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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa

    Il Molise pedala verso il futuro: il cicloturismo come leva per riscoprire un territorio autentico Un territorio ancora lontano dalle rotte del turismo di massa, ma proprio per questo capace di offrire esperienze autentiche e sostenibili. Il Molise, con il suo paesaggio variegato e la sua rete viaria a misura di bici, sta lentamente guadagnando attenzione tra gli appassionati di cicloturismo, che lo scelgono per la tranquillità delle sue strade, la bellezza dei suoi borghi e la genuinità della sua accoglienza. Colline morbide, altipiani selvaggi, piccoli centri storici arroccati e vallate ricamate da tratturi millenari: sono questi gli ingredienti che fanno del Molise una meta ideale per il turismo lento. Un territorio in cui è ancora possibile percorrere decine di chilometri senza incontrare traffico, godendo di panorami incontaminati e di un silenzio che altrove è ormai un lusso raro. Negli ultimi anni, il cicloturismo ha iniziato a emergere come una concreta opportunità di sviluppo locale. Pur in assenza di grandi infrastrutture dedicate, il tessuto territoriale del Molise – fatto di strade provinciali poco trafficate, antichi percorsi rurali e tracciati storici – si presta perfettamente alla pratica del ciclismo su strada, del gravel e della mountain bike. Alcuni comuni, come Castel San Vincenzo, Frosolone e Roccamandolfi, hanno avviato iniziative per valorizzare la mobilità dolce, con la creazione di percorsi segnalati, servizi per cicloturisti e promozione di eventi dedicati. Le ciclovie dei tratturi, antiche vie della transumanza che attraversano la regione,rappresentano una delle risorse più interessanti da valorizzare. Tratturi come il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela o il Tratturo Magno offrono tracciati ricchi di storia e immersi nella natura, ideali per chi cerca itinerari suggestivi e culturalmente significativi. Accanto all’interesse dei turisti, cresce anche l’attenzione da parte degli operatori locali. Alcune strutture ricettive si stanno attrezzando per offrire servizi bike-friendly, come il noleggio bici, le officine mobili e l’accoglienza specializzata. Iniziative che contribuiscono a costruire un’offerta turistica integrata, capace di attrarre un pubblico internazionale sempre più attento alla sostenibilità ambientale e alla qualità dell’esperienza di viaggio. “Il Molise ha un grande potenziale inespresso nel settore del cicloturismo”, spiega Paola Rinaldi, esperta di sviluppo territoriale e promotrice di progetti legati al turismo lento. “Quello che serve è una visione strategica condivisa, capace di unire istituzioni, operatori turistici e comunità locali intorno a un progetto coerente di valorizzazione”. In un momento storico in cui la domanda turistica si orienta sempre più verso esperienze autentiche, sostenibili e personalizzate, il Molise può giocare un ruolo di primo piano. Puntare sul cicloturismo non significa solo promuovere un nuovo modo di viaggiare, ma anche investire nella tutela del territorio, nel rilancio delle aree interne e nella creazione di nuove opportunità economiche. Una sfida che la regione può affrontare con una risorsa unica: il suo carattere. Quello di un territorio ancora integro, che si svela solo a chi ha il tempo e la vo Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa

    Monferrato in bicicletta: tra vigne, colline e borghi sospesi nel tempo CASALE MONFERRATO – Pedalare nel Monferrato è un’esperienza che va oltre la semplice escursione. È un viaggio lento tra paesaggi disegnati da secoli di lavoro agricolo, dove la bicicletta diventa mezzo privilegiato per cogliere l’anima più autentica di una terra Patrimonio dell’Umanità. In sella, ci si immerge in un mosaico di colline morbide, filari ordinati, cascine isolate e piccoli borghi che sembrano scolpiti nel tempo. Il Monferrato – cuore geografico e sentimentale del Piemonte – si presta a essere scoperto su due ruote grazie a una rete sempre più articolata di percorsi cicloturistici, in gran parte su strade secondarie a basso traffico. Qui, tra le province di Asti e Alessandria, la bici è alleata ideale per vivere una regione che parla con il ritmo delle stagioni. Tra Barbera e infernot, la bellezza che non ti aspetti Uno degli itinerari più suggestivi parte da Casale Monferrato, elegante cittadina sulle rive del Po, e si dirige verso sud, entrando subito nel cuore del paesaggio collinare. Dopo pochi chilometri, la pianura cede il passo a dolci saliscendi tra vigne e noccioleti, con scorci che paiono usciti da una cartolina d’epoca. Il percorso attraversa paesi come Rosignano Monferrato, Cella Monte e Ozzano, dove è possibile visitare gli infernot, antiche cantine scavate nella pietra da cantoni, testimonianze uniche dell’architettura rurale locale. Sono vere e proprie cattedrali sotterranee della civiltà contadina, spesso ancora in uso per conservare bottiglie di Barbera, Grignolino e Freisa, i vini simbolo del territorio. Una palestra a cielo aperto, per tutti i livelli Nonostante i dislivelli, i percorsi nel Monferrato si adattano a ogni tipo di ciclista. Dai più allenati, che cercano sfide sui crinali più impervi, agli amatori o alle famiglie con bici a pedalata assistita, tutti possono trovare il proprio ritmo. Le strade sono asfaltate, ben tenute e immerse nella quiete: si pedala tra vigneti ordinati come giardini e piccoli boschi, interrotti solo dal rintocco di un campanile o dal profumo del pane appena sfornato. Chi cerca esperienze più lunghe può proseguire verso Acqui Terme o collegarsi alle tratte del Grande Anello Monferrato, un circuito ad anello che unisce decine di borghi e offre soste strategiche per degustazioni, visite culturali e piccole pause gourmet. Turismo dolce, sapori forti Pedalare nel Monferrato significa anche fermarsi. Assaggiare un agnolotto fatto a mano in una trattoria di paese, degustare un bicchiere di vino al tramonto su una terrazza naturale, ascoltare le storie di chi ha scelto di restare o tornare, spesso aprendo agriturismi, botteghe o laboratori artigiani. Il cicloturismo qui non è solo uno svago, ma un’opportunità concreta per riscoprire un territorio in equilibrio tra tradizione e innovazione. Il futuro passa dalle due ruote Negli ultimi anni, il Monferrato ha investito in segnaletica, mappature digitali e strutture bike-friendly. Sono sempre più numerosi gli agriturismi attrezzati per il cicloturismo, con ricoveri per bici, officine di fortuna, colazioni energetiche e mappe personalizzate. Un’attenzione che rende la zona sempre più competitiva a livello nazionale, con una formula vincente: paesaggi autentici, accoglienza calorosa e una mobilità dolce che fa bene al corpo e all’ambiente. In sella nel Monferrato, ogni curva è una scoperta, ogni salita una promessa, ogni discesa un invito a tornare. Perché qui, dove le colline sembrano onde pietrificate, la Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa

