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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 13 ore, 5 minuti fa

    Il Camino de Santiago in bici: la via della fede, ma anche della fatica Il Camino de Santiago, uno dei percorsi più antichi e carichi di simbolismo d’Europa, oggi accoglie ogni anno migliaia di ciclisti provenienti da tutto il mondo. Ognuno con la propria “credencial” da timbrare e una storia da portare a termine sui pedali. La rotta più seguita è il Camino Francés, circa 750 chilometri da Saint-Jean-Pied-de-Port (ai piedi dei Pirenei) fino alla Cattedrale di Santiago. Le prime salite sono severe, ma la ricompensa arriva presto: Navarra, La Rioja, Castilla y León, Galizia un mosaico di paesaggi che mutano insieme ai chilometri e alle stagioni. Lungo la via, i pellegrini-ciclisti condividono gli stessi ostelli e le stesse abitudini dei camminatori: pasti semplici, incontri fugaci, il suono delle campane all’alba. Ma anche la stessa spiritualità, che si misura nel silenzio delle lunghe tappe o nel vento che soffia sulle mesetas. La segnaletica con la conchiglia gialla guida senza incertezze. In molte regioni sono presenti varianti su asfalto per chi viaggia con bici da turismo o gravel. La logistica è solida: officine, alloggi bike-friendly, punti di ristoro ogni pochi chilometri. E poi c’è l’arrivo a Plaza del Obradoiro, dove ogni ciclista posa la bici e alza lo sguardo sulla maest Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 13 ore, 7 minuti fa

    La Vía Verde de Ojos Negros: la Spagna nascosta pedalando dal cuore all’oceano di luce La Spagna che non ti aspetti si scopre lungo un vecchio tracciato ferroviario trasformato in uno dei più suggestivi percorsi cicloturistici del paese. La Vía Verde de Ojos Negros, 167 chilometri di pedalate tra Aragona e Comunità Valenciana, unisce il silenzio delle montagne di Teruel al profumo d’arancio delle coste di Sagunto. Un tempo rotaie e carbone, oggi ghiaia compatta e panorami sconfinati: la via segue il tracciato dell’antica ferrovia mineraria che collegava le miniere di Ojos Negros con il porto mediterraneo. È la più lunga “via verde” di Spagna, un progetto di recupero che racconta una storia di rinascita rurale e di turismo sostenibile. Il percorso alterna lunghi tratti immersi in pinete, viadotti sospesi su canyon e gallerie fresche che invitano a rallentare. Si attraversano piccoli paesi quasi immutati nel tempo come Sarrion o Jérica dove il ciclista trova ostelli, fontane e il ritmo lento della Spagna dell’interno. La segnaletica è chiara, l’altimetria accessibile: perfetta anche per chi viaggia con borse e alforjas. Arrivare al mare, dopo giorni di vento e silenzio, è come attraversare un confine invisibile. Le prime palme di Sagunto segnano la fine di una rotta che non è solo geografica, ma anche emotiva. In un’epoca di velocità e connessioni istantanee, la Vía Verde de Ojos Negros ricorda che il viaggio è Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 9 ore fa

    Cicloturismo in Italia: le 5 ciclovie da non perdere nel 2025 Il cicloturismo è in pieno boom: secondo le ultime stime di Enit, il turismo in bici genera ogni anno miliardi di euro e continua a crescere. Complice la voglia di viaggi sostenibili e il ritorno alla natura, l’Italia si sta trasformando in una destinazione d’eccellenza per chi ama pedalare. Ecco cinque ciclovie da mettere in agenda per il 2025. 1️⃣ Ciclovia del Garda – Lombardia, Trentino e Veneto Un anello panoramico attorno al lago più grande d’Italia, con passerelle sospese sull’acqua e scorci mozzafiato. Il tratto Limone–Riva del Garda è già diventato iconico, ma il progetto completo promette un’esperienza unica per tutti i livelli. 2️⃣ Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese – Da Caposele a Santa Maria di Leuca Una delle ciclovie più suggestive del Sud: 500 km lungo il tracciato del grande acquedotto, tra borghi bianchi, uliveti e mare cristallino. Ideale per chi cerca un viaggio lento e autentico. 3️⃣ Ciclovia del Sole – Da Verona a Bologna (e oltre) Parte del grande corridoio europeo EuroVelo 7, collega il Brennero a Firenze attraversando pianure, città d’arte e argini fluviali. Una ciclovia perfetta per chi ama i percorsi pianeggianti e ben segnalati. 4️⃣ Ciclovia dei Parchi della Calabria – Dal Pollino all’Aspromonte Premiata nel 2021 come “miglior itinerario green d’Italia”, è un viaggio di oltre 500 km attraverso foreste, borghi e montagne. Consigliata ai più allenati, ma ripagata da panorami indimenticabili. 5️⃣ Ciclovia della Sardegna – Tra mare, nuraghi e profumo di macchia Un percorso che unisce costa e interno, spiagge e storia. Perfetta in primavera o au Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 9 ore fa

