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Cicloturismo

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Palermo: via al bike sharing in autunno

13/04/2016 in News

161117651-fb21d514-0ff7-4305-9c96-2900851a7e03In arrivo in in città ben 420 biciclette, di cui 20 e-bike, che saranno dislocate in apposite postazioni in tutta Palermo. I costi previsti per accedere al servizio sono alla portata di tutti: secondo le prime notizie verranno offerti abbonamenti annuali a 25 euro e saranno disponibili anche abbonamenti ridotti (giornalieri o orari).

 

Il servizio sarà gestito dall’Amat che in collaborazione con TMR farà arrivare le bici in città nella seconda metà di Ottobre e si occuperà di dislocarle su tutto il territorio cittadino. Le postazioni in cui si potrà noleggiare e restituire la bici sono state definite in questi giorni: saranno oltre 30 ed ospiteranno tutte dalle 10 alle 20 bici. E’ stato reso noto che, per scongiurare furti e danneggiamenti, ogni bicicletta sarà dotata di localizzatore GPS.

 

Grazie a questa iniziativa Palermo andrà direttamente ad occupare la terza posizione tra le città italiane che offrono il più grande servizio di bike sharing. Nel frattempo in città sono partiti anche i lavori di messa in sicurezza, manutenzione e realizzazione delle piste ciclabili del centro, interventi già annunciati all’inizio dell’anno.

Viaggio lungo La Via Silente

12/04/2016 in Appunti di viaggio, Viaggi

Altimetria_LaViaSilente

Credo che la mia decisione di partire sia arrivata quando mi sono reso conto di non tollerare più le interferenze sonore quotidiane della mia caotica città.

 

Cosi ho cercato un percorso nuovo, una Via su cui recuperare quella gamma di suoni naturali, talmente importanti per il cervello, che qualcuno ha addirittura pensato di raccoglierli in una compilation “sounds of nature” di quelle che si trovano in libreria nello scaffale new age.

 

Non poteva sfuggirmi quel nome ……LA VIA SILENTE, e quella breve descrizione, “sentiero di 600 km che attraversa l’intero Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Poi quella frase, per me magica….”il silenzio non è assenza di suoni ma qualità d’ascolto”…..

 

Ho preparato la mia travel bike, rafforzando il portapacchi è sostituendo le ruote con quelle antiforatura; ho applicato un secondo supporto per l’acqua, anche se sembra che in Cilento questo elemento non manchi. Ho salutato gli amici, molti dei quali non sapevano nemmeno dell’esistenza di questa bellissima terra (il che mi ha stimolato ulteriormente), e sono partito per il mio viaggio silente…..

 

Treno diretto a Vallo della Lucania – Castelnuovo, bici imballata a seguito, entusiasmo, timore, adrenalina. Raggiungo Castelnuovo Cilento al tramonto, il paesino è splendido, poche case tutte raccolte intorno alla chiesa, in cima l’antica torre del castello. Al mattino ritiro la Silentina apponendo il primo timbro, sistemo la carta del percorso e delle altimetrie nel borsello anteriore della bici, riempio le borracce alla fontanella del paese, sotto gli sguardi curiosi degli anziani seduti al bar……e parto alla volta di Pollica, prima tappa del mio viaggio.

 

Che dire…..qualsiasi cosa non basterebbe a descrivere l’emozione di questa esperienza; La Via Silente è un mosaico di tessere oro-grano, di mille sfumature di verde, dell’azzurro mare, è un mosaico di profumi di ginestra in fiore e di pane appena cotto nei forni tra i vicoletti; è un mix di suoni di acqua che scorre, di uccelli al mattino, di brezza di mare lungo la costa. La Via Silente è anche fatica e sudore….ma dalla cima di quel Monte Cervati, a più di 1700 metri di altitudine, ho ringraziato Dio per avermi concesso di essere arrivato fin qui.
Sulla Via Silente si pedala per gustare il tempo, per avvertire la realtà con tutti i sensi, per scoprire quel silenzio che non è assenza di suoni ma qualità di ascolto.

