Pedalando sull’oceano – Da Porto a Lisbona lungo la costa atlantica
21/07/2025 in Viaggi
PORTOGALLO – Un vento salmastro accompagna il ritmo delle pedalate, mentre l’Atlantico si apre maestoso sulla sinistra. Da Porto a Lisbona, il percorso ciclabile lungo la costa occidentale del Portogallo è un viaggio di scoperta tra spiagge selvagge, villaggi di pescatori e città storiche.
Il tracciato, lungo circa 350 chilometri, è adatto sia ai cicloturisti esperti che ai viaggiatori in cerca di emozioni senza troppi dislivelli. La segnaletica è chiara, soprattutto nei tratti della “Ecovia Litoral” e della “EuroVelo 1 – la Rotta Atlantica”, e offre la possibilità di viaggiare in sicurezza tra piste ciclabili, strade secondarie e sentieri costieri.
La partenza ideale è Porto, città dal fascino decadente e vivace. Dopo una visita alle cantine del vino omonimo, si imbocca il primo tratto verso Espinho e poi più giù, verso Aveiro – la “Venezia portoghese” – attraversando dune, riserve naturali e canali.
Il cuore del viaggio è un’alternanza perfetta di natura e cultura: si pedala tra pini e eucalipti, si fanno soste a Nazaré, celebre per le onde giganti, o a Peniche, patria dei surfisti. Più a sud, il paesaggio si addolcisce, le spiagge diventano più turistiche, ma l’atmosfera rimane autentica. Fino ad arrivare a Lisbona, che accoglie i viaggiatori con la sua luce dorata e le salite dell’Alfama.
Alentejo su due ruote – Tra colline, borghi e silenzi infiniti
21/07/2025 in Viaggi
ALENTEJO, PORTOGALLO – C’è un Portogallo che pochi conoscono: quello dell’entroterra, dove il tempo scorre lento e le strade sembrano disegnate apposta per le biciclette. È l’Alentejo, una regione fatta di colline dorate, uliveti secolari e villaggi bianchi che appaiono come miraggi tra le curve.
Un itinerario particolarmente suggestivo parte da Évora, patrimonio dell’UNESCO, e si snoda verso sud-est, toccando Monsaraz, Mourão e Beja, per concludersi a Mértola, vicino al confine spagnolo. Un percorso di circa 250 chilometri, su strade poco trafficate e ben asfaltate, ideale per chi ama la bicicletta come strumento di immersione nei paesaggi e nella cultura.
A Évora, si inizia il viaggio tra templi romani e piazze assolate. Pedalando verso Monsaraz, si attraversano distese di vigneti e si incontrano antichi castelli su alture panoramiche. Le salite sono dolci, ma costanti: qui il ciclismo diventa meditazione, e ogni sosta è un’occasione per incontrare l’anima del Portogallo più autentico.
L’Alentejo offre poco in termini di infrastrutture cicloturistiche, ma molto in termini di accoglienza rurale. Agriturismi, piccoli hotel e locande aprono le porte ai viaggiatori con semplicità e calore. E la cucina – ricca di sapori intensi, come l’agnello, il pane di Alentejo o il formaggio di Serpa – è una ricompensa a ogni tappa.
Serbia in bicicletta: un viaggio autentico tra natura, storia e ospitalità
20/07/2025 in Viaggi
La Serbia non è ancora sulla mappa delle mete più gettonate del cicloturismo europeo. E forse è proprio questo il suo punto di forza. Chi decide di attraversarla in bicicletta si troverà immerso in un Paese autentico, sorprendente, a tratti ruvido, ma sempre capace di accogliere con il sorriso.
Il nostro viaggio parte da Subotica, nel nord del Paese, quasi al confine con l’Ungheria. L’influenza austro-ungarica è visibile nell’architettura secessionista e nei colori pastello del centro storico. Da qui inizia un percorso che, seguendo in gran parte la EuroVelo 6, si snoda tra campagne, villaggi, monasteri ortodossi e città dal passato complesso ma affascinante.
Pianure, fiumi e fortezze
Pedalare lungo il Danubio serbo è un’esperienza tranquilla e scenografica. Le strade secondarie e le ciclabili spesso sterrate portano a luoghi ricchi di storia, come Novi Sad, la “capitale culturale” con la sua imponente fortezza di Petrovaradin. Poco più a sud, Belgrado sorprende con il suo mix tra modernità e memoria, tra i caffè alla moda del quartiere Savamala e la storica fortezza di Kalemegdan, affacciata sulla confluenza tra Sava e Danubio.
