Zurigo, dal traffico al pedale: lo Stadttunnel diventa simbolo di mobilità sostenibile
29/05/2025 in News
Zurigo ha trasformato un’eredità del passato in un modello per il futuro. Dove un tempo scorreva il traffico a motore, oggi viaggiano silenziosi i pendolari del pedale. È la metamorfosi dello Stadttunnel, un’infrastruttura concepita negli anni Ottanta come tratto autostradale, ora riconvertita in una pista ciclabile coperta, tra le più avveniristiche d’Europa. Un gesto concreto e simbolico, che racconta come una città possa ripensare radicalmente il proprio spazio urbano, abbracciando una mobilità più verde e sostenibile.
La riconversione dello Stadttunnel non è solo un progetto ingegneristico: è una dichiarazione di intenti. Il tunnel, lungo oltre un chilometro, è stato adattato per accogliere migliaia di ciclisti ogni giorno, protetti dalle intemperie e immersi in un ambiente sicuro, ben illuminato e ventilato. A completare l’opera, un maxi parcheggio sotterraneo per biciclette, capace di ospitare centinaia di mezzi, con servizi dedicati e sistemi di sorveglianza attiva. Un’infrastruttura pensata per rispondere alle esigenze della mobilità quotidiana e incentivare l’uso della bicicletta come mezzo principale per spostarsi in città.
La trasformazione zurighese si inserisce in una più ampia tendenza europea che guarda con attenzione al recupero degli spazi urbani. Un parallelo emblematico è quello dei Giardini del Turia a Valencia: un vecchio letto fluviale, originariamente destinato a diventare un’arteria stradale, è stato invece trasformato in un polmone verde di oltre nove chilometri, attraversato da piste ciclabili, aree sportive e spazi ricreativi. Due storie, due città, ma un’unica visione: sostituire l’asfalto con il verde, la velocità con la vivibilità.
In un momento in cui la crisi climatica impone scelte urgenti e coraggiose, progetti come quello dello Stadttunnel dimostrano che una mobilità alternativa è possibile e desiderabile. Non si tratta solo di costruire nuove ciclabili, ma di riscrivere la narrazione urbana: da spazi dominati dalle auto a luoghi pensati per le persone.Zurigo, con il suo tunnel ritrovato, lancia un messaggio chiaro al resto d’Europa: il futuro delle città si costruisce anche pedalando.
Sulle due ruote verso la cultura: arriva la Ciclabile del Mattatoio, un regalo alla città
28/05/2025 in News
C’è un tratto di Roma che presto cambierà pelle, e lo farà pedalando. Si chiama “Ciclabile del Mattatoio” il nuovo percorso ciclabile che collegherà il lungotevere degli Artigiani a Ponte Testaccio, trasformando un angolo urbano poco valorizzato in un corridoio verde, sicuro e suggestivo. Ma soprattutto, nascerà grazie a un gesto di mecenatismo contemporaneo: un investimento di 1,3 milioni di euro interamente finanziato dalla Fondazione Roma.
L’annuncio è arrivato oggi in Campidoglio, dove è stata firmata la convenzione tra il presidente della Fondazione, Franco Parasassi, e il sindaco Roberto Gualtieri. Con loro, l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, il presidente del Municipio XII Elio Tomassetti e Umberto Marroni, delegato del Comune al progetto della Città delle Arti.
Il percorso, lungo 550 metri e distribuito su una superficie di 1.700 metri quadrati, sarà un piccolo gioiello urbano. A illuminare la pista saranno 180 luci led a raso, accompagnate da 660 catarifrangenti che daranno al tracciato una visibilità notturna quasi scenografica. Al posto dei banchi del vecchio mercato, sorgeranno dieci panchine; e senza sacrificare troppo la sosta, verranno recuperati anche 30 posti auto.
Ma la novità vera non è solo tecnica: questa ciclabile sarà un nuovo ingresso per l’ex Mattatoio, oggi importante centro culturale romano, collegandolo direttamente alla Dorsale Tevere. Non un semplice tracciato per ciclisti, ma un ponte ideale tra mobilità sostenibile e produzione culturale, tra la città che si muove e quella che si racconta.
“È un’opera che unisce bellezza, funzionalità e visione urbana”, ha commentato Gualtieri, sottolineando come il progetto rappresenti un passo avanti nella riconquista dello spazio pubblico da parte dei cittadini.