    Liguria: la Cycling Riviera trionfa al Green Road Award 2025, omaggio sostenibile alla Milano-Sanremo La Liguria pedala sul podio dell’eccellenza cicloturistica italiana. La Cycling Riviera, spettacolare ciclovia costiera che si snoda da Ospedaletti a Imperia, si è aggiudicata il Green Road Award 2025, l’Oscar italiano del cicloturismo. Un riconoscimento che celebra non solo la qualità infrastrutturale del tracciato, ma anche la sua capacità di fondere mobilità dolce, valorizzazione del territorio e memoria sportiva. Giunto alla sua decima edizione, il Green Road Award seleziona ogni anno le ciclovie più virtuose d’Italia, premiando quei progetti che coniugano accessibilità, sicurezza, promozione turistica e sostenibilità ambientale. E quest’anno, a sbaragliare la concorrenza, è stata proprio la Liguria con un’infrastruttura che ha saputo rigenerare un pezzo di storia ferroviaria e trasformarlo in uno dei percorsi ciclabili più suggestivi d’Europa. Un nastro d’asfalto tra mare e memoria Lunga 33 chilometri, la Cycling Riviera percorre il tracciato dismesso della ferrovia costiera Genova-Ventimiglia, oggi riconvertita in una pista ciclabile moderna, completamente pianeggiante e adatta a ogni tipo di utenza: cicloturisti, famiglie, sportivi. La larghezza generosa e il fondo compatto la rendono ideale anche per allenamenti su strada, in un contesto paesaggistico mozzafiato dove il blu del Mar Ligure si alterna al verde della macchia mediterranea. Ma la forza simbolica del percorso va oltre l’aspetto paesaggistico. La ciclovia, infatti, ripercorre i luoghi iconici della Milano-Sanremo, la più celebre classica di primavera del ciclismo professionistico. Tappe come San Lorenzo al Mare, Arma di Taggia, Riva Ligure o Sanremo evocano imprese leggendarie e rendono il tragitto un omaggio vivente alla storia delle due ruote. Da archeologia industriale a volano turistico Il successo della Cycling Riviera è anche un caso esemplare di rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio dismesso. Là dove un tempo sfrecciavano i treni, oggi si pedala in sicurezza, tra gallerie riconvertite, punti panoramici e aree attrezzate. Il percorso, interamente segregato dal traffico automobilistico, è accessibile anche a piedi o con mezzi a mobilità dolce, in un’ottica di turismo lento e consapevole. I numeri confermano l’intuizione vincente: la ciclovia attrae ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, generando un indotto importante per le economie locali, dalla ristorazione all’accoglienza. Un turismo di prossimità, sostenibile e distribuito lungo l’anno, che contribuisce a destagionalizzare i flussi e a rivitalizzare borghi e litorali spesso dimenticati. Una vittoria per la Liguria e per il cicloturismo italiano La premiazione è avvenuta nell’ambito della fiera BiciTour 2025, alla presenza di rappresentanti istituzionali e operatori del settore. A ritirare il premio, con visibile emozione, una delegazione dei Comuni coinvolti e della Regione Liguria, che ha sostenuto fortemente il progetto. “Questo riconoscimento premia un’idea di Liguria diversa: accessibile, verde, dinamica – ha dichiarato l’assessore regionale al turismo –. La Cycling Riviera è un simbolo di come si possa fare sviluppo partendo dalla mobilità dolce e dal rispetto del paesaggio”. In un Paese che riscopre sempre più la bicicletta come strumento di viaggio e di scoperta, la vittoria della ciclovia ligure rappresenta una spinta ulteriore verso un modello Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa

    Pedalando nella Garfagnana: il cuore verde della Toscana a due ruote Nel cuore montano della Toscana, incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, si apre la Garfagnana: una terra antica, selvaggia, verde come l’anima di chi la attraversa. Un luogo dove il tempo sembra rallentare, e dove ogni tornante svela un panorama nuovo, un borgo intatto, un silenzio dimenticato. Per gli amanti della bicicletta, la Garfagnana è un itinerario che unisce la fatica alla bellezza, l’avventura alla contemplazione. Un viaggio a pedali che diventa scoperta autentica, fuori dalle rotte turistiche tradizionali. Una terra da guadagnarsi Dimenticate le piste ciclabili in pianura. Qui la bicicletta si conquista il territorio metro dopo metro, salendo e scendendo lungo strade secondarie, sterrate, a tratti impervie. Il paesaggio è scolpito nella pietra e nella foresta: boschi di castagni, faggi secolari, borghi in pietra arroccati, pievi romaniche che emergono tra il verde. Il punto di partenza ideale è Castelnuovo di Garfagnana, il capoluogo della valle, facilmente raggiungibile anche in treno con bici al seguito. Da qui si può progettare un anello ciclistico che tocchi alcuni dei luoghi più iconici e nascosti della zona. Ma attenzione: ogni chilometro va pianificato. Le pendenze possono essere toste, e il meteo in montagna cambia in fretta. Sulle tracce del Serchio e oltre Seguendo il corso del fiume Serchio si scende inizialmente dolcemente verso Gallicano, da cui si può deviare per raggiungere la Grotta del Vento, uno dei fenomeni carsici più affascinanti d’Europa. La salita è impegnativa ma asfaltata, e la discesa regala adrenalina pura. Si pedala tra profumi di bosco e brezze montane, con squarci improvvisi sulle Apuane, come colpi di scena naturali. Al ritorno verso Castelnuovo, si può deviare verso il piccolo borgo di Verni, e poi puntare a Cascio o Eglio, attraverso strade che sembrano