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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa
Pedalare tra i borghi fantasma d’Italia: il fascino del silenzio”
C’è un’Italia che non compare sulle mappe turistiche, fatta di paesi abbandonati, sentieri dimenticati e strade che si perdono tra boschi e calanchi. Per i cicloturisti, è un invito irresistibile: la possibilità di pedalare nella storia, tra rovine e paesaggi sospesi nel tempo. Uno degli itinerari più suggestivi parte da Fabbriche di Careggine, in Garfagnana, il borgo sommerso dal lago artificiale di Vagli. Quando l’acqua viene prosciugata per manutenzione, il villaggio riemerge come un miraggio medievale. Da lì si può proseguire verso Campocatino, un antico alpeggio incastonato tra le rocce, con una vista che spazia fino al mare Tirreno. Anche nel Sud, il silenzio ha il suo fascino. In Basilicata, la Strada dei Borghi Abbandonati collega Craco, Pisticci Vecchio e Aliano, il paese di “Cristo si è fermato a Eboli”. Sterrati polverosi, discese vertiginose e paesaggi quasi lunari: un percorso che è al tempo stesso avventura e riflessione. Pedalare tra i borghi fantasma non è solo un viaggio nel passato, ma una scoperta del presente: la lentezza, il contatto con la natura e la capacità di a Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa
La rivoluzione delle e-bike nel cicloturismo: libertà per tutti”
Una volta il cicloturismo era riservato ai più allenati. Oggi, grazie alle bici elettriche, il viaggio su due ruote è diventato davvero per tutti. La rivoluzione delle e-bike ha cambiato il modo di vivere la strada, aprendo nuovi orizzonti anche a chi non si definisce sportivo. Secondo i dati di Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), nel 2024 in Italia sono state vendute oltre 400 mila e-bike, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Ma il dato più interessante è un altro: cresce il numero di viaggiatori che scelgono la bici elettrica per esplorare territori rurali, borghi e parchi naturali. Regioni come Trentino, Toscana e Puglia stanno investendo in percorsi “bike friendly”, con colonnine di ricarica, noleggi integrati e segnaletica dedicata. Anche le strutture ricettive si sono adattate: hotel con deposito bici, officine mobili e mappe GPX pronte all’uso. L’e-bike non toglie il gusto della fatica, ma lo rende accessibile. Permette di coprire distanze più lunghe, affrontare salite impegnative e condividere l’esperienza c Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa
Bikepacking in Italia: 5 consigli per la tua prima avventura su due ruote
Il bikepacking è la nuova frontiera del viaggio in bici: niente borse pesanti, solo l’essenziale legato al telaio e tanta voglia di libertà. Sempre più ciclisti scelgono questa formula per scoprire l’Italia fuori dalle rotte classiche, dormendo sotto le stelle o in piccoli rifugi di campagna. Ecco cinque consigli pratici per chi vuole iniziare. 1. Scegli il percorso giusto. Meglio partire con un itinerario medio-facile, con dislivelli contenuti e punti di rifornimento frequenti. Ottime opzioni sono la Via degli Dei (Bologna–Firenze) o la Ciclovia Aida (da Susa a Trieste). 2. Alleggerisci la mente, e la bici. Porta solo ciò che serve davvero: un cambio tecnico, una giacca impermeabile, kit di riparazione, caricabatterie e una tenda ultraleggera. Ricorda: ogni grammo in più si sente sulle salite. 3. Allenati prima di partire. Non serve essere atleti, ma un minimo di preparazione è fondamentale. Prova un paio di weekend con zaino e sacco a pelo per abituarti al peso e al ritmo. 4. Pianifica ma resta flessibile. Il bello del bikepacking è proprio la libertà. Tieni una traccia GPS, ma concediti deviazioni e pause quando qualcosa cattura la tua attenzione. 5. Rispetta i luoghi che attraversi. Lascia solo le tue orme (o meglio, le tue impronte di gomma). Il cicloturismo è anche un gesto ecologico e di cura verso il territorio. Alla fine, ogni viaggio in bikepacking è una lezione di semplicità: basta una bici, un po’ di strada e la voglia di scopr Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa
Sulla via delle acque: pedalando lungo il Po, dal Monviso all’Adriatico”