 

 

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Il buon fritto fa bene

Il buon fritto fa bene falsi miti alimentari

31/03/2016 in Alimentazione, Tecnica

Un altro falso mito viene sfatato: la frittura non fa male!

Secondo una ricerca spagnola friggere il cibo farebbe bene alla salute e sarebbe addirittura “meglio della bollitura”.
Secondo quanto affermato dagli studiosi spagnoli, infatti, il segreto di tale assunto sarebbe tutto racchiuso nell’olio extravergine di oliva, che sebbene sia più calorico, contiene molte meno sostanze cancerogene e non solo, le verdure fritte anziché bollite sarebbero in grado di mantenere molto di più le loro proprietà benefiche.

Alcune verdure, se fritte, sarebbero in grado di produrre più acido oleico e sostanze antiossidanti durante la cottura e sarebbero quindi idonee, nel lungo periodo, a scongiurare l’insorgenza di malattia tumorali, diabetiche e perdita della vista.

Come spiega Christina Samaniego Sanchez, ricercatrice a capo del Dipartimento nutrizionale della facoltà di Farmacia a Granada che ha condotto lo studio: “La frittura è il metodo che produce i maggiori aumenti associati alla frazione fenolica, il che significa un miglioramento del processo di cottura. Nel corso degli anni, la ricerca ci ha portato a credere che friggere le verdure è un grande divieto, e le proprietà antiossidanti non contano di fronte alla paura del grasso”.

Tutte queste ipotesi sarebbero poi state avvalorate da alcuni esperimenti condotti sul fritto.
A quanto pare patate e altre verdure sarebbero in grado di mantenere pressoché inalterate le loro proprietà nutritive se fritte nell’olio extravergine di oliva, poiché questo tipo di cottura permetterebbe di far aumentare le capacità di produrre sostanze antiossidanti e anticancerogene. Il fritto, preparato con questo tipo di olio e consumato in modo moderato non sarebbe quindi affatto negativo per la salute dell’organismo umano ma anzi, contribuirebbe addirittura al suo benessere, contrariamente a quanto si era sempre sostenuto.

I ricercatori consigliano anche di mantenere la temperatura dell’olio extravergine di oliva a circa 180 gradi, in modo tale che sia ridotto l’assorbimento dei grassi.

A questo punto possiamo non sentirci più in colpa ogni volta che mangiamo una mozzarella in carrozza o un cono di fritto misto, perché il fritto fa bene, sempre se mangiato con accortezza.

