La pista della Mosella: tra Trier e Cochem, il vino come compagno di viaggio
18/08/2025 in Viaggi
Se c’è un itinerario che incarna lo spirito del cicloturismo tedesco, è la Moselradweg, la ciclabile della Mosella. Da Trier, antica città romana e oggi vivace centro universitario, il percorso segue le anse sinuose del fiume per oltre 180 chilometri, fino a Coblenza. Ma il tratto più affascinante, lungo circa 90 chilometri, è quello che porta a Cochem.
La ciclabile corre sempre accanto al fiume, quasi priva di dislivelli, attraversando filari di viti che si arrampicano su pendii ripidissimi. Lungo la strada, piccoli villaggi come Bernkastel-Kues e Traben-Trarbach invitano a fermarsi per assaggiare un bicchiere di Riesling direttamente dal produttore.
Il ritmo è quello lento del fiume: curve dolci, panorami che cambiano con la luce, barche che scivolano sull’acqua. A Cochem, la sagoma fiabesca del Reichsburg accoglie i viaggiatori, offrendo una vista mozzafiato sull’ansa della Mosella.
Il fascino della Mosella sta nella sua armonia: paesaggi che sembrano dipinti, vini di eccellenza, borghi autentici e un’infrastruttura ciclabile che rende l’esperienza accessibile anche ai meno allenati.
Lungo il Reno: da Magonza a Coblenza, pedalando tra vigneti e castelli
18/08/2025 in Viaggi
Pedalare lungo il Reno è come immergersi in una cartolina senza tempo. Il tratto tra Magonza e Coblenza, cuore della valle del Medio Reno, è uno dei più suggestivi d’Europa: 65 chilometri di piste ciclabili impeccabili, costeggiate da vigneti terrazzati, castelli medievali e pittoreschi villaggi.
Il percorso segue fedelmente il corso del fiume, quasi sempre pianeggiante e adatto a tutti i livelli di allenamento. A rendere speciale il viaggio è la densità di attrazioni: ogni pochi chilometri ci si imbatte in una fortezza, una chiesa romanica o un paesino dalle case a graticcio. Oberwesel e Bacharach meritano una sosta lenta, mentre la rocca di Marksburg domina dall’alto come custode del passato.
Non mancano le occasioni enogastronomiche: la regione è celebre per il Riesling, e molte cantine lungo la pista offrono degustazioni. Arrivare a Coblenza, alla confluenza con la Mosella, significa chiudere il giro con una vista spettacolare sul Deutsches Eck, simbolo della città.
Un percorso ideale per chi cerca il connubio tra natura e cultura, con il comfort di piste curate e ben segnalate.
Cansiglio, la discesa finisce in tragedia sfiorata: due ciclisti contro un’auto
17/08/2025 in News
Alpago (Belluno) – Era una mattinata d’estate come tante, con il gruppo di cinque amici che aveva scelto le strade fresche del Cansiglio per un’uscita in bicicletta. Poi, all’improvviso, la gita si è trasformata in un incubo. Poco dopo le 11, lungo la strada del Pezzon che scende verso Spert, due di loro hanno perso l’equilibrio in curva e sono finiti nella corsia opposta, proprio mentre stava arrivando un’auto in salita. L’impatto è stato inevitabile.
Il silenzio della montagna è stato rotto dal frastuono della caduta e dalle richieste di aiuto. Gli amici si sono subito fermati, mentre dalla centrale del 118 partiva la chiamata al Soccorso alpino dell’Alpago. Sul posto sono accorsi i volontari insieme ai sanitari: uno dei due feriti, il più giovane, è stato stabilizzato, imbarellato e trasferito sul prato poco distante, dove l’elicottero Falco aveva appena toccato terra. Da lì il volo diretto verso l’ospedale di Belluno.
Per il 28enne, invece, i soccorritori hanno scelto il trasporto in ambulanza verso il San Martino. Entrambi hanno riportato traumi seri, ma non sarebbero in pericolo di vita.
Il traffico lungo la provinciale è rimasto bloccato per consentire i rilievi e garantire l’intervento dei soccorritori. Per chi era presente, la paura è stata tanta: un attimo prima c’era solo la spensieratezza di una pedalata tra amici, un attimo dopo la corsa disperata dei mezzi di emergenza.
