La prima tappa del Giro d’Italia
09/05/2025 in News
La prima tappa del Giro d’Italia segna un debutto storico e spettacolare: per la prima volta la corsa rosa prende il via da Durazzo, in Albania, con un tracciato che promette scintille sin dal primo giorno. I corridori affronteranno 160 chilometri fino a Tirana, in una frazione che mescola paesaggi mozzafiato e un profilo altimetrico tutt’altro che banale.
Il percorso si apre con una lunga cavalcata pianeggiante lungo la costa adriatica, dove il gruppo potrà trovare un primo ritmo e dove gli sprinter cercheranno di tenere il controllo della corsa. Ma sarà solo un’illusione di tranquillità. Dopo circa metà tappa, il terreno comincia a cambiare: si entra nell’interno albanese e si affronta la salita di Gracen, un’ascesa che non farà selezione definitiva, ma inizierà a testare le gambe.
Il vero banco di prova arriva però nel finale, con due salite ravvicinate caratterizzate da pendenze importanti. In queste rampe si decideranno le prime differenze significative in classifica. Chi vuole indossare la maglia rosa non potrà restare nascosto: serviranno forza, coraggio e una squadra pronta a lottare già dal primo giorno.
Con i suoi 1800 metri di dislivello complessivo, questa prima tappa si configura come un’apertura impegnativa, lontana dai tradizionali prologhi o tappe per velocisti. È una dichiarazione d’intenti degli organizzatori: questo Giro sarà duro, selettivo e spettacolare sin dal primo colpo di pedale. E a Tirana, i riflettori saranno già puntati sui grandi protagonisti della corsa.
Abruzzo, in arrivo “Binaria”: la pista ciclabile sul vecchio tracciato ferroviario
06/05/2025 in News
Potrebbe prendere il via già alla fine dell’estate il cantiere di “Binaria”, l’ambizioso progetto che trasformerà un tratto di sedime ferroviario dismesso in una moderna pista ciclabile. Un’infrastruttura pensata per coniugare mobilità dolce, recupero del patrimonio industriale e promozione turistica del territorio.
Lo scorso 30 aprile è stato compiuto un passo fondamentale: è stata pubblicata la gara per l’appalto integrato, che comprende la progettazione esecutiva, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e l’esecuzione dei lavori. L’intervento riguarda la tratta Marina di San Vito–Castel Frentano della linea ferroviaria Tua, ormai in disuso, che sarà riconvertita in un percorso dedicato a ciclisti e pedoni.
Il progetto si inserisce nel più ampio quadro di riqualificazione della mobilità sostenibile in Abruzzo, e promette di diventare un simbolo della riconversione ecologica dei trasporti locali. “Binaria” non è solo una ciclovia: è un’idea di territorio che valorizza le connessioni lente, la natura e i paesaggi storici, offrendo un nuovo modo di vivere e scoprire l’entroterra teatino.
La ciclabile seguirà il tracciato originario della ferrovia, attraversando colline, borghi e aree naturali, e restituirà nuova vita a infrastrutture dimenticate. Saranno previste aree di sosta, punti panoramici e segnaletica turistica, in linea con i più moderni standard europei in materia di ciclovie.
Le operazioni preliminari, che includono verifiche tecniche e ambientali, sono già in corso. Se non ci saranno intoppi burocratici, l’apertura dei cantieri è prevista per la fine dell’estate, con un orizzonte di completamento nei mesi successivi.
Il progetto “Binaria” punta così a diventare non solo un esempio virtuoso di recupero del patrimonio ferroviario, ma anche un motore per l’economia locale, grazie all’indotto generato da turismo lento e sostenibile.
Santa Vittoria d’Alba: due bambini investiti in bici, grave un dodicenne
06/05/2025 in News
Un pomeriggio di primavera si è trasformato in tragedia nella frazione Cinzano di Santa Vittoria d’Alba, dove due giovanissimi, di 10 e 12 anni, sono rimasti feriti in un incidente stradale mentre erano in sella alle loro biciclette. Il fatto è avvenuto oggi, lunedì, poco dopo le ore 15.