    Gravel Revolution: come la bici da sterrato ha cambiato il modo di viaggiare Negli ultimi anni, il mondo del cicloturismo è stato attraversato da una vera e propria rivoluzione a due ruote: quella del gravel. Nata negli Stati Uniti e ormai esplosa anche in Europa, la bici gravel ha conquistato appassionati e curiosi grazie alla sua versatilità. Ma cosa rende questa disciplina così affascinante? La libertà del “gravel spirit” A metà strada tra la bici da corsa e la mountain bike, la gravel permette di pedalare ovunque: su asfalto, sentieri, sterrati, mulattiere. È la compagna ideale per chi non vuole farsi limitare dal tipo di terreno e desidera vivere l’esperienza del viaggio con un ritmo più autentico. “Con la gravel non sei mai fuori strada, sei semplicemente nel posto giusto”, dice Marco, cicloturista e organizzatore di bike adventure in Toscana. “Ti permette di esplorare, non solo di spostarti.” Itinerari che uniscono sport e scoperta Dalla Via Francigena ai colli emiliani, dai percorsi del Delta del Po alle sterrate della Val d’Orcia, l’Italia offre un patrimonio infinito per chi ama il gravel. Oggi molte regioni hanno iniziato a segnalare percorsi misti e a promuovere eventi dedicati, come il Nova Eroica o il Gravel Gourmet. Un nuovo modo di viaggiare Più che una moda, il gravel rappresenta un nuovo approccio al turismo su due ruote: sostenibile, lento e legato al territorio. L’equipaggiamento leggero, le borse compatte e la possibilità di dormire in a Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 11 ore fa

    Bellaria, notte di inseguimenti e biciclette rubate: due giovani nei guai È stata una notte tutt’altro che tranquilla quella appena trascorsa a Bellaria, dove due ragazzi di origine tunisina, di 19 e 23 anni, sono stati fermati dai carabinieri con tre biciclette elettriche di ultima generazione risultate rubate. Tutto è cominciato poco dopo le due del mattino, durante un normale pattugliamento notturno della stazione locale. I militari hanno notato i due che si muovevano con fare sospetto lungo una via semi-deserta, spingendo a fatica tre e-bike dal valore complessivo di oltre quattromila euro. Un dettaglio che, a quell’ora, non poteva certo passare inosservato. Il controllo è scattato in pochi istanti. Alla richiesta dei documenti, i giovani non sono riusciti a fornire alcuna carta in regola per il soggiorno in Italia. Ma il vero colpo di scena è arrivato poco dopo: all’interno di uno zaino, i carabinieri hanno trovato un piccolo arsenale da scasso — chiavi alterate, grimaldelli e altri attrezzi utili a forzare catene e serrature. Le verifiche hanno confermato i sospetti: le biciclette erano state rubate poco prima in una via del centro. Le e-bike sono state immediatamente recuperate e restituite ai legittimi proprietari, mentre gli strumenti utilizzati per il furto sono stati posti sotto sequestro. Per i due ragazzi è scattata la denuncia a piede libero con diverse accuse: ricettazione, possesso ingiustificato di chiavi alterate e grimaldelli, oltre alla violazione delle norme sull’immigrazione. Grazie al pronto intervento dei carabinieri, la nottata di Bellaria si è chiusa senza ulteriori danni, ma con l’ennesimo episodio che conferma quanto la vigilanza notturn Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 3 giorni, 13 ore fa

    Il nuovo rinascimento del cicloturismo in Italia Negli ultimi anni, il cicloturismo sta vivendo una crescita che pochi avrebbero previsto. Secondo l’ultimo rapporto Isnart–Unioncamere, oltre 33 milioni di presenze turistiche nel nostro Paese sono legate alla bicicletta. È un segnale chiaro: la bici non è più solo sport, ma una vera forma di turismo esperienziale e sostenibile. Un Paese da scoprire a pedali Dalle Dolomiti alla Sicilia, l’Italia si sta riscoprendo ciclabile. Le grandi dorsali come la Ciclovia del Sole, l’Adriatica o la VenTo lungo il Po stanno unendo territori e comunità, offrendo itinerari di centinaia di chilometri che attraversano borghi, campagne e