Il comune di Verona approva la nuova ciclabile Parona–Ponte Garibaldi: lavori al via entro l’autunno
16/08/2025 in News
Il Consiglio comunale di Verona, riunito nel mese di luglio, ha dato il via libera definitivo alla realizzazione della pista ciclabile che collegherà Parona con Ponte Garibaldi. Con 30 voti favorevoli e nessun contrario, l’aula ha approvato sia il progetto esecutivo sia la variante urbanistica necessaria per l’opera, inserita tra gli interventi finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il tracciato, lungo circa cinque chilometri, avrà caratteristiche bidirezionali e rappresenterà un nuovo asse di mobilità dolce per la città. I lavori, finanziati con un investimento di circa 2,3 milioni di euro, inizieranno entro l’estate e dovrebbero concludersi nella primavera del 2026, rispettando così le tempistiche fissate dal PNRR.
Uno degli elementi più innovativi del progetto riguarda la scelta di utilizzare la copertura del canale lungo via Ca’ di Cozzi per ricavare un tratto protetto e completamente separato dal traffico veicolare. Un intervento che, nelle intenzioni dell’amministrazione, mira a garantire maggiore sicurezza per ciclisti e pedoni, oltre a riqualificare un’area oggi marginale.
La nuova ciclabile attraverserà alcuni dei principali assi viari cittadini, creando un collegamento diretto tra la periferia nord-ovest e il cuore di Verona. L’opera si inserisce in una strategia più ampia di sviluppo della mobilità sostenibile, che prevede di rafforzare la rete ciclabile urbana e incentivare spostamenti alternativi all’automobile.
Con l’approvazione in aula e il sostegno unanime di maggioranza e opposizione, la città compie dunque un passo importante verso una mobilità più sicura, integrata e rispettosa dell’ambiente.
Cicloturismo in estate in Italia: pedalare tra paesaggi, storia e sapori
15/08/2025 in News
L’estate in Italia è un invito aperto a salire in sella e partire. Strade bianche che attraversano colline dorate, lungomari che brillano al sole, sentieri d’alta quota che profumano di resina: il cicloturismo estivo è molto più di uno sport, è un viaggio lento che unisce scoperta, benessere e avventura.
In questo articolo ti guiderò tra le destinazioni più affascinanti, i consigli pratici per pedalare in sicurezza e le esperienze uniche che solo l’Italia sa regalare.
Perché scegliere il cicloturismo in Italia in estate
L’Italia è un museo a cielo aperto, ma anche un grande parco naturale: in pochi chilometri puoi passare da un borgo medievale a una spiaggia incontaminata, da una strada di montagna a un vigneto che produce vini leggendari.
In estate, la luce lunga e calda delle giornate offre più ore per pedalare e fermarsi a scoprire. Inoltre, il clima mediterraneo, se gestito con attenzione, permette di godere appieno del paesaggio, facendo colazione in riva al lago e tramonti spettacolari in collina.
Le mete imperdibili
1. La Toscana delle strade bianche
Un classico intramontabile: le colline senesi, la Val d’Orcia e le Crete Senesi. Le strade bianche regalano saliscendi dolci tra cipressi e casali in pietra. Qui il cicloturismo diventa esperienza culturale: fermarsi per una ribollita o un calice di Brunello di Montalcino è parte integrante del viaggio.
2. Le Dolomiti, regno degli scalatori
Per chi cerca la sfida, i passi dolomitici (come il Pordoi, il Sella, il Giau) offrono panorami mozzafiato e aria fresca anche in piena estate. Il fascino di pedalare a 2.000 metri, tra prati fioriti e pareti di roccia, ripaga ogni fatica.
3. La costa pugliese
Da Polignano a Mare fino al Salento, pedalare lungo il mare Adriatico è un piacere per tutti i sensi: il profumo di salsedine, il colore turchese dell’acqua, le tappe gastronomiche a base di pesce fresco. La Puglia offre anche strade interne tra ulivi secolari e trulli.
4. I laghi del Nord
Garda, Como, Maggiore: le piste ciclabili costeggiano le acque e passano attraverso borghi eleganti e giardini fioriti. Un itinerario perfetto per chi vuole alternare pedalate a bagni rinfrescanti.
5. La Sardegna interna
Oltre alle spiagge da cartolina, la Sardegna offre percorsi nell’entroterra selvaggio: strade tranquille, paesaggi quasi lunari, e paesi in cui il tempo sembra essersi fermato.
Consigli pratici per pedalare d’estate
Partire presto: nelle ore più calde (12-16) è meglio fermarsi all’ombra o in un borgo per il pranzo.
Idratazione: portare sempre due borracce e reintegrare sali minerali.
Protezione solare: cappellino sotto il casco, crema ad alta protezione, occhiali da sole.
Bici in ordine: freni, gomme e cambio devono essere perfetti, soprattutto in itinerari montani.
Abbigliamento tecnico: leggero, traspirante e con colori chiari.
