Pedalare tra i colori: il fascino del cicloturismo in autunno
05/10/2025 in News
L’autunno è la stagione ideale per riscoprire la bicicletta. Le giornate si fanno più fresche, i percorsi meno affollati, e la natura si trasforma in uno spettacolo di colori caldi e avvolgenti. Per chi ama il cicloturismo, è il momento perfetto per rallentare e vivere la strada in modo più autentico, tra panorami che si tingono d’oro e rosso e profumi di terra bagnata e castagne.
La magia delle pedalate autunnali
Dopo la frenesia estiva, l’autunno invita a un turismo più lento. Le temperature miti permettono di affrontare lunghe distanze senza l’afa, e le strutture ricettive dedicate ai ciclisti: agriturismi, B&B e rifugi .Offrono spesso un’accoglienza più tranquilla.
Inoltre, molte regioni italiane organizzano eventi cicloturistici e sagre locali che si sposano perfettamente con una pedalata tra i vigneti o lungo i boschi.
Itinerari consigliati per l’autunno
1. Langhe e Roero (Piemonte)
Un classico per chi ama il binomio bici e buon vino. Tra Alba, Barolo e La Morra, le colline si accendono di tonalità dorate e rossastre. Le strade secondarie regalano panorami da cartolina, e ogni sosta è un’occasione per degustare un calice di Nebbiolo o un piatto di tajarin al tartufo.
2. La ciclabile della Val di Fiemme e Fassa (Trentino-Alto Adige)
Un percorso di circa 45 km immerso tra boschi di larici e abeti che in autunno assumono sfumature spettacolari. Ideale anche per famiglie o principianti, grazie alla pendenza dolce e ai numerosi punti di ristoro. Chi vuole proseguire può collegarsi alla rete ciclabile della Val di Sole.
3. Via Francigena toscana
Da San Gimignano a Siena, la Via Francigena offre un viaggio nel cuore della Toscana medievale. Le strade bianche, i filari di cipressi e i borghi silenziosi rendono questa tratta perfetta per un fine settimana di cicloturismo slow, tra arte, storia e buona cucina.
4. Delta del Po (Veneto-Emilia Romagna)
Per chi ama la pianura e la natura selvaggia, il Parco del Delta del Po è una meta sorprendente anche in autunno. Le giornate limpide esaltano i riflessi dell’acqua e il volo degli uccelli migratori. Un paradiso per fotografi e birdwatcher su due ruote.
5. Costiera dei Trabocchi (Abruzzo)
Un percorso sul mare, ma in una veste diversa. La ex ferrovia Adriatica, trasformata in pista ciclabile, regala 42 km di panorami costieri mozzafiato. In autunno, l’atmosfera è più intima: niente folla, solo il rumore delle onde e il profumo di salsedine.
Consigli per pedalare in sicurezza
Abbigliamento a strati: il clima autunnale può cambiare rapidamente. Meglio essere pronti con una mantellina antivento e guanti leggeri.
Luci e visibilità: le giornate si accorciano, quindi assicurati di avere luci anteriori e posteriori efficienti.
Attenzione alle foglie bagnate: possono essere scivolose, soprattutto in discesa.
Sosta gourmet: approfitta delle sagre stagionali — dal tartufo ai funghi, fino al vino novello — per ricaricare le energie.
L’autunno in bici è un invito alla lentezza
Il cicloturismo in autunno è un’esperienza che unisce sport, natura e cultura in un equilibrio perfetto. Ogni pedalata diventa un gesto di scoperta, un modo per vivere il paesaggio con tutti i sensi.
In sella, tra la nebbia del mattino e il sole del tramonto, si riscopre il piacere semplice di muoversi, respirare e lasciarsi sorprendere dal ritmo della stagione.
Pedalare Lenti per Andare Lontano: il Ritorno del Cicloturismo Lento in Italia
04/10/2025 in News
Negli ultimi anni, la bicicletta è tornata a essere più di un semplice mezzo di trasporto: è diventata uno strumento di libertà, sostenibilità e scoperta. Ma c’è una nuova tendenza che sta conquistando sempre più appassionati: il cicloturismo lento, un modo di viaggiare che privilegia la calma, l’incontro e la connessione profonda con il territorio.
