Andora inaugura il suo tratto di ciclopedonale: pedalata collettiva tra mare e paesaggi mozzafiato
30/06/2025 in News
Una pedalata collettiva, tra entusiasmo e paesaggi da cartolina, ha segnato l’inaugurazione ufficiale del nuovo tratto della Ciclopedonale della Riviera, che da Andora conduce fino al confine con Cervo. Circa 2,5 chilometri di percorso protetto che si snodano dalla nuova stazione ferroviaria, attraversando scorci panoramici a picco sul mare, fino a congiungersi con il suggestivo litorale ligure.
L’iniziativa, partecipata da residenti, turisti e appassionati delle due ruote, ha celebrato un tassello importante di un progetto più ampio: la realizzazione di una ciclopedonale lunga 44 chilometri che unirà tratti costieri e borghi storici, facendo della Liguria una delle mete cicloturistiche più ambiziose d’Europa.
«È il frutto di un grande lavoro di squadra – ha dichiarato il sindaco di Andora durante l’evento – Voglio ringraziare la Regione Liguria, RFI, FS Sistemi Urbani, gli uffici comunali e tutti i tecnici coinvolti. Un ringraziamento speciale all’architetto Ghione e alla segretaria generale Torre per il loro contributo determinante. Questo tratto rappresenta solo l’inizio: quando il tracciato sarà completato, Andora diventerà la porta d’ingresso di un percorso ciclabile unico nel suo genere».
Il nuovo tratto della ciclopedonale non è solo un’infrastruttura per la mobilità sostenibile, ma anche un’opportunità di rilancio turistico e ambientale. La pista, accessibile sia ai ciclisti che ai pedoni, regala scorci inediti della costa ligure, attraversando zone prima inaccessibili e ora valorizzate da una progettazione attenta al paesaggio e alla sicurezza.
Il progetto complessivo, frutto di una rete complessa di enti e competenze, si inserisce in una visione moderna di territorio: sostenibile, connesso e aperto alla fruizione lenta. Intanto, ad Andora, si pedala già verso il futuro.
Tentato di vendere la bici rubata online: 21enne scoperto e arrestato a Ponzano Veneto
30/06/2025 in News
Aveva rubato una bicicletta da donna all’esterno di un supermercato, ma ha commesso l’errore di cercare di rivenderla online. Protagonista della vicenda un giovane di 21 anni, cittadino di origini algerine residente a Ponzano Veneto, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia.
Il furto risale al 20 giugno, quando una bicicletta del valore di circa 350 euro era sparita dal parcheggio di un noto supermercato della zona. Pochi giorni dopo, il legittimo proprietario ha notato una bicicletta identica comparire su una popolare piattaforma di compravendita online. Il prezzo, decisamente basso rispetto al valore del mezzo, e alcuni particolari del veicolo non hanno lasciato dubbi: si trattava proprio della sua bici.
L’uomo ha quindi deciso di tendere una trappola al ladro. Dopo aver preso contatto con il venditore fingendosi interessato all’acquisto, ha immediatamente avvisato i carabinieri, concordando un incontro “di copertura” per il sabato successivo, 28 giugno, proprio a Ponzano Veneto.
All’appuntamento si sono presentati anche i militari, che hanno atteso il momento giusto per intervenire. Alla vista delle divise, il 21enne ha cercato la fuga, ma è stato raggiunto e bloccato dopo un breve inseguimento. In tasca aveva ancora le chiavi per il lucchetto della bici.
Il giovane è stato arrestato con l’accusa di ricettazione e tentato furto aggravato. La bicicletta, in buone condizioni, è stata restituita al legittimo proprietario, che ha potuto rimettersi in sella grazie all’intuizione e alla collaborazione con le forze dell’ordine.
Proseguono le indagini per capire se il 21enne sia coinvolto in altri episodi simili avvenuti nella zona.
Pedalando tra colline e storia: un itinerario cicloturistico nella campagna di Pistoia
29/06/2025 in Territorio
Pistoia, spesso considerata la “sorella minore” delle più blasonate Firenze e Lucca, custodisce un territorio sorprendente, perfetto da esplorare in sella a una bicicletta. Colline punteggiate da olivi, borghi medievali intatti, strade bianche che si snodano tra boschi e pievi romaniche: il pistoiese regala emozioni autentiche a ogni curva.