Secondo le prime ricostruzioni, i due bambini stavano percorrendo una strada secondaria, probabilmente di ritorno da una breve escursione, quando sono stati travolti da un’automobile. L’impatto è stato violento e ha fatto subito scattare l’allarme. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 e i Carabinieri, che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area e avviare i rilievi per chiarire la dinamica esatta dell’accaduto.
Le condizioni meteo, compromesse dalla pioggia e da una fitta nebbia che ha interessato la zona nelle prime ore del pomeriggio, hanno impedito l’intervento dell’elisoccorso. Una limitazione non da poco, considerando la gravità delle ferite riportate dal dodicenne, che avrebbe dovuto essere trasferito d’urgenza all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Il ragazzino è stato invece trasportato via terra all’ospedale di Verduno, dove è stato preso in carico in codice rosso. Ferite più lievi, ma comunque significative, per il compagno più giovane, anche lui ricoverato nello stesso nosocomio.
Al momento non sono state rese note le generalità dei bambini, né quelle del conducente coinvolto. Le indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità e verificare se vi siano state infrazioni al codice della strada.
L’incidente ha scosso profondamente la comunità locale, che si stringe attorno alle famiglie dei due bambini. In molti sui social stanno esprimendo vicinanza e chiedono maggiori controlli sulla sicurezza stradale, soprattutto nelle aree frequentate dai più giovani.
Dal Monviso al Mare: cronaca di un viaggio in bici lungo il grande fiume
05/05/2025 in Viaggi
Ottocento chilometri, sei regioni attraversate, dieci giorni di pedalate, decine di volti, storie e paesaggi diversi. È il bilancio, più umano che numerico, di un viaggio cicloturistico che ha seguito il corso del fiume Po dalla sorgente, tra le rocce del Monviso, fino al suo addio liquido nel Delta adriatico. Un percorso che è insieme esperienza geografica, sociale e culturale, attraversando l’Italia profonda al ritmo delle ruote su asfalto, sterrato e argini erbosi.
Il punto di partenza: Crissolo e la sorgente del Po
Il viaggio comincia a Crissolo, in provincia di Cuneo, a oltre 2.000 metri di quota. Qui, dove il Po nasce come un piccolo rigagnolo tra le pietre, la bicicletta non ha ancora molto spazio: i primi tratti sono impervi, e richiedono spirito di adattamento. La vera pedalata comincia più a valle, da Saluzzo in giù, dove il fiume inizia a farsi strada nella pianura piemontese.
Attraverso il Piemonte: paesaggi rurali e memoria industriale
Pedalando verso est si entra nel cuore agricolo del Piemonte. Il percorso ciclabile, in gran parte segnalato e asfaltato, alterna argini e strade secondarie. Le risaie del Vercellese, già colme d’acqua a maggio, riflettono il cielo come specchi. Le tappe principali includono Chivasso, Trino e Casale Monferrato, dove il Po scorre placido accanto a centrali dismesse e piccoli porti fluviali abbandonati, memoria di un’economia che fu.
Lombardia: il Po come filo conduttore tra città e campagna
L’ingresso in Lombardia segna una transizione netta. A Pavia, il ponte coperto sul Ticino accoglie i ciclisti come una porta simbolica. La ciclabile si sviluppa sull’argine maestro: è larga, ben tenuta, costeggiata da pioppeti e campi coltivati. A Cremona, capitale del violino, si incrociano altri cicloviaggiatori diretti verso il Brennero o il Lago di Garda. Ma il Po resta la guida silenziosa: imponente, spesso invisibile alla vista, ma sempre presente nel paesaggio, nei racconti degli abitanti, nei bar di paese dove ci si ferma per riempire le borracce.
L’Emilia-Romagna: Ferrara e la cultura della bici
A Piacenza si entra nella terra della bassa, piatta, sterminata, che ha forgiato generazioni di contadini, scrittori e cantautori. I chilometri scorrono veloci, il vento può essere alleato o nemico. Ferrara, tappa obbligata, si presenta come la città ideale per il cicloturismo: piste ovunque, traffico ridotto, strutture ricettive bike friendly. Qui il Po si biforca in diversi rami, segnando l’ingresso nel territorio del Delta.
