
Cresce il cicloturismo in Italia: boom di viaggi lenti e borghi “bike friendly”
Il cicloturismo non è più un fenomeno di nicchia: lo dicono i numeri e lo confermano le destinazioni italiane che stanno investendo in infrastrutture dedicate. Nel 2024 le presenze legate ai viaggi su due ruote sono cresciute del 28%, con punte in Emilia-Romagna, Trentino e Puglia. Il trend continua nel 2025, trainato dalla ricerca di esperienze autentiche e dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale delle proprie vacanze.
Sempre più borghi, spesso distanti dalle rotte del turismo di massa, stanno diventando veri centri “bike friendly”. Si moltiplicano i servizi pensati per chi viaggia in sella: officine mobili, bike hotel, aree di ricarica per e-bike, punti panoramici attrezzati e reti di sentieri ricondizionati. Anche le piccole realtà agricole colgono l’occasione: agriturismi e cantine stanno proponendo pacchetti che uniscono degustazioni e pedalate.
Secondo un recente studio di settore, il turista in bicicletta ha un impatto economico più diffuso rispetto al turista tradizionale: spende di più nei piccoli negozi, nei ristoranti locali e nelle strutture ricettive familiari. “Non è un turismo mordi e fuggi”, spiega un operatore piemontese, “ma un turismo che restituisce valore al territorio”.
La crescita delle e-bike ha reso accessibili itinerari che un tempo erano riservati ai più allenati. Questo ampliamento del pubblico sta portando nuove sfide: manutenzione dei sentieri, educazione alla convivenza tra ciclisti e escursionisti, sicurezza stradale nelle aree rurali.
Il futuro del cicloturismo in Italia sembra quindi promettente, a patto che si continui a investire in infrastrutture e promozione. Ma una cosa è certa: sempre più viaggiatori scelgono di rallentare e scoprire il Paese pedalando, un modo semplice e sostenibile per riappropriarsi del paesaggio.
