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Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa
La rinascita del cicloturismo lento in Italia: pedalare come atto di resistenza e scoperta
C’è un’Italia che si riscopre lentamente, al ritmo regolare di una pedalata. Non quella delle autostrade e dei treni ad alta velocità, ma quella dei borghi dimenticati, dei tratturi che profumano di erbe selvatiche e dei piccoli bar di paese dove il tempo sembra essersi fermato. È l’Italia del cicloturismo lento, un fenomeno in crescita che sta cambiando il modo di viaggiare e di vivere il territorio. Un boom silenzioso Secondo i dati di Isnart-Unioncamere, il cicloturismo in Italia ha generato nel 2024 oltre 30 milioni di presenze, con un impatto economico di circa 5 miliardi di euro. Numeri che parlano chiaro: la bicicletta non è più solo uno strumento sportivo, ma un mezzo culturale e sociale. La pandemia ha accelerato questa tendenza, ma non l’ha inventata. Da anni si moltiplicano le esperienze di viaggio che scelgono di abbandonare la fretta per riscoprire la lentezza. Dalla Ciclovia del Sole, che unisce Verona a Bologna, alla Via Silente nel Cilento, fino alla Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, ogni regione offre un percorso che racconta la sua anima più autentica. Il fascino del tempo lungo Chi sceglie il cicloturismo lento non cerca la performance, ma l’esperienza. È un modo di viaggiare che invita all’attenzione: si osservano i dettagli, si ascoltano i suoni, si entra in contatto con le persone. “La bici ti costringe a misurarti con il territorio racconta Marta, 32 anni, che ha attraversato la Toscana in sette giorni . Non puoi ignorare una salita, come non puoi ignorare una vista mozzafiato. Tutto passa attraverso il corpo e il respiro.” Questa filosofia si traduce anche in una nuova forma di sostenibilità. Il cicloturista tende a scegliere strutture locali, prodotti a km zero, esperienze autentiche. Non consuma il territorio: lo vive. Le regioni più amate Tra le mete più richieste spiccano Trentino-Alto Adige, con la celebre Ciclabile della Val Pusteria, e la Toscana, dove la Via Francigena continua ad attrarre viaggiatori da tutta Europa. Ma anche il Sud si sta muovendo: la Ciclovia dei Parchi della Calabria e la Ciclovia Adriatica sono esempi virtu Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa
Cicloturismo e borghi italiani: la nuova frontiera del turismo sostenibile
Come la bicicletta sta cambiando il modo di viaggiare in Italia, tra piccoli paesi, economia locale e paesaggi dimenticati. Negli ultimi cinque anni, il cicloturismo è diventato una delle forme di viaggio più in crescita in Italia. Non si tratta solo di sport o di avventura: è un modo diverso di vivere il territorio, con lentezza e rispetto.Secondo i dati di Legambiente, nel 2024 oltre 9 milioni di italiani hanno scelto di pedalare almeno una vacanza su due ruote. Ma ciò che colpisce è il nuovo trend: la riscoperta dei borghi minori. Quando la bici fa rinascere i piccoli paesi Da nord a sud, decine di comuni stanno investendo su infrastrutture ciclabili, ostelli diffusi e servizi dedicati ai viaggiatori su due ruote. Un esempio virtuoso è il progetto “Borghi Bike” in Umbria, che collega Spello, Bevagna e Montefalco con percorsi ciclabili tra oliveti e vigneti. Ma esperienze simili stanno nascendo anche in Abruzzo, nel Molise e in Basilicata.“Ogni cicloturista spende in media 90 euro al giorno tra alloggio, pasti e servizi locali”, racconta un operatore turistico di Norcia. “È un turismo che lascia valore, non solo impronte”. Un’Italia da riscoprire a pedali Il futuro del turismo sostenibile passa dalle ruote sottili della bici. Non serve essere atleti: bastano curiosità e voglia di lasciarsi sorprendere.Tra una salita e una discesa, si scoprono storie, sapori e volti di un’Italia autentica, Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa
La Via del Sale in bicicletta: dal mare alle Alpi, tra storia e fatica