Il Veneto e il grande finale nel Delta
Negli ultimi chilometri, tra Comacchio e Porto Tolle, il paesaggio cambia di nuovo: l’acqua domina tutto, sotto forma di lagune, canali, paludi, valli da pesca. La segnaletica è meno frequente, le strade più isolate, ma la ricompensa è altissima. L’arrivo al Faro di Goro, dove il fiume si fonde con l’Adriatico, è un momento silenzioso e potente. Nessuna cerimonia, nessuna linea d’arrivo, solo il mare, le onde e il vento che accarezza le ruote.
Un’esperienza per chi cerca lentezza e autenticità
Il viaggio lungo il Po in bicicletta non è una sfida sportiva, ma un’immersione lenta e profonda nell’Italia minore. Offre strutture semplici ma accoglienti, percorsi alla portata di tutti e l’occasione rara di attraversare il Paese senza filtri. Qui il turismo non è un business, ma un incontro: con i volti, i dialetti, le cucine locali e una natura sorprendentemente varia.
Un’esperienza che si può vivere in una settimana o spezzettare in tappe mensili, da soli o in compagnia. Ma che, comunque la si affronti, lascia un segno profondo. Come il solco che il grande fiume ha inciso nella storia d’Italia.
Tragedia alla Granfondo BGY: ciclista perde la vita durante la gara a Berbenno
05/05/2025 in News
Una giornata di sport si è trasformata in tragedia lungo il percorso della 27ª edizione della Granfondo Internazionale BGY, manifestazione ciclistica che ogni anno richiama appassionati da tutta Italia e oltre. A perdere la vita è stato Michele Negri, 31 anni, originario di Sant’Angelo Lodigiano e residente a Cavenago d’Adda, rimasto vittima di un violento incidente intorno alle 10.30 a Berbenno, in via Papa Giovanni XXIII.
Secondo una prima ricostruzione, il ciclista avrebbe perso il controllo della bicicletta affrontando una curva nei pressi della chiesa parrocchiale, andando a impattare contro un muro. Non risultano coinvolti altri atleti: si tratterebbe dunque di una caduta autonoma. La dinamica resta tuttavia oggetto di accertamenti da parte della Polizia Stradale di Seriate, intervenuta sul posto insieme ai carabinieri di Zogno.
L’allarme è stato lanciato immediatamente, e sul luogo dell’incidente è atterrato l’elisoccorso, ma per Michele Negri non c’era ormai più nulla da fare. Il personale sanitario ha potuto soltanto constatarne il decesso.
Il tragico evento ha gettato un’ombra sulla competizione, che aveva visto al via oltre duemila partecipanti. Mentre i primi atleti tagliavano il traguardo tra gli applausi del pubblico, a pochi chilometri di distanza si consumava un dramma che ha colpito non solo i presenti, ma l’intera comunità ciclistica.
La direzione della manifestazione, sconvolta dall’accaduto, ha espresso cordoglio alla famiglia della vittima, annunciando che nelle prossime ore sarà valutata l’organizzazione di un momento commemorativo in sua memoria.
Un incidente che riapre inevitabilmente la riflessione sulla sicurezza nelle gare amatoriali e sull’importanza della prevenzione, anche nei tracciati più noti e frequentati. Michele Negri era un ciclista esperto e appassionato, e la sua scomparsa rappresenta una perdita dolorosa per chi lo conosceva e per chi condivideva con lui l’amore per le due ruote.
In arrivo una nuova ciclabile tra Mappano e Torino: progetto per una mobilità più sostenibile
04/05/2025 in News
Un nuovo progetto di mobilità sostenibile si affaccia all’orizzonte della cintura torinese. Si tratta della futura pista ciclabile che collegherà Mappano a Torino, un’infrastruttura strategica frutto della collaborazione tra il Comune di Mappano e la Città Metropolitana.