C’è un momento, lungo la ciclabile del Po, in cui la pianura si fa silenziosa e l’acqua scorre accanto come un compagno di viaggio. È lì che il tempo rallenta e la bicicletta diventa strumento di scoperta, non di arrivo. Il Ciclovia del Po, uno dei progetti più affascinanti del cicloturismo italiano, unisce le sorgenti del grande fiume ai lidi dell’Adriatico per oltre 600 chilometri di percorsi ciclabili. Dal Piemonte al Veneto, passando per Emilia e Lombardia, è un viaggio nel cuore produttivo del Paese, ma anche nella sua anima più autentica. Si parte dalle Alpi, dove il fiume nasce sotto lo sguardo austero del Monviso, e si segue il suo corso tra risaie, cascine e ponti di ferro. Ogni tappa racconta una storia: Cremona con le sue liuterie, Ferrara con le mura rinascimentali, Delta del Po con le sue oasi di aironi e canneti. L’esperienza è dolce, mai frenetica. Gli incontri con i produttori locali, le notti in agriturismo, le chiacchiere con chi vive il fiume ogni giorno: tutto contribuisce a rendere questo itinerario un racconto di lentezza e meraviglia.Perché il cicloturismo, in fondo, è questo: un modo Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 3 giorni fa
Al via i lavori per la nuova pista ciclabile tra Roncalceci e Ghibullo
Partiranno lunedì i lavori per la realizzazione della nuova pista ciclabile lungo la strada provinciale 5 “Roncalceci”, un intervento atteso da tempo che collegherà in sicurezza i centri abitati di Roncalceci e Ghibullo. Il tracciato, lungo circa 750 metri, rappresenta un tassello importante nella rete ciclabile del territorio ravennate, pensato per favorire la mobilità sostenibile e ridurre i rischi per chi si sposta su due ruote. La nuova infrastruttura sarà bidirezionale e avrà una larghezza di 2,5 metri, sufficiente a garantire un passaggio agevole per ciclisti in entrambi i sensi di marcia. Ma l’aspetto più significativo riguarda la sicurezza: la pista sarà costruita in sede propria, completamente separata dalla carreggiata della provinciale e dal traffico automobilistico. A dividere bici e auto sarà un cordolo insormontabile largo 50 centimetri, posizionato a mezzo metro dalla linea bianca che delimita l’attuale corsia stradale. Una soluzione che consentirà di mantenere la continuità del percorso ciclabile senza compromettere la viabilità esistente. L’intervento si inserisce in una strategia più ampia di valorizzazione della mobilità lenta nella zona, promossa per incoraggiare gli spostamenti quotidiani in bicicletta e, al tempo stesso, offrire nuove opportunità per il cicloturismo locale. Il collegamento tra Roncalceci e Ghibullo, infatti, si trova in un’area ricca di percorsi secondari e strade di campagna ideali per chi ama pedalare immerso nella tranquillità della pianura romagnola. Una volta completata, la pista ciclabile diventerà non solo una via più sicura per i residenti, ma anche un nuovo itinerario da scoprire per c Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa
L’Italia a pedali: la nuova frontiera del turismo lento
Negli ultimi anni l’Italia ha riscoperto il piacere di viaggiare piano. Dopo decenni di vacanze mordi e fuggi, il cicloturismo si è imposto come una delle tendenze più autentiche e sostenibili del nuovo turismo. Oggi non è più solo una nicchia per sportivi o appassionati, ma un modo di vivere il viaggio: muoversi con lentezza, osservare, ascoltare, incontrare. Dal Veneto alla Puglia, dalla Toscana alla Sardegna, ogni regione ha riscoperto antiche strade e vie secondarie, adattandole ai ritmi delle due ruote. Gli itinerari si moltiplicano, le ciclovie diventano dorsali turistiche e le strutture ricettive imparano a parlare la lingua del viaggiatore in bici: colazioni energetiche, ricoveri sicuri per le biciclette, mappe aggiornate e assistenza tecnica. Un Paese fatto per la bici L’Italia è un museo a cielo aperto e la bicicletta ne è la chiave ideale. Ogni pedalata attraversa un paesaggio diverso: le risaie del Pavese, i borghi collinari della Val d’Orcia, i trulli della Valle d’Itria, le scogliere del Salento. Ma soprattutto, il cicloturismo unisce territori lontani e riporta vita nei piccoli paesi dimenticati. Lungo la Ciclovia del Sole, che collega Bolzano a Bologna e poi fino al Sud, migliaia di cicloturisti percorrono ogni anno la storica linea ferroviaria dismessa, oggi trasformata in un nastro d’asfalto immerso nella natura. Sulle vie d’acqua del Po si pedala seguendo il ritmo dei fiumi, mentre in Sardegna la neonata Ciclovia della Nurra accompagna il mare e i silenzi di un’isola ancora selvaggia. Numeri in crescita Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo Outdoor, il cicloturismo in Italia genera oltre 7 milioni di presenze l’anno, con una spesa media di circa 90 euro al giorno per persona. È un turismo che lascia valore sul territorio, perché preferisce le strutture locali, le osterie, i prodotti a chilometro zero. A trainare la crescita sono soprattutto i trentenni e quarantenni, ma anche molte famiglie che scelgono vacanze attive, percorsi facili e la libertà di spostarsi senza stress. Il futuro è a due ruote Le nuove generazioni non cercano solo destinazioni, ma esperienze. E il cicloturismo, in questo senso, è un linguaggio universale: coniuga movimento, scoperta