La Via Silente: il Cilento che si scopre a pedali
Ci sono strade che si percorrono con le gambe, e altre che si vivono con il cuore. La Via Silente, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è entrambe le cose: un viaggio di 600 chilometri che unisce mare, montagne e paesi sospesi nel tempo. È uno dei percorsi cicloturistici più autentici e sorprendenti del Sud Italia, dove la bicicletta diventa chiave d’accesso a un mondo che resiste al rumore del turismo di massa.
Un anello tra cielo e mare
Il percorso parte da Castelnuovo Cilento e si snoda ad anello lungo 15 tappe. In sella si attraversano colline coperte d’ulivi, borghi medievali e valli che profumano di origano e mare. Si pedala accanto ai templi di Paestum, tra i canyon del Bussento e i silenzi del Monte Cervati, la vetta più alta della Campania.
Ogni tappa racconta un volto diverso del Cilento: la costa frastagliata di Marina di Camerota, il mistero delle grotte di Palinuro, le voci dei piccoli bar dove il caffè si serve ancora “alla napoletana”.
L’essenza del viaggio lento
La Via Silente non è una gara. È un invito alla lentezza, a riscoprire il viaggio come incontro. Chi la percorre sa che il tempo qui ha un ritmo diverso: quello del vento, delle ruote che girano sull’asfalto caldo, del sorriso di chi ti offre un bicchiere d’acqua o un piatto di fusilli al pomodoro appena colto.
Il percorso è ben segnalato e può essere affrontato anche con bici gravel o e-bike. L’associazione che lo gestisce fornisce tracce GPS, alloggi convenzionati e una “Silentina”, un passaporto simbolico da timbrare tappa dopo tappa.
Quando partire e cosa aspettarsi
Il periodo migliore va da aprile a giugno e da settembre a ottobre, quando le temperature sono miti e la natura esplode di colori. Non serve essere ciclisti esperti: la Via Silente si adatta a chiunque voglia mettersi alla prova, senza fretta.
Ogni salita è ricompensata da una discesa con vista mare, ogni fatica da un piatto genuino o da una notte stellata nel cuore del parco.
Un silenzio che parla
Alla fine del viaggio, si torna al punto di partenza con qualcosa in più: la consapevolezza che esiste un Sud autentico, fatto di persone, sapori e paesaggi che solo la lentezza della bicicletta sa svelare.
E quel silenzio, che dà il nome al percorso, resta dentro. Un silenzio pieno di vento, mare e memoria.