Tra montagne e villaggi dimenticati
Lasciata la capitale, il percorso inizia a salire. Verso Topola e le colline della Šumadija, la Serbia mostra il suo volto più rurale. I ritmi rallentano, i trattori condividono la strada con le biciclette, e ogni villaggio è un piccolo mondo a parte. È qui che si percepisce il calore umano: un bicchiere d’acqua offerto, un saluto, un invito a fermarsi per una rakija fatta in casa.
Chi ha gamba e voglia di esplorare può deviare verso il Parco Nazionale di Tara o attraversare i canyon della Ovčar-Kablar, tappe impegnative ma spettacolari, dove la natura prende il sopravvento.
Nis: l’anima del sud
Il viaggio si conclude a Niš, una delle città più antiche d’Europa, culla dell’imperatore romano Costantino. Qui la storia è palpabile: dalla torre dei teschi (Ćele Kula) alle vestigia ottomane, passando per la vivace atmosfera universitaria. È un punto d’arrivo perfetto per chi vuole capire davvero l’anima balcanica: complessa, fiera, mai banale.
Consigli pratici
Strade: le condizioni variano molto. Alcuni tratti della EuroVelo 6 sono asfaltati, altri sterrati. Una gravel o una bici da trekking è l’ideale.
Segnaletica: presente ma non sempre affidabile. Una buona mappa offline è consigliata.
Ospitalità: calda e spontanea. I campeggi sono pochi, ma molti locali offrono ospitalità anche in casa.
Cibo: abbondante e sostanzioso. Non perdete il ćevapi, il kajmak e, ovviamente, la rakija.
Perché andare?
Perché la Serbia in bicicletta è un viaggio fuori dalle rotte comuni, dove ogni chilometro racconta una storia e ogni incontro lascia qualcosa. Non è la destinazione più facile, né la più patinata. Ma è vera. E oggi, nel mondo del turismo di massa, questo è forse il bene più raro.
Verona pedala verso il futuro: due nuovi itinerari ciclabili approvati dalla Giunta
19/07/2025 in News
Verona compie un nuovo e concreto passo verso una mobilità urbana più sostenibile, sicura e al passo coi tempi. La Giunta comunale ha recentemente dato il via libera all’inserimento nel Programma triennale delle opere pubbliche di due importanti progetti ciclabili che interesseranno ampie aree della città, potenziando i collegamenti tra quartieri e migliorando la vivibilità complessiva.
Si tratta di due nuovi itinerari strategici, destinati a rafforzare l’infrastruttura ciclabile esistente e a offrire soluzioni concrete a chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, che sia per studio, lavoro o svago.
Collegamento tra San Martino Buonalbergo e Via Unità d’Italia
Il primo progetto riguarda un asse ciclabile fondamentale che si snoda da Via Marotto, nella zona di San Martino Buonalbergo, fino a intercettare la ciclabile denominata “Aia”. Questo tratto attraverserà l’abitato di San Michele, collegandosi infine al percorso già esistente su Via Unità d’Italia, una delle arterie principali per l’accesso al centro cittadino.
L’intervento mira a garantire maggiore sicurezza e continuità agli spostamenti in bici in una zona ad alta densità scolastica e lavorativa. Grazie a questa nuova connessione, studenti e pendolari avranno a disposizione un’infrastruttura moderna e sicura, capace di ridurre il traffico automobilistico e incentivare una mobilità attiva, più salutare e rispettosa dell’ambiente.
Da San Michele a Via Mefistofele, passando per le piscine comunali
Il secondo intervento, altrettanto significativo, interessa l’area orientale della città. Il nuovo itinerario ciclabile collegherà San Michele con via Mefistofele, snodandosi lungo via Montelungo, dove sorgono le piscine comunali, punto di riferimento sportivo per centinaia di veronesi.
Questo tracciato si integrerà in modo armonico con la rete ciclabile preesistente, migliorando il collegamento tra le periferie e i quartieri centrali. L’obiettivo è facilitare l’accesso ai servizi e incentivare l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani, anche in aree meno centrali ma fortemente frequentate.