Il cicloturismo non è una gara: è un invito a fermarsi. Significa entrare in un borgo, chiacchierare con un artigiano, assaggiare un formaggio locale, osservare il tramonto senza fretta. In un mondo veloce, la bicicletta è un atto di resistenza poetica.
Cicloturismo, la nuova frontiera del viaggio lento
14/08/2025 in Tecnica
Il boom del cicloturismo non è più una tendenza di nicchia: secondo l’ultimo rapporto di Isnart-Unioncamere, in Italia i viaggiatori su due ruote generano oltre 55 milioni di presenze turistiche l’anno. Un fenomeno spinto dal desiderio di libertà, dal bisogno di sostenibilità e dalla riscoperta del territorio a ritmo di pedale.
La scelta dell’itinerario
Dalla Via Francigena alle ciclovie lungo il Po, l’Italia offre percorsi per ogni livello. Gli esperti consigliano di calibrarli sulla propria preparazione fisica: tappe brevi e pianeggianti per chi inizia, dislivelli impegnativi solo per ciclisti allenati.
Strumenti come Komoot o Bikemap permettono di pianificare il viaggio con mappe, altimetrie e recensioni di altri pedalatori.
La bicicletta giusta
Gravel, trekking o e-bike: il mezzo va scelto in base al percorso e al bagaglio. Prima della partenza, un check-up accurato è indispensabile: freni efficienti, cambio preciso, gomme in buono stato. “La manutenzione preventiva è il primo passo per evitare di restare fermi a bordo strada”, sottolinea un meccanico di una ciclofficina.
Viaggiare leggeri
Borse laterali impermeabili, abbigliamento tecnico a strati e un kit di emergenza con camera d’aria e attrezzi multifunzione. Chi viaggia su due ruote impara presto che ogni chilo in più si sente nelle gambe.
Sicurezza e ritmo
Il casco non è un optional. Bere regolarmente e fare pause frequenti evita cali di energia. Meglio partire presto la mattina e fermarsi prima del tramonto, soprattutto su strade poco illuminate.
Lucania sospesa: pedalando da Matera a Montescaglioso tra canyon e silenzi
13/08/2025 in Viaggi
Un viaggio a due ruote nel cuore rupestre della Basilicata, dove l’asfalto incontra la pietra millenaria
C’è un momento preciso, quando si lascia alle spalle il centro storico di Matera, in cui la luce cambia. Le case in tufo si abbassano, la città si dissolve e la strada sembra sospesa tra cielo e gravine. È qui che comincia il viaggio verso Montescaglioso, un itinerario breve ma intenso,circa 35 km andata e ritorno,che concentra in pochi chilometri tutta l’essenza della Basilicata interna.
Si parte pedalando sulla SP3, una lingua d’asfalto che serpeggia tra pascoli e masserie. Il vento porta l’odore della terra e delle erbe spontanee, mentre il canyon della Gravina di Matera si apre a tratti, con pareti verticali che raccontano milioni di anni di geologia e secoli di vita rupestre.
La strada è un continuo saliscendi: dolci discese che invitano a lasciar correre le ruote, seguite da brevi ma energiche salite. Dopo circa 15 km si entra a Montescaglioso, borgo arroccato su un’altura e custode dell’imponente Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo. Dentro, silenzio e frescura accolgono il viaggiatore: affreschi medievali, chiostri e il respiro lento di un luogo fuori dal tempo.
Il ritorno verso Matera offre prospettive completamente diverse: la città dei Sassi appare all’improvviso, come un miraggio scolpito nella pietra. Nei mesi di aprile e maggio, i campi si colorano di papaveri e calendule, mentre stormi di falchi grillai volteggiano in cerca di prede.
Consiglio di viaggio: prima di ripartire, sedetevi in un forno del centro storico di Montescaglioso. Pane caldo, olio extravergine locale e pomodori secchi bastano per trasformare una sosta in un ricordo indelebile.
La costa segreta: da Maratea a Trecchina, tra blu marino e curve di montagna
13/08/2025 in Viaggi
Un itinerario che parte dal respiro salmastro del Tirreno e finisce tra profumi di castagno e dolci di pasticceria
Maratea non è solo mare. La città, stretta tra montagne e acqua, è una delle poche finestre lucane sul Tirreno e custodisce una rete di strade perfette per chi ama pedalare. Il percorso verso Trecchina è un piccolo gioiello di cicloturismo stradale: circa 30 km complessivi, con una salita che regala panorami sempre nuovi.