Un viaggio cicloturistico tra Liguria e Piemonte che unisce natura, memoria e spirito d’avventura.Pedalare sulla Via del Sale è come attraversare la spina dorsale dell’Italia di un tempo. Un tracciato che collegava la Riviera Ligure con le valli piemontesi, lungo il quale i mercanti trasportavano il prezioso oro bianco: il sale.Oggi quel percorso, restaurato e segnalato, è una delle ciclovie più spettacolari del Nord Italia. Dal blu del mare al verde dei pascoli La partenza più iconica è quella da Limone Piemonte, in provincia di Cuneo, o da Varzi se si preferisce l’Appennino. Ma la versione più amata dai cicloturisti è quella che parte dal Mar Ligure, da Ventimiglia o da Savona, e sale lungo la dorsale alpina fino ai 2.000 metri del Colle di Tenda.Strade bianche, sterrati compatti e vecchie mulattiere si alternano a brevi tratti asfaltati, regalando un viaggio immersivo tra panorami che cambiano a ogni curva: ulivi, faggi, pascoli e infine le creste nude delle Alpi Marittime. Un percorso per veri viaggiatori Il dislivello non perdona oltre 2.000 metri ma il fascino del percorso compensa ogni pedalata. Chi viaggia in bikepacking può sostare nei rifugi alpini o nei piccoli borghi come Monesi e Upega, dove il tempo sembra essersi fermato. La Via del Sale è un viaggio lento, da assaporare tappa dopo tappa, con il profumo del ma Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa
Pedalando tra le Dolomiti: il sogno su due ruote lungo la Ciclabile delle Dolomiti
Non serve essere professionisti per sentirsi eroi: basta una bici, una strada e la voglia di guardare in alto. La Ciclabile delle Dolomiti, tra Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, è uno dei percorsi più iconici del cicloturismo italiano, un viaggio sospeso tra cielo e roccia, dove ogni curva regala una cartolina. Un percorso nella storia e nella natura La pista segue il tracciato dell’antica ferrovia delle Dolomiti, costruita durante l’Impero austro-ungarico e dismessa negli anni ’60. Oggi, il rumore dei treni è stato sostituito dal fruscio delle ruote e dai respiri dei ciclisti che attraversano boschi, gallerie e viadotti panoramici. Il percorso di circa 60 chilometri è interamente asfaltato e ben segnalato. Si parte da Cortina d’Ampezzo, la “Regina delle Dolomiti”, per arrivare fino a Dobbiaco, nel cuore dell’Alta Pusteria. Il dislivello è modesto, perfetto anche per famiglie e cicloturisti alle prime armi. Soste e meraviglie lungo la strada Tra i punti imperdibili: la stazione abbandonata di Ospitale, il Lago di Landro e le maestose Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo. Nei mesi estivi, rifugi e malghe lungo la ciclabile offrono piatti tipici e accoglienza genuina, trasformando ogni pausa in un’esperienza autentica. Il cicloturismo come rinascita dei territori di montagna Negli ultimi anni, il tracciato ha contribuito a rivitalizzare l’economia locale, attirando viaggiatori da tutta Europa. Non solo sport, ma turismo sostenibile e consapevole: un modo per scoprire le Dolomiti senza fretta, rispettando il ritmo della natura.Chi pedala su questa strada non colleziona chilometri, ma emozioni. La Ciclabile delle Dolomiti è un viaggio che resta nelle gambe e n Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa
Il boom del cicloturismo: perché la bici è il nuovo modo di viaggiare in Italia”
Il cicloturismo non è più una nicchia per appassionati. In Italia, la bici è diventata un vero e proprio fenomeno economico e culturale: nel 2024 si stimano oltre 33 milioni di presenze turistiche legate a viaggi in bicicletta, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Un turismo sostenibile e lento In un’epoca in cui si parla di transizione ecologica e mobilità dolce, il cicloturismo incarna perfettamente la voglia di viaggiare senza inquinare. Pedalare significa ridurre l’impatto ambientale, ma anche riscoprire i territori minori: borghi dimenticati, vie secondarie, osterie di provincia.La bici diventa uno strumento di connessione: tra persone, culture e paesaggi. Le regioni più amate dai cicloturisti Dal Veneto alla Puglia, l’Italia sta investendo in una rete sempre più ampia di ciclovie. Tra le più frequentate: Ciclovia del Sole, da Verona a Bologna fino a Firenze Via Silente, che attraversa il Cilento Ciclovia Adriatica, lungo tutta la costa est italiana Garda by Bike, l’anello panoramico sospeso tra lago e montagna Secondo Legambiente, ogni euro investito in infrastrutture ciclabili genera un ritorno economico quadruplo in termini di turismo locale. Oltre il viaggio: uno stile di vita Non è solo una moda: chi sceglie la bici per le vacanze spesso cambia anche le proprie abitudini quotidiane. Nascono comunità, eventi e festival dedicati al turismo su due ruote, come il Bike Festival Garda Trentino o il BAM! – Bicycle Adventure Meeting a Mantova.La bici non è più un mezzo, ma un messaggio: di rispetto, libertà e sostenibilità. Il futuro del turismo italiano potrebbe avere due ruote Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa
La magia del Danubio su due ruote: da Passau a Vienna lungo la ciclabile più amata d’Europa
Tra le ciclabili più iconiche del continente, la Donauradweg – la pista ciclabile del Danubio – è un classico intramontabile per gli appassionati di cicloturismo. Un itinerario accessibile a tutti, ben segnalato e immerso nella storia e nella natura d’Europa. Un fiume, mille storie Il viaggio inizia nella pittoresca Passau, la “città dei tre fiumi” al confine tra Germania e Austria. Da qui, il Danubio diventa il filo conduttore di un percorso di circa 320 km che attraversa villaggi barocchi, monasteri, vigneti e boschi fluviali.Ogni tappa è un piccolo viaggio nel tempo: Linz con i suoi contrasti tra modernità e tradizione, la valle di Wachau con i suoi castelli medievali e i vigneti terrazzati patrimonio UNESCO, fino all’arrivo nella regale Vienna, dove la musica di Mozart e il profumo dello strudel accolgono i ciclisti. Perché farla Oltre alla bellezza paesaggistica, il percorso è un modello di mobilità sostenibile. Le strutture ricettive “bike friendly”, i battelli fluviali che trasportano le bici e le stazioni ferroviarie perfettamente integrate rendono l’esperienza comoda e rilassata. Ideale per famiglie, coppie e viaggiatori solitari, la ciclabile del Danubio è la dimostrazione che pedal Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 2 giorni fa
Il fascino del Nord: la North Sea Cycle Route, il sogno dei cicloviaggiatori
Immagina di pedalare lungo scogliere, brughiere e villaggi di pescatori, con il vento del Nord come compagno di viaggio. È questa l’essenza della North Sea Cycle Route (EuroVelo 12), il percorso ciclabile più lungo del mondo: oltre 6.000 chilometri che collegano otto Paesi affacciati sul Mare del Nord. Un’avventura tra natura e libertà Dalla Norvegia alla Scozia, passando per Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Inghilterra e Francia, la North Sea Cycle Route è un susseguirsi di panorami mozzafiato. Ogni tratto racconta un volto diverso del Nord Europa: i fiordi norvegesi, i canali olandesi, le scogliere scozzesi e le spiagge ventose della Normandia. Viaggio per spiriti liberi Non è un percorso per chi cerca la comodità, ma per chi ama l’avventura e la solitudine. Le tappe possono essere brevi o impegnative, a seconda del livello di allenamento e della stagione. In compenso, la sensazione di libertà che regala è impagabile.Molti cicloturisti scelgono di percorrerne solo alcuni tratti, ad esempio quello tra Amburgo e Amsterdam, perfettamente attrezzato e ricco di punti di ristoro. Un invito al viaggio La North Sea Cycle Route non è solo una sfida sportiva, ma un modo di entrare in contatto con culture diverse e paesaggi che sembrano usciti da un romanzo. Un viaggio che insegna la lentezza, l’adattabilità e il piacere di guadag Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 3 giorni fa
Pedalare tra i colori: il fascino del cicloturismo in autunno
L’autunno è la stagione ideale per riscoprire la bicicletta. Le giornate si fanno più fresche, i percorsi meno affollati, e la natura si trasforma in uno spettacolo di colori caldi e avvolgenti. Per chi ama il cicloturismo, è il momento perfetto per rallentare e vivere la strada in modo più autentico, tra panorami che si tingono d’oro e rosso e profumi di terra bagnata e castagne. La magia delle pedalate autunnali Dopo la frenesia estiva, l’autunno invita a un turismo più lento. Le temperature miti permettono di affrontare lunghe distanze senza l’afa, e le strutture ricettive dedicate ai ciclisti: agriturismi, B&B e rifugi .Offrono spesso un’accoglienza più tranquilla. Inoltre, molte regioni italiane organizzano eventi cicloturistici e sagre locali che si sposano perfettamente con una pedalata tra i vigneti o lungo i boschi. Itinerari consigliati per l’autunno 1. Langhe e Roero (Piemonte) Un classico per chi ama il binomio bici e buon vino. Tra Alba, Barolo e La Morra, le colline si accendono di tonalità dorate e rossastre. Le strade secondarie regalano panorami da cartolina, e ogni sosta è un’occasione per degustare un calice di Nebbiolo o un piatto di tajarin al tartufo. 