Tra le tante possibilità, proponiamo oggi un itinerario ad anello di circa 45 km, con partenza e arrivo nel centro storico di Pistoia. Un percorso di media difficoltà, adatto a ciclisti allenati o a chi dispone di una bici a pedalata assistita, con tratti asfaltati e sterrati ben tenuti. Il dislivello totale è di circa 600 metri, distribuito in modo equilibrato lungo il tragitto.
Da Pistoia a Valdibrana: l’ascesa tra olivi e silenzio
Si parte da Piazza del Duomo, cuore pulsante della città. Dopo una breve pedalata tra i palazzi rinascimentali, si imbocca la strada che porta verso Valdibrana, una piccola località ai piedi delle colline. Qui comincia la salita più lunga del percorso: circa 5 km in costante ma dolce ascesa, tra muretti a secco e filari d’olivo.
Il traffico è scarso e il panorama si apre progressivamente sulla piana pistoiese. Una breve sosta al Santuario della Madonna di Valdibrana è consigliata, sia per rifiatare che per godere della quiete del luogo.
Collina pistoiese: tra castagni e antichi mulini
Superata Valdibrana, si prosegue verso Le Piastre, entrando nel cuore verde della collina pistoiese. Il bosco diventa protagonista: castagni secolari accompagnano la strada, mentre piccoli torrenti scorrono accanto al percorso.
In questa zona si incontrano le tracce dell’antica civiltà montana: ruderi di mulini ad acqua, lavatoi in pietra, e minuscoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. A Cireglio, punto più alto del giro, si può approfittare di una fontana pubblica e di un bar per una meritata pausa.
Discesa verso la valle: il ritorno tra vigne e pievi
La seconda parte dell’itinerario è una lunga e piacevole discesa. La strada, sempre immersa nella natura, scende gradualmente verso Santomato e Bonelle, attraversando zone di campagna coltivata e vigneti. Qui la pedalata si fa più fluida, ideale per godersi il paesaggio.
Prima di rientrare in città, si consiglia una deviazione di pochi minuti per visitare la Pieve di San Michele a Groppoli, una delle più antiche della zona, risalente al XII secolo.
Consigli utili
Il percorso è percorribile tutto l’anno, ma la primavera e l’autunno offrono i colori e le temperature migliori.
Una bici gravel o una MTB leggera è l’ideale, ma anche una e-bike renderà il tragitto accessibile a tutti.
Lungo il tragitto ci sono poche fonti d’acqua, quindi è bene partire con almeno una borraccia piena.
Pedalare nella campagna di Pistoia significa riscoprire un’idea autentica di Toscana: meno turistica, più vera. È un viaggio lento, fatto di salite faticose e discese liberatorie, ma soprattutto di incontri con un territorio ancora genuino. Un invito a scoprire, o riscoprire, una delle province più sorprendenti del Centro Italia .
Cambio elettronico o meccanico? La svolta tecnologica del cicloturismo moderno
28/06/2025 in Tecnica
Negli ultimi anni, il cicloturismo ha vissuto una trasformazione silenziosa ma radicale: la tecnologia, un tempo relegata alle competizioni professionistiche, ha invaso anche il mondo del viaggio in bici. Tra le innovazioni più discusse c’è il cambio elettronico, una soluzione che divide appassionati ed esperti. Ma è davvero utile per chi ama pedalare per giorni, magari con borse al seguito e senza assistenza?
Cos’è un cambio elettronico?
Il cambio elettronico sostituisce i classici cavi meccanici con segnali elettrici o wireless. Un piccolo motore all’interno del deragliatore esegue la cambiata con estrema precisione, azionato da una pulsantiera anziché dalla leva meccanica. I sistemi più diffusi sono Shimano Di2, SRAM eTap e Campagnolo EPS.
Vantaggi per il cicloturista
1. Precisione e affidabilità: Anche sotto carico o in condizioni atmosferiche difficili, la cambiata avviene con una rapidità e una fluidità costanti. Niente più cavi che si allungano, si inceppano o si ossidano dopo una settimana sotto la pioggia.
2. Meno manutenzione: Non servono regolazioni continue. Una volta installato correttamente, il sistema resta stabile per centinaia di chilometri.