L’apertura è prevista per la primavera del 2026. Sarà allora che le biciclette cominceranno a scorrere su questo nuovo tappeto urbano, tracciando un cammino che è tanto fisico quanto simbolico: un invito a vivere la città in modo diverso, più lento, più attento, più umano.In un tempo in cui i grandi progetti spesso attendono risorse o si scontrano con la burocrazia, la Ciclabile del Mattatoio dimostra che la collaborazione tra pubblico e privato può trasformarsi in azione concreta.
Cabras punta sulla mobilità sostenibile: al via i lavori per il nuovo percorso ciclabile urbano
27/05/2025 in News
CABRAS – Un altro passo avanti verso una mobilità più sostenibile e integrata. Questa mattina, nel palazzo comunale di Cabras, si è svolto un incontro operativo cruciale che ha riunito tutti gli attori coinvolti nel nuovo progetto infrastrutturale: rappresentanti dell’assessorato regionale dei Lavori Pubblici, tecnici dell’Arst, impresa esecutrice e direzione dei lavori. L’obiettivo: definire gli ultimi dettagli tecnici e operativi in vista dell’avvio ufficiale del cantiere.
Il progetto, considerato strategico per il territorio, mira a rafforzare la rete di mobilità dolce, promuovendo spostamenti alternativi e meno impattanti, in linea con le direttive regionali sulla sostenibilità ambientale. In particolare, l’intervento riguarda il tratto urbano all’interno del centro abitato, dove la realizzazione della pista ciclabile richiede soluzioni flessibili.
Il tracciato si svilupperà in sede promiscua lungo le vie Leopardi, Sassari, Cavallotti, Roma e Peschiera, collegando Piazza Stagno con la pista già esistente in Viale Repubblica. Una scelta dettata dalla necessità di adattarsi alla conformazione del centro urbano, dove lo spazio stradale limitato e la presenza di aree destinate alla sosta rendono impraticabile la creazione di un percorso completamente indipendente.
Nonostante i vincoli strutturali, l’opera rappresenta un’importante connessione tra centro e periferia, tra mobilità tradizionale e nuove forme di spostamento. L’obiettivo a medio termine è quello di costruire una rete ciclabile più estesa, sicura e accessibile, capace di incentivare l’uso quotidiano della bicicletta, valorizzando al tempo stesso l’identità e la vivibilità del territorio.
L’inizio dei lavori segnerà dunque non solo la realizzazione di un’infrastruttura attesa, ma anche un investimento concreto nel futuro di Cabras, orientato verso una città più sostenibile, moderna e a misura di persona.
Via Emilia e ex ferrovia Santarcangelo-Urbino: il territorio si pedala verso il futuro
26/05/2025 in News
Prosegue a ritmo sostenuto il cantiere delle nuove piste ciclabili lungo due assi strategici della mobilità romagnola: la storica via Emilia e il tracciato dismesso della ferrovia Santarcangelo-Urbino. Due interventi distinti ma uniti da una visione comune: costruire infrastrutture moderne per una mobilità più pulita, sicura e accessibile a tutti. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: completare i lavori entro la fine del 2025.
Lungo la via Emilia sono in corso due interventi fondamentali. Il primo riguarda la riqualificazione di un tratto già esistente, quello che si estende tra la rotatoria della Strada di Gronda e via Bornaccino. Un lavoro di sistemazione e ammodernamento che punta a rendere più fruibile e sicura la pista per ciclisti e pedoni. L’investimento, pari a 180 mila euro, è sostenuto da fondi privati e sarà portato a termine entro il mese di giugno.
Contemporaneamente prende forma un nuovo collegamento ciclabile: il tratto tra via Bornaccino e via Piadina, che si aggiunge alla rete ciclabile con l’obiettivo di completare un corridoio continuo lungo uno degli assi viari più trafficati della regione. Un’opera pensata per integrare la mobilità dolce nella quotidianità di chi si muove per lavoro, scuola o tempo libero.
Parallelamente, si lavora anche al recupero dell’ex ferrovia Santarcangelo-Urbino, un progetto che trasforma il vecchio tracciato ferroviario in una greenway ciclabile dal forte valore paesaggistico e culturale. Un’infrastruttura che non solo collega territori, ma restituisce vita a un percorso storico, rendendolo accessibile a ciclisti, camminatori e famiglie.