2. La ciclabile della Val di Fiemme e Fassa (Trentino-Alto Adige) Un percorso di circa 45 km immerso tra boschi di larici e abeti che in autunno assumono sfumature spettacolari. Ideale anche per famiglie o principianti, grazie alla pendenza dolce e ai numerosi punti di ristoro. Chi vuole proseguire può collegarsi alla rete ciclabile della Val di Sole. 3. Via Francigena toscana Da San Gimignano a Siena, la Via Francigena offre un viaggio nel cuore della Toscana medievale. Le strade bianche, i filari di cipressi e i borghi silenziosi rendono questa tratta perfetta per un fine settimana di cicloturismo slow, tra arte, storia e buona cucina. 4. Delta del Po (Veneto-Emilia Romagna) Per chi ama la pianura e la natura selvaggia, il Parco del Delta del Po è una meta sorprendente anche in autunno. Le giornate limpide esaltano i riflessi dell’acqua e il volo degli uccelli migratori. Un paradiso per fotografi e birdwatcher su due ruote. 5. Costiera dei Trabocchi (Abruzzo) Un percorso sul mare, ma in una veste diversa. La ex ferrovia Adriatica, trasformata in pista ciclabile, regala 42 km di panorami costieri mozzafiato. In autunno, l’atmosfera è più intima: niente folla, solo il rumore delle onde e il profumo di salsedine. Consigli per pedalare in sicurezza Abbigliamento a strati: il clima autunnale può cambiare rapidamente. Meglio essere pronti con una mantellina antivento e guanti leggeri. Luci e visibilità: le giornate si accorciano, quindi assicurati di avere luci anteriori e posteriori efficienti. Attenzione alle foglie bagnate: possono essere scivolose, soprattutto in discesa. Sosta gourmet: approfitta delle sagre stagionali — dal tartufo ai funghi, fino al vino novello — per ricaricare le energie. L’autunno in bici è un invito alla lentezza Il cicloturismo in autunno è un’esperienza che unisce sport, natura e cultura in un equilibrio perfetto. Ogni pedalata diventa un gesto di scoperta, un modo per vivere il paesaggio con tutti i sensi. In sella, tra la nebbia del mattino e il sole del tramonto, si riscopre il piacere semplice di muoversi, Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa
Pedalare Lenti per Andare Lontano: il Ritorno del Cicloturismo Lento in Italia
Negli ultimi anni, la bicicletta è tornata a essere più di un semplice mezzo di trasporto: è diventata uno strumento di libertà, sostenibilità e scoperta. Ma c’è una nuova tendenza che sta conquistando sempre più appassionati: il cicloturismo lento, un modo di viaggiare che privilegia la calma, l’incontro e la connessione profonda con il territorio. Dalla fretta al respiro Se il mondo corre, il cicloturista rallenta. Non conta tanto quanti chilometri si percorrono, ma come li si vive. Le tappe sono brevi, i tempi dilatati, e ogni sosta è un’occasione per osservare un dettaglio, assaggiare un prodotto locale o scambiare due parole con chi abita quei luoghi. In questo senso, il cicloturismo lento rappresenta quasi una forma di “resistenza culturale”: un invito a riappropriarsi del tempo e dello spazio. Le nuove vie del pedalare L’Italia, con i suoi paesaggi e la sua rete di borghi, è il terreno ideale per questa filosofia di viaggio. Dalla Ciclovia del Sole, che collega il Brennero a Bologna, alla Via Silente nel Cilento, passando per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, le opzioni non mancano. Molti di questi itinerari sono nati grazie alla collaborazione tra enti locali, associazioni e ciclisti volontari, che hanno trasformato vecchie ferrovie o strade secondarie in percorsi a misura di pedale. Economia della lentezza Il cicloturismo non è solo passione: è anche un motore economico. Secondo le stime dell’ISTAT, i viaggiatori in bicicletta generano ogni anno milioni di presenze turistiche, spesso in aree marginali o poco battute. “Il cicloturista è un ospite rispettoso, curioso e fedele”, spiega Laura Bianchi, operatrice di un agriturismo nel Parco del Pollino. “Chi arriva in bici torna, e porta amici. È un turismo che lascia ricchezza, non solo economica ma anche umana.” Il futuro su due ruote Con la crescente attenzione alla sostenibilità e al benessere, il futuro del turismo potrebbe davvero passare dal manubrio. E-bike, strutture bike-friendly, segnaletica dedicata e mappe digitali stanno rendendo il viaggio su due ruote accessibile a tutti, non solo agli sportivi.Ma ciò che resta immutato è lo spirito: la bici come chiave per aprire strade, paesaggi e incontri.Perché pedalare lentamente non Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa
Il fascino delle micro-avventure: quando un weekend in bici vale quanto un lungo viaggio