aree naturali protette. Non serve essere atleti: sempre più viaggiatori scelgono e-bike e percorsi facili, trasformando il cicloturismo in un’esperienza inclusiva, adatta a famiglie e neofiti. Economia locale e sostenibilità Ogni cicloturista spende mediamente più di un turista tradizionale, secondo i dati ENIT. Non solo per l’alloggio, ma per il cibo locale, i piccoli artigiani e i servizi sul territorio. È un turismo che lascia un impatto economico positivo e leggero sull’ambiente, senza traffico né rumore. La sfida delle infrastrutture Restano però le criticità: la discontinuità delle piste ciclabili, la segnaletica spesso carente e la mancanza di strutture “bike friendly” in alcune aree. Tuttavia, molte regioni stanno investendo in reti integrate e servizi dedicati, come il trasporto bici sui treni o le ciclovie interregionali. Un turismo che cambia prospettiva Il cicloturismo non è solo un modo diverso di viaggiare: è un modo diverso di guardare il territorio. Significa fermarsi nei luoghi minori, ascoltare le storie di chi li abita e riscoprire il valore del tempo. In un’Italia che vuole essere più sostenibile e autentic Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 10 ore fa

    Il boom del bikepacking: la nuova frontiera del viaggio lento Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere una nicchia per appassionati per trasformarsi in un vero fenomeno sociale. Ma è il bikepacking, la versione più “selvaggia” e minimalista del viaggio in bicicletta, a catturare oggi l’immaginario dei viaggiatori. Una borsa sotto la sella, una tenda ultraleggera, qualche chilometro di sterrato: il necessario per sentirsi liberi. Viaggiare leggeri, vivere intensamente A differenza del cicloturismo tradizionale, spesso legato a tappe strutturate e bagagli al seguito, il bikepacking punta sull’essenzialità. Niente portapacchi o borse laterali, ma piccole sacche fissate direttamente al telaio e una filosofia di viaggio che invita a rallentare. «È il modo più diretto per entrare in contatto con il territorio – spiega Marco Neri, fondatore della community Bikepackers Italia –. Non sei separato dal paesaggio, lo vivi metro dopo metro». Dall’Appennino alle Alpi: l’Italia che pedala fuori rotta L’Italia offre un terreno ideale per questa pratica. Gli itinerari si moltiplicano: dalla Via Silente nel Cilento alla Grande Traversata delle Alpi, passando per la Ciclovia dei Parchi della Calabria, il bikepacking diventa anche uno strumento per scoprire aree interne e borghi dimenticati. Secondo un rapporto di Legambiente e ISNART, nel 2024 il cicloturismo ha generato oltre 7,6 milioni di presenze in Italia, con una crescita costante delle esperienze “avventura” su due ruote. Tecnologia e libertà App e GPS hanno reso più accessibili anche gli itinerari meno battuti. Strumenti come Komoot o Ride with GPS permettono di pianificare percorsi personalizzati, calcolando dislivelli, punti d’acqua e campeggi. Ma la tecnologia, per molti, resta solo un mezzo. «Quando sei su un sentiero che attraversa un bosco, il tempo torna a dilatarsi – racconta Chiara, 34 anni, bikepacker trentina –. Capisci che la vera ricchezza è la lentezza». Una tendenza destinata a durare Se la pandemia ha accelerato la riscoperta del turismo di prossimità, la cultura del bikepacking sembra aver trovato una sua identità stabile: sostenibile, esperienziale, autentica.Più che una moda, è un ritorno all’essenza del viaggio Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 13 ore fa

    Emilia-Romagna: nuovi tratti e servizi per la Ciclovia del Reno La rete cicloturistica dell’Emilia-Romagna continua a crescere. Nei mesi scorsi sono stati completati nuovi tratti e interventi di manutenzione lungo la Ciclovia del Reno (ER19), l’itinerario che collega Bologna alla pianura ferrarese seguendo l’argine del fiume. Il percorso, oggi interamente segnalato per circa 40 chilometri, parte dal centro di Bologna e attraversa oasi naturalistiche, borghi rurali e zone agricole fino a Galliera, dove si connette ad altri itinerari della pianura. A breve è previsto l’ampliamento verso Argenta e il Delta del Po, per creare un collegamento diretto con la costa adriatica. L’intervento rientra nel piano regionale delle Ciclovie di interesse turistico (rete ER19–ER20), finanziato con fondi europei e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con i Comuni. Oltre alla nuova segnaletica e alla sistemazione degli argini, sono stati installati punti di ricarica per e-bike e rastrelliere in prossimità di agriturismi e aree di sosta. Un passo avanti per una regione che punta sempre più su Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 13 ore fa

