Kit di pronto soccorso per il cicloturismo
27/09/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Prima di partire per un lungo viaggio in bici è necessario equipaggiare il nostro mezzo con tutto ciò che può tornare utile o che può essere difficile da reperire lungo il tragitto.
Oltre alla varia attrezzatura necessaria ad effettuare piccole riparazioni sulla bici ed agli effetti personali, è utile prevedere un kit di pronto soccorso.
Avere sempre con sé un piccolo kit con cerotti, garze, forbici permette di essere preparati nell’eventualità di una caduta o altri piccoli incidenti.
Il kit di pronto soccorso per il cicloturismo non dovrebbe contenere molti oggetti, tuttavia sono indispensabili:
- Cerotti – graffiarsi, magari mentre si sta sistemando la camera d’aria, è molto comune. Avere con se una scatola di cerotti di varie misure permette di risolvere il problema in breve tempo. L’importante è che siano di qualità ed ipoallergenici.
- Collirio – quando si pedala si dovrebbero sempre indossare degli occhiali protettivi, ma spesso questo non basta. Minuscoli corpi estranei possono comunque entrare nell’occhio e provocare lacrimazione o prurito. Per risolvere il problema è sufficiente utilizzare del collirio naturale che normalmente viene venduto in confezioni monouso. Il collirio pulisce l’occhio ed inumidisce l’iride.
- Forbici – in commercio ne esistono migliaia di tipi, quello che serve al cicloturista è un paio di forbici di piccole dimensioni, dal taglio netto e preciso, molto resistenti.
- Disinfettante – scivolando sull’asfalto di una pista ciclabile o sullo sterrato di un sentiero è possibile procurarsi delle abrasioni molto fastidiose. Queste devono essere prima lavate con acqua (quella della borraccia) e poi disinfettate. In commercio si trovano molti disinfettanti diversi, ma in genere le loro confezioni sono molto ingombrati. Per ridurre lo spazio è meglio travasare un po’ di liquido in un flaconcino da viaggio.
- Garza – le garze sterili si trovano facilmente impacchettate e sigillate una ad una. Possono essere applicate sull’abrasione per proteggerla da sporco e polvere fino a che la ferita non sarà guarita.
Una o due garze sono in genere sufficienti per il kit di pronto soccorso. - Pinzette – le pinzette sterili occupano pochissimo spazio e sono molto utili per rimuovere dalla ferita eventuali corpi estranei come sassi, ghiaia, asfalto.
A meno che non si stia affrontando un percorso particolarmente impegnativo in un paese dalle scarse condizioni igienico-sanitarie, gli oggetti sopra elencati sono più che sufficienti.
Per sistemare tutto in maniera organizzata si può ricorrere ad un kit medico già predisposto (acquistabile in un negozio sportivo) oppure comprare separatamente tutti gli oggetti e metterli al sicuro in una busta di plastica ermetica. Quindi bisognerà trovare uno spazio nelle borse attaccate alla bici per alloggiare il kit.
Come affrontare una competizione gravel
26/09/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Le gravel bike sono bici con un telaio da corsa, ma con una geometria più comoda e con copertoni ideali per pedalare su sterrato e strade bianche.
Assomigliano molto alle biciclette di una volta che erano progettate per l’utilizzo su strade in terra battuta, sampietrini ed asfalto.
Negli ultimi anni le gravel bike sono tornate di moda e si vedono spesso sfrecciare in città, sulle ciclabili e nei parchi. In contemporanea hanno iniziato a comparire anche numerosi eventi dedicati nello specifico a questo tipo di bici.
Si tratta di competizioni su strade bianche e sterrati di una lunghezza considerevole e che, in genere, non prevedono alcun tipo di supporto tecnico. I partecipanti devono avere con sé tutto il necessario per terminare il percorso entro un tempo limite stabilito dall’organizzazione. Non sono previsti cronometraggi.
Per affrontare le gare dedicate alle gravel bike bisogna seguire un piano di allenamento specifico. Per arrivare al traguardo servono:
- Resistenza – ovvero la capacità di restare in sella per molte ore di fila mantenendo un ritmo adeguato, che permetta di terminare la gara con ancora delle riserve di energia.
