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9001 Miles – Viaggio nel deserto

La Mauritania è interamente deserto, le condizioni sono durissime, sembra di non essere sulla terra. La Mauritania è una prova fisica e mentale, è un paese dai contrasti immensi perché è uno dei paesi meno abitati della terra, le condizioni sono severissime , ci sono tempeste di sabbia, vento, mancanza di acqua e le persone hanno un cuore grandissimo.

Sono entrato dal Marocco, dalla frontiera di Guerguerat poi sono sceso Nouadhlbou che è la seconda, oltre la capitale, città grande della Mauritania. La strada passa lungo la costa poi a Nouakchot mi sono fermato e sono andato a visitare anche l’interno spingendomi fino a Chinguetti che è un avamposto della via della seta e da lì inizia il deserto.

Ho avuto un problema con la bici, non avevo più la bici e quindi ho preso dei trasporti ho fatto l’autostop e sono andato lì perché mi sono ritrovato bloccato. Io ho solo tre cose fondamentali nel che viaggio. il telefono, il passaporto e i soldi. Appena entrato in Mauritania, e la Mauritania premetto che è un posto dove per giorni è possibile che non vedi nessuno, dopo la frontiera c’è il treno più lungo del mondo che trasporta dei minerali. Io per fargli una foto ho preso il telefono, mi è scivolato il telefono, dietro avevo una jeep enorme che è passata esattamente sopra il telefono e quindi il telefono distrutto. Quando non hai il telefono è un gran casino, specialmente quando entri in un paese nuovo.

Per i soldi? La carta di credito la accettano? Riesci a prelevare con carta di credito?

Sì, carte di credito e contanti. In pratica da paese prelevi dalle banche e poi cambi in contanti.

Mi sono fermato in Mauritania, ho aggiustato il telefono, in Mauritania non c’è connessione, internet non funziona, funziona solo di notte perché è una dittatura, la Repubblica islamica della Mauritania quindi è tutto bloccato e tutto criptato.
Io per scaricare Facebook e WhatsApp ero sveglio di notte col dito pronto per scaricare, ci ho messo dei giorni a riprendere le applicazioni base poi una volta sistemato il telefono sono ripartito.
La Mauritania è un paese rurale, probabilmente è il paese più povero di tutto il viaggio, le persone sono pastori che vivono con la transumanza delle capre e dei cammelli.
Questo è il famoso muro che divide il Western Sahara dalla Mauritania ed è tutto minato. Tutt’ora è una zona contesa, è zona militare.
La prima notte ho campeggiato con la tenda è sono stato fortunatissimo perché il problema di dormire era un problema che mi assillava dalla mattina. Perché il vento è implacabile, le tempeste di sabbia sono continue.

La Mauritania è ancora più sabbiosa rispetto al Marocco e poi il vento è veramente fortissimo. La sabbia viene trasportata sulla strada.
Il deserto rimane molto piatto, uniforme, anche le gli accampamenti di pastori sono rarissim. Per l’acqua mi fermavo dai pastori che erano sempre disponibili e pronti a darti una mano. Capiscono.

I cammelli vengono lasciati liberi e c’è un cammello capobranco, loro vanno in giro, pascolano e poi tutto il branco ritorna agli accampamenti.
Io mi sono fermato a questo accampamento nel momento del ritorno dei cammelli e mi sono fermato con questa famiglia che allevava i cammelli. È stata un’esperienza fantastica, ho munto il cammello per fare il latte.

I bambini lavorano, non vanno a scuola e il maestro dei bambini è il padre o l’anziano della famiglia o del villaggio. I bambini piccolissimi lavorano, aiutano i genitori nelle mansioni della casa.
Ci sono gli uomini della famiglia e finito di raccogliere il latte di cammello mi hanno offerto di mangiare con loro. Abbiamo mangiato una specie di piccola pasta con carne di cammello e poi si beve latte di cammello.
Questa gente m’ha salvato perché in quelle condizioni anche mettere la tenda è impossibile, loro mi hanno accolto come uno di loro.

Questo viaggio mi m’ha lasciato senza fiato, sia per le cose magnifiche che ho visto ma anche per tante cose brutte che ci sono. Io tento sempre di raccontare il lato più bello ma realmente a volte sono anche triste perché quando vedi delle grandi disuguaglianze, quando vedi la povertà vera, quando vedi che mancano le cose basilari diventi triste. Il bello di tutta questa gente che non ha niente ed è disponibilissima e condivide anche un piatto di pasta di riso con te, che sono pronti in ogni caso a darti quello che hanno.

Dopo un po’il vento il vento ti da veramente alla testa, io avevo degli sbalzi d’umore importanti, passavo da uno stato di euforia ad uno stato proprio di depressione e tristezza. All’ultimo ero veramente oppresso da tutta la sabbia. Io ero arrivato a mangiare dentro un sacchetto di plastica perché non riuscivo nemmeno a mangiare, mangiavo solo sabbia.

Io scendevo dalla bici e non capivo niente, avevo dei dei lapsus mentali. Il sole è talmente forte che non riesci a distinguere la terra dal cielo. Io avevo come delle allucinazioni.
In alcuni momenti io buttavo la bici, mi mettevo a bordo strada, contemplavo, pensavo, forse cercavo di riprendere le forze mentali e fisiche. Non sapevo se fossi stato fermo un minuto o un’ora perché tutto mi passava davanti.

Avevo fatto la foto al cartello dei 120 km da Nouakchott, non ci credevo, dopo 5 km la bici KO. Allora ho fatto l’autostop, sono arrivato a Nouakchott. Mi ha caricato un ragazzo con furgoncino che lavorava per una multinazionale che prendeva la sabbia per fare materiale da costruzione Canadese. Ho preso una camera in albergo, ho contattato quelli di Rohloff, sono stati incredibili mi hanno mandato i pezzi che mi servivano. Ho conosciuto questa donna che aveva un ristorante, le ho spiegato la mia situazione e mi ha invitato a casa sua. Lei prima di andare mi ha fatto un talismano per la fortuna.

