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Ciclismo amatoriale nel caos: 67 organizzatori sostengono ACSI contro la FCI

La tensione nel mondo del ciclismo amatoriale italiano non accenna a diminuire. Dopo la sospensione della convenzione tra la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) e l’ACSI, lo scorso weekend molte gare hanno subito disagi, lasciando ciclisti e organizzatori in balia dell’incertezza. In diversi casi, le quote d’iscrizione sono state restituite; in altri, i partecipanti hanno dovuto pagare una tessera giornaliera di 10 euro per poter correre.

A risentirne non sono solo i ciclisti, ma anche le società organizzatrici e gli operatori turistici collegati agli eventi, che temono danni economici e disorientamento tra i partecipanti. In assenza di chiarimenti da parte della Federazione, a farsi sentire sono stati gli stessi organizzatori affiliati ad ACSI.

In una mossa senza precedenti, ben 67 manifestazioni, pari a oltre il 70% degli eventi amatoriali organizzati in Italia, hanno firmato una lettera a sostegno dell’ente di promozione sportiva, chiedendo che la loro voce venga ascoltata dalla FCI.

La posizione degli organizzatori

Il comunicato firmato dagli organizzatori sottolinea il ruolo fondamentale di ACSI nel garantire qualità, sicurezza e trasparenza negli eventi ciclistici amatoriali e nelle Gran Fondo. “Da anni ACSI rappresenta un punto di riferimento insostituibile – si legge nella nota – per competenza tecnica, serietà organizzativa e capacità di dialogo con istituzioni locali, forze dell’ordine e strutture sanitarie”.

Il documento mette in evidenza come la sospensione della convenzione sia legata a presunte violazioni di clausole relative a gare superiori ai 120 km. Secondo gli organizzatori, però, da oltre cinque anni esisteva una deroga ufficiale, accettata dalle precedenti governance federali e mai contestata, che ha permesso lo svolgimento di importanti Gran Fondo in sicurezza.

“Questa decisione del nuovo consiglio federale ha prodotto conseguenze immediate: incertezza per le manifestazioni già programmate, danni economici, disorientamento tra i tesserati e difficoltà nella gestione dei servizi di sicurezza”, si legge nel comunicato. Gli organizzatori definiscono la scelta della FCI come un tentativo di spostare affiliazioni e tasse gara verso la Federazione, penalizzando chi lavora concretamente per la crescita dello sport.

Appello al dialogo e alla continuità

La lettera chiude con una richiesta chiara: la riattivazione immediata della convenzione tra FCI e ACSI e la garanzia di continuità per le manifestazioni già programmate. Gli organizzatori ricordano che sospendere l’attività dell’ente significherebbe colpire lo sport di base, le comunità e i singoli appassionati che rendono possibili ogni anno le gare amatoriali.

Tra le manifestazioni firmatarie figurano eventi di rilievo nazionale come la GF Loano, la GF Internazionale Laigueglia, la GF Michele Scarponi, la GF del Po, il Colnago Cycling Festival, la GF Gavia e Mortirolo, e molte altre.

Con questa presa di posizione, gli organizzatori lanciano un segnale forte alla Federazione: il ciclismo amatoriale italiano chiede chiarezza, continuità e rispetto per chi ogni giorno lavora per promuovere lo sport su strada e gravel.

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