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Cicloturismo

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Shimanami Kaido: Giappone in bicicletta

06/02/2018 in Promozione del Territorio, Territorio

Il Giappone bike-friendly è una realtà tutta da scoprire..un’isola alla volta. Lo Shimanami Kaido è un percorso ciclabile di circa 70 km che collega sette isole del mare interno del Giappone.

Lungo la pista si può apprezzare il volto rurale del paese: la campagna, il mare, i templi nascosti dell’entroterra. Alcuni tratti sono però meno piacevoli perché si costeggiano anche aree industriali, porti commerciali e cantieri navali. Se volete visitare alcune delle meraviglie che nasconde il percorso non potete perdervi il tempio di Kosan-ji sull’isola di Ikuchi-Jima.

Lo Shimanami Kaido è in realtà nato come autostrada di collegamento tra le isole di Honshu e Shikoku, ma a lato della carreggiata, o sotto di essa, presenta delle perfette piste ciclabili. Pian piano l’itinerario è diventato famoso tra gli appassionati cicloturisti dell’Asia e dell’Australia, mentre in Europa è ancora poco noto.

Il percorso non presenta alcuna difficoltà, è adatto anche ai ciclisti meno allenati. E’ possibile percorrere tutti i 70 km in un solo giorno oppure prevedere una tappa intermedia che consenta di visitare con più calma i luoghi attraversati.

Le biciclette adatte si possono noleggiare direttamente sul posto, alla partenza nel villaggio di Onimichi, e riconsegnare in qualunque stazione di noleggio lungo il percorso.
L’intero itinerario è coperto anche da un traghetto che in appena un’ora e mezza collega arrivo e partenza della pista ciclabile facendo anche diverse fermate intermedie.
Quindi se si è stanchi di pedalare si può procedere per qualche chilometro in barca.

SCARICA IL PERCORSO: Itinerario Shimanami Kaido

Consigli per andare in bici sulla neve

06/02/2018 in I Nostri Consigli, Tecnica

Come ci dimostra l’esperienza dei paesi nordici, l’uso della bicicletta sulla neve o con il nevischio è perfettamente possibile se si prendono alcune precauzioni. Ecco i nostri consigli:

Freni – i freni devono essere utilizzati il meno possibile. Bloccare le ruote può infatti portare a scivolare sul ghiaccio e cadere rovinosamente a terra.

Tombini – tutte le grate metalliche che si trovano sulla strada devono essere evitate. Queste superfici sono infatti soggette alla formazione di un ghiaccio fine e quasi invisibile che fa slittare le ruote della bici in maniera pericolosa.

Posizione – quando il terreno è ricoperto da neve o ghiaccio è preferibile mantenere una posizione il più possibile verticale sulla bici. In modo da avere il pieno controllo della stabilità del mezzo e della nostra persona.

Copertoni – ogni inverno si dovrebbe dotare la bici di copertoni adatti, con un migliore grip, che possano fare presa anche sul terreno bagnato o scivoloso. I pneumatici tassellati tipici delle mountain bike possono essere la soluzione ideale. Inoltre, per aumentare ancora l’aderenza è possibile sgonfiare leggermente i pneumatici oppure assicurare alle ruote delle fascette da elettricista.

Parafanghi – utilissimi per ripararsi da schizzi e neve sporca che si trova a lato della strada.

Bici a scatto fisso – questo tipo di bicicletta permette di avere totale controllo sulla pedalata e quindi può essere la soluzione ideale nelle giornate di neve.

Mani e Piedi – mantenere mani e piedi asciutti ed al caldo durante le giornate di neve o di pioggia è fondamentale per avere il controllo del proprio mezzo. Sul mercato esistono numerosi capi d’abbigliamento appositamente pensati per questo tipo di situazioni. Si tratta di guanti, calzini, scarpe, pantaloni impermeabili che sono facili da indossare e da riporre in una borsa quando non sono più necessari.

Centro della Corsia – il ciclista che occupa il centro della corsia è ben visibile e non rischia di scivolare su grate, tombini o pozzanghere congelate che spesso si trovano a lato della strada. Quindi pedalare il più possibile nel centro della corsia può evitare numerosi incidenti e cadute.

Velocità – mantenere una velocità costante, evitando frenate brusche o drastici cambiamenti di pedalata, permette di procedere in maniera più sicura anche su strade innevate.

Manutenzione – spesso quando è prevista un’abbondante nevicata le strade vengono cosparse di sale. Questo elemento pur essendo molto utile alla viabilità non è amico della bicicletta. I granelli possono infatti infilarsi e corrodere le parti meccaniche della bici. L’unica soluzione è mantenere il proprio mezzo sempre pulito. In commercio si trovano anche degli speciali spray invisibili che proteggono il telaio dall’effetto corrosivo di acqua, vento e neve.