    Sardegna: pedalare lungo la Costa Verde tra dune, mare e archeologia mineraria La Costa Verde, nel sud-ovest della Sardegna, è una delle mete più suggestive per chi ama il cicloturismo naturalistico. Pur non esistendo ancora una “Ciclovia ufficiale” inaugurata, diversi enti locali e associazioni hanno mappato un itinerario ciclabile di circa 160 chilometri che unisce Capo Frasca a Buggerru, attraversando le dune di Piscinas, le miniere di Ingurtosu e il borgo di Arbus. Il tracciato, in gran parte su strade secondarie e sterrate, alterna salite impegnative e panorami mozzafiato, con tratti che si affacciano direttamente sul mare. Diversi progetti di valorizzazione sostenuti dal GAL Linas Campidano e dal Parco Geominerario della Sardegna puntano a migliorare la segnaletica e a creare una rete di servizi per i cicloturisti, con strutture ricettive e punti d’acqua. La Costa Verde rappresenta un esempio concreto di turismo lento e responsabile: un luogo dove la bicicletta diventa il mezzo ideale per scoprire paesaggi ancora Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    GPS, e-bike e libertà: l’Italia che viaggia su due ruote Il cicloturismo non è più un passatempo da appassionati, ma una delle nuove frontiere del turismo sostenibile. In Italia i numeri parlano chiaro: le presenze lungo ciclovie e percorsi attrezzati crescono a doppia cifra, e sempre più viaggiatori scelgono la bici come strumento di scoperta del territorio. La spinta arriva dalla tecnologia. Oggi il cicloturista si muove con app di navigazione dedicate, mappe digitali e tracciatori GPS che segnalano dislivelli, punti di sosta, fontane e strutture bike-friendly. Le biciclette, dal canto loro, si evolvono: i telai in carbonio riducono il peso, le gravel uniscono stabilità e comfort, mentre le e-bike da viaggio abbattono le barriere fisiche e aprono la strada anche ai meno allenati. “Il cicloturista di oggi non cerca solo la performance, ma un’esperienza completa fatta di sostenibilità, cultura e autenticità”, spiega un portavoce della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. È un pubblico attento, che valorizza i prodotti locali e preferisce alloggiare in agriturismi o piccole strutture con servizi dedicati alle due ruote. Così, la bici diventa un mezzo per conoscere il territorio in modo profondo e responsabile. Tra una pedalata e l’altra, il cicloturismo 2.0 rappresenta una nuova idea di libertà: quella Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    L’Italia a pedali: la rinascita delle strade dimenticate C’è un’Italia che non compare sulle mappe del turismo di massa, ma che oggi torna a respirare grazie al cicloturismo. È l’Italia dei borghi silenziosi, delle vecchie strade provinciali, delle ferrovie dismesse trasformate in greenway. Lì, dove l’asfalto si fa polvere, il viaggio lento diventa riscoperta. Sempre più viaggiatori scelgono di pedalare lontano dal traffico, lungo percorsi come la Ciclovia del Sole, la Via degli Dei o la Via Francigena. Non inseguono record né cronometri, ma incontri e panorami. “In bici impari a rallentare, e rallentando riscopri ciò che avevi dimenticato”, racconta Marta, 37 anni, che ha attraversato la Toscana in solitaria. Le amministrazioni locali stanno cogliendo l’occasione. Piccoli comuni restaurano ponti, segnalano sentieri e offrono servizi essenziali ai cicloturisti: fontane, rastrelliere, officine. In cambio, arrivano visitatori rispettosi, pronti a fermarsi più giorni e a investire nell’economia del luogo. In fondo, la forza del cicloturismo sta tutta qui: nel suo ritmo umano. Mentre molti discutono di sostenibilità come un obiettivo futuro, sulle strade bianche e nei viali di campagna quel Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    E-bike e cicloturismo: come le bici elettriche stanno cambiando il modo di viaggiare Un tempo erano considerate “barare”. Oggi le e-bike sono il motore silenzioso della rivoluzione cicloturistica. In Italia, una bici su tre venduta nel 2025 è elettrica, e sempre più turisti scelgono di esplorare il Paese grazie all’assistenza di