e sostenibilità. Il boom delle e-bike ha reso accessibili percorsi un tempo riservati ai più allenati, aprendo la strada a un pubblico sempre più ampio. Oggi molte regioni italiane stanno investendo in infrastrutture ciclabili integrate, con progetti che collegano le grandi città ai borghi minori. L’obiettivo è chiaro: fare dell’Italia una delle mete cicloturistiche più importanti d’Europa, insieme a Germania e Olanda. Un modo diverso di guardare il mondo Viaggiare in bici è una forma di libertà che non ha età. È il vento sul viso, la fatica che si trasforma in gioia, l’incontro improvviso con un contadino o un artigiano che racconta la sua storia. È la possibilità di attraversare il Paese non solo da nord a sud, ma da dentro. Il cicloturismo non è una moda, ma una cultura che cresce. Una rivoluzi Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 5 giorni fa
La Via Silente: il Cilento da scoprire a colpi di pedale
Ci sono viaggi che si fanno per arrivare e altri che si fanno per capire. La Via Silente, un itinerario cicloturistico di circa 600 chilometri nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, appartiene decisamente alla seconda categoria. È una rotta che invita a rallentare, ad ascoltare il respiro dei luoghi e a ritrovare il piacere della lentezza. Un anello di silenzi e meraviglie La Via Silente nasce nel 2014 da un’idea visionaria: valorizzare il Cilento attraverso il ritmo della bicicletta. L’anello parte da Castelnuovo Cilento e si snoda tra montagne e mare, boschi e borghi medievali, fino a lambire le acque cristalline di Palinuro, Marina di Camerota e Acciaroli, il borgo amato da Hemingway. Il tracciato attraversa oltre 70 comuni, collegando luoghi che il turismo di massa ha dimenticato ma che conservano un fascino autentico. Pedalando, si passa accanto a uliveti secolari, antiche mulattiere e silenzi che sanno di passato. È un viaggio in cui ogni curva regala un panorama, e ogni incontro diventa una storia. Pedalare lento, vivere intensamente Affrontare la Via Silente significa entrare in un’altra dimensione del viaggio: quella in cui la fatica è parte del piacere. Con i suoi 10.000 metri di dislivello, il percorso mette alla prova gambe e testa, ma ogni salita è ricompensata da un panorama che toglie il fiato o da un sorriso incontrato lungo la strada. Gli “Albergabici” sono strutture convenzionate pensate per i ciclisti che offrono un ristoro, informazioni e accoglienza genuina. C’è chi affronta l’anello completo in dieci giorni, chi si concede solo qualche tappa: l’importante è lasciarsi guidare dal ritmo della strada, non dal cronometro. Quando partire e cosa portare Primavera e autunno sono i momenti ideali per vivere l’esperienza: il clima è mite, la natura esplode di colori e le strade restano tranquille. Una gravel o una mountain bike equipaggiata per il bikepacking è perfetta per affrontare il fondo misto del percorso; le e-bike permettono di godersi anche le salite più impegnative senza rinunciare al gusto dell’avventura. Un viaggio che resta dentro Più che un itinerario, la Via Silente è un incontro. Con la natura, con la gente del posto, ma soprattutto con sé stessi. È la scoperta di un Sud autentico, dove il tempo scorre lento e ogn Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 6 giorni fa
Bellinzago e Oleggio, in arrivo 2,4 milioni per ampliare la rete ciclabile dell’Ovest Ticino
Bellinzago e Oleggio si preparano a pedalare verso un futuro più sostenibile. Grazie ai fondi europei del programma Fesr 2021-2027, la Regione Piemonte ha assegnato 2,4 milioni di euro per il potenziamento della rete ciclabile nei due Comuni dell’Ovest Ticino, nell’ambito del cosiddetto “Ambito 5”. Si tratta di un intervento strategico che si aggiunge al contributo da 1,7 milioni già destinato al collegamento tra Cameri e Galliate lungo la provinciale 4, con l’obiettivo di creare una rete continua e sicura per la mobilità dolce. Il progetto prevede la realizzazione o la messa in sicurezza di circa 25 chilometri di percorsi ciclabili, di cui una ventina ricavati lungo strade già esistenti e altri 5 chilometri di nuovi tratti da costruire ex novo a margine delle carreggiate. L’intento è quello di favorire l’interconnessione tra i centri abitati, le aree produttive e i luoghi di interesse turistico, promuovendo una mobilità alternativa all’auto privata. L’intervento più rilevante sarà il nuovo collegamento ciclabile di oltre 3 chilometri tra via Po, a Bellinzago, e il lato sud della Badia di Dulzago, l’antico borgo rurale immerso nella campagna novarese. Lungo questo tracciato è prevista anche l’installazione di colonnine di ricarica per e-bike, a testimonianza di una crescente attenzione verso le nuove forme