Un investimento sul futuro
Entrambi i progetti rappresentano un tassello fondamentale nel disegno di una Verona più ciclabile, a misura di cittadino e attenta alle sfide ambientali del presente. L’Amministrazione comunale conferma così la volontà di investire in infrastrutture che promuovano la mobilità dolce, contribuendo a ridurre l’impatto del traffico urbano e a migliorare la qualità dell’aria.
Gli interventi, inseriti nel Programma triennale delle opere pubbliche, saranno oggetto di progettazione esecutiva nei prossimi mesi, con l’obiettivo di avviare i lavori entro il prossimo anno. Verona si prepara dunque a pedalare con decisione verso un futuro più verde, sicuro e inclusivo.
Attraverso i Giganti: Viaggio in Bicicletta nei Pirenei
18/07/2025 in Viaggi
I Pirenei non sono solo una linea di confine tra Francia e Spagna: sono un confine tra il quotidiano e l’epico. Un viaggio in bicicletta lungo queste montagne è un rito iniziatico per ogni cicloturista: fatica, bellezza, isolamento e gloria si fondono in una delle esperienze più intense che si possano vivere su due ruote.
Da Saint-Jean-de-Luz a Foix: 600 km di meraviglia verticale
Il percorso che abbiamo seguito attraversa l’intera dorsale pirenaica da ovest a est, partendo dall’Atlantico, sulla costa basca, fino alle colline dell’Ariège, passando per alcuni dei passi più celebri della storia del ciclismo. Un tracciato di circa 600 km, con oltre 13.000 metri di dislivello positivo, che alterna salite leggendarie e villaggi sospesi nel tempo.
I colossi del Tour
Chi ama il ciclismo sa bene che qui si toccano le vette della leggenda. Col du Tourmalet, Aubisque, Aspin, Peyresourde: nomi che rievocano imprese eroiche, pedalate sotto la neve a luglio, scatti solitari e crisi memorabili. Salirli con le proprie gambe, lentamente, è un atto di rispetto verso il passato del ciclismo.
Il Tourmalet, in particolare, non delude mai. Da Luz-Saint-Sauveur, la salita è lunga e costante: 19 km al 7,4%. La strada si stringe man mano che si sale, e il silenzio della montagna prende il sopravvento. In vetta, a 2.115 metri, la statua di Octave Lapize accoglie i ciclisti con il suo ghigno beffardo.
Natura aspra e autentica accoglienza
Ma i Pirenei non sono solo asfalto e pendenze. Sono foreste fitte, cascate impetuose, marmotte che fischiano e pastori che sorvegliano i greggi. Sono locande dove il tempo sembra essersi fermato, piatti caldi a base di agnello e lenticchie, e bicchieri di vino rosso che si guadagnano col sudore.
Ogni valle ha la sua anima, ogni passo racconta una storia. Si dorme in piccoli gîtes d’étape o in campeggi spartani, spesso gestiti da famiglie che accolgono i ciclisti come vecchi amici. Si pedala per ore senza incontrare auto, immersi in una natura che comanda e non fa sconti.
Quando partire e cosa sapere
Il periodo migliore per affrontare questo viaggio va da fine giugno a inizio settembre, quando i passi sono sgomberi dalla neve e i rifugi sono aperti. È consigliabile avere una buona preparazione fisica, una bici affidabile e abbigliamento per tutte le condizioni: qui il meteo cambia in fretta, anche d’estate.
Le tappe possono essere personalizzate, ma una divisione in 8-10 giorni è ideale per godersi i paesaggi senza fretta. Una traccia GPS ben preparata è fondamentale, così come il rispetto per l’ambiente montano.
Conclusione: più che un viaggio
Attraversare i Pirenei in bicicletta non è solo un itinerario: è un’esperienza trasformativa. È silenzio che si fa spazio dentro, è la forza delle gambe che diventa forza dello spirito. È la consapevolezza che, dopo il Col de Pailhères o il Port de Lers, niente sarà più come prima.