 

 

Cicloturismo a Cascia e dintorni, sui monti di Santa Rita

30/11/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Cascia è una delle più belle città d’arte dell’Umbria, nonché famoso centro religioso dedicato a Santa Rita. Una visita nel centro storico non può essere completa senza un ingresso nelle principali chiese della città: San Francesco, Sant’Antonio Abate, Sant’Agostino e la magnifica Basilica di Santa Rita.

Il percorso proposto inizia ad appena pochi metri dalla Rocca di Cascia. Si tratta di un itinerario lungo circa 30 km che possiamo dividere in due parti: un primo tratto in salita e un secondo tratto in discesa.

Data la pendenza impegnativa delle salite da affrontare, questo percorso è raccomandato a cicloturisti esperti.

Una volta lasciata Cascia si pedala in salita in direzione delle località di San Giorgio e di Agriano. Pochi chilometri più avanti si inizia a pedalare su sterrato affrontando uno dei tratti più ripidi dell’intero itinerario. Lungo il percorso si ha però occasione di ammirare dall’alto il profilo di Cascia.

Si continua sempre in salita in direzione di Castel Santa Maria. Qui si trova una fontana con acqua potabile dove poter riempire la propria borraccia. Sullo sfondo, lungo tutto il percorso, si possono vedere da vicino i Monti Sibillini.

Circa 4 km più avanti si raggiunge il punto più alto dell’intero itinerario: Forca di Civita a quota 1.200 mt. La discesa inizia da qui, è veloce e tecnica in alcuni punti, richiede molta attenzione da parte di cicloturisti poco allenati. Anche la discesa si sviluppa quasi completamente su sterrato. Prima di tornare a Cascia si attraversano le località di Colmotino e Tazzo.

SCARICA L’ITINERARIO: Cascia – Norcia – Roccaporena

9 alimenti ricchi di fibre e grassi buoni

30/11/2017 in Alimentazione, Tecnica

Mangiare sano significa evitare gli alimenti che destabilizzano i livelli di zuccheri nel sangue, che causano un senso di fatica e di pesantezza eccessiva.
Detto questo, ogni pasto dovrebbe comunque farci sentire sazi e soddisfatti. E’ necessario abituare il corpo a funzionare perfettamente anche facendo a meno di prodotti confezionati, ricchi di zucchero, conservanti e grassi dannosi. Questo periodo di adattamento varia da persona a persona.

Tali prodotti vanno sostituiti con alimenti ricchi di fibre e grassi buoni. Questi alimenti vengono digeriti lentamente dall’organismo, non causano squilibri e forniscono energia più a lungo nel tempo.

Ecco 9 alimenti ricchi di fibre e grassi buoni:

  • Frutta secca – proteica e ricca di grassi sani.
  • Quinoa – un seme altamente proteico, senza glutine, con carboidrati complessi.
  • Patate dolci – nelle patate dolci ci sono pochissime calorie, molte fibre e vitamina A.
  • Avocado – una bacca ricca di acidi grassi monoinsaturi che aiuta a mantenere il cuore in salute.
  • Lenticchie – contengono molte proteine e fibre, si digeriscono lentamente.
  • Hummus – una salsa spalmabile con ceci e pasta di sesamo, facile anche da fare in casa.
  • Broccoli – un etto di broccoli contiene il fabbisogno quotidiano di vitamina C e K, molta vitamina A, acido folico, potassio.
  • Orzo – una tazza contiene molto manganese, selenio e circa 15 g di fibre.
  • Semi di Chia – ricchi di fibre e carboidrati complessi.

Bardolino – Verona in bicicletta lungo il percorso L1

29/11/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

Il territorio del Lago di Garda è un vero e proprio parco giochi per gli appassionati della bici ed in particolare per i cicloturisti. Il lato veneto del lago è ricco di percorsi ideali per scoprire la zona in maniera “lenta” assecondando il ritmo della bici.

La rete cicloturistica veneta si compone di diversi itinerari, quello proposto è il percorso L1. Si parte da Bardolino, caratteristico comune sulle sponde del Lago di Garda, meta turistica molto frequentata ed apprezzata in ogni periodo dell’anno.

Si inizia a pedalare dal lungolago in direzione dell’entroterra, verso il fiume Adige. Dopo qualche chilometro si raggiunge la località di Albarè, centro di produzione vitivinicola da cui si ricava il famoso Bardolino DOC. Prima di arrivare nel centro del paese si costeggiano infatti numerosi vigneti.

Si raggiunge il letto del fiume Adige dopo aver superato Rivoli Veronese. Da qui in poi si seguirà il corso d’acqua fino a Verona. Il percorso procede in leggera discesa su pista ciclabile immersa nella natura. Si pedala attraverso boschetti e campi coltivati, sullo sfondo sono ben visibili i Monti Lessini.