Questi cantieri rappresentano un passo importante verso una mobilità più sostenibile, in grado di alleggerire il traffico veicolare, ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita urbana e rurale. Ma sono anche un’opportunità turistica per chi sceglie di scoprire la Romagna in sella a una bici: un viaggio lento, che valorizza il territorio e racconta storie dimenticate lungo strade che oggi tornano protagoniste.
Spineda inaugura la nuova pista ciclabile: un passo avanti per la mobilità sostenibile a Riese Pio X
26/05/2025 in News
Una nuova arteria ciclabile si snoda tra le campagne della frazione di Spineda, nel comune di Riese Pio X, regalando a residenti e cicloturisti un tracciato sicuro, immerso nella natura e pensato per una mobilità più sostenibile. È stata ufficialmente inaugurata la nuova pista ciclabile, frutto di un lungo lavoro amministrativo e tecnico che ha visto la luce dopo anni di attesa.
«È stata un’opera importante e molto attesa, frutto di anni di lavoro, progettazione e impegno», ha dichiarato la sindaca Ombretta Basso durante il taglio del nastro. Il progetto ha preso il via nel 2019, articolandosi in due stralci principali e completandosi con un terzo tratto che attraversa la zona del “Curiotto”: una suggestiva stradina bianca che conserva intatto il fascino rurale del territorio.
Con i suoi 1.700 metri di estensione, la nuova pista ciclabile rappresenta un tassello significativo per chi ama esplorare il territorio in sella a una bicicletta. Non si tratta solo di un’opera di collegamento: il tracciato è pensato per integrarsi con l’ambiente, senza comprometterne l’identità paesaggistica. Il tratto del “Curiotto” ne è un esempio emblematico, un segmento non asfaltato che mantiene il contatto diretto con la natura e invita a rallentare, osservare, respirare.
Il costo complessivo dell’opera si aggira attorno al milione e mezzo di euro, di cui 400 mila finanziati dalla Regione Veneto. Il resto è stato sostenuto dall’amministrazione comunale, che ha voluto investire in un’infrastruttura capace di migliorare la sicurezza della viabilità locale e di offrire nuove opportunità di fruizione del territorio.
Per i cicloturisti, Spineda si arricchisce così di una nuova meta da inserire negli itinerari attraverso la Marca Trevigiana, un territorio già ricco di percorsi ciclabili che coniugano storia, natura e buona cucina. Questa nuova pista diventa quindi non solo un’opera pubblica, ma anche un invito: a scoprire il paesaggio con lentezza, a pedalare tra filari, fossati e antichi casolari, e a riscoprire quel legame tra comunità e territorio che solo il viaggio a due ruote sa raccontare.
Pedalando tra colline, castelli e vigneti: un viaggio in bicicletta nella provincia di Alessandria
25/05/2025 in Viaggi
La provincia di Alessandria, nel cuore del Piemonte sud-orientale, è una terra di confine e di passaggio, ma anche di profonda identità. Per i cicloturisti rappresenta una destinazione ideale, grazie alla varietà dei paesaggi, alla ricchezza del patrimonio storico e alla possibilità di alternare percorsi rilassanti a tratti più impegnativi. Ho deciso di esplorarla in sella alla mia bici gravel, partendo da Alessandria città e attraversando un itinerario ad anello che mi ha portato tra le dolci colline del Monferrato, i vigneti del Gavi e i borghi medievali incastonati tra le valli del Tanaro e del Bormida.
Tappa 1: Alessandria – Acqui Terme (65 km)
La partenza da Alessandria è tranquilla. Dopo una breve visita alla Cittadella — imponente fortificazione settecentesca che merita una deviazione — mi dirigo verso sud, costeggiando il fiume Tanaro. L’asfalto cede spesso il passo a strade bianche ben tenute, ideali per chi cerca percorsi misti. Attraverso paesi come Castellazzo Bormida e Sezzadio, con la sua abbazia benedettina immersa nel verde.
La giornata si conclude ad Acqui Terme, celebre per le sue acque sulfuree e la sua storia romana. L’arrivo in città è scenografico: la “Bollente”, la celebre fonte termale che sgorga a 75°, fuma nel cuore del centro storico. È il posto ideale per rilassarsi dopo la prima giornata di pedalate.