di mobilità elettrica e sostenibile. Secondo le amministrazioni locali, il finanziamento rappresenta un passo decisivo per rendere il territorio più accessibile e attrattivo, sia per i residenti sia per i visitatori. “La ciclabile non sarà solo un’infrastruttura ambientale, ma anche un volano per il turismo e per la valorizzazione del nostro patrimonio rurale e naturalistico”, sottolineano i sindaci dei due Comuni. Con questi nuovi interventi, l’Ovest Ticino punta a consolidare la propria identità come area modello di mobilità lenta e integrata, capace di coniugare sostenibilità, sicurezza e valorizzazione del territorio. Se i tempi di approvazione e gara verranno rispettati, i l Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
Pedalare leggeri: il minimalismo entra nel cicloturismo”
C’è un nuovo modo di viaggiare in bicicletta, e non riguarda solo la destinazione. Si chiama minimalismo a pedali, e nasce dall’idea che la libertà si misuri in chilogrammi. Niente più borse laterali stracolme o equipaggiamenti da spedizione: chi abbraccia il bikepacking punta all’essenziale una tenda ultraleggera, due cambi tecnici e tanta voglia di strada. I vantaggi sono evidenti: si viaggia più veloci, si spende meno, ma soprattutto si riscopre il gusto dell’imprevisto. “Porto con me solo ciò che mi serve davvero, e ogni cosa ha un valore nuovo”, racconta Giulia, 32 anni, che ha attraversato la Sardegna dormendo sotto le stelle. Il minimalismo su due ruote non è solo una moda: è una reazione al superfluo, un invito a rallentare. In un’epoca in cui si misura tutto in prestazioni, il cicloturismo leggero ricorda che la vera conquista è pedalare Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
Borghi e pedali: l’Italia nascosta lungo le strade secondarie
C’è un’Italia che non appare nelle guide, e che si scopre solo in sella. È fatta di stradine che serpeggiano tra colline e campi, di borghi dove il fornaio conosce ancora per nome chi passa ogni mattina. Il cicloturismo lento sta riportando vita in questi luoghi dimenticati, dove il turista tradizionale non arriva e il tempo sembra essersi fermato. Pedalando lungo l’Appennino tosco-emiliano o tra le colline marchigiane, capita di fermarsi in una piazza silenziosa e scambiare due parole con chi, lì, non ha mai smesso di credere nella propria terra. “Quando vedo arrivare i ciclisti, è come se il mondo tornasse a passare di qui”, racconta un anziano di Montefabbri, minuscolo borgo arroccato su una collina. Il segreto del successo di questi percorsi è semplice: autenticità. Nessuna frenesia, nessuna vetrina, solo la gioia di scoprire a ritmo di pedale che l’Italia vera n Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
Federazione Ciclistica Italiana sospende la convenzione con ACSI: una decisione che cambia lo scenario per i granfondisti
Il mondo del ciclismo amatoriale italiano è di nuovo in fermento. Dopo le polemiche per il rialzo delle quote di tesseramento previsto per il 2026, la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) ha annunciato un’altra misura che promette di scuotere ulteriormente il settore: la sospensione della convenzione di reciprocità con l’ACSI, uno degli enti di promozione sportiva più attivi nel panorama ciclistico nazionale. Un colpo di scena dopo mesi di tensioni La notizia, comunicata il 13 ottobre, arriva a pochi giorni dalle accese discussioni sull’aumento generalizzato delle tariffe federali. Il Consiglio Federale aveva deliberato un raddoppio delle quote di affiliazione per le società e incrementi diffusi per quasi tutte le categorie di tesserati, dai professionisti agli amatori, fino ai giovani. Ora, con la sospensione dell’accordo di reciprocità con l’ACSI, la situazione si complica ulteriormente. Fino a oggi, grazie alla convenzione tra FCI e gli Enti di Promozione Sportiva, i ciclisti tesserati con un ente potevano partecipare alle manifestazioni organizzate dall’altro senza necessità di una nuova tessera o di ulteriori coperture assicurative. Era un meccanismo che semplificava la vita agli appassionati e favoriva la partecipazione alle granfondo in tutta Italia.Con la sospensione, però, questo sistema di apertura viene meno. Cosa cambia per gli amatori Per i ciclisti amatoriali, la novità rappresenta un potenziale ostacolo economico e organizzativo. Partecipare a una gara non affiliata al proprio ente significherà d’ora in poi dover verificare di volta in volta le condizioni di accesso, sottoscrivere una tessera giornaliera o rinunciare all’evento. Sul piano pratico, la conseguenza più immediata sarà un aumento dei costi e una riduzione della libertà di scelta. Se fino a ieri un tesserato FCI poteva prendere parte senza problemi a una granfondo