un motore che allunga le distanze e abbatte le barriere fisiche. Le bici a pedalata assistita hanno democratizzato il viaggio su due ruote. Coppie di diverse età, famiglie con bambini, gruppi misti di sportivi e principianti: tutti possono ora condividere lo stesso ritmo di viaggio. “L’e-bike ha reso accessibile il cicloturismo anche a chi non si è mai sentito abbastanza allenato”, spiega un gestore di noleggi in Alto Adige. “Questo ha moltiplicato le presenze e allungato la stagione”. L’effetto è tangibile anche sull’economia locale. I piccoli borghi, una volta fuori dai grandi flussi turistici, stanno investendo in punti di ricarica e officine. I produttori italiani, intanto, scommettono su batterie più leggere e autonomie record. Ma non è solo una questione tecnologica: la e-bike sta cambiando la mentalità del viaggio. Non più sfida o prestazione, ma esplorazione e libertà. In un Paese come l’Italia, dove ogni collina nasconde una storia, questo nuovo modo d Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    L’esplosione del cicloturismo in Italia: da nicchia a motore economico Il cicloturismo non è più un passatempo per pochi appassionati: è un settore economico in piena corsa. Secondo le ultime rilevazioni delle regioni e dei consorzi turistici, nel 2025 il numero di pernottamenti legati al turismo su due ruote è cresciuto di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma una tendenza ormai stabile: l’Italia si sta scoprendo ciclabile. Dietro a questo boom c’è un cambio culturale. Sempre più persone scelgono vacanze sostenibili, fatte di tappe brevi e lente, dove l’esperienza conta più della destinazione. Gli operatori turistici si stanno adeguando: nascono alberghi bike-friendly, punti di ricarica per e-bike, officine mobili e persino assicurazioni pensate per i viaggiatori su due ruote. Le regioni del Nord come Veneto, Emilia-Romagna e Trentino in testa al classifica trainano il settore, ma cresce l’interesse anche nel Sud, dove la combinazione tra clima mite e strade panoramiche apre prospettive enormi. “Il cicloturismo è il nuovo enoturismo”, commenta un operatore pugliese. “Chi arriva in bici vuole scoprire il territorio in modo autentico, e questo crea valore per tutti”. Il prossimo passo? L’integrazione con la rete ferroviaria. Trenitalia e diverse compagnie locali stanno ampliando i servizi per il trasporto bici, puntando a una mobilità mista e intelligente. La bici non è più solo un mezzo, ma il simbolo d Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa

    Boom delle bici gravel: cresce il turismo su due ruote miste Il cicloturismo cambia volto. Negli ultimi tre anni le biciclette gravel, pensate per affrontare sia asfalto sia sterrato, hanno registrato una crescita a doppia cifra nelle vendite e nelle presenze ai principali eventi del settore. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale sul Cicloturismo, nel 2024 le gravel bike hanno rappresentato oltre il 22% delle nuove biciclette da viaggio vendute in Italia, con un incremento del 35% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno, nato negli Stati Uniti e rapidamente diffusosi in Europa, risponde a una domanda precisa: poter pedalare ovunque senza limiti di terreno. Telaio comodo, copertoni larghi e geometrie versatili rendono queste bici adatte tanto ai lunghi viaggi quanto alle uscite di fine settimana. “La gravel ha riportato molti ciclisti a esplorare le strade bianche e i sentieri secondari, lontano dal traffico”, spiega Marco, responsabile tecnico di un marchio italiano specializzato. “È una libertà che unisce la voglia di avventura con l’attenzione alla sostenibilità”. Anche le destinazioni turistiche si stanno adeguando. Alcune regioni, come Toscana, Trentino e Puglia, hanno avviato progetti di segnaletica dedicata e servizi specifici per i viaggiatori su bici miste. Crescono inoltre gli eventi non competitivi, spesso legati al territorio e all’enogastronomia locale. Secondo gli operatori, il 2025 sarà l’anno della maturità per il fenomeno gravel: non più una tendenza di nicchia, ma una componente strutturale del turismo lento italiano. “Il gravel non è solo u Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Toscana in bicicletta: il viaggio lento che racconta la bellezza italiana C’è un modo diverso di scoprire la Toscana, lontano dalle folle e dai motori. È quello del