Tappa 2: Acqui Terme – Gavi (70 km)
La seconda giornata è un crescendo di emozioni e di pendenze. Lasciando Acqui alle spalle, il percorso si snoda tra le colline del Monferrato, patrimonio UNESCO, punteggiate da vigneti ordinati e casali isolati. A Ricaldone e Strevi si incontrano le prime vere salite, mai troppo dure ma costanti, che richiedono gambe pronte e una buona gestione delle energie.
Lungo il tragitto, impossibile non fermarsi a Voltaggio, piccolo gioiello incastonato tra le montagne dell’Appennino Ligure. Da lì, con un ultimo sforzo, si arriva a Gavi, terra del vino bianco che porta lo stesso nome. Qui, oltre a una meritata degustazione in una delle tante cantine, vale la pena visitare il Forte di Gavi, costruito direttamente nella roccia. Lo sguardo spazia sulle vallate: la fatica viene ripagata.
Tappa 3: Gavi – Casale Monferrato (85 km)
La terza tappa è la più lunga, ma anche la più varia. Si lascia la zona collinare per scendere verso la pianura del Po. Attraverso Novi Ligure — patria di Fausto Coppi, con il Museo dei Campionissimi che è un must per ogni appassionato — e Tortona, la pedalata diventa più veloce, i tratti rettilinei si allungano.
Il fiume Po accompagna gli ultimi chilometri prima dell’arrivo a Casale Monferrato. Qui, il mix di architettura barocca, sinagoghe storiche e il maestoso Duomo offrono un’interessante deviazione culturale. La città è anche un buon punto per ristorarsi con piatti tipici come gli agnolotti monferrini o la celebre muletta, salame locale.
Tappa 4: Casale – Alessandria (50 km)
L’ultima tappa è un rientro dolce verso il punto di partenza. Il tragitto attraversa la pianura del basso Monferrato, tra risaie, campi coltivati e strade secondarie dove si incrociano solo trattori e altri ciclisti. Si passa per Valenza, conosciuta nel mondo per la lavorazione dell’oro, e infine si rientra ad Alessandria chiudendo un anello che regala la soddisfazione di aver attraversato una delle zone più autentiche del nord Italia.
Consigli pratici
Periodo migliore: primavera e autunno sono ideali. L’estate può essere molto calda, soprattutto in pianura.
Tipo di bici: una gravel o una bici da turismo con gomme robuste è perfetta per affrontare sia l’asfalto che i tratti sterrati.
Alloggio: agriturismi, B&B e bike hotel sono numerosi e spesso attrezzati per ciclisti.
Cibo: approfittate della cucina locale: farinata, tajarin, brasati al Barbera e dolci come i krumiri vi daranno la giusta energia.
Pedalare in provincia di Alessandria significa scoprire un Piemonte più intimo e rurale, fatto di piccoli borghi, accoglienza genuina e paesaggi mutevoli. È una destinazione perfetta per chi cerca un’esperienza cicloturistica completa, lontano dai grandi flussi turistici ma ricca di storia, natura e sapori.
Liguria su due ruote: pedali tra mare, ulivi e borghi sospesi
24/05/2025 in Viaggi
La Liguria non è solo una striscia di terra stretta tra l’Appennino e il mare: è una promessa per chi ama scoprire lentamente, in sella a una bici, territori scolpiti dal tempo. Tra salite che profumano di rosmarino, discese vertiginose verso calette segrete e strade panoramiche sospese sul blu, il cicloturismo qui si fa emozione pura.
Dalla Riviera di Ponente alla magia del Levante
Si parte spesso da Ponente, dove il clima mite invita a pedalare anche in inverno. La ciclabile del Parco Costiero della Riviera dei Fiori, tra San Lorenzo al Mare e Ospedaletti, è un’icona: 24 km sul tracciato dell’ex ferrovia, affacciati sul mare, attraversando gallerie illuminate, vecchie stazioni trasformate in bistrot e scorci da cartolina. Ideale per famiglie, ma anche punto di partenza per chi vuole avventurarsi nell’entroterra imperiese, dove iniziano le vere sfide.
Il Levante, invece, è un’alternanza di saliscendi che incantano. La Via dei Santuari sopra le Cinque Terre è una delle esperienze più suggestive: richiede gambe allenate, ma ripaga con panorami unici su vigneti terrazzati e il blu infinito. Anche il Tigullio offre percorsi affascinanti, come l’ascesa al Passo del Bracco o l’anello del Monte di Portofino, dove è possibile alternare tratti asfaltati a single track per MTB.