C’è chi pensa che il cicloturismo significhi per forza lunghe traversate, settimane in sella e centinaia di chilometri percorsi. Ma la realtà è un’altra: a volte basta un weekend, o addirittura una sola notte fuori casa, per vivere un’avventura intensa, autentica e memorabile. È il concetto di micro-avventura, una filosofia che sta conquistando sempre più appassionati di viaggi su due ruote. Uscire dalla routine con poco La vita quotidiana ci lascia spesso poco spazio per vacanze lunghe. Eppure, la bicicletta offre la possibilità di trasformare anche 48 ore in un’esperienza di viaggio. Un anello di 80 km lungo un fiume, una notte in agriturismo o in campeggio, una colazione lenta in un borgo medievale: ingredienti semplici che diventano ricordi indelebili. Il bello della micro-avventura è che non richiede grandi preparativi: si parte quasi da casa, con zaino leggero e tanta curiosità. Scoprire il vicino C’è un paradosso curioso: i luoghi più sorprendenti si trovano spesso a pochi chilometri da noi, ma li ignoriamo. Un tratto di ciclabile lungo l’argine, una strada bianca che attraversa vigneti, un piccolo lago nascosto tra i boschi: scenari che, vissuti a ritmo di pedalata, diventano veri e propri mondi da esplorare. La micro-avventura invita a guardare il quotidiano con occhi nuovi. Preparazione minima, emozioni massime Non serve molto per partire: una bicicletta affidabile, borse leggere (meglio se impermeabili), una giacca per la sera e, se si decide di dormire fuori, una sistemazione semplice prenotata in anticipo. Sempre più cicloturisti scelgono l’e-bike, che amplia le possibilità anche a chi non pedala abitualmente.La regola d’oro è la leggerezza: portare l’essenziale e lasciare spazio alle esperienze. Il valore degli incontri In un viaggio breve c’è meno tempo, ma questo rende ogni tappa più intensa. Fermarsi a parlare con il proprietario di un’osteria, condividere la strada con altri ciclisti incontrati per caso, ricevere consigli da un passante: sono questi momenti a dare spessore alla micro-avventura. Non è tanto la distanza a contare, ma la qualità del percorso e delle persone che si incrociano. Piccole avventure, grandi opportunità Sempre più territori stanno scoprendo il valore del cicloturismo di prossimità. Piste ciclabili curate, strutture ricettive bike-friendly, mappe digitali: tutto concorre a rendere accessibili esperienze brevi ma ricche. Per chi viaggia, è l’occasione di spezzare la rou Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 6 giorni fa
Arzachena punta sulla mobilità sostenibile: presentata alla Regione la richiesta di finanziamento per la ciclabile Baja Sardinia–Porto Cervo
Il Comune di Arzachena accelera sul fronte della mobilità dolce e ufficializza la candidatura a un bando regionale per ottenere i fondi necessari alla realizzazione della nuova pista ciclabile che collegherà Baja Sardinia a Porto Cervo. La documentazione, già trasmessa alla Regione Sardegna, rappresenta un passo concreto verso un’infrastruttura strategica per residenti e turisti. Il progetto di fattibilità, approvato nel 2023, prevede come prima fase la realizzazione del tratto tra Baja Sardinia e Poltu Quatu, per un investimento stimato di circa 1,5 milioni di euro. L’opera non solo mira a migliorare la fruibilità del territorio, ma punta anche a valorizzare l’offerta turistica della Costa Smeralda, integrando sport, ambiente e viabilità sostenibile. Alla guida dell’iniziativa c’è l’assessore ai Lavori Pubblici e Manutenzioni, Massimo Azzena, che ha scelto di anticipare i tempi predisponendo più progetti infrastrutturali da proporre a bandi regionali, ministeriali ed europei. “L’obiettivo – ha spiegato – è farci trovare pronti per cogliere ogni opportunità di finanziamento e portare ad Arzachena opere utili e innovative”. La nuova ciclabile si inserisce in una visione più ampia di mobilità alternativa e rispetto dell’ambiente, un tema sempre più centrale per le località a vocazione turistica. In attesa della risposta della Regione, la comunità guarda con interesse a un progetto destinato a cambiare il modo di muover Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
La Régalante: pedalare tra castelli e campagne fino al Mont-Saint-Michel