3. Personalizzazione: Alcuni sistemi permettono di programmare il funzionamento tramite app, scegliendo ad esempio la logica dei comandi o attivando la cambiata sincronizzata tra anteriore e posteriore.
Gli svantaggi da considerare
Tuttavia, il cambio elettronico non è privo di controindicazioni, soprattutto per chi fa viaggi lunghi o avventurosi:
Batteria da gestire: Sebbene l’autonomia possa superare i 1000 km, è essenziale ricordarsi di ricaricare (o portare con sé una batteria di scorta). Un deragliatore scarico, in mezzo al nulla, diventa un serio problema.
Difficoltà di riparazione: In caso di guasto elettronico, la risoluzione non è sempre possibile “on the road”. Con un cambio meccanico, una chiave a brugola può bastare.
Costo elevato: I gruppi elettronici restano ancora nettamente più cari. Per chi ha un budget contenuto, potrebbe non valere l’investimento.
Quindi, conviene?
La risposta dipende dal tipo di cicloturismo che si pratica. Chi affronta viaggi brevi, con tappe ben attrezzate e magari con bici leggere da bikepacking, può apprezzare appieno i benefici del cambio elettronico. Per chi si avventura in terre remote o predilige l’autosufficienza assoluta, la semplicità e la riparabilità del meccanico restano una garanzia.
Il cambio elettronico rappresenta una svolta tecnologica affascinante anche per il cicloturismo. Ma come ogni innovazione, va adottata con consapevolezza. In fondo, la miglior trasmissione è quella che non ti fa pensare a nulla… se non alla strada davanti a te.
Da Mantova a Peschiera del Garda: in bici lungo la Ciclovia del Mincio
27/06/2025 in Viaggi
Un fiume come compagno di viaggio, una ciclabile tra due mondi: l’acqua calma del Mincio guida i pedali lungo uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti e accessibili d’Italia.
Si parte da Mantova, città d’arte e di laghi, dove il Rinascimento sembra ancora vivo tra le piazze e i palazzi gonzagheschi. Bastano pochi colpi di pedale per lasciarsi alle spalle le cupole e ritrovarsi immersi nella campagna virgiliana, lungo un nastro d’asfalto perfettamente ciclabile, completamente separato dal traffico: è la Ciclovia del Mincio, 43 chilometri di pura poesia su due ruote.
Una ciclabile per tutti
Adatta a famiglie, principianti e cicloturisti più esperti, la Ciclovia del Mincio è un percorso prevalentemente pianeggiante, ben segnalato e asfaltato, che segue il corso del fiume Mincio fino a Peschiera del Garda, sul versante meridionale del Lago di Garda. Un itinerario lineare e sicuro, ideale anche per chi viaggia con bambini o con bici elettriche.
Durante il tragitto, il paesaggio si trasforma dolcemente: campi coltivati, filari di pioppi e antichi mulini si alternano a piccoli borghi e rocche medievali, come quella di Valeggio sul Mincio, una tappa obbligata non solo per le bellezze architettoniche, ma anche per una pausa gastronomica.
Borghetto: il borgo da cartolina
A pochi chilometri da Valeggio si incontra Borghetto sul Mincio, uno dei borghi più belli d’Italia. Un luogo che sembra sospeso nel tempo, con le sue case in pietra affacciate sull’acqua, i mulini ad acqua ancora funzionanti e il ponte visconteo che taglia l’orizzonte con imponenza. È il punto ideale per una sosta: un pranzo a base di tortellini di Valeggio (qui chiamati “nodi d’amore”) e una passeggiata tra le viuzze acciottolate fanno parte del viaggio tanto quanto la pedalata.
Il gran finale: il Garda all’orizzonte
Gli ultimi chilometri sono una corsa morbida verso il blu. L’arrivo a Peschiera del Garda è emozionante: le acque del lago si aprono improvvise, abbracciando la città-fortezza con le sue mura veneziane Patrimonio UNESCO. Qui, i ciclisti possono scegliere se fermarsi per un tuffo, prendere un treno per il ritorno, o proseguire lungo la Ciclovia del Garda, per chi ha ancora voglia di esplorare.