Si accelera sulla mobilità sostenibile: in progetto due nuove piste ciclabili tra Piobesi, Candiolo e Castagnole Piemonte
17/07/2025 in News
PIOBESI TORINESE.Mobilità sostenibile e infrastrutture ciclabili sono stati al centro dell’incontro svoltosi martedì 15 luglio tra il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e l’Assessore ai Lavori Pubblici di Piobesi Torinese, Antonio Ghione, accompagnato da un tecnico dell’amministrazione comunale. Tema principale della riunione: la progettazione esecutiva della pista ciclabile che collegherà Piobesi a Candiolo lungo la Strada Provinciale 142.
Il tracciato, già ipotizzato in precedenti fasi progettuali, è ora al vaglio per la definizione degli ultimi dettagli tecnici, in vista di un futuro cantiere. L’infrastruttura rappresenta un tassello strategico per migliorare la sicurezza dei ciclisti e incentivare l’uso della bici negli spostamenti quotidiani, specialmente in un’area caratterizzata da traffico pendolare e collegamenti intercomunali.
Durante l’incontro, l’amministrazione piobesina ha inoltre sollevato un secondo tema cruciale: il completamento della progettazione per un’altra pista ciclabile, questa volta lungo la Strada Provinciale 145, destinata a unire Piobesi e Castagnole Piemonte. Un collegamento che rientra nelle priorità condivise dalle due amministrazioni locali e che andrebbe a consolidare un sistema di mobilità dolce tra i centri del territorio.
All’incontro hanno preso parte anche le responsabili della Direzione Viabilità 2 e della Direzione Trasporti e Mobilità Sostenibile della Città Metropolitana di Torino, segno della rilevanza tecnica e istituzionale dell’appuntamento. Le interlocutrici hanno preso atto delle richieste e delle esigenze progettuali presentate, impegnandosi ad approfondire la fattibilità delle soluzioni prospettate.
“È fondamentale proseguire su questa strada – ha commentato Jacopo Suppo – per offrire ai cittadini alternative reali all’uso dell’auto. Le piste ciclabili non sono solo opere viarie, ma strumenti di sviluppo locale, tutela ambientale e salute pubblica”.
I prossimi mesi saranno decisivi per capire i tempi di attuazione e le modalità di finanziamento dei due progetti, che si inseriscono in un quadro più ampio di interventi per la ciclabilità metropolitana, coerente con gli obiettivi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS).
Nel frattempo, i Comuni coinvolti confermano la loro volontà di fare rete e di investire in infrastrutture a misura di cittadino e di territorio.
Masuria in Bicicletta – Tra Laghi, Leggende e Libertà
16/07/2025 in Viaggi
Giżycko – C’è un angolo della Polonia dove l’acqua incontra i boschi, e dove le biciclette sembrano fatte apposta per esplorare il paesaggio: è la Masuria, terra di laghi, castelli e silenzi interrotti solo dal canto degli uccelli acquatici.
Questo paradiso naturale, soprannominato la “Terra dei Mille Laghi” (in realtà sono oltre 2.000), è perfetto per un tour cicloturistico rilassato, con percorsi ad anello che si snodano tra paesini come Mikołajki, Ryn e Mrągowo, e digressioni verso castelli gotici, canali navigabili e riserve naturali.
Una delle tratte più suggestive è il percorso Giżycko – Ruciane-Nida, circa 120 km immersi nella foresta e costeggiando acque cristalline dove è facile incrociare barche a vela, aironi e persino cervi al tramonto. Il terreno è misto: sterrato compatto, tratti asfaltati e qualche sfida collinare – ma nulla che un cicloturista medio non possa affrontare.
L’atmosfera? Quella rarefatta dei luoghi fuori dal tempo. I campeggi sono accoglienti e spesso in riva al lago, ideali per notti stellate e risvegli nella nebbia leggera dell’alba.
Per i più avventurosi, c’è anche la possibilità di combinare la bici con il kayak, seguendo itinerari misti che rendono l’esperienza ancora più completa e immersiva.
Il Green Velo – L’Oriente Inaspettato della Polonia su Due Ruote
16/07/2025 in Viaggi
Białystok – In pochi conoscono la bellezza discreta dell’est della Polonia, eppure il Green Velo è la prova concreta che il cicloturismo può essere scoperta, avventura e meraviglia. Con i suoi oltre 2.000 km, è il più lungo percorso ciclabile segnalato del Paese, e un invito aperto a chi cerca l’autenticità lontano dalle rotte battute.