ACSI (e viceversa), ora dovrà fare i conti con una burocrazia più rigida e meno conveniente. Anche se la stagione delle granfondo volge al termine, la decisione potrebbe pesare già sui programmi del 2026, soprattutto per le società sportive che costruiscono la loro attività annuale attorno alle manifestazioni amatoriali. Le ragioni della Federazione e le reazioni del mondo ciclistico La FCI giustifica la sospensione come parte di un processo di revisione delle convenzioni con gli Enti di Promozione, ma molti nel settore leggono la mossa come un tentativo di riaffermare un controllo più stretto sul movimento. Dopo il boom post-pandemia dell’ACSI, che ha superato i 50.000 tesserati diventando il principale riferimento per gli amatori, il rapporto tra i due organismi è apparso sempre più delicato. Le società ciclistiche, già provate dai rincari di affiliazione, vedono in questa decisione un segnale preoccupante. Il rischio è di aumentare ulteriormente il divario tra la Federazione e la base del movimento, cioè quei volontari e appassionati che, con impegno e risorse proprie, tengono in vita il calendario delle manifestazioni locali e nazionali. Un futuro incerto per il ciclismo amatoriale Mentre la FCI parla di “necessità di aggiornamento e chiarezza normativa”, gli addetti ai lavori temono che il provvedimento finisca per penalizzare proprio il cuore pulsante del ciclismo italiano: gli amatori. In un contesto economico già fragile, dove i costi di gestione e sicurezza sono in costante aumento, ogni barriera aggiuntiva rischia di trasformarsi in un deterrente per i praticanti e per gli organizzatori. La sensazione diffusa è che, senza un dialogo costruttivo tra Federazione ed Enti di Promozione, il movimento amatoriale possa frammentarsi ulteriormente. E a pagarne il Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 1 giorno fa
La Via del Sale: pedalare tra Liguria e Piemonte, dove la montagna incontra il mare”
Tra le rotte più spettacolari del cicloturismo italiano, la Via del Sale è un’esperienza che va ben oltre la pedalata. È un tuffo nella storia dei commerci medievali, quando da Limone Piemonte i muli scendevano verso la costa ligure carichi di sale, oro bianco dell’epoca. Oggi quel tracciato è una delle ciclovie più amate dagli appassionati, un percorso che unisce panorami mozzafiato e fatica vera. Il tracciato principale parte da Limone Piemonte e si arrampica fino ai Colle di Tenda e Monesi, attraversando antiche fortificazioni e sterrate d’alta quota. Si pedala sopra i 2.000 metri, tra rododendri, aquile e vento che profuma di resina. Poi, lentamente, il paesaggio cambia: il verde delle Alpi Marittime lascia spazio all’azzurro del mare. In lontananza, la costa ligure accoglie il cicloturista come un miraggio. Consigli pratici Periodo ideale: da metà giugno a fine settembre (la strada è chiusa in inverno). Tipo di bici: MTB o gravel con copertoni tassellati. Punti d’interesse: il Forte Centrale, il Rifugio Don Barbera e le viste sul Monte Saccarello. Difficoltà: media-alta, ma con possibilità di tappe brevi e punti di ristoro. Ogni curva racconta una storia, ogni salita ripaga con una vista. E quando finalmente si scende verso il mare, la fatica si trasform Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 1 giorno fa
Il tempo lento delle due ruote: perché il cicloturismo è la nuova forma di viaggio consapevole”
In un mondo che corre, la bici invita a rallentare.Il cicloturismo non è solo sport, ma un modo di viaggiare che restituisce il senso delle distanze e il gusto del tempo. Ogni chilometro diventa un racconto, ogni pausa un incontro, ogni salita un piccolo atto di resistenza. Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di lasciare l’auto e scoprire l’Italia pedalando: lungo le sponde del Po, tra i vigneti del Chianti, sui sentieri del Trentino o sulle coste pugliesi. Non servono prestazioni da atleta, ma curiosità e rispetto per i luoghi. Pedalare significa osservare: il profilo di un borgo al tramonto, il suono delle campane di mezzogiorno, il sorriso di chi ti offre una borraccia d’acqua lungo la strada. Un turismo che fa bene Secondo i dati dell’ENIT, il cicloturismo genera in Italia miliardi di euro ogni anno e sostiene un indotto fatto di agriturismi, officine e piccoli borghi. Ma il suo vero valore è umano: è un turismo a impatto leggero, che restituisce qualcosa ai territori invece di consumarli. Alla fine del viaggio non si ricorda tanto la meta, quanto il ritmo del pedalare. Il respiro, il vento, la strada. E qu Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 2 giorni fa
La Via del Mare: il nuovo itinerario cicloturistico che unisce Appennini e Adriatico