- Capacità di affrontare le salite – le competizioni gravel sono spesso caratterizzate da brevi strappi in salita che sarà necessario affrontare con la giusta preparazione. Per allenarsi si possono fare delle ripetute in salita, meglio se la salita scelta non è troppo trafficata.
- Tecnica di guida – è necessario abituarsi a pedalare su sterrato e ghiaia con la stessa sicurezza con cui si affronta l’asfalto. Avere il pieno controllo della bici è infatti fondamentale nelle competizioni.
- Sopportazione della fatica – la lunghezza delle gare dedicate alle gravel bike impone una certa resistenza alla fatica, essere abituati ad affrontare il problema è il primo passo per non arrendersi.
Da non sottovalutare è anche la messa a punto della bici. E’ impensabile affrontare da soli km e km di sterrato in mezzo alla campagna senza aver prima sottoposto la bici ad una revisione completa.
Oltre a questo bisogna prevedere lo spazio, nell’attrezzatura, per snack salutari, integratori e riserve di liquidi. Il pieno di energia va fatto nei giorni immediatamente prima della gara e con una buona colazione il giorno della partenza.
Lungo il percorso tuttavia, per combattere gli attacchi di fame improvvisi, si può mangiare qualche barretta energetica, una banana o frutta secca.
Inoltre bere regolarmente, a piccoli sorsi, è fondamentale per tutta la durata della competizione.
Mangiare in sella: quanto, quando e come
26/09/2017 in Alimentazione, Tecnica
Nel caso si affronti un’uscita in bicicletta lunga più di due ore è necessario prevedere alcuni rifornimenti di energia. Ovvero sarà necessario fare qualche spuntino per rifocillare le scorte di glicogeno e di sali minerali persi con il sudore.
Dato che ogni persona è diversa dall’altra, non esiste una regola univoca sul quanto, quando e come mangiare. L’unico modo è provare su sé stessi varie combinazioni fino a trovare quella che fa al caso nostro. L’importante è non aspettare di sentire lo stimolo della fame o della sete per fare una sosta ristoratrice perché a quel punto è già troppo tardi.
Ovviamente più la temperatura sale più spesso si avrà bisogno di reintrodurre liquidi ed energia nel proprio corpo. A temperature fresche e miti è sufficiente consumare cibi solidi ogni 30-45 minuti e bere a piccoli sorsi ogni 10-15 minuti. L’acqua non può mai mancare dev’essere la prima e più importante risorsa di sali minerali.
Gli spuntini da consumare in sella devono essere facili da maneggiare, masticare e deglutire. Un ottimo esempio sono i panini al latte con marmellata, ma vanno bene anche tost, gallette, purea di frutta e frutta disidratata non glassata.
Sicuramente i prodotti naturali sono da preferire rispetto ad i vari integratori artificiali che si trovano comunemente in commercio. Sebbene questi ultimi siano più comodi da utilizzare mentre si pedala, perché appositamente pensati per questo, il loro apporto non è paragonabile ad una dieta equilibrata.
Il miglior consiglio tuttavia è quello di provare entrambe le soluzioni e decidere in base alle risposte che il nostro corpo ci restituisce, alle performance ed ai risultati ottenuti.
La tecnica del surplace per il ciclista urbano
26/09/2017 in I Nostri Consigli, News, Tecnica
Il surplace è una delle tecniche più utili per il ciclista urbano che si muove nel traffico. Surplace significa letteralmente “sul posto”, si tratta in pratica di rimanere in equilibrio sulla bici da fermi.
Non è niente di complicato poiché lo stare in equilibrio è alla base dell’andare in bicicletta.
I vantaggi reali della tecnica del surplace sono diversi:
- Possibilità di anticipare i mezzi a motore – quando il ciclista urbano si trova fermo ad un incrocio stradale in attesa del semaforo verde è spesso obbligato a sporgersi oltre il segnale di stop per guadagnare pochi secondi di vantaggio su auto, moto, camion ed evitare così di essere inghiottito dal traffico. Il surplace permette di guadagnare ancora più tempo e scattare in velocità appena si accende la luce verde.
- Valutare le situazioni – pedalare nel traffico richiede attenzione, bisogna essere preparati ad affrontare eventuali manovre improvvise di mezzi a motore. Il questo caso usare la tecnica del surplace permette di attendere quell’attimo in più che può evitare un incidente e quindi di ripartire in scioltezza.