Il tracciato parte dal confine con la Lituania e serpeggia lungo cinque regioni: Podlaskie, Lubelskie, Podkarpackie, Świętokrzyskie e Warmińsko-Mazurskie. Tra foreste vergini come quella di Białowieża (uno degli ultimi habitat del bisonte europeo) e borghi sospesi nel tempo, ogni tappa regala un’immersione nella natura e nella cultura slava più genuina.
Il fondo ciclabile è perlopiù asfaltato, ben segnalato e arricchito da oltre 200 “MOR” (luoghi di sosta per ciclisti) attrezzati con tavoli, rastrelliere e pannelli informativi. Un’attenzione che raramente si trova altrove in Europa.
Cosa aspettarsi? Colline dolci, fiumi tranquilli, incontri inattesi con cicogne e piccoli produttori locali. E soprattutto, un silenzio rarefatto che accompagna il viaggiatore per giorni.Il Green Velo non è solo un percorso, è un viaggio nel tempo e nello spazio, dove la bici diventa il miglior mezzo per riscoprire il volto meno conosciuto dell’Europa dell’Est.
Sulla Via Verde de la Sierra – Pedalando tra i Pueblos Blancos dell’Andalusia
15/07/2025 in Viaggi
Un tempo ferrovia abbandonata, oggi paradiso per i ciclisti. La Via Verde de la Sierra è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti del sud della Spagna, che attraversa la suggestiva provincia di Cádiz fino a raggiungere la provincia di Siviglia. 36 chilometri di pura meraviglia naturalistica, tra tunnel scavati nella roccia, viadotti panoramici e paesaggi che sembrano usciti da un film western.
La partenza è fissata a Olvera, uno dei celebri pueblos blancos andalusi, dominato da una fortezza moresca e da stradine acciottolate dove il tempo pare essersi fermato. Da lì, si imbocca la pista ciclabile perfettamente asfaltata, ben segnalata e completamente interdetta al traffico motorizzato.
Il percorso è adatto a tutti i livelli: la pendenza è dolce e costante, e le numerose aree di sosta consentono di prendersi il tempo per assaporare il paesaggio. Il punto forte? Il viadotto di Zaframagón, che sovrasta una gola spettacolare e regala la possibilità di osservare una delle più grandi colonie di avvoltoi leonati d’Europa.
Il tragitto si conclude a Puerto Serrano, dove è possibile ristorarsi in uno dei ristorantini locali, assaporando tapas e vino andaluso. Per i più avventurosi, esistono itinerari che proseguono verso la Sierra de Grazalema o le colline della campagna sivigliana.
Un viaggio che unisce natura, cultura e pedalate in un mix indimenticabile. Consigliatissimo in primavera e autunno, quando le temperature sono ideali.
La Costa Brava in Bicicletta – Tra il Mediterraneo e la Storia
15/07/2025 in Viaggi
Pedalare lungo la Costa Brava è come viaggiare dentro una cartolina: scogliere a picco sul mare, pinete profumate e calette nascoste che si alternano a borghi medievali intatti. Un itinerario da sogno per ogni cicloturista, dove la bellezza del paesaggio si fonde con il piacere della scoperta lenta.
L’itinerario che consiglio parte da Sant Feliu de Guíxols, antico porto di pescatori, e segue l’antica linea ferroviaria riconvertita in pista ciclabile, la Via Verde del Carrilet II. Il tracciato si snoda verso l’interno, attraversando campi coltivati e piccole cittadine come Llagostera e Cassà de la Selva, fino a raggiungere Girona, città d’arte dal fascino intramontabile.
Ma il vero tesoro della Costa Brava si scopre restando sulla costa. Il tratto ciclabile da Palamós a L’Estartit regala panorami mozzafiato, con strade secondarie, sterrati leggeri e salite che mettono alla prova le gambe, ma ripagano con viste incredibili sul Mediterraneo. Le soste sono obbligate: Calella de Palafrugell, con le sue case bianche sul mare, e Pals, borgo medievale perfettamente conservato, sono vere gemme.
La Costa Brava è ben attrezzata per il cicloturismo: strutture bike-friendly, noleggi, officine e perfino hotel con garage custoditi. La segnaletica è ottima, e l’atmosfera generale è rilassata, soprattutto lontano dai mesi di punta estivi.