Dalla fretta al respiro
Se il mondo corre, il cicloturista rallenta. Non conta tanto quanti chilometri si percorrono, ma come li si vive. Le tappe sono brevi, i tempi dilatati, e ogni sosta è un’occasione per osservare un dettaglio, assaggiare un prodotto locale o scambiare due parole con chi abita quei luoghi.
In questo senso, il cicloturismo lento rappresenta quasi una forma di “resistenza culturale”: un invito a riappropriarsi del tempo e dello spazio.
Le nuove vie del pedalare
L’Italia, con i suoi paesaggi e la sua rete di borghi, è il terreno ideale per questa filosofia di viaggio. Dalla Ciclovia del Sole, che collega il Brennero a Bologna, alla Via Silente nel Cilento, passando per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, le opzioni non mancano.
Molti di questi itinerari sono nati grazie alla collaborazione tra enti locali, associazioni e ciclisti volontari, che hanno trasformato vecchie ferrovie o strade secondarie in percorsi a misura di pedale.
Economia della lentezza
Il cicloturismo non è solo passione: è anche un motore economico. Secondo le stime dell’ISTAT, i viaggiatori in bicicletta generano ogni anno milioni di presenze turistiche, spesso in aree marginali o poco battute. “Il cicloturista è un ospite rispettoso, curioso e fedele”, spiega Laura Bianchi, operatrice di un agriturismo nel Parco del Pollino. “Chi arriva in bici torna, e porta amici. È un turismo che lascia ricchezza, non solo economica ma anche umana.”
Il futuro su due ruote
Con la crescente attenzione alla sostenibilità e al benessere, il futuro del turismo potrebbe davvero passare dal manubrio. E-bike, strutture bike-friendly, segnaletica dedicata e mappe digitali stanno rendendo il viaggio su due ruote accessibile a tutti, non solo agli sportivi.Ma ciò che resta immutato è lo spirito: la bici come chiave per aprire strade, paesaggi e incontri.Perché pedalare lentamente non significa arrivare tardi, ma vivere meglio il viaggio.
Il fascino delle micro-avventure: quando un weekend in bici vale quanto un lungo viaggio
03/10/2025 in News
C’è chi pensa che il cicloturismo significhi per forza lunghe traversate, settimane in sella e centinaia di chilometri percorsi. Ma la realtà è un’altra: a volte basta un weekend, o addirittura una sola notte fuori casa, per vivere un’avventura intensa, autentica e memorabile. È il concetto di micro-avventura, una filosofia che sta conquistando sempre più appassionati di viaggi su due ruote.
Uscire dalla routine con poco
La vita quotidiana ci lascia spesso poco spazio per vacanze lunghe. Eppure, la bicicletta offre la possibilità di trasformare anche 48 ore in un’esperienza di viaggio. Un anello di 80 km lungo un fiume, una notte in agriturismo o in campeggio, una colazione lenta in un borgo medievale: ingredienti semplici che diventano ricordi indelebili.
Il bello della micro-avventura è che non richiede grandi preparativi: si parte quasi da casa, con zaino leggero e tanta curiosità.
Scoprire il vicino
C’è un paradosso curioso: i luoghi più sorprendenti si trovano spesso a pochi chilometri da noi, ma li ignoriamo. Un tratto di ciclabile lungo l’argine, una strada bianca che attraversa vigneti, un piccolo lago nascosto tra i boschi: scenari che, vissuti a ritmo di pedalata, diventano veri e propri mondi da esplorare. La micro-avventura invita a guardare il quotidiano con occhi nuovi.