- Miglioramento dell’equilibrio – padroneggiare il surplace permette di migliorare il proprio equilibrio in sella, cosa che può essere molto utile anche per gli appassionati di mountain bike.
Imparare il surplace è possibile con un po’ di esercizio. Per cominciare ad impratichirsi si può sfruttare una strada sgombra e provare pian piano a fermarsi, alzarsi sui pedali e rimanere in equilibrio. Il baricentro va gestito con tutto il corpo e con piccoli colpi di pedale.
L’errore che commettono in molti, è quello di guardare la ruota anteriore temendo di cadere e di non lasciare le leve dei freni. In realtà, per un maggiore equilibrio, lo sguardo deve essere fisso in avanti ed i freni liberi.
Panoramica delle discipline di mountain bike
22/09/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Dalla sua comparsa ad oggi, la mountain bike si è evoluta e specializzata differenziandosi per assetto e componenti in diverse discipline.
Ecco una panoramica delle discipline di mountain bike, per chi non le conosce o vuole approfondire.
Cross Country (detto anche XC)
Le competizioni di questa disciplina si svolgono su un tracciato ad anello su sterrato lungo non più di 10 km. Una gara dura circa 2 ore e si contraddistingue per l’elevata difficoltà tecnica degli ostacoli previsti e per la velocità sostenuta dei partecipanti.
Si gareggia con mountain bike front con ruote da 29’’. L’assetto e la posizione del ciclista ricordano però le bici da strada.
Cross Country Marathon
In pratica si tratta di una granfondo su sterrato della lunghezza minima di 60 km. In genere si affrontano dislivelli impegnativi (tra i 2.000 m ed i 3.000 m in positivo). I ciclisti sono impegnati nella corsa anche fino a 9 ore ed è importante saper gestire le proprie energie.
La bici utilizzata è una mountain bike full.
All-Mountain
Considerata la vera e propria disciplina della mountain bike. In sé per sé non si tratta di una disciplina agonistica ma di una passeggiata in bicicletta in luoghi selvaggi circondati dalla natura e dal silenzio tipici delle alte vette. Si pedala su stretti sterrati di montagna frequentati anche dagli appassionati di trekking.
La bici da all-mountain è una mountain bike full con ruote da 27,5’’ o 26’’. L’assetto può essere più o meno corsaiolo, a seconda del percorso scelto.
Enduro
Questa disciplina si caratterizza per la preponderanza dei tratti pedalati rispetto ai tratti di pura discesa. Si gareggia a tempo su percorsi sterrati di montagna. L’enduro può essere considerato la versione corsaiola dell’All-Mountain.
Si utilizza una mountain bike full settata soprattutto per la discesa ma che sia facile da pedalare anche in salita. Deve essere molto robusta con ruote da 26’’ o 27,5’’.
Freeride
Il freeride si pratica in genere all’interno dei bike park su circuiti in discesa predisposti con salti, curve paraboliche e trampolini. Non si risale in sella, ma si sfrutta impianti di risalita posizionati nel parco.
Dato che devono essere guidate prevalentemente in discesa, le bici da freeride non sono adatte alla pedalata. Si tratta di mountain bike full molto robuste con pedali flat.
Downhill (detto anche DH)
Il downhill consiste nel percorrere completamente in discesa un tracciato su sterrato. Il percorso è molto tecnico e richiede massima attenzione.
Si guida una mountain bike full progettata per essere forte e stabile in discesa, ma che non si presta alla risalita in sella. In genere sono bici piuttosto leggere per dare al ciclista la possibilità di andare il più veloce possibile in gara.
Dinamica della pedalata nel ciclismo
22/09/2017 in Biomeccanica
Capire ed analizzare la dinamica della pedalata è importante per conoscere quali muscoli sono coinvolti nel movimento e in che misura. Serve quindi per prevenire problemi legati all’impostazione di guida e a rendere il gesto atletico più performante.
La pedalata si suddivide in 4 fasi, immaginando la circonferenza descritta dal pedale si possono così suddividere:
- Nella fase 1 (pedale dalle 23 alle 19) si sprigiona gran parte della forza fisica del ciclista. Perché tale forza abbia un riscontro concreto in termini di spinta il pedale deve rimanere orizzontale per tutta la durata del movimento.