© ITALIAONLINE 2016

Acqua e limone, l'elisir del mattino

dieci proprietà miracolose acqua e limone al mattino

30/03/2016 in Alimentazione, Tecnica

Bere acqua e limone al mattino è un modo per disintossicarsi e rimineralizzarsi in maniera naturale.
Per dare inizio alla vostra terapia disintossicante e rimineralizzante a base di acqua e limone è necessario seguire alcune indicazioni. Utilizzate acqua di rubinetto a temperatura ambiente o leggermente tiepida. Scegliete sempre limoni freschi, se possibile biologici o coltivati da voi. Evitate il succo di limone confezionato.
Spremete mezzo limone in un bicchiere e colmatelo con l’acqua. Chi supera i 70kg dovrà utilizzare un limone intero.
E’ bene bere acqua e limone al mattino, a digiuno. Evitate l’acqua fredda per la preparazione dell’acqua e limone, poiché richiede un maggior dispendio di energia da parte dell’organismo per assimilare la bevanda.
I 10 benefici dell’acqua e limone
1 . Migliora la digestione
Il succo di limone stimola la produzione della bile da parte del fegato, necessaria nel coso della digestione.
2 . Depurativa e diuretica
L’acqua e limone ha un effetto depurativo e diuretico. Bere acqua e limone aiuta l’organismo a liberarsi delle tossine, in gran parte poiché questa bevanda stimola la diuresi.
3 . Stimola il sistema immunitario
I limoni presentano un elevato contenuto di vitamina C, utile nel contrastare e nel prevenire l’influenza.
4 . Regola il pH
Acido citrico e vitamina C contribuiscono a ridurre i livelli di acidità del sangue. Bere acqua e limone regolarmente aiuta ad evitare una situazione di acidosi nell’organismo.
5 . Purifica la pelle
La vitamina C e gli antiossidanti contenuti nel limone aiutano a contrastare i danni provocati dai radicali liberi e la formazione delle rughe.
6 . Energia e buonumore
L’aroma di limone è capace di stimolare il buonumore e di ridurre ansia e depressione.
7 . Guarigione
La vitamina C contenuta nel succo di limone possiede proprietà anti-infiammatorie. Contribuisce inoltre al mantenimento di una buona salute e al suo recupero dopo la malattia o un infortunio.
8 . Rinfresca l’alito
I limoni rinfrescano l’alito, aiutano a liberarsi dal mal di denti e dalla gengivite. L’acido citrico contenuto nei limoni può erodere lo smalto. E’ utile inoltre risciacquare la bocca con della semplice acqua dopo aver bevuto acqua e limone. Si consiglia inoltre di assumere la bevanda con una cannuccia.
9 . Idratazione
L’acqua e limone contribuisce all’idratazione dell’organismo e supporta il sistema linfatico.
10 . Dimagrire
Bere acqua e limone può stimolare la perdita di peso. I limoni sono ricchi di pectina, una fibra che aiuta a contrastare la fame improvvisa.
Attenzione! Consumare troppa acqua e limone può causare disturbi allo stomaco.

Acqua e limone, l'elisir del mattino

Acqua e limone, l’elisir del mattino

Un hot cross bun

Per Pasqua un hot cross in segno di amicizia

29/03/2016 in Alimentazione, Tecnica

Pasqua è la festività delle uova al cioccolato e dei dolci lievitati, come le colombe e le focacce dolci che ogni regione prepara secondo la sua personale ricetta, talvolta con l’aggiunta di formaggio. In tema di lievitati vi proponiamo una ricetta pasquale che si usa mangiare il venerdì Santo nei paesi di tradizione anglosassone: gli hot cross buns.

Gli hot cross buns sono piccoli panini speziati che prendono il nome dalla croce che viene incisa in superficie con la glassa. C’è chi dice che abbiano proprietà curative, per cui basterebbe regalare un pezzo di questo panino per auspicare una pronta guarigione a un malato, e c’è chi dice che bisognerebbe dividerlo in due e condividerlo con un amico per proteggere l’amicizia.

Ingredienti per 12 buns:

  • 625 g di farina
  • 1 uovo
  • 45 g di burro
  • 85 g di zucchero
  • 275 ml di latte tiepido
  • 125 g di uvetta sultanina (in aggiunta i canditi, se piacciono)
  • 1 cucchiaino di sale
  • 2 cucchiaini di spezie miste in polvere (cannella, chiodi di garofano e noce moscata)
  • Buccia grattugiata di un limone
  • 1 cucchiaino e mezzo di lievito di birra in polvere

Ingredienti per la lucidatura:

  • 1 uovo
  • Latte q.b.
  • Zucchero semolato q.b.

Ingredienti per la glassa:

  • Zucchero a velo q.b.
  • Acqua q.b.