Negli ultimi anni, il cicloturismo in Italia sta conoscendo una stagione d’oro. Tra i nuovi percorsi che stanno attirando l’attenzione di viaggiatori e appassionati delle due ruote spicca la Via del Mare, un itinerario di 410 chilometri che collega il cuore dell’Appennino Umbro-Marchigiano alle spiagge dell’Adriatico, attraversando borghi, vallate e aree naturalistiche di rara bellezza. L’idea nasce da un progetto di valorizzazione territoriale che coinvolge piccole amministrazioni locali, associazioni ciclistiche e operatori turistici. Il percorso parte da Norcia, patria del tartufo e punto d’incontro tra spiritualità e natura, per arrivare fino a Senigallia, città di mare e festival, passando per paesi come Visso, Camerino e Arcevia. “Non è solo una ciclovia, è un viaggio nel tempo e nella memoria rurale del Paese,” racconta Laura , portavoce del consorzio che gestisce il tracciato.La Via del Mare è stata pensata per chi ama il turismo lento, con tappe brevi (tra 40 e 60 km) e un dislivello equilibrato. È perfetta per gravel e bici da trekking, ma anche per e-bike.Lungo il percorso, strutture ricettive bike-friendly offrono servizi dedicati ai cicloturisti: officine mobili, colazioni energetiche e spazi sicuri per il ricovero delle bici. Il tratto più suggestivo? Quello che attraversa il Monte Cucco, dove la strada serpeggia tra faggete e panorami che si aprono fino al mare.Con la Via del Mare, l’Italia aggiunge un nuovo tassello alla sua rete di ciclovie nazionali, dimostrando che pedalare Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 2 giorni fa
Bikepacking in Europa: la libertà di viaggiare leggeri (e senza fretta)
Nessun check-in, nessuna tabella di marcia, nessuna valigia: solo una bicicletta, qualche borsa e la voglia di lasciarsi sorprendere.È la filosofia del bikepacking, la tendenza che sta rivoluzionando il modo di viaggiare su due ruote in Europa. Dalla Danube Cycle Path che segue il corso del Danubio, alla selvaggia Trans-Pyrenees Route, il bikepacking unisce l’essenzialità del campeggio alla libertà del viaggio lento. Non servono grandi mezzi, ma spirito di adattamento e curiosità.“Nel bikepacking ogni chilometro conta, non per la distanza, ma per ciò che incontri,” racconta Marco, fotografo e cicloturista che ha attraversato cinque Paesi in tre settimane, dormendo in tenda o in piccoli rifugi. L’attrezzatura è ridotta all’essenziale: borse morbide fissate al telaio, una tenda ultraleggera, fornellino e kit di riparazione. Tutto deve stare sulla bici e nulla deve pesare troppo.Negli ultimi due anni, il bikepacking è diventato anche un fenomeno sociale. Nelle grandi città europee stanno nascendo “bike hostels”, strutture pensate per accogliere viaggiatori su due ruote, con spazi condivisi e mappe digitali per pianificare le tappe. Chi sceglie questo tipo di viaggio cerca più l’esperienza che la meta. Pedalare tra le Alpi slovene o lungo i fiordi norvegesi diventa un modo per rallentare, respirare, tornare al contatto diretto con la natura.Il futuro del cicloturismo sembra quindi puntare verso un concetto di viaggio minimale e autentico, dove ogni strada è una storia Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 3 giorni fa
Sulle due ruote nel cuore delle Dolomiti: il fascino senza tempo della Ciclabile delle Dolomiti
DOBBIACO (BZ) – C’è un momento, pedalando lungo la vecchia ferrovia delle Dolomiti, in cui il respiro si confonde con l’aria fresca di montagna e lo sguardo si perde tra le vette che hanno fatto la storia dell’alpinismo. È la magia della Ciclabile delle Dolomiti, uno dei percorsi più spettacolari d’Italia, capace di unire natura, storia e silenzio in un itinerario di poco più di 60 chilometri tra Dobbiaco e Calalzo di Cadore. Dal treno alla bici: un viaggio lento tra valli e gallerie Lungo il tracciato dell’antica linea ferroviaria che collegava le valli ladine, oggi i binari hanno lasciato spazio a un nastro d’asfalto che serpeggia tra boschi di larici, piccoli borghi e stazioni riconvertite. Le vecchie fermate, come quelle di Cortina d’Ampezzo o San Vito di Cadore, accolgono i ciclisti con caffè, noleggi e punti ristoro, creando una rete di accoglienza perfettamente integrata nel territorio. La pendenza dolce e costante rende il percorso accessibile anche ai meno allenati, ma non per questo meno emozionante. Ogni curva regala scorci da cartolina: le Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo, le Tofane che si stagliano come guardiani di pietra e, più in basso, i prati punteggiati di malghe e pascoli. Pedalare tra natura e memoria Non è solo un itinerario sportivo, ma anche un viaggio nella memoria alpina. Lungo la ciclabile si incontrano ancora i ponti in ferro e le gallerie scavate nella roccia durante la Grande