cicloturismo, che invita a rallentare e a guardare il paesaggio con occhi nuovi. Le strade bianche, i filari di cipressi e le colline che ondeggiano come un mare verde sono diventati il palcoscenico di un turismo che unisce natura, cultura e autenticità. La forza della lentezza Chi viaggia in bicicletta in Toscana impara subito che la bellezza richiede tempo. Ogni salita regala una prospettiva, ogni curva apre uno scorcio inatteso. Pedalare significa entrare nel ritmo della terra, sentire l’odore dell’erba tagliata, il profumo del pane nei borghi, la voce del vento che corre tra i vigneti. È un modo di viaggiare che non consuma ma assapora, che non attraversa ma abita. Strade di storia e di vino Dalla Via Francigena che attraversa le Crete Senesi alle colline del Chianti, la Toscana è una rete di percorsi che raccontano secoli di storia. L’antica via dei pellegrini oggi accoglie ciclisti di tutto il mondo, attratti dalla fusione perfetta tra spiritualità e paesaggio. Sulle strade del vino, ogni tappa è un incontro: con i vignaioli, con la cucina locale, con l’arte che si nasconde nelle pievi e nei piccoli musei. L’ospitalità che fa la differenza Il cicloturismo toscano vive anche grazie a chi accoglie i viaggiatori. Agriturismi, ostelli e piccole botteghe sono parte di una rete che valorizza il territorio e ne custodisce l’anima. È l’Italia dei gesti semplici: un bicchiere d’acqua offerto lungo la salita, un consiglio su una deviazione panoramica, un sorriso che diventa ricordo. Il futuro passa su due ruote Sempre più comuni investono in ciclovie, segnaletica e collegamenti ferroviari per favorire il viaggio sostenibile. L’obiettivo non è solo attrarre turisti, ma restituire ai residenti spazi di mobilità dolce e vivibilità quotidiana. La bicicletta diventa così simbolo di un modo nuovo di abitare la Toscana, dove il paesaggio non è scenografia ma vita condivisa. Pedalare in Toscana non è solo un itinerario. È un racconto di luce, di fatica e di libertà. È la riscoperta di un ritmo umano, quello c Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    La Romantische Straße in bicicletta: tra borghi, castelli e profumo di birra La Germania è una terra sorprendente per chi ama il cicloturismo. Oltre ai celebri percorsi lungo il Danubio o il Reno, c’è un itinerario che unisce storia, natura e fascino fiabesco come pochi altri: la Romantische Straße, la Strada Romantica. Un percorso che attraversa il cuore della Baviera e che, in bicicletta, regala un’esperienza capace di coniugare lentezza e scoperta. Il tracciato parte da Würzburg, sulle rive del Meno, e si snoda verso sud per circa 460 chilometri, fino alla cittadina alpina di Füssen, ai piedi del castello di Neuschwanstein. È un viaggio che sembra uscire da un libro illustrato: colline morbide, vigneti, case a graticcio e torri medievali che si specchiano in piccoli corsi d’acqua. La strada attraversa villaggi che sembrano rimasti intatti nel tempo, come Rothenburg ob der Tauber, uno dei borghi più pittoreschi d’Europa, dove il centro storico è un labirinto di ciottoli e insegne in ferro battuto. Pedalare lungo la Strada Romantica significa attraversare una Germania diversa da quella industriale e moderna che molti immaginano. Qui il ritmo rallenta, il traffico è minimo e il paesaggio cambia gradualmente, passando dalle pianure franconi ai primi rilievi bavaresi. Ogni tappa offre un motivo per fermarsi: un birrificio artigianale, un mercato locale, una piccola chiesa barocca o un castello circondato da boschi. Molti tratti della Romantische Straße sono piste ciclabili separate o stradine secondarie a basso traffico, segnalate con cura e dotate di servizi dedicati ai cicloturisti. Gli alloggi “Bett+Bike”, certificati dall’ADFC (l’associazione ciclistica tedesca), garantiscono ospitalità anche per chi viaggia con la bici al seguito, offrendo spazi per il ricovero e piccole officine per la manutenzione. Tra le tappe più suggestive, Dinkelsbühl colpisce per le mura intatte e le sue torri dorate al tramonto, mentre Augsburg, antica città imperiale, sorprende con la sua atmosfera rinascimentale e i canali che le hanno valso il riconoscimento UNESCO. L’arrivo a Füssen, con le Alpi sullo sfondo e il celebre castello di Ludwig II che domina la valle, è il degno finale di un viaggio che alterna natura e cultura, pedalate tranquille e soste contemplative. La Strada