A Nouakchott la sera verso le 5 le 6 ritornano i pescatori, riportano le barche fuori dall’acqua, il pesce viene immediatamente viene pulito e poi viene caricato nei camion che partono immediatamente per l’Europa.

Mentre aspettavo i pezzi di ricambio della bicicletta sono andato a visitare l’interno del paese. Ho preso trasporti e fatto autostop. Il paesaggio cambia tutto all’interno, il vento è molto meno poi il deserto passa ad essere sassoso.

Io sono andato ad Atar, la donna di prima era stata sposata con questo signore che è un gran Marabù, in pratica un discendente più o meno diretto di un santo.
Lui mi aspettava ad Atar e mi ha portato ad un banchetto all’interno di una moschea e c’erano i servitori che ci portavano da mangiare.
Io sono stato con lui, era praticamente venerato come un Dio, la gente si incontrava per strada e si inginocchiava, gli baciava le mani. é stata una delle esperienze più forti, delle persone più incredibili e più profonde che realmente ho incontrato io credo in tutti i miei viaggi.
Mi voleva benissimo, io sono partito un giorno prima, lui aveva delle cose da fare e non c’eravamo capiti mi ha richiamato, mi aveva preparato un banchetto, aveva fatto ammazzare un capretto per me. Mi portava la sera a vedere le stelle in una tenda nel deserto e bevevamo il tè e parlavamo. Lui mi raccontava le sue storie, quello in cui credeva.

Sono andato a Chinguetti, una delle città più sacre per tutto l’Islam, ci sono delle librerie antichissime che hanno dei Testi Sacri unici, c’è la moschea che è importantissima.
Dopo la città c’è il deserto infinito fino al Mali, tutto altopiano.

Quando Gate e Rohloff mi hanno rispedito i pezzi che mi servivano, li ho montati e ho rifatto l’autostop fino al punto esatto dove mi si era rotta la bicicletta e me la sono pedalata tutta in bici fino a Nouakchott. Io mi sentivo forte di testa e forte di fisico

Nel deserto per arrivare in Senegal mi hanno dato una piccola tenda dove dormire. Qua già iniziano ad esserci dei cespugli, delle acacie.

Verso la fine del deserto ci sono tantissime dune e ad un certo punto la strada fa una curva sulla sinistra e riappare la terra come l’abbiamo noi nei campi e poi inizia il fiume Senegal.

Io dopo il deserto ero finito, mentalmente e fisicamente, ero stanchissimo, avevo avuto lo stress prima del telefono poi della bicicletta con tutte le condizioni durissime ambientali.
Sono arrivato al al confine con il Senegal e ho incontrato delle capanne di pescatori, all’inizio gli ho chiesto se potevo dormire un’ora poi mi sono addormentato e mi sono svegliato il giorno dopo.

E allora mi sono fermato con quei pescatori, sono stato tutto il giorno nella canoa di un pescatore lungo il fiume Senegal. Quando sono tornato a casa avevo la febbre, mi avevano mangiato le zanzare però è stata un’esperienza incredibile.

Qua ti senti veramente in Africa perché hai i primi animali, i facoceri, è pieno di pellicani. Io lasciavo la bicicletta ed andavo nell’interno per vederli.

Domande:

Luca: Sei entrato velocemente in Mauritania? Perché amici motociclisti dicono che per entrare è sempre un calvario negli anni passati

Per me è stato facile , la frontiera della Mauritania è stata abbastanza facile. Io mi pongo sempre super gentile, super disponibile e paziente. Solo quando capisco che mi vogliono prendere dei soldi, mi vogliono fregare allora lì dopo un pochino divento un pochino duro. Loro giocano sempre sul fatto che tu sei di corsa e non hai tempo, io siccome non ho fretta io mi lavo le scarpe, mi metto un po’ a far finta di niente e così loro dopo un po’ si stancano.
Ho avuto problemi all’uscita della Mauritania, avevo il visto scaduto però mi ero informato e se ti scade il visto loro ti fanno un altro visto, tu paghi e poi passi in Senegal. Ti prendono le impronte digitali, dicono che non avevo le impronte digitali, hanno cominciato a dire che ero in un terrorista un un malavitoso e mi ero raschiato le impronte digitali per non farmi riconoscere. Allora li mi sono incazzato, all’ultimo mi hanno fatto il visto.

Marco: Io sono distrutto solo a vedere le foto, quanto conta la testa quando vai così al limite?

La testa è tutto. Perché se tu parti di testa se tu parti non puoi stare lì, li devi essere stabile, razionale.
Io sono sempre certo di me stesso, totalmente certo di me stesso.
Io continuamente mi faccio delle analisi, parlo con me stesso.

Simone: Vaccini che hai dovuto fare obbligatoriamente per questo viaggio in Africa?

Io li ho tutti i vaccini, sono sempre a favore dei vaccini perché ho sempre viaggiato. L’unico vaccino realmente obbligatorio è quello della febbre gialla però ancora in Mauritania non credo sia richiesto. Però io ho fatto, e lo consiglio, anche tifo, colera, meningite.

Marco: Sei mai finito nei guai per un guasto meccanico? Che accortezze hai? Mai capitato di dover trasformare la bici in single speed per un guasto al cambio?

Pedalavo nel deserto in Mauritania, sento una botta e la bicicletta che gira a vuoto. Capisco subito che era un danno grave, in pratica la sabbia mi aveva mangiato l’adattatore del Pignone.

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