Pedalare con lentezza
La Ciclovia del Mincio non è solo un percorso: è un invito a rallentare, a guardarsi intorno, a fermarsi per un caffè in una piazza qualunque, o per fotografare una nutria che attraversa il fiume. È un modo di vivere il territorio con rispetto, attenzione e meraviglia.
In un mondo che corre, il cicloturismo insegna a prendersi il tempo di arrivare. E il Mincio, con la sua calma costante, è la guida perfetta.
Incidente in rotonda a Spinea: ciclista 74enne ferito alla testa, traffico rallentato
26/06/2025 in News
SPINEA – Momenti di tensione ieri mattina, intorno alle 10, in rotonda Martiri della Libertà, a Spinea. Un ciclista di 74 anni è rimasto ferito in seguito a un impatto con un’automobile, una Renault Clio, mentre stava transitando in direzione di viale Sanremo.
Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo in sella alla bicicletta sarebbe stato urtato lateralmente dal veicolo, finendo rovinosamente sull’asfalto. Il ciclista, identificato con le iniziali P.P., è rimasto cosciente all’arrivo dei soccorsi, ma ha riportato un trauma cranico giudicato serio dai sanitari intervenuti.
Sul posto sono giunte in pochi minuti un’ambulanza del Suem 118 e una pattuglia della polizia locale, che ha provveduto a gestire la viabilità e a effettuare i rilievi per chiarire la dinamica dell’accaduto. Le condizioni dell’uomo hanno richiesto il trasporto d’urgenza in ospedale.
Il traffico nell’area ha subito forti rallentamenti, con disagi soprattutto per i veicoli provenienti dal centro città e diretti verso la zona residenziale. La situazione è tornata alla normalità poco dopo le 11.
Ancora da accertare con precisione le cause dello scontro. Non è stato possibile, al momento, stabilire la residenza del ferito. Gli agenti stanno visionando le telecamere di sorveglianza presenti nella rotonda per ottenere ulteriori elementi utili all’indagine.
L’incidente riaccende l’attenzione sulla sicurezza dei ciclisti nei punti nevralgici della viabilità urbana, in particolare nelle rotatorie, dove la convivenza tra auto e biciclette si dimostra spesso critica.
La magia del bikepacking: come viaggiare leggeri e sentirsi liberi
25/06/2025 in Tecnica
C’è un momento, mentre pedali nel silenzio di una strada secondaria, in cui ti rendi conto che non ti manca niente. Hai la bici sotto di te, qualche chilo di bagagli, una borraccia d’acqua e una tenda leggera. Eppure ti senti ricco. È questo il cuore del bikepacking: l’arte di viaggiare in bici in modo leggero, essenziale e profondamente libero.
Cos’è il bikepacking?
Per chi è abituato al cicloturismo classico, il bikepacking può sembrare estremo. In realtà, è semplicemente un approccio più minimalista: niente borse laterali o portapacchi, ma sacche compatte fissate al telaio, al manubrio e sotto la sella. L’equipaggiamento si riduce all’osso, ma l’esperienza si arricchisce.
È una scelta perfetta per chi ama i sentieri sterrati, i percorsi gravel, o vuole spingersi lontano dall’asfalto, dove le bici cariche non arrivano facilmente.
Perché sceglierlo?
Il bikepacking ti costringe (in senso buono) a portare con te solo l’essenziale. Niente superfluo. Ti interroga su cosa ti serve davvero per stare bene, dormire, mangiare e pedalare.
In cambio, ti dà:
più agilità nei percorsi tecnici e sterrati;
meno peso da trascinare, soprattutto in salita;
più libertà di improvvisare: puoi fermarti ovunque, dormire sotto le stelle, cambiare rotta all’ultimo.
Cosa portare davvero?
Ogni grammo conta. Ecco la mia checklist base per un viaggio di 3–5 giorni in modalità bikepacking:
Borsa da sella: abbigliamento tecnico (1 ricambio), piumino leggero, antivento.
Borsa da telaio: attrezzi, ricambi, powerbank, documenti.
Borsa da manubrio: sacco a pelo, materassino e tarp o tenda ultraleggera.
Borsetta sul top tube: snack, barrette, telefono, coltellino.
Borracce: acqua + borraccia termica per zuppe/tea.
(Suggerimento: allega qui una foto del tuo setup – è uno dei contenuti più apprezzati dai lettori!)