Romantica è percorribile da maggio a ottobre, periodo in cui il clima è più stabile e le giornate lunghe. L’intero itinerario può essere completato in una settimana, ma molti cicloturisti scelgono di dedicare più tempo alle soste, lasciandosi guidare dal piacere dell’imprevisto. Pedalare su questo itinerario non significa solo spostarsi da una città all’altra, ma vivere la Germania più autentica, fatta di paesaggi gentili, sapori locali e incontri lungo la strada. È un viaggio che unisce il gusto dell’avventura alla dolcezza de Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    Look Keo Vision, la luce che cambia il modo di pedalare Nel mondo del ciclismo da strada, dove ogni dettaglio tecnico è frutto di anni di ricerca, la sicurezza rimane spesso un tema trascurato. Look, marchio francese che da sempre lega il proprio nome all’innovazione e all’eleganza, ha scelto di affrontare questo aspetto con una soluzione tanto semplice quanto geniale: i nuovi pedali Keo Vision. L’idea nasce dal desiderio di rendere ogni ciclista più visibile e protetto. Nei Keo Vision la luce non è un accessorio aggiunto, ma una parte integrante del pedale. Un piccolo sistema luminoso, integrato con cura nel design, permette di essere visti fino a un chilometro di distanza, sia di giorno che di notte. Le luci si muovono insieme al pedale e quindi al piede del ciclista, creando un segnale dinamico che cattura l’attenzione di chi guida un’auto o un mezzo in avvicinamento. Secondo una ricerca americana citata da Look, le luci posizionate in movimento sui talloni rendono il ciclista più visibile di oltre cinque volte rispetto a quelle fisse montate sul reggisella. È un dato che spiega perfettamente l’intuizione alla base del progetto: la sicurezza può nascere dal movimento stesso della pedalata. Ogni pedale offre una visibilità a 180 gradi e quattro modalità di illuminazione, che permettono di scegliere tra luce fissa o lampeggiante in base alle condizioni del momento. L’autonomia è studiata per coprire anche le uscite più lunghe e il sistema si ricarica facilmente tramite una porta magnetica. Tutto è stato pensato per un utilizzo pratico, senza rinunciare alla leggerezza e alla qualità costruttiva che contraddistinguono Look. I Keo Vision sono disponibili in due versioni. Il modello Keo Blade Ceramic Vision è pensato per chi cerca il massimo delle prestazioni, con corpo in carbonio, cuscinetti in ceramica e un’ampia superficie di contatto che garantisce una trasmissione di potenza ottimale. Il Keo 2 Max Vision adotta un corpo in materiale composito e cuscinetti in acciaio, offrendo robustezza e fluidità per un uso quotidiano. Con questi pedali, Look non ha semplicemente aggiunto una luce a un componente tecnico, ma ha creato un nuovo modo di intendere la sicurezza su strada. La tecnologia diventa parte del gesto atletico, la luce segue il ritmo della pedalata e il ciclista acquista una presenza più chiara, visibile e consapevole. I Keo Vision rappresentano un piccolo ma importante passo avanti verso un ciclismo più sicuro e moderno, dove ogni pedalata n Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa

    Cicloturismo, boom in Italia: +38% di viaggiatori sulle due ruote Dati, tendenze e nuove rotte di un fenomeno che fa bene all’ambiente e all’economia locale.Il 2025 si conferma l’anno d’oro del cicloturismo in Italia. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio ENIT e Legambiente, oltre 10 milioni di italiani hanno scelto una vacanza in bicicletta o “bike friendly”, generando un indotto di circa 4 miliardi di euro. Non si tratta più di una nicchia: il cicloturismo è ormai una componente stabile del turismo sostenibile, spinto da una crescente attenzione all’ambiente e dal desiderio di esperienze autentiche. Le regioni più frequentate sono Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Toscana, ma crescono anche Puglia e Sardegna grazie a nuovi itinerari costieri. Tra le iniziative più attese figura il completamento della Ciclovia Adriatica, un progetto di oltre 1.000 km che unirà Trieste a Santa Maria di Leuca, passando per Venezia, Ancona e Pescara. Parallelamente, il Ministero delle Infrastrutture ha stanziato nuovi fondi per la rete “Bicitalia”, con l’obiettivo di collegare le principali ciclovie nazionali entro il 2030. Le strutture ricettive si stanno adattando: sempre più agriturismi e B&B offrono noleggio bici, officine attrezzate e colazioni energetiche per i cicloturisti. Anche il turismo internazionale guarda all’Italia come meta ideale: oltre il 40% dei viaggiatori su due ruote proviene da Germania, Austria e Paesi Bassi. > “Il cicloturismo è una chiave per destagionalizzare e distribuire il turismo nei piccoli borghi,” spiega Marco Ponti, esperto di mobilità s Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa

