
L’ottava tappa: da Giulianova a Castelraimondo, un tappone appenninico da brividi
Il Giro d’Italia entra nel vivo e lo fa con una delle frazioni più impegnative della prima metà della corsa: sabato 17 maggio si disputa l’ottava tappa, 197 km da Giulianova a Castelraimondo, lungo le irte dorsali dell’Appennino centrale. Una giornata di pura montagna, senza respiro, con un dislivello che sfiora i 3.800 metri e nessun tratto pianeggiante. Un profilo altimetrico che è un’autentica sega dentata, ideale per gli scalatori e per chi punta alla maglia rosa.
Si parte dal litorale abruzzese, ma è solo un breve assaggio di pianura: dopo pochi chilometri si inizia a salire e non si smette più. Il tracciato si snoda tra le montagne dell’Abruzzo e delle Marche, in una sequenza ininterrotta di salite, discese tecniche e falsopiani spezzagambe. Le vallate appenniniche offrono paesaggi spettacolari, ma ai corridori lasciano solo fatica.
La tappa attraversa borghi storici e aree interne spesso trascurate dal grande ciclismo, regalando al pubblico anche un racconto del territorio. Ma sarà sul piano sportivo che il palcoscenico si accenderà: è questa una delle prime vere giornate da classifica, in cui i big dovranno uscire allo scoperto o almeno evitare di perdere terreno.
Il finale in salita a Castelraimondo – già teatro in passato di arrivi spettacolari – promette un’ultima selezione decisiva. Chi avrà speso troppo nelle salite precedenti potrebbe pagare dazio. Le pendenze non sono estreme, ma il logorio dei chilometri precedenti potrebbe fare la differenza.
Una tappa da grandi firme
Le caratteristiche di questa frazione la rendono ideale per chi cerca il colpo da lontano, ma anche per gli uomini di classifica che vogliono iniziare a mettere in riga gli avversari. Le squadre dovranno dosare bene le forze, gestire le energie e soprattutto proteggere i propri leader nel caos delle salite e delle discese.