Dove andare in bikepacking?
L’Italia è un paradiso per il bikepacking:
Toscana (percorso della Eroica o la Via Francigena gravel);
Sardegna (la mitica “Traversata Sarda”);
Appennini (tra Marche, Abruzzo e Molise c’è solo da scegliere);
Alpi Liguri e Marittime per chi ama i singletrack e i paesaggi lunari.
Ma il bello del bikepacking è che ogni strada secondaria può diventare un’avventura. Ti basta una bici, un GPS e la voglia di scoprire.
Un invito a pedalare leggeri
Il bikepacking è una lezione di semplicità. Ti insegna che meno peso sulle spalle significa più libertà nella mente. Che non hai bisogno di molto per sentirti vivo. E che la fatica, quando è scelta, diventa piacere.
Quindi la prossima volta che pensi a un viaggio, prova a togliere invece che aggiungere. Lascia a casa le certezze, scegli la polvere e l’incertezza. E pedala, leggero, verso l’inaspettato.
La Via Silente: pedalando nel cuore del Cilento
25/06/2025 in Viaggi
C’è un’Italia che parla a bassa voce, lontana dai riflettori del turismo di massa, fatta di borghi arroccati, colline morbide e silenzi carichi di significato. È l’Italia che si attraversa lentamente, meglio ancora in sella a una bicicletta. È l’Italia della Via Silente, un itinerario cicloturistico di 600 chilometri che abbraccia l’anima selvaggia del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in Campania.
Un itinerario che invita all’ascolto
Il nome non è casuale: la Via Silente non è solo una strada, ma un invito a rallentare. A lasciare che la fatica diventi meditazione, che i chilometri diventino dialogo con un paesaggio che cambia senza preavviso, tra uliveti centenari, coste rocciose e montagne solitarie.
Il percorso parte e si conclude a Castelnuovo Cilento, dove ha sede la “Silenteria”, una piccola officina-casa base che fornisce mappe, credenziali e assistenza ai cicloviaggiatori. Da lì si snoda un anello suddiviso in 15 tappe, attraversando piccoli comuni dove il tempo sembra essersi fermato, come Morigerati, Felitto, Roccagloriosa e Piaggine.
Tra pedalate e patrimonio UNESCO
Pedalare nella Via Silente significa anche immergersi in un patrimonio culturale e naturalistico di straordinaria ricchezza. Questo è il regno della dieta mediterranea, nata proprio qui, a Pollica, grazie agli studi del biologo Ancel Keys. È anche il territorio dei templi di Paestum, delle grotte carsiche di Castelcivita, dei sentieri che risalgono al mondo lucano e greco.
E poi c’è il Cilento delle leggende: il monte Gelbison, sacro fin dall’antichità; le gole del Calore, scavate nei secoli dalla forza dell’acqua; le querce secolari che si stagliano come monumenti viventi.
Una sfida, ma non per tutti
Il tracciato non è privo di difficoltà: ci sono salite impegnative, fondi sterrati, lunghi tratti in assenza di centri abitati. Ma è proprio in questo che risiede il suo fascino. La Via Silente non è una pista ciclabile attrezzata: è un’esperienza. Richiede preparazione, spirito di adattamento e una buona dose di autonomia. In cambio, regala un senso profondo di libertà e di connessione.
Pedalare per restare
In un’epoca in cui i piccoli paesi dell’entroterra si svuotano, il cicloturismo diventa anche uno strumento di resistenza. Ogni sosta, ogni pernottamento in un B&B locale, ogni pranzo in un’osteria alimenta una microeconomia che valorizza il territorio senza snaturarlo.
“La bici è il mezzo perfetto per attraversare il Cilento – racconta Antonella Aumenta, ideatrice della Via Silente – perché ti permette di ascoltare. Il paesaggio ti parla, ma solo se lo attraversi con lentezza”.
Se cercate un viaggio che sia più di una vacanza, che vi porti lontano senza prendere un aereo, la Via Silente è un’ottima candidata. Non offre comodità da catalogo, ma emozioni autentiche, panorami che si conquistano con il sudore e una consapevolezza nuova di cosa significhi viaggiare per restare.