In una ciotola mescolate la farina insieme alle spezie e al sale e lavorate con il burro a cubetti. Fate una fontana con questo composto e aggiungete al centro lo zucchero, la scorza di limone e il lievito.
A parte sbattete l’uovo e aggiungetelo poi al composto di farina con il latte tiepido: formate un impasto morbido. Trasferite l’impasto su una superficie leggermente infarinata, e aggiungete un po’ alla volta l’uvetta sultanina. Lavorate l’impasto facendo amalgamare bene l’uvetta all’interno e riponetelo in una ciotola leggermente imburrata. Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare un’ora circa. Trascorso questo tempo lavorate di nuovo l’impasto sulla superficie infarinata e riponetelo di nuovo nella ciotola, lasciando lievitare per un’altra mezz’ora circa.
A fine lievitazione prendete l’impasto e dividetelo in 12 pezzi delle stesse dimensioni, dategli la forma di una palla e appiattitela leggermente. Coprite nuovamente e lasciate lievitare ancora per una decina di minuti.
Preparate la lucidatura: lavorate l’uovo sbattuto con un goccio di latte; spennellate i 12 panetti con questa lucidatura e poneteli su una teglia ricoperta da carta da forno, spolverizzateli di zucchero semolato e infornate a 240° per circa 10 minuti.
Lasciate raffreddare i panetti e decorateli con la tipica forma a croce preparata con zucchero a velo mescolato con acqua.

Bere birra che fa bene alla salute

Cinque motivi per Bere birra che fa bene alla salute

29/03/2016 in Alimentazione, Tecnica

Sfatiamo un falso mito, bere birra fa bene!

In generale è la cosiddetta birra cruda, o meglio, la tipica birra artigianale, quella che apporta maggiori benefici all’organismo umano; l’assenza di pastorizzazione consente di mantenere intatte le proprietà che riescono ad interagire in modo positivo con l’organismo umano.

Come in tutte le cose, non bisogna esagerare e prima di stappare o spillare, leggete anche il modo migliore per degustarla.

Non stiamo cercando delle semplici giustificazioni per alleggerire i sensi di colpa, ma esistono almeno cinque serissimi motivi, confermati da altrettanti studi scientifici:

1 . Aiuta a mantenere la linea. Pochi zuccheri, molta acqua. La birra è dissetante e a differenza di altri alcolici, cocktail e bevande varie, non ingrassa. Sfatato quindi il mito della nemica della “pancetta”, attenzione però, bevete responsabilmente;

2 . Ti fa star bene. Previene le malattie. Lo studio della Food And Chemical Toxicology del 2008 sostiene che il silicio contenuto nella birra potrebbe aiutare a prevenire l’Alzehimer. Inoltre migliora il flusso di sangue nelle arterie e aumenta la formazione di colesterolo “buono”. Ma attenzione a non esagerare, bere troppa birra può provocare la perdita di memoria;

3 . La birra ti fa bella. Il colore dorato può essere già da solo un indizio. L’orzo, l’acido ferulico e tanti altri ingredienti posso rendere più belli e lucenti i nostri capelli, la nostra pelle e tanto altro;

4 . Rende felici. Nella birra ci sono molti super nutrienti: fosforo, iodio, magnesio, potassio e calcio.Meglio se non pastorizzata perché contiene maggiori quantità di vitamina B. Specie se siete vegetariani: non molti sanno che la birra è in particolare una fonte naturale di Vitamina B12. Vitamina che si trova principalmente negli alimenti di origine animale ed ha un ruolo determinante per il buon funzionamento del sistema nervoso, essendo soprannominata anche la vitamina del buon umore;

5 . Riequilibra gli ormoni. Ridurre la menopausa, eliminare le vampate di calore e il calo della libido. La birra riesce anche in questo grazie ai fitoestrogeni presenti nel luppolo, dei composti simili agli estrogeni che si trovano nelle piante;

Una curiosità: un bicchiere al giorno vi protegge dal rischio di calcoli renali.

Gita alle Torri di Fraele lungo la Via Imperiale

29/03/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

bormio_bk3sj.T0Le Torri di Fraele si trovano in Alta Valtellina, si tratta di due torri medievali molto ben conservate e che meritano una visita per ammirarne l’architettura e soprattutto il panorama dei sottostanti laghi che si gode dalla loro posizione. Per raggiungerle, partendo dal comune di Valdidentro, nella provincia di Sondrio, è possibile scegliere tra vari itinerari più o meno difficoltosi.

