Cicloturismo, la nuova frontiera del viaggio lento
Il boom del cicloturismo non è più una tendenza di nicchia: secondo l’ultimo rapporto di Isnart-Unioncamere, in Italia i viaggiatori su due ruote generano oltre 55 milioni di presenze turistiche l’anno. Un fenomeno spinto dal desiderio di libertà, dal bisogno di sostenibilità e dalla riscoperta del territorio a ritmo di pedale.
La scelta dell’itinerario
Dalla Via Francigena alle ciclovie lungo il Po, l’Italia offre percorsi per ogni livello. Gli esperti consigliano di calibrarli sulla propria preparazione fisica: tappe brevi e pianeggianti per chi inizia, dislivelli impegnativi solo per ciclisti allenati.
Strumenti come Komoot o Bikemap permettono di pianificare il viaggio con mappe, altimetrie e recensioni di altri pedalatori.
La bicicletta giusta
Gravel, trekking o e-bike: il mezzo va scelto in base al percorso e al bagaglio. Prima della partenza, un check-up accurato è indispensabile: freni efficienti, cambio preciso, gomme in buono stato. “La manutenzione preventiva è il primo passo per evitare di restare fermi a bordo strada”, sottolinea un meccanico di una ciclofficina.
Viaggiare leggeri
Borse laterali impermeabili, abbigliamento tecnico a strati e un kit di emergenza con camera d’aria e attrezzi multifunzione. Chi viaggia su due ruote impara presto che ogni chilo in più si sente nelle gambe.
Sicurezza e ritmo
Il casco non è un optional. Bere regolarmente e fare pause frequenti evita cali di energia. Meglio partire presto la mattina e fermarsi prima del tramonto, soprattutto su strade poco illuminate.