dimenticate dal mondo. Le case in pietra, le fontane fresche, le anziane sedute sull’uscio sono parte di un tempo sospeso, che in bicicletta si assapora in tutta la sua lentezza. Borghi che raccontano storie Continuando verso nord si incontra Pieve Fosciana, con la sua storica chiesa romanica, e poi San Romano in Garfagnana, punto strategico per deviare verso la Fortezza delle Verrucole. Raggiungibile con una salita ripida ma breve, la fortezza medievale è uno dei luoghi più scenografici dell’intero viaggio: da lassù, lo sguardo abbraccia tutta la valle, e si ha la netta sensazione di essere in un angolo d’Italia rimasto miracolosamente autentico. Un altro gioiello è il paese di Vagli Sotto, vicino all’omonimo lago artificiale che, in estate, offre riflessi smeraldini e un’atmosfera da alta quota. Qui si può decidere se affrontare il Passo della Tambura per i più esperti, oppure tornare verso valle lungo le strade che conducono a Camporgiano, dove un castello medievale testimonia il passato difensivo di queste terre. Dove il silenzio è padrone La Garfagnana è soprattutto un’esperienza sensoriale. I suoni sono pochi: il fruscio delle foglie, lo scalpitare di una bici su ghiaia, il canto di un ruscello. L’aria sa di muschio, di erba bagnata, di castagne. Pedalare qui significa rallentare, accettare la salita come parte della ricompensa, e godere delle piccole grandi cose: una fontana d’acqua fresca, un pranzo con pane e pecorino in un’osteria nascosta, un tramonto che incendia le creste delle Apuane. Consigli pratici Periodo consigliato: da aprile a ottobre. In estate fa caldo, ma le altitudini rendono il clima gradevole. Tipo di bici: una gravel o una mountain bike sono ideali, meglio se con borse leggere e freni affidabili. Alloggi: agriturismi, B&B, piccoli alberghi. Prenotare nei mesi estivi è consigliato. Attrezzatura: kit di riparazione, luci, mappa o GPS, borracce. Le fonti d’acqua non mancano, ma le botteghe sì: organizzarsi con snack e viveri. Livello di difficoltà: medio-alto. Ideale per cicloturisti con un minimo di allenamento. Un viaggio in bicicletta nella Garfagnana non è solo sport, è un’immersione totale in una Toscana nascosta, ruvida, profondamente umana. Non è una meta da catalogo patinato, ma un percorso che si guadagna con il sudore e si ricorda con emozione. Qui, ogni pedalata è una pag Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 1 settimana fa

    La ventunesima tappa : Roma saluta la corsa rosa tra arte, storia e velocità Domenica 1° giugno, cala il sipario sul Giro d’Italia con la ventunesima e ultima tappa, una frazione di 141 km che si snoda interamente nella Città Eterna. Partenza e arrivo a Roma, in un circuito spettacolare tra monumenti iconici e storia millenaria. Una festa tra i tesori di Roma Non è solo una tappa: è una celebrazione. La corsa attraverserà alcuni dei luoghi più suggestivi della Capitale – Colosseo, Fori Imperiali, San Pietro, Piazza Venezia – in un percorso ad anello disegnato per esaltare lo scenario unico e offrire uno spettacolo anche televisivo di rara bellezza. Tappa per velocisti, simbolo per tutti Il profilo altimetrico è praticamente piatto, ideale per una volata di gruppo. Nessuna insidia tecnica, ma curve e pavé nel circuito finale potrebbero richiedere attenzione e posizionamento tattico. Sarà l’ultima occasione per gli sprinter di lasciare il segno, in uno degli arrivi più scenografici del ciclismo mondiale. Oltre la corsa: il valore simbolico La 21ª tappa è una passerella per il vincitore della maglia rosa, per chi ha lottato sulle montagne, per chi ha brillato nelle fughe. È il momento del trionfo collettivo, dove la fatica si trasforma in festa e Roma si fa palcoscenico dell’ep Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Pedalando tra cielo e polvere: l’ascesa epica al Colle delle Finestre Nascosto tra le valli alpine del Piemonte, il Colle delle Finestre è più di una semplice salita: è un viaggio nel cuore selvaggio delle montagne, un’esperienza dove fatica e bellezza si fondono in un’unica, indimenticabile impresa ciclistica. Con i suoi 18 chilometri di ascesa, pendenze a doppia cifra e un lungo tratto sterrato, questo passo ha il potere di trasformare ogni cicloturista in un piccolo eroe. Una leggenda delle Alpi Occidentali Il Colle delle Finestre, a quota 2.176 metri, collega la Val di Susa con la Val Chisone, in provincia di Torino. Reso celebre dal Giro d’Italia, questo valico è oggi una delle mete più ambite dai ciclisti in cerca di una sfida autentica. La strada si arrampica per quasi 1.700 metri di dislivello positivo, alternando asfalto ruvido a ghiaia compatta, in un crescendo epico che sembra uscito da un romanzo d’avventura. L’ascesa: numeri e sensazioni La scalata inizia a Meana di Susa, con i primi chilometri in asfalto che ingannano: la vera salita comincia poco dopo, quando la strada si stringe e la pendenza raramente scende sotto il 9%. Il cuore dell’impresa è però l’ultimo tratto: 8 chilometri sterrati, dove il respiro si fa corto e le ruote cercano aderenza tra ghiaia e sassi. Qui, in mezzo a una natura incontaminata e silenziosa, la montagna si impone con tutta la sua severità. Non c’è traffico, né distrazioni: solo il suono regolare della catena, il battito del cuore e il vento che soffia tra i larici. È l’essenza del cicloturismo d’avventura. Paesaggi mozzafiato e memoria storica Mentre si sale, il panorama si apre sui tornanti sottostanti e sulla maestosa Val di Susa. Più in alto, le vette del Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè dominano l’orizzonte, offrendo scorci degni di un dipinto romantico. Ma il Colle delle Finestre non è solo natura: è anche storia. Lungo il percorso si incontrano ancora le fortificazioni militari costruite alla fine dell’Ottocento, quando questa strada aveva un’importanza strategica. Pedalare qui significa anche viaggiare nel tempo. Consigli pratici per affrontare la salita Il Colle delle Finestre non è una salita da prendere alla leggera. È consigliabile affrontarla con una bici da gravel o da strada robusta, preferibilmente con copertoni larghi per affrontare lo sterrato in sicurezza. La presenza d’acqua lungo il percorso è scarsa, quindi è fondamentale partire ben