L’iniziativa, attualmente in fase di progettazione, mira a creare un collegamento sicuro e continuo per biciclette e monopattini elettrici, favorendo così spostamenti alternativi all’automobile privata. Un’opera che risponde alla crescente domanda di percorsi ciclopedonali e che si inserisce in un più ampio disegno di mobilità dolce sul territorio metropolitano.
“È un progetto che guarda al futuro – spiegano dal Comune – e che intende migliorare la qualità della vita, ridurre l’inquinamento e creare nuove opportunità anche per il commercio locale.”
La ciclabile non sarà solo un’infrastruttura funzionale: l’intento è anche quello di rafforzare il legame tra i territori, valorizzando i percorsi di prossimità e offrendo nuove occasioni per il turismo locale. I cittadini potranno beneficiare di un collegamento ecologico, adatto agli spostamenti quotidiani ma anche al tempo libero, in un’ottica di sostenibilità e riscoperta del territorio.
La realizzazione della pista rappresenta quindi un passo concreto verso una mobilità più integrata e rispettosa dell’ambiente. I prossimi mesi saranno cruciali per la definizione tecnica del tracciato e per l’avvio del cantiere.
Pedalando tra storia e natura: un viaggio in bicicletta nella Val Bormida
03/05/2025 in Viaggi
La Val Bormida non è solo un lembo verde incastonato tra Liguria e Piemonte: è un mosaico di storia, natura e cultura da scoprire lentamente, magari a pedali, con il tempo necessario per assaporare ogni curva della strada e ogni profumo del bosco. In sella alla mia bici gravel, ho deciso di esplorare questa valle poco nota ma straordinariamente ricca, seguendo il corso del torrente Bormida e lasciandomi guidare dal ritmo delle ruote.
Un inizio tra vigneti e castelli
La partenza è da Cairo Montenotte, il cuore pulsante della valle ligure, un centro vivace dove l’industria e la natura convivono sorprendentemente bene. Subito fuori dall’abitato, la campagna si apre in un ventaglio di vigneti ordinati, piccoli borghi in pietra e castelli medievali. Il primo tratto è dolce, con strade secondarie asfaltate e sterrati ben tenuti che salgono verso Rocchetta Cairo. La vista da qui, nelle giornate limpide, regala uno sguardo che spazia fino alle prime colline del Monferrato.
Saliscendi tra boschi e borghi dimenticati
Proseguendo verso Dego e Piana Crixia, il paesaggio cambia. Le colline si fanno più ondulate, i boschi si infittiscono, e la strada – spesso sterrata – invita a rallentare. In alcuni tratti, il silenzio è così profondo da sembrare irreale: solo il fruscio degli pneumatici sulla ghiaia e il canto di qualche uccello. Qui si attraversano piccoli paesi quasi sospesi nel tempo: Merana, Monesiglio, Camerana. Case in pietra, fontane in disuso, e anziani che ti salutano come se fossi l’evento della giornata.
Il parco regionale di Piana Crixia: natura selvaggia e bellezze geologiche
Tappa obbligata è il Parco Regionale di Piana Crixia, celebre per il fungo di pietra, una bizzarra erosione geologica che pare uscita da un racconto fantasy. Ma oltre a questo monumento naturale, il parco offre sentieri sterrati perfetti per la bici, tra prati selvatici, doline e querce secolari. Una sosta all’agriturismo locale permette di gustare prodotti tipici come il formaggio di capra, il miele e il vino Dolcetto, che qui ha un sapore più rustico e autentico.
Discesa verso la Bormida di Spigno e ritorno
Raggiunto Spigno Monferrato, si entra nella parte piemontese della valle. Qui la Bormida si fa più impetuosa, scavando piccole gole tra le rocce e accompagnando il ciclista con il suo rumore costante. Il ritorno verso Cairo avviene su un tracciato diverso, passando per ponti in pietra, vecchie ferrovie dismesse (che si possono percorrere in parte) e mulini abbandonati. Ogni chilometro è una scoperta, ogni sosta una storia.
