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Il boom del bikepacking: la nuova frontiera del viaggio lento

Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere una nicchia per appassionati per trasformarsi in un vero fenomeno sociale. Ma è il bikepacking, la versione più “selvaggia” e minimalista del viaggio in bicicletta, a catturare oggi l’immaginario dei viaggiatori. Una borsa sotto la sella, una tenda ultraleggera, qualche chilometro di sterrato: il necessario per sentirsi liberi.

Viaggiare leggeri, vivere intensamente

A differenza del cicloturismo tradizionale, spesso legato a tappe strutturate e bagagli al seguito, il bikepacking punta sull’essenzialità. Niente portapacchi o borse laterali, ma piccole sacche fissate direttamente al telaio e una filosofia di viaggio che invita a rallentare.
«È il modo più diretto per entrare in contatto con il territorio – spiega Marco Neri, fondatore della community Bikepackers Italia –. Non sei separato dal paesaggio, lo vivi metro dopo metro».

Dall’Appennino alle Alpi: l’Italia che pedala fuori rotta

L’Italia offre un terreno ideale per questa pratica. Gli itinerari si moltiplicano: dalla Via Silente nel Cilento alla Grande Traversata delle Alpi, passando per la Ciclovia dei Parchi della Calabria, il bikepacking diventa anche uno strumento per scoprire aree interne e borghi dimenticati.
Secondo un rapporto di Legambiente e ISNART, nel 2024 il cicloturismo ha generato oltre 7,6 milioni di presenze in Italia, con una crescita costante delle esperienze “avventura” su due ruote.

Tecnologia e libertà

App e GPS hanno reso più accessibili anche gli itinerari meno battuti. Strumenti come Komoot o Ride with GPS permettono di pianificare percorsi personalizzati, calcolando dislivelli, punti d’acqua e campeggi. Ma la tecnologia, per molti, resta solo un mezzo. «Quando sei su un sentiero che attraversa un bosco, il tempo torna a dilatarsi – racconta Chiara, 34 anni, bikepacker trentina –. Capisci che la vera ricchezza è la lentezza».

Una tendenza destinata a durare

Se la pandemia ha accelerato la riscoperta del turismo di prossimità, la cultura del bikepacking sembra aver trovato una sua identità stabile: sostenibile, esperienziale, autentica.Più che una moda, è un ritorno all’essenza del viaggio, quello che si misura non in chilometri, ma in emozioni.

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