La pista raggiunge prima il centro storico di Bussolengo e poi, dopo circa 15 km, la magnifica Verona. L’ingresso in città è particolarmente suggestivo perché permette di visitare la Basilica di San Zeno e Piazza Brà, all’ombra della famosa Arena.

SCARICA L’ITINERARIO: Bardolino – Verona

Itinerario Budapest – Belgrado in bicicletta

29/11/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

L’itinerario Budapest – Belgrado fa parte del percorso cicloturistico Eurovelo 6, detto anche “la strada dei fiumi” perché segue il corso di alcuni importanti fiumi dell’Europa centrale.

In questo tratto in particolare, si pedala lungo il Danubio. Si procede sempre su strade secondarie, talvolta sterrate, e sempre in leggera discesa fin quasi all’arrivo.
Si consiglia di scaricare una traccia affidabile dell’itinerario sul proprio navigatore perché lungo la strada le indicazioni sono pressoché inesistenti.

Il percorso è adatto anche a principianti del cicloturismo purché abituati a passare qualche notte in tenda. Al di fuori delle grandi città, infatti, le possibilità di alloggio sono molto scarse.

 

Il tratto ungherese dell’itinerario Budapest – Belgrado si sviluppa in mezzo alla natura. Il paese si basa molto sull’agricoltura ed infatti si attraversano immense distese di grano e girasoli.
Raggiunta la città di Dunajvaros, se si continua a pedalare sulla sponda sinistra si arriva direttamente in Serbia. Bisogna passare la frontiera a Tompa, circa 230 km dalla partenza.

In Serbia il paesaggio è più desolante, triste ricordo dell’ultima guerra che ha interessato il paese. L’arrivo a Novi Sad è l’occasione per visitare la Fortezza di Petrovaradino, antica città fortificata dell’impero romano ed oggi imponente costruzione militare tra le più belle in Europa.

Usciti dalla città bisogna affrontare circa 10 km di salita e poi gli ultimi 90 km fino a Belgrado. L’ingresso a Belgrado avviene su pista ciclabile locale che costeggia il Danubio.

SCARICA L’ITINERARIO: Budapest – Belgrado

Pista Ciclabile della Magliana: periferia di Roma sud

28/11/2017 in Promozione del Territorio, Territorio

La Pista Ciclabile della Magliana è un facile percorso di circa 30 km che si snoda nella periferia sud di Roma. Il corso della ciclabile è interamente pianeggiante, scorre lungo il Tevere seguendo fedelmente le sue anse. Occorre fare attenzione in occasione delle piene poiché in alcuni tratti il fiume invade la pista oppure lascia sul percorso plastica e rami che ostacolano il passaggio in bicicletta.

L’ideale punto di partenza è la rampa che scende dal lato trasteverino di Ponte Sublicio. Da qui si inizia a pedalare in direzione del porto fluviale. Si torna a livello della strada all’altezza del Lungotevere degli Inventori. Si pedala verso Ponte Marconi e poi lungo Via della Magliana.

La pista si allontana dal centro cittadino arrivando fino a Riva di Pian Due Torri. Si prosegue sempre in direzione della foce del fiume, ma spostandosi sulla sponda opposta all’altezza del viadotto Roma/Fiumicino.

Man mano che si procede, il degrado si fa più elevato: si costeggiano campi con caprette al pascolo, roulotte e discariche abusive. Più avanti ci si trova in aperta campagna nei pressi dell’ippodromo di Tor di Valle. La pista si conclude quindi vicino al Ponte di Mezzocamino.

Chi è dotato di una mountain bike robusta può procedere ancora oltre: il tracciato è sterrato ed occorre fare attenzione perché ogni tanto si perde nella natura.

SCARICA L’ITINERARIO: Pista Ciclabile della Magliana

Qualche informazione sulle cargo bike

27/11/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica

Le cargo bike sono biciclette a tre ruote pensate per il trasporto di merci pesanti ed ingombranti, ma anche di bambini.
Questa tipologia di bicicletta è molto diffusa in Nord Europa specialmente in Danimarca ed Olanda. Negli ultimi anni il loro utilizzo si è però allargato anche a Gran Bretagna e Stati Uniti. In Italia sono arrivate da poco, ma hanno subito conquistato le piste ciclabili di tutta la penisola.

La portata massima di una cargo bike è di circa 150 kg. Con una bici si trasportano facilmente fino a 4 bambini che possono stare comodamente seduti su apposite panchine imbottite o rivestite in eco-pelle. Non mancano accessori anti-pioggia, tappetini antiscivolo e scalino per agevolare la salita.