equipaggiati. Il periodo migliore? Da metà giugno a settembre, quando la neve lascia il passo alla polvere e ai cieli tersi. Una meta per ciclisti autentici In un’epoca in cui il cicloturismo si fa sempre più alla moda, il Colle delle Finestre resta una sfida per puristi. È il luogo ideale per chi cerca emozioni vere, lontano dai percorsi patinati. Qui si riscopre il valore della fatica, il gusto della conquista e il privilegio ra Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    La ventesima tappa :Verrès–Sestriere, l’ora della verità tra asfalto e leggenda Sabato 31 maggio, il Giro d’Italia entra nel suo atto conclusivo con la ventesima tappa, una frazione di alta montagna lunga 203 km che da Verrès, in Valle d’Aosta, conduce a Sestriere, nel cuore delle Alpi piemontesi. È l’ultima occasione per cambiare le sorti della classifica generale, e tutto lascia pensare che sarà una giornata epica. Una corsa in due atti: pianura e poi inferno Il tracciato si apre con una sessantina di chilometri relativamente tranquilli attraverso il fondovalle della Dora Baltea, poi il Canavese. Ma è solo la quiete prima della tempesta. Le salite iniziano a farsi sentire già nelle Valli di Lanzo, con l’ascesa al Colle del Lys, prima rampa di un trittico destinato a segnare la storia di questo Giro. Il Colle delle Finestre: regina e Cima Coppi Il momento clou arriva nel cuore della tappa: il Colle delle Finestre, Cima Coppi dell’edizione 2025 con i suoi 2.178 metri di altitudine. Una salita brutale e scenografica, lunga 18 km con pendenze medie del 9,2%, ma soprattutto gli ultimi 8 km su sterrato, in un crescendo di fatica e leggenda. Qui si deciderà chi ha ancora gambe, cuore e coraggio per tentare il colpo decisivo. Il gran finale a Sestriere Superato il Finestre, la corsa si chiude con la salita finale verso Sestriere, località iconica del Giro. Non è la più dura tra le ascese, ma dopo oltre 4.000 metri di dislivello sarà l’ultima selezione naturale, dove tutto potrà succedere: ribaltoni, crolli, imp Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    La diciannovesima tappa: da Biella a Champoluc, l’Alta Montagna chiama la Maglia Rosa Venerdì 30 maggio il Giro entra nel suo tratto più incandescente con la diciannovesima tappa, 166 km da Biella a Champoluc, tra i più duri e selettivi dell’edizione 2025. Una frazione alpina che profuma di sentenza, con quasi 5.000 metri di dislivello e cinque salite da brividi a scandirne il ritmo. Il cuore delle Alpi e della corsa Non ci sono facili illusioni lungo il tracciato: Col Tzecore, Saint-Pantaleon e Col de Joux sono tre nomi che fanno tremare i polpacci. Le pendenze toccano il 15%, le strade si stringono, l’altitudine si fa sentire. È la montagna vera, aspra, spietata. La classifica generale può esplodere da un momento all’altro, specie se qualcuno davanti accusa il colpo. Niente tregua, solo selezione È la tappa che i big temono e aspettano: non lunga, ma logorante, tutta da correre con la testa e con le gambe. Lungo le rampe del Tzecore o nella discesa del Saint-Pantaleon si potrà tentare il tutto per tutto. Chi sogna il podio di Roma dovrà farsi avanti. Chi barcolla rischia il tracollo. Il giorno degli attacchi Con la ventesima tappa ancora più dura all’orizzonte, molti potrebbero azzardare già oggi. Il traguardo di Champoluc, nel cuore della Val d’Ayas, potrebbe diventare scenario di gloria o condanna. Lo scenario è da cartolina, il palcoscenico è pronto: ora tocca Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Zurigo, dal traffico al pedale: lo Stadttunnel diventa simbolo di mobilità sostenibile Zurigo ha trasformato un’eredità del passato in un modello per il futuro. Dove un tempo scorreva il traffico a motore, oggi viaggiano silenziosi i pendolari del pedale. È la metamorfosi dello Stadttunnel, un’infrastruttura concepita negli anni Ottanta come tratto autostradale, ora riconvertita in una pista ciclabile coperta, tra le più avveniristiche d’Europa. Un gesto concreto e simbolico, che racconta come una città possa ripensare radicalmente il proprio spazio urbano, abbracciando una mobilità più verde e sostenibile. La riconversione dello Stadttunnel non è solo un progetto ingegneristico: è una dichiarazione di intenti. Il tunnel, lungo oltre un chilometro, è stato adattato per accogliere migliaia di ciclisti ogni giorno, protetti dalle intemperie e immersi in un ambiente sicuro, ben illuminato e ventilato. A completare l’opera, un maxi parcheggio sotterraneo per biciclette, capace di ospitare centinaia di mezzi, con servizi dedicati e sistemi di sorveglianza attiva. Un’infrastruttura pensata per rispondere alle esigenze della mobilità quotidiana e incentivare l’uso della bicicletta come mezzo principale per spostarsi in città. La trasformazione zurighese si inserisce in una più ampia tendenza europea che guarda con attenzione al recupero degli spazi urbani. Un parallelo emblematico è quello dei Giardini del Turia a Valencia: un vecchio letto fluviale, originariamente destinato a diventare un’arteria stradale, è stato invece trasformato in un polmone verde di oltre nove chilometri, attraversato da piste ciclabili, aree sportive e spazi ricreativi. Due storie, due città, ma un’unica visione: sostituire l’asfalto con il verde, la velocità con la vivibilità. In un momento in cui la crisi climatica impone scelte urgenti e coraggiose, progetti come quello dello Stadttunnel dimostrano che una mobilità alternativa è possibile e desiderabile. Non si tratta solo di costruire nuove ciclabili, ma di riscrivere la narrazione urbana: da spazi dominati dalle auto a luoghi pensati per le persone.Zurigo, con il suo tunnel ritrovato, lancia un messaggio chiaro al resto d’Europ Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    La Diciottesima Tappa: Morbegno–Cesano Maderno, la quiete prima della tempesta Dopo la maestosità delle Alpi e prima delle ultime grandi battaglie in quota, giovedì 29 maggio il Giro d’Italia propone una tappa di transizione: la diciottesima frazione, da Morbegno a Cesano Maderno, 144 km quasi completamente pianeggianti. Una giornata definita dagli addetti ai lavori come “cuscinetto”, ma che potrebbe rivelarsi più tattica di quanto sembri. Un’occasione d’oro per i velocisti Il