Un itinerario nuovo, ma che sembra raccontare storie antiche. La Régalante, 275 chilometri da Nantes al Mont-Saint-Michel, è una ciclovia che non tutti conoscono, e proprio qui sta il suo fascino: attraversa la “frontiera dimenticata” tra Bretagna e Normandia, fatta di castelli, villaggi rurali e campi che sembrano usciti da un arazzo medievale. La ciclovia è stata concepita come un viaggio a tappe, nove in tutto, con distanze tra i 20 e i 40 chilometri. È quindi adatta a chi vuole viaggiare lento, senza fretta di arrivare, fermandosi nei mercati di paese o sostando davanti alle mura imponenti di Fougères o Vitré, fortezze che raccontano mille anni di conflitti di confine. Il paesaggio è tutt’altro che monotono: si alternano paludi, boschi, corsi d’acqua, e soprattutto il “bocage” bretone, quella campagna a riquadri delimitati da siepi e alberi che regala ombra e silenzi. La segnaletica è chiara (Véloroute V409), i servizi non mancano — stazioni ferroviarie, punti di riparazione, alloggi rurali — ma resta una sensazione di autenticità rara per un percorso ciclabile in Francia. E poi c’è l’arrivo: il Mont-Saint-Michel che si staglia all’orizzonte, dopo giorni di pedalate nel cuore verde della Bretagna. Un finale che ripaga ogni chilometro e che lascia in mente una promessa: che il cicloturism Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane fa
La valle della Vire: un fiume lento, una ciclovia segreta
Non serve sempre puntare a percorsi epici per scoprire la Francia in bicicletta. A volte bastano poche decine di chilometri per entrare in un mondo parallelo, fatto di silenzi e natura. È il caso della voie verte lungo la Vire, in Normandia: 55 chilometri di pista che da Pont-Farcy a Saint-Fromond segue l’antico alzaia del fiume. Qui il tempo sembra scorrere più piano. Si pedala accanto all’acqua, tra boschi e prati, superando vecchi ponti e resti di forni di calce, testimonianze di un passato industriale ormai inghiottito dal verde. La tappa più vivace è Saint-Lô, città martire della Seconda guerra mondiale, dove le cicatrici della storia si intrecciano con il presente. Poi la campagna torna a prendere il sopravvento, fino alle zone umide dei marais du Cotentin, uno dei parchi naturali più affascinanti del nord-ovest francese. Il percorso è facile, alla portata di tutti, purché si scelga una bici adatta anche a tratti sterrati. La bellezza, qui, non è scenografica né spettacolare: è discreta, intima, da assaporare con calma. È la Francia delle piccole cose, dei villaggi dove il bar apre solo al mattino e dove i pescatori salutano i ciclisti di passaggio. Un weekend sulla Vire non è solo una gita: è un invito a riscoprire il piacere della lentezza, il gusto di un viaggio senza clamore. Per chi cerca la vera esse Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 2 giorni fa
Il boom del cicloturismo in Italia: numeri, tendenze e nuove sfide
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato dall’essere una nicchia per appassionati a un fenomeno in costante crescita. Secondo le più recenti indagini di settore, il comparto ha superato i 50 milioni di presenze turistiche in Italia, con un indotto che sfiora i 5 miliardi di euro. Un trend che non mostra segni di rallentamento e che sta trasformando il modo stesso di concepire il viaggio. A differenza del turismo tradizionale, il cicloturismo porta con sé valori come lentezza, sostenibilità e contatto diretto con i territori. I comuni più piccoli, spesso esclusi dai grandi flussi, diventano mete privilegiate grazie alla bicicletta, con un impatto positivo su economie locali e ospitalità diffusa. Ma la crescita apre anche nuove sfide: servono infrastrutture dedicate, intermodalità con treni e mezzi pubblici, sicurezza stradale e soprattutto una cultura dell’accoglienza che vada oltre la semplice “ciclabile”. Il settore guarda già al futuro con l’integrazione di e-bike, servizi digitali e offerte personalizzate, segno che il turismo a peda Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 2 giorni fa
Bicicletta e cambiamento climatico: il turismo sostenibile che pedala