Si parte dal porto di Maratea, dove le barche dondolano lente. La SS18 si apre subito in un susseguirsi di curve morbide, il mare a sinistra e la macchia mediterranea che sale a destra. Dopo pochi chilometri, la strada comincia ad arrampicarsi: la salita verso Trecchina è regolare, pendenza media del 5-6%, ideale per trovare il proprio ritmo. Ad ogni tornante, uno scorcio nuovo: una baia nascosta, una torre costiera, il Cristo Redentore che appare e scompare tra gli alberi.
Arrivati a Trecchina, a circa 500 metri di quota, il paesaggio cambia radicalmente: qui il blu lascia spazio al verde intenso di castagneti e boschi di faggio. Il borgo è raccolto intorno alla piazza principale, perfetta per una sosta. E qui arriva il premio: la “bomba di Trecchina”, un dolce soffice e profumato farcito con crema o cioccolato, specialità che da sola vale la salita.
La discesa verso Maratea è pura goduria ciclistica: asfalto in buone condizioni, curve ampie e la sensazione di planare verso il mare. Il rumore delle onde torna a farsi sentire molto prima di rivederle, e l’ultimo chilometro è una carezza di brezza marina.
Consiglio di viaggio: partite all’alba. La luce radente illumina la costa con sfumature dorate, e la salita si affronta con temperature ancora miti, lasciando il resto della giornata per esplorare Maratea e le sue spiagge.
Pedalando tra giganti di roccia e silenzi alpini: la mia avventura in Valle d’Aosta
12/08/2025 in Viaggi
La Valle d’Aosta non si limita a mostrarsi: ti avvolge. Non appena le ruote della bici hanno iniziato a girare lungo la strada che sale verso il Col de Joux, ho capito che questa non sarebbe stata una semplice uscita, ma un piccolo viaggio nel cuore delle Alpi.
Partito di buon’ora da Saint-Vincent, ho affrontato i primi chilometri immerso nel fresco profumo dei boschi di conifere. La salita, dolce all’inizio e poi più decisa, mi ha regalato scorci di vallate ancora velate dalla nebbia del mattino. A ogni curva, un nuovo quadro: casette di pietra, campanili solitari, prati che già a metà agosto si tingevano di sfumature autunnali.
Il bello del cicloturismo in Valle d’Aosta è che non devi scegliere tra sport e contemplazione: li hai entrambi. Dopo la fatica della salita, la discesa verso Brusson è stata pura poesia, con il vento fresco che tagliava il sudore e il lago che appariva come un gioiello turchese tra le montagne.
Ho proseguito verso Ayas, costeggiando pascoli dove le mucche pascolavano placide, con il Monte Rosa a fare da sfondo imponente. Qui il tempo sembra rallentare: ogni sosta diventa occasione per un saluto, un bicchiere d’acqua, una fetta di fontina appena tagliata.
Rientrare al punto di partenza, dopo quasi 80 chilometri e 1.600 metri di dislivello, è stato come chiudere un cerchio. Le gambe erano stanche, ma la mente piena di immagini e sensazioni che nessuna fotografia potrà mai restituire del tutto.
La Valle d’Aosta è così: ti mette alla prova con le sue salite, ma ti ripaga sempre con panorami e momenti che valgono ogni colpo di pedale.
Vercelli punta sulla mobilità sostenibile: al via l’iter per la maxi pista ciclabile tra le aree industriali
12/08/2025 in News
Vercelli accelera sul fronte della mobilità green. Il Comune ha confermato l’avanzamento dell’iter autorizzativo per la realizzazione di una nuova pista ciclabile di dimensioni record, destinata a diventare una delle dorsali principali del territorio.
Il tracciato, lungo diversi chilometri, partirà da Caresanablot, attraverserà il cuore del capoluogo passando per piazza della stazione ferroviaria, per poi proseguire fino a Larizzate. Un percorso studiato per connettere in maniera diretta le due più importanti aree industriali della città, con l’obiettivo di facilitare gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta e ridurre l’impatto ambientale del traffico veicolare.
Capofila del progetto è Palazzo di Città, che sta coordinando le varie fasi con il supporto della Regione Piemonte, ente finanziatore dell’opera. Secondo quanto dichiarato dal sindaco Roberto Scheda in un recente incontro pubblico, la conclusione dei lavori è prevista entro il 2027.
L’intervento si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione urbana e infrastrutturale, che mira a incentivare l’uso della bicicletta non solo per il tempo libero, ma anche come mezzo di trasporto quotidiano. Se i tempi verranno rispettati, tra due anni Vercelli potrà contare su un collegamento ciclabile strategico, capace di unire le esigenze di mobilità sostenibile con quelle produttive del territorio.