In questo modo si riescono anche a salvaguardare muscoli e tendini coinvolti. - Nella fase 2 (pedale dalle 19 alle 17) il pedale si inclina davanti per affontare la fase 3. E’ detta quindi fase di transizione perché si passa da un lavoro di spinta a uno di trazione.
- Nella fase 3 (pedale dalle 17 alle 13) il piede destro sta risalendo a causa dell’altro piede, il sinistro, che parallelamente si trova nella fase 1, ovvero sta spingendo. Questa fase è detta quindi di trazione oppure di “risalita dinamica”.
- Nella fase 4 (pedale dalle 13 alle 19) il pedale si raddrizza nuovamente per affrontare il ciclo dall’inizio. E’ la seconda fase di transizione della pedalata.
La pedalata ha effetti sul pedale, che descrive un cerchio perfetto, ma anche sulle articolazioni di caviglia, ginocchio e anca che descrivono tutti un movimento diverso.
La traiettoria della caviglia è pari ad un’ellisse schiacciata, quella del ginocchio, al contrario di quanto si può pensare, descrive un’otto, così come l’anca.
Tenendo presente che la pedalata perfetta non esiste, quattro sono le regolazioni che consentono di influenzare la funzionalità della pedalata.
Posizione delle tacchette: arretrando e avanzando la posizione delle tacchete è possibile spostare l’asse del pedale rispetto al piede. La posizione migliore, secondo i più recenti studi, è quella con l’asse del pedale in linea con la prima testa metatarsale del piede.
Inclinazione delle tacchette: è fondamentale che l’inclinazione delle tacchette sia sottomessa all’inclinazione naturale della caviglia.
Altezza della sella: l’altezza deve consentire al piede di mantenere il pedale parallelo al terreno in tutta la fase 1.
Arretramento della sella: questa misura determina la posizione del ginocchio rispetto al perno del pedale, la soluzione migliore li vede perfettamente allineati.
Qualche calcolo utile alla regolazione della bicicletta
22/09/2017 in Biomeccanica
Calcolatrice alla mano, ecco qualche calcolo utile alla regolazione della bicicletta. Un bici perfettamente regolata sulle nostre misure è la perfetta compagna di ogni pedalata.
Calcolo della corporatura
Per classificare la corporatura ci si basa sull’indice schelico, un parametro slegato da qualsiasi unità fisica.
La formula per calcolare l’indice schelico è la seguente: (altezza da seduti/altezza totale) x 100.
Se il vostro risultato è:
Minore o uguale a 51 – appartenete alla famiglia dei “longilinei”
Compreso tra 51,1 e 53 – appartenete alla famiglia dei “normolinei”
Oltre 53,1 – appartenete alla famiglia dei “brevilinei”
Calcolo dell’altezza della sella
Si tratta della misura più importante da calcolare perché da essa dipende l’efficienza biomeccanica della pedalata.
Il modo migliore è affidarsi alla formula matematica per il calcolo dell’altezza messa a punto dal ciclista francese Bernard Hinault alla fine degli anni ’80.
Ovvero: altezza del cavallo x 0,885
Il coefficiente fu calcolato in base a studi fisiologici e biomeccanici.
Calcolo dello svettamento della sella
Ciò che s’intende per svettamento della sella è quanto sporge la sella dall’innesto con il tubo piantone. Anche per questo calcolo è possibile affidarsi alla formula messa a punto da Hinault.
Ovvero: altezza del cavallo x 0,235.
Il coefficiente fu calcolato in base a studi fisiologici e biomeccanici.
Calcolo dell’arretramento sella
La misura dell’arretramento sella influenza notevolmente la distanza tra sella e manubrio. Trovare il giusto baricentro è infatti fondamentale per evitare ribaltamenti in salita o discesa e per aumentare l’aderenza senza compromettere la scorrevolezza della bici.
La formula matematica per calcolare l’arretramento di sella è: svettamento di sella x [coseno ((inclinazione piantone/ (180×3,14))]
L’inclinazione piantone nelle bici da corsa è 75°, nelle mountain bike è 73°, nelle bici da turismo è 71°.
Calcolo distanza sella-manubrio
Ovviamente influenzata dalla misura dell’arretramento sella, il calcolo della distanza tra sella e manubrio determina l’assetto che avremo in bici: rilassato o aerodinamico.
La formula per calcolare questo dato è: busto x coefficiente aerodinamico.