Guerra, testimonianze di un passato in cui queste montagne erano frontiera e teatro di battaglie. Oggi, invece, la frontiera è quella della sostenibilità: la Ciclabile delle Dolomiti è un modello di mobilità dolce che attira ogni anno migliaia di turisti da tutta Europa. Quando andare e come organizzarsi Il periodo migliore per affrontare il percorso va da giugno a settembre, quando le giornate sono lunghe e i rifugi aperti. Chi vuole evitare la fatica della salita può approfittare del servizio bici+treno che collega Calalzo a Dobbiaco, rendendo possibile percorrere la ciclabile in un solo senso senza preoccupazioni logistiche. E per chi cerca qualcosa in più, le connessioni non mancano: da Dobbiaco parte la Drava Radweg, che porta fino a Lienz, in Austria, attraversando vallate verdi e villaggi tirolesi. Un invito a proseguire, a scoprire, a respirare ancora. L’emozione di un ritmo diverso Pedalare lungo la Ciclabile delle Dolomiti significa riscoprire il piacere del viaggio lento, quello che lascia il tempo di fermarsi a guardare, a sentire, a fotografare. Non serve essere ciclisti esperti: basta un po’ di curiosità e la voglia di lasciarsi sorprendere. Perché, t Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 4 giorni fa
Tavagnacco, ladro in pieno giorno tenta il colpo da 17 mila euro: fuga rocambolesca con la bici in spalla
TAVAGNACCO – Un pomeriggio ordinario in negozio, clienti che osservano, chiedono, provano. Poi, in pochi secondi, la scena cambia: un uomo afferra una bicicletta di alta gamma e scappa di corsa, tenendola in braccio come fosse un trofeo. È accaduto mercoledì verso le 17.30 alla X–Zone Bike di via Nazionale 89, specializzata in modelli di fascia alta. «Era un uomo sulla sessantina, è entrato tranquillo, dicendo che stava aspettando qualcuno», racconta Michele Picili, amministratore e responsabile della rivendita. «Sembrava un normale cliente, ma improvvisamente ha preso una delle bici più costose, da 17 mila euro, e si è messo a correre verso l’uscita». Il negozio era affollato. Qualcuno ha gridato, altri sono rimasti increduli. Un cliente ha segnalato la fuga, permettendo al personale di reagire: in pochi istanti quattro dipendenti si sono divisi per inseguirlo, chi a piedi, chi in auto, tra i capannoni e il vicino parcheggio della concessionaria Toyota. L’uomo aveva preparato una monovolume scura come via di fuga. Ha cercato di infilare la bici nel bagagliaio, ma il mezzo non si chiudeva: la ruota sporgeva, la scena era surreale. Uno dei commessi, avvicinatosi di corsa, è riuscito a riappropriarsi della bicicletta, mentre il ladro si rimetteva al volante e fuggiva con il portellone ancora aperto. «È stato tutto rapidissimo, come in una scena di un film d’azione», commenta Picili. «Non ci era mai capitato nulla di simile. Ci colpisce la sfacciataggine di chi agisce in pieno giorno, con la gente dentro e le telecamere accese». Le immagini di videosorveglianza sono ora al vaglio delle forze dell’ordine, che stanno cercando di individuare il fuggitivo. Il tentato furto, conclusosi senza feriti e con la bici recuperata, ha comunque lasciato un senso di inquietudine tra i presenti. Un episodio che ricorda quanto anche un negozio specializzato, nel cuore del pomeriggio, possa diventare teatro di un col Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
Binari che diventano sentieri: la rinascita delle ferrovie dimenticate
Un tempo il fischio dei treni accompagnava le partenze dei pendolari e il ritorno dei viaggiatori. Oggi, lungo quegli stessi binari, risuonano solo il fruscio delle ruote e il ritmo regolare dei pedali. È la nuova vita delle ferrovie dismesse, trasformate in ciclovie panoramiche che attraversano l’Italia da nord a sud, restituendo ai territori una rete di mobilità lenta, sostenibile e ricca di memoria. Dalle rotaie ai pedali Negli ultimi dieci anni, oltre 1.000 chilometri di ex linee ferroviarie sono stati riconvertiti in percorsi ciclabili grazie a progetti locali, fondi europei e all’impegno di associazioni come FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Le vecchie stazioni diventano punti ristoro, gli ex caselli ferroviari si trasformano in bed & breakfast per cicloturisti, mentre i ponti e le gallerie tornano a essere varchi suggestivi nella natura. Un esempio emblematico è la Ciclovia Spoleto–Norcia, in Umbria: 51 chilometri di curve dolci, viadotti arditi e gallerie illuminate, dove il profumo dei boschi si mescola alla storia ferroviaria degli anni ’20. O ancora la Via delle Risorgive, nel Friuli Venezia Giulia, che ricalca l’antico tracciato della ferrovia Udine–Cividale. Turismo lento, economia veloce Il fenomeno non è solo romantico: è anche economico. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sul Cicloturismo, il settore genera in Italia oltre 7 miliardi di euro l’anno, con una crescita costante del 15%. Ogni cicloturista spende mediamente 85 euro al giorno, sostenendo strutture ricettive, agriturismi, botteghe e piccoli produttori locali. “Queste ciclovie non sono solo percorsi, ma corridoi di rinascita”, spiega Marco Fiorini, urbanista e consulente per progetti di mobilità dolce. “Rimettono in connessione territori marginali e restituiscono senso ai luoghi abbandonati”. L’Italia che pedala Dalla Ciclovia dei Parchi della Calabria, premiata come miglior itinerario d’Italia nel 2021, alla Greenway del Lago di Comabbio in Lombardia, ogni regione ha la sua ferrovia da scoprire. Alcune si percorrono in un weekend, altre — come la Ciclovia Tirrenica o la Vento (Venezia–Torin Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 6 giorni fa
La rinascita del cicloturismo lento in Italia: pedalare come atto di resistenza e scoperta
C’è un’Italia che si riscopre lentamente, al ritmo regolare di una pedalata. Non quella delle autostrade e dei treni ad alta velocità, ma quella dei borghi dimenticati, dei tratturi che profumano di erbe selvatiche e dei piccoli bar di paese dove il tempo sembra essersi fermato. È l’Italia del cicloturismo lento, un fenomeno in crescita che sta cambiando il modo di viaggiare e di vivere il territorio. Un boom silenzioso Secondo i dati di Isnart-Unioncamere, il cicloturismo in Italia ha generato nel 2024 oltre 30 milioni di presenze, con un impatto economico di circa 5 miliardi di euro. Numeri che parlano chiaro: la bicicletta non è più solo uno strumento sportivo, ma un mezzo culturale e sociale. La pandemia ha accelerato questa tendenza, ma non l’ha inventata. Da anni si moltiplicano le esperienze di viaggio che scelgono di abbandonare la fretta per riscoprire la lentezza. Dalla Ciclovia del Sole, che unisce Verona a Bologna, alla Via Silente nel Cilento, fino alla Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, ogni regione offre un percorso che racconta la sua anima più autentica. Il fascino del tempo lungo Chi sceglie il cicloturismo lento non cerca la performance, ma l’esperienza. È un modo di viaggiare che invita all’attenzione: si osservano i dettagli, si ascoltano i suoni, si entra in contatto con le persone. “La bici ti costringe a misurarti con il territorio racconta Marta, 32 anni, che ha attraversato la Toscana in sette giorni . Non puoi ignorare una salita, come non puoi ignorare una vista mozzafiato. Tutto passa attraverso il corpo e il respiro.” Questa filosofia si traduce anche in una nuova forma di sostenibilità. Il cicloturista tende a scegliere strutture locali, prodotti a km zero, esperienze autentiche. Non consuma il territorio: lo vive. Le regioni più amate Tra le mete più richieste spiccano Trentino-Alto Adige, con la celebre Ciclabile della Val Pusteria, e la Toscana, dove la Via Francigena continua ad attrarre viaggiatori da tutta Europa. Ma anche il Sud si sta muovendo: la Ciclovia dei Parchi della Calabria e la Ciclovia Adriatica sono esempi virtu Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane fa
Cicloturismo e borghi italiani: la nuova frontiera del turismo sostenibile
Come la bicicletta sta cambiando il modo di viaggiare in Italia, tra piccoli paesi, economia locale e paesaggi dimenticati. Negli ultimi cinque anni, il cicloturismo è diventato una delle forme di viaggio più in crescita in Italia. Non si tratta solo di sport o di avventura: è un modo diverso di vivere il territorio, con lentezza e rispetto.Secondo i dati di Legambiente, nel 2024 oltre 9 milioni di italiani hanno scelto di pedalare almeno una vacanza su due ruote. Ma ciò che colpisce è il nuovo trend: la riscoperta dei borghi minori. Quando la bici fa rinascere i piccoli paesi Da nord a sud, decine di comuni stanno investendo su infrastrutture ciclabili, ostelli diffusi e servizi dedicati ai viaggiatori su due ruote. Un esempio virtuoso è il progetto “Borghi Bike” in Umbria, che collega Spello, Bevagna e Montefalco con percorsi ciclabili tra oliveti e vigneti. Ma esperienze simili stanno nascendo anche in Abruzzo, nel Molise e in Basilicata.“Ogni cicloturista spende in media 90 euro al giorno tra alloggio, pasti e servizi locali”, racconta un operatore turistico di Norcia. “È un turismo che lascia valore, non solo impronte”. Un’Italia da riscoprire a pedali Il futuro del turismo sostenibile passa dalle ruote sottili della bici. Non serve essere atleti: bastano curiosità e voglia di lasciarsi sorprendere.Tra una salita e una discesa, si scoprono storie, sapori e volti di un’Italia autentica, Continua a leggere
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