Preparazione minima, emozioni massime
Non serve molto per partire: una bicicletta affidabile, borse leggere (meglio se impermeabili), una giacca per la sera e, se si decide di dormire fuori, una sistemazione semplice prenotata in anticipo. Sempre più cicloturisti scelgono l’e-bike, che amplia le possibilità anche a chi non pedala abitualmente.La regola d’oro è la leggerezza: portare l’essenziale e lasciare spazio alle esperienze.
Il valore degli incontri
In un viaggio breve c’è meno tempo, ma questo rende ogni tappa più intensa. Fermarsi a parlare con il proprietario di un’osteria, condividere la strada con altri ciclisti incontrati per caso, ricevere consigli da un passante: sono questi momenti a dare spessore alla micro-avventura. Non è tanto la distanza a contare, ma la qualità del percorso e delle persone che si incrociano.
Piccole avventure, grandi opportunità
Sempre più territori stanno scoprendo il valore del cicloturismo di prossimità. Piste ciclabili curate, strutture ricettive bike-friendly, mappe digitali: tutto concorre a rendere accessibili esperienze brevi ma ricche. Per chi viaggia, è l’occasione di spezzare la routine. Per i territori, una risorsa economica e culturale.
Arzachena punta sulla mobilità sostenibile: presentata alla Regione la richiesta di finanziamento per la ciclabile Baja Sardinia–Porto Cervo
02/10/2025 in News
Il Comune di Arzachena accelera sul fronte della mobilità dolce e ufficializza la candidatura a un bando regionale per ottenere i fondi necessari alla realizzazione della nuova pista ciclabile che collegherà Baja Sardinia a Porto Cervo. La documentazione, già trasmessa alla Regione Sardegna, rappresenta un passo concreto verso un’infrastruttura strategica per residenti e turisti.
Il progetto di fattibilità, approvato nel 2023, prevede come prima fase la realizzazione del tratto tra Baja Sardinia e Poltu Quatu, per un investimento stimato di circa 1,5 milioni di euro. L’opera non solo mira a migliorare la fruibilità del territorio, ma punta anche a valorizzare l’offerta turistica della Costa Smeralda, integrando sport, ambiente e viabilità sostenibile.
Alla guida dell’iniziativa c’è l’assessore ai Lavori Pubblici e Manutenzioni, Massimo Azzena, che ha scelto di anticipare i tempi predisponendo più progetti infrastrutturali da proporre a bandi regionali, ministeriali ed europei. “L’obiettivo – ha spiegato – è farci trovare pronti per cogliere ogni opportunità di finanziamento e portare ad Arzachena opere utili e innovative”.
La nuova ciclabile si inserisce in una visione più ampia di mobilità alternativa e rispetto dell’ambiente, un tema sempre più centrale per le località a vocazione turistica. In attesa della risposta della Regione, la comunità guarda con interesse a un progetto destinato a cambiare il modo di muoversi lungo uno dei tratti più suggestivi del litorale gallurese.
La Régalante: pedalare tra castelli e campagne fino al Mont-Saint-Michel
01/10/2025 in Viaggi
Un itinerario nuovo, ma che sembra raccontare storie antiche. La Régalante, 275 chilometri da Nantes al Mont-Saint-Michel, è una ciclovia che non tutti conoscono, e proprio qui sta il suo fascino: attraversa la “frontiera dimenticata” tra Bretagna e Normandia, fatta di castelli, villaggi rurali e campi che sembrano usciti da un arazzo medievale.
La ciclovia è stata concepita come un viaggio a tappe, nove in tutto, con distanze tra i 20 e i 40 chilometri.
È quindi adatta a chi vuole viaggiare lento, senza fretta di arrivare, fermandosi nei mercati di paese o sostando davanti alle mura imponenti di Fougères o Vitré, fortezze che raccontano mille anni di conflitti di confine.
Il paesaggio è tutt’altro che monotono: si alternano paludi, boschi, corsi d’acqua, e soprattutto il “bocage” bretone, quella campagna a riquadri delimitati da siepi e alberi che regala ombra e silenzi. La segnaletica è chiara (Véloroute V409), i servizi non mancano — stazioni ferroviarie, punti di riparazione, alloggi rurali — ma resta una sensazione di autenticità rara per un percorso ciclabile in Francia.