    Lungo il Po in bicicletta: un fiume, mille paesaggi Dal Monviso al Delta: il grande itinerario cicloturistico che attraversa l’Italia da ovest a est. Pedalare lungo il corso del Po è come attraversare l’anima geografica e culturale dell’Italia. Dalle sorgenti ai piedi del Monviso fino alle lagune del delta veneto, il Ciclovia del Po si snoda per oltre 650 chilometri tra campi, borghi e città d’arte, offrendo un’esperienza adatta sia ai viaggiatori esperti sia a chi desidera affrontare il suo primo lungo viaggio su due ruote. Il percorso segue in gran parte argini e strade secondarie, toccando tappe iconiche come Torino, Piacenza, Cremona, Mantova e Ferrara. Ogni tratto racconta una storia diversa: le risaie del Vercellese, i ponti storici del Basso Lodigiano, le oasi naturalistiche del Parco del Delta del Po, patrimonio UNESCO. Lungo il tragitto non mancano punti di ristoro “bike friendly”, strutture ricettive con deposito bici e servizi dedicati ai cicloturisti. Sempre più comuni stanno aderendo al progetto “Po di Lombardia”, che punta a creare un’infrastruttura ciclabile continua e segnalata per valorizzare turismo sostenibile e mobilità dolce. > “Viaggiare lungo il Po è come scoprire un’Italia lenta, autentica, fatta di incontri e paesaggi che cambiano al ritmo dei pedali”, racconta Marta, 32 anni, che ha completato l’itinerario in sette giorni. Con la segnaletica in progressivo miglioramento e i collegamenti ferroviari che permettono di spezzare il viaggio, la Ciclovia del Po si conferma come una delle esperienze più affasci Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 1 giorno fa

    La rivoluzione silenziosa della bicicletta lenta C’è un’Italia che non ha fretta. Non è quella delle autostrade o dei treni veloci, ma quella dei sentieri che si snodano tra vigneti, canali e vecchie strade bianche. È l’Italia che si riscopre in sella a una bici, viaggiando piano, respirando a fondo. Il cicloturismo non è più una nicchia per sportivi: è diventato una filosofia di viaggio. E, senza fare troppo rumore, sta ridisegnando il modo in cui esploriamo il Paese. Un Paese che si muove lentamente Negli ultimi anni, sempre più amministrazioni locali hanno capito che la bici può essere un motore economico gentile: non inquina, porta persone, crea lavoro. Dal Friuli alla Puglia, nascono piccoli assi ciclabili che collegano borghi, aziende agricole e parchi fluviali. Non serve per forza un grande progetto europeo: bastano dieci chilometri ben segnalati e qualche fontanella per trasformare un paese in una meta. A Mantova, per esempio, una nuova ciclovia lungo il Mincio è diventata l’arteria di un micro turismo di prossimità. A ogni curva spuntano agriturismi, laboratori artigiani, perfino un vecchio mulino riconvertito in ostello per ciclisti. Il turismo lento non solo rispetta i luoghi, ma li fa rivivere. Il ritorno del ritmo umano Pedalare impone un tempo che il mondo moderno ha dimenticato. In bicicletta si è abbastanza veloci da cambiare panorama, ma abbastanza lenti da notare i dettagli: un profumo di erba tagliata, una torre che sbuca tra i campi, un cane che abbaia dietro un cancello. È un’esperienza fisica ma anche emotiva: la stanchezza diventa parte del viaggio, un modo per misurare la distanza tra te e il paesaggio. Il nuovo lusso del viaggiare Oggi il vero lusso non è arrivare lontano, ma vivere intensamente il tragitto. E così il cicloturista moderno non cerca resort o grandi eventi: cerca silenzio, autenticità, accoglienza sincera. Cerca un sentiero sterrato dove perdersi senza paura.Forse è questa la vera rivoluzione: scoprire che la felicità può avere la velocità di una pedalata.Mentre il mondo corre, il cicloturismo rallenta. E in questo rallentare trova senso, equilibrio e futuro.La bici non è più solo un mezzo: è una chiave. Una chiave per riaprire l’Italia minore, quella che da Continua a leggere

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