Non solo mare: l’entroterra segreto
La vera sorpresa della Liguria per i cicloturisti è però l’entroterra. Basta allontanarsi di pochi chilometri dalla costa per ritrovarsi immersi in un altro mondo: borghi di pietra come Apricale, Triora, Verezzi, dove il tempo sembra fermarsi. Le valli — Argentina, Trebbia, Vara — sono percorse da strade secondarie poco trafficate, ideali per gravel e bici da strada.
Qui l’accoglienza è autentica: agriturismi che offrono ristori genuini, fontane dove rinfrescarsi, officine improvvisate da contadini curiosi. La cultura dell’ospitalità ciclistica si sta diffondendo anche grazie a progetti di bike hotel e tour organizzati, ma la vera anima del viaggio resta il contatto diretto con chi abita questi luoghi.
Consigli pratici e stagioni migliori
Primavera e autunno sono le stagioni d’oro: temperature miti, natura esplosiva e meno affollamento rispetto ai mesi estivi. D’estate, è consigliabile pedalare all’alba o spostarsi in quota, dove boschi e crinali offrono ombra e refrigerio.
Per chi viaggia con e-bike, la Liguria è perfetta: i dislivelli non mancano, e le colonnine di ricarica stanno aumentando. Attenzione solo alla logistica: la costa è ben servita da treni, ma le bici vanno prenotate con anticipo nelle tratte più richieste.
Una regione da scoprire con lentezza
Pedalare in Liguria non è solo fare sport: è un modo di vivere il territorio, di ascoltarlo. È il rumore delle onde tra un tornante e l’altro, il profumo della focaccia che esce da un forno di paese, la voce di un anziano che ti racconta dove finisce quella strada sterrata.
Tra Ville, Vigne e Canali: Un Viaggio in Bici lungo il Percorso del Sile in Veneto
23/05/2025 in Viaggi
Il Veneto è una regione che sa sorprendere chi la attraversa in bicicletta, coniugando natura, storia e gastronomia in un paesaggio sempre cangiante. Tra i tanti itinerari che offre, uno dei più affascinanti e accessibili è il percorso lungo il fiume Sile, una ciclovia che regala scorci incantati e una pedalata adatta a tutti, dagli appassionati ai cicloturisti della domenica.
Un fiume di storia e tranquillità
Il Sile è uno dei fiumi di risorgiva più lunghi d’Europa. Nasce a Casacorba e sfocia nella laguna di Venezia, dopo aver attraversato campagne silenziose, antichi borghi e ville venete dimenticate dal tempo. Il suo lento scorrere accompagna chi pedala lungo il tratto della Greenway del Sile, una pista ciclabile ben tenuta che collega Treviso a Jesolo, per circa 50 km.
Partenza da Treviso: tra arte e acque placide
Il nostro viaggio inizia a Treviso, città elegante e tranquilla, dove vale la pena concedersi una passeggiata tra canali e portici prima di salire in sella. Subito fuori dal centro, la pista ciclabile si immerge in una natura rigogliosa, costeggiando il fiume e offrendo numerosi punti di sosta. Le acque limpide riflettono il verde degli alberi, mentre aironi e garzette si alzano in volo al nostro passaggio.
Lungo la Restera: tra natura e memoria
Il tratto che da Treviso conduce a Casale sul Sile è forse il più suggestivo. Qui la ciclovia segue il tracciato della vecchia alzaia, la Restera, dove un tempo i buoi trainavano le barche cariche di merci. Oggi è un’oasi di pace, frequentata da ciclisti e camminatori. Ogni curva regala una sorpresa: una villa settecentesca, un vecchio mulino, un ponticello in legno.
Casale, Quarto e la Laguna: il finale in bellezza
Proseguendo verso sud-est, si incontrano Casale sul Sile e Quarto d’Altino, due paesi che conservano l’atmosfera della campagna veneta e offrono buone occasioni per una sosta gastronomica. Dai casoni di pesca ai vigneti del Piave, il paesaggio si fa più aperto e luminoso. L’itinerario culmina con l’arrivo a Jesolo, alle porte della laguna veneta, dove il fiume abbraccia il mare.
Consigli pratici
Difficoltà: facile, prevalentemente pianeggiante.
Lunghezza: circa 50 km.
Fondo: misto asfalto e sterrato compatto, adatto anche a bici da gravel e bici da corsa.
Segnaletica: presente e chiara lungo tutto il percorso.