Vacanze su due ruote: il cicloturismo a misura di famiglia parte dalle ciclabili facili
24/06/2025 in Viaggi
C’è una vacanza che non prevede code in autostrada, orari da rispettare o alberghi affollati. Una vacanza dove si va piano, si ride spesso e si accumulano ricordi un chilometro alla volta. È quella del cicloturismo in famiglia, sempre più scelta da genitori in cerca di esperienze genuine da condividere con i propri figli.
Tra i percorsi più gettonati c’è la ciclabile della Val Pusteria, nel cuore dell’Alto Adige. Un itinerario semplice e scenografico, che collega San Candido a Brunico lungo 35 chilometri immersi nel verde, con stazioni ferroviarie ad ogni paese per chi desidera spezzare o accorciare il tragitto.
«La sicurezza è la nostra priorità», spiega Laura, guida cicloturistica locale. «Le piste protette, ben segnalate e senza traffico sono la chiave per una vacanza serena anche con bambini piccoli».
Non è un caso che le amministrazioni locali stiano investendo sempre più in infrastrutture ciclabili per famiglie: aree picnic, fontane, noleggi attrezzati e perfino parchi gioco a bordo pista. In molti tratti, i piccoli pedalatori trovano stimoli continui: fattorie didattiche, laghetti balneabili, gelaterie e punti panoramici da fotografare insieme.
L’altro ingrediente vincente? L’e-bike. Le bici a pedalata assistita hanno abbattuto molte barriere, permettendo anche ai non allenati di affrontare itinerari un tempo impensabili. Con i più piccoli, poi, il carrellino o la cargo bike trasformano il viaggio in una vera avventura su ruote.
Certo, serve un minimo di pianificazione – tappe brevi, pause frequenti, snack sempre pronti – ma i benefici sono enormi: benessere fisico, connessione con l’ambiente, senso di autonomia nei bambini. E soprattutto, un’intimità familiare che la routine spesso non concede.
In un’epoca in cui si cerca sempre più equilibrio tra vita digitale e reale, la bicicletta è un ponte perfetto. E pedalare tutti insieme, alla scoperta di paesaggi e sorrisi, è forse il modo più bello per sentirsi davvero… in vacanza.
In bici con i bambini: la ciclovia che fa sorridere tutta la famiglia”
24/06/2025 in Tecnica
Il sole è appena sorto, l’aria ha ancora quel profumo fresco di rugiada e i caschi sono già allacciati. Davanti a una giornata di cicloturismo,la prima pedalata è la promessa di avventura. E quando a inforcare la bici sono mamma, papà e bambini, l’esperienza si trasforma in qualcosa di più: un viaggio di scoperta condivisa, senza fretta e senza stress.
Tra le ciclabili italiane più adatte alle famiglie spicca la Ciclovia del Mincio, un percorso sicuro e completamente asfaltato che collega Peschiera del Garda a Mantova per circa 45 chilometri. Ma non lasciatevi intimidire dalla distanza: il bello di questo tracciato è che si può affrontare a tappe, con numerose aree di sosta, punti ristoro e piccole deviazioni perfette per i più piccoli.
«Abbiamo scelto questa ciclovia per la nostra prima vacanza in bici con i figli, e non potevamo sperare di meglio», racconta Claudia, madre di due bambini di 6 e 9 anni. «Ci sono tratti ombreggiati, mucche nei campi, ponticelli da attraversare e ogni chilometro diventa un gioco».
In effetti, uno dei segreti del successo del cicloturismo in famiglia è proprio la natura narrativa del percorso: ogni dettaglio può trasformarsi in racconto, ogni pausa in un momento educativo o di svago. E se si viaggia in primavera o estate, si può anche approfittare di picnic improvvisati lungo il fiume o visitare i piccoli borghi lungo il tragitto.
La crescente attenzione verso questo tipo di turismo ha spinto molte strutture a dotarsi di servizi family-friendly: noleggio seggiolini, carrelli per bimbi, punti di assistenza tecnica e perfino mappe con tappe gioco.
La bici, per le famiglie, non è solo mezzo di trasporto. È un modo per stare insieme davvero, lontano dagli schermi e vicini alla natura. Ed è proprio lungo queste ciclabili che si scopre un’Italia più lenta, più verde, più autentica.