 

Il percorso ideale da condividere con tutta la famiglia e senza bisogno di una particolare preparazione fisica si snoda lungo l’antica Via Imperiale d’Alemagna. La strada, costruita durante la I Guerra Mondiale per scopi bellici, è tutt’oggi l’unica che conduce direttamente in mezzo alle torri. Durante il periodo estivo viene solitamente chiusa al traffico automobilistico (già scarso di per sè), almeno dalle 10 alle 16, e perciò è facilmente percorribile in bicicletta o a piedi. La via, molto ampia, si snoda su sterrato e lungo di essa si incontrano numerosi punti di ristoro ideali anche per brevi soste e per scattare fotografie panoramiche alla valle di sotto.

 

In origine la strada costeggiava il precipizio e permetteva di salire verso le torri grazie ad alti gradoni in legno fissati nella pietra, ma che all’occorrenza potevano essere velocemente rimossi. Oggi quest’ultimi sono stati sostituiti da più agevoli tornanti e da gallerie scavate direttamente nella roccia. Per affrontare questi tratti è però necessario munirsi di torce elettriche.
La strada è transitabile in tutti i periodi dell’anno tranne in pieno inverno quando viene ricoperta dalla neve.

Via Francigena: da Canterbury a Camaiore

29/03/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

via-francigenaUn viaggio dall’Inghilterra alla Toscana, circa 1.700 km su sentieri e sterrati coincidenti con il percorso ufficiale dei pellegrini a piedi. La Via Francigena in Inghilterra e Francia segue un percorso generalmente ondulato con continui saliscendi che talvolta si trasformano in bruschi dislivelli. Per affrontare il viaggio è necessario un certo allenamento fisico, ma non meno importanti sono una buona preparazione mentale e molto spirito di adattamento. La difficoltà maggiore è rappresentata dai tratti fuori strada che con la pioggia si trasformano in pozzanghere argillose in cui è difficile procedere.

 

Partendo direttamente da Londra si devono innanzitutto percorrere i 100 km della Pilgrim Way che già nel Medioevo era frequentata dai pellegrini per raggiungere Canterbury, inizio ufficiale della Via Francigena. Il cammino inglese è caratterizzato da vasti prati ben curati e sconfinate praterie dove è molto facile immaginarsi nobili e reali impegnati nella caccia alla volpe a cavallo. Una volta arrivati a Dover, famosa per le sue bianche scogliere, ci si imbarca sul traghetto per raggiungere Calais, in Francia. Inizia qui un lungo tratto nella più selvaggia campagna francese, sicuramente meno curata ma non meno affascinante di quella inglese. Per molti km si è circondati esclusivamente da campi di grano e appezzamenti incolti senza mai incontrare una casa, un bar, un negozio.
Nella regione dello Champagne il paesaggio cambia: i campi coltivati lasciano posto a vasti vigneti, da cui è appunto ricavato l’omonimo vino francese.

 

Raggiunta la Svizzera si incontrano le prime vere salite, molto faticose e impegnative ma ripagate da una vista straordinaria sulle Alpi. Tra le salite più dure c’è quella fino ai 2.470 mt sul Passo del Gran San Bernardo che permette di valicare le montagne ed entrare in Italia. Nel nostro paese la Via Francigena si fa molto più frequentata, molti iniziano il cammino proprio da qui e lo concludono a Roma, meta finale della via.

 

Il panorama italiano fino a Camaiore, in Versilia,  cambia velocemente: si va dalle montagne della Valle d’Aosta, alle risaie della Pianura Padana, ai più dolci rilievi dell’Appennino. Camaiore è una piccola cittadina dell’entroterra versiliese posta proprio ai piedi dell’Appennino, è ricca di storia e di scorci panoramici sul mare: assolutamente da visitare!