Il coefficienti aerodinamico è 1,11 per le bici da corsa, 1,09 per le mountain bike e 1,07 per la bici da turismo.
Calcolo dell’escursione manubrio
Ovvero quanto il manubrio deve stare elevato rispetto al punto d’incontro tra tubo piantone e canotto sterzo.
La formula per calcolare l’escursione manubrio è: (cavallo x 0,13) + [(630 – lunghezza braccio)/2].
Calcolo dello scarto sella-manubrio
Si tratta della differenza di altezza tra la sella ed il manubrio. Questo valore influenza in particolare l’angolazione della schiena per cui è importante calcolarlo con precisione, specialmente nel caso in cui si intenda passare in sella diverse ore.
Lo scarto è detto positivo nel caso in cui il manubrio sia più in alto rispetto alla sella, privilegiando quindi l’aerodinamicità.
Lo scarto è detto negativo nel caso in cui il manubrio sia più in basso rispetto alla sella, privilegiando quindi la comodità.
Calcolo lunghezza del manubrio
Questo valore varia a seconda del tipo di disciplina. Un manubrio per la mountain bike è necessariamente più lungo di un manubrio da strada perché deve garantire comodità e sicurezza al ciclista.
In genere si fa riferimento all’equivalenza: lunghezza manubrio = lunghezza spalle.
Ruotando 2017
25/11/2017 – 26/11/2017, Cesena (FC)
RUOTANDO SHOW torna per la 17ª edizione a Cesena il 25 e il 26 Novembre 2017.
Ben 15.000 metri quadrati tutti a disposizione per mettere in mostra la passione per le due e le quattro ruote!
Durante lo svolgimento della fiera ci sarà anche quest’anno spazio per emozionanti gare ed esibizioni adrenaliniche su di una pista allestita nella parte scoperta del complesso fieristico.
All’interno degli stand, nella parte espositiva di Ruotando Show, sarà invece esposto un quadro completo di automobili e moto con tutti gli accessori del settore. Qui potrete infatti trovare non solo gli ultimi accessori per le due ruote, ma anche un’ottima gamma di abbigliamento tecnico da gara.
Partecipano inoltre all’evento rivenditori e costruttori, attrezzature meccaniche, elettriche ed elettroniche.
All’interno di Ruotando Show si svolgeranno Ruotando, interamente dedicata a moto e auto nuove e Kustom Kulture. Questo evento, giunto con grande successo alla decima edizione, è all’insegna della cultura americana che si basa sulla customizzazione e sul restyling per rendere unici i propri mezzi. Anche quest’anno l’evento occuperà un’ampia superficie interna, con espositori operanti nei settori di moto, auto, ricambi nuovi e usati, arte ed abbigliamento vintage, e uno spazio esterno dedicato all’AMERICAN CARS REUNION.
Il tutto a soli €10.00 per gli adulti e €8.00 per coloro che si presentano con il biglietto ridotto. Ingresso gratuito per bambini fino ai 10 anni, over 80, per i portatori di handicap, mentre per gli accompagnatori il costo del biglietto è di € 4.00. Entrata 2 giorni € 14,00.
Scopri di più sul sito ufficiale!
29/09 – 02/01: Garda Emtb Adventure
29/09/2017 – 02/10/2017 – Torbole (TN)
Vivere un territorio come non lo avete mai fatto in tutte le sue sfaccettature e in sella ad una emtb, Mountain Bike Elettrica.
Quattro giorni intensi dedicati al mondo delle due ruote con pedalata assistita per scoprire il quadrifoglio del Garda Trentino:
Tour guidati di diverse difficoltà, pranzi e apertivi con eccellenze enogastronomiche del Garda Trentino in sella alla propria emtb o testando le nuove mountain bike elettriche di alcune aziende produttrici.
Tutto questo è l’Emtb Adventure, il primo festival del Garda Trentino dedicato al mondo delle Mountain Bike elettriche e all’esaltazione di un territorio e dell’emozione di viverlo a 360° combinando più passioni in un lungo weekend che vuole creare un vero e proprio “ciclo del gusto” dal 29 settembre al 2 ottobre, con partenza dei Tour da Piazzetta Lietzmann, Torbole sul Garda.
