
La rinascita delle ciclovie italiane: perché il 2026 sarà l’anno d’oro del cicloturismo
Negli ultimi anni il cicloturismo è passato da nicchia per appassionati a vero fenomeno nazionale. Ma il 2026 potrebbe segnare una svolta storica: tra nuovi investimenti pubblici, reti ciclabili sempre più connesse e un crescente interesse per viaggi lenti e sostenibili, l’Italia si prepara a diventare una delle destinazioni cicloturistiche più ambite d’Europa.
Secondo i dati delle regioni, la spinta arriva soprattutto dai grandi progetti infrastrutturali.
La Ciclovia del Sole, ad esempio, continua a estendersi verso nord e sud, collegando città e borghi con percorsi protetti e ben segnalati. Parallelamente, la Ciclovia Adriatica vive una stagione di rilancio grazie a una maggiore integrazione tra treni regionali e servizi bici, mentre il Sentiero Vento lungo il Po, nonostante ritardi, sta attirando un numero sempre crescente di ciclisti grazie alla sua natura pianeggiante e ai paesaggi fluviali.
Ma il vero cambiamento è culturale. Hotel e agriturismi stanno investendo in servizi bike-friendly, dalle officine interne alle colazioni energetiche, fino ai trasporti dedicati.
Le amministrazioni locali organizzano festival, pedalate collettive e campagne di sensibilizzazione, trasformando le ciclovie in veri corridoi turistici.
Per gli operatori del settore, il messaggio è chiaro: il cicloturismo non è più un’alternativa economica, ma un segmento strategico. E per chi ama viaggiare in bici, il 2026 promette un’Italia più accogliente, sicura e soprattutto pedalabile.