Consigli pratici per i ciclisti
La Val Bormida è adatta a ciclisti con un minimo di esperienza e una buona bici da gravel o MTB, viste le frequenti variazioni di fondo stradale. La primavera è il periodo migliore: clima mite, natura in fiore e traffico quasi assente. È utile pianificare bene le tappe, poiché le strutture ricettive non sono numerose, ma dove ci sono, accolgono con calore e genuinità.Viaggiare in bici nella Val Bormida significa riscoprire il senso del tempo lento, della scoperta autentica, della bellezza che non si mostra tutta subito. È un viaggio che non si dimentica, non tanto per le imprese sportive, quanto per il legame silenzioso che si crea con la terra, la gente e le storie che sussurrano tra le curve.
Isola Vicentina pedala verso il futuro: inaugurato un nuovo tratto dell’Asse ciclopedonale Vicenza-Schio
02/05/2025 in News
Un nastro tagliato, qualche pedalata simbolica, e un altro pezzo di futuro che prende forma lungo il torrente Orolo. È stato inaugurato oggi a Isola Vicentina un nuovo tratto della pista ciclopedonale dell’Asse relazionale 36 Vicenza-Schio: un’opera che non si limita a collegare punti sulla mappa, ma che costruisce visioni, idee di territorio e stili di vita più sostenibili.Il nuovo percorso, che unisce il ponte di San Rocco al cuore del paese, nasce per essere attraversato con lentezza. È pensato per chi sceglie la bicicletta come mezzo quotidiano, per chi cammina per piacere, per chi crede che il turismo possa essere dolce ma non per questo meno ambizioso. L’opera, dal costo complessivo di 620.000 euro, è stata resa possibile grazie al cofinanziamento della Provincia, che continua a puntare sulla mobilità verde come leva di sviluppo locale.Non si tratta solo di una pista: è un filo sottile che cuce insieme paesaggi, comunità e opportunità. Il torrente Orolo accompagna il tracciato, aggiungendo al percorso un respiro naturale che invita a rallentare, a guardarsi attorno, a scoprire il territorio con occhi nuovi.“Questa inaugurazione rappresenta molto più di un’infrastruttura – ha commentato un amministratore locale –. È un passo avanti verso una provincia più connessa, più vivibile, più attenta al benessere dei suoi cittadini e alla valorizzazione delle sue bellezze.”Il tratto appena aperto si inserisce in una rete ciclopedonale in continua espansione, capace di generare un impatto positivo sia dal punto di vista ambientale che economico. Il cicloturismo, d’altronde, non è più una nicchia: è un fenomeno in crescita che parla il linguaggio della sostenibilità, della qualità, dell’esperienza.Oggi Isola Vicentina non ha solo festeggiato un’inaugurazione. Ha messo in strada un’idea diversa di mobilità e, con essa, una promessa: quella di un futuro più verde, più lento, ma certamente più vicino.
Tra colline, castelli e laghi: pedalando nel cuore del Canavese
01/05/2025 in Viaggi
C’è un angolo di Piemonte che sembra pensato su misura per chi ama viaggiare lentamente, in sella a una bicicletta: il Canavese. Situato a nord di Torino, questo territorio affascinante è un mosaico di paesaggi che alternano dolci colline, borghi medioevali, vigneti ordinati e specchi d’acqua limpida. Un viaggio in bici qui è più di una semplice escursione: è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Partenza da Ivrea, la città dell’innovazione e delle pietre antiche
Il nostro itinerario comincia da Ivrea, città patrimonio UNESCO, nota per il suo passato industriale legato alla Olivetti, ma anche per il suo centro storico suggestivo affacciato sulla Dora Baltea. Prima di montare in sella, vale la pena perdersi tra le viuzze lastricate e ammirare il castello a pianta quadrata con le sue torri rosse.
Pedalando verso nord, si lascia la città alle spalle per entrare nella natura del Parco dei Cinque Laghi, un susseguirsi di specchi d’acqua come il Lago Sirio e il Lago di San Michele, circondati da boschi di castagni e silenzi profondi. Qui il ritmo rallenta naturalmente, e le soste sono d’obbligo per respirare a pieni polmoni e magari fare un tuffo nei mesi estivi.