Il dibattito sulla crisi climatica non risparmia il turismo, settore tra i più energivori e responsabili di emissioni a livello globale. In questo scenario, la bicicletta si conferma come uno degli strumenti più concreti per ridurre l’impatto ambientale del viaggiare. Il cicloturismo non è solo una scelta di mobilità alternativa: rappresenta un modello culturale che privilegia lentezza, sobrietà e rispetto dei territori. Chi sceglie la bici riduce la dipendenza da auto e aerei, abbassa la propria impronta di CO₂ e valorizza aree interne, agriturismi, produzioni locali. Un circuito virtuoso che mette insieme sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Le istituzioni guardano con sempre maggiore interesse a questo segmento: il PNRR e diversi piani regionali hanno inserito la mobilità ciclistica come asse strategico per la transizione ecologica. Tuttavia, il vero cambiamento arriverà solo se i cicloturisti diventeranno ambasciatori di un nuovo modo di viaggiare, dimostrando che “fare turismo” non significa necessariamente consumare risor Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 3 giorni fa
La nuova frontiera del cicloturismo: riscoprire l’Italia a pedali
Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere un’attività di nicchia per trasformarsi in un fenomeno in crescita costante. Secondo i dati di Legambiente e Isnart, in Italia il comparto vale ormai miliardi di euro e attira non solo appassionati sportivi, ma anche famiglie, viaggiatori solitari e gruppi di amici. Ciò che spinge a salire in sella non è soltanto la passione per la bicicletta, ma la ricerca di un modo diverso di vivere il territorio: più lento, più rispettoso e più autentico. Strade secondarie, borghi dimenticati Chi sceglie la bici come compagna di viaggio spesso scopre angoli d’Italia che sfuggono al turismo di massa. Le strade provinciali, le ciclabili lungo i fiumi, i sentieri sterrati che collegano un borgo all’altro diventano percorsi privilegiati per chi vuole respirare la vita vera dei luoghi. È così che piccoli paesi, spesso fuori dalle rotte tradizionali, tornano a rivivere grazie al passaggio dei viaggiatori su due ruote. Non solo sport, ma esperienza culturale Il cicloturismo non è una gara. È un viaggio che mescola natura, gastronomia, storia e incontri umani. Una pedalata tra le colline umbre può trasformarsi in una sosta in una cantina locale, mentre un itinerario lungo il Po diventa occasione per conoscere le tradizioni agricole della Pianura Padana. La bicicletta diventa così un mezzo per entrare in contatto con le comunità locali, generando un turismo che non consuma, ma valorizza. Il futuro: infrastrutture e consapevolezza Se da un lato il potenziale è enorme, dall’altro restano sfide da affrontare. La qualità delle infrastrutture ciclabili in Italia è ancora disomogenea, con regioni all’avanguardia e altre in forte ritardo. La sfida dei prossimi anni sarà rendere i percorsi sempre più sicuri e accessibili, favorendo così una mobilità dolce che può avere un impatto positivo non solo sul turismo, ma anche sulla vita quotidiana. Una scelta che parla di noi Scegliere la bicicletta, in fondo, non è solo un modo di viaggiare: è una dichiarazione di intenti. È voler rallentare, concedersi il tempo di guardare un tramonto senza la fretta dell’auto, ascoltare il rumore delle ruote che scorrono sull’asfalto o sulla ghiaia. È riscoprire il valore del viaggio stesso, non solo della meta. Il cicloturismo è, in questo senso, la forma più moderna e al tempo stesso più antica di viaggiare. Perché c Continua a leggere
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Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 4 giorni fa
Pedalare al chiaro di luna: la nuova frontiera del cicloturismo
Il cicloturismo non vive solo di giornate assolate. Sempre più appassionati scelgono di scoprire territori e città al calar della notte, trasformando la bicicletta in un passaporto per un’Italia insolita e suggestiva. Le cosiddette night ride stanno diventando un fenomeno curioso: gruppi di ciclisti che partono al tramonto e percorrono strade secondarie, borghi e campagne illuminate dalla luna. Niente traffico, pochi rumori, solo il ritmo dei pedali e la magia del silenzio. In Emilia-Romagna sono nati persino i “bike & stars tour”, con astronomi che guidano i ciclisti a scoprire costellazioni tra una sosta e l’altra. In altre città l’appuntamento è ancora più semplice: si pedala insieme e si chiude la notte davanti a una brioche calda, aspettando l’alba. Non è solo sport, ma un rito collettivo che unisce lentezza, natura e condivisione. Una Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 5 giorni fa
Il boom del cicloturismo: quando la bicicletta diventa il mezzo per scoprire il mondo
