammazione dell’articolazione
- la tendinite – infiammazione dei tendini dell’articolazione
- la meniscopatia – infiammazione del menisco
- la cistite – formazione di liquido in eccesso nella parte posteriore del ginocchio
Le cause dello scatenarsi di queste patologie sono diverse e possono anche essere influenzate da elementi esterni. Il problema può dipendere da cause non legate all’attività sportiva (predisposizione genetica, squilibri anatomici naturali, infortuni precedenti) oppure da:
- errori nella regolazione della bici – bisogna fare riferimento soprattutto ai valori di altezza e arretramento della sella, alla lunghezza della pedivella, alla posizione ed al parallelismo delle tacchette.
- errori nella gestione dell’allenamento – prima di affrontare nuovi percorsi o allungare di molto il consueto giro quotidiano c’è bisogno di un periodo di adattamento.
- flessibilità muscolare poco sviluppata – i muscoli del ciclista devono essere capaci di un’enorme resistenza allo sforzo in quanto devono affrontare di continuo accorciamenti ed allungamenti dettati dal movimento di pedalata. E’ importante tenere in allenamento in particolare i muscoli delle gambe con esercizi a corpo libero.
Se il ginocchio duole dopo una lunga uscita in bicicletta può essere sufficiente applicare del ghiaccio o massaggiare l’articolazione con unguenti antinfiammatori naturali. Può aiutare anche il semplice tenere a riposo la gamba.
Tuttavia queste soluzioni possono essere messe in atto una tantum, se il dolore persiste contattate uno specialista.