La Via di Francesco

29/03/2016 in Promozione del Territorio, Territorio

via-di-francescoUn suggestivo itinerario che collega tra loro i luoghi simbolo della vita del santo, la Via di Francesco è un percorso di circa 500 km che tocca Toscana, Umbria e Lazio. Il silenzio e la natura incontaminata che si incontrano lungo il percorso esaltano il messaggio di pace ed amore che San Francesco predicava su questa stessa via durante i suoi anni di pellegrinaggio.

 

Il cammino si può dividere in: Via del Nord, per chi proviene dalla Toscana, e Via del Sud, per chi proviene dal Lazio. Nel primo caso la partenza è fissata presso il piazzale del Santuario della Verna, circondato dagli ombrosi boschi appenninici. Nel secondo caso il punto di partenza è invece rappresentato dal Santuraio di Greccio, nella valle reatina. La destinazione d’arrivo è in entrambi i casi la città di Assisi, patria di San Francesco.

 

La Via di Francesco è interamente percorribile sia a piedi che in bicicletta, preferibilmente in mountain-bike. Il percorso si snoda in gran parte tra montagne e colline incontrando salite e discese talvolta impegnative per cui è richiesto un minimo di preparazione fisica ed allenamento adeguato. Come per ogni cammino francescano, anche per questo itinerario esiste la credenziale del pellegrino (una specie di passaporto da far timbrare in ogni tappa per attestare il proprio passaggio).

 

Lungo la via sono disposti numerosi cartelli d’indicazione (contrassegnati dai colori giallo e blu) che rendono estremamente semplice per i pellegrini seguire la strada giusta. Allo stesso modo è facile trovare alloggio per la notte, il percorso è infatti costellato di strutture alberghiere, bed & breakfast ed agriturismo. Pressoché in ogni paese attraversato è presente anche un negozio specializzato in cui reperire eventuali pezzi di ricambio per la bici e usufruire di assistenza per riparare il vostro mezzo.

 

I periodi migliori per partire alla scoperta della Via di Francesco sono sicuramente la primavera e l’autunno quando i colori della natura sono più vivi ed accesi.

Vai a lavoro in bicicletta? a Milano arrivano i rimborsi

29/03/2016 in News

valigettaNel 2016 la lotta allo smog e la volontà di promuovere maggiormente la mobilità sostenibile sul proprio territorio hanno portato il comune di Milano a seguire l’esempio francese: un indennizzo di qualche decina di centesimi a km per chi decide di utilizzare la bici per i suoi spostamenti quotidiani da casa al lavoro e viceversa.

 

Milano punta così all’assegnazione di almeno una parte dei 35 milioni stanziati dal governo, per la precisione dal Ministero dell’Ambiente, a favore di quei comuni che presenteranno innovativi progetti di mobilità eco-sostenibile per il proprio territorio.

 

Lo stesso progetto ha avuto molto successo in Francia nel 2015: i cittadini certificano gli spostamenti in bicicletta tramite una app istallata sul cellulare e ricevono un indennizzo di ben 25 centesimi al km.

 

Il “Piano Bici” milanese deve ancora stabilire rimborsi e modalità precise ma la strada è ormai decisa. Anche il Mobility Manager del Politecnico di Milano è già stato interpellato in merito e conferma che presto verranno resi noti tutti i dati. Non resta che aspettare l’apertura del bando del governo.

 

Sebbene l’emergenza smog sia oggi rientrata, l’idea francese potrebbe essere la giusta soluzione per evitare una nuova emergenza nei prossimi anni. Se i cittadini di Milano aderissero all’iniziativa, lasciando a casa l’automobile, i livelli di polveri tossiche e gas serra nell’atmosfera si ridurrebbero notevolmente in città. Senza contare il beneficio che si trarrebbe da strade meno trafficate e quindi decisamente meno pericolose e più vivibili da tutta la popolazione.

 

E voi sareste propensi ad andare a lavoro in bicicletta ogni giorno in cambio di un indennizzo in denaro?