E poi c’è l’arrivo: il Mont-Saint-Michel che si staglia all’orizzonte, dopo giorni di pedalate nel cuore verde della Bretagna. Un finale che ripaga ogni chilometro e che lascia in mente una promessa: che il cicloturismo può ancora sorprendere, anche in regioni già famose.
La valle della Vire: un fiume lento, una ciclovia segreta
01/10/2025 in Viaggi
Non serve sempre puntare a percorsi epici per scoprire la Francia in bicicletta. A volte bastano poche decine di chilometri per entrare in un mondo parallelo, fatto di silenzi e natura. È il caso della voie verte lungo la Vire, in Normandia: 55 chilometri di pista che da Pont-Farcy a Saint-Fromond segue l’antico alzaia del fiume.
Qui il tempo sembra scorrere più piano. Si pedala accanto all’acqua, tra boschi e prati, superando vecchi ponti e resti di forni di calce, testimonianze di un passato industriale ormai inghiottito dal verde. La tappa più vivace è Saint-Lô, città martire della Seconda guerra mondiale, dove le cicatrici della storia si intrecciano con il presente. Poi la campagna torna a prendere il sopravvento, fino alle zone umide dei marais du Cotentin, uno dei parchi naturali più affascinanti del nord-ovest francese.
Il percorso è facile, alla portata di tutti, purché si scelga una bici adatta anche a tratti sterrati. La bellezza, qui, non è scenografica né spettacolare: è discreta, intima, da assaporare con calma. È la Francia delle piccole cose, dei villaggi dove il bar apre solo al mattino e dove i pescatori salutano i ciclisti di passaggio.
Un weekend sulla Vire non è solo una gita: è un invito a riscoprire il piacere della lentezza, il gusto di un viaggio senza clamore. Per chi cerca la vera essenza del cicloturismo, questa è una piccola perla nascosta.
Il boom del cicloturismo in Italia: numeri, tendenze e nuove sfide
29/09/2025 in News
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato dall’essere una nicchia per appassionati a un fenomeno in costante crescita. Secondo le più recenti indagini di settore, il comparto ha superato i 50 milioni di presenze turistiche in Italia, con un indotto che sfiora i 5 miliardi di euro. Un trend che non mostra segni di rallentamento e che sta trasformando il modo stesso di concepire il viaggio.
A differenza del turismo tradizionale, il cicloturismo porta con sé valori come lentezza, sostenibilità e contatto diretto con i territori. I comuni più piccoli, spesso esclusi dai grandi flussi, diventano mete privilegiate grazie alla bicicletta, con un impatto positivo su economie locali e ospitalità diffusa.
Ma la crescita apre anche nuove sfide: servono infrastrutture dedicate, intermodalità con treni e mezzi pubblici, sicurezza stradale e soprattutto una cultura dell’accoglienza che vada oltre la semplice “ciclabile”. Il settore guarda già al futuro con l’integrazione di e-bike, servizi digitali e offerte personalizzate, segno che il turismo a pedali è ormai una realtà solida e in continua evoluzione.
Bicicletta e cambiamento climatico: il turismo sostenibile che pedala
29/09/2025 in News
Il dibattito sulla crisi climatica non risparmia il turismo, settore tra i più energivori e responsabili di emissioni a livello globale. In questo scenario, la bicicletta si conferma come uno degli strumenti più concreti per ridurre l’impatto ambientale del viaggiare.
Il cicloturismo non è solo una scelta di mobilità alternativa: rappresenta un modello culturale che privilegia lentezza, sobrietà e rispetto dei territori. Chi sceglie la bici riduce la dipendenza da auto e aerei, abbassa la propria impronta di CO₂ e valorizza aree interne, agriturismi, produzioni locali. Un circuito virtuoso che mette insieme sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Le istituzioni guardano con sempre maggiore interesse a questo segmento: il PNRR e diversi piani regionali hanno inserito la mobilità ciclistica come asse strategico per la transizione ecologica. Tuttavia, il vero cambiamento arriverà solo se i cicloturisti diventeranno ambasciatori di un nuovo modo di viaggiare, dimostrando che “fare turismo” non significa necessariamente consumare risorse, ma può anche voler dire restituire valore ai territori.