tracciato attraversa la bassa Valtellina, la Brianza e la pianura lombarda senza grandi difficoltà altimetriche: niente salite, niente GPM, solo strade veloci che corrono dritte verso il traguardo. Per i velocisti, spesso messi in crisi dalle montagne, si tratta di una delle ultime occasioni per lasciare il segno in questa edizione della corsa rosa. Le squadre degli sprinter dovranno però lavorare sodo per controllare eventuali fughe, sempre più probabili in tappe brevi e piatte. Ricaricare le energie, ma restando vigili La Morbegno–Cesano Maderno non è solo una tappa per velocisti. È anche una giornata fondamentale per recuperare dopo le fatiche del Tonale, del Mortirolo e di Bormio, e per prepararsi psicologicamente alle ultime scalate decisive. Ma attenzione: il chilometraggio ridotto e la velocità media elevata potrebbero rendere la corsa nervosa, specie nelle fasi finali, con rotatorie, curve e restringimenti che aumentano il rischio di cadute. Cesano Maderno si veste di rosa L’arrivo in Brianza rappresenta una prima assoluta per la corsa rosa: Cesano Maderno, città simbolo dell’hinterland milanese, accoglierà il Giro con una volata annunciata, ma il finale presenta curve tecniche che potrebbero spezzare il gruppo e premiare i più astuti nel Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Sulle due ruote verso la cultura: arriva la Ciclabile del Mattatoio, un regalo alla città C’è un tratto di Roma che presto cambierà pelle, e lo farà pedalando. Si chiama “Ciclabile del Mattatoio” il nuovo percorso ciclabile che collegherà il lungotevere degli Artigiani a Ponte Testaccio, trasformando un angolo urbano poco valorizzato in un corridoio verde, sicuro e suggestivo. Ma soprattutto, nascerà grazie a un gesto di mecenatismo contemporaneo: un investimento di 1,3 milioni di euro interamente finanziato dalla Fondazione Roma. L’annuncio è arrivato oggi in Campidoglio, dove è stata firmata la convenzione tra il presidente della Fondazione, Franco Parasassi, e il sindaco Roberto Gualtieri. Con loro, l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, il presidente del Municipio XII Elio Tomassetti e Umberto Marroni, delegato del Comune al progetto della Città delle Arti. Il percorso, lungo 550 metri e distribuito su una superficie di 1.700 metri quadrati, sarà un piccolo gioiello urbano. A illuminare la pista saranno 180 luci led a raso, accompagnate da 660 catarifrangenti che daranno al tracciato una visibilità notturna quasi scenografica. Al posto dei banchi del vecchio mercato, sorgeranno dieci panchine; e senza sacrificare troppo la sosta, verranno recuperati anche 30 posti auto. Ma la novità vera non è solo tecnica: questa ciclabile sarà un nuovo ingresso per l’ex Mattatoio, oggi importante centro culturale romano, collegandolo direttamente alla Dorsale Tevere. Non un semplice tracciato per ciclisti, ma un ponte ideale tra mobilità sostenibile e produzione culturale, tra la città che si muove e quella che si racconta. “È un’opera che unisce bellezza, funzionalità e visione urbana”, ha commentato Gualtieri, sottolineando come il progetto rappresenti un passo avanti nella riconquista dello spazio pubblico da parte dei cittadini. L’apertura è prevista per la primavera del 2026. Sarà allora che le biciclette cominceranno a scorrere su questo nuovo tappeto urbano, tracciando un cammino che è tanto fisico quanto simbolico: un invito a vivere la città in modo diverso, più lento, più attento, più umano.In un tempo in cui i grandi progetti spesso attendono risorse o si scontrano con la burocrazia, la Ciclabile del Mattatoio dimostra che la collaborazione tra Continua a leggere

  • [email protected] ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    🚨🚨 ATTENZIONE – CAMBIO PERCORSO GRANFONDO DEL VENTO 2025 🚴‍♀️🚴‍♂️ A causa di una frana che ha interessato la viabilità nei pressi di Barga, come da ordinanze ufficiali del Comune (n. 11 del 29/04/2025 e n. 5 del 13/03/2025), il percorso medio della Granfondo del Vento è stato annullato.   📌 I percorsi confermati per domenica 8 giugno sono: ✔️ Percorso Lungo – 98 km ✔️ Percorso Extreme – 127 km   La sicurezza viene prima di tutto: grazie per la vostra comprensione e… ci vediamo alla partenza! 💨 👉 Info aggiornate su: http://www.granfondodelvento.it Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    La Diciassettesima Tappa: Il giorno del giudizio tra Tonale e Mortirolo Mercoledì 28 maggio , il Giro d’Italia propone uno degli appuntamenti più attesi e temuti: la diciassettesima tappa, da San Michele all’Adige a Bormio, 154 km di alta montagna e 3.800 metri di dislivello. Pochi chilometri, ma intensissimi: un concentrato di fatica, strategia e spettacolo che potrebbe riscrivere completamente la classifica generale. Il cuore delle Alpi La tappa si apre in Val d’Adige, in una partenza che non concede respiro: si sale subito verso il Passo del Tonale, una classica delle Alpi che, con i suoi 15 km e pendenze regolari, rappresenta un primo banco di prova per gli uomini di classifica. Ma è solo un assaggio: la vera sfida è più avanti. Mortirolo, la montagna maledetta Dopo la discesa su Ponte di Legno, i corridori si troveranno di fronte a uno dei mostri sacri del ciclismo: il Passo del Mortirolo, scalato dal versante più duro. Con pendenze che sfiorano il 18%, strade strette, ombre fitte tra i boschi e curve che non finiscono mai, il Mortirolo non perdona. È qui che spesso si vincono o si perdono i Giri d’Italia. Più che una salita, è un esame di coscienza per ogni ciclista. L’arrivo a Bormio: un finale d’alta quota Dopo la discesa tecnica e spettacolare dal Mortirolo, la strada torna a salire verso Bormio, con un finale nervoso e selettivo che, se non farà distacchi, metterà comunque alla prova le energie residue. Gli ultimi chilometri potrebbero essere teatro di scatti decisivi o di crolli clamorosi. In ogni caso, l’arrivo a Bormio sarà uno snodo fondamentale in ottica maglia rosa. Una tappa per leggende La diciassettesima tappa è breve, ma letale: un percorso per scalatori puri, per campioni con coraggio, per gregari trasformati in eroi. E arriva nel momento più delicato della corsa, dopo una serie di frazioni impegnative e alla vigilia di altre tappe alpine. È la classica giornata