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Patagonia Coast to Coast – 1° parte

Patagonia Coast to Cost è un viaggio di oltre 6.000 km svolto in Sud America da Paolo Pagni ed Enrico Roberto Carrara tra Novembre 2016 e Gennaio 2017. Ben 60 giorni in bicicletta per raccogliere fondi a favore dell’Associazione Dynamo Camp Onlus. Qui il reportage completo della loro avventura – 1° parte.

L’idea di Patagonia Coast to Coast è nata da un precedente viaggio, oltre 16 anni fa, ma il progetto ha preso vita solo nel 2015 quando Enrico ha accettato di realizzare con me questo sogno pazzo. Pianificare il viaggio ha richiesto tempo ed energie, tuttavia poco prima dell’estate 2016 eravamo pronti a partire. Data scelta per l’inizio dell’avventura: 18 Novembre.

Iniziamo a pedalare dalle Cascate dell’Iguazú o, come le chiamano i locali, dalla “Garganta del Diablo”. E se questa è solo la gola, ci chiediamo…come sarà il diavolo tutto intero? Un spettacolo magnifico, un enorme sistema di cascate alte fino a 70 metri. Se ne contano ben 275!

A malincuore ci lasciamo le cascate alle spalle e cominciamo il viaggio vero e proprio in direzione di Ushuaia, la “fine del mondo”, prima meta che vogliamo raggiungere. Puntiamo dritti verso sud, verso il confine argentino, verso Buenos Aires.
La strada è un inferno: pedaliamo sul bordo della carreggiata con camion che ci sfiorano in continuazione e se provi a spostarti più al centro rischi di venire investito.
Via via che procediamo la situazione migliora, le strade si fanno meno trafficate direi decisamente desolate. Lunghi rettilinei che corrono nel nulla, tutt’attorno solo campi, fattorie e qualche mucca che ci guarda passare perplessa. Le possibilità di ristoro si sono fatte sempre più rare.

Attraversiamo una frontiera dietro l’altra tra Brasile, Argentina e Uruguay. Ogni volta dobbiamo aspettare qualche ora in coda, poi il timbro e quindi si riparte. Con la bici è sempre un problema, strano ma vero è vietato attraversare i ponti di confine sui pedali. Quindi dobbiamo trovare un passaggio o trasportare la bici a piedi.

   

In prossimità di Buenos Aires torniamo a pedalare nel traffico, per un tratto siamo costretti persino a muoverci in autostrada perché non riusciamo a trovare un’altra via per entrare in città. Comunque Buenos Aires è una metropoli bellissima e ci fermiamo per un paio di giorni.

Uscire dalla città è altrettanto difficile, una volta che ci riusciamo ci rendiamo conto che ormai manca poco alla Patagonia. Ce lo annuncia il vento: raffiche fortissime, costanti, che quasi ci impediscono di procedere. Sembra di pedalare perennemente in salita e con la bicicletta così carica è davvero una sfida.
Andiamo avanti, ma la situazione non migliora. Siamo costretti a fare qualche km in autobus e a fare l’autostop. Fortunatamente noto che più andiamo a sud e più le persone sono gentili così un passaggio nei pochi momenti di bisogno lo troviamo sempre. Il viaggio si complica, non riusciamo a programmare le tappe né i tempi: viviamo la Patagonia giorno per giorno.

Arrivati a Rio Gallegos, la città più meridionale dell’Argentina continentale, escludendo quindi la regione della Terra del Fuoco, mancano ancora 580 km ad Ushuaia e di mezzo c’è la frontiera cilena che dobbiamo attraversare e poi rientrare in Argentina.

Siamo alla fine del mondo ed oltre al vento ci troviamo ad affrontare un clima assurdo che passa dal sole alla pioggia, dalla grandine alla neve. Non ci scoraggiamo, ormai siamo troppi vicini. Arriviamo ad Ushuaia il 22 Dicembre: vittoria!  Sono fiero di me stesso e così Enrico, abbiamo concluso con successo un’impresa che sembrava impossibile ed ora siamo pronti a spingerci ancora più avanti e terminare l’avventura a Santiago del Cile.

CONTINUA A LEGGERE – 2° parte

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