La nuova frontiera del cicloturismo: riscoprire l’Italia a pedali
28/09/2025 in News
Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere un’attività di nicchia per trasformarsi in un fenomeno in crescita costante. Secondo i dati di Legambiente e Isnart, in Italia il comparto vale ormai miliardi di euro e attira non solo appassionati sportivi, ma anche famiglie, viaggiatori solitari e gruppi di amici. Ciò che spinge a salire in sella non è soltanto la passione per la bicicletta, ma la ricerca di un modo diverso di vivere il territorio: più lento, più rispettoso e più autentico.
Strade secondarie, borghi dimenticati
Chi sceglie la bici come compagna di viaggio spesso scopre angoli d’Italia che sfuggono al turismo di massa. Le strade provinciali, le ciclabili lungo i fiumi, i sentieri sterrati che collegano un borgo all’altro diventano percorsi privilegiati per chi vuole respirare la vita vera dei luoghi. È così che piccoli paesi, spesso fuori dalle rotte tradizionali, tornano a rivivere grazie al passaggio dei viaggiatori su due ruote.
Non solo sport, ma esperienza culturale
Il cicloturismo non è una gara. È un viaggio che mescola natura, gastronomia, storia e incontri umani. Una pedalata tra le colline umbre può trasformarsi in una sosta in una cantina locale, mentre un itinerario lungo il Po diventa occasione per conoscere le tradizioni agricole della Pianura Padana. La bicicletta diventa così un mezzo per entrare in contatto con le comunità locali, generando un turismo che non consuma, ma valorizza.
Il futuro: infrastrutture e consapevolezza
Se da un lato il potenziale è enorme, dall’altro restano sfide da affrontare. La qualità delle infrastrutture ciclabili in Italia è ancora disomogenea, con regioni all’avanguardia e altre in forte ritardo. La sfida dei prossimi anni sarà rendere i percorsi sempre più sicuri e accessibili, favorendo così una mobilità dolce che può avere un impatto positivo non solo sul turismo, ma anche sulla vita quotidiana.
Una scelta che parla di noi
Scegliere la bicicletta, in fondo, non è solo un modo di viaggiare: è una dichiarazione di intenti. È voler rallentare, concedersi il tempo di guardare un tramonto senza la fretta dell’auto, ascoltare il rumore delle ruote che scorrono sull’asfalto o sulla ghiaia. È riscoprire il valore del viaggio stesso, non solo della meta.
Il cicloturismo è, in questo senso, la forma più moderna e al tempo stesso più antica di viaggiare. Perché ci ricorda che la strada è parte integrante dell’avventura.
Pedalare al chiaro di luna: la nuova frontiera del cicloturismo
27/09/2025 in News
Il cicloturismo non vive solo di giornate assolate. Sempre più appassionati scelgono di scoprire territori e città al calar della notte, trasformando la bicicletta in un passaporto per un’Italia insolita e suggestiva.
Le cosiddette night ride stanno diventando un fenomeno curioso: gruppi di ciclisti che partono al tramonto e percorrono strade secondarie, borghi e campagne illuminate dalla luna. Niente traffico, pochi rumori, solo il ritmo dei pedali e la magia del silenzio.
In Emilia-Romagna sono nati persino i “bike & stars tour”, con astronomi che guidano i ciclisti a scoprire costellazioni tra una sosta e l’altra. In altre città l’appuntamento è ancora più semplice: si pedala insieme e si chiude la notte davanti a una brioche calda, aspettando l’alba.
Non è solo sport, ma un rito collettivo che unisce lentezza, natura e condivisione. Una pedalata notturna non accumula chilometri: accumula ricordi.
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