da segnare in rosso, quella in cui si può vincere il Gir Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Cabras punta sulla mobilità sostenibile: al via i lavori per il nuovo percorso ciclabile urbano CABRAS – Un altro passo avanti verso una mobilità più sostenibile e integrata. Questa mattina, nel palazzo comunale di Cabras, si è svolto un incontro operativo cruciale che ha riunito tutti gli attori coinvolti nel nuovo progetto infrastrutturale: rappresentanti dell’assessorato regionale dei Lavori Pubblici, tecnici dell’Arst, impresa esecutrice e direzione dei lavori. L’obiettivo: definire gli ultimi dettagli tecnici e operativi in vista dell’avvio ufficiale del cantiere. Il progetto, considerato strategico per il territorio, mira a rafforzare la rete di mobilità dolce, promuovendo spostamenti alternativi e meno impattanti, in linea con le direttive regionali sulla sostenibilità ambientale. In particolare, l’intervento riguarda il tratto urbano all’interno del centro abitato, dove la realizzazione della pista ciclabile richiede soluzioni flessibili. Il tracciato si svilupperà in sede promiscua lungo le vie Leopardi, Sassari, Cavallotti, Roma e Peschiera, collegando Piazza Stagno con la pista già esistente in Viale Repubblica. Una scelta dettata dalla necessità di adattarsi alla conformazione del centro urbano, dove lo spazio stradale limitato e la presenza di aree destinate alla sosta rendono impraticabile la creazione di un percorso completamente indipendente. Nonostante i vincoli strutturali, l’opera rappresenta un’importante connessione tra centro e periferia, tra mobilità tradizionale e nuove forme di spostamento. L’obiettivo a medio termine è quello di costruire una rete ciclabile più estesa, sicura e accessibile, capace di incentivare l’uso quotidiano della bicicletta, valorizzando al tempo stesso l’identità e la vivibilità del territorio. L’inizio dei lavori segnerà dunque non solo la realizzazione di un’infrastruttura attesa, ma anche un investimento concreto nel futuro di Cabras, orientato verso una Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    La Sedicesima Tappa: Piazzola sul Brenta–San Valentino di Brentonico, il Giro sale ancora Martedì 27 maggio , dopo il giorno di riposo, il Giro d’Italia riparte con una tappa che si preannuncia tra le più decisive di questa edizione. La sedicesima frazione, da Piazzola sul Brenta a San Valentino di Brentonico, copre 199 km e introduce i corridori a un trittico alpino micidiale, con cinque Gran Premi della Montagna e un arrivo in quota che potrebbe stravolgere la classifica generale. L’Appennino lascia spazio alle Alpi Dopo la lunga traversata dell’Italia centrale e le Prealpi venete, il gruppo si avvicina all’arco alpino. Ma non c’è spazio per il rodaggio: la tappa entra subito nel vivo con un tracciato nervoso, fatto di salite e discese continue, e un’altimetria che non dà tregua. I cinque GPM distribuiti lungo il percorso garantiranno battaglia fin dalle prime rampe, con punti pesanti in palio per la maglia azzurra e potenziali occasioni di attacco per i contendenti alla maglia rosa. Il gran finale: San Valentino di Brentonico L’ultimo atto della tappa è riservato a una salita lunga e complessa di 17 km, che porta fino a San Valentino di Brentonico. Si tratta di una scalata articolata, con due tratti di respiro nei centri abitati di Brentonico e San Giacomo, ma che presenta un finale senza sconti: gli ultimi 3 km sono tutti in salita, su pendenze costanti che faranno emergere solo i corridori più forti e resistenti. Tappa chiave prima del trittico alpino Non è solo la difficoltà altimetrica a rendere questa tappa importante: è il contesto a darle peso. È infatti la prima delle tre tappe di alta montagna consecutive, prima del trittico che include il Passo del Tonale, il Mortirolo e l’arrivo a Bormio. Chi perderà terreno oggi potrebbe pagare dazio anche nelle giornate successive, rendendo questa frazione fondamentale nella strategia delle squadre e nella gestione delle forze. Aspettative e scenari C’è da aspettarsi un attacco da lontano, magari da parte dei gregari di lusso o da outsider che cercano di risalire in classifica. I big, invece, potrebbero attendere l’ascesa finale per misurarsi a viso aperto. La lunghezza e la varietà del percorso la rendono una tappa dura da interpretare, dove resistenza e strategia andra Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Via Emilia e ex ferrovia Santarcangelo-Urbino: il territorio si pedala verso il futuro Prosegue a ritmo sostenuto il cantiere delle nuove piste ciclabili lungo due assi strategici della mobilità romagnola: la storica via Emilia e il tracciato dismesso della ferrovia Santarcangelo-Urbino. Due interventi distinti ma uniti da una visione comune: costruire infrastrutture moderne per una mobilità più pulita, sicura e accessibile a tutti. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: completare i lavori entro la fine del 2025. Lungo la via Emilia sono in corso due interventi fondamentali. Il primo riguarda la riqualificazione di un tratto già esistente, quello che si estende tra la rotatoria della Strada di Gronda e via Bornaccino. Un lavoro di sistemazione e ammodernamento che punta a rendere più fruibile e sicura la pista per ciclisti e pedoni. L’investimento, pari a 180 mila euro, è sostenuto da fondi privati e sarà portato a termine entro il mese di giugno. Contemporaneamente prende forma un nuovo collegamento ciclabile: il tratto tra via Bornaccino e via Piadina, che si aggiunge alla rete ciclabile con l’obiettivo di completare un corridoio continuo lungo uno degli assi viari più trafficati della regione. Un’opera pensata per integrare la mobilità dolce nella quotidianità di chi si muove per lavoro, scuola o tempo libero. Parallelamente, si lavora anche al recupero dell’ex ferrovia Santarcangelo-Urbino, un progetto che trasforma il vecchio tracciato ferroviario in una greenway ciclabile dal forte valore paesaggistico e culturale. Un’infrastruttura che non solo collega territori, ma restituisce vita a un percorso storico, rendendolo accessibile a ciclisti, camminatori e famiglie. Questi cantieri rappresentano un passo importante verso una mobilità più sostenibile, in grado di alleggerire