Pedalare non è più soltanto sport, ma un nuovo modo di viaggiare. Negli ultimi anni il cicloturismo è cresciuto in maniera costante, trasformandosi in una delle forme di turismo sostenibile più amate. Strade secondarie, piste ciclabili, vecchie ferrovie recuperate e percorsi sterrati stanno attirando non solo appassionati delle due ruote, ma anche famiglie, viaggiatori lenti e curiosi di ogni età. Secondo i dati diffusi dall’Unione Europea, l’Italia è tra i Paesi in cui il fenomeno sta registrando la maggiore espansione. Le ciclovie del Garda, della Val Venosta e della Via Francigena sono ormai mete consolidate, mentre nuove infrastrutture stanno nascendo anche in regioni meno note al grande turismo, come il Molise e la Basilicata. Perché il cicloturismo piace tanto? La bicicletta offre un ritmo diverso. Permette di immergersi nei paesaggi, ascoltare i rumori del territorio e fermarsi davanti a un borgo o a una trattoria senza fretta. È un’esperienza che unisce il viaggio fisico a quello interiore, spesso con un impatto ambientale minimo. Non a caso sempre più tour operator stanno inserendo pacchetti cicloturistici nelle loro proposte, mentre le strutture ricettive si attrezzano con rastrelliere, officine e servizi di noleggio. Il futuro: più percorsi e più comunità Se il presente parla di crescita, il futuro guarda alla creazione di una vera e propria rete cicloturistica europea. In Italia, il progetto della Ciclovia del Sole, che collegherà il Brennero a Firenze, è già realtà in diversi tratti. Parallelamente, cresce anche la dimensione comunitaria: blog, gruppi social e associazioni di cicloturisti si scambiano itinerari, consigli tecnici e storie di viaggio. Il cicloturismo non è solo una moda passeggera. È un modo di vivere il territorio che coniuga benessere, rispetto per l’ambiente e scoperta autentica. Chi sale in sella, spesso lo racconta con un sorriso: “la bici ti cambia la pro Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 settimane, 6 giorni fa
Lusia, ciclista 70enne investita da un furgone: è grave in ospedale
LUSIA – Grave incidente stradale nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 24 settembre, lungo la Provinciale 18, all’ingresso del centro abitato di Lusia, in prossimità del campo sportivo. Poco dopo le 15 una donna di 70 anni, che stava percorrendo la strada in bicicletta, è stata urtata da un furgone guidato da un uomo. L’impatto l’ha scaraventata sull’asfalto: nella caduta ha riportato un violento trauma cranico. Immediato l’intervento dei soccorsi: sul posto sono arrivati i sanitari del Suem 118 con ambulanza e automedica. Dopo le prime cure, la ciclista è stata trasferita d’urgenza all’ospedale di Rovigo, dove è stata ricoverata in codice rosso. Le dinamiche dell’accaduto sono ancora in fase di ricostruzione da parte delle forze dell’ordine, chiamate a chiarire la posizione del conducente del mezzo e a stabilire eventuali responsabilità. L’episodio ha destato forte apprensione tra i residenti, anche per la pericolosità del tratto Continua a leggere -
Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 settimane fa
Pneumatici tubeless: rivoluzione o rischio per il viaggiatore a pedali?
Nel ciclismo sportivo i tubeless sono ormai realtà consolidata, ma nel cicloturismo l’adozione è più cauta. Eliminare la camera d’aria promette vantaggi concreti: riduzione delle forature, comfort migliore grazie a pressioni più basse e grip superiore su sterrati e strade dissestate. Per chi viaggia in bikepacking su terreni misti, la differenza si sente eccome. Il tallone d’Achille è la gestione dei problemi in viaggio. Il lattice sigillante funziona bene con piccoli tagli, ma in caso di squarcio più serio si deve comunque inserire una camera d’aria. E qui emergono le complessità: smontare un copertone tubeless incollato dal lattice non è un’operazione sempre rapida, soprattutto sotto la pioggia o con mani stanche dopo ore in sella. Inoltre, il mantenimento richiede ricordi puntuali: rabbocchi di sigillante ogni pochi mesi, pulizia periodica delle gomme e delle valvole. Un impegno che non tutti i viaggiatori sono disposti ad assumersi. C’è però un aspetto che i sostenitori sottolineano: ridurre le forature significa meno fermate indesiderate e più continuità di marcia. Per chi percorre lunghe tratte in solitaria, questa affidabilità vale oro. La verità, forse, sta nel mezzo: i tubeless rappresentano un upgrade interessante per chi affronta terreni misti e viaggi relativamente brevi o in zone ben servite. Per le spedizioni in terre remote, le care vec Continua a leggere - Carica di più