Quando andare: primavera e inizio autunno sono ideali, ma è percorribile tutto l’anno.
Il percorso lungo il Sile è molto più di una semplice escursione in bicicletta: è un’immersione lenta e rispettosa in un Veneto autentico, dove ogni pedalata racconta una storia. Un viaggio adatto a tutti, che unisce la bellezza della natura alla scoperta di un territorio spesso dimenticato dalle rotte turistiche più battute. E alla fine del tragitto, c’è sempre un buon bicchiere di Prosecco ad aspettarvi.
Gallipoli pedala verso il futuro: approvata la prima pista ciclabile cittadina sul litorale nord
22/05/2025 in News
Un nuovo passo verso una mobilità più sostenibile e una valorizzazione del paesaggio costiero: il Comune di Gallipoli ha ufficialmente approvato il progetto definitivo per la realizzazione della prima pista ciclabile cittadina. L’infrastruttura sorgerà lungo il suggestivo litorale nord, tratto strategico per il turismo e il tempo libero, e rappresenta una svolta attesa da anni.
Il tracciato, che si snoderà parallelamente al litorale, è pensato per connettere alcune delle zone più frequentate della città, offrendo una valida alternativa al traffico automobilistico, soprattutto nei mesi estivi. Il progetto prevede la creazione di un percorso sicuro, delimitato e accessibile, che collegherà punti nevralgici come la litoranea di Rivabella, Lido San Giovanni e altre aree a forte vocazione turistica e balneare.
“Siamo molto soddisfatti di questo traguardo,” ha dichiarato il sindaco di Gallipoli. “La nuova pista ciclabile è il primo tassello di una più ampia visione di città green e attenta ai bisogni di residenti e visitatori. Puntiamo a incentivare gli spostamenti dolci e a restituire centralità alla fruizione lenta del nostro territorio.”
Il progetto ha ottenuto il via libera anche grazie a fondi regionali destinati alla mobilità sostenibile, con un investimento complessivo che si aggira intorno ai 600 mila euro. I lavori partiranno entro la fine dell’anno e si concluderanno, secondo il cronoprogramma, prima dell’estate 2026.
Grande attenzione è stata riservata anche all’aspetto paesaggistico: materiali ecocompatibili, illuminazione a basso impatto energetico e una segnaletica moderna accompagneranno il percorso, senza alterare l’equilibrio naturale della costa.
L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia volta a ridisegnare la mobilità urbana, riducendo l’impronta ambientale e promuovendo uno stile di vita attivo. Una scelta che guarda al futuro, in armonia con l’identità turistica e ambientale di Gallipoli.
Una nuova pista ciclabile collegherà Mappano a Torino: inaugurazione il 24 maggio
20/05/2025 in News
Una nuova arteria verde per la mobilità sostenibile è pronta a collegare Mappano a Torino. Verrà inaugurata ufficialmente venerdì 24 maggio la pista ciclabile che rappresenta un tassello strategico per incentivare gli spostamenti su due ruote tra il comune mappanese e il capoluogo piemontese.
Il tracciato, lungo 1.420 metri, è stato completato in sei mesi di lavori e consentirà a ciclisti e pedoni di muoversi in sicurezza lungo un percorso moderno e integrato. L’opera nasce dalla collaborazione tra il Comune di Mappano, la Città Metropolitana di Torino e la Regione Piemonte, che hanno lavorato fianco a fianco per trasformare un progetto atteso da anni in realtà.
Con un investimento complessivo di 446.000 euro, la realizzazione è stata resa possibile grazie a un finanziamento di 300.000 euro a fondo perduto messo a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, tramite la Regione Piemonte. A questi si aggiungono 146.000 euro provenienti dalla Città Metropolitana e da fondi propri del Comune.
“È un’infrastruttura fondamentale non solo per la mobilità alternativa, ma anche per la qualità della vita dei cittadini”, ha dichiarato il sindaco di Mappano, sottolineando l’importanza di collegamenti ciclabili sicuri e ben progettati in un’ottica di sviluppo sostenibile.
La nuova pista si inserisce in un piano più ampio di valorizzazione della mobilità dolce nell’area metropolitana torinese, con l’obiettivo di ridurre il traffico veicolare e promuovere stili di vita più sani e rispettosi dell’ambiente. L’inaugurazione sarà anche un’occasione per festeggiare un passo concreto verso una città più verde e accessibile.
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