il traffico veicolare, ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita urbana e rurale. Ma sono anche un’opportunità turistica per chi sceglie di scoprire la Romagna in sella a una bici: un viaggio lento, che valorizza il territorio e racconta storie d Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Spineda inaugura la nuova pista ciclabile: un passo avanti per la mobilità sostenibile a Riese Pio X Una nuova arteria ciclabile si snoda tra le campagne della frazione di Spineda, nel comune di Riese Pio X, regalando a residenti e cicloturisti un tracciato sicuro, immerso nella natura e pensato per una mobilità più sostenibile. È stata ufficialmente inaugurata la nuova pista ciclabile, frutto di un lungo lavoro amministrativo e tecnico che ha visto la luce dopo anni di attesa. «È stata un’opera importante e molto attesa, frutto di anni di lavoro, progettazione e impegno», ha dichiarato la sindaca Ombretta Basso durante il taglio del nastro. Il progetto ha preso il via nel 2019, articolandosi in due stralci principali e completandosi con un terzo tratto che attraversa la zona del “Curiotto”: una suggestiva stradina bianca che conserva intatto il fascino rurale del territorio. Con i suoi 1.700 metri di estensione, la nuova pista ciclabile rappresenta un tassello significativo per chi ama esplorare il territorio in sella a una bicicletta. Non si tratta solo di un’opera di collegamento: il tracciato è pensato per integrarsi con l’ambiente, senza comprometterne l’identità paesaggistica. Il tratto del “Curiotto” ne è un esempio emblematico, un segmento non asfaltato che mantiene il contatto diretto con la natura e invita a rallentare, osservare, respirare. Il costo complessivo dell’opera si aggira attorno al milione e mezzo di euro, di cui 400 mila finanziati dalla Regione Veneto. Il resto è stato sostenuto dall’amministrazione comunale, che ha voluto investire in un’infrastruttura capace di migliorare la sicurezza della viabilità locale e di offrire nuove opportunità di fruizione del territorio. Per i cicloturisti, Spineda si arricchisce così di una nuova meta da inserire negli itinerari attraverso la Marca Trevigiana, un territorio già ricco di percorsi ciclabili che coniugano storia, natura e buona cucina. Questa nuova pista diventa quindi non solo un’opera pubblica, ma anche un invito: a scoprire il paesaggio con lentezza, a pedalare tra filari, fossati e antichi casolari, e a riscoprire quel legame tra comunità Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    Pedalando tra colline, castelli e vigneti: un viaggio in bicicletta nella provincia di Alessandria La provincia di Alessandria, nel cuore del Piemonte sud-orientale, è una terra di confine e di passaggio, ma anche di profonda identità. Per i cicloturisti rappresenta una destinazione ideale, grazie alla varietà dei paesaggi, alla ricchezza del patrimonio storico e alla possibilità di alternare percorsi rilassanti a tratti più impegnativi. Ho deciso di esplorarla in sella alla mia bici gravel, partendo da Alessandria città e attraversando un itinerario ad anello che mi ha portato tra le dolci colline del Monferrato, i vigneti del Gavi e i borghi medievali incastonati tra le valli del Tanaro e del Bormida. Tappa 1: Alessandria – Acqui Terme (65 km) La partenza da Alessandria è tranquilla. Dopo una breve visita alla Cittadella — imponente fortificazione settecentesca che merita una deviazione — mi dirigo verso sud, costeggiando il fiume Tanaro. L’asfalto cede spesso il passo a strade bianche ben tenute, ideali per chi cerca percorsi misti. Attraverso paesi come Castellazzo Bormida e Sezzadio, con la sua abbazia benedettina immersa nel verde. La giornata si conclude ad Acqui Terme, celebre per le sue acque sulfuree e la sua storia romana. L’arrivo in città è scenografico: la “Bollente”, la celebre fonte termale che sgorga a 75°, fuma nel cuore del centro storico. È il posto ideale per rilassarsi dopo la prima giornata di pedalate. Tappa 2: Acqui Terme – Gavi (70 km) La seconda giornata è un crescendo di emozioni e di pendenze. Lasciando Acqui alle spalle, il percorso si snoda tra le colline del Monferrato, patrimonio UNESCO, punteggiate da vigneti ordinati e casali isolati. A Ricaldone e Strevi si incontrano le prime vere salite, mai troppo dure ma costanti, che richiedono gambe pronte e una buona gestione delle energie. Lungo il tragitto, impossibile non fermarsi a Voltaggio, piccolo gioiello incastonato tra le montagne dell’Appennino Ligure. Da lì, con un ultimo sforzo, si arriva a Gavi, terra del vino bianco che porta lo stesso nome. Qui, oltre a una meritata degustazione in una delle tante cantine, vale la pena visitare il Forte di Gavi, costruito direttamente nella roccia. Lo sguardo spazia sulle vallate: la fatica viene ripagata. Tappa 3: Gavi – Casale Monferrato (85 km) La terza tappa è la più lunga, ma anche la più varia. Si lascia la zona collinare per scendere verso la pianura del Po. Attraverso Novi Ligure — patria di Fausto Coppi, con il Museo dei Campionissimi che è un must per ogni appassionato — e Tortona, la pedalata diventa più veloce, i tratti rettilinei si allungano. Il fiume Po accompagna gli ultimi chilometri prima dell’arrivo a Casale Monferrato. Qui, il mix di architettura barocca, sinagoghe storiche e il maestoso Duomo offrono un’interessante deviazione culturale. La città è anche un buon punto per ristorarsi con piatti tipici come gli agnolotti monferrini o la celebre muletta, salame locale. Tappa 4: Casale – Alessandria (50 km) L’ultima tappa è un rientro dolce verso il punto di partenza. Il tragitto attraversa la pianura del basso Monferrato, tra risaie, campi coltivati e strade secondarie dove si incrociano solo trattori e altri ciclisti. Si passa per Valenza, conosciuta nel mondo per la lavorazione dell’oro, e infine si rientra ad Alessandria chiudendo un anello che regala la soddisfazione di aver attraversato una delle zone più autentiche del nord Italia. Consigli pratici Periodo migliore: primavera e autunno sono ideali. L’estate può essere molto calda, soprattutto in pianura. Tipo di bici: una gravel o una bici da turismo con gomme robuste è perfetta per affrontare sia l’asfalto che i tratti sterrati. Alloggio: agriturismi, B&B e bike hotel sono numerosi e spesso attrezzati per ciclisti. Cibo: approfittate della cucina locale: farinata, tajarin, brasati al Barbera e dolci come i krumiri vi daranno la giusta energia. Pedalare in provincia di Alessandria significa scoprire un Piemonte più intimo e rurale, fatto di piccoli borghi, accoglienza genuina e paesaggi mutevoli. È una destinazione perfetta per chi cerca un’esperienza cicloturistica completa, lontano dai gran Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 2 settimane fa