La fatica e il sudore della pedalata saranno mitigati ogni giorno da golose pause in rifugi, aziende agricole e ristoranti sinonimo di tradizione e amore per la propria terra. I prodotti da gustare a km 0 in luoghi da amare al primo sguardo con il vento fra i capelli e il sole sul viso in sella verso il gusto.
Garda Trentino Emtb Adventure: un lungo weekend pedalando fra i sapori del Garda Trentino.
Lasciatevi conquistare dal gusto di un territorio al ritmo delle due ruote!
Scopri di più sul sito ufficiale!
Come pedalare sotto la pioggia
20/09/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica
Una delle cose che più spaventano i ciclisti urbani e che li spinge a non utilizzare la bici per i loro spostamenti quotidiani è la pioggia.
Pedalare sotto la pioggia in balia del vento e del freddo non è piacevole, ma con le adeguate protezioni diventa semplice e soprattutto sicuro. Il traffico nei giorni si pioggia sembra infatti più minaccioso che mai quindi occorre prendere provvedimenti.
Le soluzioni esistono e sono alla portata di tutti, non è necessario lasciare a casa la bici.
Come pedalare sotto la pioggia senza bagnarsi da capo a piedi o rischiare brutte cadute?
ABBIGLIAMENTO
Tirare fuori l’ombrello alla prima goccia d’acqua non è la soluzione migliore. Infatti se con una mano siamo impegnati a reggere l’ombrello e con l’altra il manubrio la nostra stabilità viene irrimediabilmente compromessa. Di conseguenza ci si espone ad inutili rischi di incidenti e cadute.
Esistono in commercio capi di abbigliamento pensati apposta per pedalare sotto la pioggia. Fondamentali sono le scarpe impermeabili tipo quelle utilizzate per la mountain bike. Sono dotate anche di ganci per i pedali SPD, sono comode e traspiranti.
Altrimenti, per mantenere i piedi caldi e all’asciutto, si possono usare dei soprascarpe in silicone che proteggono piedi e caviglie dall’acqua e dal vento.
Le mani vanno protette allo stesso modo con guanti impermeabili che non permettano al freddo di far allentare la presa sul manubrio.
Per il torace è bene munirsi di un gilet ultraleggero per i mesi estivi (nel caso si venisse colpiti improvvisamente dalla pioggia), che una volta ripiegato occupa pochissimo spazio, mentre per i mesi invernali si avrà bisogno di una vera e propria giacca impermeabile.
Per proteggere le gambe dalla pioggia è possibile acquistare dei sovrapantaloni. Si tratta di un capo di abbigliamento molto utile perché facile da indossare senza togliere le scarpe, quindi anche in caso di emergenza lungo il tragitto. Anche i sovrapantaloni quando vengono arrotolati occupano pochissimo spazio.
BICICLETTA
Le bici da città e le biciclette da turismo sono comunemente dotate di parafanghi, mentre bici da strada e mountain bike ne sono di solito sprovviste. Esistono tuttavia alcuni modelli di parafanghi smontabili.
L’acqua è nemica della bici perché la sua azione comporta sia l’ossidazione di alcune componenti (la comparsa della ruggine) che il dilavamento dei grassi lubrificanti che evitano il contatto diretto tra metallo e metallo. Tali azioni non si possono evitare del tutto ma si possono rallentare utilizzando prodotti specifici che si trovano comunemente in commercio.
EFFETTI PERSONALI
Chi si sposta in bici per la città o per andare a lavoro, in genere porta con se qualcosa a lui/lei necessario tipo computer, documenti, telefono, il pranzo ecc… Per proteggere tutte queste cose dall’acqua quando si è costretti a pedalare sotto la pioggia è possibile montare sulla bici delle speciali borse impermeabili da cicloturismo. Vanno bene anche zaini o sacche purché impermeabili. Un’altra soluzione è quella delle buste di plastica a chiusura ermetica di solito utilizzate per gli alimenti.
GUIDA
Pedalare sotto la pioggia richiede attenzione quindi la regola numero uno è: guardare sempre davanti a noi, evitate le distrazioni come cellulari e ciclocomputer.
Con la pioggia, i vetri delle auto si appannano e la visibilità si riduce per l’automobilista, bisogna allora segnalare le manovre con largo anticipo e controllare che l’auto di turno si sia accorta della nostra presenza.
Tombini e grate sono da evitare perché l’acqua li rende scivolosi e pericolosi per la bici.