Una comune cargo bike è lunga circa 215 cm, di cui almeno 90 cm occupati dal cassone porta merci/bambini. La larghezza supera di poco i 90 cm.

Sono ottime per la consegna di merci nei centri storici delle città, nelle ZTL, oppure come supporto per un’idea di business on the road. Le cargo bike possono essere trasformate in gelateria mobile, in officina mobile e tanto altro ancora.

La maggior parte delle cargo bike ha tre ruote, ma esistono modelli a due ruote dove il cassone trova spazio lungo il telaio. Queste ultimo sono decisamente meno larghe e quindi più agili anche in strada.

Abituarsi ad una cargo bike richiede tempo, soprattutto perché sono pesanti ma in fin dei conti sostituiscono perfettamente l’automobile per tutte le commissioni in ambito urbano. Sono robuste, richiedono pochissima manutenzione e durano per anni ed anni. Oggi sul mercato si trovano anche versioni elettriche che richiedono uno sforzo fisico minore.

Come fare campeggio libero in un viaggio in bici

24/11/2017 in I Nostri Consigli, Suggerimenti di Viaggio, Tecnica

Fare campeggio libero durante un viaggio in bicicletta è una soluzione che permette di risparmiare notevolmente. Inoltre garantisce totale libertà soddisfando la caratteristica voglia di avventura dei cicloturisti.

Certo pernottare in una struttura alberghiera ha molti vantaggi in termini di comodità: docce calde, letti morbidi, riparo dalle intemperie. Se si pedala però in territori remoti, spesso il campeggio è l’unica soluzione.

Le zone in cui poter campeggiare liberamente variano molto da paese a paese. In nord Europa (Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda), il campeggio è in genere tollerato, mentre in paesi come la Germania, dove i camping attrezzati sono molto diffusi, non è indicato.

In linea generale è vietato campeggiare all’interno di aree protette e parchi nazionali ed ovviamente in proprietà private. E’ consentito invece in pressoché qualsiasi zona remota. Unico accorgimento da prendere è quello di non accamparsi troppo distante da strade e case, da luoghi in cui in caso di necessità si può chiedere aiuto.
Una volta trovato il pezzo di terra adatto, prima di posare la tenda assicuratevi di togliere eventuali pietre sporgenti.

La tenda ideale per il cicloturismo deve essere poco ingombrante ed il più possibile leggera. A questa infatti andrà aggiunto il peso di materassino, sacco a pelo ed eventualmente di un fornello comprese stoviglie ed accessori vari.

Qualche informazione sulle Fat Bike

24/11/2017 in I Nostri Consigli, Tecnica

Le fat bike sono l’evoluzione diretta della mountain bike, mitica bici da off-road nata negli anni ’70. La principale caratteristica di queste biciclette sono le ruote che montano pneumatici laghi almeno 3,7’’ e cerchi di oltre 44mm. Delle ruote giganti insomma, il cui diametro sfiora i 29’’.

Secondo la storia, la prima fat bike nacque in Alaska nel 1989 da un progetto di Simon Rakower. Egli aveva necessità di spostarsi sulla neve e quindi modificò la propria mountain bike che allora montava normali cerchi da 26’’.
Nello stesso periodo, bici simili furono realizzate in Messico per spostarsi sulle sabbie del deserto.

Nel 2005, la nota casa produttrice Surly presentò sul mercato Pugsley, la prima fat bike prodotta a livello industriale.

Come detto le fat bike sono realizzate per spostarsi su terreni particolarmente difficoltosi, che una normale mountain bike non riesce a superare: neve e sabbia in primis.
Le ruote maggiorate e la bassa pressione di gonfiaggio permettono di ottenere un’aderenza assoluta e quasi “galleggiare” sui terreni più morbidi.

Questo tipo di bici è indicato per pedalare lungo il greto di un fiume, sulla sabbia, sulla neve, nel fango, sulla ghiaia.

A differenza di come può sembrare le fat bike sono molto facili da controllare, grazie all’ampia superficie di appoggio. Questo permette anche ai biker meno esperti di affrontare percorsi dai tratti sconnessi senza troppa difficoltà.

Inoltre, pur essendo “fat”, non sono pesanti. Le ruote sono piene d’aria, sospensioni e ammortizzatori non servono quindi non incidono sul peso e sul mercato si trovano anche telai super leggerei in carbonio e alluminio. E’ possibile acquistare una fat bike inferiore ai 10 kg.
Questo le rende adatte anche ad escursioni e/o veri e propri viaggi. In questo caso, ad incidere sul peso, saranno soprattutto i nostri bagagli.

Un piccolo difetto delle fat bike è che, avendo un’alta aderenza sul terreno, è necessario imprimere molta forza nella pedalata. Tuttavia esistono anche con pedalata assistita.