Borghi da cartolina e colline moreniche
Il Canavese è anche terra di borghi che sembrano usciti da una fiaba. Nomaglio, Settimo Vittone, Vistrorio: piccoli centri dove il tempo sembra essersi fermato, con case in pietra, fontane antiche e chiesette romaniche che emergono tra i tetti. Le colline moreniche dell’Anfiteatro di Ivrea offrono uno scenario unico, modellato dai ghiacciai millenni fa e oggi ideale per chi ama il gravel o la mountain bike.
Uno dei tratti più suggestivi è quello che porta a Agliè, con la sua residenza sabauda circondata da un grande parco. Il castello, che fu dimora estiva dei Savoia, è visitabile e regala una pausa culturale perfetta tra una pedalata e l’altra.
Sapori locali e accoglienza autentica
Ogni tappa è anche un’occasione per assaporare la gastronomia locale. Nei rifugi, nelle trattorie e negli agriturismi che punteggiano il territorio, è possibile gustare piatti tipici come la bagna cauda, la carne cruda all’albese e i formaggi d’alpeggio. E non mancano i vini, come l’Erbaluce di Caluso, bianco fresco e profumato che nasce proprio in queste terre.
Un viaggio a misura d’uomo (e di bici)
Che si tratti di un’escursione giornaliera o di un itinerario di più giorni, il Canavese si rivela una destinazione perfetta per chi cerca natura, cultura e autenticità. Le strade poco trafficate, i percorsi segnalati e la crescente presenza di strutture bike friendly rendono il viaggio accessibile anche ai cicloturisti meno esperti.In sella, il Canavese si scopre lentamente, un chilometro alla volta. E, come ogni bel viaggio, lascia il desiderio di tornare.
Vimercate svolta verso il verde: nuova pista ciclabile, alberi e parcheggio nel piano da 710mila euro
30/04/2025 in News
Una nuova idea di città prende forma a Vimercate, nel cuore della Brianza. La giunta comunale, guidata dal sindaco Francesco Cereda, ha approvato un ambizioso progetto di riqualificazione urbana dal valore complessivo di 710mila euro, puntando dritto verso la sostenibilità ambientale. La delibera è stata adottata nella seduta di mercoledì 23 aprile e segna la candidatura ufficiale del Comune al bando “Strade Verdi” di Regione Lombardia, che mette sul piatto dieci milioni di euro per sostenere interventi di mobilità dolce e rigenerazione urbana.
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova pista ciclopedonale, la riqualificazione dell’ingresso del cimitero cittadino con un ampliamento dell’area verde e la creazione di un nuovo parcheggio. Un intervento integrato, pensato per migliorare la qualità della vita dei residenti e rendere più accessibili e fruibili gli spazi urbani, puntando al tempo stesso sulla riduzione dell’impatto ambientale.
A sostenere il piano sarà in larga parte il cofinanziamento regionale, che coprirà 500mila euro del totale. Il restante importo sarà a carico del Comune. “È un investimento importante — commenta il sindaco Cereda — che testimonia la nostra volontà di trasformare Vimercate in una città più a misura di persona, più verde e con una mobilità sempre più sostenibile”.
La nuova pista ciclopedonale rappresenta il cuore del progetto: un’infrastruttura che collegherà punti strategici del territorio, incentivando gli spostamenti in bicicletta o a piedi, in linea con le esigenze di una cittadinanza sempre più attenta al benessere e all’ambiente. Accanto a essa, il nuovo parcheggio offrirà una risposta concreta alle necessità logistiche, mentre l’area verde contribuirà a migliorare l’aspetto e la vivibilità di una zona spesso trascurata.
Vimercate si inserisce così nel solco di un cambiamento più ampio che coinvolge molte realtà lombarde e italiane, dove le politiche urbane stanno sempre più orientandosi verso una visione ecologica e sostenibile. Un segnale forte, che dimostra come anche i centri di medie dimensioni possano essere protagonisti della transizione verde.