    La Quindicesima Tappa: Fiume Veneto-Asiago, Alta Montagna e Selezione per gli Scalatori Domenica 25 maggio, il Giro d’Italia vivrà una delle tappe più dure e selettive dell’intera edizione. La quindicesima tappa partirà da Fiume Veneto per arrivare ad Asiago, con un percorso lungo 214 km e un dislivello totale di circa 3.900 metri. Si tratta di una frazione di alta montagna, che metterà a dura prova le gambe dei corridori, con salite impegnative e stretti passaggi attraverso le Prealpi Venete, zone che non vedono spesso il passaggio della Corsa Rosa. Un Percorso Durissimo per gli Scalatori La tappa si presenta come una vera e propria sfida per gli scalatori puri. Dopo una partenza da Piazza Marconi a Fiume Veneto, i corridori affronteranno un percorso che non concede tregua. Le salite saranno diverse, alcune delle quali poco frequentate nelle edizioni recenti del Giro, rendendo il percorso ancora più selettivo. La lunghezza e il dislivello della tappa fanno di questa frazione una delle più dure, con una serie di ascese che potrebbero ridisegnare la classifica generale. Le Salite Più Impegnative Il percorso è ricco di salite di alta montagna, ognuna delle quali presenta pendenze significative e tratti che potrebbero favorire i corridori con maggiore attitudine alla scalata. Sebbene i dettagli esatti delle singole salite non siano ancora completamente definiti, è certo che i passaggi nelle Prealpi richiederanno un grande dispendio di energia e una gestione ottimale delle forze da parte dei ciclisti. La difficoltà altimetrica e il terreno accidentato potrebbero causare distacchi importanti tra i concorrenti di vertice e quelli meno in forma per affrontare i grandi sforzi. Un Finale Ristretto per la Classifica Il traguardo finale a Asiago segnerà una tappa fondamentale per la classifica generale. Con un percorso di montagna che separa la partenza dall’arrivo, sarà un’occasione per i cappoclassifica di mettere a segno un attacco decisivo o per i specialisti della salita di guadagnare secondi preziosi. I corridori dovranno affrontare una serie di salite consecutive che, a meno di colpi di scena, porteranno i più forti a consolidare la loro posizione.Con 3.900 metri di dislivello su un percorso di 214 km, la quindicesima tappa del Giro d’Italia si preannuncia come una vera e propria prova di resistenza. Il lungo e tortuoso percorso nelle Prealpi Venete potrebbe rimescolare nuovamente le carte della classifica generale, dando spazio agli attaccanti o a chi ha nelle gambe la capacità di resistere a una giornata di sforzo continuo. In un contesto del genere, ogni secondo guadagnato o perso potrebbe fare la differenza nelle fasi finali d Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 mese, 3 settimane fa

    Liguria su due ruote: pedali tra mare, ulivi e borghi sospesi La Liguria non è solo una striscia di terra stretta tra l’Appennino e il mare: è una promessa per chi ama scoprire lentamente, in sella a una bici, territori scolpiti dal tempo. Tra salite che profumano di rosmarino, discese vertiginose verso calette segrete e strade panoramiche sospese sul blu, il cicloturismo qui si fa emozione pura. Dalla Riviera di Ponente alla magia del Levante Si parte spesso da Ponente, dove il clima mite invita a pedalare anche in inverno. La ciclabile del Parco Costiero della Riviera dei Fiori, tra San Lorenzo al Mare e Ospedaletti, è un’icona: 24 km sul tracciato dell’ex ferrovia, affacciati sul mare, attraversando gallerie illuminate, vecchie stazioni trasformate in bistrot e scorci da cartolina. Ideale per famiglie, ma anche punto di partenza per chi vuole avventurarsi nell’entroterra imperiese, dove iniziano le vere sfide. Il Levante, invece, è un’alternanza di saliscendi che incantano. La Via dei Santuari sopra le Cinque Terre è una delle esperienze più suggestive: richiede gambe allenate, ma ripaga con panorami unici su vigneti terrazzati e il blu infinito. Anche il Tigullio offre percorsi affascinanti, come l’ascesa al Passo del Bracco o l’anello del Monte di Portofino, dove è possibile alternare tratti asfaltati a single track per MTB. Non solo mare: l’entroterra segreto La vera sorpresa della Liguria per i cicloturisti è però l’entroterra. Basta allontanarsi di pochi chilometri dalla costa per ritrovarsi immersi in un altro mondo: borghi di pietra come Apricale, Triora, Verezzi, dove il tempo sembra fermarsi. Le valli — Argentina, Trebbia, Vara — sono percorse da strade secondarie poco trafficate, ideali per gravel e bici da strada. Qui l’accoglienza è autentica: agriturismi che offrono ristori genuini, fontane dove rinfrescarsi, officine improvvisate da contadini curiosi. La cultura dell’ospitalità ciclistica si sta diffondendo anche grazie a progetti di bike hotel e tour organizzati, ma la vera anima del viaggio resta il contatto diretto con chi abita questi luoghi. Consigli pratici e stagioni migliori Primavera e autunno sono le stagioni d’oro: temperature miti, natura esplosiva e meno affollamento rispetto ai mesi estivi. D’estate, è consigliabile pedalare all’alba o spostarsi in quota, dove boschi e crinali offrono ombra e refrigerio. Per chi viaggia con e-bike, la Liguria è perfetta: i dislivelli non mancano, e le colonnine di ricarica stanno aumentando. Attenzione solo alla logistica: la costa è ben servita da treni, ma le bici vanno prenotate con anticipo nelle tratte più richieste. Una regione da scoprire con lentezza Pedalare in Liguria non è solo fare sport: è un modo di vivere il territorio, di ascoltarlo. È il rumore delle onde tra un tornante e l’altro, il profumo della focaccia che esce da un forno di paese, la voce di un anzian Continua a leggere

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